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1 di 3 Domande

Francesco, un neonato di 20 giorni con sindrome del cuore sinistro ipoplastico, viene portato al PS pediatrico dell’Ospedale “Carlo Poma” di Mantova dai genitori. Essi riferiscono di avere difficoltà ad alimentarlo, in quanto presenta conseguenti episodi di emesi. Il bambino è nato a termine con parto eutocico. Inoltre, ha subìto un primo intervento chirurgico cardiaco poco dopo la nascita ed è in programma un successivo intervento di riparazione chirurgica. Il primo intervento si è concluso con successo ed è stato dimesso alcuni giorni prima di tale accesso al PS. All’esame obiettivo è apiretico, ha P.A. di 85/40mmHg, F.C. di 160 bpm/min e 55 atti respiratori/min. La saturazione periferica di ossigeno è dell’80% in aria ambiente. Ha un aspetto visibilmente cianotico, alla auscultazione i toni cardiaci sono ipofonetici. L'esame dell'addome non evidenzia alterazioni. Viene eseguita una radiografia del torace e confrontata con l'ultima disponibile prima della dimissione (allegata). Qual è la diagnosi più probabile per questo neonato?

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La risposta corretta è la E.

Analizzando il caso clinico, sappiamo che questo piccolo paziente ha subito un intervento cardiaco poco dopo la nascita.

Analizzando l’RX possiamo apprezzare un’ombra cardiaca dilatata da accumulo di liquido pericardico e cosi concludere che il piccolo paziente ha sviluppato un versamento pericardico, inquadrabile nella sindrome post-pericardiotomica (che tende a manifestarsi dopo giorni o mesi a seguito di un intervento cardiochirurgico).

Dal punto di vista eziologico la manovra invasiva può esitare in pericardite acuta, versamento pericardico e tamponamento cardiaco (in presenza di tamponamento è possibile apprezzare la presenza dei tre segni detti “Triade di Beck”: toni cardiaci lontani ed ipofonetici, turgore delle giugulari o delle vene del cranio, ipotensione)

Per quanto riguarda il versamento pericardico, esso può manifestarsi:

  • per aumentata produzione (pericardite),
  • ridotto assorbimento (scompenso cardiaco, ipertensione polmonare o ostruzione linfatica per patologia neoplastica).

Le cause più comuni sono: le neoplasie, le infezioni batteriche (ad esempio la tubercolosi) e iatrogene.

Il trattamento prevede la pericardiocentesi o la pericardiotomia, per eliminare il liquido in eccesso.

La risposta A non è corretta.

Il quadro clinico è sicuramente patologico, come descritto nella risposta corretta.

La risposta B non è corretta.

Analizzando l’immagine allegata al caso clinico, non si nota un’opacizzazione dei seni costofrenici da riferire ad un quadro di versamento pleurico. I movimenti tra i polmoni e la parete toracica sono facilitati da un sottile film di liquido pleurico, di composizione simile al plasma con contenuto proteico inferiore.

I versamenti solitamente sono classificati come trasudati o essudati. Per quanto riguarda la diagnosi è importante l’esame obiettivo, l’RX, la toracentesi e l’analisi del liquido pleurico.

Nessun trattamento è richiesto per i trasudati asintomatici. Invece, i trasudati sintomatici e buona parte degli essudati richiedono la toracentesi, il drenaggio toracico, la pleurodesi e la pleurectomia che possono essere utilizzati anche contemporaneamente.

 

 

La risposta C non è corretta.

L’insufficienza cardiaca congestizia è una patologia ad andamento progressivo, a carattere cronico, che si verifica quando il cuore non è più in grado di apportare del sangue ricco di ossigeno all’organismo. Le cause possono essere molteplici e possono ricondursi in linea generale a: patologie che determinano un indebolimento o una fibrosi con maggiore rigidità del muscolo cardiaco o condizioni patologiche che aumentano la domanda di ossigeno da parte dei tessuti dell’organismo, superando la capacità del cuore di fornire sangue ricco di ossigeno. In caso di insufficienza cardiaca congestizia ci aspetteremmo di trovare alla RX: congestione vascolare polmonare o edema interstiziale, reperti non presenti nel caso clinico.

La risposta D non è corretta.

L’embolia polmonare è una particolare patologia, in cui si ha l’occlusione delle arterie polmonari a causa di emboli, che originano altrove (ad esempio, a livello dei tronchi venosi delle gambe o della pelvi).

La presenza di cardiomegalia in questo paziente allontana questa diagnosi.

La sintomatologia dipende dal numero degli emboli e dalle loro dimensioni (può essere anche una patologia asintomatica).

Dal punto di vista clinico la sintomatologia è aspecifica: dispnea, dolore toracico pleuritico, vertigini, presincope, sincope, o arresto cardiorespiratorio (nei casi gravi). Per quanto riguarda i segni possiamo ritrovare: tachipnea, tachicardia e ipotensione (nei casi gravi), ipossia, insufficienza cardiaca destra.

Per effettuare la diagnosi, sarebbe opportuna l’angio-TC e la scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione.

Il trattamento dell’embolia polmonare si basa sull’uso di anticoagulanti e, talvolta, sulla dissoluzione del coagulo con farmaci trombolitici, oppure mediante rimozione chirurgica. Quando l’anticoagulante è controindicato, deve essere posizionato un filtro cavale nella vena cava inferiore. Le misure preventive comprendono anticoagulanti e/o device di compressione meccanica applicati alle gambe dei pazienti ricoverati.

Fonte Immagine:

Bellini C, Boccardo F, Campisi C, Bonioli E.

Congenital pulmonary lymphangiectasia.

Orphanet Journal of Rare Diseases. 2006; 1:43.

doi:10.1186/1750-1172-1-43.

Bellini, Carlo et al. “Congenital Pulmonary

Lymphangiectasia.” Orphanet Journal

of Rare Diseases

1 (2006): 43. PMC. Web. 10 Feb. 2018.

Bellini, C., Boccardo, F., Campisi, C., &

Bonioli, E. (2006). Congenital pulmonary

lymphangiectasia.

Orphanet Journal of Rare Diseases, 1, 43.

http://doi.org/10.1186/1750-1172-1-43

J Emerg Trauma Shock. 2010 Jul-Sep;

3(3): 298. doi:   10. 4103/0974-2700.66541

La risposta corretta è la E.

Analizzando il caso clinico, sappiamo che questo piccolo paziente ha subito un intervento cardiaco poco dopo la nascita.

Analizzando l’RX possiamo apprezzare un’ombra cardiaca dilatata da accumulo di liquido pericardico e cosi concludere che il piccolo paziente ha sviluppato un versamento pericardico, inquadrabile nella sindrome post-pericardiotomica (che tende a manifestarsi dopo giorni o mesi a seguito di un intervento cardiochirurgico).

Dal punto di vista eziologico la manovra invasiva può esitare in pericardite acuta, versamento pericardico e tamponamento cardiaco (in presenza di tamponamento è possibile apprezzare la presenza dei tre segni detti “Triade di Beck”: toni cardiaci lontani ed ipofonetici, turgore delle giugulari o delle vene del cranio, ipotensione)

Per quanto riguarda il versamento pericardico, esso può manifestarsi:

  • per aumentata produzione (pericardite),
  • ridotto assorbimento (scompenso cardiaco, ipertensione polmonare o ostruzione linfatica per patologia neoplastica).

Le cause più comuni sono: le neoplasie, le infezioni batteriche (ad esempio la tubercolosi) e iatrogene.

Il trattamento prevede la pericardiocentesi o la pericardiotomia, per eliminare il liquido in eccesso.

La risposta A non è corretta.

Il quadro clinico è sicuramente patologico, come descritto nella risposta corretta.

La risposta B non è corretta.

Analizzando l’immagine allegata al caso clinico, non si nota un’opacizzazione dei seni costofrenici da riferire ad un quadro di versamento pleurico. I movimenti tra i polmoni e la parete toracica sono facilitati da un sottile film di liquido pleurico, di composizione simile al plasma con contenuto proteico inferiore.

I versamenti solitamente sono classificati come trasudati o essudati. Per quanto riguarda la diagnosi è importante l’esame obiettivo, l’RX, la toracentesi e l’analisi del liquido pleurico.

Nessun trattamento è richiesto per i trasudati asintomatici. Invece, i trasudati sintomatici e buona parte degli essudati richiedono la toracentesi, il drenaggio toracico, la pleurodesi e la pleurectomia che possono essere utilizzati anche contemporaneamente.

 

 

La risposta C non è corretta.

L’insufficienza cardiaca congestizia è una patologia ad andamento progressivo, a carattere cronico, che si verifica quando il cuore non è più in grado di apportare del sangue ricco di ossigeno all’organismo. Le cause possono essere molteplici e possono ricondursi in linea generale a: patologie che determinano un indebolimento o una fibrosi con maggiore rigidità del muscolo cardiaco o condizioni patologiche che aumentano la domanda di ossigeno da parte dei tessuti dell’organismo, superando la capacità del cuore di fornire sangue ricco di ossigeno. In caso di insufficienza cardiaca congestizia ci aspetteremmo di trovare alla RX: congestione vascolare polmonare o edema interstiziale, reperti non presenti nel caso clinico.

La risposta D non è corretta.

L’embolia polmonare è una particolare patologia, in cui si ha l’occlusione delle arterie polmonari a causa di emboli, che originano altrove (ad esempio, a livello dei tronchi venosi delle gambe o della pelvi).

La presenza di cardiomegalia in questo paziente allontana questa diagnosi.

La sintomatologia dipende dal numero degli emboli e dalle loro dimensioni (può essere anche una patologia asintomatica).

Dal punto di vista clinico la sintomatologia è aspecifica: dispnea, dolore toracico pleuritico, vertigini, presincope, sincope, o arresto cardiorespiratorio (nei casi gravi). Per quanto riguarda i segni possiamo ritrovare: tachipnea, tachicardia e ipotensione (nei casi gravi), ipossia, insufficienza cardiaca destra.

Per effettuare la diagnosi, sarebbe opportuna l’angio-TC e la scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione.

Il trattamento dell’embolia polmonare si basa sull’uso di anticoagulanti e, talvolta, sulla dissoluzione del coagulo con farmaci trombolitici, oppure mediante rimozione chirurgica. Quando l’anticoagulante è controindicato, deve essere posizionato un filtro cavale nella vena cava inferiore. Le misure preventive comprendono anticoagulanti e/o device di compressione meccanica applicati alle gambe dei pazienti ricoverati.

Fonte Immagine:

Bellini C, Boccardo F, Campisi C, Bonioli E.

Congenital pulmonary lymphangiectasia.

Orphanet Journal of Rare Diseases. 2006; 1:43.

doi:10.1186/1750-1172-1-43.

Bellini, Carlo et al. “Congenital Pulmonary

Lymphangiectasia.” Orphanet Journal

of Rare Diseases

1 (2006): 43. PMC. Web. 10 Feb. 2018.

Bellini, C., Boccardo, F., Campisi, C., &

Bonioli, E. (2006). Congenital pulmonary

lymphangiectasia.

Orphanet Journal of Rare Diseases, 1, 43.

http://doi.org/10.1186/1750-1172-1-43

J Emerg Trauma Shock. 2010 Jul-Sep;

3(3): 298. doi:   10. 4103/0974-2700.66541


2 di 3 Domande

Paziente affetta da linfoma, apiretica, con tosse e dispnea, viene sottoposta ad una TC del torace. Cosa risulta apprezzabile in questa TC allegata?

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La risposta corretta è la C.

In questa TC del torace sono apprezzabili multiple e diffuse nodularità tondeggianti in entrambi gli ambiti polmonari, riferibili a lesioni di natura secondaria (vista anche l’anamnesi oncologica positiva).

Inoltre, possiamo apprezzare un ispessimento interstiziale probabilmente riconducibile a linfangite carcinomatosa ed un ispessimento pleurico a sede basale destra.

La risposta A non è corretta.

La polmonite si apprezza come un’area di

addensamento parenchimale, più estesa, non nodulare e solitamente associata a falda di versamento pleurico consensuale.

La risposta B non è corretta.

Le cisti polmonari si apprezzano sotto forma di formazioni a contenuto aereo (nere) e delimitate da una sottile parete.

La risposta D non è corretta.

Il versamento pleurico si apprezza come una falda liquida, quindi di bassa densità, che solitamente si dispone nelle posizioni declivi polmonari, che si associa, quando è leggermente più marcata, ad atelettasia compressiva polmonare limitrofa.

La risposta E non è corretta.

Gli ascessi polmonari si apprezzano come delle formazioni a contenuto aereo o idro-aereo, delimitati da pareti più o meno spesse; spesso si associano ad aree di ground glass perilesionale e/o atelettasia del parenchima limitrofo.


3 di 3 Domande

Paziente operata di resezione intestinale per ischemia mesenterica, 15 giorni dopo l’intervento inizia a manifestare intense algie addominali con chiusura dell’alvo a feci. Viene sottoposta ad una TC dell’addome con mdc. Cosa è mostrato nella TC effettuata?

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La risposta corretta è la D.

Nell’immagine TC addome con mdc presentata si apprezza l’erniazione di alcune anse intestinali di pertinenza del tenue in corrispondenza di una lassità della parete addominale inferiore dovuta al recente intervento chirurgico: tali anse erniate mostrano iniziali segni di sofferenza, essendo almeno in parte incarcerate, con associata soffusione del grasso mesenteriale limitrofo. Infine, concomita una minima distensione delle restanti anse intestinali a monte.

La risposta A non è corretta.

Dall’immagine mostrata non vi sono i segni della carcinosi peritoneale evidenziati come ispessimenti focali solidi diffusi del peritoneo.

La risposta B non è corretta.

Nel caso clinico presentato non vi è un versamento ascitico importante (che si evidenzierebbe come una falda fluida che si andrebbe a disporre lungo le docce parieto-coliche bilateralmente e, se particolarmente cospicua, fra i foglietti peritoneali fra le anse).

La risposta C non è corretta.

Poiché l’immagine mostrata è visualizzata con la finestra per parenchima addominale e non mediante quella per l’osso, non è possibile asserire che vi siano metastasi ossee e comunque non ci sono segni eclatanti di lesioni focali ossee.

La risposta E non è corretta.

Non sono evidenti né segni diretti né indiretti da far sospettare una perforazione intestinale (pneumoperitoneo, abnorme distensione e collabimento delle anse, ecc.).


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