La risposta corretta è la D.
Viene definita ipoacusia la riduzione della capacità uditiva, con l’aumento della soglia uditiva al di sopra dei 20 dB. Le ipoacusie possono essere: monolaterali o bilaterali; improvvise o progressive; trasmissive o neurosensoriali (cocleari quando il problema è nell’orecchio interno a livello della coclea, nell’organo del Corti, o retrococleari quando è a livello del nervo cocleare) o miste. Noi possiamo ascoltare tramite due vie: quella aerea e quella ossea. Normalmente noi ascoltiamo i suoni esterni tramite la via aerea mentre, tramite quella ossea, ascoltiamo la nostra voce. Possiamo utilizzare questa qualità a scopo diagnostico, nella diagnosi differenziale tra ipoacusie di tipo trasmissivo e quelle di tipo neurosensoriale.
Nelle forme di tipo trasmissivo (quindi causate da alterazioni a carico della membrana timpanica o del sistema ossiculare), all’esame audiometrico tonale il paziente non riesce a sentire i suoni attraverso la via aerea, ma riesce a sentire andando a stimolare la via ossea mediante le vibrazioni di un diapason (mandando direttamente lo stimolo all’organo del Corti). Nell’ipoacusia di tipo neurosensoriale, invece, il problema è a livello dell’orecchio interno, quindi avremo una riduzione della capacità uditiva sia tramite la via aerea che tramite quella ossea. L’esame audiometrico dà origine ad un grafico in cui, nell’asse delle ordinate abbiamo la perdita uditiva espressa in decibel (dB), invece nell’asse delle ascisse sono riportate le varie frequenze sonore, espresse in Hertz (Hz). I suoni che vengono “somministrati” al paziente si distinguono in base alla frequenza (misurata in Hertz), come suoni gravi o bassi (bassa frequenza, 125-250-500 Hz) e suoni acuti o alti (alta frequenza, 3000-4000-8000 Hz). Infine, nella legenda posta inferiormente al grafico, notiamo i simboli che identificano la via uditiva di sinistra nella sua componente di trasmissione aerea (X) e di quella ossea (<).
Con questi presupposti, possiamo notare che il nostro esame audiometrico è abbastanza caratteristico dell’ipoacusia di tipo neurosensoriale; abbiamo infatti una alterazione sia a carico della via ossea che della via aerea. La via uditiva rappresentata è solo quella di sinistra (la via destra è contemplata nella legenda ma non nel grafico) (risposta D esatta, risposte B e C errate).
La risposta B non è corretta.
Più nel dettaglio, non si tratta di una ipoacusia di tipo trasmissivo in quanto, in tal caso, almeno la via ossea sarebbe responsiva al trasferimento dell’impulso uditivo e quindi la sua linea avrebbe un andamento orizzontale e sarebbe collocata nella parte alta del grafico.
Le risposte A e C non sono corrette.
Le frequenze interessate dalla ipoacusia sono sia quelle alte (e quindi suoni acuti) sia quelle basse (e quindi i suoni gravi).