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1 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene della stomia del paziente''














La risposta corretta è la B
La corretta sequenza per l'igiene della stomia del paziente inizia con il sistemare il paziente in posizione supina o semi Fowler, seguendo poi con l'indossare i guanti monouso e rimuovere il presidio, per concludersi con la rimozione delle feci con un panno carta, procedendo dalla parte più esterna a quella più interna. Questo metodo assicura sia la sicurezza che il comfort del paziente, riducendo il rischio di contaminazioni e infiammazioni della stomia, grazie alla tecnica di pulizia che va dall'esterno verso l'interno, per prevenire la diffusione di potenziali infezioni.

2 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Preparazione al posizionamento del paziente nel letto''














La risposta corretta è la D
Le fasi della preprarazione al posizionamento del paziente nel letto sono: 1) Determinare il grado di assistenza richiesto dal paziente, 2) Controllare la presenza di tubi o altri dispositivi e metterli al sicuro, 3) Valutare la soglia di dolore del paziente durante gli spostamenti. Questi passaggi sono essenziali per assicurare che il paziente sia spostato in modo sicuro e confortevole, riducendo il rischio di danni o di disagio. Identificare il livello di assistenza necessario permette di preparare le risorse appropriate. Assicurarsi che dispositivi medici e tubi non vengano disconnessi o danneggiati durante il movimento è cruciale per la sicurezza del paziente. Infine, considerare la soglia di dolore aiuta a personalizzare l'approccio per ridurre il disagio.

3 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Somministrazione dei farmaci per via rettale''














La risposta corretta è la A
La corretta procedura per la somministrazione dei farmaci per via rettale inizia con: 1) Mettere il paziente in posizione "Sims" con la gamba in alto piegata; 2) Coprire il paziente con un telo; 3) Controllare la zona rettale. Questo procedimento mira a garantire sia la comoditàdel paziente sia un accesso facilitato e sicuro per l'amministrazione del farmaco. La posizione di Sims, con la gamba superiore piegata, migliora l'accessibilitàal retto rendendo inoltre l'esperienza meno invasiva per il paziente. Coprire il paziente con un telo serve a salvaguardare la sua dignità, mentre la verifica della zona rettale prima della somministrazione assicura l'assenza di problematiche che potrebbero controindicare il procedimento.

4 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Esecuzione dell'igiene dei piedi''














La risposta corretta è la C
La procedura corretta per l'esecuzione dell'igiene dei piedi prevede: 1) Lavare accuratamente il piede del paziente, 2) Risciacquare con acqua pulita, e 3) Asciugare il piede e tagliare le unghie con il tronchesino. Questa sequenza garantisce la rimozione di sporco e batteri, prevenendo infezioni e mantenendo la salute del piede. Il lavaggio rimuove le impurità, il risciacquo assicura che residui di sapone e sporco vengano eliminati, e l'asciugatura seguita dal taglio delle unghie evita problematiche come unghie incarnite.

5 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Lavaggio sociale delle mani''














La risposta corretta è la E
La corretta sequenza per il lavaggio sociale delle mani è: 1) Aprire il rubinetto e bagnare le mani, 2) Applicare il sapone liquido e frizionare le mani, 3) Risciacquare le mani facendo scorrere l'acqua dalle mani verso i polsi. Questo processo garantisce l'eliminazione efficace dei germi in quanto l'apertura iniziale del rubinetto consente di utilizzare acqua pulita per bagnare le mani; l'applicazione del sapone e la susseguente frizione aiutano a sollevare e rimuovere fisicamente lo sporco e i microorganismi dalla pelle; il risciacquo finale con l'acqua che scorre verso i polsi previene il riscontro di contaminanti verso le dita e le mani pulite.

6 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Primo soccorso - Assistenza in caso di colpo di calore''














La risposta corretta è la E
La corretta procedura di primo soccorso per assistere in caso di colpo di calore prevede: 1) Togliere gli abiti all'infortunato, 2) Distenderlo in zona ombreggiata, 3) Tenergli gli arti inferiori sollevati. Queste azioni mirano a ridurre la temperatura corporea e migliorare la circolazione sanguigna, fondamentali per trattare efficacemente il colpo di calore, condizione in cui il corpo non può regolare la propria temperatura. Un rapido intervento è cruciale per prevenire danni seri o fatali.

7 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Posizionamento del paziente allettato''














La risposta corretta è la E
La corretta sequenza per il posizionamento del paziente allettato include: 1) Controllare la presenza di abrasioni sulla cute del paziente, 2) Cambiare la posizione del paziente ogni 2 ore, 3) Sollevare le sponde laterali del letto e mettere il paziente in sicurezza. La verifica delle condizioni cutanee è essenziale per prevenire lesioni da pressione. Il cambio di posizione frequente aiuta a ridurre il rischio di ulcere da decubito. Infine, sollevare le sponde garantisce la sicurezza del paziente, evitando cadute dal letto. Queste pratiche sono fondamentali nella cura dei pazienti allettati e mirano a mantenere l'integritàdella pelle e la sicurezza.

8 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: "Rilevazione del peso corporeo con sedia bilancia"














La risposta corretta è la E
La procedura corretta per la rilevazione del peso corporeo con una sedia bilancia include, in ordine: 1) Lavarsi le mani ed accendere la bilancia; 2) Aiutare il paziente a sedersi nella sedia bilancia; 3) Attendere qualche secondo e rilevare il dato. Questa procedura assicura l'igiene, la sicurezza del paziente e l'accuratezza della misura. La fase iniziale di igienizzazione delle mani è cruciale per prevenire la trasmissione di infezioni, mentre il corretto posizionamento del paziente garantisce la precisione della misurazione del peso. Attendere alcuni secondi prima della lettura del dato permette alla bilancia di stabilizzarsi, assicurando così la validitàdel peso registrato.

9 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza post-mortem''














La risposta corretta è la B
La risposta corretta all'assistenza post-mortem consiste nelle seguenti fasi: sistemare la salma in posizione supina ed allineata, chiedere all'infermiere di rimuovere eventuali accessi venosi e, infine, detergere e asciugare il corpo della salma. Queste operazioni sono essenziali per preparare il corpo post-mortem, seguendo una procedura rispettosa e meticolosa che garantisce anche la sicurezza e la dignitàdella salma. La sistematizzazione del corpo in posizione supina assicura una presentazione idonea, la rimozione degli accessi venosi è un passaggio clinico importante, mentre la detersione e l'asciugamento sono fondamentali per curare l'aspetto della salma prima della consegna ai familiari o della sepoltura.

10 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente a letto con vomito o nausea''














La risposta corretta è la A
La risposta corretta a come assistere un paziente a letto con vomito o nausea comprende tre step: 1) Allontanare il paziente da eventuali fonti che possono scatenare il disagio; 2) Collocare il paziente in posizione seduta o semi-seduta (semi-Fowler); 3) Osservare il materiale emetico per eventuali segnalazioni all'infermiere. Queste misure mirano a ridurre il rischio di aspirazione nelle vie respiratorie e a migliorare il comfort del paziente. La posizione semi-Fowler, in particolare, aiuta a prevenire il reflusso del materiale emetico. Queste procedure non solo aumentano la sicurezza del paziente ma forniscono anche dati utili per la valutazione clinica.

11 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevare la pressione arteriosa con sfigmomanometro e fonendoscopio''














La risposta corretta è la C
La corretta procedura per rilevare la pressione arteriosa con sfigmomanometro e fonendoscopio inizia con la posizione degli auricolari del fonendoscopio nel proprio condotto uditivo. Successivamente, si posiziona la campana del fonendoscopio in prossimitàdell'arteria brachiale del paziente. Infine, si gonfia il bracciale fino alla scomparsa del polso radiale, incrementando poi di altre tre insufflazioni. Questa sequenza garantisce l'accuratezza nella rilevazione dei toni di Korotkoff, essenziali per determinare i valori sistolici e diastolici della pressione arteriosa.

12 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: Trasferimento del paziente dal letto alla barella














La risposta corretta è la E
La corretta sequenza per il trasferimento del paziente dal letto alla barella è: 1) Assicurarsi che le ruote della barella siano bloccate. 2) Utilizzare un telino ad alto scorrimento per avvicinare il paziente al bordo del letto. 3) Mantenere la colonna vertebrale del paziente in asse e supportarlo durante lo spostamento. Questi passaggi garantiscono sicurezza e riducono il rischio di infortuni sia per il paziente che per l'operatore. La corretta immobilizzazione della barella impedisce movimenti inaspettati, l'utilizzo del telino facilita lo spostamento riducendo lo sforzo e tenere la colonna in asse è cruciale per evitare danni durante il trasferimento.

13 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Raccolta di un campione di urine NON sterili in una donna non autosufficiente''














La risposta corretta è la C
La raccolta di un campione di urine non sterili in una donna non autosufficiente correttamente avviene 1) prelevando le urine dal mitto intermedio della paziente posizionando il bicchiere in prossimitàdel meato urinario, 2) travasando successivamente le urine nell'apposita provetta, e 3) applicando l'etichetta identificativa sulla provetta. Questa sequenza assicura che il campione raccolto sia il più possibile rappresentativo e non contaminato da secrezioni esterne, essenziale per analisi accurate. La scelta del mitto intermedio riduce il rischio di contaminazione da cellule epiteliali e batteri presenti all'inizio o alla fine della minzione, incrementando la fiducia nei risultati del test. Questa procedura non riguarda una patologia specifica ma è una pratica comune per raccogliere campioni di urine per analisi.

14 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rifacimento del letto non occupato''














La risposta corretta è la A
Il rifacimento del letto non occupato inizia con il lavaggio delle mani e l'indossare guanti monouso, procede con la rimozione delle lenzuola sporche dagli angoli al centro, e si conclude con la rimozione e smaltimento dei guanti. Questa procedura garantisce igiene e prevenzione della contaminazione crociata. La manipolazione corretta dei tessuti e l’uso adeguato dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) sono fondamentali nel controllo delle infezioni in contesti sanitari.

15 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Lavaggio e preparazione del materiale destinato alla sterilizzazione''














La risposta corretta è la A
La corretta descrizione delle fasi del lavaggio e preparazione del materiale per la sterilizzazione inizia con la fase di asciugatura degli strumenti utilizzando macchinari ad aria compressa, successivamente si passa al controllo del funzionamento degli strumenti, e si conclude con il confezionamento degli strumenti per l'invio alla centrale di sterilizzazione. Questa sequenza garantisce che gli strumenti siano non solo puliti ma anche funzionali e pronti per essere sterilizzati in modo sicuro, eliminando il rischio di contaminazione.

16 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Sanificazione della stanza di degenza del paziente''














La risposta corretta è la A
La risposta corretta alla domanda sulla sanificazione della stanza di degenza del paziente comprende: 1) Vuotare i contenitori dei rifiuti e sostituire i sacchetti dei cestini; 2) Reintegrare il materiale igienico del bagno; 3) Pulire le pareti dall'alto verso il basso. Questa sequenza garantisce un'efficacia, sicurezza e igiene ottimali durante la sanificazione. La rimozione dei rifiuti e la sostituzione dei sacchetti prevengono la contaminazione, il reintegro dei materiali igienici garantisce le necessarie dotazioni igieniche, e la pulizia delle pareti dall'alto verso il basso evita il deposito di polvere o sporco su superfici giàpulite.

17 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente nell'utilizzo delle stampelle per salire le scale''














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per assistere un paziente nell'utilizzo delle stampelle per salire le scale inizia con il posizionamento delle stampelle a circa 15 cm davanti al paziente seduto, poi si aiuta il paziente ad alzarsi e stare in piedi e, infine, si chiede di spostare prima la gamba sana sul primo gradino e successivamente di portare le stampelle sullo stesso gradino, per poi ripetere la sequenza. Questi passaggi assicurano un utilizzo sicuro delle stampelle, sfruttando la gamba più forte per iniziare il movimento e mantenendo l'equilibrio e il supporto mediante le stampelle. Questo metodo previene il rischio di cadute fornendo un sostegno adeguato durante l'ascesa.

18 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza al paziente NON collaborativo che necessita della padella per evacuare''














La risposta corretta è la A
La corretta procedura per assistere un paziente non collaborativo che necessita della padella per evacuare è: sistemare il paziente in posizione laterale, posizionare successivamente la padella contro i glutei del paziente e, infine, girare delicatamente il paziente in posizione supina sulla padella. Queste azioni garantiscono sicurezza e comfort al paziente mentre soddisfano la necessitàfisiologica in modo dignitoso, evitando inoltre il rischio di lesioni. Questa sequenza di passi rispetta i principi di assistenza al paziente mantenendo al minimo il disagio.

19 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza all'alimentazione del paziente disfagico''














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per l'assistenza all'alimentazione del paziente disfagico include: 1) Farlo sorseggiare l'acqua gelificata durante il pasto per facilitare la deglutizione; 2) Chiedere di tossire per mantenere libere le vie aeree; 3) Concludere con igiene di denti e mani. Questi passaggi aiutano a gestire i rischi legati alla disfagia, migliorando la sicurezza e il comfort durante l'alimentazione.

20 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Somministrazione dei farmaci per via otologica in collaborazione con l'infermiere''














La risposta corretta è la D
La corretta procedura per la somministrazione dei farmaci per via otologica in collaborazione con l'infermiere consiste nelle seguenti azioni: 1) L'Oss posiziona il paziente in decubito laterale, che è utile per permettere un facile accesso al canale auricolare; 2) successivamente, l'infermiere tira il padiglione dell'orecchio esterno verso l'alto e all'indietro per allineare meglio il canale auricolare, facilitando così il percorso delle gocce mediche; 3) Infine, l'infermiere instilla le gocce lungo il lato del canale auricolare. Questo metodo mira a evitare il contatto diretto delle gocce con il timpano, riducendo così il rischio di irritazione e consentendo una distribuzione più omogenea del farmaco nell'orecchio. Questa sequenza di azioni è delineata per massimizzare l'efficacia della somministrazione del farmaco e minimizzare il disagio per il paziente.

21 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Predisposizione del piano inferiore del carrello per le pulizie del mattino''














La risposta corretta è la A
La corretta procedura per predisporre il piano inferiore del carrello per le pulizie del mattino include: 1) sistemare una padella coperta da un telo; 2) sistemare due catini e due bacinelle; 3) sistemare due contenitori per l'acqua e un sacco per la biancheria sporca. Questo ordine riflette un'organizzazione pratica e efficace, che consente di avere a disposizione tutti gli elementi necessari per l'igiene e la pulizia, separando nettamente gli elementi per l'acqua e i contenitori destinati a tessuti sporchi, garantendo così un metodo di lavoro igienico e ordinato.

22 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene dei denti con paziente incosciente''














La risposta corretta è la C
La risposta corretta all'igiene dei denti con paziente incosciente segue questi passaggi: 1) Sciacquare accuratamente la bocca del paziente sino alla rimozione completa del dentifricio e dei residui, 2) Allontanare la bacinella reniforme ed asciugare la bocca del paziente, 3) Se necessario, applicare un gel idrosolubile sulle labbra del paziente. Questi passaggi garantiscano la pulizia efficace, la sicurezza e il comfort del paziente incosciente, prevenendo il rischio di aspirazione di liquidi, mantenendo l’igiene orale e proteggendo le labbra da secchezza e screpolature.

23 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Controllo del paziente in trazione''














La risposta corretta è la B
La corretta sequenza per il controllo del paziente in trazione è: 1) Assicurarsi che le corde si muovano liberamente nella carrucola, 2) Controllare i nodi alla corda di trazione, e 3) Assicurarsi che sia mantenuta la controtrazione. Queste operazioni garantiscono che la trazione applicata sia efficace ed eseguita correttamente, evitando danni al paziente e assicurando che la forza di trazione sia distribuita in modo adeguato. Questo processo è essenziale per il corretto allineamento e la guarigione delle fratture ossee, ed è parte integrante del trattamento e della cura infermieristica di pazienti con dispositivi di trazione.

24 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente nell'utilizzo del deambulatore''














La risposta corretta è la C
La corretta sequenza per assistere un paziente nell'utilizzo del deambulatore include: 1) posizionare il patent con il bacino all'interno del deambulatore, 2) fare afferrare i corrimani al paziente, 3) regolare l'altezza della sbarra superiore al di sotto della vita del paziente. Questi passaggi assicurano la sicurezza e l'efficacia nell'uso del deambulatore, garantendo stabilitàe prevenendo cadute. La posizione del bacino dentro il deambulatore e le mani sui corrimani consentono un supporto ottimale, mentre la regolazione dell'altezza garantisce una postura adeguata durante il movimento.

25 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Vestizione del paziente emiplegico''














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per la vestizione del paziente emiplegico inizia con l'aiuto nell'igiene del corpo, segue l'assisterlo nell'indossare gli abiti, iniziando dall'arto plegico e poi passando a quello sano, e termina trovando una posizione comoda per il paziente. Questa sequenza garantisce comfort e autonomia, promuove l'igiene personale e riduce il rischio di ulteriori danni facilitando l'uso dell'arto meno funzionante per primo, semplificando così l'operazione per il paziente e per chi presta assistenza.

26 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Valutazione del polso carotideo''














La risposta corretta è la B
La valutazione corretta del polso carotideo prevede: 1) Ispezionare entrambi i lati del collo del paziente per osservare le pulsazioni. 2) Premere due dita sulla superficie rigida sottostante l'arteria carotide. 3) Diminuire gradualmente la pressione fino a non sentire più le pulsazioni. Questa procedura serve a valutare la presenza, la frequenza e la qualitàdelle pulsazioni carotidee, importanti indicatori di salute cardiovascolare. La palpazione corretta dell'arteria carotide permette di rilevare anomalie che potrebbero indicare problemi circulatori o cardiovascolari, senza causare rischi al paziente come il riflesso del seno carotideo, che potrebbe indurre bradicardia se stimolato con eccessiva pressione.

27 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Utilizzo di camice e guanti monouso''














La risposta corretta è la A
L'uso corretto del camice e dei guanti monouso prevede prima l'indossare il camice, poi infilare i guanti facendo attenzione che questi coprano le estremitàdelle maniche del camice e, a procedura eseguita, sfilare prima i guanti e poi il camice al contrario. Questo ordine garantisce la massima protezione e igiene, evitando contaminazioni durante le fasi di indossamento e svestimento dei dispositivi di protezione individuale (DPI).

28 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Triage in pronto soccorso''














La risposta corretta è la C
La corretta sequenza delle fasi di triage in pronto soccorso comprende: 1) Identificare il paziente, 2) Allontanare dalla stanza persone estranee all'intervento in atto, e 3) Offrire assistenza al paziente. Questa procedura assicura prima l'identificazione corretta del paziente per evitare errori, poi garantire la privacy e la sicurezza rimuovendo persone non coinvolte nell'assistenza diretta, e infine fornire l'assistenza necessaria. Queste fasi consentono un approccio sistematico e organizzato, cruciali nell'ambiente ad alta pressione del pronto soccorso, dove l'obiettivo primario è valutare e gestire rapidamente le condizioni del paziente.

29 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene perineale del paziente''














La risposta corretta è la D
La corretta procedura dell'igiene perineale del paziente inizia verificando eventuali allergie al lattice del paziente, seguito dall'aggiustamento dell'altezza del letto a livello vita e abbassando la sponda laterale, per finire aiutando il paziente a urinare o defecare prima di procedere con l'igiene. Questi passaggi sono essenziali per assicurare sia la sicurezza che il comfort del paziente durante la procedura, oltre a minimizzare il rischio di infezioni e facilitare l'accesso all'area da pulire.

30 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Misurazione rettale della temperatura corporea''














La risposta corretta è la C
La misurazione rettale della temperatura corporea correttamente include: 1) Posizionare la punta del termometro nell'ampolla rettale del paziente - 2) Mantenere la posizione per circa 4 minuti - 3) Rimuovere il termometro e rilevare il parametro. Queste fasi garantiscono che la temperatura corporea interna sia misurata con precisione, sfruttando la zona rettale, riconosciuta per riflettere affidabilmente i valori di temperatura interna del corpo a causa della sua minore suscettibilitàalle variazioni ambientali esterne rispetto ad altre metodologie di misurazione.

31 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza al paziente durante l'alimentazione''














La risposta corretta è la E
Assistendo un paziente durante l'alimentazione, si inizia con il lavaggio sociale delle mani e preparando la tavola, poi si indossano guanti monouso per aiutare il paziente all'uso della toilette, per finire si rimuovono i guanti e si esegue un nuovo lavaggio delle mani. Questa sequenza garantisce sia l'igiene che il confort del paziente, rispettando le norme di prevenzione delle infezioni. La procedura promuove l'autonomia del paziente laddove possibile, mantenendo al contempo un ambiente sicuro e pulito.

32 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Triage in pronto soccorso in collaborazione con l'infermiere''














La risposta corretta è la A
Nel triage in pronto soccorso in collaborazione con l'infermiere, la sequenza operativa corretta inizia con l'OSS che accoglie il paziente, segue l'infermiere che assegna il codice di gravità, e si conclude con l'OSS che gestisce l'attesa del paziente. Questo processo assicura che i pazienti ricevano un'attenzione medica prioritaria secondo la gravitàdelle loro condizioni, garantendo un'efficace gestione delle emergenze e degli spazi in pronto soccorso.

33 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Vestizione del paziente emiplegico''














La risposta corretta è la A
La procedura corretta per la vestizione del paziente emiplegico inizia con l'aiuto nell'igiene del corpo, segue vestendolo prima dall'arto plegico e poi da quello sano, e si conclude trovando una posizione comoda per il paziente. Questo ordine garantisce la dignità, il comfort e promuove l'autonomia del paziente ove possibile, rispettando le sue capacitàresidue e facilitando il processo di vestizione diminuendo il rischio di ulteriori lesioni o disagi.

34 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza in caso di isolamento di paziente infetto''














La risposta corretta è la A
La corretta sequenza operativa per l'assistenza in caso di isolamento di un paziente infetto inizia con 1) la preparazione del carrello pulito, segue con 2) l'allestimento dei sacchi per la biancheria infetta e si conclude con 3) l'allestimento del sacco per i rifiuti ad alto rischio biologico. Queste fasi garantiscono una gestione sicura e ordinata sia dei materiali che possono entrare in contatto con patogeni, sia della loro successiva eliminazione, prevenendo la diffusione di infezioni. La procedura si concentra sulla prevenzione della contaminazione incrociata e sulla protezione del personale e degli altri pazienti, rispettando protocolli di sicurezza sanitaria rigidi.

35 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: '''Posizionamento del paziente seduto o semi-seduto a letto''














La risposta corretta è la E
Il posizionamento del paziente seduto o semi-seduto a letto correttamente avviene mettendo prima un cuscino dietro la schiena, poi flettendo leggermente le ginocchia con un cuscino sotto le cosce, e quindi, sistemando i piedi ad angolo retto. Questa sequenza assicura il comfort e la stabilitàdel paziente, riducendo il rischio di lesioni. La flessione delle ginocchia con un supporto sotto le cosce aiuta a ridurre la tensione nella parte bassa della schiena, mentre i piedi posizionati ad angolo retto evitano l'ipertensione delle caviglie o la loro caduta laterale, preservando la corretta circolazione.

36 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevazione dei polsi periferici''














La risposta corretta è la A
La corretta procedura per la rilevazione dei polsi periferici inizia con la richiesta al paziente di rilassare il piede, quindi si procede palpando l'area posta dietro e leggermente sotto il malleolo mediale della caviglia e infine si palpa profondamente nella fossa poplitea. Questo metodo garantisce l'accuratezza nel rilevamento dei polsi in modo non invasivo e confortevole per il paziente, identificando correttamente la posizione dei polsi e permettendo una valutazione precisa della loro presenza, regolaritàe qualità.

37 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza post-mortem''














La risposta corretta è la B
Nella procedura di assistenza post-mortem, le fasi comprendono: 1) trasferire la salma nella camera mortuaria, 2) effettuare il lavaggio sociale delle mani, 3) registrare il dato. Queste operazioni seguono un ordine logico, iniziando dal trasporto della salma in un luogo adeguato, seguito dal lavaggio delle mani per motivi igienici e, infine, dalla documentazione formale dell'accaduto, essenziale per l'aggiornamento dei registri e la comunicazione.

38 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Lavaggio sociale delle mani''














La risposta corretta è la E
Il lavaggio sociale delle mani si svolge mediante l'applicazione del sapone liquido, seguito dal risciacquare le mani facendo scorrere l'acqua dalle mani verso i polsi e infine asciugando le mani con una salvietta monouso e chiudendo il rubinetto con il gomito o un pedale. Questa sequenza corretta assicura l'eliminazione efficace dei germi senza recontaminare le mani, sfruttando il sapone per emulsionare lo sporco e i microbi, l'acqua per rimuoverli fisicamente e la metodologia di asciugatura e chiusura del rubinetto per evitare contatti con superfici potenzialmente contaminate. Questo metodo è essenziale per prevenire la diffusione di infezioni.

39 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Raccolta di un campione di urine NON sterili in una donna non autosufficiente''














La risposta corretta è la A
La procedura corretta per la raccolta di un campione di urine NON sterili in una donna non autosufficiente inizia con il far assumere al paziente la posizione seduta sul WC o sulla comoda. Successivamente, si chiede al paziente di effettuare una prima emissione di urine per poi fermarsi, infine si prelevano le urine dal mitto intermedio posizionando il bicchiere in prossimitàdel meato. Questa metodologia mira a ridurre la contaminazione del campione da parte de flora microbica presenti nel meato urinario che possono essere più concentrate nelle prime e nelle ultime parti dell'emissione urinaria, garantendo così un campione più rappresentativo.

40 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: Rasatura del paziente allettato














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per la rasatura del paziente allettato inizia con la sistemazione del paziente nella posizione di Fowler, segue con la preparazione di acqua calda per ammorbidire la barba e conclude con l'inumidimento del viso usando un asciugamano intorno a spalle e torace, lasciando agire l'acqua tiepida per qualche minuto. Questa sequenza è importante per assicurare comfort e sicurezza al paziente, minimizzando il rischio di irritazioni cutanee e facilitando la rasatura grazie all'ammollamento dei peli.

41 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene della stomia del paziente''














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per l'igiene della stomia del paziente inizia con il fare aderire la sacca sulla placca, poi posizionare la sacca con la parte più corta rivolta verso l'alto, e infine lavarsi le mani e registrare il dato. Questi passaggi assicurano un'adeguata fissazione della sacca alla zona stomale, prevenendo perdite e facilitando la gestione da parte del paziente. La posizione della sacca è cruciale per una funzionalitàottimale e il lavarsi le mani pre e post intervento garantisce la sicurezza sia del paziente che dell'operatore.

42 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rimuovere gli occhiali di protezione''














La risposta corretta è la E
La procedura corretta per rimuovere gli occhiali di protezione comprende: 1) Rimuoverli; 2) Detergerli e disinfettarli; 3) Inserirli in un sacchetto di plastica richiudibile. Questi passaggi garantiscono la sicurezza e l'igiene, prevenendo la contaminazione crociata tra diversi usi degli occhiali. Il detergere e disinfettare gli occhiali elimina germi e impurità, mentre inserirli in un sacchetto richiudibile li mantiene puliti fino al successivo utilizzo. Questo metodo rientra nelle pratiche standard per la manutenzione dell'equipaggiamento di protezione individuale.

43 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Misurazione della pressione arteriosa''














La risposta corretta è la D
La corretta procedura per la misurazione della pressione arteriosa inizia col posizionare l'avambraccio del paziente a livello del cuore, seguito dall'applicazione del bracciale sull'arteria brachiale e verificando preliminarmente la presenza di polso per palpazione dell'arteria brachiale. Queste azioni sono fondamentali per uno svolgimento accurato e affidabile della misurazione. Collocare l'avambraccio a livello del cuore garantisce la riduzione di eventuali errori legati alla pressione idrostatica, mentre posizionare correttamente il bracciale sull'arteria brachiale e verificare la presenza del polso sono essenziali per assicurare la corretta rilevazione dei valori di pressione arteriosa. Questa sequenza di azioni mira a ottenere una valutazione precisa della pressione arteriosa, importante indicatore dello stato cardiocircolatorio del paziente.

44 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Posizionamento Fowler o semi-ortoponico del paziente allettato''














La risposta corretta è la C
Nella procedura di posizionamento Fowler o semi-ortoponico del paziente allettato, correttamente vengono seguite queste fasi: prima si spiega al paziente che verràposizionato in una posizione semi-seduta, poi si posiziona il paziente sul dorso con la testa ed il tronco sollevati di 40/60 gradi, e infine ci si assicura che la colona vertebrale sia correttamente allineata. Questo metodo mira a migliorare il comfort del paziente, facilitare la respirazione e prevenire la formazione di ulcere da decubito, garantendo una corretta circolazione e distribuzione del peso.

45 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene dei denti''














La risposta corretta è la C
La corretta igiene dentale inizia con dei piccoli movimenti rotatori dello spazzolino dal colletto del dente alla superficie masticatoria, poi si invita il paziente a sciacquarsi accuratamente la bocca e infine si offre un collutorio. Questi passaggi assicurano la rimozione efficace dei residui alimentari e della placca batterica, prevenendo la formazione di carie e malattie gengivali. La scelta di movimenti rotatori, piuttosto che ampi e lineari, massimizza il contatto con le irregolaritàdei denti per una pulizia ottimale.

46 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Esecuzione dell'igiene dei piedi''














La risposta corretta è la B
La corretta esecuzione dell'igiene dei piedi inizia con il posizionare i piedi del paziente in una bacinella d'acqua tiepida, successivamente si lasciano ammorbidire per alcuni minuti, e infine si procede a lavare accuratamente gli spazi interdigitali dei piedi. Questa procedura assicura che i piedi vengano preparati adeguatamente prima di essere lavati, favorendo la rimozione di sporco e germi senza causare danni alla pelle. L'utilizzo di acqua tiepida è cruciale per ammorbidire la pelle senza irritarla, mentre la pulizia degli spazi interdigitali aiuta a prevenire infezioni fungine o batteriche. Questa pratica è fondamentale nell'assistenza quotidiana dell'igiene personale, contribuendo al benessere e al comfort del paziente.

47 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Trasferimento del paziente non collaborante dal letto alla carrozzina con l'uso del sollevatore''














La risposta corretta è la A
Nella procedura di trasferimento del paziente non collaborante dal letto alla carrozzina con l'uso del sollevatore, si inizia facendo assumere al paziente la posizione supina, poi si posiziona il telo del sollevatore sotto di lui, e infine si incrociano i lembi del telo agganciandoli al braccio metallico. Questi passaggi sono essenziali per garantire la sicurezza del paziente durante la fase di sollevamento e trasferimento, evitando rischi di cadute o lesioni. La posizione supina consente un posizionamento efficace del telo sotto il paziente, e l'incrocio dei lembi del telo fornisce un ancoraggio sicuro al braccio del sollevatore, essenziale per un sollevamento stabile.

48 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Applicazione di guanti sterili''














La risposta corretta è la D
La corretta procedura per l'applicazione di guanti sterili include: 1) Aprire la bustina toccando solo la parte esterna - 2) Prendere il guanto dal polsino ed applicarlo alla mano - 3) Con la mano inguantata prendere l'altro guanto ed applicarlo all'altra mano. Questo metodo assicura la sterilitàdurante il processo, evitando contaminazioni. Il tocco solo della parte esterna della bustina e il corretto maneggiamento dei guanti salvaguardano l'ambiente sterile necessario per procedimenti medici, prevenendo le infezioni.

49 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente nella deambulazione in assenza di paralisi''














La risposta corretta è la B
Nella procedura di assistenza del paziente nella deambulazione in assenza di paralisi, si inizia aiutando il paziente a alzarsi, poi si fanno pochi passi in avanti lentamente valutando l'equilibrio e la forza del paziente e, infine, si mantiene la cintura al centro della schiena del paziente. Questo promuove la sicurezza del paziente minimizzando i rischi di caduta o disorientamento durante i primi tentativi di camminare, assicurandosi che l'assistenza fornita sia sia supportiva che monitorante, facilitando in modo efficace il recupero della deambulazione.

50 di 64 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente nell'utilizzo delle stampelle con andatura a 3 punti d'appoggio (Impiegata quando un arto non deve appoggiare)''














La risposta corretta è la A
La procedura corretta per assistere un paziente nell'utilizzo delle stampelle con andatura a 3 punti d'appoggio inizia con il chiedere al paziente di reggersi sulla gamba sana, seguito dal far spostare entrambe le stampelle in avanti insieme alla gamba malata, e infine, richiedere al paziente di reggersi sulle stampelle e portare avanti la gamba sana. Questa sequenza garantisce il supporto necessario all'arto infortunato o operato, evitando la sua sollecitazione durante il movimento e promuovendo una corretta mobilità.

51 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (≥90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


52 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ≥1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di β-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu → Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-α, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-α sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-α, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine β2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un β-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ≤1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ≥2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ≥126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ≤200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ≤100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ≥126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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