La risposta corretta è la B.
La scintigrafia perfusoria è uno dei principali esami, oltre l’angioTc, impiegati nel sospetto di embolia polmonare. Si tratta di una procedura diagnostica nucleare che consente la visualizzazione del flusso ematico dei vari distretti polmonari, mediante l’iniezione endovenosa di albumina marcata con Tecnezio-99m. E’ utile la sua esecuzione, nel sospetto di TEPA, dopo aver eseguito l’esame radiografico del torace che permette di escludere altre condizioni patologiche che potrebbero dare dei falsi positivi alla scintigrafia, come infezioni, neoplasie, atelettasie, e in associazione alla scintigrafia ventilatoria, anch’essa un esame di medicina nucleare che permette di valutare il grado di ventilazione delle varie aree del polmone, grazie all’inalazione di un gas radioattivo come lo Xeno-133, lo Xeno-127 o aerosol marcati con 99mTc . L’esecuzione dell’esame scintigrafico polmonare nella sua componente ventilatoria e perfusoria permette di rilevare alterazioni del rapporto V-P. L’embolia polmonare , trattandosi di una occlusione di uno o più rami arteriosi, alla scintigrafia perfusoria si presenta come un’area di “minus”, non perfusa, spesso con forma a cuneo, accompagnata però da una ventilazione normale o ridotta.
La risposta A non è corretta.
La Risonanza Magnetica ha generalmente un impiego limitato nella diagnosi di embolia polmonare; permette di identificare soprattutto grossi emboli prossimali ed è riservata ad alcune categorie di pazienti. L’elettrocardiogramma nell’embolia polmonare massiva o submassiva permette di rilevare indirettamente le alterazioni dovute al sovraccarico e all’insufficienza acuta del cuore destro.
La risposta C non è corretta.
L’emogasanalisi arteriosa nell’embolia polmonare non è un esame specifico. Spesso, ma non sempre, evidenzia una ipossiemia, per riduzione del rapporto V/Q e broncocostrizione dei segmenti vicini all’area embolica e per aumento degli shunt intrapolmonari, e ipocapnia a causa della tachipnea del paziente, con conseguente alcalosi respiratoria. L’ecocardiografia permette di osservare il sovraccarico e la dilatazione del ventricolo destro, conseguente ad embolia massiva o submassiva, e altri segni che ne fortificano il sospetto come l’ipocinesi del medesimo ventricolo, il movimento paradosso del setto e il segno di McConnel.
La risposta D non è corretta.
La fleboscintigrafia serve per studiare la pervietà del circolo venoso degli arti inferiori e delle vene addominali; può consentire l’individuazione di trombosi venose profonde, causa diretta di embolia polmonare. Tuttavia sarebbe utile nell’individuazione di una causa potenziale e non nella diagnosi di certezza. La broncoscopia, essendo l’embolia polmonare una patologia vascolare, non riveste utilità nel percorso diagnostico.
La risposta E non è corretta.
L’angiografia polmonare è un esame invasivo che deve essere impiegato solo quando il suo utilizzo può modificare l’approccio terapeutico; in caso contrario, deve essere effettuata l’angio-Tc. La tomografia computerizzata basale è utile nella valutazione del parenchima polmonare, delle vie aeree e dei grossi vasi, ma nel percorso diagnostico dell’embolia polmonare il gold standard è l’angio-TC.