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1 di 3 Domande

È stato messo a punto un nuovo test per individuare la presenza di carcinoma polmonare,anche se i livelli dell' enzima corrispondenti allo stato di malattia sono ancora in corso di determinazione.  E’ stato selezionato un numero casuale di fumatori (con e senza carcinoma polmonare) e devono essere determinati i livelli enzimatici corrispondenti. A quale valore limite (ovvero di livello enzimatico) sarà massimo il numero di falsi negativi?

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La risposta E è corretta.

Un test ideale è un test in grado di discriminare perfettamente due popolazioni (sani e malati) non sovrapponibili (mutualmente esclusive).

Un test ideale non esiste: quello che avviene, solitamente è che le due popolazioni si sovrappongono in parte, e di conseguenza il test identificherà:

– come positivi alcuni soggetti non malati (Falsi Positivi)

– come negativi alcuni soggetti malati (Falsi Negativi)

Se noi aumentassimo il valore soglia (sarebbe come spostare la linea verso destra del cut-off), si avrebbe:

– Un aumento del numero dei falsi negativi

– Una diminuzione del numero dei falsi positivi.

Le risposte A, B, C, D non sono corrette.

Il numero massimo di falsi negativi si ha livello di E.

 


2 di 3 Domande

Si reca presso il PS del Policlinico “Cardarelli”di Napoli in data 3/08/2017  la signora Polia, una insegnante di mezza età. Anamnesi patologica prossima:   improvviso dolore addominale, febbre e brividi. Esame obiettivo: All'esame obiettivo del torace si apprezza una riduzione del murmure vescicolare ed ipofonesi, compatibilmente con un quadro di polmonite. La saturazione è del 86% in aria ambiente, la frequenza cardiaca  di 102 battiti al minuto, la pressione arteriosa di 122/90 mmHg e la frequenza respiratoria di 24 atti al minuto. Esami strumentali-laboratoristici: viene eseguita una radiografia del torace (vedi l'immagine sottostante). Quale fra le seguenti è la migliore terapia antibiotica o la migliore associazione di antibiotici da effettuare?

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La risposta corretta è la A

Questa domanda è incentrata sul riconoscimento di una polmonite lobare, acquisita in comunità, ove la causa più comune è rappresentata dallo Streptococcus pneumoniae, che è l’agente eziologico più frequentemente responsabile delle polmoniti acquisite in comunità nei soggetti con meno di 60 anni. I pneumococchi sono batteri diplococchi Gram-positivi, α-emolitici, aerobi e capsulati. Le polmoniti sostenute da S. pneumoniae sono di tipo lobare e forniscono un reperto radiografico tipicamente come quello mostrato, ovvero con un’area di ipodiafania localizzata e coinvolgente generalmente un lobo polmonare che si associa ad una quota di versamento pleurico parieto-basale omolaterale; meno frequentemente causano broncopolmonite. Nel corso degli anni si stanno sviluppando delle resistenze agli antibiotici, anche a causa del sovra utilizzo di terapie antibiotiche per affezioni minori che non lo richiederebbero, tanto che basti pensare che in Australia la resistenza alla penicillina da Streptococcus pneumoniae è diventata piuttosto comune (superiore al 14%). L’amoxicillina è una penicillina semi-sintetica e fa parte della classe dei β-lattamici (che agiscono inibendo la sintesi del peptidoglicano che caratterizza la parete cellulare batterica); l’acido clavulanico è un composto che ha una struttura chimica di β-lattamico e funge da inibitore delle β-lattamasi (enzimi prodotti da diversi ceppi batterici). L’amoxicillina con acido clavulanico, somministrata per via orale, rappresenta una scelta appropriata in virtù della gravità della presentazione clinica del caso presentato. Questo antibiotico è ad ampio spettro. Infatti secondo linee guida bisognerebbe usare amoxicillina o amoxicillina+acido clavulanico per le polmoniti comunitarie a basso rischio non complicate come quella del paziente, mentre i macrolidi o le tetracicline rappresentano un’alternativa solo in caso di allergia alle penicilline.

 

La risposta B non è corretta.

Il cotrimossazolo origina dall’associazione fra il sulfametoxazolo, che è un sulfamidico, ed il trimetoprim. Il metronidazolo fa parte della classe dei nitroimidazoli che hanno uno spettro d’azione nei confronti di microrganismi anaerobi (batteri e protozoi) e microaerofili. L’associazione cotrimossazolo – metronidazolo non risulta essere una scelta appropriata per questo paziente.

 

La risposta C non è corretta.

La doxiciclina appartiene alla classe delle tetracicline e presenta un ampio spettro d’azione nei confronti di batteri Gram-positivi e alcuni Gram-negativi, micoplasma, rickettsie, chlamydia ed alcuni micobatteri atipici. E’ solitamente utilizzata nei regimi terapeutici, che prevedono associazione di antibiotici per il trattamento della polmonite multi lobare, dove i potenziali agenti infettivi sono micoplasma pneumoniae o chlamydia pneumoniae.

 

La risposta D non è corretta.

La Claritromicina è un antibiotico appartenente al gruppo dei macrolidi, con potere batteriostatico e come detto i macrolidi o le tetracicline rappresentano un’alternativa al trattamento delle polmoniti comunitarie a basso rischio solo in caso di allergia alle penicilline.

 

La risposta E non è corretta.

La gentamicina fa parte della classe degli amminoglicosidi e presenta un ampio spettro d’azione in particolare nei confronti dei batteri Gram positivi e negativi, mentre la flucloxacillina (o floxacillina) è un β-lattamico semisintetico che trova il suo razionale nel trattamento di infezioni sostenute da batteri Gram-positivi. La Gentamicina con flucloxacillina garantiscono una certa protezione nei confronti dello Streptococcus pneumoniae, ma questo regime di trattamento non è necessario in quanto troppo massivo.


3 di 3 Domande

Antonio, uno studente delle scuole superiori, è in convalescenza in ospedale a seguito di un intervento di osteosintesi per frattura di femore, accorso in seguito ad un incidente automobilistico. Anamnesi patologica prossima: Il terzo giorno dopo l’intervento di osteosintesi per frattura di femore sviluppa improvvisa dispnea e vago dolore oppressivo al torace. Esame obiettivo: La temperatura corporea è 37,9 ° C, la frequenza cardiaca 112 bpm/min, la pressione sanguigna 97/62 mm Hg, la frequenza respiratoria 40 atti/min e la saturazione di ossigeno in aria ambiente è del 87,9%. L'esame obiettivo è positivo per una sovradistensione delle vene giugulari di circa 8,9 cm e per una accentuazione della componente polmonare del secondo tono cardiaco. Esami di laboratorio-strumentali: Viene fatta un’angiografia polmonare, mostrata nella seguente immagine. Quale fra le seguenti risulta più probabilmente compromessa?

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La risposta corretta è la E.

L’embolia polmonare colpisce circa 116-117 persone ogni 100 000 persone l’anno, e causa numerosi decessi ogni anno. Colpisce prevalentemente gli adulti.

Dal punto di vista eziologico, quasi tutti gli emboli polmonari originano da trombi situati a livello delle vene degli arti inferiori. Gli emboli possono avere origine anche dalle vene delle braccia o dalle vene centrali del torace (raramente).

I fattori di rischio per la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare comprendono ad esempio il riposo a letto e il confinamento senza camminare. Questo paziente (Antonio) probabilmente è stato a letto per un lungo periodo. Il quadro clinico del paziente in combinazione con il difetto riempimento vista all’angiografia polmonare sono diagnostici per un quadro di embolia polmonare.

La Compliance polmonare diminuisce in tutte le condizioni in cui il polmone diventa più rigido (patologie restrittive, fibrosi ecc.) ed aumenta nelle patologie in cui il polmone è meno rigido (enfisema).

La Compliance toracica diminuisce nei casi in cui è ridotta la distensibilità della gabbia toracica, come nell’obesità o nella cifo-scoliosi.

La compliance dei polmoni, in questo paziente tenederà a diminuire: tale riduzione si verifica per una serie di motivi, come l’edema polmonare, emorragia polmonare e perdita del surfattante.

 

La risposta A non è corretta. 

Respirando normalmente con una frequenza di 12-15 atti respiratori/min, l’aria totale ventilata è pari a circa 500×15 = 7500ml/min. Non tutta questa quantità è tuttavia realmente disponibile agli scambi gassosi, poiché essa in parte si distribuisce nelle vie aeree di conduzione: questo volume è definito spazio morto anatomico. Oltre allo spazio morto anatomico, è anche importante tenere a menta la definizione di spazio morto fisiologico, che comprende altro allo spazio morto anatomico, anche quella quantità di aria che raggiunge unità alveolari non perfuse. Lo spazio morto fisiologico può aumentare considerevolmente in alcune situazioni patologiche.

In caso di embolia polmonare, lo spazio morto alveolare aumenta anziché diminuire, a causa della ostruzione vascolare.

 

La risposta B non è corretta. 

A livello polmonare ci sono una serie di riflessi che tendono a mantenere il più possibile omogeneo il rapporto VA/Q.

Tuttavia gli squilibri tra ventilazione e perfusione non sono completamente eliminabili (in caso di embolia), e il sangue che lascia gli alveoli più perfusi che ventilati sarà più ricco in CO2 e più povero in O2. Il sangue che lascia gli alveoli più ventilati che perfusi sarà invece più povero di CO2 ma non più ricco di O2 che di norma: questo dipende dal diverso andamento delle due curve di dissociazione della CO2 e dell’O2 per l’emoglobina.

In caso di EP, si ha una broncocostrizione di aeree polmonari non perfuse; l’aumento delle resistenze delle vie aeree aumenta e non diminuisce in questo paziente.

 

La risposta C non è corretta. 

La ventilazione alveolare al minuto è ottenibile dalla formula: (500ml – 150ml) x 15/m ed è pari a 5200 ml/m.

500ml rappresentano il Volume Corrente.

150ml è lo spazio morto anatomico.

15/m è la frequenza respiratoria.

In caso di embolia polmonare l’aumento della frequenza respiratoria provoca un aumento della ventilazione alveolare, a causa della stimolazione dei recettori.

Dunque questa risposta non è corretta.

 

La risposta D non è corretta. 

Una legge particolare è la legge di Ohm: il flusso sanguigno è direttamente proporzionale alla differenza di pressione ed inversamente proporzionale alla resistenza. E’ la differenza di pressione a determinare l’entità del flusso. Q = DeltaP/R.

Andando a considerare quello che avviene in questa formula quando è presente un embolo, possiamo dire che un embolo blocca l’afflusso di sangue e di conseguenza la resistenza polmonare aumenta.


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