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1 di 62 Domande

NELLE MANOVRE DI PRIMO SOCCORSO, QUAL E' LA SEQUENZA DELLA VALUTAZIONE DEL SOGGETTO INCOSCIENTE?














La risposta corretta è la A
Nella valutazione del soggetto incosciente nelle manovre di primo soccorso, la sequenza corretta è "coscienza - vie aeree - respirazione - circolazione". Questa sequenza è essenziale per garantire un approccio sistematico nell'assistenza a una persona in stato di incoscienza, permettendo di identificare e gestire le priorità vitali in modo efficace. La prima fase, verifica della coscienza, è cruciale per valutare lo stato di risposta del soggetto. Se non vi è risposta, si procede con la verifica delle vie aeree, assicurandosi che non ci siano ostruzioni e che l'aria possa fluire liberamente verso i polmoni. Successivamente, si valuta la respirazione, controllando che questa sia presente e regolare. Infine, viene valutata la circolazione osservando segni visibili, come il colorito della pelle o il polso, che possano indicare un'adeguata circolazione sanguigna. Questa sequenza trae fondamento dalla necessità di assicurare prima la funzionalità dei processi più critici per la sopravvivenza. L'apertura delle vie aeree e la ripresa della respirazione sono azioni che hanno la priorità assoluta, dato che senza un adeguato apporto di ossigeno, le cellule inizieranno rapidamente a degenerare, conducendo a danni irreversibili all'organismo, in particolare al cervello. La valutazione della circolazione segue, essendo anch'essa fondamentale ma leggermente meno immediata rispetto alla gestione delle vie aeree e della respirazione. Questa sequenza mira a massimizzare le probabilità di sopravvivenza e ridurre il rischio di danni a lungo termine per la persona soccorsa, seguendo principi di triage che danno priorità alle funzioni più critiche per la sopravvivenza.

2 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


3 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

4 di 62 Domande

Secondo il “Profilo Professionale dell’Infermiere”, le aree previste per la formazione postbase e la pratica specialistica sono:














La risposta corretta è la C
Le aree previste per la formazione postbase e la pratica specialistica, secondo il "Profilo Professionale dell’ Infermiere", sono sanità pubblica, pediatria, psichiatria, geriatria, area critica. La scelta di queste aree riflette l'importanza di coprire una gamma variegata di bisogni assistenziali legati a diverse età e condizioni di salute. Infatti, ciascuna di queste aree rappresenta un campo specifico dell'assistenza infermieristica che richiede conoscenze specialistiche e competenze evolute per rispondere efficacemente alle diverse necessità di cura: - **Sanità pubblica**: si concentra sulla prevenzione delle malattie, promozione della salute e interventi a livello di comunità . - **Pediatria**: si dedica alla cura e al sostegno della salute dei bambini, dagli infanti agli adolescenti. - **Psichiatria**: mira alla cura e al sostegno di persone con disturbi mentali o comportamentali. - **Geriatria**: si concentra sulle cure dedicate agli anziani, tenendo conto delle molteplici patologie e delle fragilità legate all'invecchiamento. - **Area critica**: comprende la cura di pazienti in condizioni di vita critica o in ambienti ad alta intensità di cure, come le terapie intensive. Questa ripartizione assicura che l'assistenza infermieristica sia in grado di rispondere in modo complesso e integrato alle sfide sanitarie attuali, preparando gli infermieri a un intervento professionale qualificato e specifico per ogni contesto di cura.

5 di 62 Domande

L’adesione al Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina:














La risposta corretta è la A
L'adesione al Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina è obbligatoria. Questo impegno garantisce l'aggiornamento continuo dei professionisti della salute, assicurando che le loro conoscenze e competenze rimangano al passo con l'evolversi della scienza medica. L'educazione continua è cruciale nel campo della medicina, poiché consente ai professionisti sanitari di fornire cure basate sulle più recenti evidenze scientifiche, garantendo una migliore qualità delle prestazioni e un miglioramento della sicurezza dei pazienti. La formazione continua affronta vari aspetti della pratica medica, inclusi i nuovi sviluppi in termini di tecnologie, trattamenti e linee guida. Supporta inoltre la riflessione su competenze etiche e comunicative, contribuendo alla crescita professionale e personale. Questo programma rappresenta un pilastro nella promozione di un’ eccellenza sanitaria, dimostrando l’ importanza di mantenere aggiornato il personale medico e paramedico al fine di rispondere con competenza alle esigenze in continua evoluzione del settore salute.

6 di 62 Domande

Quali tra i seguenti possono essere scopi dell’educazione della persona assistita?:














La risposta corretta è la D
Gli scopi dell'educazione della persona assistita includono la promozione del benessere, la prevenzione della malattia, il recupero della salute e la promozione dell'adattamento. Questa risposta è completa poiché racchiude i principali obiettivi dell'educazione nel contesto assistenziale: in primo luogo, mantenere o migliorare il benessere generale; prevenire l'insorgenza di condizioni patologiche; supportare la persona nel processo di guarigione da malattie e infine, aiutarla ad adattarsi a eventuali cambiamendi dovuti al proprio stato di salute. Questi obiettivi sottolineano un approccio olistico all'assistenza, centrato sulla persona.

7 di 62 Domande

La legge 1° febbraio 2006, n. 43, prevede:














La risposta corretta è la C
La legge 1 ° febbraio 2006, n. 43, prevede che i Collegi professionali diventino Ordini professionali, imponendo l'obbligo di iscrizione. Questa trasformazione rafforza il ruolo di questi enti nella tutela delle professioni, assicurando una maggior regolamentazione e controllo sull'accesso e l'esercizio delle professioni stesse. La normativa mira così a garantire standard elevati nelle professioni regolamentate, proteggendo sia i professionisti che i consumatori. Questa mossa legislativa si inserisce in un più ampio processo di modernizzazione e adeguamento alle esigenze del mercato e della società , richiedendo una iscrizione obbligatoria come forma di garanzia della qualità e della competenza professionale.

8 di 62 Domande

L’art. 1 della legge n. 251 del 10 agosto 2000 chiarisce che gli operatori delle professioni sanitarie infermieristiche e della professione sanitaria di ostetrica svolgono assistenza:














La risposta corretta è la B
L'art. 1 della legge n. 251 del 10 agosto 2000 specifica che gli operatori delle professioni sanitarie infermieristiche e della professione sanitaria di ostetrica esercitano il loro lavoro con autonomia professionale, adottando metodologie di pianificazione per obiettivi. Questo approccio li guida a stabilire obiettivi specifici per la cura del paziente, contribuendo a fundamentare le decisioni cliniche su una base obiettiva e misurabile. Questo principio risponde alla necessità di una pratica basata sull'evidenza, che valorizza la multidisciplinarietà ma pone l'accento sulla capacità degli operatori di sviluppare un piano di cura personalizzato. Le metodologie di pianificazione per obiettivi consentono di definire strategie terapeutiche che tengono conto delle condizioni di salute specifiche del paziente, dei suoi bisogni e delle sue aspettative, promuovendo così un'assistenza sanitaria di qualità e centrata sulla persona. Questa visione è in linea con le tendenze moderne della sanità che incoraggiano l'empowerment del professionista sanitario, garantendogli uno spazio di operatività definito e la possibilità di contribuire attivamente alla gestione del paziente. L'autonomia professionale riconosciuta dalla legge rappresenta dunque un fattore chiave per l'efficacia e l'efficienza del sistema sanitario, sottolineando l'importanza di un approccio personalizzato e basato su obiettivi chiaramente definiti nel contesto dell'assistenza infermieristica e ostetrica.

9 di 62 Domande

Nell’ambito del nursing, un problema e?:














La risposta corretta è la C
Nell'ambito del nursing, un problema è un bisogno che la persona non è in grado di soddisfare. Questa definizione correttamente incapsula l'essenza del concetto di "problema" in contesti sanitari, dove il focus è sull'individuo e sulle sue capacità o meno di gestire autonomamente le proprie necessità di salute. Tale prospettiva pone le basi per l'assistenza infermieristica, la quale mira a riconoscere, valutare e intervenire sui bisogni non soddisfatti. I problemi di salute possono variare da questioni fisiche, come ferite o malattie, a sfide psicologiche o sociali, ogniuno richiedendo un approccio personalizzato e basato sulle specifiche necessità dell'individuo. L'importanza di identificare questi bisogni insoddisfatti sta nel fatto che permettono agli infermieri di formulare un piano di cura su misura, che miri non solo al trattamento dei sintomi, ma anche all'incoraggiamento dell'autogestione e alla promozione della salute generale del paziente. In questo contesto, intervenire sui problemi significa facilitare il percorso del paziente verso un maggiore benessere fisico e mentale, potenziando la sua capacità di risposta alle sfide sanitarie e migliorando, di conseguenza, la qualità della vita.

10 di 62 Domande

L’infermiere esprime lo specifico disciplinare:














La risposta corretta è la E
L'infermiere esprime lo specifico disciplinare documentando il proprio specifico professionale. Questa risposta è corretta perché , nella pratica infermieristica, la documentazione funge da strumento essenziale per garantire la continuità delle cure, l'accuratezza delle informazioni condivise tra i professionisti e la responsabilità legale per le azioni svolte. La documentazione professionale include appunti precisi sulle condizioni del paziente, interventi infermieristici, risposte del paziente agli interventi e conclusioni infermieristiche, come i piani di cura che riguardano direttamente la salute e il benessere del paziente. La corretta documentazione riflette il ragionamento clinico e le decisioni prese dall'infermiere, che sono centrali nella pratica specifica della professione. Questa pratica aiuta anche a stabilire standard di assistenza e fornisce una base per la valutazione delle prestazioni infermieristiche. Pertanto, documentando il proprio specifico professionale, l'infermiere non solo adempie ai requisiti legali e etici ma contribuisce anche direttamente alla qualità dell'assistenza fornita e alla sicurezza del paziente.

11 di 62 Domande

Il modello olistico pone al centro della sua concezione:














La risposta corretta è la E
Il modello olistico pone al centro della sua concezione l'individuo come essere unico ed irripetibile, espressione di una storia personale. Questa concezione si basa sul riconoscimento dell'unicità dell'individuo nell'ambito sanitario e del benessere, enfatizzando che ogni persona ha una storia, delle esperienze e dei bisogni che sono propri e differenti da qualunque altro individuo. Infatti, l’ approccio olistico riconosce che la salute e il benessere di una persona derivano da un'interconnessione e un equilibrio tra diverse dimensioni: fisica, emotiva, sociale, spirituale e mentale. Questo modello considera quindi l'individuo nella sua totalità , ponendo attenzione non solo alla patologia specifica o ai sintomi fisici, ma integrando tutte le componenti che contribuiscono al suo stato di salute. Si differenzia dagli approcci più tradizionali concentrati principalmente sull'aspetto fisico, proponendo invece un trattamento più personalizzato che tenga conto delle diverse realtà e necessità individuali. Il riconoscimento della complessità e unicità dell'essere umano invita alla realizzazione di interventi più mirati e adeguati alle esigenze di ogni persona, migliorando l'efficacia dell'assistenza sanitaria e del sostegno psicologico.

12 di 62 Domande

Il C.C.N.L. e?:














La risposta corretta è la C
Il C.C.N.L. è il contratto sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali di categoria maggiormente rappresentative e dall’ ARAN, che regola il rapporto di lavoro dei dipendenti in aspetti giuridici ed economici. Quest'acronimo sta per Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ed è essenziale nel delineare diritti e doveri delle parti in ambito lavorativo, influenzando significativamente le condizioni di lavoro in Italia.

13 di 62 Domande

Secondo le Linee Guida per la rianimazione cardiopolmonare dell’European Resuscitation Council (ERC) del 2005, l’utilizzo del Defibrillatore Semiautomatico Esterno nel bambino e?:














La risposta corretta è la E
Secondo le Linee Guida per la rianimazione cardiopolmonare dell’ European Resuscitation Council (ERC) del 2005, l'utilizzo del Defibrillatore Semiautomatico Esterno è sconsigliato nel lattante e consigliato nel bambino tra 1 e 8 anni. Questa indicazione si basa sul riconoscimento delle particolari necessità legate all'età nella gestione dell'arresto cardiaco. Il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) è un dispositivo salvavita per arresto cardiaco dovuto a fibrillazione ventricolare (FV) o tachicardia ventricolare senza polso (TV), ritmi che possono beneficiare enormemente di una defibrillazione tempestiva. Nel contesto pediatrico, la fibrillazione ventricolare è meno comune, ma può comunque presentarsi, in particolare in bambini maggiori e adolescenti. Nei lattanti, l'arresto cardiaco ha più spesso un'origine asfittica o da cause non arritmiche, rendendo meno probabile il successo della defibrillazione. Per questo motivo, il consiglio di priorizzare la RCP con compressioni toraciche e ventilazioni assistite e di limitare l'uso del DAE ai bambini oltre il primo anno di vita, fino ai 8 anni. È fondamentale che i soccorritori siano adeguatamente formati per riconoscere la fascia d'età del bambino e utilizzare il dispositivo correttamente, incluso l'utilizzo di pad/attenuatori pediatrici quando disponibili, per ridurre l'energia erogata e adeguarla all'età del bambino. Queste indicazioni riflettono un'attenta valutazione dei rischi e dei benefici derivanti dall'utilizzo del DAE in fasce d'età differenti, bilanciando la necessità di agire rapidamente in caso di arresto cardiaco con la sicurezza del piccolo paziente.

14 di 62 Domande

In caso di ambito assistenziale in cui vi siano soggetti potenzialmente affetti da malattia contagiosa (es. AIDS), quali precauzioni/segnalazioni puo? legittimamente mettere in atto il personale sanitario?














La risposta corretta è la D
Il personale sanitario, in ambiti assistenziali con soggetti potenzialmente affetti da malattie contagiose come l'AIDS, deve adottare le precauzioni universali indipendentemente dai pazienti che assiste. Questa pratica è essenziale per prevenire la trasmissione delle infezioni. Le precauzioni universali includono l'utilizzo di guanti, mascherine, occhiali protettivi e camici, oltre alla corretta igiene delle mani e alla gestione sicura degli strumenti affilati. Questa approccio è basato sulla premessa che non è sempre possibile conoscere lo stato di salute di tutti i pazienti, soprattutto relativamente alle infezioni trasmissibili attraverso il sangue e altri fluidi corporei. La nocività e la facilità di trasmissione di agenti patogeni come il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), responsabile dell'AIDS, rendono fondamentali le precauzioni universali. Le meticilina è usata come strumento di protezione contro molteplici rischi, agendo come un'efficace barriera tra il personale sanitario e i fluidi corporei che potrebbero contenere agenti infettivi. Le buone pratiche di igiene e l'uso appropriato dei dispositivi di protezione individuale sono componenti chiave per prevenire la trasmissione di infezioni come l'AIDS, garantendo sia la sicurezza dei pazienti sia quella degli operatori sanitari. L'adozione di queste misure universali riflette l'importanza di un approccio preventivo nell'assistenza sanitaria, riconoscendo che la tutela della salute pubblica e la sicurezza degli operatori sanitari sono intimamente connesse. La prassi delle precauzioni universali sottolinea il ruolo centrale della prevenzione, prioritizzando la sicurezza generale nel contesto dell'assistenza sanitaria.

15 di 62 Domande

Quali dei seguenti metodi di controllo non farmacologico del dolore e? inesistente?














La risposta corretta è la E
Il metodo di controllo non farmacologico del dolore inesistente tra quelli proposti è le tecniche di allontanamento. Le tecniche di controllo del dolore non farmacologico autentiche e validate comprendono immaginazione guidata, tecniche di rilassamento e tecniche di distrazione. Questi metodi sono radicati nella capacità del cervello di influenzare la percezione del dolore tramite meccanismi psicologici. Le tecniche di rilassamento, per esempio, possono aiutare a ridurre la tensione muscolare e migliorare l'umore, il che può influenzare positivamente la percezione del dolore. L'immaginazione guidata si basa sul potere della mente di generare immagini che possono distogliere l'attenzione dal dolore o creare sensazioni piacevoli. Infine, le tecniche di distrazione utilizzano l'attività mentale per deviare l'attenzione dal dolore a pensieri o attività piacevoli, riducendo così la sensazione di dolore. Questi metodi sono parte di un approccio olistico al controllo del dolore, che considera la persona nella sua interezza, comprendendo sia gli aspetti fisici sia quelli psicologici. Non esistendo specifiche menzioni nelle fonti autorevoli della cosiddetta "tecnica di allontanamento", si intuisce che tale termine non appartiene al corpus delle pratiche accettate e validate per il controllo del dolore non farmacologico. Quindi, sebbene ogni individuo possa reagire diversamente ai vari metodi di controllo del dolore, è essenziale affidarsi a tecniche supportate da evidenze scientifiche e pratiche cliniche consolidate.

16 di 62 Domande

La procedura e?:














La risposta corretta è la B
La procedura è una successione logica di azioni, espressa in forma scritta, per eseguire un intervento secondo criteri di correttezza. La precisazione sulla forma scritta distingue le procedure da altri tipi di indicazioni che possono essere trasmesse oralmente, enfatizzando l'importanza della documentazione e della sistematicità nell'approccio alle operazioni da svolgere, garantendo affinché tutti gli step siano chiari e replicabili con precisione.

17 di 62 Domande

La scala di CHEOPS consente di rilevare nel bambino:














La risposta corretta è la B
La scala di CHEOPS è uno strumento utilizzato per rilevare il dolore nel bambino. Questa valutazione è importante poiché il dolore nei bambini, soprattutto nei più piccoli o in quelli non in grado di esprimere verbalmente le loro sensazioni, necessita di un metodo affidabile per essere riconosciuto e valutato adeguatamente. Il dolore è una sensazione e un'esperienza emotiva spiacevole associata a un danno tessutale effettivo o potenziale. È soggettivo e fortemente influenzato dai fattori fisiologici, psicologici e ambientali. La valutazione del dolore in pediatria può essere particolarmente complessa a causa delle varie età , capacità di comunicazione e sviluppo cognitivo dei bambini. Metodi come la scala di CHEOPS sono quindi essenziali per garantire una valutazione accurata e un trattamento adeguato del dolore nel bambino. Queste scale si basano sulla osservazione di comportamenti specifici che indicano dolore, come il pianto, espressioni facciali di disagio, posizioni del corpo che suggeriscono dolore o disagio e altri indicatori comportamentali di dolore. La corretta identificazione e valutazione del dolore sono passi fondamentali nel fornire cure appropriate, ridurre la sofferenza e migliorare la qualità della cura pediatrica.

18 di 62 Domande

Uno dei seguenti esame deve essere effettuato sul cordone ombelicale di ogni neonato:














La risposta corretta è la C
Il test di Coombs Diretto, gruppi sanguigni e fattore Rh devono essere determinati sul cordone ombelicale di ogni neonato. Questa analisi è fondamentale per diagnosticare e prevenire le complicazioni dovute all'incompatibilità sanguigna tra madre e neonato, inclusa l'ematemesi del neonato. La patologia specificamente correlata a questa pratica è la Malattia Emolitica del Neonato (MEN), una condizione in cui gli anticorpi della madre attraversano la placenta e distruggono i globuli rossi del neonato. Questa situazione si verifica se vi è incompatibilità di gruppo sanguigno tra madre e figlio, specialmente connessa al fattore Rh. Il Test di Coombs Diretto è usato per rilevare gli anticorpi legati ai globuli rossi nel sangue del neonato, mostrando se c’ è stato un attacco immunitario contro di essi. Identificare precocemente il gruppo sanguigno e il fattore Rh del neonato e la presenza di anticorpi consente di adottare trattamenti mirati per prevenire le gravi conseguenze della MEN, inclusa l'anemia, l'ittero e, nei casi più severi, l'edema letale del feto. Comprendere la MEN è essenziale per prevenire e gestire le sue complicanze, enfatizzando l'importanza di eseguire queste analisi su ogni neonato al fine di scattare immediatamente con le idonee cure mediche.

19 di 62 Domande

La Febbre remittente e? caratterizzata da:














La risposta corretta è la C
La febbre remittente è caratterizzata da un rialzo termico che durante il periodo del fastigio presenta oscillazioni giornaliere di due-tre gradi, senza mai raggiungere la completa defervescenza. Questo tipo di febbre si differenzia dalle altre forme per l'andamento delle temperature corporee. Nella febbre remittente, il termometro mostra una variazione notevole della temperatura nel corso della giornata, che tuttavia non scende mai al di sotto della soglia febbrile. Questo andamento è indice di un'infezione o di un'infiammazione in corso, dove il corpo combatte attivamente contro un agente patogeno. La febbre in sé è una risposta dell'organismo volta a creare un ambiente meno favorevole alla sopravvivenza dei microbi, aumentando la temperatura al di sopra di quella ideale per la maggior parte degli agenti patogeni. Una caratterizzazione dettagliata delle diverse tipologie di febbre ci aiuta a comprendere meglio il contesto clinico in cui si manifestano. Infatti, la febbre remittente può essere associata a varie condizioni, come certe infezioni batteriche o virali, e il suo pattern termico è utile per guidare l'approfondimento diagnostico. Diversamente da altri tipi di febbre, dove la temperatura può rimanere costante (febbre continua) o variare significativamente tra valori febbrili e non-febbrili nello stesso giorno (febbre intermittente), la febbre remittente offre un segnale chiaro dell'andamento della malattia in esame, suggerendo la necessità di un'indagine mirata sulla natura dell'infezione o dell'infiammazione.

20 di 62 Domande

Tra le regole fondamentali per migliorare la sicurezza del paziente ospedalizzato si ritrova:














La risposta corretta è la A
L'adozione di un foglio unico di terapia è una regola fondamentale per migliorare la sicurezza del paziente ospedalizzato. Questa approccio semplifica il processo di somministrazione dei medicinali, riducendo il rischio di errori. Un foglio unico di terapia assicura che tutte le prescrizioni mediche siano centralizzate in un unico documento informativo. Facilita la comunicazione tra i professionisti della salute e aiuta a prevenire errori di dosaggio o di somministrazione del farmaco, problemi comuni che possono compromettere gravemente la sicurezza del paziente. La centralizzazione e standardizzazione delle informazioni sulla terapia riducono le possibilità di malintesi o dimenticanze, contribuendo a garantire che il paziente riceva sempre il trattamento corretto. Inoltre, la presenza di tutte le prescrizioni in un unico posto permette ai caregiver di avere una panoramica completa della terapia del paziente, favorendo una gestione più efficiente e sicura delle cure. Queste misure, sebbene possano sembrare semplici, hanno un impatto significativo sulla riduzione degli errori medici e sull'aumento della sicurezza del paziente in ambito ospedaliero.

21 di 62 Domande

Prima di effettuare la Contenzione fisica su pazienti ospedalizzati, l’infermiere deve riportare sulla documentazione infermieristica che:














La risposta corretta è la B
Prima di procedere alla contenzione fisica dei pazienti ospedalizzati, l'infermiere deve assicurarsi che siano state adottate altre misure meno invasiva, che vi sia una prescrizione medica e che l'intervento sia clinicamente giustificato, tenendo conto delle condizioni generali del paziente. La contenzione fisica si rende necessaria quando un paziente rappresenta una minaccia immediata per sé stesso o per gli altri e tutte le altre alternative sono state esaurite. Questa procedura, per quanto estrema, viene considerata solo quando non vi sono altre opzioni per garantire la sicurezza. La contenzione deve sempre essere eseguita nel rispetto della dignità del paziente e seguendo specifici criteri clinici, valutando rischi e benefici. È importante che la contenzione sia parte di un piano di cura individualizzato, rivisto e aggiornato regolarmente, e che si tenti di ridurre al minimo il suo utilizzo attraverso metodi alternativi, come tecniche di de-escalation, modificazioni dell'ambiente, e uso di farmacologia opportuna quando indicato. Questo approccio garantisce che la contenzione sia usata solo come ultima risorsa, proteggendo i pazienti da possibili danni o disagi e rispettando i loro diritti.

22 di 62 Domande

Il sistema di raccolta delle urine a circuito chiuso ha come peculiarita?:














La risposta corretta è la C
Il sistema di raccolta delle urine a circuito chiuso si caratterizza per avere un dispositivo di svuotamento, una valvola antireflusso e una membrana perforabile. Queste peculiarità sono fondamentali per ridurre il rischio di infezioni, soprattutto in pazienti che necessitano di cateterizzazione urinaria per lunghi periodi. La valvola antireflusso previene il ritorno dell'urina dalla sacca al paziente, impedendo così la risalita dei batteri. La membrana perforabile permette il prelievo di campioni asettici per eventuali analisi, senza compromettere la sterilità del sistema. Questi elementi rendono il sistema più sicuro e igienico, essenziali per la prevenzione delle infezioni del tratto urinario, tra cui le infezioni delle vie urinarie (UTI) e la batteriemia, che possono derivare da pratiche improprie nella gestione della cateterizzazione urinaria. La loro importanza è supportata da linee guida in ambito clinico volte a minimizzare i rischi associati all'uso prolungato di cateteri urinari.

23 di 62 Domande

La presenza di valori sopra la norma nell’esame dell’Hb glicosilata nel paziente diabetico e? sintomo di:














La risposta corretta è la B
La presenza di valori sopra la norma nell’ esame dell’ Hb glicosilata nel paziente diabetico è sintomo di alterazioni in eccesso dei valori glicemici durante la giornata. Questo indica che, nonostante il trattamento, il controllo glicemico del paziente non è ottimale e si verificano picchi di glucosio nel sangue. L'Hb glicosilata, o emoglobina A1c, è un parametro che fornisce una stima del controllo glicemico mediato negli ultimi 2-3 mesi. Valori elevati di HbA1c indicano che, in media, la concentrazione di glucosio nel sangue è stata alta in questo periodo. Ciò può essere dovuto a diverse cause, comprese le alterazioni nella dieta, la mancata aderenza alla terapia farmacologica o l'insufficiente dosaggio dei farmaci antidiabetici. Un controllo glicemico non ottimale aumenta il rischio di complicanze a lungo termine del diabete, come malattie cardiovascolari, danno renale, disturbi visivi e neuropatia diabetica. Pertanto, mantenere l'HbA1c entro i valori target è cruciale per ridurre tali rischi e migliorare la qualità di vita del paziente diabetico. Questa misura dell'HbA1c è quindi un indicatore prezioso per i medici, in quanto fornisce una panoramica più ampia del controllo della malattia rispetto alle sole misurazioni giornaliere della glicemia.

24 di 62 Domande

Gianni, 82 anni, e' stato sottoposto ad intervento di chirurgia maggiore in anestesia generale. Il candidato indichi quali delle seguenti azioni mette in atto per prevenire il delirium postoperatorio.














La risposta corretta è la A
Per prevenire il delirium postoperatorio in Gianni, 82 anni, sottoposto a chirurgia maggiore in anestesia generale, si attuano interventi non farmacologici come la stimolazione cognitiva e sensoriale, la precoce mobilizzazione e la prevenzione della disidratazione. Questa risposta è corretta perché il delirium, uno stato di confusione mentale acuta, può essere influenzato negativamente dall'immobilità , disidratazione e dalla mancanza di stimoli adeguati, fattori spesso presenti nei pazienti postoperatori anziani. Prevenire il delirium in tali pazienti richiede la messa in atto di strategie su più fronti che mirano a ridurre i fattori di rischio. Tra queste, la stimolazione cognitiva può aiutare a mantenere attiva la mente del paziente attraverso attività come dialoghi, giochi di memoria o la lettura. La stimolazione sensoriale, ad esempio mediante l'uso di luce naturale o la riduzione dei rumori ambientali eccessivi, contribuisce a mantenere il ciclo sonno-veglia. La mobilizzazione precoce è importante per evitare la debolezza muscolare e stimolare la circolazione, riducendo così il rischio di complicazioni che possono favorire l'insorgenza del delirio. Infine, garantire un'adeguata idratazione contribuisce al mantenimento delle funzioni fisiologiche vitali. Queste misure sono parte integrante di un approccio globale che punta non solo a prevenire il delirium ma anche a promuovere una migliore e più rapida ripresa del paziente dopo l'intervento chirurgico.

25 di 62 Domande

Sandra, 73 anni, ex operaia metallurgica, e' affetta da BPCO; vive da sola con limitazioni nelle Attivita' di Vita Quotidiana (ADL). Il candidato indichi quali aspetti considera fondamentale discutere con lei.














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda posta, riguardante gli aspetti fondamentali da discutere con Sandra, affetta da BPCO e con limitazioni nelle Attività di Vita Quotidiana, è la gestione della terapia farmacologica inalatoria, l'attività fisica costante e le modificazioni delle abitudini alimentari. Questi elementi sono essenziali nel trattamento della BPCO per diverse ragioni. La BPCO, ovvero la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, è una malattia che provoca ostruzione al flusso aereo nei polmoni e porta a difficoltà respiratorie. Un trattamento efficace della BPCO richiede un approccio olistico che includa la gestione della terapia farmacologica, modifiche dello stile di vita e supporto psicosociale. La terapia farmacologica inalatoria è cruciale perché aiuta a ridurre l'ostruzione delle vie aeree e a controllare i sintomi. Le attività fisiche costanti sono raccomandate per migliorare la capacità respiratoria e l'efficienza muscolare, migliorerà anche la qualità della vita del paziente. Cambiare le abitudini alimentari è importante per mantenere un peso sano, dal momento che sia la perdita che l'eccesso di peso possono aggravare i sintomi della BPCO. Dunque, per Sandra, integrare nella sua routine giornaliera la gestione ottimale della terapia inalatoria, assicurarsi di aderire a un programma di attività fisica regolare e adottare una dieta equilibrata sono passaggi chiave non solo nel limitare l'aggravarsi dei sintomi della BPCO ma anche nel migliorare la sua generale qualità di vita. Questi approcci mirati contribuiscono a ottimizzare la funzione respiratoria, a ridurre il rischio di riacutizzazioni e a supportare il benessere complessivo della paziente.

26 di 62 Domande

Ilaria, 80 anni e' ricoverata in Terapia Intensiva Post-Operatoria e manifesta segni/sintomi di delirium. Il candidato indichi quali sono le possibili cause di delirium in un paziente ricoverato in Terapia Intensiva.














La risposta corretta è la C
Ilaria, ricoverata in Terapia Intensiva Post-Operatoria, manifesta segni/sintomi di delirium a causa principalmente di sedazione non adeguata e patologia acuta. Il delirium è una sindrome che comporta una riduzione della capacità di attenzione e della cognizione, che di solito si sviluppa in breve tempo ed è spesso fluttuante nel corso della giornata. Si tratta di un disturbo comune tra i pazienti ricoverati in ospedale, in particolare nelle unità di terapia intensiva, dove i fattori come le condizioni acute di salute e gli effetti della sedazione giocano un ruolo critico. L’ insorgenza del delirium può essere influenzata da una gamma di fattori tra cui i disordini metabolici, i cambiamenti fisiologici indotti dallo stress chirurgico, le infezioni, l'interruzione dei cicli sonno-veglia, e il uso di farmaci, tra cui le modalità di sedazione. Gli anziani e i pazienti con patologie acute sono particolarmente vulnerabili. La gestione inadeguata del dolore, la sedazione profonda o non adeguata, e le complicazioni derivanti dalla malattia di base possono precipitare o esacerbare il quadro di delirium, evidenziando l'importanza di un approccio attento e personalizzato nella cura dei pazienti in ambiente di terapia intensiva.

27 di 62 Domande

La specificita' di una scala di valutazione viene espressa con un numero. Il candidato indichi qual e' l'affermazione corretta.














La risposta corretta è la D
La specificità di una scala di valutazione espressa con un numero è correttamente identificata tra 0 e 1. Questo stato perché intervallo 0-1 rappresenta una probabilità , essendo 0 che un evento non accada mai e 1 che un evento accada sempre. Quindi, in termini di specificità , questo intervallo misura quanta certezza esiste che la scala identifichi correttamente non-occorrenze dell'evento o condizione valutata.

28 di 62 Domande

Antonio 37 anni, e' stato sottoposto ad un intervento endovascolare di embolizzazione di aneurisma cerebrale. Il candidato indichi quali sono i parametri piu' significativi per il riconoscimento precoce di un eventuale emorragia.














La risposta corretta è la E
Antonio, 37 anni, è stato operato per embolizzazione di un aneurisma cerebrale. I parametri significativi per riconoscere precocemente un'emorragia sono PA (Pressione Arteriosa), FC (Frequenza Cardiaca) e diametro pupillare. Questi elementi sono cruciali perché consentono di monitorare le condizioni neurologiche e cardiovasculari del paziente. L'aumento della pressione intracranica dovuto a un'emorragia può causare variazioni nella frequenza cardiaca e nella pressione arteriosa, nonché alterazioni nel diametro pupillare a causa della pressione esercitata sul nervo cranico. Affrontando brevemente la patologia di un aneurisma cerebrale, si tratta di una dilatazione patologica della parete di un'arteria cerebrale. Quando si rompe, si verifica un'emorragia subaracnoidea, con attribuzione improvvisa di una cefalea intensa (“ colpo di fulmine” ), nausea, vomito, collasso e in casi gravi, perdita di coscienza. Il monitoraggio di PA, FC e il diametro delle pupille aiuta a identificare variazioni potenzialmente indicative di problemi neurologici o di un aumento della pressione intracranica, facilitando interventi tempestivi, essenziali per prevenire danni maggiori al cervello e migliorare il risultato clinico.

29 di 62 Domande

In caso di pneumotorace, il catetere inserito in cavita' pleurica deve














La risposta corretta è la B
In caso di pneumotorax, il catetere inserito in cavità pleurica deve essere collegato a una valvola ad acqua. Questo perché la valvola ad acqua permette il drenaggio dell'aria dalla cavità pleurica senza permetterne il ritorno, facilitando così la riespansione del polmone. Il pneumotorace si verifica quando l'aria penetra nello spazio pleurico, causando il collasso parziale o totale del polmone. Questo può derivare da un trauma, procedure mediche o può accadere spontaneamente. Il trattamento punta a rimuovere l'aria intrappolata e a ripristinare la pressione negativa nello spazio pleurico, consentendo così al polmone di riespandersi. Utilizzare una valvola ad acqua è un metodo efficace per mantenere uno scambio unidirezionale durante il drenaggio, evitando il rischio di un ulteriore ingresso di aria che potrebbe exacerbare il pneumotorace. La gestione corretta del pneumotorace richiede precisione e attenzione per garantire una risoluzione efficace del problema e ridurre i rischi di complicanze.

30 di 62 Domande

Le ustioni di secondo grado.........














La risposta corretta è la E
Le ustioni di secondo grado interessano l'epidermide e gli strati superficiali del derma con formazione di flittene. Questa definizione corrisponde a quanto riportato nelle fonti mediche che descrivono le diverse tipologie di ustioni in base alla profondità e al coinvolgimento dei vari strati della pelle. Le ustioni di secondo grado, infatti, vengono classificate in base al loro impatto specificamente sull'epidermide e sulla parte superficiale del derma, causando conseguentemente la formazione di flittene (bolle) a seguito della lesione. Queste flittene sono riempite di liquido, costituito principalmente da plasma che fuoriesce dai danneggiati vasi sanguigni del derma. A differenza delle ustioni di primo grado, che toccano soltanto l'epidermide causando arrossamento e dolore ma senza formare flittene, o delle ustioni di terzo grado, che invece interessano tutti gli strati della pelle fino a raggiungere tessuti più profondi, le ustioni di secondo grado lasciano solitamente la pelle con una capacità di guarigione più completa, anche se possono risultare in cicatrici o modificazioni della pigmentazione cutanea. La corretta identificazione e gestione di questo tipo di ustioni è cruciale per prevenire infezioni e promuovere una guarigione ottimale.

31 di 62 Domande

La documentazione infermieristica e' parte integrante della documentazione sanitaria relativa al paziente e come tale va trattata nelle fasi di:














La risposta corretta è la A
La documentazione infermieristica, essendo parte del dossier medico del paziente, deve essere gestita correttamente in fase di compilazione, utilizzazione e conservazione. Questo perché rappresenta uno strumento cruciale per la continuità delle cure, garantendo la trasmissione delle informazioni sanitarie tra i professionisti e nel tempo. La corretta gestione della documentazione infermieristica permette di tracciare l'assistenza prestata, di difendere la pratica infermieristica in caso di contenziosi legali e di fornire una base per l'audit clinico e la ricerca. Trattandosi di un elemento chiave nella gestione della salute del paziente, la sua corretta compilazione garantisce la raccolta accurata dei dati, la sua utilizzazione facilita la comunicazione tra i professionisti sanitari e la sua conservazione adeguata assicura che le informazioni siano disponibili quando necessario, rispettando al contempo la privacy e la confidenzialità del paziente. La normativa vigente impone linee guida specifiche per la gestione dei documenti sanitari, enfatizzando l'importanza di ogni fase del processo per garantire una assistenza sicura e di qualità .

32 di 62 Domande

Un paziente deve assumere 50 mg di antibiotico in sospensione orale. Avendo a disposizione il dosaggio di 600 mg in 60ml, quanti ml devono essere somministrati?














La risposta corretta è la E
Un paziente deve assumere 50 mg di antibiotico in sospensione orale e, avendo a disposizione il dosaggio di 600 mg in 60ml, devono essere somministrati 5 ml. La corretta somministrazione di antibiotici è essenziale per la loro efficacia e per prevenire la resistenza agli antibiotici. La dose e concentrazione necessarie variano in base al tipo di infezione, all'età del paziente, al peso, alla funzionalità renale, e ad altri fattori. È importante seguire le indicazioni del foglietto illustrativo o del medico prescrittore per assicurarsi che l'antibiotico sia efficace. Un dosaggio preciso garantisce che il paziente riceva la quantità necessaria di farmaco per combattere l'infezione senza rischiare effetti collaterali non necessari o la resistenza antibiotica, un fenomeno in cui batteri diventano in grado di resistere agli effetti di un antibiotico che un tempo poteva eliminarli.

33 di 62 Domande

Quali tra le seguenti lipoproteine vengono in genere comunemente chiamate colesterolo buono?














La risposta corretta è la E
Le lipoproteine comunemente chiamate "colesterolo buono" sono le HDL. Questa definizione si riferisce alla capacità delle HDL di facilitare il trasporto del colesterolo in eccesso dal sangue al fegato per la sua eliminazione, contribuendo così a ridurre il rischio di formazione delle placche aterosclerotiche negli arterie e prevenendo malattie cardiovascolari. Le HDL sono quindi viste come protettive perché agiscono in contrasto all'accumulo di colesterolo nelle arterie, un processo che può portare all'aterosclerosi, una malattia caratterizzata dalla formazione di placche che possono ridurre o bloccare il flusso del sangue nei vasi sanguigni, aumentando il rischio di attacchi di cuore o ictus. Infatti, avere un livello alto di HDL nel sangue è spesso associato a un minor rischio di sviluppare malattie cardiache. Questa funzione delle HDL di trasportare il colesterolo indietro al fegato, dove può essere smaltito, sottolinea la loro importanza in un contesto di salute cardiovascolare.

34 di 62 Domande

L'Azienda Sanitaria Locale e':














La risposta corretta è la D
L'Azienda Sanitaria Locale (ASL) è un'Azienda con personalità giuridica e pubblica. Questo modello organizzativo è progettato per fornire una vasta gamma di servizi sanitari e promozione della salute ad una popolazione definita a livello locale. Le ASL mirano a integrare i servizi sanitari, organizzando e gestendo risorse per garantire la continuità delle cure e la risposta efficiente ai bisogni di salute della comunità . I servizi vanno dalla prevenzione, diagnosi e trattamento di malattie e lesioni, fino alla riabilitazione e assistenza socio-sanitaria. Svolgono un ruolo cruciale nella pianificazione e erogazione di servizi sanitari, lavorando per raggiungere gli obiettivi di salute pubblica, assicurare l'accesso alle cure e contribuire all'equità del sistema sanitario. Infatti, attraverso la loro struttura organizzativa, mirano a coordinare efficacemente le risorse sanitarie sul territorio, promuovendo al contempo programmi di prevenzione e stili di vita sani tra la popolazione. Questo modello di gestione pubblica della salute si focalizza sull'ottimizzazione dell'uso delle risorse disponibili, garantendo servizi di qualità e facilmente accessibili a tutti i cittadini, in linea con i principi di universalità , equità e solidarietà che caratterizzano il sistema sanitario pubblico.

35 di 62 Domande

Ab ingestis sta ad indicare una condizione derivante da...:














La risposta corretta è la A
Ab ingestis sta ad indicare una condizione derivante dall'inalazione di cibo preingerito. Questa condizione si verifica quando il materiale alimentare viene inalato nelle vie aeree, spesso a causa di un riflesso di deglutizione inappropriato o di una disfunzione nel meccanismo di protezione delle vie aeree. Il materiale inalato può causare vari problemi, tra cui infezioni (come la polmonite ab ingestis) e ostruzione delle vie aeree. In essenza, questo termine si focalizza sulle complicanze respiratorie derivate dall'entrata di materiale preingerito nell'albero tracheobronchiale, indicando un incidente nel quale parti di cibo o liquidi sfuggono meccanismi difensivi del corpo e entrano nelle vie aeree, conducendo potenzialmente a condizioni critiche come l'aspirazione polmonare. Questo fenomeno può essere particolarmente riscontrato in individui con difficoltà nella deglutizione o nei casi di perdita di coscienza, dove i normali riflessi della deglutizione e della tosse possono essere compromessi.

36 di 62 Domande

Lo schermo facciale e' utilizzato per...














La risposta corretta è la B
Lo schermo facciale è utilizzato per proteggere anche gli occhi da schizzi di liquidi corporei. Questo è particolarmente importante in ambiente sanitario, dove il rischio di esposizione a fluidi corporei che possono trasmettere malattie è elevato. La protezione degli occhi, in aggiunta a quella di altre mucose come la bocca e il naso, è cruciale per prevenire l'ingresso di agenti patogeni nell'organismo. Gli schermi facciali forniscono una barriera protettiva contro la proiezione di goccioline, schizzi e spruzzi, riducendo il rischio di contaminazioni incrociate e di infezioni. Questi dispositivi sono progettati per offrire una protezione più ampia rispetto agli occhiali di sicurezza, coprendo anche parte del viso e a volte del collo, e sono utilizzati in numerosi contesti oltre a quello sanitario, come in laboratori di ricerca o in ambienti industriali dove vi è il rischio di esposizione a sostanze pericolose. La loro efficacia nella protezione da liquidi e particelle rende gli schermi facciali strumenti indispensabili nell'ambito delle precauzioni standard e delle misure di controllo delle infezioni.

37 di 62 Domande

I centri nervosi che regolano la ventilazione si trovano a livello:














La risposta corretta è la B
I centri nervosi che regolano la ventilazione si trovano a livello del bulbo e del ponte. Questo perché queste regioni del cervello sono essenziali per la regolazione automatica del respiro. Il bulbo contiene centri respiratori primari che regolano la frequenza e il ritmo del respiro, mentre il ponte funge da ponte di comunicazione e coordinamento tra il midollo spinale e il resto del cervello, influenzando anche la profondità della respirazione. La corretta regolazione della ventilazione è vitale per mantenere i livelli adeguati di ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Quando i livelli di CO2 nel sangue aumentano, i recettori chimici stimolano i centri del bulbo a modificare il ritmo respiratorio per espellere più CO2, mentre una diminuzione di CO2 tenderà a rallentare la respirazione. Altrettanto, variazioni dell'ossigeno e del pH del sangue possono influenzare l'attività respiratoria. L'efficienza di questo sistema garantisce la stabilità dei gas sanguigni ed è fondamentale per la sopravvivenza.

38 di 62 Domande

Che tipo di precauzioni vanno adottate per un soggetto con meningite da meningococco?














La risposta corretta è la B
Le precauzioni da adottare per un soggetto con meningite da meningococco sono del tipo 'Droplets' (da goccioline). La meningite da meningococco è causata da Neisseria meningitidis, un batterio che può causare infezioni severe del sangue e delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Questa patologia si trasmette principalmente attraverso le goccioline di saliva o secrezioni respiratorie espulse da un individuo infetto, in particolare in contesti di stretto contatto fisico o in ambienti affollati. Il decorso della malattia può essere molto rapido e, se non trattato, comportare in gravi complicazioni fino alla morte. I sintomi iniziali possono essere simili a quelli dell'influenza, e progressivamente manifestarsi in febbre alta, mal di testa, rigidezza del collo, vomito, sensibilità alla luce e confusionale. Essendo un'infezione altamente contagiosa e potenzialmente letale, è critico implementare misure preventive quali l'isolamento basato sulle precauzioni per goccioline per limitare ulteriori trasmissioni. Queste include l'uso di mascherine chirurgiche per chi è in stretto contatto con il paziente e altre strategie di controllo delle infezioni per proteggere sia i soggetti sani che altre persone vulnerabili all'interno di una comunità o di un ambiente sanitario.

39 di 62 Domande

Durante l'esame obiettivo della funzione motoria rilevi un aumento del tono muscolare con eccessiva resistenza ai movimenti passivi. Definisci cio' come ...














La risposta corretta è la B
Durante l'esame obiettivo della funzione motoria, un aumento del tono muscolare con eccessiva resistenza ai movimenti passivi è definito come ipertonia. L'ipertonia è un'elevata tensione muscolare che porta a una eccessiva resistenza nel compiere movimenti passivi. Si manifesta come un segno di diversi disturbi e condizioni neurologiche. L'aumento del tono muscolare può essere dovuto a varie cause, dedicando particolare attenzione alla sua manifestazione nei disturbi che influenzano il sistema nervoso centrale. Questa condizione può riflettere danni a vari percorsi neuronali, specialmente quelli preposti al controllo ed equilibrio muscolare. L'ipertonia può derivare da malattie come la sclerosi multipla, la paralisi cerebrale, o come conseguenza di un danno cerebrale acquisito. L'origine dell'ipertonia risiede nel malfunzionamento dei segnali tra il cervello e i muscoli, che porta a una regolazione impropria della contrazione muscolare. Questo fenomeno patologico rappresenta una sfida nella gestione e cura dei pazienti, richiedendo spesso un approccio multidisciplinare per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita.

40 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


41 di 62 Domande

Sei infermieri gestiscono tre dozzine di pazienti, dividendoli equamente fra di loro: quanti pazienti hanno a testa?














La risposta corretta è la E
Sei infermieri gestiscono un totale di tre dozzine di pazienti, equamente divisi risultano in sei pazienti per ogni infermiere. Tre dozzine equivalgono a 36; dividendo questo numero per sei, il risultato è esattamente sei, indicando che ogni infermiere si prende cura di sei pazienti.

42 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


43 di 62 Domande

Un microrganismo, dopo aver lasciato la sua fonte o serbatoio, richiede alcuni mezzi di trasmissione per arrivare a un'altra persona o ospite e un portale di entrata ricettivo. La trasfusione di sangue contaminato o il trapianto di tessuti contaminati da un individuo a un altro costituiscono:














La risposta corretta è la D
La trasfusione di sangue contaminato o il trapianto di tessuti contaminati da un individuo a un altro rappresentano una trasmissione per contatto diretto. Questo tipo di trasmissione avviene quando agenti patogeni si trasferiscono direttamente da un individuo all'altro tramite un contatto fisico effettivo tra la fonte dell'infezione e l'ospite suscettibile. In questo caso, non è necessario un vettore intermedio per il trasporto dell'agente patogeno, quindi viene definita "diretta".

44 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


45 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


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Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


47 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


48 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


49 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


50 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


51 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


52 di 62 Domande

Quale termine eliminerebbe dal gruppo? Rollio, canale, alveo, naviglio, borro.














La risposta corretta è la A
Il termine "Rollio" sarebbe eliminato dal gruppo che include canale, alveo, naviglio, borro perché gli altri termini si riferiscono a concetti legati a corsi d'acqua o canali artificiali utilizzati per il trasporto e la gestione delle acque, mentre "Rollio" si riferisce a un movimento oscillatorio di una nave. Questa distinzione si basa sulla specifica definizione dei termini e sulla loro appartenenza a contesti differenti, senza necessità di riferimenti specifici a patologie o fonti mediche, poiché il contesto della domanda non riguarda il campo medico o delle scienze della salute.

53 di 62 Domande

Quale tra le seguenti scale per la valutazione del dolore, e' uno strumento multidimensionale che per misurare l'intensita' del dolore utilizza una VRS e un disegno di corpo umano visto davanti e dietro per indicare la localizzazione?














La risposta corretta è la A
Il McGill Pain Questionnaire (MPQ) è uno strumento multidimensionale per la valutazione del dolore che utilizza una scala di valutazione verbale (VRS) e un disegno del corpo umano per indicare la localizzazione del dolore. Questo questionario è progettato per misurare la qualità e l'intensità del dolore, fornendo una descrizione dettagliata e una valutazione quantitativa del dolore sperimentato dal paziente. Il MPQ è ampiamente utilizzato nella ricerca e nella pratica clinica per la sua capacità di fornire una misura complessiva dell'esperienza del dolore.

54 di 62 Domande

Quale termine non puo' essere anagrammato?














La risposta corretta è la D
Il termine che non può essere anagrammato è "mondo". Un anagramma si ottiene riarrangiando le lettere di una parola per formarne un’ altra; tuttavia, "mondo" non presenta altre parole italiane che possano essere formate riorganizzandone le lettere.

55 di 62 Domande

Se la parola VOLO viene scritta sotto DOTE, la parola PENE viene scritta sotto VOLO e l'ultima parola e' URTO, allora in diagonale (sinistra verso destra) si puo' leggere:














La risposta corretta è la B
Sovrapponendo le parole come indicato, in diagonale da sinistra a destra si può effettivamente leggere "DONO". Questo perché , sovrapponendo le parole (DOTE, VOLO, PENE, URTO) come indicato, la D di DOTE, la O di VOLO, la N di PENE e la O di URTO si allineano perfettamente in diagonale, formando così la parola "DONO". Questa disposizione mostra come, posizionando strategicamente le parole, si possano trovare messaggi nascosti.

56 di 62 Domande

In quale dei seguenti gruppi e? riproposta l'identica stringa alfanumerica: 69O-02L+60I-91Kx08K:11H*?]+-3£.














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda è l'identica stringa alfanumerica riportata: "69O-02L+60I-91Kx08K:11H*?]+-3 £.". Questa risposta è la replica precisa della stringa fornita nella domanda senza alcuna variazione, dimostrando attenzione al dettaglio nei simboli, numeri e lettere. La correttezza di questa risposta deriva dal confronto diretto e accurato tra la stringa fornita e le opzioni proposte, evidenziando l'importanza di osservare attentamente i caratteri per distinguere la corrispondenza esatta.

57 di 62 Domande

Mr. Patel dice il falso solo a Mr. Hall, che solo a lui dice il vero. Mr. Green dice il falso, ma non a Mr. Hall. Se uno dei tre dice all'altro "Mi piace molto la tua macchina!" cio? e?:














La risposta corretta è la A
Mr. Patel direbbe il vero se si rivolgesse a Mr. Green elogiando la sua auto, poiché mente solo a Mr. Hall. La dinamica delle verità e delle menzogne tra questi personaggi forma una struttura di interazione precisa: Mr. Patel mente solo a Mr. Hall, e quest’ ultimo gli dice sempre la verità . Mr. Green mente a tutti eccetto che a Mr. Hall. Quindi, quando Patel, che dice il vero a tutti escluso Hall, fa un complimento sull’ auto di Green, è sinceramente inteso. Questa situazione giochi sulle regole delle dichiarazioni vero/falso in diversi contesti, offrendo un insight creativo sul ragionamento logico.

58 di 62 Domande

Individua la categoria (stadio) III della Classificazione NPUAP-EPUAP dell’Ulcera da Pressione














La risposta corretta è la A
La categoria (stadio) III della Classificazione NPUAP-EPUAP dell’ Ulcera da Pressione indica una perdita di cute a tutto spessore; il tessuto adiposo sottocutaneo può essere visibile, ma l’ osso, il tendine o il muscolo non sono esposti. Questa fase riflette danni significativi sotto la superficie della pelle, estendendosi attraverso il derma fino al tessuto adiposo, ma senza compromettere strutture più profonde come muscoli o tendini.

59 di 62 Domande

L’indice di massa corporea o Body Mass Index fornisce:














La risposta corretta è la A
L'indice di massa corporea (BMI) fornisce indicazioni sulla correlazione tra peso e statura, essendo un metodo analitico per determinare il grado di sovra o sottopeso. Il BMI calcola la proporzione tra il peso di una persona in kilogrammi e il quadrato della sua altezza in metri, dando una misura approssimativa del tessuto adiposo. Questo aiuta i professionisti della salute a categoriazzare le persone in categorie di peso, come sotto peso, normo peso, sovra peso, e obesità , basandosi su range definiti. Questa misurazione non distingue però tra massa grassa e massa magra, rendendola meno precisa per valutazioni di salute specifiche, ma utile per studi di popolazione.

60 di 62 Domande

Relativamente al consenso informato quali delle seguenti affermazioni e? corretta:














La risposta corretta è la A
Relativamente al consenso informato, è corretto affermare che non è obbligatorio informare i familiari del paziente. Questo principio rispetta il diritto alla privacy e all'autodeterminazione del paziente, garantendo che sia il diretto interessato a ricevere tutte le informazioni relative ai trattamenti proposti, benefici e rischi connessi, permettendogli di prendere decisioni informate sulla propria salute senza la necessaria intermediazione dei familiari, a meno che non vi sia un'espressa delega o incapacità del paziente.

61 di 62 Domande

Completare la serie con il numero mancante: 3 - 6 - 9 / 7 - ... - 15 / 11 - 14 - 25














La risposta corretta è la E
Il numero mancante nella serie 3 - 6 - 9 / 7 - ... - 15 / 11 - 14 - 25 è 8. La serie mostra un incremento consecutivo del secondo numero di ogni tripletta rispetto al primo; 6-3=3, 15-7=8, 14-11=3. Quindi, dopo il 7, considerato l'incremento mostrato nel terzo gruppo, il numero mancante che permette di ottenere 15 sottraendo 7 è infatti 8.

62 di 62 Domande

Quale tra le seguenti fasi e' la condizione base per la sopravvivenza di microrganismi anaerobi?














La risposta corretta è la A
La condizione base per la sopravvivenza di microrganismi anaerobi è l'assenza assoluta di ossigeno. Questi organismi sono adattati a vivere in ambienti privi di ossigeno; la loro fisiologia è tale per cui l'ossigeno può essere tossico o anche letale. Non attingendo all'ossigeno per i loro processi energetici, si basano su alternative chimiche per ottenere energia.

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