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1 di 3 Domande

Scenario 24: In uno studio caso-controllo per comprendere l'eziologia del cancro dell'esofago, 870 casi e 902 controlli sono stati indagati per quanto concerne il consumo abituale di superalcolici. L'associazione tra la malattia e il fattore di rischio può essere quantificata calcolando:

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La risposta corretta è la B.
Uno studio caso-controllo è uno studio retrospettivo, che cioè parte dall’analisi dell’evento e provvede a raccogliere diverse informazioni utili dal passato.
In questo tipo di studi non si riesce a valutare la proporzione della popolazione che è stata esposta al fattore di rischio e quindi se ha sviluppato o meno la malattia in esame: perciò il rischio relativo e l'incidenza della malattia non possono essere calcolati. Tuttavia, il rapporto di probabilità fornisce una stima ragionevole del rischio relativo: si definisce odds ratio (OR) e si calcola come rapporto tra la probabilità che un individuo con una condizione specifica sia stato esposto a un fattore di rischio e la probabilità che un controllo sano sia stato esposto allo stesso fattore di rischio. Se il valore dell'OR è uguale a 1 significa che il fattore di rischio è ininfluente sulla comparsa della malattia, se OR> 1 il fattore di rischio può essere implicato nella comparsa della malattia e se OR< 1 il fattore esaminato, considerato fattore di rischio, in realtà è un fattore protettivo nei confronti della malattia in esame.

Al contraio, il rischio relativo è la probabilità che un soggetto appartenente al gruppo degli esposti sviluppi la malattia, rispetto alla probabilità che la stessa malattia venga contratta da un soggetto appartenente al gruppo dei non esposti; si calcola dividendo l'incidenza degli individui esposti per l'incidenza degli individui non esposti.
Si utilizza come misurazione in studi in cui è nota la percentuale di pazienti esposti e non esposti a un rischio, come uno studio di coorte, cioè uno studio prospettico (risposta A errata). Invece, il rischio attribuibile è un indice di associazione usato negli studi prospettici che esprime il numero di casi di malattia che si possono attribuire all'esposizione ad un dato fattore di rischio, definendo, praticamente i casi eliminabili con la rimozione del fattore di rischio stesso (risposte C e D errata).

2 di 3 Domande

Scenario 24: In uno studio caso-controllo per comprendere l'eziologia del cancro dell'esofago, 870 casi e 902 controlli sono stati indagati per quanto concerne il consumo abituale di superalcolici. E' generalmente indicato tra i vantaggi degli studi caso-controllo:

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La risposta corretta è la A.
Gli studi caso-controllo sono studi retrospettivi con il pregio di essere rapidi, poco costosi e particolarmente adatti a studiare patologie rare ad eziologia sconosciuta, che consentono di confrontare pazienti malati (casi) con pazienti sani (controlli), tutti esposti ad uno stesso fattore di rischio.

3 di 3 Domande

Scenario AA30X: Un uomo, 48 anni, fumatore, iperteso in terapia con ACE inibitore. Lamenta dolore epigastrico da circa 6h. Vengono rilevati i seguenti parametri P.A. 90/50 mmHg, FC 57/min, satO2 99% e viene eseguito un ECG come mostrato in figura. Mentre si allerta la sala di emodinamica, è opportuno iniziare la somministrazione di:

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La risposta corretta è la B.
Siccome il paziente del caso clinico presenta STEMI inferiore, è opportuno iniziare la somministrazione di Ticagrelor, mentre si allerta la sala di emodinamica. Nello specifico, il paziente con sindrome coronarica acuta (ACS) con sopra-slivellamento ST deve essere monitorato e devono essere somministrati i seguenti farmaci: l’ossigeno (solo se il paziente ha una saturazione arteriosa <90%, difficoltà respiratoria o se sono presenti altre caratteristiche ad alto rischio di ipossiemia), l’ASA (la dose di carico da 162 a 365 mg deve essere somministrata il prima possibile a qualsiasi paziente con STEMI, indipendentemente dalla strategia di trattamento), un secondo antiaggregante (Ticagrelor o Prasugrel, a meno che il paziente non abbia controindicazioni, come un rischio eccessivo di sanguinamento o a meno che non sia stato pianificato un CABG urgente) e una terapia del dolore (nitroglicerina per via sublinguale ogni 5 minuti secondo necessità per il sollievo del dolore dovuto all'ischemia o la nitroglicerina IV per il controllo dell'ischemia)Al contrario, l’enalapril (ACE-inibitore) e il nitroprussiato di sodio (vasodilatatore diretto appartenente al gruppo dei nitroderivati), siccome causano vasodilatazione, non sono usati nella terapia dell’infarto inferiore, in quanto potrebbero determinare ipotensione, bradicardia e blocchi della conduzione, che aggraverebbero le condizioni del paziente (risposte A e C errate). Così, il warfarin, un anticoagulante cumarinico, viene utilizzato per il trattamento della TVP, della embolia polmonare, per prevenire l'ictus in corso di fibrillazione atriale, per alcune valvulopatie e nei soggetti portatori di valvole meccaniche (risposta D errata). Invece, il Diltiazem, un calcio antagonista non-diidropiridinico, è indicato nel trattamento dell’ipertensione e dell’angina; ma siccome ha un effetto deprimente sulla contrattilità miocardica, nella fase acuta dell’infarto del miocardio, si preferisce non utilizzarlo.
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