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1 di 3 Domande

Scenario QS30F: La valutazione della sensibilità in vitro dei microrganismi ai farmaci antimicrobici (anche noto come metodo di Kirby-Bauer) è una tecnica efficiente per orientare il trattamento di un'infezione batterica. In questa tecnica il campione biologico viene posto in coltura su una piastra di agar, su cui vengono adagiati dei dischetti di cotone imbevuti di diversi tipi di antibiotici a concentrazione nota. Osservando la piastra di agar, il batterio in coltura mostra maggiore resistenza verso l'antibiotico:

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La risposta corretta è la C.
Il test di Kirby-Bauer permette di testare contemporaneamente, su un unico terreno solido, la sensibilità di un microrganismo verso più antibiotici così da poter individuare la terapia più adatta nei confronti di un determinato batterio. Si tratta di un test di diffusione; il terreno impiegato per la coltura è il Mueller-Hinton agar, un terreno omogeneo nel quale i farmaci testati possano diffondere tutti alla medesima velocità e che riesce a soddisfare i fabbisogni nutrizionali della maggior parte dei batteri responsabili di infezioni a carico dell’uomo. Per i batteri più “esigenti” questo terreno di coltura può essere arricchito con sangue e altri nutrienti. Una volta seminato il batterio sulla superficie del terreno, si procede al posizionamento di dischetti circolari contenenti l’antibiotico e si incuba per 24 ore in un termostato a 37 °C. Dopodiché si procede alla lettura. In base all’alone generato intorno al dischetto imbevuto di antibiotico, il batterio potrà essere definito come sensibile, resistente o con resistenza intermedia. Nella nostra immagine, intorno al dischetto 3 non si crea nessun alone di inibizione della crescita batterica, per cui in questo caso il microrganismo sarà resistente a tale farmaco e infatti le sue colonie continueranno a diffondersi; al contrario, intorno agli altri dischetti si può osservare un alone più o meno grande quindi il microrganismo sarà sensibile a questi farmaci.
Le risposte A, B, D ed E non sono corrette.
I dischetti 1, 2 e 4 presentano un alone intorno al dischetto stesso. Questo alone è maggiore nel dischetto 1, lievemente minore nel 2 e ancora più ristretto nel 3, quindi il batterio sarà maggiormente sensibile nel primo caso e poi avrà sensibilità progressivamente minore nei dischetti successivi.

2 di 3 Domande

Scenario DI2L: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. Viene pertanto sottoposta all'esame diagnostico in figura. Si tratta di:

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La risposta corretta è la D.
La paziente del caso clinico è stata sottoposta ad una mammografia, eseguita con un apparecchio radiografico chiamato mammografo, che permette di studiare in maniera ottimale la mammella grazie alla diversa densità delle sue componenti. Tale esame rappresenta l’unico esame in grado di identificare le micro-calcificazioni, altamente predittive di carcinoma. Al contrario, tale imaging non rappresenta il risultato di una ecografia, una TC o una termografia mammaria (risposte A, B, C ed E errate).

3 di 3 Domande

Scenario DI2L: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. A eccezione di particolari casi selezionati, questo esame diagnostico deve essere sempre eseguito in due proiezioni, che sono:

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La risposta corretta è la D.
La paziente del caso clinico è stata sottoposta ad una mammografia, eseguita con un mammografo, che permette di studiare in maniera ottimale la mammella grazie alla diversa densità delle sue componenti. Tale esame, l’unico esame in grado di identificare le micro-calcificazioni, altamente predittive di carcinoma, prevede l’esecuzione di almeno due proiezioni standard:
- la cranio-caudale, che permette la visualizzazione dei quadranti esterni ed interni;
- la medio-laterale obliqua, che permette la visualizzazione dell'intera ghiandola, con i cavi ascellari, i quadranti superiori, inferiori e il solco sottomammario.
In dettaglio, il parenchima ghiandolare, nelle immagini mammografiche risulterà essere radiopaco, a causa della sua maggiore densità; invece, il tessuto adiposo, data la sua minore densità, sarà radiotrasparente.

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