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1 di 3 Domande

Una anziana, la signora Desalto, ex collaboratrice domestica in pensione, viene portata presso il PS dell’Ospedale Riuniti di Foggia, a causa di stato confusionale, associato ad un’andatura instabile; presenta astenia, febbre, dolore toracico, vomito, diarrea, disuria, sintomi già presenti da alcuni giorni, ma in peggioramento nelle ultime ore. L’anamnesi patologica remota è positiva per ipertensione arteriosa, iperlipidemia, coronaropatia, TIA pregressi e fibrillazione atriale cronica. Sei mesi prima aveva subito un intervento di artroprotesi d’anca a seguito di una frattura femorale sinistra. Da circa un mese è tornata a casa dopo un ricovero in un centro riabilitativo, riuscendo a deambulare per mezzo di ausili di sostegno. Assume acido acetilsalicilico, warfarin, bisoprololo, statine. All’esame obiettivo si riscontrano T.C. di 37,4°C, P.A. di 145/85 mmHg, F.C. di 81 bpm con polso irregolare, F.R. di 15 atti/min. Viene eseguita una TC cranio con contrasto (immagine allegata). Qual è la diagnosi che descrive la situazione patologica acuta di questa paziente?

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La risposta corretta è la E.

La paziente del caso clinico mostra un ematoma subdurale acuto. Infatti, la TC del cranio senza mezzo di contrasto evidenzia un’iperdensità a forma di mezza luna, che attraversa le linee di sutura.

Per ematoma subdurale si intende una raccolta ematica, che va a localizzarsi nelle meningi, nello specifico tra la dura madre e l’aracnoide.

Dal punto di vista eziologico questa raccolta può derivare:

  • dalla lacerazione delle vene corticali,
  • dalla rottura delle vene a ponte tra la corteccia e dei seni durali.

Solitamente, riscontriamo un ematoma subdurale dopo un trauma cranico, incidente stradale o caduta.

I sintomi dovuti all’ematoma subdurale acuto (confusione, alterazioni dello stato di coscienza, nausea, vomito, cefalea) si sviluppano entro 24-48 ore; sono correlabili con la compressione del cervello da parte dell’ematoma e con il rigonfiamento del cervello a causa dell’edema o dell’iperemia.

I maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di questa patologia sono: l’età avanzata (questa paziente potrebbe essere caduta e non ricordarlo), l’atrofia cerebrale (sicuramente presente in questa paziente), l’uso di anticoagulanti e di antiaggreganti. Dal punto di vista del trattamento:

  • gli ematomi di piccole dimensioni vengono gestiti in maniera conservativa,
  • gli ematomi di grandi dimensioni richiedono l’evacuazione urgente.

La risposta A non è corretta.

L’emorragia subaracnoidea si caratterizza per un sanguinamento nello spazio subaracnoideo.

Dal punto di vista eziologico la causa più frequente è la rottura di un aneurisma sacciforme.

I sintomi associati insorgono repentinamente:

  • cefalea improvvisa (a rombo di tuono), spesso con perdita di coscienza,
  • segni e sintomi da meningismo,
  • avvolte una vasocostrizione secondaria (che causa ischemia cerebrale focale),
  • iperattenuazione dei solchi e delle cisterne basali alla TC,
  • idrocefalo.

I deficit neurologici focali sono poco frequenti. Per quanto riguarda la diagnostica essenziali sono la TC (ha sensibilità> 90% e deve essere effettuata il prima possibile) o la RM: tale paziente non mostra (né all’esame radiologico né clinicamente) elementi per sospettare la rottura di un aneurisma.

 

La risposta B non è corretta.

L’idrocefalo normoteso è una patologia che

deriva da un carente riassorbimento del liquido cerebrospinale da parte dei villi aracnoidei. Questa patologia determina circa il 5-6% delle demenze.

Alla TC dovremmo riscontare la dilatazione dei ventricoli cerebrali (anomalia non presente in questo paziente).

Dal punto di vista clinico tale patologia è caratterizzata da progressiva compromissione dell’andatura, incontinenza, demenza e deficit cognitivi.

La risposta C non è corretta.

Il meningioma è un tumore cerebrale extra-assiale, che origina dalle cellule delle meningi. Nell’8% dei casi possono essere multipli. Nell’1,5% hanno caratteristiche istologiche di malignità. È una neoplasia ben delimitata, che raramente invade il parenchima cerebrale e che si presenta come massa ancorata alla dura madre. Il meningioma cresce lentamente e i sintomi dipendono dalla sede del tumore: la crescita lenta giustifica il fatto che può raggiungere dimensioni ragguardevoli prima di dare dei sintomi. I sintomi, che sono dovuti all’effetto compressivo della massa sono: cefalea, convulsioni, deficit neurologici focali, ipertensione endocranica. La diagnosi avviene tramite RM con mezzo di contrasto. A volte determina delle alterazioni ossee alla TC o alla RX standard: iperostosi a livello della convessità, cambiamenti del tubercolo sellare. Il trattamento può comprendere:

  • l’asportazione,
  • la radiochirurgia stereotassica,
  • la radioterapia.

 

La risposta D non è corretta.

Per ematoma epidurale si intende una raccolta ematica tra la teca cranica e la dura madre, che si forma per rottura di un’arteria meningea media o di un suo ramo.

Dal punto di vista epidemiologico è meno frequente dell’ematoma subdurale.

Dal punto di vista eziologico è solitamente causato da un sanguinamento arterioso, generalmente dovuto ad una lesione dell’arteria meningea media a seguito di un trauma.

Senza trattamento i pazienti possono andare incontro a morte.

Alla TC questa lesione ha una forma biconvessa.

Fonte Immagine:

Patabendige M. Acute subdural haemorrhage

in the postpartum period as a rare manifestation of possible HELLP (haemolysis, elevated liver enzymes, and low-platelet count) syndrome: a case report. BMC Research Notes. 2014; 7:408. doi:10.1186/1756-0500-7-408.

Patabendige, Malitha. “Acute Subdural Haemorrhage in the Postpartum Period as a Rare Manifestation of Possible HELLP (haemolysis, Elevated Liver Enzymes, and Low-Platelet Count) Syndrome: A Case Report.” BMC Research Notes 7 (2014): 408. PMC. Web. 10 Feb. 2018.

Patabendige, M. (2014). Acute subdural haemorrhage in the postpartum period as a rare manifestation of possible HELLP (haemolysis, elevated liver enzymes, and low-platelet count) syndrome: a case report. BMC Research Notes, 7, 408. http://doi.org/10.1186/1756-0500-7-408


2 di 3 Domande

Alberto, studente liceale, si reca presso il PS del Policlinico. In uno scontro corpo a corpo il suo braccio destro è stato trazionato all'indietro, mentre era in posizione abdotta in extra-rotazione; immediatamente ha avvertito un dolore lancinante con perdita di capacità di controllo del movimento della spalla. La anamnesi patologica remota risulta negativa per patologie rilevanti e non ha mai subito traumi di questa entità. All’esame obiettivo si nota un’asimmetria della spalla destra rispetto alla sinistra con il braccio destro tenuto in lieve abduzione ed extra-rotazione. I polsi distali sono validi e la radiografia della spalla è allegata. Quale tra le seguenti è la complicanza più probabile in cui può incorrere questo paziente?

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La risposta corretta è la C.

Questo paziente presenta una lussazione scapolo-omerale anteriore con compromissione del movimento di abduzione. La spalla è l’articolazione più mobile del corpo, grazie alle dimensioni ridotte della cavità glenoidea rispetto alla testa omerale, che consente ampia libertà di movimento: nella lussazione di spalla (gleno-omerale), la testa omerale fuoriesce dalla fossa glenoidea.

L’instabilità deriva da un episodio traumatico solitamente ad alta energia, in cui vengono lesi: i legamenti gleno-omerali, il labbro glenoideo con avulsione della capsula gleno-omerale. Conoscere la posizione dell’arto al momento del trauma è sicuramente importante per poter individuare la direzione della lussazione, che può essere:

  • anteriore: nella quasi totalità dei pazienti;
  • antero-inferiore: il processo coracoideo impedisce la lussazione anteriore diretta nel movimento in abduzione e rotazione esterna;
  • posteriore con movimento in intra-rotazione forzata;
  • inferiore con movimento in flessione forzata.

Le lussazioni anteriori sono generalmente causate da traumi, avvenuti con l’arto in extrarotazione e abduzione.

Le lesioni associate potrebbero includere:

    • lesioni del plesso brachiale,
    • lacerazioni della cuffia dei rotatori,
    • frattura della grande tuberosità

 

  • lesione del nervo ascellare (circonflesso);

 

La risposta A non è corretta.

La lesione del nervo ulnare (C7-C8-T1)

tipicamente è localizzata a livello della doccia olecranica o nel tunnel cubitale al gomito; il nervo può anche essere danneggiato per frattura dell’omero, se interessa l’epicondilo mediale o più distalmente per profonde lacerazioni del polso anteriore.

Non è sicuramente questo il caso clinico in questione.

Segni e sintomi tipici sono:

  • atteggiamento della mano ad artiglio, derivante dalla paralisi dei muscoli intrinseci della mano;
  • perdita sensoriale a carico delle dita mediali della mano;
  • in caso di una lesione completa, deficit motorio:
    • nella flessione del polso, delle falangi distali del 4° e 5° dito, della falange prossimale;
    • nell’estensione delle falangi delle dita;
    • nell’abduzione e opposizione del mignolo.

La risposta B non è corretta.

Il nervo toracico lungo (o nervo di Bell) è un nervo muscolare, che origina come ramo collaterale dorsale del plesso brachiale e innerva il muscolo dentato anteriore.

Se si manifesta la paralisi (C5-C6-C7) determina:

  • riduzione dei movimenti di elevazione del braccio al di sopra del piano orizzontale (muscolo dentato anteriore);
  • segno della scapola alata (non è questo il caso clinico in esame).

Dal punto di vista eziologico le cause sono varie: trasportare carichi pesanti sulla spalla, incidenti motociclistici, traumi locali penetranti, lacerazioni della regione ascellare e linfoadenectomia ascellare.

La risposta D non è corretta.

I muscoli estensori del polso sono principalmente innervati dei rami del nervo radiale. La paralisi del nervo radiale (C5-C6-C7-C8-T1) determina l’abolizione dell’estensione/flessione/supinazione dell’avambraccio, dell’estensione/ abduzione della mano, dell’abduzione del pollice e dell’estensione delle falangi prossimali delle dita.

Possiamo avere un interessamento del nervo radiale, a causa della frattura del terzo mediale dell’omero o per l’uso improprio di stampelle.

Nel nostro caso clinico non si hanno informazioni a tal riguardo.

La risposta E non è corretta.

La causa di una lesione dei tronchi primari (superiore, media e inferiore) è usualmente traumatica (incidente d’auto, lacerazione, strappamento dei tronchi nervosi, meno spesso per ferite d’arma da fuoco).

Il riflesso bicipitale si ottiene percuotendo il tendine del muscolo omonimo alla piega del gomito, a braccio lievemente flesso in condizioni normali: cosi si ottiene la flessione dell’avambraccio. Questo riflesso valuta la funzione di C5 e C6. In questo caso è improbabile che il riflesso sia abolito.

 

Fonte Immagine:

AMA   Saseendar S, Agarwal DK, Patro DK, Menon J. Unusual inferior dislocation of shoulder: reduction by two-step maneuver: a case report. Journal of Orthopaedic Surgery and Research. 2009; 4:40. doi: 10.1186/1749-799X-4-40.
MLA   Saseendar, S et al. “Unusual Inferior Dislocation of Shoulder: Reduction by Two-Step Maneuver: A Case Report.” Journal of Orthopaedic Surgery and Research 4 (2009): 40. PMC. Web. 10 Feb. 2018.
APA   Saseendar, S., Agarwal, D. K., Patro, D. K., & Menon, J. (2009). Unusual inferior dislocation of shoulder: reduction by two-step maneuver: a case report. Journal of Orthopaedic Surgery and Research, 4, 40. http://doi.org/10.1186/1749-799X-4-40

3 di 3 Domande

Antonella, studentessa all’Accademia delle Belle Arti, si rivolge presso il laboratorio di analisi della propria ASL, per richiedere il test per HIV. Risultato positivo, viene successivamente convocata per una visita medica. Riferisce di avere una tosse lieve non produttiva da alcune settimane. La conta dei linfociti T CD4+ è 195/mm3. Viene richiesto un RX toracico, il cui esito è mostrato nell’immagine. Qual è lo step diagnostico successivo più appropriato?

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La risposta corretta è B.

La paziente HIV+ ha sviluppato una polmonite da P. Jirovecii.

Il P. Jirovecii è un fungo patogeno opportunista nell’uomo, noto anche come P. Carinii. È una causa molto diffusa di polmonite nei pazienti immunodepressi (in soggetti con infezione con CD4+ < 200/μL, o che hanno ricevuto un trapianto d’organo, o con tumori, o ancora in trattamento con corticosteroidi).

Dal punto di vista clinico si sviluppano: febbre, dispnea, tosse secca, perdita di peso, astenia e ipossia. Nel caso specifico la RX torace mostra caratteristici infiltrati peri-ilari bilaterali diffusi, tipici di uno stato patologico di polmonite (tuttavia, fino al 30% dei pazienti ha dei reperti radiografici normali).

Per poter effettuare una diagnosi, dobbiamo andare ad isolare il microrganismo in un campione di espettorato indotto, che deve essere prelevato tramite broncoscopia e analizzarlo tramite la colorazione con argento metamina/Giemsa.

Le risposte A e C non sono corrette.

Non è possibile identificare il P. jiroveci con la sola sierologia su campioni ottenuti tramite broncoscopia. I campioni di escreato sono solitamente ottenuti per induzione dell’espettorazione (con una sensibilità che può variare dal 30% al 80%) o con la broncoscopia con lavaggio bronco-alveolare (con una sensibilità> 95%). Per confermare la diagnosi di questo microrganismo è necessaria la valutazione istopatologica con Giemsa, Wright-Giemsa, Grocott modificato, Weigert-Gram o la colorazione con Ab monoclonale.

La risposta D non è corretta.

Non è possibile diagnosticare l’infezione da

  1. Jiroveci con test sierologici da prelievo di sangue e urine.

La risposta E non è corretta.

In questo caso la biopsia polmonare non è indicata e non chiarirebbe il dubbio diagnostico.

Fonte Immagine:

AMA Kato M, Tobino K, Fujimoto Y, et al. Pneumocystis pneumonia induced by treatment with low-dose tacrolimus and methylprednisolone in a patient with rheumatoid arthritis: a case report. BMC Research Notes. 2013; 6:498. doi:10.1186/1756-0500-6-498.
MLA Kato, Motoyasu et al. “Pneumocystis Pneumonia Induced by Treatment with Low-Dose Tacrolimus and Methylprednisolone in a Patient with Rheumatoid Arthritis: A Case Report.” BMC Research Notes 6 (2013): 498. PMC. Web. 10 Feb. 2018.
APA Kato, M., Tobino, K., Fujimoto, Y., Kobayashi, I., Sugano, K., Tokuda, H., …Takahashi, K. (2013). Pneumocystis pneumonia induced by treatment with low-dose tacrolimus and methylprednisolone in a patient with rheumatoid arthritis: a case report. BMC Research Notes, 6, 498. http://doi.org/10.1186/1756-0500-6-498

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