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1 di 3 Domande

Nella valutazione diagnostica dell'embolia polmonare il pattern scintigrafico di perfusione necessita di confronto con uno dei seguenti gruppi di esami:














La risposta corretta è la B.
La scintigrafia perfusoria è uno dei principali esami, oltre l’angioTc, impiegati nel sospetto di embolia polmonare. Si tratta di una procedura diagnostica nucleare che consente la visualizzazione del flusso ematico dei vari distretti polmonari, mediante l’iniezione endovenosa di albumina marcata con Tecnezio-99m. E’ utile la sua esecuzione, nel sospetto di TEPA, dopo aver eseguito l’esame radiografico del torace che permette di escludere altre condizioni patologiche che potrebbero dare dei falsi positivi alla scintigrafia, come infezioni, neoplasie, atelettasie, e in associazione alla scintigrafia ventilatoria, anch’essa un esame di medicina nucleare che permette di valutare il grado di ventilazione delle varie aree del polmone, grazie all’inalazione di un gas radioattivo come lo Xeno-133, lo Xeno-127 o aerosol marcati con 99mTc . L’esecuzione dell’esame scintigrafico polmonare nella sua componente ventilatoria e perfusoria permette di rilevare alterazioni del rapporto V-P. L’embolia polmonare , trattandosi di una occlusione di uno o più rami arteriosi, alla scintigrafia perfusoria si presenta come un’area di “minus”, non perfusa, spesso con forma a cuneo, accompagnata però da una ventilazione normale o ridotta.
La risposta A non è corretta.
La Risonanza Magnetica ha generalmente un impiego limitato nella diagnosi di embolia polmonare; permette di identificare soprattutto grossi emboli prossimali ed è riservata ad alcune categorie di pazienti. L’elettrocardiogramma nell’embolia polmonare massiva o submassiva permette di rilevare indirettamente le alterazioni dovute al sovraccarico e all’insufficienza acuta del cuore destro.
La risposta C non è corretta.
L’emogasanalisi arteriosa nell’embolia polmonare non è un esame specifico. Spesso, ma non sempre, evidenzia una ipossiemia, per riduzione del rapporto V/Q e broncocostrizione dei segmenti vicini all’area embolica e per aumento degli shunt intrapolmonari, e ipocapnia a causa della tachipnea del paziente, con conseguente alcalosi respiratoria. L’ecocardiografia permette di osservare il sovraccarico e la dilatazione del ventricolo destro, conseguente ad embolia massiva o submassiva, e altri segni che ne fortificano il sospetto come l’ipocinesi del medesimo ventricolo, il movimento paradosso del setto e il segno di McConnel.
La risposta D non è corretta.
La fleboscintigrafia serve per studiare la pervietà del circolo venoso degli arti inferiori e delle vene addominali; può consentire l’individuazione di trombosi venose profonde, causa diretta di embolia polmonare. Tuttavia sarebbe utile nell’individuazione di una causa potenziale e non nella diagnosi di certezza. La broncoscopia, essendo l’embolia polmonare una patologia vascolare, non riveste utilità nel percorso diagnostico.
La risposta E non è corretta.
L’angiografia polmonare è un esame invasivo che deve essere impiegato solo quando il suo utilizzo può modificare l’approccio terapeutico; in caso contrario, deve essere effettuata l’angio-Tc. La tomografia computerizzata basale è utile nella valutazione del parenchima polmonare, delle vie aeree e dei grossi vasi, ma nel percorso diagnostico dell’embolia polmonare il gold standard è l’angio-TC.



2 di 3 Domande

Nel follow-up post-chirurgico delle neoplasie cerebrali la PET con [F-18]-FDG e' ritenuta una metodica di imaging utile perche':














La risposta corretta è la D.
La PET è un esame strumentale che in ambito oncologico, viene impiegata principalmente per la caratterizzazione di lesioni di dubbia natura identificate con altre tecniche di imaging, nella stadiazione, nella valutazione dell’efficacia terapeutica e nel follow up dei pazienti. Il 18-fluorodesossiglucosio è il radiofarmaco generalmente impiegato. Si tratta di un analogo del glucosio marcato con Fluoro-18. Il razionale del suo utilizzo sta nel fatto che le cellule neoplastiche in rapida crescita utilizzano il glucosio come substrato energetico. La loro richiesta è funzione del loro metabolismo. Le cellule neoplastiche infatti hanno, di norma, una attività metabolica più spiccata di quella del tessuto sano, motivo per cui avranno un maggiore fabbisogno energetico e quindi una maggiore necessità di glucosio. Il suo accumulo all’interno delle cellule tumorali permetterà di evidenziare tali lesioni. Nel follow up di neoplasie cerebrali, la PET con FDG aituta la differenziazione fra necrosi e residui o recidiva tumorale, grazie all’aumentato metabolismo glucidico nella sede di dubbia interpretazione agli altri esami di imaging.
La risposta A non è corretta.
La PET con FDG è un esame per lo più funzionale che non fornisce informazioni anatomiche dettagliate e quindi neanche una stima accurata delle dimensioni della cavita' chirurgica residua.
La risposta B non è corretta.
La PET con FDG permette di individuare aree ad aumentato fabbisogno metabolico glucidico ma non consente di evidenziare alterazioni metaboliche nel parenchima cerebrale adiacente alla sede dell'intervento chirurgico.
La risposta C non è corretta.
La PET con FDG è un esame per lo più funzionale che non fornisce precisi dati anatomici.
La risposta E non è corretta.
La PET con FDG permette di indagare sul fabbisogno metabolico glucidico delle aree sottoposte ad esame ma non sullo stato metabolico cellulare in generale.

3 di 3 Domande

Dovendo eseguire una scintigrafia polmonare ventilatoria-perfusoria, dal punto di vista tecnico, quale sequenza e' preferibile?














La risposta corretta è la A.
La scintigrafia ventilatoria-perfusoria è la più comune tecnica di scintigrafia polmonare. Si tratta di una procedura diagnostica nucleare che, mediante l'utilizzo di composti radioattivi (generalmente l’iniezione endovenosa di albumina marcata con tecnezio 99 metastabile per la parte perfusioria e l’inalazione di un gas radioattivo come lo Xeno-133, lo Xeno-127 o aerosol marcati con 99mTc per la parte ventilatoria), viene impiegata nello studio delle anomalie del rapporto ventilazione perfusione. Nello specifico, la scintigrafia ventilatoria permette di valutare il grado di ventilazione dei vari distretti polmonari mentre quella perfusoria consente di visualizzarne il flusso ematico. Dal punto di vista tecnico, si preferisce generalmente eseguire prima la fase ventilatoria e poi quella perfusoria. Entrambe vengono comunque utilizzate nel sospetto di embolia polmonare (per valutarne l'estensione e l'evoluzione), nella valutazione di shunt vascolari polmonari, nella BPCO in fase avanzata, nella valutazione della funzione respiratoria residua nei pazienti con malattie polmonari da sottoporre a terapia chirurgica.
Le risposte B, C, D ed E non sono corrette.
Dal punto di vista tecnico è preferibile eseguire la scintigrafia ventilatoria seguita da quella perfusoria.
 

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