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1 di 3 Domande

Il morbo di Plummer e':














La risposta corretta è la C.
L’adenoma tiroideo tossico solitario o morbo di Plummer rappresenta la forma neoplastica benigna  più frequente a carico della ghiandola tiroidea ed è spesso causa di ipertiroidismo primitivo. Si tratta di una formazione autonomamente funzionante con produzione incontrollata ed immissione in circolo di ormoni tiroidei. I sintomi sono dovuti all’eccesso di T3 e T4 circolanti; i pazienti manifestano generalmente tachicardia (talvolta insorgenza di tachiaritmie), palpitazioni, ipertensione, tremori, iperattività, nervosismo, aumento dell’appetito, dimagrimento, insonnia, cute calda, ipersensibilità al caldo e disturbi gastrointestinali. A differenza del morbo di Graves-Basedow, i pazienti non presentano l’oftalmopatia infiltrativa e la dermopatia. La diagnosi prevede l’integrazione dei dati clinici e laboratoristici, nei quali si osserva l’aumento delle frazioni libere degli ormoni tiroidei T3 e T4 associati ad una riduzione del valore di TSH, in assenza di anticorpi anti TSH, anti TPO e anti TG, con tecniche di imaging quali l’ecografia e la scintigrafia. La terapia prevede un approccio medico iniziale con betabloccanti (atenololo 25-50 mg/die, in assenza di c.i.) e il successivo approccio mediante ablazione con radioiodio e/o chirurgia, mirati alla riduzione della produzione ormonale.
La risposta A non è corretta.
Il GH, o ormone della crescita, è un ormone prodotto dall’ipofisi coinvolto appunto nell’accrescimento. Nel deficit congenito del recettore di questo ormone, come nel caso della sindrome di Laron, si assiste a livelli normali o aumentati di GH nel sangue, in presenza di una inadeguata stimolazione dei tessuti. Ne consegue una ridotta crescita con statura molto bassa, ridotta massa muscolare, dismorfismi facciali, alterazioni nel trofismo di cute, ossa e altri organi e tessuti.
La risposta B non è corretta.
Il tumore duttale mammario infiltrante è il tipo più frequente di tumore al seno.  E’ dovuto alla trasformazione neoplastica delle cellule che rivestono i dotti galattofori. Si manifesta generalmente come un nodulo o un ispessimento cutaneo, ma può anche esserci qualche cambiamento nella forma e nelle dimensioni del seno, dolore e secrezioni atipiche a livello di areola e capezzolo.
La risposta D non è corretta.
L’osteite deformante, conosciuta anche come morbo di Paget, è una patologia di tipo cronico che interessa lo scheletro dell’adulto. E’ un disordine degenerativo caratterizzata dalla rimozione e dalla sostituzione del normale tessuto osseo con tessuto patologico. L’osso di nuova sintesi ha una struttura disorganizzata e va spesso incontro a fratture e processi artrosici causando deformità scheletriche e compromissione funzionale di alcuni organi o apparati.
La risposta E non è corretta.
Il morbo di Plummer è l’adenoma tiroideo tossico solitario; il deficit del recettore dell’ormone della crescita non è coinvolto in questa patologia.

2 di 3 Domande

Parlando di infiammazione, quale delle seguenti citochine gioca un ruolo nel determinare la risposta infiammatoria tardiva?














La risposta corretta è la D.
Il processo infiammatorio o di flogosi rappresenta un meccanismo di difesa del nostro corpo mirato a circoscrivere e neutralizzare un agente ritenuto nocivo. Consiste in una serie di eventi biochimici inizialmente standardizzati e costanti che progressivamente si modificano in qualità ed intensità in base all’eziologia dell’elemento scatenante. La noxa lesiva provoca un danno cellulare/tissutale che stimola la formazione di mediatori dell’infiammazione, quindi molecole biologicamente attive che provocano a loro volta modificazioni vascolari e cellulari. La fase iniziale, denominata angioflogosi, è caratterizzata dalla prevalenza di fenomeni ematici e vascolari responsabili della comparsa dei segni tipici della flogosi: calor, rubor, tumor, dolor e functio lesa. I mediatori fondamentali di questa fase sono le citochine proinfiammatorie primarie quali IL-1, TNF e IL-6. L’infiammazione cronica è caratterizzata per lo più dall’istoflogosi, cioè dalla prevalenza dei fenomeni tissutali, causati dall’infiltrazione cellulare (linfociti e monociti). In questa fase prevalgono le cosiddette citochine infiammatorie secondarie o tardive, l’IL-10 e il TGF-beta,  chiamate secondarie perché rilasciate in un secondo momento, che di fatto si comportano come citochine antinfiammatorie perché regolando la rigenerazione tissutale e limitando la sintesi delle citochine primarie, modulano l’intensità del processo infiammatorio e contribuiscono alla sua risoluzione.
 
La risposta A non è corretta.
L’interleuchina 4 è una citochina prodotta dai linfociti CD4+. E’ la principale responsabile dello switch dei linfociti B nella produzione delle IgE e anche nell’induzione dello sviluppo dei linfociti TH2 a partire dai linfociti T CD4+ naive.
La risposta B non è corretta.
L’interleuchina 2 è una citochina che funziona come messaggero intracellulare e che viene impiegata nel trattamento di alcuni tipi di neoplasie come il melanoma maligno e alcuni tipi di carcinoma renale metastatico per la sua capacità di stimolare i globuli bianchi a riconoscre ed attaccare le cellule neoplastiche.
La risposta C non è corretta.
L’Interleuchina 3, conosciuta anche come Multi-CSF ed Ematopoietina 2 è un fattore di crescita prodotto prevalentemente dai linfociti T attivati che incrementa ulteriormente la loro proliferazione, induce la maturazione delle cellule pro-B e stimola la secrezione di IgG da parte dei linfociti B attivati, aumenta l’attività dei pmn, dei monociti e delle mast cellule e, infine, stimola la proliferazione e la maturazione dei precursori linfo-mielo-ematopoietici.
La risposta E non è corretta.
L’IL-4 e l’IL-2 non sono coinvolte nella risposta infiammatoria tardiva.

3 di 3 Domande

Nell'infezione da HIV, pur in assenza di sintomatologia specifica, al di sotto di quale conta dei CD4 e' comunque corretto parlare di AIDS conclamata?














La risposta corretta è la A.
L’infezione da parte di due ceppi virali, HIV-1 e HIV-2, danno origine ad una infezione cronica a carico del sistema immunitario dell’organismo ospite. Il principale bersaglio di tali microrganismi è rappresentato dalle cellule presentanti sulla loro superficie, in particolar modo i linfociti T-helper, una particolare proteina denominata CD4 che viene riconosciuta dalla gp-120 collocata sulla superficie esterna del virus. Una volta legato il CD-4, il virus può penetrare al suo interno e avviare il ciclo di replicazione. I virus neoformati abbandonano poi la cellula ospite, provocando la perforazione della membrana e quindi anche la sua morte. L’infezione da HIV va incontro a periodi di remissione e riattivazione. Nella terza fase dell’infezione la compromissione del sistema immunitario provoca l’esordio della malattia conclamata, denominata AIDS. Questa fase viene definita da uno o più fra i seguenti criteri: l’insorgenza di gravi infezioni provocate da patogeni opportunisti, alcune neoplasie favorite dal deficit dell’immunità cellulo-mediata,  disturbi neurologici, oppure un numero di linfociti T CD4+ (helper) inferiore a 200/ul. Il paziente presenta inoltre perdita di peso, diarrea cronica, febbre, sudorazione notturna, astenia, artralgie.
Le risposte B, C, D ed E non sono corrette.
Il valore di CD4 al di sotto del quale è corretto parlare di AIDS conclamata, anche in assenza di sintomatologia, è 200/ul.

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