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1 di 3 Domande

Scenario UYUI: Una donna di 88 anni affetta da Alzheimer, insufficienza mitralica e fibrillazione atriale persistente, viene portata presso il PS per deterioramento della sua condizione generale di salute, che viene attribuita ad un'infezione delle vie urinarie. Le vie venose periferiche non sono accessibili e pertanto si decide di prendere un accesso venoso tramite una vena centrale attraverso una vena periferica (vena cefalica) sotto guida ecografica. La paziente non ha presentato complicanze durante la manovra e pertanto, come di prassi, si procede ad un controllo di corretto posizionamento mediante l’esecuzione di una radiografia, come mostrato nell’immagine. Domanda 1: Dove è localizzato l’estremo distale del catetere?

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La risposta corretta è la D.

La radiografia del torace in proiezione anteroposteriore del paziente del caso clinico mostra in corrispondenza dell’ascella destra un’immagine lineare radiopaca ascrivibile a catetere posizionato: tale catetere sale attraverso la vena cefalica e discende attraverso la vena succlavia verso la vena basilica destra, dopo aver fatto un loop. Tale complicazione impone che il catetere debba essere riposizionato, in quanto il suo estremo distale dovrebbe proiettarsi in vena cava superiore (risposte A, B, C ed E errate).


2 di 3 Domande

Scenario UYUI: Una donna di 88 anni affetta da Alzheimer, insufficienza mitralica e fibrillazione atriale persistente, viene portata presso il PS per deterioramento della sua condizione generale di salute, che viene attribuita ad un'infezione delle vie urinarie. Le vie venose periferiche non sono accessibili e pertanto si decide di prendere un accesso venoso tramite una vena centrale attraverso una vena periferica (vena cefalica) sotto guida ecografica. La paziente non ha presentato complicanze durante la manovra e pertanto, come di prassi, si procede ad un controllo di corretto posizionamento mediante l’esecuzione di una radiografia, come mostrato nell’immagine. Domanda 2: In relazione al caso precedente, cosa è sensato fare in questo momento?

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La risposta corretta è la B.

Nel caso clinico, poiché il catetere venoso centrale (CVC) è situato in corrispondenza di una vena periferica (in particolare, a livello della vena basilica destra) e non in una via centrale, è necessario riposizionare il catetere, retraendolo per circa 10 cm per localizzare la punta del catetere e per riposizionarlo in sede corretta, rappresentata dalla vena cava superiore. Successivamente, sarà possibile iniziare la terapia farmacologica. Al contrario, rimuovere l’intero catetere e reinserirlo non è necessario, dato che risulta doloroso e comporta un aumentato rischio di rottura della vena e/o di ematoma (risposta A errata). Così, non è necessario incanalare un’altra vena, creando un doppio accesso, dato che ciò aumenta il rischio di complicanze ed infezioni (risposta C errata); inoltre, non può essere lasciato in tale sede perché è inutile oltre che dannoso (risposta D errata).


3 di 3 Domande

Una donna di 75 anni si reca presso il PS per dolore addominale associato ad un aumento volumetrico dell’ addome. Ha un’anamnesi patologica remota negativa per patologie degne di nota. All’esame obiettivo l’addome si presenta globoso senza apprezzabilità di masse o visceromegalie. Gli esami di laboratorio mostrano:
- emoglobina di 10,9 g / dl;
- VCM 92 fl;
- leucociti e piastrine, elettroliti e transaminasi nella norma.
Viene effettuata una paracentesi ove il liquido estratto si presenta color giallastro con gradiente di albumina di 0,7 e citologia sospetta per neoplasia. La paziente viene sottoposta ad una TC dell’addome. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la D.

Sulla base delle informazioni clinico-anamnestiche e della TC del caso clinico, la diagnosi più probabile per la paziente è l’adenocarcinoma dell’ovaio. Infatti, l’immagine del caso clinico mostra due sezioni TC: 

– una a livello pelvico, dove si osserva una grossolana massa centrale pelvica, prevalentemente solida con densità disomogenea, associata ad ascite e noduli sparsi nel peritoneo, compatibile con adenocarcinoma dell’ovaio; 

-una a livello addominale, dove si apprezzano stomaco con pareti sottili, ascite ed ispessimento peritoneale. 

Al contrario, lo pseudo-mixoma peritoneale ed il mesotelioma peritoneale possono manifestarsi come carcinomatosi peritoneale, ma sono due entità nosologiche con frequenza molto bassa (risposte A e C errate). All’opposto, il tumore di Krukenberg non è presente, in quanto lo stomaco, per quanto apprezzabile, è normale (risposta B errata). Infine, l’adenocarcinoma del colon, meno frequentemente associato a carcinosi peritoneale, non si manifesta come una massa pelvica (risposta E errata).


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