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1 di 3 Domande

In quale dei seguenti casi la scintigrafia di perfusione miocardica eseguita con tecnica Gated-SPET puo' porre problemi nell' acquisizione dei dati ?














La risposta corretta è la C.
La SPET miocardica o tomoscintigrafia miocardica di perfusione è un esame diagnostico che può essere utilizzato, a riposo o con opportuni test di provocazione, per valutare la perfusione miocardica. Tramite la somministrazione di una tracciante radioattivo (201Tl o 99mTc-sestamibi) per via endovenosa, permette infatti di studiare la qualitĂ  dell'apporto ematico al miocardio e di generare una “mappa” delle aree di perfusione. Può essere eseguito sotto sforzo oppure l'attivitĂ  fisica del paziente può essere “mimata” con l'iniezione di dipiridamolo, adenosina o dobutamina. Lo stress fisico provocherĂ  un aumento del fabbisogno miocardico di ossigeno e quindi, in teoria, anche un maggiore afflusso di sangue. Se una regione miocardica (soprattutto ventricolare sinistra) presenta una condizione di limitazione al flusso, alla scintigrafia noteremo una ipocaptazione del  tracciante. Nella tecnica “Gated” l’acquisizione delle immagini  di perfusione viene sincronizzata con l’elettrocardiogramma. In questo modo la perfusione e la funzionalitĂ  contrattile globale e segmentale del ventricolo sinistro potranno essere valutate simultaneamente. E’ importante che il paziente non presenti aritmie poichè la macchina non riuscirebbe a sincronizzare le immagini con l’attivitĂ  elettrica cardiaca.
Le risposte A, B, D ed E non sono corrette.
La presenza di aritmie può creare problemi nell’acquisizione dei dati durante l’esecuzione della Gated-spect mentre le altre problematiche necessitano cautela per Il paziente ma non intereferiscono con la sincronizzazione di immagini ed ecg.

2 di 3 Domande

Su quale delle seguenti pareti del ventricolo sinistro l'attenuazione del tessuto mammario da luogo ad ipocaptazione artefattuale in SPET miocardica di perfusione?














La risposta corretta è la E.
La SPET miocardica o tomoscintigrafia miocardica di perfusione è un esame diagnostico che può essere utilizzato, a riposo o con opportuni test di provocazione, per valutare la perfusione miocardica. Tramite la somministrazione di una tracciante radioattivo (201Tl o 99mTc-sestamibi) per via endovenosa, permette infatti di studiare la qualitĂ  dell'apporto ematico al miocardio e di generare una “mappa” delle aree di perfusione. Può essere eseguito sotto sforzo oppure l'attivitĂ  fisica del paziente può essere “mimata” con l'iniezione di dipiridamolo, adenosina o dobutamina. Lo stress fisico provocherĂ  un aumento del fabbisogno miocardico di ossigeno e quindi, in teoria, anche un maggiore afflusso di sangue. Se una regione miocardica (soprattutto ventricolare sinistra) presenta una condizione di limitazione al flusso, alla scintigrafia noteremo una ipocaptazione del  tracciante. E' da specificare che, per confermare la diagnosi di ischemia transitoria, a distanza di qualche ora, si deve dimostrare la normalizzazione dell'ipocaptazione. Infatti, in condizioni di riposo, non sono presenti differenze significative fra il flusso dell'area ischemica e quella non ischemica. La riduzione persistente dalla captazione del tracciante sarebbe indicativa di necrosi tissutale pregressa. L’attenuazione dei fotoni a causa dei tessuti che si interpongono tra la gamma-camera e il cuore può dar luogo a delle false aree di ipocaptazione. False aree di ipocaptazione anteriore possono essere osservate sopratutto nel sesso femminile a causa dell’interposizione delle mammelle.
Le risposte A, B, C e D non sono corrette.
L’attenuazione dei fotoni causata dal tessuto mammario può dar luogo a false aree di ipocaptazione in sede anteriore.

3 di 3 Domande

La dose limite al corpo intero per evitare grave leuco-piastrinopenia in bambini con neuroblastoma sottoposti a terapia con I-131-MIBG e':














La risposta corretta e' la B.
Il neuroblastoma è un tumore neuroendocrino maligno, tipico dell’infanzia, che origina dalle cellule del sistema nervoso autonomo. Colpisce sia i neuroni che le cellule immature in via di sviluppo, i blasti appunto. Nel 65% dei casi si presenta come lesione neoplastica primitiva a livello addominale, della midollare del surrene, nel 20% dei casi a livello del torace e nel 5% nel bacino o del gangli paravertebrali. Si tratta di una neoplasie neuroendocrine, della linea simpatico-adrenergica, quindi il radiofarmaco  maggiormente impiegato nella terapia radiometabolica è la metaiodobenzilguanidina marcata con iodio-131. La sua attivitĂ  è dovuta al fatto che, essendo un analogo della guanetidina, si accumula a livello delle terminazioni nervose presinaptiche delle cellule adrenergiche e viene attivamente captata dalle membrane ed immagazzinata nei granuli intracitoplasmatici delle cellule cromaffini. La terapia radiometabolica comporta effetti collaterali; la tossicitĂ  primaria associata a questa terapia è di tipo ematologico. Questa può presentarsi con vari gradi di mielosoppressione ma in particolar modo con una severa trombocitopenia a cui si può associare leucopenia (soprattutto neutropenia) ed anemia. La tossicitĂ  si associa alla maggiore esposizione al radiofarmaco; la dose limite calcolata per evitare questa grave condizione di mielodepressione nei bambini è di 2 Gy.
Le risposte A, C, D ed E non sono corrette.
La dose limite calcolata per evitare questa grave condizione di mielodepressione nei bambini è di 2 Gy.



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