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1 di 25 Domande

Che tipo di analisi economica viene utilizzata se confrontiamo un medicinale generico con il medicinale di riferimento?














La risposta corretta è la A
L’analisi economica che viene utilizzata per confrontare un medicinale generico con il medicinale di riferimento è l’analisi di minimizzazione dei costi, in quanto in questo caso i risultati sono gli stessi e quindi basterà individuare il farmaco dal minor costo che sarà l’alternativa più efficiente.
Al contrario, l’analisi costi-efficacia richiede che i risultati siano diversi e tramite il costo incrementale valuta fin a che punto abbia un costo ragionevole l’aumento del risultato di un farmaco rispetto all’altro. La sua unità di riferimento sono le unità “naturali” come ad esempio gli anni di vita guadagnati (risposta B errata). All’opposto, anche l’analisi costi-utilità prevede che i risultati siano identici ma la sua unità di riferimento è il QALY (risposta D errata). Infine, l’analisi costi-benefici richiede che i risultati siano uguali ma hanno come unità di misura le unità monetarie (risposta C errata).

2 di 25 Domande

Paziente di 80 anni con astenia e dispnea. Parametri nella norma, eccetto Fc 40 bpm. Quale delle seguenti affermazioni è più probabilmente vera?

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La risposta esatta è A.
Il paziente, in base ai reperti clinico anamnestici e all’elettrocardiogramma, presenta Blocco AV II grado Mobitz 1 (PR si allunga progressivamente fino a quando una P non è seguita da un QRS), responsivo all’utilizzo di isoprenalina (essendo verosimilmente il blocco soprahissiano si può cercare di superarlo, stimolando il NAV). Infatti, il referto mostra: “Ritmo sinusale con blocco AV II grado Mobitz 1 (periodismo di Wenckelbach) a FC 40 bpm. Lieve ritardo dx. Anomalie aspecifiche del recupero” 

3 di 25 Domande

Un operatore sanitario, non vaccinato contro il virus dell'epatite B (HBV), viene accidentalmente punto con un ago su cui era presente il sangue di un paziente con infezione cronica da HBV. Quale delle seguenti azioni da eseguire, nel più breve tempo possibile, è quella corretta?














La risposta corretta è la A
L’azione corretta da eseguire, nel più breve tempo possibile, in un operatore sanitario, non vaccinato contro l’HBV, che viene accidentalmente punto con un ago con sangue di un paziente con infezione cronica da HBV è somministrare una prima dose di vaccino contro l'HBV e contemporaneamente somministrare l'immunoglobulina anti-epatite B. Al contrario, nel caso in cui il soggetto fosse stato vaccinato, la profilassi post-esposizione a sangue o altro fluido biologico contaminato, per via percutanea, sessuale o mucosa avrebbe previsto esclusivamente la somministrazione di immunoglobulina anti-epatite B.

4 di 25 Domande

Un segno patognomonico implica














La risposta corretta è la C
Un segno patognomonico, sintomo o segno che indica la presenza certa di una specifica patologia, implica un valore predittivo positivo del 100%, cioè la probabilità che un paziente risultato positivo ad un test sia veramente affetto. Al contrario, non ci sono falsi positivi e la specificità è anche del 100% (risposta A e D errata). Infine, il valore predittivo negativo non è del 100% in quanto non possiamo affermare che i negativi al test, cioè quelli che non presentano il segno patognomonico, siano tutti sani (risposta E errata).

5 di 25 Domande

In una popolazione vogliamo determinare la prevalenza della pediculosi nei bambini sotto i 12 anni di età. Per fare ciò, la popolazione viene divisa in quartieri e da ognuno di essi viene prelevato un campione casuale la cui dimensione ideale è stata precedentemente determinata. Il tipo di campionamento utilizzato è:














La risposta corretta è la B
Se si vuole determinare la prevalenza della pediculosi nei bambini sotto i 12 anni e per far ciò la popolazione viene divisa in quartieri e da ognuno di essi viene prelevato un campione casuale la cui dimensione ideale è stata precedentemente determinata il metodo utilizzato è il campionamento per randomizzazione stratificata. In particolare, in base al fatto che sia nota o meno la probabilità che ogni unità della popolazione ha di essere estratta si distingue un campionamento probabilistico da uno non probabilistico (risposta E errata). All’interno della prima categoria troviamo:
- campionamento casuale, in cui ciascuna unità della popolazione ha la stessa probabilità, nota e costante, di far parte del campione (risposta A errata);
- campionamento sistematico, in cui le unità campionarie non vengono più estratte con sorteggio ma selezionate sistematicamente (risposta C errata);
- campionamento stratificato, quando la numerosità della popolazione è molto elevata, per cui è difficile numerare tutti gli elementi e si corre il rischio di non inserire nel campione elementi d’interesse, per cui:
1) si suddividono le unità della popolazione in classi omogenee;
2) si estrae un campione da ogni strato con la procedura del campionamento casuale semplice;
3) si uniscono i campioni provenienti dai singoli strati per ottenere il campione complessivo;
- campionamento a stadi, in cui la popolazione viene suddivisa in livelli gerarchicamente ordinati (risposta D errata).

6 di 25 Domande

Si desidera conoscere il grado di associazione esistente tra la sindrome metabolica e il deficit di vitamina D nella popolazione generale. Per fare questo, viene selezionato un campione da una clinica tra pazienti maggiorenni, e dopo essere stati reclutati, vengono sottoposti ad un esame clinico per determinare se soddisfano i criteri della sindrome metabolica e viene prelevato il sangue per misurare la concentrazione sierica della 25 idrossi-vitamina D. Qual è il disegno di questo studio?














La risposta corretta è la B
Il disegno dello studio per conoscere il grado di associazione esistente tra la sindrome metabolica e il deficit di vitamina D nella popolazione generale, fatto prelevando pazienti maggiorenni da una clinica, è di tipo trasversale, osservazione istantanea che fotografa gli eventi e le relative frequenze in un dato istante. In particolare, gli studi trasversali:
- stimano prevalenze, coperture e comportamenti;
- rispondono a quesiti di tipo diagnostico;
- generano ipotesi su cause o fattori di rischio.
Sono semplici da realizzare ed economici ma, rilevando contemporaneamente esposizione ed esito, non permettono di trarre conclusioni sulla relazione causa-effetto che intercorre tra le due variabili in associazione. Al contrario, gli studi caso-controllo vengono usati per valutare fattori di rischio di una malattia, soprattutto se rara (risposta C errata). Ancora, gli studi case-crossover sono una variante dello studio caso-controllo usati per studiare esposizioni transitorie riguardo patologie acute (risposta D errata). Invece, gli studi di coorte, vengono usati per valutare i fattori di rischio di una patologia e la prognosi della stessa. Possiamo distinguere studi di coorte:
- prospettici, in cui le coorti sono identificate prima di eventuali manifestazioni della patologia e vengono seguite nel corso del tempo (risposta A errata);
- retrospettivi, in cui si utilizzano dati che sono già stati raccolti, possibilmente nel corso di un lungo periodo di tempo (risposta E errata).

7 di 25 Domande

Uno studio mira a valutare l'associazione tra l’esposizione a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e l’infarto miocardico. A tal fine, verrà confrontata l’esposizione ai FANS tra i pazienti che avranno diagnosi di infarto miocardico nei 2 anni successivi in una coorte di pazienti della Comunità di Madrid rispetto all'esposizione ai FANS in un gruppo di controllo più ampio senza infarto miocardico e che sarà campionato dalla stessa coorte. Di che tipo di studio si tratta?














La risposta corretta è la D
Uno studio che vuole valutare l’associazione tra l’esposizione a FANS e IMA confrontando l’esposizione ai FANS in pazienti che presenteranno IMA in 2 anni con quella di un gruppo di controllo, campionato dalla stessa coorte, è uno studio caso-controllo nidificato in uno studio di coorte. In particolare, ci permette di ridurre i costi analizzando solo i pazienti che svilupperanno l’evento selezionato ma lo svantaggio è che i soggetti non affetti da malattia, individuati da quelli selezionati nei controlli, non possono essere pienamente rappresentativi della coorte originale, in caso di decesso o di incapacità nel follow-up dei casi

8 di 25 Domande

Quale dei seguenti tipi di studi sarebbe quello più adeguato per studiare l'associazione tra la comparsa di una reazione avversa grave molto rara ad insorgenza tardiva e il consumo di un determinato farmaco?














La risposta corretta è la C
Lo studio più adeguato per studiare l'associazione tra la comparsa di una reazione avversa grave molto rara ad insorgenza tardiva e il consumo di un determinato farmaco è lo studio caso-controllo, che richiede meno tempo e un costo minore rispetto allo studio di coorte rappresentando la prima scelta in caso di malattie rare o ad insorgenza tardiva.
In particolare, si selezionano soggetti affetti (casi) e non affetti (controlli) da una patologia di cui si vuole studiare l’eziologia e si valuta se l’esposizione nel passato ad un determinato fattore di rischio abbia una maggiore prevalenza nella popolazione degli affetti rispetto ai sani.

9 di 25 Domande

In uno studio di coorte che confronta un gruppo di soggetti con ipertensione arteriosa e un gruppo di soggetti con pressione arteriosa normale, si ottiene un'incidenza annuale di infarto acuto di miocardio del 15 per mille e del 5 per mille, rispettivamente. Supponendo che non ci siano pregiudizi o fattori di confusione, quale sarebbe il rischio di infarto miocardico acuto attribuibile all’ipertensione tra i soggetti ipertesi?














La risposta corretta è la C
Il rischio di infarto miocardico acuto attribuibile all’ipertensione tra i soggetti ipertesi, ottenuto da uno studio di coorte che confronta un gruppo di soggetti con ipertensione arteriosa e un gruppo di soggetti con pressione arteriosa normale, corrisponde al 10 per mille all’anno. In particolare, il rischio attribuibile negli esposti (RAE) si ottiene dalla differenza fra l’incidenza negli esposti e l’incidenza nei non esposti e corrisponde alla quantità di rischio supplementare (eccesso di rischio) attribuibile al fattore di rischio considerato, indicando la quota di malati tra gli esposti che potrebbe essere evitata se venisse completamente rimosso il fattore di rischio in esame.

10 di 25 Domande

Una paziente di 50 anni viene ricoverato a causa di una sindrome nefrosica. Si realizza una biopsia renale che fornisce i seguenti risultati: ispessimento uniforme e diffuso della parete dei capillari glomerulari. Alla colorazione con argento vengono osservati degli spikes e l'immunofluorescenza mostra depositi di IgG e C3 lungo la parete capillare. Nel siero vengono rilevati autoanticorpi circolanti contro il recettore di tipo M della fosfolipasi A2 (PLA2R). La patologia che causa la sindrome nefrosica in questo paziente è:














La risposta corretta è la C
La patologia alla base della sindrome nefrosica del paziente del caso clinico che presenta:
- un ispessimento uniforme e diffuso della parete dei capillari glomerulari con presenza di spikes alla colorazione argentica;
- depositi di IgG e C3 all’immunofluorescenza;
- autoanticorpi circolanti contro il recettore di tipo M della fosfolipasi A2 (PLA2R),
è la nefropatia membranosa, la causa più frequente di sindrome nefrosica nell’adulto.

11 di 25 Domande

Una donna di 61 anni si presenta riferendo febbre da tre settimane con diagnosi di toxoplasmosi. Durante il suddetto periodo, ha ricevuto un trattamento con amoxicillina orale con remissione parziale del quadro febbrile. Pochi giorni prima del ricovero la febbre è aumentata di nuovo, accompagnata da oliguria, un livello di creatinina plasmatica di 4 mg/dl ed ematuria macroscopica con proteinuria non nefrosica. Nel sedimento si è rilevato l'80% dei globuli rossi dismorfici e alcuni eosinofili. I livelli ematici di C3 e C4 erano normali. Alla fine il quadro è regredito, lasciando una velocità di filtrazione glomerulare di 80 ml/min. Quale diagnosi tra le seguenti è la più probabile?














La risposta corretta è la A
La paziente del caso clinico con oliguria, creatinina elevata ed ematuria ha sviluppato un’insufficienza renale acuta per una nefrite da ipersensibilità, provocata dall’assunzione di amoxicillina, poi regredita una volta terminato il trattamento.
Al contrario, sia la glomerulonefrite post-infettiva acuta che la glomerulonefrite mesangiocapillare sono caratterizzate da ipocomplementemia, assente nella paziente del caso clinico (risposte B, C ed E errate). All’opposto, in caso di ateroembolismo da colesterolo avremmo rilevato delle lesioni ischemiche distali e l’insufficienza renale sarebbe progressivamente peggiorata e non regredita come nel caso della paziente (risposta D errata).

12 di 25 Domande

Quale dei seguenti e' un meccanismo di progressione della malattia renale cronica indipendentemente dalla sua eziologia?














La risposta corretta è la A
Il meccanismo con cui progredisce la malattia renale indipendentemente dalla sua eziologia è l’iperfiltrazione, fenomeno di compenso renale con l’ipertrofia dei nefroni residui che induce anche ipertensione glomerulare e proteinuria.
Al contrario, l’acidosi, l’iperkaliemia e la malnutrizione possono comparire nell’insufficienza renale cronica ma non sono fattori preponderanti nella progressione del danno renale come lo è l’iperfiltrazione (risposte B, C e D errate).

13 di 25 Domande

Una paziente obesa, in trattamento antiaggregante con acido acetilsalicilico per un episodio precedente di ictus, con ipertensione scarsamente controllata, presenta creatinina di 6 mg/dL e potassio di 5,8 mEq/L. Il suo medico gli prescrive un'ecografia la quale mostra reni di piccole dimensioni e scarsa differenziazione cortico-midollare. Il nefrologo decide di indirizzare la paziente alla visita pre-dialisi senza eseguire una biopsia renale. Tutte le seguenti sono motivazioni per non eseguire la biopsia renale TRANNE una. Indicala:














La risposta corretta è la B
L’obesità è il fattore che meno di altri motiva la rinuncia all’esecuzione di una biopsia prima di indirizzare la paziente alla visita pre-dialisi. Al contrario, sia l’ipertensione arteriosa non controllata che il rischio di emorragia rappresentano controindicazioni alla biopsia renale (risposte A e C errate). Inoltre, la biopsia renale avrebbe uno sfavorevole rapporto costi-benefici in quanto, visto che i reni sono atrofici, molto probabilmente fornirebbe solo risultati di lesioni croniche aspecifiche (risposta D errata).

14 di 25 Domande

Donna di 65 anni obesa, ipertesa e con nefropatia diabetica (filtrazione glomerulare stimata di 38 ml/min/1,73 m2 e 420 mg di albuminuria nelle urine delle 24 ore). Quale dei seguenti NON è un fattore di progressione della nefropatia?














La risposta corretta è la C
L’ipocalcemia non è nefrotossica e non rappresenta un fattore di progressione della nefropatia diabetica. Al contrario, il cattivo controllo della glicemia ma soprattutto l’ipertensione arteriosa non controllata e la proteinuria svolgono un ruolo fondamentale nella progressione della nefropatia diabetica (risposte A, B e D errate).

15 di 25 Domande

Una paziente di 72 anni è stata visitata nel pronto soccorso un mese fa a causa di una caduta accidentale con trauma del ginocchio. Giunge a nuovo controllo per dolore lombare bilaterale ed emissione di urina scura da una settimana. La sua storia clinica comprende: ipertensione arteriosa, diabete mellito non insulino-dipendente, dislipidemia, obesità e gonartrosi. È sotto trattamento con enalapril/idroclorotiazide 20/12,5 mg/die, naprossene al bisogno, atorvastatina 20 mg/die e metformina 850 mg/giorno. Nei test di laboratorio eseguiti in urgenza, si rilevano: moderata anemia microcitica, acido urico 9,5 mg/dL; CPK 45 U/L; creatinina 1,9 mg/dL; urea 75 mg/dL; Na 138 mEq/L; K 5,6 mEq/L. Nelle urine: microematuria ++, proteinuria - e cellule di sfaldamento molto abbondanti. Non si osservano batteri. Nella precedente visita al pronto soccorso 1 mese fa, tutti i parametri erano normali. All’ecografia in urgenza viene segnalata una possibile necrosi papillare bilaterale. Quale potrebbe essere il quadro attuale?














La risposta corretta è la C
Il quadro attuale della paziente è quello di una insufficienza renale acuta con necrosi papillare bilaterale causata da una ipoperfusione renale cronica determinata dall’eccessiva assunzione cronica di un FANS come il naprossene, di cui probabilmente la paziente si è servita per contrastare le sequele della caduta e conseguente trauma al ginocchio. In particolare, ci si può riferire sempre all’eccessiva assunzione di naprossene anche per la comparsa della moderata anemia microcitica giustificata magari da un sanguinamento della mucosa gastrica. Al contrario, non può trattarsi di rabdomiolisi in quanto la CPK è normale (risposta D errata). All’opposto, la nefropatia non si associa ad un quadro di insufficienza renale acuta (risposta B errata). Infine, l’enalapril può condurre ad una insufficienza renale pre-renale per dilatazione dell’arteriola afferente ma non determina un quadro grave come la necrosi papillare bilaterale ischemica (risposta A errata).

16 di 25 Domande

Indica la risposta corretta in merito ai criteri essenziali per poter eseguire un trapianto renale da un donante cadavere:














La risposta corretta è la A
Tra i criteri essenziali per poter eseguire un trapianto renale da un donatore cadavere rientrano:
- la compatibilità del gruppo sanguigno ABO;
- un cross-match negativo, metodica con cui è possibile evidenziare nel ricevente la presenza di anticorpi diretti contro il potenziale donatore.
Al contrario, poiché c’è bassa disponibilità di organi aumenta la percentuale di prelievi da cadaveri con età maggiore di 65 anni (risposta D errata). All’opposto, il trapianto di un organo da cadavere viene effettuato in tempi ristretti che non permettono l’esecuzione di test per verificare la compatibilità HLA tra donatore e ricevente e neanche l’assenza di anticorpi citotossici nel ricevente (risposte B e C errate).

17 di 25 Domande

Qual e' la principale controindicazione all'uso degli inibitori della fosfodiesterasi 5 nel trattamento della disfunzione erettile?














La risposta corretta è la A
La principale controindicazione all'uso degli inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5) nel trattamento della disfunzione erettile è l’uso concomitante di nitrati, in quanto i PDE5 allungano l’emivita dell’ossido nitrico e quindi c’è il rischio che si sviluppi una marcata ipotensione.

18 di 25 Domande

Un uomo di 57 anni si rivolge a te alla ricerca di informazioni sul trattamento chirurgico indicato in caso di sintomi del tratto urinario inferiore secondari a ipertrofia prostatica. Devi dargli un consiglio a riguardo. Quale delle seguenti affermazioni è vera?














La risposta corretta è la A
Corrisponde al vero affermare che, nonostante il trattamento d’elezione in caso di ipertrofia prostatica sia farmacologico, esistono delle indicazioni assolute per la chirurgia dei sintomi del tratto urinario inferiore secondari a ipertrofia prostatica, tra cui:
- infezioni urinarie ricorrenti;
- calcoli o diverticoli vescicali;
- ematuria recidivante;
- sintomatologia moderata-grave refrattaria a terapia farmacologica;
- ritenzione urinaria acuta ricorrente o cronica;
- insufficienza renale cronica.
Al contrario, è falso affermare che la chirurgia per l’ipertrofia prostatica, generalmente transuretrale, sia associata ad un aumentato rischio di sviluppare disfunzione erettile, come invece accade in caso di prostatectomia radicale (risposta D errata). All’opposto, è falso che il paziente sottoposto ad intervento chirurgico per sintomi del tratto urinario inferiore secondario a ipertrofia prostatica richieda un monitoraggio molto esaustivo in quanto non si tratta di una neoplasia maligna (risposta C errata). Infine, non è vero che gli stent prostatici sono un'opzione di trattamento non invasiva per i giovani con ipertrofia prostatica in quanto rappresentano trattamenti intermedi indicati in caso di pazienti anziani non candidabili al molto più efficace intervento di resezione transuretrale (risposta B errata).

19 di 25 Domande

Quale delle seguenti nefropatie NON ha una causa ereditaria definita?














La risposta corretta è la C
Il rene a spugna midollare è una malattia renale acquisita in cui si formano cisti nella midollare bilateralmente a causa di alterazioni a carico dei dotti collettori pericaliceali terminali. Al contrario, anche la nefronoftisi e la nefropatia cistica della midollare sono caratterizzate dalla formazione di cisti (nella midollare o al margine corticomidollare) ma hanno una causa ereditaria definita (risposte A e B errate). Queste ultime due condizioni si differenziano per il pattern di ereditarietà e per la precocità della comparsa della malattia renale cronica. Invece, la sclerosi tuberosa ha una trasmissione ereditaria ed è caratterizzata dalla comparsa di angiomiolipomi renali bilateralmente (risposta D errata). Infine, la cistinosi è una patologia metabolica ereditaria in cui si accumula cistina all’interno dei lisosomi in diversi tessuti portando, oltre ad insufficienza renale, anche diabete, ipertiroidismo, epatosplenomegalia e coinvolgimento muscolare, cerebrale ed oculare (risposta E errata). Si può manifestare in tre forme: oculare, giovanile ed infantile, che è la più comune ed è caratterizzata da anomalie del riassorbimento tubulare prossimale (sindrome di Toni-Debré-Fanconi).

20 di 25 Domande

Donna di 62 anni con ipertensione arteriosa in trattamento con amlodipina 10 mg/die e osteoporosi per la quale assume denosumab 60 mg sc ogni 6 mesi. Si rivolge a te perché da 4 mesi lamenta malessere generale, febbre a 38°C e dolore continuo nella regione lombare destra. All'esame obiettivo la manovra di Giordano è positiva. Gli esami ematochimici rivelano 14.000/mm3 leucociti, senza spostamento a sinistra, Hb 9 g/dL e un VES di 82 mm alla prima ora. Il sedimento urinario presenta leucociti e la citologia del campione di urina mostra abbondanti macrofagi con aspetto schiumoso. Indica la diagnosi più probabile:














La risposta corretta è la B
La diagnosi più probabile in una donna di età medio-avanzata con sintomatologia da pielonefrite subacuta o cronica (malessere generale, febbre, dolore continuo nella regione lombare destra con Giordano positivo), che presenta macrofagi schiumosi nelle urine è la pielonefrite xantogranulomatosa, condizione in cui, a causa di una litiasi renale cronica, si instaura una flogosi cronica che distrugge il normale parenchima renale

21 di 25 Domande

In un paziente che si presenta con una crisi asmatica, quale dei seguenti reperti indica un'evoluzione peggiore?














La risposta corretta è la A
In un paziente che si presenta con una crisi asmatica i reperti che indicano un'evoluzione peggiore sono:
- dispnea ingravescente;
- difficoltà a parlare e alterazione della coscienza;
- respiro paradosso o asincronia toraco-addominale, cioè l’inversione della fase di ventilazione (espansione in corso di espirazione e retrazione in corso di inspirazione);
- bradicardia;
- silenzio auscultatorio;
- Sp02 <90%, PaO2 <60 mmHg e PaCO2>40 mmHg;
- fatica muscolare.
Al contrario, la tachipnea, la tosse, l’espirazione prolungata e la presenza di respiro sibilante sono presenti nelle crisi asmatiche lievi e non indicano una cattiva prognosi (risposte B, C, D ed E errate).

22 di 25 Domande

Tra le seguenti condizioni cliniche descritte, indicare quale di esse NON richiede il drenaggio toracico come trattamento di scelta:














La risposta corretta è la C
Un paziente con adenocarcinoma polmonare del terzo distale del bronco principale di destra che si è esteso al bronco intermedio ed ha ostruito completamente il lobo inferiore destro e il lobo medio con spostamento mediastinico ipsilaterale dovuto all’atelettasia, non richiede il drenaggio toracico come trattamento di scelta.
Al contrario, in caso di pneumotorace spontaneo primario destro del 50% in un paziente giovane con Sp02 dell'89% è necessario realizzare un drenaggio toracico (risposta A errata). All’opposto, in caso di un incidente stradale che abbia provocato un emotorace, visibile come velatura dell'intero emitorace sinistro con dislocazione controlaterale mediastinica e instabilità emodinamica, è indicato un drenaggio immediato (risposta B errata). Infine, nel caso di una polmonite pneumococcica con versamento pleurico omolaterale nel terzo inferiore dell'emitorace sinistro, se alla toracocentesi diagnostica il pH del liquido pleurico è di 6,7 siamo in presenza di empiema, che richiede drenaggio toracico e terapia antibiotica endovena (risposta D errata).

23 di 25 Domande

Per quanto riguarda la modalita' di ventilazione meccanica con pressione di supporto o PSV (acronimo in inglese "Pressure-Support Ventilation") e' vero che:














La risposta corretta è la B
Per quanto riguarda la modalità di ventilazione meccanica con pressione di supporto o PSV è vero che il paziente riceve assistenza ventilatoria solo quando il ventilatore rileva uno sforzo inspiratorio. In particolare, la ventilazione meccanica si sostituisce in parte o in toto alla ventilazione spontanea potendo essere non invasiva oppure invasiva, cioè con intubazione endotracheale e applicazione di pressione positiva. Al contrario, vero è che nella PSV la frequenza respiratoria è determinata dal medico ma non il volume corrente o “tidal volume” che invece dipende anche dalle condizioni del paziente, infatti viene anche installato un sistema di allarme (risposta A errata). All’opposto, nella PSV la possibilità di controllare la pressione massima mantenendola costante permette di ridurre il rischio di barotrauma (risposta C errata). Infine, non è vero che è la modalità più frequentemente utilizzata all'inizio della ventilazione meccanica perché garantisce un volume respiratorio minuto (VRM) nei pazienti che non respirano spontaneamente in quanto il volume dipenderà dalla pressione (risposta D errata).

24 di 25 Domande

Uno dei seguenti interventi non ha mostrato influenzare l'evoluzione dei pazienti con BPCO:














La risposta corretta è la C
Il trattamento con N-acetilcisteina, farmaco mucolitico, non ha mostrato influenzare l'evoluzione dei pazienti con BPCO. Al contrario, sia l’interruzione dell’abitudine tabagica che l’ossigenoterapia in pazienti con ipossiemia cronica si sono dimostrate utili nel migliorare l’evoluzione dei pazienti con BPCO (risposte A e D errate). All’opposto, la chirurgia di riduzione del volume polmonare in pazienti con enfisema, tramite l’impianto di valvole endobronchiali, determina un aumento dell’elasticità del polmone e una riduzione della resistenza nelle vie aeree, andando a contrastare gli effetti dell’iperinsufflazione dinamica, riducendo il lavoro respiratorio e la pressione esercitata sul diaframma (risposta B errata)

25 di 25 Domande

Nello studio di un paziente con dispnea, viene eseguita un’emogasanalisi arteriosa. In questo esame si osserva una pressione parziale di ossigeno (PaO2) di 54 mmHg, una pressione parziale di anidride carbonica (PaCO2) di 65 mmHg e un gradiente alveolo-arterioso di ossigeno di 14. In considerazione di questi risultati, quale delle seguenti diagnosi è la più probabile?














La risposta corretta è la D
Il paziente del caso clinico presenta ipossiemia e ipercapnia ma il gradiente alveolo-arterioso è nella norma per cui la causa sottostante è una ipoventilazione alveolare che può essere la conseguenza di una malattia neuromuscolare. Al contrario, un’alterazione del rapporto ventilazione/perfusione, che caratterizza enfisema, BPCO e tromboembolismo polmonare, si associa ad ipossiemia ma anche ad un alterato gradiente alveolo-arterioso (risposte A, E e C errate). All’opposto, anche nella fibrosi polmonare, caratterizzata da alterazione della diffusione alveolo-capillare, avremo un’ipossiemia accompagnata anche da un alterato gradiente alveolo-arterioso (risposta B errata).

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