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1 di 3 Domande

Un giovane ragazzo Angelo, di anni 17, si reca dal suo medico curante, il Dott. Pozzi. Anamnesi patologica prossima: presenta da circa un paio di mesi una fuoriuscita intermittente di secrezioni purulente in corrispondenza della regione perianale. Per il resto gode di buona salute e non presenta altri sintomi. Anamnesi patologica remota: negativa per patologie rilevanti. Il disturbo clinico che attualmente presenta è mostrato nell'immagine sottostante. Quale tra le seguenti cause rappresenta quella più probabile?



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La risposta B è corretta.

Il caso clinico presentato è suggestivo per un quadro di fistola anale (come mostrato nella foto presentata). Una fistola anorettale è una lesione muco-cutanea, che origina solitamente in corrispondenza delle cripte anorettali, con presenza di tessuto di granulazione caratterizzata da un tramite tubuliforme che presenta due orifizi: a livello del canale anale ed a livello della cute perianale. In tal caso, dato che il tragitto fistoloso è al di sotto dell’orifizio anale, il passaggio di materiale fecale attraverso la fistola è piuttosto inusuale. Le fistole si possono formare spontaneamente o più frequentemente sono secondarie al drenaggio di un ascesso perirettale, che si determina per infezione delle ghiandole anali. Bisogna sempre però tenere a mente che ci sono delle patologie che possono predisporre per lo sviluppo di tali alterazioni, quali il morbo di Crohn su tutti. Il quadro clinico si caratterizza per intenso dolore e presenza di secrezione intermittente o continua, purulente, ematica o di tipo misto. La diagnosi si basa sull’esame obiettivo e sulla sigmoidoscopia. Il trattamento è solitamente di tipo chirurgico.

 

Le risposte A non è corretta.

Il morbo di Crohn è malattia infiammatoria cronica transmurale, con lesioni a salto, che può coinvolgere tutte le sezioni del tubo digerente, dalla cavità orale all’ano, ma che ha come localizzazione principale il tratto dell’ileo terminale. L’eziologia è multifattoriale ed il quadro clinico si caratterizza per: diarrea, solitamente ematica, e dolore addominale, anche se possono insorgere una serie di complicanze che vanno dagli ascessi, alle fistole fino a veri e propri quadri di stenosi intestinale con conseguenti episodi occlusivi. In questi casi le fistole tenderebbero ad essere complesse, con un’ apertura interna in prossimità del muscolo elevatore dell’ano (e non sottocutanea come nel caso presentato), il tutto in associazione al quadro clinico descritto tipico della malattia infiammatoria cronica intestinale (non mostrato dal nostro paziente).

 

La risposta C non è corretta.

Le emorroidi sono il risultato di una dilatazione venosa del plesso emorroidale in prossimità del canale anale e si dividono in esterne od interne, a seconda che sono localizzate al di sotto o al di sopra della linea dentata e sono ricoperte da epitelio squamoso o da mucosa rettale. Le emorroidi esterne possono trombizzarsi, determinando un quadro clinico caratterizzato da una tumefazione dura e violacea associata ad un intenso dolore (molto diverso da quanto mostrato nella foto); talvolta possono ulcerarsi provocando piccole emorragie. La risoluzione del quadro clinico di norma avviene in circa una settimana.

 

La risposta D non è corretta.

La cisti pilonidale è una formazione cistica, acquisita, che si sviluppa in corrispondenza della linea mediana della regione sacro-coccigea e che interessa il tessuto sottocutaneo. Tale formazione contiene peli incistati, sebo, liquido o altro materiale. Dal punto di vista clinico può decorrere in maniera completamente asintomatica o determinare, qualora  sopraggiunga un’infezione, dolore, tumefazione loco regionale e sintomi sistemici quali febbre, che sono espressione di un processo flogistico acuto di tipo suppurativo.

 

La risposta E non è  corretta.

La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale, ad eziologia sconosciuta, con interessamento segmentale esclusivamente del colon e che presenta la principale localizzazione a livello del sigma-retto. Dal punto di vista patologico si caratterizza per lesioni di tipo ulcerativo, mentre dal punto di vista clinico si caratterizza per la presenza di dolore addominale associato a diarrea ematica, fino ad arrivare a complicanze severe quali quelle del megacolon tossico. Tale patologia di solito non si associa alla formazione di fistole ano-rettali.


2 di 3 Domande

Il signor Ponti, un commerciante di mezz’età, si rivolge presso il servizio di dermatologia del Policlinico “San Matteo” di Pavia per via di un disturbo dermatologico. Anamnesi patologica prossima: lamenta un’eruzione cutanea pruriginosa estesa della caviglia sinistra. Il disturbo è insorto da circa 40 giorni: ha applicato preparazioni per uso topico a base di ossido di zinco ed antistaminici senza trarne beneficio. Anamnesi patologica remota: positiva per ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 2, BPCO. Anamnesi farmacologica: assume metformina, lisinopril, atorvastatina, paracetamolo al bisogno per lombalgia ricorrente. Esame obiettivo: I parametri vitali sono nella norma. L'eruzione che si evidenzia all'esame visivo è riportata nell'immagine qui sotto. Quale diagnosi tra quelle riportate di seguito è corretta?

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La risposta corretta è la B.

Le eruzioni di tinea corporis sono generalmente di forma tondeggiante od ovoidale: questo soggetto presenta un’eruzione coerente con la diagnosi di Tinea corporis.

Le dermatofitosi sono infezioni fungine che interessano la porzione cheratinizzata di cute e annessi. La sintomatologia è varia.

Le infezioni umane sono causate da Epidermophyton, Microsporum, e Trichophyton spp.

La trasmissione avviene da persona a persona, da animale a persona.

La maggior parte delle persone non sviluppa clinicamente l’infezione, la quale si può avere più frequentemente nei pazienti che hanno una immunosopressione.

Possiamo ritrovare: Tinea barbae, Tinea capitis, Tinea corporis, Tinea cruris, Tinea pedis.

La tinea corporis è una dermatofitosi caratterizzata da chiazze anulari di colore dal rosa al rosso con bordi desquamati rilevati; le chiazze possono confluire così da formare chiazze estese di forma irregolare.

Nei pazienti, immunocompromessi la tinea corporis può estendersi, dando origine ad eruzioni di dimensioni considerevoli.

L’agente patogeno che più frequentemente scatena questa condizione patologica è Trichophyton Rubrum, ma sono frequenti anche le tigne provocate da qualunque altro dermatofito.

La diagnosi si basa sull’aspetto clinico e sull’esame delle scarificazioni cutanee in un preparato a fresco con idrossido di potassio: con l’osservazione al microscopio ottico si distinguono così le caratteristiche ife segmentate e le artrospore.

Casi di tigna di gravità lieve-moderata sono trattati con antimicotici topici (terbinafina o clotrimazolo, ma quando la terapia topica non è risolutiva o le dimensioni della lesione sono particolarmente estese è necessaria la terapia sistemica), mentre i casi con eruzioni più estese e gravi possono richiedere una terapia sistemica (in questi casi, la terapia più efficace è l’itraconazolo orale di terminafina, fluconazolo, itraconazolo; in seconda scelta si può optare per griseofulvina, più efficace ma con effetti collaterali più gravi).

 

La risposta A non è corretta.

La pitiriasi rosea è una patologia infiammatoria auto-limitante di incerta eziologia, caratterizzata dall’eruzione di papule o placche di tipo eritematoso-desquamativo.

Insorge solitamente tra 10-35 anni e colpisce di più le donne.

La causa può essere un’infezione virale (forse dovute a herpes virus umani 6, 7, e 8). Alcuni farmaci possono causare eruzioni cutanee simil-pitiriasi rosea.

Le lesioni hanno una caratteristica desquamazione centrale con bordo leggermente rialzato (collaretto) e possono somigliare a una tigna (tinea corporis).

La maggior parte dei pazienti avverte prurito, soltanto occasionalmente di grado grave.

Un prodromo di malessere, cefalea, e qualche volta artralgia precede le lesioni in una minoranza di pazienti.

 

La risposta C non è corretta.

L’eritema polimorfo o multiforme è una patologia dermatologica caratterizzata da una o più lesioni a coccarda sulla cute con aspetto simili a un bersaglio. Si chiama polimorfo o multiforme, perché l’area centrale delle singole coccarde, può avere caratteristiche diverse (es. papula, erosione, vescicola, bolla, etc) in base allo stato evolutivo.

L’eritema polimorfo si verifica a causa di un’iperreattività della cute o delle mucose, nei confronti di svariati agenti scatenanti: molti pazienti sviluppano un eritema polimorfo, subito prima, durante o dopo un’infezione da herpes virus.

Questo paziente non manifesta queste caratteristiche.

 

La risposta D non è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale. Inoltre colpisce di più le persone con una carnagione chiara, mentre le persone con una carnagione più scura sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi. Tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. Ma le implicazioni estetiche possono essere importanti.

Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni: in questo paziente non abbiamo elementi per sospettare una psoriasi.

Il trattamento può comprendere l’utilizzo di emollienti, farmaci topici, fototerapia e, nelle forme gravi, di farmaci sistemici.

 

La risposta E non è corretta.

La sifilide è causata dalla spirocheta Treponema pallidum ed è caratterizzata da 3 fasi cliniche e sintomatiche sequenziali ma distinte. Il T. pallidum, una spirocheta che non può sopravvivere a lungo all’esterno del corpo umano.

Il T. pallidum penetra nel corpo attraverso le mucose o la cute, raggiunge i linfonodi periferici nel giro di poche ore, e rapidamente diffonde a tutto l’organismo.

La sifilide secondaria è caratterizzata da una eruzione cutanea maculopapulare diffusa (soprattutto le regioni palmari e plantari e la mucosa orale).

In questo paziente nulla ci suggerisce una tale eziologia.

La penicillina è il farmaco di scelta.


3 di 3 Domande

Manuel è un bambino che frequenta le scuole elementari e da due giorni presenta un quadro clinico di malessere generale che induce i genitori a portarlo a visita dal pediatra di fiducia, il Dott. Pini. Anamnesi patologica prossima: Manuel presenta mal di gola, rinorrea ed eruzione cutanea. Durante la visita la madre comunica al dottore che il bambino ha avuto talmente male da non riuscire a deglutire nessun cibo e che nella giornata precedente, durante il bagno, ha notato delle macchie sul corpo del figlio che non sono doloranti né pruriginose (vedi immagine). Esame obiettivo: All'esame obiettivo l’orofaringe di Manuel è infiammata e presenta le placche, pertanto il Dott. Pini gli prescrive un ciclo di antibiotici e riposo a casa. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la A.

La scarlattina è causata dallo Streptococco Beta-emolitico di gruppo A, ed è l’unica malattia esantematica dell’infanzia non di eziologia virale.

La scarlattina si manifesta con un’infezione delle vie respiratorie alte a cui si associa una caratteristica eruzione cutanea. Si trasmette principalmente per via aerea o mediante contatto diretto con saliva e muco della persona infetta.

Colpisce più frequentemente i bambini tra i 4 e i 10 anni di vita e l’incubazione dura mediamente dai 3-5 giorni.

Il quadro clinico si caratterizza per un improvviso rialzo termico (fino a 40 gradi), associato a brividi, cefalea, mal di gola e vomito. Dopo alcuni giorni da tali sintomi appare il caratteristico esantema cutaneo.

L’eruzione si presenta con papule eritematose diffuse di un colore rosso vivo. Queste papule, hanno la caratteristica di schiarirsi alla digito pressione.

Dopo alcuni giorni si ha risoluzione dell’eruzione cutanea e la guarigione completa avviene nell’arco di una quindicina di giorni.

Le infezioni streptococciche possono causare febbre reumatica che può esitare in un danno permanente a carico del cuore; si caratterizza per la comparsa di artrite transitoria, interessamento cardiaco, corea, in associazione con eruzioni e noduli cutanei.

Per quanto riguarda il trattamento, gli antibiotici (come la penicillina) sono comunemente usati nel trattamento di questa patologia soprattutto per evitare la febbre reumatica.

 

La risposta B non è corretta.

La quinta malattia (detta anche eritema infettivo) è un’infezione acuta da parvovirus B19.

Questa presentazione non è coerente con la quinta malattia.

Nel 1974 è avvenuta la scoperta del virus. Il nome deriva dalla posizione della provetta (colonna B, posizione 19) della piastra per microtitolazione dove fu scoperto.

Il B19 è un piccolo virus a singola elica di DNA. Il genoma contiene 3 geni importanti che codificano proteine: VP1 (proteina strutturale; la risposta immunitaria a questa proteina indica il termine della viremia), VP2 (proteina strutturale) e NSI (proteina non strutturale).

La malattia inizialmente, può manifestarsi con un quadro poco grave e aspecifico: lieve rialzo della temperatura, cefalea. Durante l’infezione causa il B19 causa una imponente viremia.

La malattia si caratterizza per la presenza di un’eruzione maculare o maculo-papulare. Solitamente questa eruzione si manifesta a livello delle guance (“malattia delle guance rosse o schiaffeggiate”) e poi si diffonde (si ha un’eruzione simmetrica che colpisce il tronco, le braccia e le gambe.

Questa presentazione non è coerente con la quinta malattia.

Questa eruzione ha una caratteristica: di solito risparmia i palmi delle mani e le piante dei piedi).

La diagnosi è clinica.

Solitamente, questa patologia si risolve spontaneamente senza alcun trattamento e si ha solo una lieve e temporanea soppressione della eritropoiesi. Tuttavia nei bambini con emoglobinopatie o con anomalie dei GR o immunocompromessi, il virus può dare una grave anemia aplastica (in questi pazienti si potrebbero somministrare Ig EV).

 

La risposta C non è corretta.

Il quadro clinico del paziente non è compatibile con questa particolare patologia.

L’impetigine è un’infezione cutanea superficiale che si presenta con croste o bolle. L’impetigine può essere bollosa o non bollosa.

Inoltre, questa malattia non presenta alcun sintomo sistemico dato che è una malattia superficiale della cute.

Dal punto di vista, eziologico questa patologia è causata dallo Staphylococcus Aureus (causa tutti i casi di impetigine bollosa e la maggior parte dei casi di impetigine non bollosa) o dallo Streptococco betaemolitico di gruppo A o da entrambi.

 

La risposta D non è corretta.

La mononucleosi è una malattia virale contagiosa causata dal virus di Epstein-Barr (EBV, HHV-4, herpesvirus umano di tipo 4).

Dal punto di vista clinico, la mononucleosi infettiva classica si caratterizza per una importante triade clinica: 1) febbre, faringodinia e linfoadenopatia; 2) linfocitosi; 3) presenza nel siero di anticorpi eterofili.

L’esantema maculo-papuloso non è solitamente presente (è presente nel 5% dei casi. I pazienti che hanno la mononucleosi potrebbero sviluppare un rush molti simile a quello del morbillo se trattati con ampicillina (prescritta in maniera errata nel sospetto di una faringotonsillite acuta streptococcica). Nella maggior parte dei casi l’infezione da EBV è comunque asintomatica o pauci sintomatica.

Non è un quadro clinico, riscontrabile in questo paziente anche se va tenuto in considerazione per la DD.

 

La risposta E non è corretta.

Il morbillo è una malattia virale esantematica sostenuta da Paramyxovirus.

Dal punto di vista epidemiologico, colpisce più spesso i bambini.

Dal punto di vista clinico, in genere si presenta con tosse, rinite, congiuntivite e successivamente con la comparsa delle macchie di Koplik sulla mucosa buccale.

L’esantema virale ha inizio 1-2 giorni dopo i sintomi prodromici ed è caratterizzato da un’eruzione cutanea maculo-papulare eritematosa che si diffonde in senso cranio-caudale (un esantema non compatibile con questo caso clinico).


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