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1 di 3 Domande

Il trattamento con Iodio-131 effettuato a scopo ablativo dopo intervento chirurgico per carcinoma differenziato della tiroide e' indicato in caso di:














La risposta corretta è la E.
Il trattamento chirurgico rappresenta la prima scelta nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide. L’approccio operatorio dipende dall’estensione della neoplasia a livello locale, extraghiandolare e linfonodale. Naturalmente l’intervento chirurgico va considerato quando è ritenuto eseguibile. Per i tumori metastatici è raccomandata la tiroidectomia totale. Nel caso in cui la malattia presenti inoltre estensione metastatica, è indicato inoltre il trattamento radiante sia con radioterapia esterna che con terapia radiometabolica. Il trattamento esterno può essere impiegato nel caso di metastasi ossea isolata iodocaptante, sebbene la completa resezione chirurgica di lesioni isolate sia associata ad un aumento della sopravvivenza. A questo può essere associata la terapia radiometabolica con Iodio-131, trattamento sistemico di scelta se la malattia è iodocaptante ed indicato per l’ablazione del tessuto tiroideo residuo post chirurgico, per la terapia delle recidive locoregionali e delle metastasi a distanza. Chirurgia, terapia radiante esterna e terapia radiometabolica hanno lo scopo di ridurre il rischio di recidiva.
La risposta A non è corretta.
La terapia con radioiodio in eta' giovanile va somministrata con cautela data la maggiore sensibilitĂ  agli effetti mutageni delle radiazioni.  Le donne in etĂ  fertile che desiderano una gravidanza devono aspettare almeno 12 mesi dal trattamento. In entrambi i sessi può inoltre provocare infertilitĂ , generalmente temporanea.
La risposta B non è corretta.
Livelli sierici di TSH <25 microUI/ml dopo adeguata sospensione di levotiroxina non rappresentano un criterio valido per poter associare la radioterapia esterna alla terapia radiometabolica con Iodio-131 in un paziente con carcinoma differenziato tiroideo metastastico.
La risposta C non è corretta.
La gravidanza rappresenta una controindicazione assoluta alla terapia radiometabolica con Iodio-131.
La risposta D non è corretta.
L’assunzione di amiodarone, farmaco ricco di Iodio, dovrebbe essere sospesa almeno 3-6 mesi prima della terapia radiometabolica con Iodio-131. L’amiodarone, oltre ad influenzare la conversione del T4 in T3, con aumento dei livelli plasmatici di T4 e riduzione di T3, ed incremento del TSH, soprattutto nei primi mesi di utilizzo, ha un effetto citotossico sulle cellule tiroidee.

2 di 3 Domande

E' utile associare radioterapia esterna alla terapia radiometabolica con Iodio-131 in un paziente con carcinoma differenziato tiroideo metastastico:














La risposta corretta è la E.
Il trattamento chirurgico rappresenta la prima scelta nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide. L’approccio operatorio dipende dall’estensione della neoplasia a livello locale, extraghiandolare e linfonodale. Naturalmente l’intervento chirurgico va considerato quando è ritenuto eseguibile. Per i tumori metastatici è raccomandata la tiroidectomia totale. Nel caso in cui la malattia presenti inoltre estensione metastatica, è indicato inoltre il trattamento radiante sia con radioterapia esterna che con terapia radiometabolica. Il trattamento esterno può essere impiegato nel caso di metastasi ossea isolata iodocaptante, sebbene la completa resezione chirurgica di lesioni isolate sia associata ad un aumento della sopravvivenza. A questo può essere associata la terapia radiometabolica con Iodio-131, trattamento sistemico di scelta se la malattia è iodocaptante ed indicato per l’ablazione del tessuto tiroideo residuo post chirurgico, per la terapia delle recidive locoregionali e delle metastasi a distanza. Chirurgia, terapia radiante esterna e terapia radiometabolica hanno lo scopo di ridurre il rischio di recidiva.
La risposta A non è corretta.
Livelli sierici di TSH <25 microUI/ml dopo adeguata sospensione di levotiroxina non rappresentano un criterio valido per poter  associare radioterapia esterna alla terapia radiometabolica con Iodio-131 in un paziente con carcinoma differenziato tiroideo metastastico.
La risposta B non è corretta.
L’assunzione di amiodarone, farmaco ricco di Iodio, dovrebbe essere sospesa da almeno 3-6 mesi prima della terapia radiometabolica con Iodio-131. L’amiodarone, oltre ad influenzare la conversione del T4 in T3, con aumento dei livelli plasmatici di T4 e riduzione di T3, ed incremento del TSH, soprattutto nei primi mesi di utilizzo, ha un effetto citotossico sulle cellule tiroidee.
La risposta C non è corretta.
La terapia con radioiodio nei pazienti anziani deve essere valutata con cautela per il maggior rischio di crisi tireotossica.
La risposta D non è corretta.
La terapia con radioiodio, per i suoi effetti tossici sul feto è controindicata in maniera assoluta in gravidanza.

3 di 3 Domande

In quale dei seguenti tumori neuroendocrini la scintigrafia con metaiodobenzilguanidina (MIBG) radioiodata e' preferibile alla scintigrafia con analogo marcato della somatostatina: 














La risposta corretta è la A.
Il feocromocitoma è una neoplasia che origina dalle cellule enterocromaffini localizzate nella midollare del surrene per il 90% dei casi; nel restante 10% dei casi la localizzazione è extra surrenalica e prende il nome di paraganglioma. Questa neoplasia si caratterizza per la secrezione di catecolamine e peptidi vasoattivi. Le manifestazioni più evidenti sono tachicardia e palpitazioni,crisi ipertensive e diaforesi. Le crisi ipertensive possono provocare cefalea improvvisa e attacchi d’ansia. La contemporaneità di questi sintomi si riscontra solo nel 15% dei pazienti affetti. La diagnosi viene fatta mediante esami di laboratorio, con la ricerca di metanefrina e normatanefrina. Queste possono essere ricercate sia sul sangue che sulle urine e vengono secrete in continuo dalle cellule tumorali quindi la loro ricerca da un minor numero di falsi negativi. Per la conferma della sede (o delle sedi) di localizzazione del feocromocitoma e del paraganglioma, così come anche nella ricerca delle recidive, è utile l’esecuzione della scintigrafia con metaiodobenzilguanidina marcata con iodio-131. Questo, un analogo della guanetidina, si accumula a livello delle terminazioni nervose presinaptiche delle cellule adrenergiche e nei granuli intracitoplasmatici delle cellule cromaffini. La sua localizzazione in maggiore o minore quantità in alcune sedi è funzione della concentrazione e del turnover catecolaminico. La scintigrafia con gli analoghi della somatostatina viene impiegata per i numerosi tumori neuroendocrini ma da luogo ad un maggior numero di falsi negativi rispetto al MIBG.
La risposta B non è corretta.
Il carcinoide bronchiale può essere indagato mediante la scintigrafia con radiofarmaci analoghi della somatostatina.
La risposta C non è corretta.
Il paraganglioma non funzionante da spesso origine alla scintigrafia a risultati falsi negativi ma, anche se non funzionante, nella maggior parte dei casi presenta i recettori per la somatostatina.
La risposta D non è corretta.
Il carcinoma midollare tiroideo può essere indagato mediante la scintigrafia con 131-I, 123-I e con 99mTc-pertecnetato e con gli analoghi della somatostatina, sebbene la misurazione dei livelli di calcitonina ematici rappresenti l’esame più specifico del carcinoma midollare della tiroide.
La risposta E non è corretta.
Il tumore endocrino del pancreas, funzionante o non funzionante, nella maggior parte dei casi esprime i recettori per la somatostatina quindi alla scintigrafia può essere indatago mediante molecole analoghe quali l’Octreotide.

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