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1 di 3 Domande

Un ragazzo di 27 anni si presenta da te, presso l’ambulatorio di reumatologia, con dolore e rigidità a livello della regione lombare e sacrale.
Ti dice che i sintomi sono peggiorati negli ultimi sei mesi e non rispondono né all’ibuprofene, né al paracetamolo. Racconta, inoltre che la rigidità e l’incapace di mobilitarsi a causa del mal di schiena si protraggono per circa 2 ore dopo il risveglio ogni mattina. L'esame obiettivo da te effettuato rivela una limitata flessione della schiena in avanti e di lato. Viene eseguita una radiografia della colonna vertebrale lombare che è mostrata nella figura: quale dei seguenti esami del sangue è più probabile che sia positivo in questo paziente?

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La risposta corretta è la C.

La clinica e l’esame obiettivo pongono il sospetto diagnostico di possibili spondiliti anchilosanti con sacroileite mentre la radiografia laterale della colonna lombare mostra una malattia avanzata.

I primi cambiamenti rilevabili alla radiografia della colonna sono erosioni e sclerosi delle articolazioni sacro-iliache; la progressione delle erosioni causa l’ampliamento dello spazio articolare e un’anchilosi ossea.

L’imaging della colonna vertebrale nella malattia avanzata, invece, può mostrare l’aspetto classico della “colonna a canna di bambù”.

L’HLA-B27 è presente in circa il 90% dei pazienti affetti da spondilite anchilosante. Le linee guida sulla gestione di questa patologia raccomandano di passare a una terapia anti-TNF una volta che è stata dimostrata una risposta inadeguata a due o più FANS. Anche la fisioterapia è una pietra miliare del management della spondilite anchilosante.


2 di 3 Domande

Qual è la diagnosi sulla base del reperto TC mostrato?

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La risposta corretta è la E.

Si tratta di un coinvolgimento renale monilaterale (risposta A errata): si può apprezzare una formazione litiasica a carico del rene di destra suggestiva per uropatia ostruttiva (risposta E corretta); inoltre si apprezzano delle formazioni a densità fluide/raccolte a probabile contenuto infetto, condizione compatibile con pielonefrite xantogranulomatosa. Il concetto di massa retroperitoneale viene utilizzato nei tumori situati in sede retroperitonea e di origine incerta, mentre in questo caso la problematica presenta origine renale (risposta B errata). Le lesioni cistiche renali non sono solitamente associate a litiasi e se lo sono non hanoo tale distribuzione coralliforme (risposta D errata).

La tubercolosi provoca una lesione diffusa, probabilmente bilaterale, e sebbene calcifichi il tessuto interessato, non provoca nefrolitiasi. (risposta C errata).


3 di 3 Domande

Quale tra i seguenti elementi rappresenta più probabilmente la clinica di questo paziente?

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La risposta corretta è la C.

La clinica della pielonefrite xantogranulomatosa si caratterizza per febbre, malessere generale, dolore e urine scure ( risposta C corretta). Non c’è oliguria perché è un’affezione monolaterale ed il rene conserva la sua funzionalità e la diuresi ( risposta D errata). Piuria febbrile e sterile sono tipiche della tubercolosi renale (risposta E errata), mentre l’ematuria macroscopica è un segno aspecifico e più tipico delle lesioni tumorali o litiasiche senza infezione associata (risposta A errata).


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