Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA82).
La risposta corretta è la C.
L’idrocele è un accumulo sieroso di liquido nello spazio tra la tunica vaginale propria e la vaginale comune, che circonda tutto l’emi-scroto. L’idrocele del neonato è definito comunicante, in quanto presenta un’anomalia congenita, ovvero la pervietà del dotto peritoneo-vaginale: dal peritoneo parte un’espansione sacciforme che arriva fino allo scroto.
L’idrocele dell’adulto è, invece, non comunicante, cioè non c’è comunicazione tra cavità peritoneale e scrotale. Le cause che possono determinarlo sono:
- primarie: da uno scompenso della capacità di secrezione della tunica vaginale del testicolo;
- secondario: ad ernia inguinale, trauma, neoplasia, infiammazione, per cause iatrogene (spesso in pazienti operati di chirurgia addominale e per varicocele si riscontrano stasi venosa e linfatica nel basso addome e quindi anomalie del riassorbimento del liquido sieroso), post-traumatico (per traumatismi dell’area genitale), infezione (ad esempio virale e parassitaria).
Clinicamente l’idrocele si presenta come una tumefazione lenta e progressiva dell’emiscroto, indolore, ma associato ad un senso di peso e fastidio: nel caso in cui la quantità di liquido sia notevole, è difficile palpare il testicolo e si nota un aumento di volume dello scroto, di consistenza teso-elastica e ballottabile.
La risposta A non è corretta.
La cisti epididimale è una formazione a contenuto liquido, che si sviluppa progressivamente con andamento lento all’interno dell’epididimo. Si riscontra solitamente una sensazione di peso o dolenzia nel lato interessato. Tale ipotesi è da escludere perché non determina delle tumefazioni così vistose e non corrisponde con la clinica e l’esame obiettivo del caso presentato.
La risposta B non è corretta.
L’ernia è una fuoriuscita di un viscere dalla cavità addominale, rivestito da tegumenti attraverso un’area di debolezza della parete, un orifizio o un canale naturale.
Clinicamente si presenta generalmente come una tumefazione:
- molle e teso-elastica;
- non dolente, a meno che non sia complicata;
- che trasmette l’impulso della tosse, (quindi, è molto importante: visitare il paziente, farlo tossire e se trasmette l’impulso potrebbe essere un’ernia);
- riducibile o non riducibile in addome;
- non trans-illuminabile (se si utilizza una lucetta attraverso questa protrusione il contenuto non è trasparente e come tale non è trans-illuminabile).
I sintomi dipendono dalla sede, dalla grandezza, dal fatto se sia riducibile o non, dal contenuto del sacco e dal fatto che ci sia un ansa o un omento.
La risposta D non è corretta.
Il varicocele consiste in una dilatazione varicosa delle vene del plesso pampiniforme del testicolo; è legato ad una stasi o reflusso venoso all’interno di queste vene. È una patologia rara prima della pubertà, ma abbastanza frequente proprio a cavallo della pubertà fino all’età giovanile. Colpisce il testicolo di sinistra nel 80-90% dei casi per ragioni di tipo anatomico, mentre il varicocele destro è meno frequente e spesso associato al controlaterale (varicocele bilaterale).
La sua sintomatologia è abbastanza scarsa e quasi mai è associato a dolore. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si correla a problemi di fertilità maschile (che nel 15-20% dei casi è causata da tale patologia). Spesso il paziente non ha dolore, ma giunge dal medico, perché nota una tumefazione, un ingrossamento e un senso di peso a lato del testicolo. All’esame obiettivo si nota una tumefazione a lato dello scroto, il più delle volte situata superiormente al testicolo, che alla palpazione ha una consistenza nettamente inferiore al testicolo ed una sensazione palpatoria simile ad un “sacco di vermi”. La manovra di Valsalva può essere utile per valutare il plesso venoso: si distinguono, infatti, clinicamente tre gradi di varicocele:
- I grado: il varicocele è solamente palpabile con la manovra di Valsalva ma non è visibile ad occhio nudo;
- II grado: Il varicocele è palpabile anche a riposo;
- III grado: il varicocele è visibile ad occhio nudo.
Nella visita va sempre valutata, inoltre, la consistenza del testicolo stesso, perché esso può risentire dell’ipossia e del danno del varicocele e ciò può determinare sterilità.
La risposta E non è corretta.
L’epididimite è un’infiammazione dell’epididimo. I microorganismi responsabili della forma a trasmissione sessuale sono Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae (si tratta della forma clinica prevalente negli uomini giovani e sessualmente attivi).
Invece, la forma non sessualmente trasmessa (più frequente in età adulta) è causata da bacilli gram-negativi; questa si presenta come una IVU con febbre e prostatite.
Nella forma sessualmente trasmessa viene coinvolta l’uretra e ci può essere una secrezione. Il sintomo principale è il dolore scrotale, con durata di solito <12 ore, che può essere localizzato all’estremità superiore del testicolo. Il dolore viaggia lungo il funicolo spermatico fino al fianco, dove provoca dolore addominale e può accompagnarsi a nausea e vomito. All’inizio l’epididimo infiammato può essere palpato separatamente dal testicolo; con il passare del tempo, vi è solo un’ampia massa rigonfia. Il segno di Prehn consiste nell’evocare dolore all’elevazione del testicolo dei pazienti con epididimite. Se vi sono dubbi diagnostici, è indicata l’ecografia del testicolo.
Bibliografia Immagine:
AMA |
Siviero I, Méio IB, Ferrante SM, Forny DN, da Cunha AL. Torsion of a Communicating Hydrocele Presented as Acute Scrotum: A Case Report and Literature Review. Case Rep Pediatr. 2016; 2016:7236104. |
MLA |
Siviero, Ivonete et al. “Torsion of a Communicating Hydrocele Presented as Acute Scrotum: A Case Report and Literature Review” Case reports in pediatrics vol. 2016 (2016): 7236104. |
APA |
Siviero, I., Méio, I. B., Ferrante, S. M., Forny, D. N., & da Cunha, A. L. (2016). Torsion of a Communicating Hydrocele Presented as Acute Scrotum: A Case Report and Literature Review. Case reports in pediatrics, 2016, 7236104. |