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1 di 3 Domande

Il Sig. Icheli, un uomo di 44 anni, viene portato in ambulanza d’urgenza presso il P.S. dell’ospedale San Raffaele di Milano. , a causa di un dolore al petto localizzato a destra che perdura da 2 giorni. Anamnesi patologica prossima:dolore retrosternale iniziato da un paio di giorni, ma in peggioramento. L’uomo riferisce che la cute sovrastante la regione destra del torace si presenta dolente e gonfia. Anamnesi patologica prossima: negativa per patologie importanti. Anamnesi fisiologica: afferma di non avere avuto rapporti sessuali a rischio per HIV. Anamnesi lavorativa: di mestiere fa il pittore. Esame obiettivo: il paziente ha una F.C. di 115 bpm, P.A. di 110/65 mmHg ed ha una temperatura corporea di 38.6°C. Inoltre presenta dolore e gonfiore a livello della regione destra del torace. Esami strumentali: viene effettuato un elettrocardiogramma che risulta normale. Viene anche eseguita una TC del torace senza mezzo di contrasto. Quale tra i seguenti patogeni è resposabile della patologia di questo paziente?

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La Risposta corretta e' la C
il paziente in questione ha senza ombra di dubbio un’infezione in corso, in particolare un’infezione di tipo batterico. È raro, infatti, che i pazienti con infezioni virali possano avere temperature che superino i 37,5° – 38° o comunque avere una sintomatologia così potente. Il virus della varicella-zoster crea una sintomatologia differente quali papule eritematose pruriginose in prima infezione e herpes zoster con la riattivazione (Risposte A ed E errate). L’infezione da Streptococcus pyogenes è in grado di causare questa sintomatologia in particolare la temperatura elevata, il dolore della regione cutanea del tronco che risulta dolente, gonfia e arrossata, i brividi e il coinvolgimento sistemico. Il micobatterio causa una sintomatologia sistemica simile ma gli altri sintomi sono prettamente di pertinenza polmonare con emoftoe, emottisi e sforzi di tosse continui. (Risposta B errata), Rickettsia akari causa la rickettsiosi varicelliforme con un quadro clinico simile a quello della varicella (Risposta D errata).

2 di 3 Domande

Un uomo di 65 anni si reca presso l’ambulatorio, lamentando disturbi visivi. Anamnesi patologica prossima: riferisce riduzione della vista nell’occhio sinistro da quando si è svegliato, quindi da circa sei ore. L’uomo non riferisce febbre, dolore oculare o secrezioni oculari. Anamnesi patologica remota: presenta una anamnesi positiva per diabete, ipertensione, coronaropatia e fibrillazione atriale. Esame obiettivo: nell’occhio sinistro la visione è limitata al semplice conteggio delle dita. La pupilla del paziente presenta un diametro di 3 mm ed è reattiva. I movimenti extra-oculari sono intatti. L’esame con lampada a fessura si presenta anch’esso normale.  Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la C.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico è l’occlusione dell'arteria centrale della retina, solitamente secondaria ad un embolo. Tale condizione clinicamente si manifesta con perdita improvvisa della visione ad un solo occhio, in assenza di dolore. La diagnosi si basa sull'anamnesi, solitamente positiva per patologie metaboliche e cardiovascolari (quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, aritmie) e sui reperti obiettivi a carico della retina apprezzabili all'esame del fondo oculare.
All’opposto, il distacco della retina è una emergenza chirurgica che si manifesta generalmente con miodesopsie, fotopsie e scotomi (risposta B errata). Invece, il glaucoma, un danno del nervo ottico (spesso, ma non sempre, dovuto a un’elevata pressione oculare), porta alla perdita irreversibile della vista. I glaucomi sono classificati come:
- glaucoma ad angolo aperto;
- glaucoma ad angolo chiuso.
Il fattore di rischio più importante è l’aumento della pressione intraoculare, ma anche il ridotto spessore corneale, la miopia o l’ipermetropia elevata possono giocare un ruolo importante. Dal punto di vista fisiopatologico, una pressione intraoculare elevata svolge un ruolo nel danno assonale, sia per compressione nervosa diretta che per riduzione del flusso sanguigno. Tuttavia, la relazione tra entità della pressione misurata esternamente e danno al nervo è complicata: tra i soggetti con pressione intraoculare > 21 mmHg (valore che indica ipertensione oculare), solo l'1-2% dei pazienti all’anno sviluppano glaucoma. Inoltre, circa un terzo dei pazienti con glaucoma non ha pressione intraoculare > 21 mmHg (condizione clinica definita glaucoma a bassa pressione o glaucoma normotensivo). Dal punto di vista diagnostico, la diagnosi è certa quando sono presenti i riscontri caratteristici di un danno al nervo ottico e sono state escluse altre cause. Una pressione intraoculare elevata rende la diagnosi più probabile, ma una pressione intraoculare elevata può verificarsi in assenza di glaucoma e non è essenziale per effettuare la diagnosi (risposte A ed E errata).
All’opposto, l’emovitreo, una condizione dovuta ad un sanguinamento nella camera posteriore dell’occhio, è classicamente monoculare ed è dovuto ad una emorragia conseguente alla rottura di un vaso retinico e può riconoscere diverse cause:
- rottura di vasi retinici normali (distacco di vitreo post traumatico);
- rottura di vasi retinici anomali o patologici (rottura di un angioma o di un aneurisma retinico);
- rottura di neovasi retinici (retinopatia diabetica proliferante, neovasi secondari ad occlusione venosa su base ischemica);
- rottura di neovasi della coroide (degenerazione maculare legata all’età DMLE o AMD).
Tale patologia determina un rapido calo del visus, con annebbiamento progressivo della visuale fino al completo oscuramento (la visuale, seppur oscurata, rimane comunque luminosa, al contrario del distacco di retina). La diagnosi può essere fatta mediante ecografia oculare, che permette di escludere il distacco di retina. Il riassorbimento dell’ematoma avviene in maniera spontanea nella maggior parte dei casi; nell’eventualità in cui persistesse, sarebbe opportuno procedere con la vitrectomia (risposta D errata).

3 di 3 Domande

Il signor Mecorte, un uomo di 63 anni, viene portato in ambulanza presso il P.S. dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove viene affidato alle cure del Dott. Largi, medico di guardia di turno. L’uomo lamenta dolore addominale di grado severo, che è insorto imprrovvisamente 6 ore prima. Esame obiettivo: l’uomo presenta una P.A. di 145/75 mm Hg e F.C. di 105 bpm ed irregolare. Durante la visita del paziente, il Dott. Largi riscontra una moderata distensione addominale e alla palpazione l’addome si presenta diffusamente dolente con assenza di reazione di difesa della muscolatura addominale.  Esami strumentali-laboratoristici: l’esame delle feci risulta positivo per la presenza di sangue. Gli esami di laboratorio mostrano WBC di 12,500/μL, ematocrito del 48%, e LDH di 4.2 U/L. Viene effettuato un ECG che rivela una fibrillazione atriale alla frequenza di 110. Successivamente il paziente effettua anche una TAC, che è mostrata nell’immagine sottostante. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.
L'ischemia intestinale, che può interessare l'intestino tenue o crasso, può essere causata da qualsiasi processo che riduce il flusso sanguigno intestinale come l'occlusione arteriosa, l'occlusione venosa o il vasospasmo arterioso. Per i pazienti con sintomi acuti una diagnosi rapida è indispensabile poiché le conseguenze possono essere catastrofiche e portare a sepsi, infarto intestinale e morte.
L'ischemia mesenterica acuta, in particolare, è una condizione clinica caratterizzata dall'insorgenza improvvisa di un’ipoperfusione intestinale che può essere dovuta ad un'ostruzione del flusso sanguigno arterioso o all'ostruzione del deflusso venoso. L'ostruzione arteriosa è dovuta principalmente ad un'embolia acuta o processi trombotici e più comunemente colpisce l'arteria mesenterica superiore. È possibile riconoscere anche una forma di ischemia mesenterica non occlusiva che è più comunemente dovuta ad un flusso a bassa gittata cardiaca o all'uso di vasopressori.
Normalmente un'ampia circolazione collaterale protegge l'intestino da periodi transitori di perfusione inadeguata tuttavia, una prolungata riduzione del flusso sanguigno splancnico porta alla vasocostrizione nel letto vascolare interessato e riduce il flusso sanguigno collaterale.
Il dolore addominale è il sintomo di presentazione più comune nei pazienti con ischemia intestinale e all’esame obiettivo l’addome inizialmente può essere normale o mostrare solo una lieve distensione addominale senza segni di infiammazione peritoneale e può essere presente sangue occulto nelle feci. Mentre l'ischemia intestinale progredisce e si sviluppa l'infarto intestinale transmurale, l'addome si distende grossolanamente, i suoni intestinali diventano assenti e si sviluppano i segni peritoneali e i segni coerenti con la disidratazione e lo shock indicano un decorso clinico in peggioramento.
Gli studi di laboratorio non sono specifici; mentre valori di laboratorio anormali possono essere utili nel rafforzare il sospetto di ischemia mesenterica acuta, i normali valori di laboratorio non escludono l'ischemia mesenterica acuta e non giustificano il ritardo della valutazione radiologica urgente quando esiste il sospetto clinico di ischemia mesenterica acuta.
I risultati degli esami di laboratorio possono includere una marcata leucocitosi con una predominanza di globuli bianchi immaturi, un ematocrito elevato compatibile con l'emoconcentrazione e un'acidosi metabolica.
La diagnosi di certezza si avvale di tecniche di diagnostica per immagini tra cui il gold standard è la TAC addome senza il contrasto in quanto potrebbe oscurare i vasi mesenterici o la parete intestinale con un conseguente ritardo della diagnosi.
La TC può dimostrare risultati coerenti con ischemia acuta, quali ispessimento della parete intestinale focale o segmentale, pneumatosi intestinale con gas venoso portale, dilatazione intestinale, trombosi portomesenterica o infarto di organo solido, che permettono di escludere altre cause di dolore addominale acuto. La presenza di pneumatosi intestinale non indica necessariamente che si sia verificato un infarto transmurale anche se l'infarto transmurale è più probabile nei pazienti con pneumatosi e gas portomesentrico.

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