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1 di 3 Domande

Il Sig. Bianchi, impiegato postale, 56 anni si rivolge al dott. Franchi, per una tosse produttiva, che perdura da circa un mese. Non ha avuto sintomi febbrili, né sudorazione notturna o calo ponderale. Fuma da circa 40 anni e presenta una BPCO (che è in terapia). Assume salbutamolo e ipratropio bromuro. Il Dott. Franchi procede alla visita e riscontra dei parametri vitali nella norma, mentre la SpO2 è 92% in aria ambiente. All’auscultazione i suoni polmonari risultano in corrispondenza del lobo superiore destro e si apprezzano sibili diffusi bilateralmente. Si decide di approfondire lo studio del caso con esami ematici, che non evidenziano alterazioni e si effettua una radiografia del torace, che rivela la presenza di un nodulo nell’ambito del lobo polmonare superiore destro. Viene quindi richiesta una TC del torace, il cui imaging è mostrato. Quale tra i seguenti è il passo successivo più adatto nella gestione del caso?

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La risposta corretta è C

Il paziente, come evidenziato dall’immagine TC, presenta una massa localizzata nel lobo polmonare a destra, che ha margini spiculati, indicativi di cancro. Inoltre, il paziente ha una lunga storia di tabagismo.

La broncoscopia a fibre ottiche permette di eseguire lavaggio bronchiale, brushing, aspirazione con ago e biopsia transbronchiale con alta resa per lesioni prossimali di grandi dimensioni e rappresenta l’esame diagnostico migliore per valutare la natura dei noduli solitari del polmone. Il paziente mostra una massa localizzata medialmente: è utile procedere con una broncoscopia, attraverso la quale prelevare campioni bioptici della neoformazione e dei linfonodi.

Se la biopsia transbronchiale non fosse diagnostica, si potrebbe effettuare una biopsia TC-guidata (che sarebbe effettuata prima della biopsia transbronchiale, se ad esempio la massa fosse periferica).

Le masse polmonari benigne sono, invece, generalmente di dimensioni minori, a margini netti, senza evidenze di spiculature, e non si associano a versamento pleurico (elemento invece solitamente, ma non costantemente, presente in associazione alle lesioni maligne, ma non evidente nell’immagine TC, presentata nel caso). Altri elementi caratterizzanti le lesioni benigne sono la forma regolare (poligonale od ovoidale), i margini regolari, la localizzazione subpleurica e la calcificazione.

La risposta A non è corretta.

L’itraconazolo è un farmaco antimicotico utile nel trattamento dell’aspergillosi di entità lieve. 

L’aspergillosi è una patologia infettiva opportunistica, causata dall’inalazione di spore fungine di Aspergillus, che sono comunemente presenti nell’ambiente.

Esse tendono a invadere i vasi e di conseguenza determinano necrosi emorragica e infarto.

I principali fattori di rischio per questa malattia sono: neutropenia, terapie prolungate con corticosteroidi, trapianto di organo e malattie ereditarie della funzione dei neutrofili.

Dal punto di vista clinico possono essere presenti: asma, sinusite, polmonite (che, si manifesta con lesioni nodulari a “palle da fungo” alla radiografia del torace) o malattia sistemica rapidamente progressiva. Per quanto riguarda questo paziente è molto più probabile la diagnosi di un cancro.

La risposta B non è corretta.

La TC di follow up ogni 3 mesi per un anno era prevista dalle vecchie linee guida della società Fleischner in caso di noduli polmonari solidi <6 mm nei pazienti ad alto rischio. Le nuove linee guida del 2017 consigliano di effettuare la TC di follow up a 6 e 12 mesi e, se non si rilevano evoluzioni, a 12 e 18 mesi, per soggetti ad alto rischio con noduli polmonari solitari di 6-8 mm. Il paziente, presentato nel caso, è da considerare ad alto rischio per la storia di tabagismo, la massa è di dimensioni considerevoli ed è presente versamento pleurico, elementi fortemente suggestivi di malignità e quindi meritevoli di una diagnosi immediata al fine di aumentare la speranza di vita.

La risposta D non è corretta.

Se la biopsia transbronchiale non fosse diagnostica, si potrebbe effettuare una biopsia TC-guidata (che sarebbe effettuata prima della biopsia transbronchiale, se ad esempio la massa fosse periferica).

La risposta E non è corretta.

Le prove di funzionalità respiratoria danno indicazioni circa il flusso d’aria, sui volumi polmonari, sugli scambi gassosi, sulla funzionalità dei muscoli respiratori e sulla reazione ai broncodilatatori; possono essere utilizzate per valutare asma e BPCO, ma sono inutili per diagnosticare un tumore.

Fonte Immagine:

AMA   PEZZUTO A, PIRAINO A, MARIOTTA S. Lung cancer and concurrent or sequential lymphoma: Two case reports with hypersensitivity to bevacizumab and a review of the literature. Oncology Letters. 2015;9(2):604-608. doi:10.3892/ol.2014.2717.
MLA   PEZZUTO, ALDO, ALESSIO PIRAINO, and SALVATORE MARIOTTA. “Lung Cancer and Concurrent or Sequential Lymphoma: Two Case Reports with Hypersensitivity to Bevacizumab and a Review of the Literature.” Oncology Letters 9.2 (2015): 604–608. PMC. Web. 26 Apr. 2018.
APA   PEZZUTO, A., PIRAINO, A., & MARIOTTA, S. (2015). Lung cancer and concurrent or sequential lymphoma: Two case reports with hypersensitivity to bevacizumab and a review of the literature. Oncology Letters, 9(2), 604–608. http://doi.org/10.3892/ol.2014.2717

2 di 3 Domande

Paziente, di 70 anni, affetto da adenocarcinoma della prostata. In seguito a insorgenza di algie ossee diffuse, esegue una scintigrafia ossea. Il quadro descritto dall'immagine è anche detto:

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La risposta corretta è la A.

Il cancro alla prostata è la neoplasia con la più alta incidenza negli uomini e dal punto di vista istologico è solitamente un adenocarcinoma. È il tumore più comune negli uomini e la seconda più grande causa di mortalità neoplastica nel sesso maschile. I fattori di rischio per il cancro alla prostata includono l’età, la razza ed una storia familiare positiva.

Resta asintomatico fino alla comparsa di ematuria e ostruzione del flusso urinario, dovuto alla crescita volumetrica.

Quando la malattia si trova in una fase più avanzata, il quadro clinico, che si può presentare, si caratterizza per ematuria, sintomi di ostruzione urinaria ed alterazione della funzionalità sessuale; in fase particolare avanzata ci possono essere metastasi ossee, soprattutto di tipo osteo-addensante, che possono determinare dolore osseo e fratture patologiche.

La diffusione di questa neoplasia può avvenire per contiguità, per via ematica e per via linfatica. Generalmente, la diffusione ematica avviene successivamente rispetto a quella linfatica. Per via ematica possiamo avere la frequente metastatizzazione a livello di: apparato scheletrico, bacino, colonna vertebrale, coste, femore e omero alle estremità prossimali. Altre localizzazioni tardive interessano polmoni, fegato, surrene, rene e raramente testicolo.

I dolori ossei, talvolta, possono essere il sintomo d’esordio della neoplasia, che purtroppo risulta essere, quindi, già avanzata.

La diagnosi di cancro alla prostata si fa con esplorazione rettale, ecografia prostatica transrettale, dosaggio PSA e biopsia prostatica.

Una volta diagnosticata, è importante a scopo terapeutico determinare la stadiazione e classificazione della malattia, ove a tal fine si utilizza abitualmente il Gleason score. 

La scintigrafia è la tecnica più adatta per l’identificazione di metastasi ossee secondarie a neoplasie primitive di altri organi, perché è molto più sensibile rispetto alle tecniche radiografiche. Attualmente, i radiofarmaci più utilizzati per lo studio scintigrafico dell’osso sono i bifosfonati, per la loro capacità di legarsi ai cristalli di idrossiapatite idratata, presenti nelle lesioni ossee metaboliche attive o nei centri di crescita. A causa di questa maggiore attività osteoblastica, come nel caso delle metastasi da carcinoma della prostata, le lesioni interessanti lo scheletro saranno ipercaptanti e quindi avremo una concentrazione maggiore di radiofarmaco.

Un quadro particolare di attività metabolica è il cosiddetto “superscan” o “beautiful bone scan” (risposta A esatta).


3 di 3 Domande

Un paziente di 55 anni si presenta in Pronto Soccorso per dolore toracico oppressivo, irradiato alla mandibola, insorto da 30 minuti circa. Viene eseguito l'elettrocardiogramma; quale reperto NON è presente nell’ECG allegata?

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La risposta corretta è la B.

Non è presente blocco di branca.

Le risposte D, E, C non sono corrette.

Osservando questo tracciato notiamo un ritmo sinusale (risposta D errata) con un sopraslivellamento del tratto ST (risposta A errata) di massimo 10 mm in DI-AvL e da V1 a V6 e con sottoslivellamento di massimo 3 mm in DII, DIII e AvF (risposta C errata). Si tratta di un infarto STEMI anterolaterale. Il blocco di branca, invece, non è presente.


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