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1 di 3 Domande

Scenario QY37Y: Una donna di 22 anni si sottopone a biopsia intestinale dopo un'iniziale valutazione clinica e laboratoristica. L'esame istologico dimostra appiattimento dei villi, iperplasia delle cripte, incremento dei linfociti intraepiteliali, come illustrato nella figura. Con quale delle seguenti malattie può essere compatibile il reperto istologico?

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La risposta corretta è la E.
La malattia celiaca (o celiachia)è un’enteropatia cronica causata, in individui geneticamente predisposti, dal glutine ingerito con la dieta.
L’eziologia della patologia è legata sia a fattori ambientali che a fattori propri del soggetto; tra i fattori ambientali è noto che sia il glutine il responsabile di questa condizione, cioè una miscela proteica contenuta nella farina di frumento, orzo, farro, avena, segale e kamut.
Il glutine si caratterizza per una composizione aminoacidica ricca di glutamina e prolina che gli conferiscono proprietà antigeniche particolari tra cui la capacità di legarsi a molecole HLA di classe II o l’incapacità di essere digerito da parte di enzimi luminali e dall’orletto a spazzola. Tra i fattori individuali, invece, come già accennato, riveste un ruolo fondamentale la predisposizione genetica del soggetto testimoniata da studi condotti su familiari di pazienti celiaci, nei quali la possibilità di sviluppare la malattia era di circa il 30%. Oltre il 90% dei soggetti affetti da malattia celiaca, infatti, è portatore della molecola HLA DQ2 o di HLA DQ8. Le molecole dell’immunità innata HLA DQ2 e DQ8 sembrano capaci di presentare la gliadina, penetrata nella parete intestinale attraverso gli eritrociti o per via paracellulare, ai linfociti CD4+. Ciò porta all’attivazione delle cellule T, cioè all’iperproduzione delle citochine prinfiammatorie Th1 quali IL-2 ed interferone ɣ, che insieme all’azione citotossica dei linfociti CD8+ e all’attività delle metalloproteasi, portano a processi di apoptosi degli enterociti, con conseguente atrofia dei villi intestinali, iperproliferazione cellulare con iperplasia ed atrofie delle cripte.
Clinicamente, la malattia celiaca può essere asintomatica, paucisntomatica o sintomatica e i sintomi possono presentarsi in qualunque momento della vita; i sintomi principali sono di tipo gastrointestinale e sono rappresentati soprattutto da calo ponderale, diarrea ricorrente, steatorrea, dolori addominali tipicamente postprandiali, distensione o gonfiore addominale, associati a sintomi extraintestinali quali anemia da carenza di ferro ipocromica e microcitica o normocitica, macrocitica da carenza di folato o vitamina B12, aumento persistente delle aminotransferasi sierica, dermatite erpetiforme, astenia, cefalea ricorrente, ridotta fertilità, stomatite aftosa persistente, ipoplasia dello smalto dentale, malattia ossea metabolica e osteoporosi prematura, neuropatia periferica idiopatica o atassia cerebellare non ereditaria.
L'approccio diagnostico prevede un’adeguata anamnesi e della sintomatologia riportata dal paziente e anche se la diagnosi di certezza si basa sull’esame bioptico, i test anticorpali possono essere di grande aiuto nel dirimere il sospetto diagnostico verso questa patologia. Gli anticorpi specifici per la celiachia sono gli anticorpi anti-gliadina (di tipo IgA ed IgG), anti-endomisio ed anti-transglutaminasi. In particolare, gli anticorpi anti-gliadina vengono usati soprattutto nei primi due anni di età, in cui vi è una ridotta sensibilità per gli altri; gli anticorpi anti-endomisio ed anti-trasglutaminasi sono di classe IgA e la ricerca delle IgG viene effettuata solo in presenza di deficit selettivo di IgA.
La biopsia duodenale è il gold standard per la diagnosi di malattia celiaca: devono essere effettuate almeno 4 biopsie le quali, in presenza di malattia, si caratterizzano per atrofia dei villi, ipertrofia delle cripte e aumento dell’infiltrato infiammatorio a livello intraepiteliale e della lamina propria.
Il trattamento standard della celiachia è rappresentato da una dieta priva di glutine.

2 di 3 Domande

Scenario BR38J: Un paziente di 65 anni deve essere sottoposto a colecistectomia. In regime di pre-ricovero ha eseguito un controllo radiologico del torace. L'immagine radiologica mostrata in figura è in prima istanza compatibile con:

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La risposta corretta è la E.
L'immagine radiologica del caso clinico è in prima istanza compatibile con metastasi polmonari a “palla da cannone”, tipiche ad esempio dei sarcomi o delle neoplasie renali. In dettaglio, il polmone è una delle sedi più frequenti di metastasi ematogene a causa della sua notevole irrorazione sanguigna e dell’azione di filtro della barriera alveolo-capillare. Ma, all’RX l’atelettasia polmonare del torace mostrerebbe un’area di opacità polmonare più diffusa ed omogenea (risposta A errata), mentre la tubercolosi miliare si caratterizzerebbe per la presenza di piccole opacità polmonari localizzate nell’interstizio: il suo quadro radiologico potrebbe essere simile a quello di un tumore metastatico polmonare nel caso di metastasi micro-nodulari multiple (risposta C errata). All’opposto, l’imaging caratteristico della polmonite è rappresentato da un’area di addensamento parenchimale strutturata, spesso di morfologia irregolare, non compatibile con la RX del caso clinico (risposta E errata). Infine, la presenza degli elettrodi determinerebbe tenui radiopacità a morfologia rotondeggiante, ma non con una così ampia diffusione bilaterale come nella TC del caso clinico (risposta B errata).

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Scenario LA49M: Un medico di Pronto Soccorso sta valutando un uomo di 54 anni che lamenta dolore retrosternale. Il dolore non migliora e improvvisamente il paziente perde coscienza. Nella figura il ritmo presente a monitor è:

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La risposta corretta è la A.
Il ritmo presente a monitor del caso clinico è rappresentato dalla tachicardia ventricolare, un’aritmia ipercinetica caratterizzata dalla sequenza di minimo tre battiti ectopici di origine ventricolare in immediata successione, con una frequenza uguale o superiore a 100 bpm. Da un punto di vista elettrocardiografico, si può distinguere in:
- monomorfa, quando è presente un solo focus ectopico ventricolare con complessi QRS anomali uguali tra di loro;
- polimorfa, quando sono presenti focus ectopici ventricolari multipli con complessi QRS larghi di diversa ampiezza e durata.
È definita:
- non sostenuta, se dura meno di 30 secondi;
- sostenuta, se dura più di 30 sec o se determina una grave compromissione emodinamica con ipotensione, lipotimia o sincope.
Tale patologia deve essere trattata in urgenza, in quanto interferisce con la normale funzione cardiaca, non permettendo il corretto riempimento atriale e ventricolare. All’ECG, si identifica una successione di complessi QRS larghi (durata superiore a 120 ms), a frequenza compresa tra 130 e 200 bpm, in assenza di onde P identificabili.
Al contrario, all’ECG la fibrillazione ventricolare mostra la completa assenza di qualsiasi attività elettrica organizzata, per cui non sono riconoscibili onde P, QRS o T, ma è evidente una serie di onde sinusoidali di ampiezza, intervalli e direzione continuamente variabili (risposta B errata). All’opposto, la fibrillazione atriale si caratterizza per la presenza di onde di attivazione atriale irregolari o “onde f” e complessi QRS, che si succedono ad intervalli totalmente irregolari (risposta E errata).

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