La risposta corretta è la E.
Analizzando il caso clinico, sappiamo che questo piccolo paziente ha subito un intervento cardiaco poco dopo la nascita.
Analizzando l’RX possiamo apprezzare un’ombra cardiaca dilatata da accumulo di liquido pericardico e cosi concludere che il piccolo paziente ha sviluppato un versamento pericardico, inquadrabile nella sindrome post-pericardiotomica (che tende a manifestarsi dopo giorni o mesi a seguito di un intervento cardiochirurgico).
Dal punto di vista eziologico la manovra invasiva può esitare in pericardite acuta, versamento pericardico e tamponamento cardiaco (in presenza di tamponamento è possibile apprezzare la presenza dei tre segni detti “Triade di Beck”: toni cardiaci lontani ed ipofonetici, turgore delle giugulari o delle vene del cranio, ipotensione)
Per quanto riguarda il versamento pericardico, esso può manifestarsi:
- per aumentata produzione (pericardite),
- ridotto assorbimento (scompenso cardiaco, ipertensione polmonare o ostruzione linfatica per patologia neoplastica).
Le cause più comuni sono: le neoplasie, le infezioni batteriche (ad esempio la tubercolosi) e iatrogene.
Il trattamento prevede la pericardiocentesi o la pericardiotomia, per eliminare il liquido in eccesso.
La risposta A non è corretta.
Il quadro clinico è sicuramente patologico, come descritto nella risposta corretta.
La risposta B non è corretta.
Analizzando l’immagine allegata al caso clinico, non si nota un’opacizzazione dei seni costofrenici da riferire ad un quadro di versamento pleurico. I movimenti tra i polmoni e la parete toracica sono facilitati da un sottile film di liquido pleurico, di composizione simile al plasma con contenuto proteico inferiore.
I versamenti solitamente sono classificati come trasudati o essudati. Per quanto riguarda la diagnosi è importante l’esame obiettivo, l’RX, la toracentesi e l’analisi del liquido pleurico.
Nessun trattamento è richiesto per i trasudati asintomatici. Invece, i trasudati sintomatici e buona parte degli essudati richiedono la toracentesi, il drenaggio toracico, la pleurodesi e la pleurectomia che possono essere utilizzati anche contemporaneamente.
La risposta C non è corretta.
L’insufficienza cardiaca congestizia è una patologia ad andamento progressivo, a carattere cronico, che si verifica quando il cuore non è più in grado di apportare del sangue ricco di ossigeno all’organismo. Le cause possono essere molteplici e possono ricondursi in linea generale a: patologie che determinano un indebolimento o una fibrosi con maggiore rigidità del muscolo cardiaco o condizioni patologiche che aumentano la domanda di ossigeno da parte dei tessuti dell’organismo, superando la capacità del cuore di fornire sangue ricco di ossigeno. In caso di insufficienza cardiaca congestizia ci aspetteremmo di trovare alla RX: congestione vascolare polmonare o edema interstiziale, reperti non presenti nel caso clinico.
La risposta D non è corretta.
L’embolia polmonare è una particolare patologia, in cui si ha l’occlusione delle arterie polmonari a causa di emboli, che originano altrove (ad esempio, a livello dei tronchi venosi delle gambe o della pelvi).
La presenza di cardiomegalia in questo paziente allontana questa diagnosi.
La sintomatologia dipende dal numero degli emboli e dalle loro dimensioni (può essere anche una patologia asintomatica).
Dal punto di vista clinico la sintomatologia è aspecifica: dispnea, dolore toracico pleuritico, vertigini, presincope, sincope, o arresto cardiorespiratorio (nei casi gravi). Per quanto riguarda i segni possiamo ritrovare: tachipnea, tachicardia e ipotensione (nei casi gravi), ipossia, insufficienza cardiaca destra.
Per effettuare la diagnosi, sarebbe opportuna l’angio-TC e la scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione.
Il trattamento dell’embolia polmonare si basa sull’uso di anticoagulanti e, talvolta, sulla dissoluzione del coagulo con farmaci trombolitici, oppure mediante rimozione chirurgica. Quando l’anticoagulante è controindicato, deve essere posizionato un filtro cavale nella vena cava inferiore. Le misure preventive comprendono anticoagulanti e/o device di compressione meccanica applicati alle gambe dei pazienti ricoverati.
Fonte Immagine:
Bellini C, Boccardo F, Campisi C, Bonioli E.
Congenital pulmonary lymphangiectasia.
Orphanet Journal of Rare Diseases. 2006; 1:43.
doi:10.1186/1750-1172-1-43.
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Bellini, Carlo et al. “Congenital Pulmonary
Lymphangiectasia.” Orphanet Journal
of Rare Diseases
1 (2006): 43. PMC. Web. 10 Feb. 2018.
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Bellini, C., Boccardo, F., Campisi, C., &
Bonioli, E. (2006). Congenital pulmonary
lymphangiectasia.
Orphanet Journal of Rare Diseases, 1, 43.
http://doi.org/10.1186/1750-1172-1-43
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J Emerg Trauma Shock. 2010 Jul-Sep;
3(3): 298. doi: 10. 4103/0974-2700.66541
La risposta corretta è la E.
Analizzando il caso clinico, sappiamo che questo piccolo paziente ha subito un intervento cardiaco poco dopo la nascita.
Analizzando l’RX possiamo apprezzare un’ombra cardiaca dilatata da accumulo di liquido pericardico e cosi concludere che il piccolo paziente ha sviluppato un versamento pericardico, inquadrabile nella sindrome post-pericardiotomica (che tende a manifestarsi dopo giorni o mesi a seguito di un intervento cardiochirurgico).
Dal punto di vista eziologico la manovra invasiva può esitare in pericardite acuta, versamento pericardico e tamponamento cardiaco (in presenza di tamponamento è possibile apprezzare la presenza dei tre segni detti “Triade di Beck”: toni cardiaci lontani ed ipofonetici, turgore delle giugulari o delle vene del cranio, ipotensione)
Per quanto riguarda il versamento pericardico, esso può manifestarsi:
- per aumentata produzione (pericardite),
- ridotto assorbimento (scompenso cardiaco, ipertensione polmonare o ostruzione linfatica per patologia neoplastica).
Le cause più comuni sono: le neoplasie, le infezioni batteriche (ad esempio la tubercolosi) e iatrogene.
Il trattamento prevede la pericardiocentesi o la pericardiotomia, per eliminare il liquido in eccesso.
La risposta A non è corretta.
Il quadro clinico è sicuramente patologico, come descritto nella risposta corretta.
La risposta B non è corretta.
Analizzando l’immagine allegata al caso clinico, non si nota un’opacizzazione dei seni costofrenici da riferire ad un quadro di versamento pleurico. I movimenti tra i polmoni e la parete toracica sono facilitati da un sottile film di liquido pleurico, di composizione simile al plasma con contenuto proteico inferiore.
I versamenti solitamente sono classificati come trasudati o essudati. Per quanto riguarda la diagnosi è importante l’esame obiettivo, l’RX, la toracentesi e l’analisi del liquido pleurico.
Nessun trattamento è richiesto per i trasudati asintomatici. Invece, i trasudati sintomatici e buona parte degli essudati richiedono la toracentesi, il drenaggio toracico, la pleurodesi e la pleurectomia che possono essere utilizzati anche contemporaneamente.
La risposta C non è corretta.
L’insufficienza cardiaca congestizia è una patologia ad andamento progressivo, a carattere cronico, che si verifica quando il cuore non è più in grado di apportare del sangue ricco di ossigeno all’organismo. Le cause possono essere molteplici e possono ricondursi in linea generale a: patologie che determinano un indebolimento o una fibrosi con maggiore rigidità del muscolo cardiaco o condizioni patologiche che aumentano la domanda di ossigeno da parte dei tessuti dell’organismo, superando la capacità del cuore di fornire sangue ricco di ossigeno. In caso di insufficienza cardiaca congestizia ci aspetteremmo di trovare alla RX: congestione vascolare polmonare o edema interstiziale, reperti non presenti nel caso clinico.
La risposta D non è corretta.
L’embolia polmonare è una particolare patologia, in cui si ha l’occlusione delle arterie polmonari a causa di emboli, che originano altrove (ad esempio, a livello dei tronchi venosi delle gambe o della pelvi).
La presenza di cardiomegalia in questo paziente allontana questa diagnosi.
La sintomatologia dipende dal numero degli emboli e dalle loro dimensioni (può essere anche una patologia asintomatica).
Dal punto di vista clinico la sintomatologia è aspecifica: dispnea, dolore toracico pleuritico, vertigini, presincope, sincope, o arresto cardiorespiratorio (nei casi gravi). Per quanto riguarda i segni possiamo ritrovare: tachipnea, tachicardia e ipotensione (nei casi gravi), ipossia, insufficienza cardiaca destra.
Per effettuare la diagnosi, sarebbe opportuna l’angio-TC e la scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione.
Il trattamento dell’embolia polmonare si basa sull’uso di anticoagulanti e, talvolta, sulla dissoluzione del coagulo con farmaci trombolitici, oppure mediante rimozione chirurgica. Quando l’anticoagulante è controindicato, deve essere posizionato un filtro cavale nella vena cava inferiore. Le misure preventive comprendono anticoagulanti e/o device di compressione meccanica applicati alle gambe dei pazienti ricoverati.
Fonte Immagine:
Bellini C, Boccardo F, Campisi C, Bonioli E.
Congenital pulmonary lymphangiectasia.
Orphanet Journal of Rare Diseases. 2006; 1:43.
doi:10.1186/1750-1172-1-43.
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Bellini, Carlo et al. “Congenital Pulmonary
Lymphangiectasia.” Orphanet Journal
of Rare Diseases
1 (2006): 43. PMC. Web. 10 Feb. 2018.
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Bellini, C., Boccardo, F., Campisi, C., &
Bonioli, E. (2006). Congenital pulmonary
lymphangiectasia.
Orphanet Journal of Rare Diseases, 1, 43.
http://doi.org/10.1186/1750-1172-1-43
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J Emerg Trauma Shock. 2010 Jul-Sep;
3(3): 298. doi: 10. 4103/0974-2700.66541
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