La risposta corretta è la C.
La gliadina è una proteina componente del glutine, un complesso proteico contenente una sostanza, la prolamina, verso la quale può svilupparsi, in individui geneticamente predisposti (geni HLA DQ2 e DQ8), una forma di intolleranza, chiamata celiachia.
Questa è una enteropatia cronica, provocata dall’ingestione di alimenti contenenti appunto il glutine, quali frumento, orzo, segale, farro, avena, kamut, triticale.
È caratterizzata da lesioni mucosali dell’intestino tenue che, estendendosi distalmente a partire dal duodeno, ne riducono la superficie assorbente e provocano un quadro di malassorbimento (diarrea e/o steatorrea e/o dimagrimento).
Possono essere presenti anche sintomi extra-intestinali, come anemia, ipostaturalismo, osteoporosi, astenia, amenorrea, menopausa precoce, infertilità, poliabortività, sintomi neurologici come epilessia, neuropatie periferiche, atassia, alterazioni della cute e degli annessi, stomatite aftosa e ipoplasia dello smalto dentario.
La diagnosi si basa essenzialmente sull’aspetto mucosale alla biopsia del duodeno: atrofia dei villi, ipertrofia delle cripte, aumento dell’infiltrato infiammatorio a livello della lamina propria e dell’epitelio (non sono presenti macrofagi PAS positivi).
Tuttavia, l’esecuzione dei test anticorpali (anticorpi anti-endomisio e antitransglutaminasi), non invasivi e con elevata sensibilità e specificità, permette di restringere in maniera importante il numero di soggetti da sottoporre a biopsia.
La terapia è essenzialmente una rigorosa dieta priva di glutine.