La risposta B è corretta.
Quando parliamo di cavo orale ci riferiamo sostanzialmente al pavimento orale, al palato duro, al palato molle, alla lingua, alle gengive, alla superficie interna di labbra e guance. Tutte queste strutture sono frequentemente interessate dalla crescita di neoformazioni, sia benigne che maligne. Per le formazioni di origine benigna, possiamo avere tumori dei tessuti: epiteliali (papilloma), muscolari (mioma), connettivali (fibroma, osteoma, epulide, emangioma, linfangioma, condroma, lipoma, mixoma), nervosi (neurinoma). Per le formazioni di origine maligna, possiamo avere sostanzialmente tumori dei tessuti epiteliali, come il carcinoma, e tumori dei tessuti connettivali come il sarcoma. Il nostro paziente, un ragazzo di 25 anni, senza particolari fattori di rischio, presenta una formazione, di circa 2 cm di diametro, localizzata a livello del palato duro, di consistenza dura, e non mobile né dolente.
Le caratteristiche descritte ci fanno pensare ad una neoformazione di natura connettivale, in particolare ossea. La principale diagnosi differenziale a questo punto deve essere fatta fra lesione benigna e lesione maligna. Ciò che ci può aiutare, in un primo sospetto diagnostico e prima dell’esecuzione di esami strumentali, sono i dati anamnestici e l’esame obiettivo del paziente. Le neoformazioni maligne di solito insorgono intorno alla sesta decade di vita, accompagnate da una storia personale di uso o abuso di fumo di sigaretta o masticazione di tabacco, alcol, scarsa igiene orale e stimoli infiammatori cronici.
Le formazioni maligne di natura ossea sono fisse, generalmente non dolenti ma tendono ad accrescersi rapidamente e a dare segni di infiltrazione locale e di diffusione a distanza. Il ragazzo del nostro caso clinico, oltre alla giovane età, non presenta fattori di rischio e, oltre alla consistenza della lesione (che potrebbe far sospettare un tumore maligno), non presenta segni di rapida crescita, di invasività locale o di diffusione a distanza come metastatizzazione linfonodale o in altri siti.
Le neoplasie ossee del cavo orale frequentemente e rapidamente metastatizzano per contiguità alle strutture del massiccio facciale e della base cranica, per via ematica a polmoni, ossa e altri organi e per via linfatica alle stazioni linfonodali di drenaggio. Da non sottovalutare sono anche possibili sintomi iniziali dovuti a difficoltà nel linguaggio, nell’alimentazione e nella deglutizione.
La lesione del nostro paziente sembra presentare delle caratteristiche di benignità; potrebbe essere una esostosi del palato duro, in particolare il cosiddetto “torus palatinus”.
Clinicamente si presenta come una protuberanza localizzata al centro del palato, lungo la linea mediana, generalmente non dolente e ricoperta da mucosa normale, con dimensioni inferiori ai 2 cm (ma non sempre), anche se può accrescersi lentamente o riassorbirsi. E’ una formazione che di solito non si manifesta sino all’età adulta (ma comunque in età giovanile); le cause non sono note ma sembra avere una origine multifattoriale, con fattori genetici e ambientali. La diagnosi clinica, naturalmente, deve essere confermata dagli esami radiologici (Rx e Tc) così da valutarne, nel caso diventi sintomatica, l’escissione e la rimozione chirurgica in condizioni di sicurezza.
La risposta A è errata.
Tutte le strutture che costituiscono il cavo orale sono frequentemente interessate dalla crescita di neoformazioni, sia benigne che maligne. Per le formazioni di origine maligna, possiamo avere sostanzialmente tumori dei tessuti epiteliali, come il carcinoma, e tumori dei tessuti connettivali come il sarcoma.
Nel 90% dei casi si tratta di carcinomi squamocellulari, quindi di origine epiteliale, dovuti a fumo di sigaretta, abuso di alcool, scarsa igiene orale e stimoli infiammatori cronici. I sarcomi sono meno frequenti dei carcinomi; la loro crescita può avvenire indisturbata, nelle prime fasi, ma poi si ha la comparsa di segni di invasività locale alle strutture vicine (massiccio facciale, base cranio soprattutto) o della loro protrusione all’interno della cavità buccale, con disturbi nella masticazione, nella fonazione, nella deglutizione e nell’alimentazione. Inoltre, la mucosa che li ricopre può ulcerarsi e provocare dolore. Non raramente i primi segni della neoplasia possono essere dovuti alle metastasi a distanza, a livello dei linfonodi di drenaggio o a livello di ossa o polmoni. E’ estremamente importante che la diagnosi venga fatta precocemente per pianificare una strategia terapeutica adeguata. La delicatezza della sede, quale la cavità buccale, rende ostili ed estremamente maligne anche le neoplasie circoscritte e di piccole dimensioni. L’opzione chirurgica rappresenta il trattamento di scelta; deve essere radicale, così da limitare il rischio di recidive, e può essere coadiuvato dalla brachiterapia, dalla radioterapia o dalla chemioterapia. La sopravvivenza è globalmente sfavorevole ma, indipendentemente dalla dimensione del tumore primitivo, molto dipende dall’interessamento linfonodale.
La risposta C è errata.
Le neoformazioni di origine vascolare possono essere di derivazione endoteliale, come emangioma, linfangioma e angiosarcoma, oppure possono originare dalle cellule glomiche perivascolari. Le lesioni vascolari sono solitamente masse pulsatili, di consistenza molle e mobili rispetto ai piani sottostanti. La lesione del nostro paziente verosimilmente non ha una origine vascolare.
La risposta D è errata.
Il nostro paziente ha subito un trauma nel passato. Le lesioni di natura traumatica, soprattutto quelle che interessano le ossa, hanno una guarigione lenta e tendono a cronicizzarsi, talvolta provocando lesioni infiammatorie dei tessuti superficiali. La lesione del nostro paziente non è strettamente riconducile all’evento traumatico.
La risposta E è errata.
Le lesioni di tipo infettivo più frequenti si localizzano di solito a livello della lingua o del palato. Si presentano generalmente come masse morbide o di consistenza pastosa, mobili, dolenti e dolorabili alla palpazione, iperemiche ed edematose. Sono spesso legate ad una scarsa igiene orale e ad una eziologia di tipo virale e batterica, anche se non sono rare le lesioni di natura micotica, soprattutto nei pazienti immunodepressi o immunocompromessi. La lesione del nostro paziente non ha caratteristiche riconducibili a stati infiammatori.