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1 di 3 Domande

Il signor Diconsoli, un uomo di mezz’età che lavora presso un ufficio postale, si reca presso il PS dell'Ospedale “Santa Maria della Misericordia”. Anamnesi patologica prossima: lamenta da circa una settimana febbre, brividi, tosse produttiva con espettorato bianco-giallastro e dispnea. Anamnesi patologica remota: Il paziente è stato sottoposto 6 mesi prima ad un trapianto renale allogenico ed attualmente segue una terapia immunosoppressiva di mantenimento.
Anamnesi farmacologica: effettua terapia immunosoppressiva (farmaco non specificato). Anamnesi fisiologica: ex fumatore. Esame obiettivo: temperatura corporea di 39,4 C, pressione arteriosa di 110/65 mm Hg, frequenza cardiaca di 110 bpm/min e frequenza respiratoria di 22 atti/min. L'auscultazione polmonare rivela la presenza di crepiti in corrispondenza del lobo polmonare superiore sinistro e ronchi diffusi. Esami di laboratorio-strumentali: L'imaging del torace rivela una formazione nodulare con cavitazione in corrispondenza del lobo superiore sinistro e infiltrati nodulari nel polmone destro. La colorazione di Gram e la coltura dell'espettorato sono negative. Le colture di lavaggio broncoalveolare producono una leggera crescita delle ramificazioni ed aste filamentose che sono debolmente acido-resistenti, come mostrato nell'immagine qui sotto. Quale dei seguenti è il microrganismo probabilmente responsabile del quadro clinico presentato da questo paziente?

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La risposta corretta è la C. 

La Nocardia è un batterio Gram-positivo, aerobio obbligato, parzialmente acido-resistente. Solitamente, questi batteri si dispongono a corona di rosario, con una struttura ramificata. La Nocarida è un batterio aerobio presente nel terreno che può infettare gli esseri umani attraverso l’inalazione (via più comune) o la penetrazione per via cutanea (spesso durante il giardinaggio o altra attività che riguardi l’agricoltura).

Questo genere ha numerose specie:

– asteroides è il patogeno umano più comune; esso causa solitamente infezioni polmonari o disseminate;

– brasiliensis è la causa più comune di infezione cutanea, soprattutto nei climi tropicali. L’infezione avviene per via inalatoria o per inoculazione diretta a livello della cute.

La nocardia causa più comunemente una malattia polmonare in un ospite immunocompromesso, con o senza manifestazioni extrapolmonari (ad es. a livello della pelle e del sistema nervoso centrale).  I sintomi spesso includono febbre, perdita di peso, malessere, dispnea, tosse e pleurite.

La ramificazione e la crescita filamentosa aiuta l’organismo a prevenire la fagocitosi, rendendo la difesa dell’ospite fortemente dipendente dall’immunità mediata. Pertanto, i pazienti che sono gravemente immunocompromessi hanno molte più probabilità di sviluppare una malattia attiva. L’imaging in genere rivela lesioni nodulari o cavitarie nei lobi superiori, che possono essere confuse con altre lesioni (formazioni tumorali maligne o con la tubercolosi). La coltura dell’espettorato è spesso negativa, ma la broncoscopia con lavaggio broncoalveolare di solito può fornire un campione adeguato per la diagnosi (sensibilità> 84%).

Il trimetoprim-sulfametossazolo è il trattamento di scelta.

 

La risposta D non è corretta.

La tubercolosi è una malattia infettiva causata da Mycobacterium tuberculosis (per la quale gli esseri umani rappresentano il principale reservoir).

Malattie simili possono essere causate dal gruppo del Mycobacterium tuberculosis complex (M. bovis, M. africanum, e M. microti).

La tubercolosi si acquisisce quasi esclusivamente per via aerea attraverso l’inalazione di droplet contenenti M. tuberculosis.

Il Mycobacterium tuberculosis è fortemente acido- resistenti.

In questo caso clinico, tuttavia la colorazione di Gram mostra barre filamentose gram-positive che sono debolmente acido-resistenti (a differenza del Mycobacterium tuberculosis).

Le culture del Mycobacterium tuberculosis richiedono spesso più di 4 settimane di incubazione.I test di sensibilità sono necessari per tutti I ceppi isolati poiché molti ceppi sono resistenti agli antibiotici.

 

La risposta A non è corretta.

L’Aspergillus può causare una malattia polmonare (malattia cavitaria del lobo superiore) in pazienti immunocompromessi. L’Aspergillus è un fungo filamentoso ambientale, spesso presente in: vegetazione in decomposizione, materiali isolanti, aria condizionata o bocchette del riscaldamento, camere dei pazienti, impianti ospedalieri e polvere aerodispersa. Riguardo al nostro caso clinico, se ci fosse un’infezione da parte del Aspergillus la microscopia mostrerebbe ife non acido-resistenti e non filamentose.

 

La risposta B non è corretta.

Gli actinomiceti sono un genere di batteri filamentosi gram-positivi di frequente riscontro quali ospiti abituali nel cavo orale e nel tratto digerente, ma che spesso si trovano anche nell’apparato genitale femminile: tra le numerose specie appartenenti a questo genere quella più comunemente identificata in tale sede è l’Actimomyces israelii. Gli Actinomiceti tipicamente causano la malattia cervico-facciale (non dolorosa, cronica, con una massa mandibolare); non sono batteri anaerobi e non sono acido-resistenti (a differenza di Nocardia).

 

La risposta E non è corretta.

Il Bacillus anthracis è un batterio gram-positivo, aerobio o anaerobio facoltativo, capsulato, immobile, e sporigeno, che può essere inalato con aspetto al microscopio di grossi bastoncini che si dispongono a catenelle (non ramificato nè filamentoso).

L’antrace, una malattia spesso mortale negli animali, viene trasmessa all’uomo attraverso il contatto con animali infetti o con i loro prodotti. I sintomi progrediscono rapidamente e comprendono febbre, mialgia, dispnea, ipossiemia e shock.


2 di 3 Domande

Paziente di 28 anni si presenta in P.S., lamentando dolore mammario associato ad arrossamento, gonfiore, calore e ipertermia. La diagnosi è di mastite in puerpera di 45 gg dopo parto spontaneo in allattamento. La mastite è causata prevalentemente dalla presenza di:

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La risposta corretta è la B

La mastite da allattamento è un processo flogistico a carico della mammella causato dall’ingorgo di latte all’interno dei dotti galattofori, spesso dovuto ad uno scarso drenaggio, determinato solitamente dall’infezione da Stafilococco Aureus. Molto più raramente può essere causata da altri microrganismi, come la Candida Albicans, la cui diagnosi differenziale si basa sul riscontro di caratteristico dolore lancinante e non diffuso, e sulla formazione di una patina biancastra sulla zona infiammata (risposte A, C, D ed E errate). I sintomi di mastite sono solitamente febbre alta, dolore, iperemia, eritema, edema, gonfiore, indurimento, tensione e calore a livello mammario. La diagnosi è clinica.


3 di 3 Domande

Filomena, di mestiere casalinga, porta suo figlio di 5 anni dal pediatra, il Dott. Tesori. Anamnesi patologica prossima: da 3 giorni ha osservato, in corrispondenza della regione occipitale della testa del piccolo, una zona priva di capelli. Il reperto è mostrato nell’immagine sottostante. Esame obiettivo: area di alopecia in corrispondenza della regione occipitale: i capelli in quest'area sembrano rotti al follicolo pilifero, apparendo come piccoli puntini neri; inoltre c'è una linfoadenopatia preauricolare e suboccipitale sul lato destro. Esami di laboratorio-strumentali: La microscopia, con una preparazione di KOH, di un capello prelevato dal bordo dell'area interessata, mostra la presenza di catene di spore all'interno del fusto del capello. Quale delle seguenti rappresenta la fase successiva più appropriata nella gestione del paziente?

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La risposta corretta è la D.

Questo paziente ha una tinea capitis, la quale è più frequentemente causata da Trichophyton tonsurans, occasionalmente da Microsporum cani e molto meno spesso da altre specie di Trichophyton e Microsporum.

La tinea capitis è un’infezione dermatofitica del cuoio capelluto.

Dal punto di vista epidemiologico, la tinea capitis colpisce principalmente i bambini, è contagiosa e può essere epidemica.

La tinea capitis causa la graduale comparsa di chiazze rotonde di desquamazione secca, alopecia, o entrambe.

Meno comunemente la tinea capitis si manifesta con una desquamazione diffusa, simile a forfora, o con un aspetto pustoloso diffuso.

Inizialmente possono esserci diverse piccole zone di alopecia, dove i peli si staccano vicino al follicolo. L’adenopatia regionale è comune. Altre presentazioni includono una diffusa ma lieve perdita di capelli, un’alopecia cronica e diffusa e una massa granulomatosa, nota come kerion.

T. tonsurans tipicamente crea un pattern chiamato “ringworm black-dot” (letteralmente sta per punti neri a pattern anulare), come mostrato in questo caso.

Invece, l’infezione da M. audouinii determina “una tricofizia a chiazze di colore grigio”, in cui i capelli si rompono al di sopra della superficie, lasciando piccole radici.

La diagnosi di tinea capitis è suggerita dall’aspetto clinico, dal preparato a fresco con KOH e può essere confermata dalla coltura sul terreno Sabouraud.

L’esame microscopico, con una preparazione di KOH, di un capello prelevato dal bordo dell’area interessata, mostra la presenza di minuscole spore che circondano il fusto del capello nelle infezioni da Microsporum e catene di spore all’interno del fusto del capello nelle infezioni da Trichophyton. La diagnosi definitiva può essere fatta ponendo i peli infetti rotti sul terreno di coltura Sabouraud.

Il trattamento di scelta per la tinea capitis comprende la somministrazione orale di griseofulvina per 6-12 settimane (antimicotico orale, che viene interrotto solo dopo la ripetizione di colture fungine risultate negative). Terapie aggiuntive comprendono: lo shampoo al solfuro di selenio e a volte prednisone.

 

La risposta A non è corretta.

Come già descritto precedentemente, la sola terapia topica (ad esempio, uno shampoo con una preparazione di solfuro di selenio) non è efficace.

 

Le risposte B e E non sono corrette.

La terapia di prima scelta orale è la griseofulvina per 6-12 settimane. L’itraconazolo orale o terbinafina orale sono terapie di seconda linea. Queste molecole sono utili in caso di resistenza a griseofulvina, intolleranza o allergia ad essa.

 

La risposta C non è corretta.

Per la tinea corporis si utilizza il clotrimazolo topico. Questa molecola, non è utilizzata per la tinea capitis.


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