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1 di 3 Domande

Una donna di 60 anni si reca dal medico curante, lamentando gonfiore a livello della gola e difficoltà nella deglutizione. In seguito alla visita effettuata viene richiesto alla paziente di sottoporsi ad una TC del collo-torace (mostrata in foto). Quale tra le seguenti è la diagnosi corretta?

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La risposta corretta è la D.
Per la paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla TC, la diagnosi più probabile è rappresentata dal gozzo tiroideo: infatti, la TC mostra una massa disomogenea con una calcificazione contestuale, che si approfonda nel mediastino posteriore e determina dislocazione della trachea a sinistra, con minima compressione ab extrinseco della vena cava superiore. Al contrario, le tasche faringee o branchiali, che si sviluppano durante lo sviluppo dell’embrione, danno origine a diverse strutture: la tuba di Eustachio, la tonsilla palatina, la componente di origine endodermica del timo, la porzione inferiore delle paratiroidi e le cellule para-follicolari della tiroide. Nell’uomo adulto, i residui di queste strutture, possono dare origine a cisti o fistole laterali del collo: tuttavia, tale TC non evidenza tali anomalie (risposta A errata). Invece, il laringocele, una estroflessione della mucosa del ventricolo laringeo, se interno solitamente disloca e rigonfia le corde vocali false, provocando raucedine e ostruzione delle vie aeree; se esterno, invece, solitamente si estende attraverso la membrana tiroioidea, determinando la comparsa di una massa a livello del collo. Alla TC appaiono solitamente come piccole masse ovoidali, a superficie liscia e a bassa densità, che contengono aria se non sono infette (risposta B errata).  Così, l’aneurisma della carotide comune, una malformazione vascolare dovuta alla dilatazione della parete arteriosa, è una lesione acquisita causata solitamente da un processo degenerativo del tessuto connettivo della parete del vaso ed è maggiormente visibile alla angio-TC (risposta C errata). Infine, la linfoadenopatia determina l’ingrandimento volumetrico dei linfonodi, che alla TC solitamente appaiono come piccole strutture di forma ovalare di aspetto ipo-denso, non apprezzabili in tale TC (risposta E errata).

2 di 3 Domande

Una donna di 35 anni, viene trasportata in ambulanza in condizioni d’urgenza presso il P.S. per un intenso dolore in sede retrosternale ed addominale superiore. Ad un’anamnesi più dettagliata, emerge che tale sintomatologia persiste da 18 mesi ed è andata progressivamente ad aggravarsi. Inoltre, in aggiunta al dolore, si è manifestata una progressiva disfagia ed una perdita di peso di 13 Kg. Viene effettuata un’endoscopia che mostra un esofago dilatato e contenente una quantità elevata di residui di cibo, ma non viene evidenziata alcuna patologia. Viene in seguito effettuato un esame con mezzo di contrasto per os. Quale è la diagnosi ?

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La risposta corretta è la E.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico, che presenta intenso dolore retrosternale ed addominale superiore persistente da 18 mesi, disfagia, perdita di peso, esofago dilatato con residui di cibo, senza evidenza di lesioni all’endoscopia, è l'acalasia, un disturbo della motilità esofagea caratterizzato da un'alterata peristalsi esofagea e dal mancato rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore durante la deglutizione: infatti, l’esofago, all’esame RX con m.d.c. per os, appare dilatato e stenotico con un aspetto a coda di tipo a livello dello sfintere esofageo. Tale patologia potrebbe essere causata dalla perdita delle cellule gangliari del plesso mio-enterico dell’esofago, che determina la denervazione della muscolatura esofagea. I sintomi sono rappresentati da una disfagia lentamente progressiva, solitamente sia per i liquidi che per i solidi e dal rigurgito di cibo non digerito. La diagnosi si basa sulla endoscopia, la manometria e l’esame radiologico con pasto baritato. Il trattamento comprende la dilatazione, denervazione chimica, la miotomia chirurgica e la miotomia endoscopica trans-orale.
Al contrario, per quanto la sintomatologia gastro-esofagea possa mimare quella cardiovascolare, nel caso clinico la diagnosi più probabile è rappresentata dalla acalasia, dato avvalorato soprattutto dalla disfagia progressiva e dal residuo di ingesti (risposta A errata). Inoltre, all’esame endoscopico si evidenzia dilatazione esofagea con residui di cibo e assenza di aree patologiche, di conseguenza, è verosimile escludere una patologia neoplastica e alterazioni mucosali date dall’esofagite da reflusso (risposte B e D errate). Infine, la sintomatologia, il quadro endoscopico e il quadro radiologico sono tutti indicatori di patologia dell’esofago distale e non gastrica (risposta C errata).

3 di 3 Domande

Il Sig. Riva, un uomo di 45 anni, viene trasportato in ambulanza presso il P.S. del policlinico Umberto I di Roma, dove viene affidato alle cure del medico di guardia di turno, il Dott. Rento. Anamnesi patologica prossima: l’uomo lamenta un intenso dolore addominale di tipo colico e la presenza di una “massa” dolorante alla palpazione all’inguine. Inoltre presenta anche vomito. Esame obiettivo: presenta una F.C.di 110 bpm ed una temperatura corporea di 37.8oC. Il Dott. Rento rileva all’ispezione una marcata distensione addominale, all’auscultazione rumori intestinali accentuati ed alla palpazione una massa dolente nell’inguine sinistro, al di sopra e medialmente rispetto al tubercolo pubico. Esami strumentali-laboratoristici: conta dei leucociti 14.7 x 109/L (4-11 x 109).  Viene effettuata un’Rx dell’addome. Quale è lo step successivo dell’iter diagnostico?

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La risposta corretta è la D.
Questo paziente presenta verosimilmente un quadro di occlusione intestinale verosimilmente di tipo meccanico, che si manifesta clinicamente con dolore addominale, distensione e vomito. In tutti i pazienti con sospetta occlusione intestinale, il primo test diagnostico di scelta rapidamente ottenibile  è una radiografia dell'addome che dovrebbe essere eseguita sia in ortostatismo che in posizione supina, al fine di valutare:  la morfologia e lo stato delle anse ed il grado di dilatazione, segni di coprostasi, presenza di livelli idro-aerei ed aria libera sottodiaframmatica. In tal caso sembra esserci un ileo meccanico di verosimile pertinenza tenuale, con distensione idro-gassosa delle anse intestinali ed esaltata rappresentazione dei rilievi valvolari e pertanto bisogna procedere all'intervento chirurgico d'urgenza.
La risposta A non è corretta.
Il sondino naso-gastrico serve oltre che per scopi nutritivi per decomprimere lo stomaco, ad esempio in casi di marcata gastrectasia e non per risolvere un occlusione intestinale, così come i fluidi servono solo per l’idratazione del paziente.
La risposta B non è corretta.
L’occlusione meccanica, soprattutto se in forma complicata, rappresenta un’urgenza chirurgica e pertanto non può essere programmato in elezione un intervento.
La risposta C non è corretta.
Non trova nessun razionale tale manovra per il sospetto clinico considerato.
La risposta E non è corretta.
Tale condizione è un’urgenza chirurgica e va riferito al paziente della necessità di sottoporlo ad un intervento.

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