La risposta corretta è la D.
Chiara presenta un eritema migrante, una lesione cutanea a carattere papulomatoso, fortemente eritematoso, che poi gradualmente si estende a formare una lesione molto più estesa, con al centro una zona necrotica o maggiormente rossastra e con dei bordi finemente rilevati.
La malattia di Lyme, è una zoonosi che si acquisisce a causa del morso di zecca (è trasmessa principalmente da 4 specie di zecche Ixodes sp) e l’agente eziologico alla base dell’infezione è la spirocheta Borrelia burgdorferi.
I sintomi iniziali comprendono: malessere generalizzato e rash cutaneo di carattere eritematoso migrante, che può essere seguito dopo alcune settimane o mesi da alterazioni articolari, neurologiche o cardiache.
L’anamnesi positiva per un recente viaggio in campeggio con un morso di zecca è un ulteriore dato che avvalora tale ipotesi diagnostica.
La diagnosi è fondamentalmente clinica negli stadi precoci della malattia, ma i test sierologici possono essere di sostegno nella diagnosi delle eventuali complicanze reumatologiche, neurologiche e/o cardiache che si manifestano nelle fasi avanzate della malattia.
La terapia generalmente prevede la somministrazione di antibiotici come doxiciclina o ceftriaxone, ma visto che la paziente è incinta si predilige l’amoxicillina, un antibiotico appartenente alla classe dei β-lattamici, che è il trattamento di scelta nelle donne in gravidanza ed in allattamento, nonché nei bambini di età inferiore agli 8 anni.
La risposta A non è corretta.
L’azitromicina è un antibiotico appartenente alla famiglia dei macrolidi ed il suo meccanismo di azione si esplica legandosi al ribosoma batterico inattivandolo (si lega alla subunità 50s del ribosoma batterico).
Questo farmaco, può essere utilizzato in caso di allergia alla amoxicillina e doxiciclina (essendo meno efficace di questi farmaci non rappresenta però una prima scelta terapeutica).
La risposta B non è corretta.
La doxiciclina è un antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline. Il suo meccanismo di azione si fonda sull’interferenza con la sintesi proteica batterica, legandosi alla subunità 30S del ribosoma batterico.
Questo farmaco, rappresenta l’antibiotico di scelta per la maggior parte dei pazienti con malattia di Lyme.
Tuttavia la doxicillina, è controindicata nelle donne in gravidanza e in allattamento: è stato osservato che può determinare delle discromie dentarie anche permanenti e/o un ritardo nella crescita scheletrica nei bambini e nel nascituro. Pertanto in queste categorie di pazienti (come Chiara) si deve utilizzare l’amoxicillina.
La risposta C non è corretta.
Trattandosi di un’infezione di natura batterica piuttosto importante, l’’osservazione rappresenta una scelta non idonea.
La risposta E non è corretta.
Il ceftriaxone è una cefalosporina di terza generazione e come tale esplica il suo meccanismo d’azione con un’attività battericida interferendo con la sintesi del peptidoglicano.
Viene usato prevalentemente nei pazienti neutropenici e/o immunodepressi in presenza di severe infezioni batteriche o in alcuni casi di profilassi chirurgica.
Il ceftriaxone, come tutte le cefalosporine di terza generazione, si è mostrato efficace, quando somministrato per via endovenosa, nel trattamento della forma precoce e circoscritta della malattia di Lyme; tuttavia, essendo un antibiotico a largo spettro, non trova un vero e proprio razionale nel trattamento di prima linea.
Questo farmaco trova indicazione nei pazienti gravi che manifestano sintomi e segni neurologici (meningite, encefalite, con o senza radicoloneuropatia) o manifestazioni cardiache.