La risposta corretta è la C.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico è l’occlusione dell'arteria centrale della retina, solitamente secondaria ad un embolo. Tale condizione clinicamente si manifesta con perdita improvvisa della visione ad un solo occhio, in assenza di dolore. La diagnosi si basa sull'anamnesi, solitamente positiva per patologie metaboliche e cardiovascolari (quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, aritmie) e sui reperti obiettivi a carico della retina apprezzabili all'esame del fondo oculare.
All’opposto, il distacco della retina è una emergenza chirurgica che si manifesta generalmente con miodesopsie, fotopsie e scotomi (risposta B errata). Invece, il glaucoma, un danno del nervo ottico (spesso, ma non sempre, dovuto a un’elevata pressione oculare), porta alla perdita irreversibile della vista. I glaucomi sono classificati come:
- glaucoma ad angolo aperto;
- glaucoma ad angolo chiuso.
Il fattore di rischio più importante è l’aumento della pressione intraoculare, ma anche il ridotto spessore corneale, la miopia o l’ipermetropia elevata possono giocare un ruolo importante. Dal punto di vista fisiopatologico, una pressione intraoculare elevata svolge un ruolo nel danno assonale, sia per compressione nervosa diretta che per riduzione del flusso sanguigno. Tuttavia, la relazione tra entità della pressione misurata esternamente e danno al nervo è complicata: tra i soggetti con pressione intraoculare > 21 mmHg (valore che indica ipertensione oculare), solo l'1-2% dei pazienti all’anno sviluppano glaucoma. Inoltre, circa un terzo dei pazienti con glaucoma non ha pressione intraoculare > 21 mmHg (condizione clinica definita glaucoma a bassa pressione o glaucoma normotensivo). Dal punto di vista diagnostico, la diagnosi è certa quando sono presenti i riscontri caratteristici di un danno al nervo ottico e sono state escluse altre cause. Una pressione intraoculare elevata rende la diagnosi più probabile, ma una pressione intraoculare elevata può verificarsi in assenza di glaucoma e non è essenziale per effettuare la diagnosi (risposte A ed E errata).
All’opposto, l’emovitreo, una condizione dovuta ad un sanguinamento nella camera posteriore dell’occhio, è classicamente monoculare ed è dovuto ad una emorragia conseguente alla rottura di un vaso retinico e può riconoscere diverse cause:
- rottura di vasi retinici normali (distacco di vitreo post traumatico);
- rottura di vasi retinici anomali o patologici (rottura di un angioma o di un aneurisma retinico);
- rottura di neovasi retinici (retinopatia diabetica proliferante, neovasi secondari ad occlusione venosa su base ischemica);
- rottura di neovasi della coroide (degenerazione maculare legata all’età DMLE o AMD).
Tale patologia determina un rapido calo del visus, con annebbiamento progressivo della visuale fino al completo oscuramento (la visuale, seppur oscurata, rimane comunque luminosa, al contrario del distacco di retina). La diagnosi può essere fatta mediante ecografia oculare, che permette di escludere il distacco di retina. Il riassorbimento dell’ematoma avviene in maniera spontanea nella maggior parte dei casi; nell’eventualità in cui persistesse, sarebbe opportuno procedere con la vitrectomia (risposta D errata).