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1 di 3 Domande

La signora Scrivani, una donna di 40 anni, viene trasportata in ambulanza presso il P.S. dell’ospedale San Raffaele di Milano, in seguito ad un incidente stradale, dove viene affidata alle cure del Dott. Tibri, medico di guardia di turno. Anamnesi patologica prossima: la donna lamenta un intenso dolore al ginocchio sinistro. Quale è l’anomalia più rilevante all’RX alla quale la paziente viene sottoposta?

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La risposta corretta è la E.
Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una linea iperdiafana corrispondente ad una rima di frattura in corrispondenza del piatto tibiale laterale. Non ci sono alterazioni ossee a carico delle restanti porzioni esaminate.
Le risposte A,B,C e D non sono corrette.
Tutte le altre opzioni non sono corrette.

2 di 3 Domande

La signora Sarri, paziente di 75 anni, viene portata dal marito presso il P.S. del policlinico Umberto I di Roma, a causa di un dolore addominale molto intenso. Quale è la diagnosi ?

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La risposta corretta è la E.
La colite ischemica è una condizione caratterizzata da ipoperfusione inizialmente reversibile dovuta all'instaurarsi di uno squilibrio tra l'apporto ematico in tale sede e la richiesta di ossigeno da parte del tessuto stesso, che diventa quindi ipossico. Nel caso di una ischemia intestinale lo possiamo definire come un disturbo circolatorio acuto che evolve in necrosi di una parte più o meno estesa di intestino per ostruzione arteriosa o venosa della rete vascolare mesenterica. La RX diretta dell'addome è utile principalmente per la diagnosi differenziale e quindi escludere altre cause di dolore come ostruzioni o perforazioni intestinali ad esempio, mentre nelle fasi più avanzate della malattia ci sono dei segni più indicativi quali la presenza di bolle gassose nella vena porta o pneumatosi intestinale. In un Rx diretta addome, all’inizio vi è assenza di gas nel lume intestinale coinvolto e dopo qualche ora  compaiono i livelli idro-aerei. Nel caso la Rx non sia dirimente o diagnostica, anche considerando la sua bassa specificità e sensibilità, si ricorre ad una TC dell’addome con mdc, che rappresenta l’esame gold standard anche per la sua rapidità di esecuzione, e che è l’esame più indicato poiché permette lo studio delle anse ischemiche, della loro vascolarizzazione e dà indicazioni per il possibile trattamento.
Le risposte A e D non sono corrette.
Il volvolo intestinale è una torsione assiale di un segmento del tenue o del colon su sé stesso o sul proprio mesentere che produce un’ostruzione sia prossimale che distale del lume: la torsione determina anche una compressione vascolare (prima venosa e in un secondo tempo anche arteriosa), che a sua volta determina alterazione dei meccanismi di assorbimento, ischemia e nei casi gravi anche necrosi e gangrena dell’ansa in torsione. Si ha ovviamente alvo chiuso a feci e gas, dolori addominali, nausea, vomito, addome disteso.
Si ha peritonite se vi è necrosi- gangrena-perforazione. Radiologicamente il primo esame da eseguire, a meno che non ci siano condizioni di estrema urgenza, anche per la velocità di esecuzione, è un RX diretta dell'addome, che mostra una sovradistensione abnorme delle anse coinvolte con il tipico aspetto a "coffee sign", ovvero a chicco di caffè. In casi selezionati, può essere tentata una derotazione dell’ansa per via endoscopica. Tuttavia, solitamente la terapia è chirurgica:
Se non sono presenti segni di sofferenza ischemica, si effettua una semplice derotazione,
Se sono presenti segni di sofferenza ischemica, si una resezione segmentaria.
Il volvolo del sigma può presentarsi con distensione addominale associata a dolore intenso, vomito e costipazione.
La risposta B non è corretta.
L’ occlusione intestinale si manifesta clinicamente con dolore addominale, distensione e vomito. In tutti i pazienti con sospetta occlusione intestinale, il primo test diagnostico di scelta rapidamente ottenibile  è una radiografia dell'addome che dovrebbe essere eseguita sia in ortostatismo che in posizione supina, al fine di valutare: la morfologia e lo stato delle anse ed il grado di dilatazione, segni di coprostasi, presenza di livelli idro-aerei, aria libera sottodiaframmatica. Non si apprezzano i classici segni di occlusione intestinale.
La risposta C non è corretta.
L’ileo biliare è il passaggio di uno o più calcoli biliari direttamente nella via digestiva che presuppone che ci sia una fusione e quindi che si crei una fistola tra la colecisti e l’intestino, per arrivare al duodeno; può divaricare l’intestino tenue o dare addirittura un’occlusione meccanica intestinale da calcolo. Non è una evenienza studiabile mediante RX, ma non ci sono in questa radiografia mostrata nemmeno i segni indiretti riconducibili ad un ileo meccanico.

3 di 3 Domande

La Sig.a Laurenti, una donna di 40 anni, si reca presso il proprio medico curante, il Dott. Bonolis, lamentando dolore alla mano destra in seguito ad una caduta. Il Dott. Bonolis le prescrive un Rx della mano destra. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.
Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una linea iperdiafana da frattura scoposta in corrispondenza dell’estremo distale del quinto osso metacarpale.
La risposta B non è corretta.
L’osteomielite è un processo pseudotumorale dell’osso di tipo infiammatorio, legato ad un evento infettivo. Nella maggior parte dei casi si ha una localizzazione elettiva alle ossa lunghe (femore, tibia, omero, radio); la sede è quella metafisaria per l’iperemia e la stasi sanguigna fisiologiche in relazione all’accrescimento osseo. Se l’infezione non viene dominata nella fase iniziale gli ascessi purulenti tendono ad espandersi e a confluire determinando la necrosi di zone più o meno ampie di spongiosa o corticale con la formazione dei sequestri ossei. Da un punto di vista clinico l’osteomielite è caratterizzata da intenso dolore accompagnato da febbre ed impotenza funzionale dell’arto che nella fase cronica può avere remissione completa. L’esame radiografico rappresenta l’indagine di prima istanza per la valutazione radiologica di osteomielite: nella fase acuta i primi segni radiografici compaiono dopo una fase di latenza di circa 10 giorni – 3 settimane e consistono in: osteoporosi ed osteolisi a “tarlatura” metafisaria, reazione del periostio di tipo lamellare e tumefazione dei tessuti molli adiacenti; in fase subacuta le osteolisi si espandono e confluiscono con la comparsa nel loro contesto di zone di necrosi (fase osteonecrotica). Si ha quindi progressiva demarcazione delle zone necrotiche dall’osso sano circostante per la demolizione osteoclastica lungo la superficie di confine, con la formazione dei “sequestri ossei” (fase di sequestrazione); i sequestri appaiono intensamente radiopachi e quindi risaltano sull’osteoporosi circostante . La corticale appare erosa e le lamelle reattive sottoperiostee tendono ad addensarsi. Può essere presente il triangolo di Codman. Nella fase di cronicizzazione le osteolisi vengono ad essere circoscritte in modo sempre più netto da fenomeni di iperostosi reattiva con la formazione della “cassa da morto” o “sarcofago”. Queste casse possono presentare dei tramiti con i tessuti molli attraverso i quali si può avere fistolizzazione all’esterno con risoluzione del processo. I fenomeni di osteoproduzione riguardano anche la compatta sia verso l’esterno (periostosi) che verso l’interno (endostosi) fino a quadri di completa eburneizzazione e scomparsa del canale midollare. Bisogna sempre ricordare che, come detto, le radiografie possono essere normali o avere solo risultati aspecifici e sfumati nelle prime fasi dell'infezione.
La risposta C non è corretta.
L’osteoartrite, o più comunemente, artrosi è una patologia articolare, si apprezzerebbe con riduzione dello spazio articolare interposto fra le due articolazione con sclerosi delle rime articolari frapposte e nei casi più avanzati cavità geodiche e deformità dei profili ossei.
Le risposte D ed E non sono corrette.
Non ci sono alterazioni ossee a carico delle restanti porzioni esaminate.

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