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1 di 3 Domande

Scenario SQ2J: Un paziente con recente riscontro bioptico di neoplasia polmonare deve sottoporsi a esame PET-TC. ​​​​​​​ L'esame PET-TC con 18-fluorodessossiglucosio ha un ruolo importante in oncologia perche':














La risposta corretta è la A.
Il fluorodesossiglucosio, un analogo del glucosio marcato con Fluoro18, è un radiofarmaco, cioè una molecola che contiene al suo interno un atomo radioattivo; viene impiegato nell’imaging con PET. Il razionale del suo utilizzo sta nel fatto che le cellule neoplastiche in rapida crescita utilizzano il glucosio come substrato energetico. La loro richiesta è funzione del loro metabolismo. Le cellule neoplastiche infatti hanno, di norma, una attività metabolica più spiccata di quella del tessuto sano, motivo per cui avranno un maggiore fabbisogno energetico. Il 18-FDG segue le vie metaboliche dei glucidi ma, una volta iniziata la glicolisi, non viene riconosciuto dal secondo enzima appartenente a questa via e questo provoca il suo accumulo all’interno delle cellule tumorali. Di conseguenza, una volta iniziata la terapia oncologica, la riduzione o al contrario il maggiore accumulo del tracciante in uno o più distretti corporei permetterà di valutare l’efficacia delle terapie oppure la progressione della malattia.
La risposta B non è corretta.
Non tutte le neoplasie mostrano elevata sensibilità al 18-FDG. La captazione di questo radiofarmaco è dovuto al consumo cellulare di glucosio che sarà maggiore nei tumori a più rapida crescita e quindi più aggressivi, e anche al numero di cellule vitali. I limiti a questa tecnica sono quindi la ridotta attività metabolica di alcune neoplasie come carcinomi mucosi, carcinomi bronco-alveolari, linfomi poco aggressivi, tumori neuroendocrini, e i tumori di piccole dimensioni (<10 mm) per lo scarso numero di cellule neoplastiche presenti.
La risposta C non è corretta.
Uno dei limiti della PET con 18-FDG è la captazione del radiofarmaco da parte di lesioni infiammatorie (soprattutto di tipo granulomatoso), a causa della loro aumentata attività metabolica.
La risposta D non è corretta.
La PET con 18-FDG viene impiegata nella stima del grading delle neoplasie cerebrali e anche in fase di ristadiazione dopo la loro asportazione chirurgica. Tuttavia, nelle neoplasie interessanti questo distretto, questa tecnica ha dei limiti dovuti al fatto che i neuroni, fisiologicamente, captano avidamente il FDG quindi alcuni tumori a basso grado potrebbero non essere individuati. D’altra parte, lesioni “benigne” come il meningioma, captano il tracciante con avidità.
La risposta E non è corretta.
La PET non presenta elevata sensibilità per tutte le neoplasie; nella valutazione della patologia neoplastica cerebrale ha dei limiti dovuti al fatto che i neuroni hanno uno spiccato metabolismo glucidico in condizioni di normalità.

2 di 3 Domande

Scenario DI3I: Una paziente di 40 anni è stata sottoposta a intervento chirurgico di tiroidectomia con riscontro diagnostico di carcinoma differenziato della tiroide, ed è ora in attesa di intraprendere una terapia radiometabolica con Iodio 131. Per quali delle sue caratteristiche lo Iodio 131 e' utilizzato per la terapia radiometabolica del carcinoma differenziato della tiroide?














La risposta corretta è la D.
Lo iodio è un elemento essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei. Questi infatti, prima di essere messi in circolo, vengono accumulati nei follicoli. Questa ghiandola possiede una concentrazione di Iodio dalle 30 alle 100 volte superiore rispetto alla concentrazione plasmatica e l’avidità di questo tessuto per tale molecola è funzione della sua attività, quindi è aumentata nei processi iperplastici e neoplastici e, in quest’ultimo caso, è proporzionale al grado di differenziazione delle cellule. Nel carcinoma differenziato della tiroide, la cellula neoplastica conserva la sua capacità di assumere e concentrare lo Iodio. L’unico isotopo dello iodio che viene impiegato nella terapia radiometabolica di alcune patologie tiroidee è lo iodio131. Viene sfruttata la sua emissione di particelle beta, una forma di radiazione ionizzante dovuta ad un flusso di elettroni ad alta energia, le quali hanno un raggio d’azione limitato alla materia circostante e dissipano la propria energia vicino al punto di accumulo del radiofarmaco. La terapia radiometabolica viene impiegata nel post operatorio per distruggere le cellule neoplastiche tiroidee residue così da ridurre il rischio di recidiva.
Le risposte A, B, C ed E non sono corrette.
Lo iodio131 emette particelle beta, una forma di radiazione ionizzante dovuta ad un flusso di elettroni ad alta energia.

3 di 3 Domande

Scenario 3: Una paziente di 40 anni è stata sottoposta a intervento chirurgico di tiroidectomia con riscontro diagnostico di carcinoma differenziato della tiroide, ed è ora in attesa di intraprendere una terapia radiometabolica con Iodio 131. Quale dei seguenti effetti puo' rientrare tra gli effetti collaterali a medio-lungo termine che potrebbero manifestarsi in seguito al trattamento radiometabolico con Iodio 131?














La risposta corretta è la A.
L’unico isotipo dello iodio che viene impiegato nella terapia radiometabolica di alcune patologie tiroidee è lo Iodio-131. Nel post operatorio ha lo scopo di distruggere le cellule neoplastiche tiroidee residue. Viene sfruttata la sua emissione di particelle beta, una forma di radiazione ionizzante dovuta ad un flusso di elettroni ad alta energia, le quali hanno un raggio d’azione limitato alla materia circostante e dissipano la propria energia vicino al punto di accumulo del radiofarmaco. La terapia radiometabolica con Iodio131 può comportare una vasta gamma di effetti collaterale precoci e tardivi. Fra gli effetti tardivi, distinguiamo quelli di tipo deterministico, come fibrosi polmonare e aplasia midollare, e quelli di tipo stocastico come tumori solidi secondari oppure leucemie. Queste conseguenze tardive compaiono dopo un periodo di almeno 5 anni dal trattamento e per dosi cumulative maggiori di 20-30 Gbq.
Le risposte B, C e D non sono corrette.
L’artrosi deformante, la dermatite cronica e l’ictus cerebrale non costituiscono effetti collaterali precoci o tardivi conseguenti al trattamento con radioiodio. Fra gli effetti collaterali precoci ricordiamo: scialoadenite, disosmia e disgeusia, gastrite, tumefazioni e dolorabilità del tessuto tiroideo residuo, ipospermia transitoria, irregolarità mestruali e depressione midollare. Fra quelli tardivi: riduzione della fertilità, fibrosi polmonare, aplasia midollare, tumori solidi, leucemie, possibilità di trasmissione di anomalie genetiche alla prole.
La risposta E non è corretta.
L’artrosi deformante non è un effetto collaterale della terapia con Iodio-131.



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