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1 di 3 Domande

Una donna di 35 anni, viene trasportata in ambulanza in condizioni d’urgenza presso il P.S. per un intenso dolore in sede retrosternale ed addominale superiore. Ad un’anamnesi più dettagliata, emerge che tale sintomatologia persiste da 18 mesi ed è andata progressivamente ad aggravarsi. Inoltre, in aggiunta al dolore, si è manifestata una progressiva disfagia ed una perdita di peso di 13 Kg. Viene effettuata un’endoscopia che mostra un esofago dilatato e contenente una quantità elevata di residui di cibo, ma non viene evidenziata alcuna patologia. Viene in seguito effettuato un esame con mezzo di contrasto per os. Quale è la diagnosi ?

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La risposta corretta è la E.
La diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico, che presenta intenso dolore retrosternale ed addominale superiore persistente da 18 mesi, disfagia, perdita di peso, esofago dilatato con residui di cibo, senza evidenza di lesioni all’endoscopia, è l'acalasia, un disturbo della motilità esofagea caratterizzato da un'alterata peristalsi esofagea e dal mancato rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore durante la deglutizione: infatti, l’esofago, all’esame RX con m.d.c. per os, appare dilatato e stenotico con un aspetto a coda di tipo a livello dello sfintere esofageo. Tale patologia potrebbe essere causata dalla perdita delle cellule gangliari del plesso mio-enterico dell’esofago, che determina la denervazione della muscolatura esofagea. I sintomi sono rappresentati da una disfagia lentamente progressiva, solitamente sia per i liquidi che per i solidi e dal rigurgito di cibo non digerito. La diagnosi si basa sulla endoscopia, la manometria e l’esame radiologico con pasto baritato. Il trattamento comprende la dilatazione, denervazione chimica, la miotomia chirurgica e la miotomia endoscopica trans-orale.
Al contrario, per quanto la sintomatologia gastro-esofagea possa mimare quella cardiovascolare, nel caso clinico la diagnosi più probabile è rappresentata dalla acalasia, dato avvalorato soprattutto dalla disfagia progressiva e dal residuo di ingesti (risposta A errata). Inoltre, all’esame endoscopico si evidenzia dilatazione esofagea con residui di cibo e assenza di aree patologiche, di conseguenza, è verosimile escludere una patologia neoplastica e alterazioni mucosali date dall’esofagite da reflusso (risposte B e D errate). Infine, la sintomatologia, il quadro endoscopico e il quadro radiologico sono tutti indicatori di patologia dell’esofago distale e non gastrica (risposta C errata).

2 di 3 Domande

Giorgia e' una giovane ragazza di 18 anni, che in seguito alla ripresentazione di un rash cutaneo, si reca presso il proprio medico curante, la Dott.ssa Garnucci. Anamnesi patologica prossima: rash localizzato a livello dei gomiti, del tronco e del cuoio capelluto. La ragazza afferma che ha usato una crema antimicotica, senza alcun successo; con l’applicazione di una crema a base di cortisone ha invece notato un lieve miglioramento, ma le lesioni cutanee non sono mai del tutto scomparse. Inoltre dice di aver assistito ad un netto peggioramento della sua condizione, quando per un periodo ha usato la crema a base di cortisone in modo discontinuo. Anamnesi familiare: la ragazza dice che un parente di primo grado presenta manifestazioni cutanee simili alle sue. Quale dei seguenti test è maggiormente indicato per confermare il sospetto clinico?

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La risposta corretta e' la A
La psoriasi è una patologia cronica che può coinvolgere molti distretti cutanei ma principalmente la ritroviamo a livello delle pieghe cutanee, soprattutto glutei, gomiti e ginocchia. Vengono colpite spesso anche le unghie. È una patologia su base autoimmunitaria, immunologica, genetica e ambientale. La diagnosi è prettamente clinica ma in questo caso anche la storia clinica è dirimente: la crema a base steroidea è in grado, se usata continuativamente, di ridurre la sintomatologia e un parente di primo grado presenta lesioni simili. Esiste un test, di Auspitz, che è caratteristico della patologia ma in disuso in quanto consta nel sollevare la cute malata di psoriasi e provocare una emorragia puntiforme; ma il test diagnostico gold standard è una biopsia cutanea dell’area interessata che mostrerà un quadro tipico di infiammazione. In questo caso la lesione della psoriasi è con squame in parte attaccate alla cute (tanto che se vengono staccate si provoca emorragia, test di Auspitz) quindi risulterebbe difficile una raschiatura (Risposta B errata); la capillaroscopia non trova utilizzo in un caso del genere in quanto la psoriasi non è una patologia di origine vascolare (Risposta C errata); la VES e l’ANA positivi sono normalmente aumentati in questa patologia in quanto sono indici infiammatori e di patologia autoimmunitaria ma sono aspecifici (Risposta D errata); è normale pensare alla malattia di Lyme per il rash cutaneo ma questo risulta differente in quanto ha un centro eritematoso un alone chiaro e di nuovo un contorno eritematoso, la lesione psoriasica è a placche (Risposta E errata).



3 di 3 Domande

Il Sig. Manfredini, un uomo di 43 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Diana, per sottoporsi ad una visita. Anamnesi patologica prossima:  riferisce la presenza di un sospetto morso di ragno all’altezza dell’inguine sinistro. Tuttavia il paziente, in seguito alla domanda del Dott. Diana, afferma che nessuno in casa ha visto tale ragno. Inoltre riferisce la comparsa occcasionale di foruncoli sotto le braccia e nella zona inguinale. Il paziente non ha febbre. Nessun membro della famiglia presenta dei sintomi e segni simili.  Al termine della visita, il paziente viene mandato a casa e il giorno dopo inizia ad accusare brividi, febbre, e riferisce che la lesione si sta diffondendo. Quale tra i seguenti rappresenta il trattamento maggiormente appropriato?

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La risposta corretta e' la 'Ricovero in ospedale, emocolture, e vancomicina'.


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