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1 di 3 Domande

Una donna di 30 anni, maestra di scuola elementare, è al suo primo parto. Quale farmaco viene impiegato per la profilassi della condizione di Eclampsia?

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La risposta corretta è la D.

L’eclampsia, una grave condizione patologica che insorge in gravidanza, è caratterizzata da convulsioni e rappresenta la complicanza più temibile della preeclampsia. Nella profilassi di tale patologia è utile il solfato di magnesio. Infatti, le pazienti con preeclampsia grave devono essere sottoposte a profilassi con solfato di magnesio per prevenire la crisi eclamptica, mentre nelle forme di preeclampsia lieve il suo utilizzo non è indicato (risposte A, B, C ed E errate).


2 di 3 Domande

Carla, mamma di Giacomo di 7 anni, porta il piccolo per una visita presso la clinica pediatrica dell’Ospedale S. “Orsola-Malpighi” di in data 3/07/2016 per un problema dermatologico. Anamnesi patologica prossima: il piccolo paziente presenta un rash cutaneo a livello orale e peri-orale. Esame obiettivo: il Dott. Brera, pediatra di turno, visita il piccolo Giacomo rilevando un agglomerato di vescicole eritematose localizzate a livello della bocca. I parametri vitali sono tutti nei limiti della norma: il bambino appare sano, se non fosse per il rash e per una lieve irritabilità. Esami di laboratorio-strumentali: Viene effettuato un prelievo di tessuto dalla base di una vescicola andata incontro a rottura, successivamente sottoposto ad esame di Tzanck. Il bambino viene sottoposto ad una terapia medica con il farmaco solitamente più usato per il trattamento di tale condizione. Quale dei seguenti è un effetto avverso severo associato a tale farmaco?

Fonte: CDC. Centers for Disease Control and Prevention. CDC 24/7: saving Lives, Protecting PeopleTM
Url: https://phil.cdc.gov/Details.aspx?pid=14428

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La risposta C è corretta.

Lo striscio Tzanck è un esame cito-diagnostico praticato su lesioni cutanee e mucose di recente insorgenza.

In particolare questo test nel nostro caso clinico, mostra cellule giganti multinucleate (queste cellule le possiamo ritrovare quando vi è un infezione di VZV e HCMW e HSV).

La presentazione clinica di questo paziente è più indicativa di infezione congenita da HSV, essendoci delle lesioni tipiche.

Tuttavia, nel trattamento per la varicella, quando necessario, si utilizza l’acyclovir, che rappresenta anche il trattamento di scelta per l’infezione da HSV.

Tra gli effetti sfavorevoli di questo farmaco possiamo ricordare la sua tendenza a cristallizzare all’interno del nefrone.

This photomicrograph depicts the results of a Tzanck test involving a tissue scraping, In this particular view, you’ll note the presence of a multinucleated giant cell, also known as a Tzanck cell, in the center of this image. The discovery of Tzanck cells alone will not be a conclusive finding in a diagnosis of herpes simplex, for these cells are also found in scraping from ulcers involved in varicella zoster virus (VZV) lesions, as well as the autoimmune disease pemphigus vulgaris, and human cytomegalovirus (HCMV) lesions.


3 di 3 Domande

Giuseppe , un carabiniere di 35 anni, si presenta presso l’ambulatorio del proprio medico curante, la Dott.sa Nerei, per un problema al cavo orale. Anamnesi patologica prossima: presenta una massa all’interno del cavo orale, insorta molti anni prima, ma che da un pò di tempo a questa parte gli provoca fastidio. Afferma di non aver perso peso.
Anamnesi patologica remota: Il ragazzo ha avuto un incidente in moto alcuni anni prima, che gli ha causato una commozione cerebrale. Anamnesi fisiologica: Non fa uso di tabacco, alcool o droghe illecite.
Esame obiettivo: la Dott.sa Nerei osserva la presenza di una massa immobile, non dolente, 2 x 2 cm, localizzata a livello del palato duro con consistenza simile a quella dell’osso. Quale delle seguenti è la causa più probabile?

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La risposta B è corretta.

Quando parliamo di cavo orale ci riferiamo sostanzialmente al pavimento orale, al palato duro, al palato molle, alla lingua, alle gengive, alla superficie interna di labbra e guance. Tutte queste strutture sono frequentemente interessate dalla crescita di neoformazioni, sia benigne che maligne. Per le formazioni di origine benigna, possiamo avere tumori dei tessuti:  epiteliali (papilloma), muscolari (mioma), connettivali (fibroma, osteoma, epulide, emangioma, linfangioma, condroma, lipoma, mixoma), nervosi (neurinoma). Per le formazioni di origine maligna, possiamo avere sostanzialmente tumori dei tessuti epiteliali, come il carcinoma, e tumori dei tessuti connettivali come il sarcoma. Il nostro paziente, un ragazzo di 25 anni, senza particolari fattori di rischio, presenta una formazione, di circa 2 cm di diametro, localizzata a livello del palato duro, di consistenza dura, e non mobile né dolente.

Le caratteristiche descritte ci fanno pensare ad una neoformazione di natura connettivale, in particolare ossea. La principale diagnosi differenziale a questo punto deve essere fatta fra lesione benigna e lesione maligna. Ciò che ci può aiutare, in un primo sospetto diagnostico e prima dell’esecuzione di esami strumentali, sono i dati anamnestici e l’esame obiettivo del paziente. Le neoformazioni maligne di solito insorgono intorno alla sesta decade di vita, accompagnate da una storia personale di uso o abuso di fumo di sigaretta o masticazione di tabacco, alcol, scarsa igiene orale e stimoli infiammatori cronici.

Le formazioni maligne di natura ossea sono fisse, generalmente non dolenti ma tendono ad accrescersi rapidamente e a dare segni di infiltrazione locale e di diffusione a distanza. Il ragazzo del nostro caso clinico, oltre alla giovane età, non presenta fattori di rischio e, oltre alla consistenza della lesione (che potrebbe far sospettare un tumore maligno), non presenta segni di rapida crescita, di invasività locale o di diffusione a distanza come metastatizzazione linfonodale o in altri siti.

Le neoplasie ossee del cavo orale frequentemente e rapidamente metastatizzano per contiguità alle strutture del massiccio facciale e della base cranica, per via ematica a polmoni, ossa e altri organi e per via linfatica alle stazioni linfonodali di drenaggio. Da non sottovalutare sono anche possibili sintomi iniziali dovuti a difficoltà nel linguaggio, nell’alimentazione e nella deglutizione.

La lesione del nostro paziente sembra presentare delle caratteristiche di benignità; potrebbe essere una esostosi del palato duro, in particolare il cosiddetto “torus palatinus”.

Clinicamente si presenta come una protuberanza localizzata al centro del palato, lungo la linea mediana, generalmente non dolente e ricoperta da mucosa normale, con dimensioni inferiori ai 2 cm (ma non sempre), anche se può accrescersi lentamente o riassorbirsi. E’ una formazione che di solito non si manifesta sino all’età adulta (ma comunque in età giovanile); le cause non sono note ma sembra avere una origine multifattoriale, con fattori genetici e ambientali. La diagnosi clinica, naturalmente, deve essere confermata dagli esami radiologici (Rx e Tc) così da valutarne, nel caso diventi sintomatica, l’escissione e la rimozione chirurgica in condizioni di sicurezza.

 

La risposta A è errata.

Tutte le strutture che costituiscono il cavo orale sono frequentemente interessate dalla crescita di neoformazioni, sia benigne che maligne. Per le formazioni di origine maligna, possiamo avere sostanzialmente tumori dei tessuti epiteliali, come il carcinoma, e tumori dei tessuti connettivali come il sarcoma.

Nel 90% dei casi si tratta di carcinomi squamocellulari, quindi di origine epiteliale, dovuti a fumo di sigaretta, abuso di alcool, scarsa igiene orale e stimoli infiammatori cronici. I sarcomi sono meno frequenti dei carcinomi; la loro crescita può avvenire indisturbata, nelle prime fasi, ma poi si ha la comparsa di segni di invasività locale alle strutture vicine (massiccio facciale, base cranio soprattutto) o della loro protrusione all’interno della cavità buccale, con disturbi nella masticazione, nella fonazione, nella deglutizione e nell’alimentazione. Inoltre, la mucosa che li ricopre può ulcerarsi e provocare dolore. Non raramente i primi segni della neoplasia possono essere dovuti alle metastasi a distanza, a livello dei linfonodi di drenaggio o a livello di ossa o polmoni. E’ estremamente importante che la diagnosi venga fatta precocemente per pianificare una strategia terapeutica adeguata. La delicatezza della sede, quale la cavità buccale, rende ostili ed estremamente maligne anche le neoplasie circoscritte e di piccole dimensioni. L’opzione chirurgica rappresenta il trattamento di scelta; deve essere radicale, così da limitare il rischio di recidive, e può essere coadiuvato dalla brachiterapia, dalla radioterapia o dalla chemioterapia. La sopravvivenza è globalmente sfavorevole ma, indipendentemente dalla dimensione del tumore primitivo, molto dipende dall’interessamento linfonodale.

 

La risposta C è errata.

Le neoformazioni di  origine vascolare possono essere di derivazione endoteliale, come emangioma, linfangioma e angiosarcoma, oppure possono originare dalle cellule glomiche perivascolari. Le lesioni vascolari sono solitamente masse pulsatili, di consistenza molle e mobili rispetto ai piani sottostanti. La lesione del nostro paziente verosimilmente non ha una origine vascolare.

 

La risposta D è errata.

Il nostro paziente ha subito un trauma nel passato. Le lesioni di natura traumatica, soprattutto quelle che interessano le ossa, hanno una guarigione lenta e tendono a cronicizzarsi, talvolta provocando lesioni infiammatorie dei tessuti superficiali. La lesione del nostro paziente non è strettamente riconducile all’evento traumatico.

 

La risposta E è errata.

Le lesioni di tipo infettivo più frequenti si localizzano di solito a livello della lingua o del palato. Si presentano generalmente come masse morbide o di consistenza pastosa, mobili, dolenti e dolorabili alla palpazione, iperemiche ed edematose.  Sono spesso legate ad una scarsa igiene orale e ad una eziologia di tipo virale e batterica, anche se non sono rare le lesioni di natura micotica, soprattutto nei pazienti immunodepressi o immunocompromessi.  La lesione del nostro paziente non ha caratteristiche riconducibili a stati infiammatori.


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