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1 di 3 Domande

Il sig. Torre, un uomo di mezz’età, si presenta presso l’ambulatorio di pneumologia del Policlinico di Monza con una richiesta di visita urgente. Il paziente riferisce di soffrire di tosse produttiva con escreato di colore verdastro, febbre e dolore toracico da 6 giorni. Il Dott. Poli, specialista in pneumologia, rileva egofonia e fremito vocale tattile iper-trasmesso in corrispondenza del lobo polmonare inferiore di sinistra. Vengono quindi richiesti degli esami ematici, che evidenziano una conta leucocitaria di 25.000/mm3 con il 15% di granulociti immaturi, ed un esame radiografico del torace che viene riportato di seguito. Quale tra i patogeni riportati di seguito è l’agente eziologico del disturbo presentato dal Sig. Torre?

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La risposta corretta è la B

Le polmoniti acquisite in comunità (CAP) costituiscono fino al 80% di tutte le polmoniti; l’agente eziologico prevalente è lo Streptococcus pneumoniae.

La polmonite è un’infiammazione acuta dei polmoni. Di solito la diagnosi iniziale si basa sulla RX torace e su reperti clinici.

L’infezione può essere batterica, virale, fungina o parassitaria.

Si può sviluppare in un paziente immunocompetente o immunodepresso.

Ma dato che gli agenti patogeni e le prognosi tendono a essere simili in pazienti con condizioni e fattori di rischio simili, le polmoniti possono essere classificate come: non nosocomiali e nosocomiali.

Queste categorizzazioni permettono di selezionare empiricamente il trattamento.

È opportuno eseguire degli esami colturali del sangue e dell’escreato, per isolare il germe responsabile dell’infezione ed individuare una terapia antibiotica mirata.

Inoltre, è opportuno eseguire l’analisi delle urine per la ricerca di antigeni di pneumococco e legionella. Questo paziente presenta segni e sintomi di polmonite sinistra, acquisita in comunità: la radiografia del torace mostra un’area di ipodiafania, circoscritta al lobo polmonare basale sinistro, il cui agente eziologico probabilmente responsabile è lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco), il patogeno più comune all’origine delle polmoniti acquisite in comunità nei soggetti con meno di 60 anni.

L’infezione di solito determina un coinvolgimento polmonare o dell’orecchio medio. Le polmoniti sostenute da S. pneumoniae sono di tipo lobare e forniscono solitamente un reperto radiografico come quello mostrato; meno frequentemente causano broncopolmonite.

I pazienti ospedalizzati, che hanno contratto polmoniti acquisite in comunità, vengono trattati con:

– terapia in associazione: ceftriaxone, cefotaxime, ceftaroline, ertapenem o ampicillina-sulbactam più un macrolide (come azitromicina o claritromicina) o doxiciclina,

– in monoterapia: fluorochinolone (levofloxacina o moxifloxacina) è un’alternativa appropriata per i pazienti che non possono ricevere una terapia di associazione formata da un beta-lattamico più un macrolide.

In linea di massima la terapia combinata con un beta-lattamico più un macrolide e la monoterapia con un fluorochinolone sono di efficacia generalmente paragonabile per le polmoniti acquisite in comunità, anche se alcuni studi osservazionali hanno suggerito che i regimi di combinazione di beta-lattamici e macrolidi sono associati a migliori risultati clinici in pazienti con polmonite acquisite in comunità di grado severo, probabilmente a causa degli effetti immunomodulatori dei macrolidi.

Le risposte A e C non sono corrette.

Lo Pseudomonas aeruginosa è un batterio gram-negativo, che è considerato un patogeno opportunista. Esso causa infezione polmonare, soprattutto in pazienti ospedalizzati (prediligendo quelli debilitati, immunocompromessi o affetti da HIV, con ventilazione assistita, con gravi ustioni). Raramente provoca infezioni polmonari acquisite in comunità nei soggetti sani.

Dunque, sicuramente, è più probabile che la diagnosi sia di Streptococcus Pneumoniae.

La Klebsiella, invece, può causare una grave polmonite, che interessa tipicamente uno dei lobi superiori del polmone, talvolta i lobi inferiori, inducendo un processo necrotizzante, con flogosi ed emorragia del parenchima polmonare, che produce un denso ed abbondante espettorato denso, marrone scuro o gelatinoso di colore rosso ribes.

Più diffusa nella popolazione con età>60 anni o nei pazienti con comorbilità (ad esempio diabetici, alcolisti cronici, nei soggetti affetti da BPCO, epatopatie e insufficienza cardiaca), la polmonite provocata da Klebsiella pneumoniae è spesso dovuta a aspirazione.

Non essendoci questi fattori di rischio in questo paziente, è più probabile che la patologia sia causata da Streptococcus pneumoniae.

La risposta D non è corretta

L’escherichia coli è un batterio gram negativo, che costituisce il principale commensale aerobio, che colonizza il colon.

La risposta E non è corretta

Il Mycoplasma pneumoniae è una causa frequente di polmonite, in particolare polmonite non nosocomiale. È responsabile della polmonite primaria atipica. L’andamento della malattia può essere considerato il prototipo delle polmoniti atipiche, colpisce soprattutto i bambini e i giovani.

Si manifesta con brividi e febbre, nausea, vomito, violenti accessi di tosse ed escreato biancastro.

La RX di questo paziente non è compatibile con quella classica da M. Pneumoniae. L’RX del torace dei pazienti con Mycoplasma solitamente mostra un quadro a “vetro smerigliato”, più spesso ai lobi inferiori e con distribuzione dall’ilio alla periferia. I macrolidi sono di solito gli antibiotici di scelta.


2 di 3 Domande

Il Sig. Verri, pensionato di 71 anni, si rivolge al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santo Stefano di Prato dopo la comparsa di un’eruzione cutanea alle mani di colore rosso. L’anamnesi patologica remota è positiva per ipertensione arteriosa in trattamento, diabete mellito di tipo II, stenosi aortica ed obesità. Viene visitato dal Dott. Carlucci, che riscontra una T.C. di 39°C, una P.A. di 137/82 mmHg con una F.C. di 101 bpm. Il paziente ha con sé referti di visite vecchie e recenti che non riportano informazioni circa alterazioni all’auscultazione cardiaca e polmonare, mentre il Dott. Carlucci rileva un soffio sistolico di grado 4/6, udibile in corrispondenza del margine sinistro dello sterno e crepitii delle basi polmonari bilateralmente; nota, inoltre, un evidente edema di ambo gli arti inferiori, positivo al segno della fovea. Quale tra le seguenti è la terapia più adeguata a trattare questa condizione?

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La risposta corretta è la A.

Il paziente del caso clinico è verosimilmente affetto da un’endocardite infettiva. Fra i fattori di rischio, ricordiamo patologie cardiache congenite, malattia valvolare reumatica, valvole aortiche o bicuspidi calcifiche, prolasso valvolare mitralico, cardiomiopatia ipertrofica con precedente endocardite. Altri fattori predisponenti sono le protesi valvolari cardiache, la tossicodipendenza, il diabete, l’uso di anticoagulanti, steroidi e l’età avanzata.

I microrganismi causali sono streptococchi e stafilococchi nell’80-90% dei casi (Streptococcus viridans, Streptococcus bovis, Staphylococcus Aureus), nei restanti i responsabili sono Enterococchi o i microrganismi HACEK (Haemophilus sp, Actinobacillus actinomycetemcomitans, Cardiobacterium hominis, Eikenella, e Kingella kingae).

Dal punto di vista clinico possiamo riscontrare: febbre, la comparsa di un nuovo soffio cardiaco o il modificarsi del soffio di uno preesistente.

Eseguendo l’esame ecocardiografico, possiamo riscontrare anche la presenza di una vegetazione.

Dal punto di vista clinico l’endocardite può presentare anche: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragia subungueale “a scheggia”. La diagnosi si basa sui criteri di DUKE. Quando non sono disponibili i risultati dell’emocoltura, come in questo caso (e non vi è rischio per MRSA), è necessario intervenire con un approccio farmacologico empirico, ove il farmaco di scelta per la maggior parte dei pazienti è la vancomicina, un farmaco antibiotico prodotto da Streptomyces orientalis (Amycolatopsis orientalis), che fa parte, insieme con la teicoplanina, della classe dei glicopeptidi. Esso è un antibiotico efficace contro numerosi germi gram-positivi, compresi quasi tutti i ceppi di Staphylococcus Aureus e di Stafilococco coagulasi-negativi, che sono resistenti alle penicilline e cefalosporine. La vancomicina viene eliminata immodificata per filtrazione glomerulare.

Le risposte B e C non sono corrette.

Quando non sono disponibili i risultati dell’emocoltura, come in questo caso (e non vi è rischio per MRSA), è necessario intervenire con un approccio farmacologico empirico con la vancomicina. La monoterapia con Gentamicina o con penicillina in monoterapia non è sufficiente.

La risposta D non è corretta.

L’idroclorotiazide è un diuretico tiazidico e pertanto non trova alcuna indicazione in questo caso, in quanto viene utilizzato negli edemi di origine cardiaca, renale o epatica o nell’ ipertensione.

La risposta E non è corretta.

Il primo approccio terapeutico deve essere orientato in primo luogo alla somministrazione di antibiotici per l’endocardite (la presenza di febbre e petecchie avvalorano questa diagnosi).

Il metoprololo è un principio attivo, appartenente alla categoria dei bloccanti beta-adrenergici, ad attività beta1-selettiva.

L’enalapril è una molecola appartenente alla classe degli ACE inibitori (inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina).

Il metoprololo e l’enalapril sono indicati nella terapia dell’insufficienza cardiaca congestizia (seppur il Sig. Verri presenti crepitii delle basi polmonari e edema degli arti inferiori probabilmente per disfunzione sistolica, prima di tutto è opportuno il trattamento per l’endocardite).

Fonte Immagine:

AMA

Yang M-L, Chen Y-H, Chen T-C, Lin W-R, Lin C-Y, Lu P-L. Case report: Infective endocarditis caused by Brevundimonas vesicularis. BMC Infectious Diseases. 2006; 6:179. doi:10.1186/1471-2334-6-179.

MLA

Yang, Mei-Li et al. “Case Report: Infective Endocarditis Caused by Brevundimonas Vesicularis.” BMC Infectious Diseases 6 (2006): 179. PMC. Web. 26 Apr. 2018.

APA

Yang, M.-L., Chen, Y.-H., Chen, T.-C., Lin, W.-R., Lin, C.-Y., & Lu, P.-L. (2006). Case report: Infective endocarditis caused by Brevundimonas vesicularis. BMC Infectious Diseases, 6, 179. http://doi.org/10.1186/1471-2334-6-179


3 di 3 Domande

Scenario clinico AA212: Marco è un ragazzino di 13 anni che, circa 9 mesi fa, ha iniziato a soffrire di fenomeni di desquamazione della cute in entrambi i piedi, associati a prurito. Inoltre, ha anche osservato dei cambiamenti nell’aspetto e nella consistenza delle unghie dei piedi, che sono diventate spesse e bianche. Preoccupato per tale condizione, il giovane si reca presso l’ambulatorio del Dott. Butterfli, medico di famiglia. Dall’anamnesi emerge che per anni, il padre del ragazzo ha lamentato la presenza di unghie eccessivamente ispessite a livello delle dita dei piedi. Si procede dunque all’esame obiettivo dei piedi, che presentano una fine desquamazione che li ricopre, assumendo una distribuzione a “forma di mocassino”. Inoltre, la maggior parte delle unghie si presenta piuttosto ispessite, di consistenza gessosa e tale aspetto sembra originare distalmente a livello dell’unghia e progredire in senso prossimale. Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA212): inizialmente a che tipo di infezione dovremmo pensare?

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Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA212).

La risposta corretta è la A.

Il paziente presenta infezione dermatofitica.


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