Simulazione

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1 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: "Controllo del paziente in trazione''














La risposta corretta è la E
Per eseguire correttamente il controllo del paziente in trazione, si deve 1) assicurarsi che le corde si muovano liberamente nella carrucola, 2) controllare i nodi alla corda di trazione, e 3) assicurarsi che sia mantenuta la controtrazione. Queste fasi assicurano che la trazione sia applicata correttamente, prevenendo complicazioni e assicurando che l'applicazione della forza sia bilanciata e diretta nell'orientamento desiderato, migliorando così l'efficacia del trattamento senza causare ulteriori danni.

2 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Misurazione orale non a mercurio della temperatura corporea''














La risposta corretta è la C
La corretta procedura per la misurazione orale non a mercurio della temperatura corporea consiste nel 1) Posizionare il bulbo del termometro sotto la lingua del paziente, 2) Chieder al paziente di mantenere il termometro a stretto contatto con la lingua per 2-3 minuti, e 3) Estrarre il termometro e leggere la temperatura. Questa sequenza garantisce la rilevazione accurata della temperatura corporale attraverso il calore emesso dai vasi sanguigni situati sotto la lingua, riducendo il margine di errore e garantendo sicurezza e comfort per il paziente durante la procedura.

3 di 62 Domande

'QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza al paziente con vomito o nausea''














La risposta corretta è la C
La procedura corretta per assistere un paziente con vomito o nausea inizia con la pulizia e la sostituzione degli abiti del paziente se necessario, segue il lavaggio sociale delle mani e termina con la registrazione del dato. Questa sequenza garantisce prima la cura e il comfort del paziente, poi la sicurezza igienica del personale, e infine la corretta documentazione dell'evento per la continuitàdelle cure. Questi passaggi sono fondamentali nell'assistenza sanitaria per mantenere un alto standard igienico e per monitorare la condizione del paziente.

4 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene perineale del paziente''














La risposta corretta è la B
La procedura corretta per l'igiene perineale del paziente inizia con la preparazione dell'acqua a una temperatura di circa 45 gradi, poi si mette il paziente in posizione supina o di Fowler, e si copre il paziente con un telo da bagno per calore e privacy. Queste fasi garantiscono sicurezza, comfort e rispetto della dignitàdel paziente durante il processo.

5 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Preparazione del paziente alla somministrazione dei farmaci per via rettale''














La risposta corretta è la B
La corretta procedura di preparazione del paziente alla somministrazione dei farmaci per via rettale inizia con la posizione "Sims", dove il paziente viene posizionato sul fianco con la gamba superiore piegata e sollevata. Successivamente, il paziente è coperto con un telo per garantire privacy e confort durante l'intervento. Infine, si procede con il controllo della zona rettale prima della somministrazione del farmaco. Queste fasi sono essenziali per eseguire la procedura correttamente e in sicurezza, offrendo nel contempo assistenza rispettosa e professionale al paziente.

6 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevazione del peso corporeo con sedia bilancia''














La risposta corretta è la A
Nella procedura di "Rilevazione del peso corporeo con sedia bilancia", le fasi corrette sono: 1) Lavarsi le mani e accendere la bilancia; 2) Aiutare il paziente a sedersi nella sedia bilancia; 3) Attendere qualche secondo e rilevare il dato. Lavarsi le mani è essenziale per mantenere l'igiene e prevenire la trasmissione di infezioni. Accendere la bilancia prima dell'uso assicura la sua prontezza per la misurazione. Infine, supportare il paziente a sedersi garantendo la sicurezza durante il trasferimento e la rilevazione attendibile seguendo pochi secondi permette una misura accurata del peso.

7 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Somministrazione dei farmaci per via orale in collaborazione con l'infermiere''














La risposta corretta è la A
Nella corretta somministrazione dei farmaci per via orale, l'infermiere prima controlla il paziente per allergie, poi spiega la terapia e, infine, l'OSS garantisce la privacy. Questa risposta articola correttamente i passaggi essenziali, centrando l'importanza della sicurezza del paziente (controllo allergie), dell'informazione (spiegazione terapia) e della dignità(privacy).

8 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Sistemazione del paziente in posizione laterale''














La risposta corretta è la B
La corretta sistemazione del paziente in posizione laterale prevede i passaggi: 1) posizionare una mano sulla spalla e l'altra sul bacino del paziente, 2) girarlo verso di sé, e 3) muovere leggermente in avanti l'anca e la spalla del paziente per prevenire possibili fratture. Questi movimenti assicurano che il paziente sia spostato in modo sicuro, evitando stress e lesioni. La gradualitànei movimenti e l'attenzione a non esercitare torsioni inadeguate su ossa e articolazioni sono fondamentali per un corretto posizionamento, evitando così danni fisici e assicurando il benessere del paziente.

9 di 62 Domande

'QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Intervento in caso di spargimento accidentale di liquido organico su una superficie''














La risposta corretta è la E
La risposta corretta alla domanda sulle fasi operative in caso di spargimento accidentale di liquido organico su una superficie è: 1) Decontaminare, 2) Sanificare, 3) Sanitizzare. Inizialmente, la decontaminazione rimuove agenti contaminanti per ridurre al minimo il rischio di infezione. Successivamente, attraverso la sanificazione si riduce ulteriormente il numero di microrganismi presenti. Infine, la santizzazione abbassa il livello di germi a standard sicuri, prevenendo la diffusione di malattie.

10 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Primo soccorso''














La risposta corretta è la E
La corretta sequenza nel primo soccorso prevede: 1) Valutare lo stato della persona e chiamare i soccorsi; 2) Sostenere le funzioni vitali mediante la procedura ABC (Airway, Breathing, Circulation: Vie Aeree, Respiro, Circolazione); 3) Proteggere le ferite e le ustioni. Questi passaggi sono essenziali per fornire un primo soccorso efficace e possono fare la differenza nella sopravvivenza e nel recupero di un individuo infortunato o in stato di emergenza prima dell'arrivo dei soccorsi professionali. La valutazione iniziale e la prevenzione di ulteriori danni sono prioritari, così come il mantenimento delle funzioni vitali.

11 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene della stomia del paziente''














La risposta corretta è la C
La corretta procedura di igiene della stomia del paziente comprende: 1) Lavare accuratamente la stomia con acqua tiepida, 2) Asciugare tamponando delicatamente con le garze, 3) Esaminare lo stato della cute e della mucosa. Questo metodo minimizza l'irritazione e promuove la salute della pelle intorno alla stomia, grazie all'uso di acqua tiepida che pulisce senza provocare shock termici e garze che tamponano delicatamente, evitando abrasioni. L'esame della cute e mucosa permette di individuare precocemente eventuali problemi.

12 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente in caso di caduta''














La risposta corretta è la B
Nella procedura di assistenza del paziente in caso di caduta, le fasi corrette da seguire sono: 1) Adagiare delicatamente il paziente sul pavimento se sta per cadere, 2) Accompagnare il paziente all'indietro e farlo scivolare sul pavimento, 3) Proteggere la testa del paziente dall'urto con il pavimento o con altri oggetti. Queste azioni mirano a minimizzare il rischio di infortuni durante una caduta, facendo sì che il paziente arrivi a terra nel modo più sicuro possibile e salvaguardando in particolare la testa, area critica in caso di cadute. Queste misure anticipate permettono di gestire la caduta in maniera controllata.

13 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza al paziente durante l'alimentazione''














La risposta corretta è la D
La corretta sequenza per l'assistenza al paziente durante l'alimentazione inizia con 1) Eseguire l'igiene delle mani, segue con 2) Sistemare il paziente in posizione Fowler o semi-Fowler, e si conclude con 3) Preparare il vassoio del cibo. Questi passaggi aiutano a prevenire infezioni, assicurare il comfort durante la nutrizione e preparare adeguatamente il cibo per l'assunzione. L'igiene delle mani è essenziale per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi. La posizione Fowler, con il paziente semi-seduto, riduce il rischio di aspirazione. Infine, preparare il vassoio del cibo rende il processo di alimentazione più efficiente. Questa sequenza di azioni contribuisce a una corretta nutrizione del paziente e ne salvaguarda la sicurezza.

14 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Esecuzione dell'igiene dei piedi''














La risposta corretta è la C
Nell'esecuzione dell'igiene dei piedi, le fasi corrette da seguire sono: 1) Riempire la bacinella di acqua tiepida, 2) Aiutare il paziente a sedersi, 3) Ispezionare i piedi per l'assenza di lesioni. Questo processo garantisce sicurezza e comfort, partendo dalla preparazione dell'acqua a una temperatura piacevole, facilitando poi la seduta del paziente per una migliore accessibilitàe infine, attraverso l'ispezione si previene il rischio di complicazioni controllando lo stato della pelle.

15 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Applicazione al paziente di benda elastica a giri a forma di otto''














La risposta corretta è la C
La procedura corretta per l'applicazione di una benda elastica a giri a forma di otto comprende: 1) l'utilizzo del bendaggio per immobilizzare le articolazioni; 2) la posa della benda in modo da avvolgere l'articolazione, seguendo un percorso che ricrea la forma di un otto; 3) il fissaggio della fasciatura con delle graffette una volta terminato. Questo metodo mira ad assicurare sostegno e immobilizzazione, riducendo il rischio di ulteriori infortuni all'articolazione interessata, garantendo al contempo una compressione adeguata senza compromettere la circolazione sanguigna.

16 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Disinfezione dei dispositivi medici non critici (termometro, ecc.)''














La risposta corretta è la E
La procedura corretta per la disinfezione dei dispositivi medici non critici, come un termometro, comprende: 1) Detergere, sciacquare ed asciugare il dispositivo; 2) Disinfettare il dispositivo; 3) Risciacquare il dispositivo con acqua corrente o distillata. Questi passaggi assicurano che il dispositivo sia pulito da residui organici ed inorganici prima della disinfezione, poi disinfettato per eliminare i microrganismi, e infine risciacquato per rimuovere eventuali residui del disinfettante. Questo metodo è ampiamente riconosciuto per garantire la sicurezza e l'efficacia nella disinfezione dei dispositivi medici non critici.

17 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Posizionamento correto per un paziente con grave affanno (dispnea)''














La risposta corretta è la A
La procedura corretta per posizionare un paziente con grave affanno prevede 1) posizionarlo seduto o semiseduto in appoggio su cuscini, 2) abbassare i piedi del letto, 3) sistemare un piano di appoggio per le braccia. Questa sequenza facilita la respirazione migliorando l'espansione polmonare. Al contrario, le altre procedure non ottimizzano la funzione respiratoria.

18 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Misurazione ascellare della temperatura corporea''














La risposta corretta è la D
La misurazione ascellare della temperatura corporea comporta, in primo luogo, eseguire il lavaggio delle mani e successivamente togliere il termometro dall'apposita custdia. Segue la posizione del termometro sotto l'ascella del paziente, mantenendo poi il braccio del medesimo piegato per circa 3-4 minuti per poi rilevare il parametro. Questa sequenza garantisce un'appropriata igiene e accuratezza nella raccolta dei dati relativi alla temperatura.

19 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza del paziente nell'utilizzo delle stampelle''














La risposta corretta è la A
Nella procedura di assistenza del paziente nell'utilizzo delle stampelle, prima si collocano le stampelle circa 10 cm davanti al paziente seduto. Successivamente, si regola l'altezza affinché i gomiti siano flessi, assicurando un'appropriata distribuzione del peso e una corretta posizione durante l'uso. Infine, si assiste il paziente a sollevarsi posizionandosi dietro di lui, offrendo stabilitàe supporto. Questi passaggi garantiscono sia la sicurezza del paziente sia l'efficace uso delle stampelle.

20 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rifacimento del letto non occupato per un paziente incontinente''














La risposta corretta è la C
Nella procedura di rifacimento del letto non occupato per un paziente incontinente, si inizia tendendo accuratamente il primo lenzuolo sul materasso, poi si posiziona la traversa monouso e infine si mette la traversa di tessuto ben teso. Questi step garantiscono comfort e igiene, proteggendo il materasso e facilitando eventuali cambi rapidi per mantenere il paziente asciutto e prevenire lesioni da umidità.

21 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Trasferimento del paziente non collaborante dal letto alla carrozzina con 2 operatori''














La risposta corretta è la D
La procedura corretta per il trasferimento del paziente non collaborante dal letto alla carrozzina con 2 operatori vede il primo operatore posizionarsi dietro lo schienale della carrozzina e il secondo di fronte alle pedane. Poi, congiuntamente, sollevano il paziente dal letto alla carrozzina. Questa metodologia garantisce sicurezza per il paziente e gli operatori, minimizzando il rischio di infortuni per maneggiamenti scorretti. Una corretta tecnica di sollevamento è fondamentale nella cura dei pazienti per evitare danni causati da pratiche non sicure.

22 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Somministrazione dei farmaci per via orale in collaborazione con l'infermiere''














La risposta corretta è la D
La corretta sequenza delle fasi per la somministrazione dei farmaci per via orale in collaborazione con l'infermiere è: 1) L'infermiere valuta l'anamnesi del paziente, 2) L'infermiere spiega al paziente la terapia, 3) L'Oss garantisce la privacy del paziente. Questo processo assicura che sia effettuato uno screening iniziale che consideri le precedenti condizioni mediche del paziente, si informi adeguatamente il paziente sui farmaci prescritti, e si rispetti la sua privacy durante la somministrazione. Ogni passo è essenziale per un'assistenza efficace e personalizzata.

23 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Primo soccorso''














La risposta corretta è la A
La corretta sequenza delle fasi del primo soccorso inizia con la valutazione della persona e la chiamata di soccorso, segue il sostenimento delle funzioni vitali mediante l'acronimo ABC (Airway, Breathing, Circulation), e si conclude con l'arresto di un'emorragia esterna, se presente. Questo processo garantisce un approccio metodico e prioritario nelle emergenze, indirizzando i soccorsi alle necessitàimmediate dell'individuo infortunato o in pericolo, assicurando così le maggiori probabilitàdi sopravvivenza e di minimizzazione dei danni.

24 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Collaborazione con l'infermiere nella somministrazione dei farmaci per mezzo di doccia vaginale''














La risposta corretta è la C
Nella procedura di collaborazione con l'infermiere nella somministrazione dei farmaci per mezzo di doccia vaginale, inizialmente l'OSS posiziona una padella e una traversa assorbente. Successivamente, l'infermiere applica il lubrificante e inserisce il beccuccio all'interno della vagina, per poi irrorare la soluzione. Questa sequenza garantisce comfort e sicurezza per la paziente durante il procedimento, evitando contaminazioni e facilitando l'amministrazione del trattamento. La corretta esecuzione di tali passaggi è fondamentale per l'efficacia della procedura e per prevenire eventuali complicazioni.

25 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Raccolta di un campione di urine NON sterili in una donna non autosufficiente''














La risposta corretta è la B
La corretta procedura per la raccolta di un campione di urine NON sterili in una donna non autosufficiente inizia con l'esecuzione dell'igiene intima, procedendo dalla parte anteriore verso quella anale. Successivamente, si fa assumere alla paziente una posizione seduta, sul WC o sulla comoda, e infine, si chiede di iniziare una prima emissione di urine per poi fermarsi. Questi passaggi garantiscono sia il comfort della paziente sia la riduzione del rischio di contaminazione del campione da partire perianale, mantenendo l'integritàe la pertinenti dello scopo clinico del campionamento.

26 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevazione dei polsi periferici''














La risposta corretta è la B
La corretta sequenza per la rilevazione dei polsi periferici include: 1) Portare il letto all'altezza della vita, 2) Iniziare dal polso più distale di ogni arto, 3) Palpare ogni arteria per valutarne la forza e l'elasticità. Questo processo è importante nell'assistenza sanitaria perché garantisce un'esecuzione sicura e precisa dell'indagine. Elevare il letto all'altezza adeguata contribuisce alla comoditàdel professionista sanitario, minimizzando il rischio di affaticamento o infortuni. Iniziare dal polso più distale assicura un approccio sistematico e omogeneo nella valutazione, mentre la palpazione di ogni arteria permette di giudicare le condizioni circolatorie del paziente, quali la presenza di flusso o eventuali anomalie vascolari, importante per individuare segni precoci di condizioni patologiche.

27 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rimozione della mascherina monouso di protezione''














La risposta corretta è la B
La corretta procedura per rimuovere una mascherina monouso di protezione inizia con lo slacciare e togliere la mascherina, seguito, se contaminata, dallo smaltimento nei rifiuti sanitari pericolosi, e si conclude con il lavarsi le mani. Questi passaggi assicurano sia la sicurezza che l'igiene, evitando la contaminazione crociata e la diffusione di patogeni. Seguire correttamente questa sequenza è fondamentale per ridurre il rischio di infezioni trasmissibili e garantire la propria sicurezza e quella degli altri.

28 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Esecuzione di tricotomia al paziente''














La risposta corretta è la B
La corretta sequenza per l'esecuzione di una tricotomia al paziente inizia con il fare assumere al paziente una posizione comoda e sicura, segue con la depilazione della zona interessata usando un rasoio elettrico, e si conclude con la pulizia e disinfettazione della testina del rasoio o il sostituire le parti monouso. Questa procedura garantisce sicurezza e igiene, riducendo i rischi di infezioni e migliorando l'accessibilitàe la visibilitàdel campo operatorio. La tricotomia è un intervento preparatorio importante in numerosi contesti clinici e chirurgici per minimizzare complicanze.

29 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Triage in pronto soccorso''














La risposta corretta è la A
Nella procedura di triage in pronto soccorso, si seguono questi passaggi: 1) Identificare il paziente, 2) Allontanare dalla stanza persone estranee all'intervento in atto, 3) Offrire assistenza al paziente. Questo ordine assicura la corretta gestione e identificazione del paziente, la privacy e la sicurezza del paziente eliminando rischi derivanti dalla presenza di terzi, e infine garantisce l'assistenza necessaria. Questo flusso di lavoro è essenziale per l'efficienza e l'efficacia degli interventi in situazioni di emergenza.

30 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Versamento di una soluzione''














La risposta corretta è la E
La corretta procedura per il versamento di una soluzione include prima accertarsi di prelevare la soluzione giusta, poi assicurarsi che non sia scaduta e, infine, rimuovere il tappo e appoggiarlo con l'apertura verso l'alto. Questi passaggi garantiscono l'uso sicuro e corretto di soluzioni in contesti come laboratori o ospedali, evitando contaminazioni e garantendo l'integritàdella soluzione da usare. La risposta include aspetti fondamentali per la manipolazione sicura di sostanze chimiche, focalizzandosi sulla verifica dell'idoneitàdella soluzione e sulla prevenzione della contaminazione durante il processo.

31 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Cura ospedaliera di un paziente rimasto allettato per molti mesi''














La risposta corretta è la E
La corretta procedura di cura ospedaliera per un paziente allettato a lungo termine consiste nel: effettuare la mobilizzazione del paziente, osservare la cute e mantenerla pulita ed asciutta, e gestire il presidio antidecubito. Queste fasi sono fondamentali per la prevenzione delle piaghe da decubito, che sono lesioni della pelle causate dalla pressione prolungata su un punto del corpo. Questo procedimento aiuta a migliorare la circolazione sanguigna, prevenire le ulcerazioni da pressione e assicurare il comfort del paziente.

32 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene dei denti''














La risposta corretta è la C
Nella procedura di igiene dei denti, inizialmente si fa assumere al paziente la posizione semiseduta o seduta, poi si posiziona un telo di protezione sotto il capo, e infine si valuta la condizione del cavo orale, utilizzando se necessario la fonte luminosa e l'abbassalingua. Questa sequenza è corretta perché inizia mettendo il paziente in una posizione comoda e sicura. L'uso di un telo protegge i vestiti e la lenzuola del paziente. Valutare la condizione del cavo orale come ultimo passo è essenziale per decidere gli interventi successivi, utilizzando gli strumenti adeguati per un esame preciso.

33 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Impacco freddo con borsa di ghiaccio''














La risposta corretta è la E
La corretta sequenza per l'impacco freddo con borsa di ghiaccio include: 1) Poggiare la borsa del ghiaccio sulla zona da trattare, 2) Lavaggio sociale delle mani, 3) Registrare il dato. Questo procedimento assicura un approccio igienico e metodico. Iniziare con l'applicazione della borsa fredda mira a ridurre gonfiore o dolore. Segue il lavaggio delle mani per mantenere l'igiene e prevenire infezioni. Infine, la registrazione permette di monitorare la cura fornita al paziente.

34 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevazione del peso corporeo con sollevatore provvisto di rilevatore del peso'' ?














La risposta corretta è la E
La procedura corretta per la rilevazione del peso corporeo usando un sollevatore dotato di rilevatore del peso inizia con il lavarsi le mani e posizionare il telo del sollevatore sotto il corpo del paziente. Successivamente, si devono assicurare tutti i lembi del telo ai ganci del sollevatore. Infine, si solleva il paziente fino a quando non sia più a contatto con il letto. Questi passaggi garantiscono sia la sicurezza del paziente che la precisione nella rilevazione del peso, evitando interferenze esterne che potrebbero alterare la misura.

35 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Igiene intima nella donna''














La risposta corretta è la B
La corretta sequenza per l'igiene intima nella donna comprende: 1) scoprire le parti intime della paziente e farla assumere la posizione supina, 2) posizionare la padella sotto i glutei, e 3) fare divaricare le gambe alla paziente posizionando una traversa per evitare di sporcare le lenzuola. Questa procedura garantisce sicurezza e igiene, permettendo di effettuare la pulizia in modo efficace e confortevole per la paziente.assicurando comfort durante l'intervento.

36 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Rilevare la pressione arteriosa con sfigmomanometro''














La risposta corretta è la D
La procedura corretta per rilevare la pressione arteriosa con uno sfigmomanometro consiste nel: 1) Gonfiare il bracciale fino a interrompere il flusso sanguigno, cosa che si evidenzia con la non percezione del polso radiale; 2) Aprire la valvola dello sfigmomanometro per iniziare a sgonfiare il bracciale; 3) Sgonfiare gradualmente il bracciale per permettere al sangue di ricominciare a fluire, permettendo così la misurazione della pressione arteriosa. Questa sequenza assicura una lettura accurata della pressione sanguigna, identificando correttamente i valori di pressione sistolica e diastolica attraverso i suoni di Korotkoff.

37 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Lavaggio sociale delle mani''














La risposta corretta è la E
La procedura corretta del 'Lavaggio sociale delle mani' inizia con: 1) Aprire il rubinetto e bagnare le mani, poi 2) Applicare il sapone liquido e frizionare le mani, e infine 3) Risciacquare le mani facendo scorrere l'acqua dalle mani verso i polsi. Questa sequenza garantisce l'eliminazione efficace dei germi: il sapone viene applicato su mani bagnate per creare una schiuma che cattura sporco e microrganismi, e il risciacquo avviene in direzione mano-polso per allontanare i germi.

38 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza al paziente con vomito o nausea''














La risposta corretta è la C
La risposta corretta alla domanda sulle fasi appartenenti alla procedura di assistenza al paziente con vomito o nausea prevede: 1) Pulire gli abiti del paziente e sostituirli se necessario; 2) Effettuare il lavaggio sociale delle mani; 3) Registrare il dato. Questa sequenza rispecchia la prassi iniziale per assicurare l'igiene e il confort del paziente, prevenendo ulteriori rischi di contaminazione o infezione. Il lavaggio sociale delle mani è prioritario per la sicurezza sia del paziente sia del personale, mentre la registrazione delle informazioni è essenziale per il monitoraggio del paziente. Questa procedura non riguarda direttamente una patologia specifica, ma è una pratica standard nell'assistenza ai pazienti affetti da nausea o vomito.

39 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza nella movimentazione al paziente secondo i principi di meccanica''














La risposta corretta è la A
La corretta sequenza per l'assistenza nella movimentazione al paziente, seguendo i principi di meccanica, inizia con l'identificazione delle attivitàche potrebbero aumentare il rischio di danni muscolo-scheletrici nel paziente. Questo include compiti che richiedono sollevamenti, torsioni o spostamenti che possono causare stress o lesioni. Successivamente, è essenziale valutare le alternative al sollevamento manuale, come l'uso di attrezzature assistive o tecniche che riducano lo sforzo fisico necessario. Infine, analizzare il tempo richiesto, la frequenza di esecuzione delle attivitàe il grado di fatica implicato è cruciale per pianificare adeguatamente l'assistenza ed evitare il rischio di infortuni sia al paziente che al caregiver. Questa sequenza mira a prevenire danni adottando un approccio metodico e basato sulla valutazione dei rischi.

40 di 62 Domande

QUALE DELLE SEGUENTI RISPOSTE DESCRIVE CORRETTAMENTE, CRONOLOGICAMENTE ED OPERATIVAMENTE, ALCUNE DELLE FASI APPARTENENTI ALLA PROCEDURA DI: ''Assistenza post-mortem''














La risposta corretta è la E
Nella procedura di assistenza post-mortem, le prime fasi comprendono: 1) Posizionare il paravento, 2) Effettuare il lavaggio sociale delle mani, 3) Indossare i guanti monouso. Questa sequenza inizia con l'assicurare privacy e rispetto tramite il posizionamento di un paravento. Segue poi il lavaggio sociale delle mani, essenziale per mantenere condizioni igieniche e prevenire la diffusione di infezioni. Infine, l'indossamento dei guanti monouso è cruciale per proteggere sia l'operatore sia l'ambiente da contaminazioni. Questi passaggi evidenziano l'importanza delle precauzioni standard per la sicurezza e l'igiene nell'assistenza post-mortem.

41 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


42 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

43 di 62 Domande

Ad un paziente diabetico lOSS puo' consigliare di avere cura dei suoi piedi ...:














La risposta corretta è la A
A un paziente diabetico l'OSS può consigliare di avere cura dei suoi piedi usando calze morbide, senza cuciture e scarpe comode. Questo perché, nei diabetici, la corretta cura dei piedi è essenziale per prevenire lesioni potenzialmente gravi. Calze morbide e scarpe comode riducono il rischio di vesciche o lesioni, che possono diventare gravi problemi a causa della ridotta sensibilitàe della ridotta circolazione sanguigna tipiche di questa condizione.

44 di 62 Domande

Il lavaggio delle mani che deve essere effettuato prima e dopo aver indossato i guanti monouso, utilizzando apposito detergente, e':














La risposta corretta è la A
Il lavaggio delle mani, da effettuarsi prima e dopo aver indossato i guanti monouso con detergente, è definito lavaggio sociale. Questa pratica è essenziale per ridurre la trasmissione di germi e prevenire infezioni, rimuovendo efficacemente sporco e microorganismi dalla superficie delle mani attraverso tecniche meno invasive rispetto a quelle antisettiche o chirurgiche. Il lavaggio sociale è quindi di fondamentale importanza nell'igiene quotidiana, specie in ambienti sanitari, per mantenere elevati standard di pulizia senza ricorrere a procedure più complesse.

45 di 62 Domande

La preparazione del materiale chirurgico alla sterilizzazione consta di una serie di fasi; indicare la sequenza corretta:














La risposta corretta è la C
La sequenza corretta per la preparazione del materiale chirurgico alla sterilizzazione è: raccolta, decontaminazione, pulizia, risciacquo, asciugatura, controllo/manutenzione e selezione. Queste procedure assicurano che il materiale chirurgico sia perfettamente sterilizzato e sicuro per i pazienti, rispettando gli elevati standard di asepsi necessari in ambiente chirurgico. Ogni fase ha un ruolo specifico: ad esempio, la decontaminazione è essenziale per ridurre al minimo i rischi biologici.

46 di 62 Domande

Se un paziente tossisce e diventa cianotico mentre l'OSS lo sta imboccando, l'OSS deve:














La risposta corretta è la B
Se un paziente tossisce e diventa cianotico mentre l'OSS lo sta imboccando, l'OSS deve sospendere l'alimentazione e chiamare l'infermiere. La cianosi e la tosse durante l'alimentazione possono essere segnali di un problema di deglutizione o, peggio, l'inizio di un'aspirazione, che rischia di causare una polmonite da aspirazione se non gestita correttamente. La sospensione dell'alimentazione evita ulteriori rischi di soffocamento o aspirazione del cibo, mentre chiamare subito l'infermiere permette un intervento rapido e mirato per gestire la situazione con le appropriate valutazioni e azioni.

47 di 62 Domande

La prima fase del processo di sterilizzazione e':














La risposta corretta è la A
La prima fase del processo di sterilizzazione è la decontaminazione. Questa fase iniziale è essenziale per rimuovere qualsiasi forma di contaminazione visibile e non, preparando il materiale per i passaggi successivi del processo di sterilizzazione. La decontaminazione riduce il carico biologico e assicura che i metodi successivi, come l'uso di agenti sterilizzanti, siano efficaci nel eliminare completamente tutti i microorganismi patogeni presenti sul materiale.

48 di 62 Domande

L'OSS quando ritira la padella di un paziente allettato deve:














La risposta corretta è la D
Quando l'OSS ritira la padella di un paziente allettato, deve osservare le feci e le urine, riferendo all'infermiere eventuali alterazioni, e provvedere all'igiene della regione interessata. Questa pratica è essenziale per il monitoraggio delle condizioni di salute del paziente, permettendo di individuare precocemente possibili problemi, come infezioni o alterazioni nel funzionamento dell'apparato digerente o urinario. La cura e l'igiene personale sono fondamentali per prevenire infezioni e garantire il benessere del paziente.

49 di 62 Domande

Come deve essere eseguita l'igiene degli occhi?














La risposta corretta è la E
L'igiene degli occhi deve essere eseguita lavandoli quotidianamente con materiale morbido, procedendo dall'interno verso l'esterno. Questa pratica aiuta a rimuovere depositi e secrezioni senza causare irritazioni, seguendo il naturale percorso di drenaggio delle lacrime verso i condotti lacrimali situati agli angoli interni dell'occhio.

50 di 62 Domande

Quali sono le aree a rischio in cui si possono sviluppare le Lesioni da Pressione?














La risposta corretta è la B
Le aree a rischio dove possono svilupparsi le Lesioni da Pressione includono la zona occipitale, orecchie, zigomi, naso, scapole, gomiti, cresta iliaca, trocanteri, ginocchia, malleoli, talloni, e dita dei piedi. Le lesioni da pressione, comuni in individui con mobilitàridotta, si formano a causa della pressione prolungata su queste zone, impedendo un adeguato apporto sanguigno e causando danni ai tessuti.

51 di 62 Domande

Quale operazione si puo' ritenere NON corretta nel rifacimento del letto?














La risposta corretta è la B
La risposta corretta alla domanda è: "Scuotere le lenzuola per allontanare la polvere" non è un'operazione corretta nel rifacimento del letto. Questa pratica può infatti aumentare la diffusione di agenti patogeni e polvere nell'aria, peggiorando la qualitàambientale, in particolare in ambienti assistenziali come ospedali o case di cura dove è fondamentale mantenere elevati standard di igiene per prevenire le infezioni.

52 di 62 Domande

L'operatore socio sanitario che assiste nella deambulazione la persona deve:














La risposta corretta è la D
L'operatore socio sanitario che assiste nella deambulazione la persona deve interrompere di tanto in tanto l'andatura per far riposare l'assistito. Questa pratica garantisce la sicurezza e il benessere dell'assistito, evitando il rischio di affaticamento e possibili cadute. È essenziale che ogni intervento sia mirato al comfort e alla salute della persona assistita, regolando l'attivitàfisica alle sue reali capacitàe necessità.

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


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La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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