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1 di 3 Domande

Il signor e la signora Firli si recano d’urgenza presso il pronto soccorso con il figlio Mario di 2 anni, in seguito ad un episodio di soffocamento ai danni del bimbo. I genitori del piccolo Mario riferiscono al Dott. Dischi, medico di guardia di turno, di aver notato che il bambino stava giocando con delle monete sul pavimento prima cha si verificasse l’incidente.  Anamnesi patologica prossima: nei giorni precedenti il bimbo non ha avuto febbre o naso che cola. Dopo l’accaduto, i genitori hanno provato a dar da mangiare al figlio, che tuttavia si è mostrato riluttante verso qualsiasi cosa da introdurre per bocca.  Esame obiettivo: durante la visita il paziente si presenta tranquillo, con i parametri vitali stabili e pulsossimetria del 98%. Il bimbo apparentemente non sembra agitato, ma ogni 2-3 minuti sente il bisogno di sputare. L’esame dell’oro-faringe non rivela alcuna anomalia e all’auscultazione dei polmoni non si riscontrano sibili o rantoli.  Esami strumentali: viene effettuata una radiografia del torace, visibile nell’immagine sottostante. Quale delle seguenti condizioni va tenuta in considerazione in base alla presentazione clinica del paziente?

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La risposta corretta e' la 'Ingestione di un corpo estraneo'.


2 di 3 Domande

Il sign. Garazzi, un uomo di 31 anni, si reca in pronto soccorso con un dolore localizzato a livello del polpaccio. Riferisce inoltre di soffrire di malessere generale, nausea e mialgie, dal suo ultimo viaggio che ha effettuato recentemente in Arkansas. Esame obiettivo: alla presentazione in pronto soccorso i parametri vitali del paziente includono: temperatura corporea di 37.2°C, F.C. di 76 bpm, P.A. di 128/70 mm Hg, F.R. di 16 atti/min, e saturazione d’ossigneo del 98%. Il Dott. Calligni, medico di guardia di turno, riscontra la presenza di petecchie diffuse a livello dell’arto inferiore sinistro, dalla regione tibiale antero-distale alla regione mediale della coscia. Tramite un’osservazione più accurata, viene inoltre osservata una piccola lesione necrotica, a livello dei capi mediale e laterale del gastrocnemio, circondata da un’area di edema, come osservabile nell’immagine sottostante. Il polpaccio del paziente si presenta dolente sia alla palpazione sia durante il movimento di dorsiflessione. Quale tra le seguenti è la causa delle manifestazioni cliniche del paziente?

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La risposta corretta è la A.
Il ragno violino è un piccolo ragno della famiglia dei Sicaridi con una distribuzione geografica soprattutto a carico dell'area mediterranea, particolarmente nell'Europa settentrionale, soprattutto in Francia, Spagna Italia, Grecia e Turchia e nel Nord Africa fino all'Iran.
Si tratta di una specie notturna che predilige gli ambienti caldi e asciutti anche se può occasionalmente trovarsi fra lenzuola o vestiti e, nel caso in cui si senta minacciato, può reagire mordendo la preda, tra cui anche l’uomo.
Il morso del ragno violino è indolore e i sintomi compaiono anche diverse ore dopo; inizialmente il paziente potrebbe lamentare prurito e arrossamento locali, che di autorisolvono senza ulteriori complicazioni. In una minoranza di casi, tuttavia, il ragno inietta una citotossina che determina loxoscelismo, cioè la formazione prima di un’area edematosa nella regione del morso a cui fa seguito un’ulcera necrotica più o meno estesa, che può perdurare anche alcuni mesi prima di guarire. La gravità della situazione è determinata non solo dall’estensione della necrosi ma anche dalla localizzazione dell’ulcera e dalla presenza di eventuali infezioni cui può andare incontro.
 
La risposta B non è corretta.
Trombosi venosa profonda dell'arto inferiore (TVP) e embolia polmonare sono due manifestazioni del tromboembolismo venoso (TEV).
La TVP deve essere sospettata nei pazienti che presentano gonfiore alle gambe, dolore, cute arrossata ed eritematosa; i sintomi sono generalmente unilaterali ma possono essere anche bilaterali ed inoltre, nel caso di TVP distale isolata essi sono limitati al polpaccio, mentre in pazienti con TVP prossimale possono estendersi alla gamba intera.
L’esame obiettivo della gamba interessata in pazienti con sospetta TVP potrebbe mostrare vene superficiali dilatate, edema unilaterale o gonfiore con una differenza di diametro del polpaccio o della coscia, arrossamento cutaneo, aumento della temperatura localizzato, eritema e dolore lungo il corso delle principali vene coinvolte: tra questi, il diametro aumentato del polpaccio è il segno predittivo più utile.
La risposta C non è corretta.
I ragni di vedova nera appartengono alla famiglia dei Theridiidae, genere Latrodectus, con una distribuzione geografica principalmente nelle zone con climi caldi anche se non è esclusa la loro presenza in zone in cui vi sono temperature più fredde con nevicate invernali di routine, come il Colorado e in Canada.
I pazienti che presentano morsi di vedova nera hanno in genere una storia recente (<8 ore) di un'attività a rischio come il giardinaggio, il taglio della legna, l'uso di mobili da giardino o la pulizia di un garage. Circa il 75% dei morsi si trova sulle estremità, in particolare gli arti inferiori; la maggior parte dei morsi sono inizialmente asintomatici o provocano lievi dolori nella sede del morso. Il tempo di insorgenza di sintomi è di circa 30 a 120 minuti dal momento del morso, ma potrebbe essere più lungo.
Il dolore muscolare è la caratteristica più importante nelle reazioni sistemiche e può influenzare i muscoli delle estremità, l'addome e la schiena. Il dolore addominale severo con rigidità di parete addominale è caratteristico e molte spesso può essere scambiato con una varietà di emergenze chirurgiche addominali, tra cui l’appendicite e la colecistite acuta. Altri sintomi possono includere tremore, debolezza, parestesie locali, cefalea, nausea e vomito. I segni vitali sono normali nella maggior parte dei pazienti e si possono sviluppare tachicardia, tachipnea, ipertensione come effetti secondari al dolore, all’ansia o al veleno.
Il classico morso della vedova nera consiste in una macchia circolare biancastra dal perimetro rosso circostante, con un aspetto a "bersaglio" e caratterizzata dall’assenza di necrosi; in alcuni casi può accompagnarsi a diaforesi locale e linfoadenopatia.
La risposta D non è corretta.
La puntura dello scorpione si manifesta con dolore particolarmente intenso, prurito, gonfiore, intorpidimento, formicolio e aumento della temperatura della parte interessata; a volte possono comparire sintomi generali tra cui nausea, vertigini, spasmi muscolari, difficoltà respiratorie e debolezza.
Nelle prime ore dopo la puntura, i reperti cutanei sono tipicamente costituiti da una macula o papula eritematosa o purpurea, con al centro il sito di puntura, che si associa, nelle successive 24 ore successive alla puntura, a placche orticarioidi concentriche e pruriginose, linfangite e cellulite sterili con edema, eruzione eritematosa locale o generalizzata con papule rosse raggruppate, placche purpuriche locali merlettate senza segni di infiammazione, indurimento o ulcera, bolle purpuriche fino a 5 cm di diametro in corrispondenza o in prossimità del sito di puntura.
La risposta E non è corretta.
Per trombocitopenia si intende una condizione clinica caratterizzata da una conta piastrinica inferiore al limite inferiore del normale, cioè <150.000 / microL (150 x 109 / L) che può essere associata a diverse condizioni cliniche con rischi che possono variare da un’emorragia potenzialmente letale a trombosi. Al momento della presentazione iniziale, la causa potrebbe essere poco chiara. Le comuni diagnosi di pazienti asintomatici con trombocitopenia lieve includono trombocitopenia immune (ITP), malattia epatica occulta, infezione da HIV e sindromi mielodisplastiche. Possono verificarsi anche patologie trombocitopeniche congenite, talvolta erroneamente diagnosticate.

3 di 3 Domande

Scenario EQ20Q: Una donna di 45 anni presenta lesioni eritemato-ipercheratosiche non dolenti, di forma nummulare, a livello della regione scapolare. Si associano lesioni ipercheratosiche [01] con chiazza di alopecia cicatriziale [02] a livello del vertice del cuoio capelluto. Le lesioni del tronco, di vecchia data, tendono anch'esse all'atrofia cicatriziale e a lasciare esiti iperpigmentari soprattutto periferici. Tutte le lesioni tendono al peggioramento dopo l'esposizione solare. Qual è la terapia più indicata per questa paziente?

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La risposta corretta è la C.
ll lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia infiammatoria su base autoimmune la cui patogenesi non è del tutto nota. Si caratterizza per anomalie immunologiche, in particolare per la produzione di anticorpi antinucleari. Le manifestazioni cliniche possono interessare ogni organo e possono variare drasticamente da paziente a paziente. Il modello più comune è un insieme di disturbi costituzionali associati a coinvolgimento cutaneo, muscolo-scheletrico, ematologico e sierologico, anche se alcuni pazienti hanno manifestazioni prevalentemente ematologiche, renali o del sistema nervoso centrale.
Il lupus discoide è una variante comune di LES che si presenta soprattutto nelle regioni cutanee fotoesposte come quelle del viso, delle orecchie, del cuoio capelluto, del tronco e, più raramente, a livello della mucosa orale. Le lesioni evolvono secondo un decorso temporale caratteristico: inizialmente esse si presentano come lesioni eritematose piccole, rotonde, ben definite, che poi diventano ruvide al tatto e squamose con scaglie spesso attaccate ai follicoli piliferi che portano ad una perdita graduale di capelli con alopecia cicatriziale irreversibile. Le lesioni possono regredire nella porzione centrale dove possono svilupparsi atrofia e perdita della normale consistenza della pelle mentre perifericamente la lesione resta attiva. Le lesioni più vecchie sono grandi, con bordi irregolari, depigmentate, glabre, con un aspetto cicatriziale. I pazienti con lupus discoide dovrebbero impegnarsi quotidianamente in misure di protezione solare, compreso l'uso di filtri solari ad ampio spettro e indumenti protettivi solari in quanto l’esposizione alla luce ultravioletta e, in rari casi, la luce visibile, puossono essere un fattore esacerbante per il lupus cutaneo.
Nel trattamento del lupus i corticosteroidi topici sono terapie di prima linea: alcuni pazienti con malattia localizzata possono essere adeguatamente gestiti con la fotoprotezione e con i corticosteroidi topici da soli. Nei pazienti che non riescono a rispondere agli agenti topici o nei quali la terapia topica o intralesionale è impraticabile a causa della malattia diffusa, vi è indicazione alla terapia sistemica con antimalarici, farmaci di prima linea per il trattamento del lupus discoide. Tra gli antimalarici vi sono l’idrossiclorochina , la clorochina e la chinacrina. L'idrossiclorochina e la clorochina sono composti antimalarici di 4-aminoquinina che hanno una farmacocinetica, un'azione e un metabolismo molto simili. Il  trattamento con antimalarici è più spesso iniziato con idrossiclorochina perché è meglio tollerato dai pazienti e il suo dosaggio non deve superare 5 mg /kg/ die per minimizzare il rischio di retinopatia; la clorochina, invece, ha un rischio maggiore di tossicità retinica e intolleranza gastrointestinale e la chinacrina ha maggiori probabilità di causare effetti avversi ematologici.
 

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