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1 di 3 Domande

Scenario CV44P: Un uomo di 82 anni, in terapia anticoagulante orale per fibrillazione atriale, presenta insorgenza di rallentamento cognitivo e emiparesi brachio-crurale sinistra circa 20 giorni dopo un trauma cranico minore. Viene sottoposto a TC encefalo (vedere immagine). La diagnosi piu' probabile e':

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La risposta corretta e' la B
Dal caso clinico e dall’immagine presentata si tratta di un ematoma subdurale cronico fronto-parietale destro, che si presenta ipodenso e con una forma di falce o mezza luna che attraversa le linee di sutura, ma che mostra una piccola areola iperdensa nella scansione a vuoto compatibile con focolaio emorragico in atto. L’ematoma subdurale deriva da una rottura delle vene a ponte e si manifesta con la tipica distribuzione di sangue a falce o a mezza luna nello spazio subdurale tra aracnoide e dura madre, mentre l’ematoma epidurale deriva dalla rottura dell’arteria meningea media e si manifesta come una lesione biconvessa che in fase acuta sarà iperdensa per la presenza di sangue in atto nello spazio interposto tra cranio e dura madre (Risposta C errata). I meningiomi è una lesione della meninge con la convessità rivolta verso l’encefalo con compressione dello stesso,  che mostrerà il caratteristico dural tail, ossia un ispessimento ed enhancement della dura madre adiacente al meningioma ed un vallo liquorale intorno (Risposta D errata). Un linfoma cerebrale invece si manifesta con delle aree iperdense a vuoto centro-parenchimali, che mostrano enhancement dopo somministrazione di mdc e spesso con dei focolai emorragici contestuali (Risposta A errata).

2 di 3 Domande

Scenario KA3P: Un componente della membrana plasmatica, indicato dalla freccia in figura, conferisce alla struttura della membrana rigidità e stabilità. Di quale molecola si tratta? 

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La risposta corretta è la B.
La membrana plasmatica è un sottile rivestimento, con spessore di 5-10 nm (50-100 Å), costituita fondamentalmente da un doppio strato fosfolipidico. I fosfolipidi sono una classe eterogenea di molecole, composte da una testa polare (idrofila), in cui è contenuto il gruppo fosfato, e da due code apolari (idrofobiche) a componenente lipidica. Per queste caratteristiche sono dette molecole “anfipatiche” e, quando collocate in ambiente acquoso, tendono a disporsi formando, appunto, un doppio strato, con le teste polari rivolte verso l’esterno (a contatto con l’acqua) e le code apolari rivolte verso l’interno. Tra le molecole di fosfolipidi che modellano la membrana, sono collocati altri componenti quali colesterolo e proteine. Il colesterolo svolge un ruolo molto importante in relazione alla sua concentrazione: aumenta la stabilità e la flessibilità  della membrana ma allo stesso tempo ne mantiene la fluidità. Per fluidità si intende la capacità dei vari costituenti di spostarsi nel bilayer lipidico, creando così diverse configurazioni. Questa caratteristica, conferita soprattutto dal colesterolo, permette di definire questo modello a “mosaico fluido”. Infine, abbiamo le proteine di membrana che, oltre ad avere un ruolo strutturale, svolgono varie funzioni come trasporto, recettività e funzione enzimatica.
La risposta A non è corretta.
L’alanina non è un componente strutturale della membrana plasmatica.
La risposta C non è corretta.
La vitamina B non è un componente strutturale della membrana plasmatica.
La risposta D non è corretta.
Il glucosio non  è un componente strutturale della membrana plasmatica.
La risposta E non è corretta.
Nè l’alanina né il glucosio sono componenti strutturali della membrana plasmatica.

3 di 3 Domande

Scenario EP5C: Un paziente di 70 anni esegue una Tac del torace per febbricola e tosse persistente con escreato ematico. L'immagine radiologica è quella riportata. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta e' la A
In base al quadro clinico descritto (febbricola, tosse, emoftoe) e al quadro radiologico (addensamento polmonare destro) la diagnosi più probabile è quella di carcinoma polmonare. Il cancro del polmone è ritenuto la causa più comune di morte per neoplasia negli uomini, anche se, negli ultimi anni, è cresciuto il tasso di mortalità anche nelle donne, a causa della diffusione dell’abitudine tabagica. Il fumo, infatti, costituisce il principale fattore di rischio per lo sviluppo del cancro polmonare. Dal punto di vista sintomatologico si tratta di una patologia che può restare asintomatica nelle fasi iniziali e venire scoperta accidentalmente nel corso di esami effettuati per altre ragioni; anche quando sono presenti dei sintomi, tuttavia, si tratta di disturbi aspecifici come tosse continua (che non passa o addirittura peggiora nel tempo), raucedine, dispnea, astenia, anoressia o recidivanti infezioni polmonari; l’emottisi, invece, è uno dei segni più indicativi di tumore polmonare, anche se spesso tardivo e conseguente all’erosione di piccoli vasi da parte della neoplasia. Negli stadi più avanzati, infine, i sintomi possono essere a carico degli organi in cui il tumore si è diffuso: per contiguità possono essere coinvolti il polmone controlaterale, la pleura, la parete toracica e il diaframma; per via linfatica il tumore po' diffondere ai linfonodi di drenaggio di quest’organo e attraverso il flusso sanguigno può invadere organi diversi come ad esempio fegato, cervello, surreni, ossa, reni, pancreas, dando origine a sintomi più specifici come dolore alle ossa, ittero, mal di testa, vertigini e noduli visibili a livello cutaneo. L’iter diagnostico del tumore del polmone prevede in primo luogo l’accertamento dell’effettiva presenza del tumore mediante RX torace e TC torace con mdc, che permettono la visualizzazione della lesione e la sua localizzazione. Le anomalie radiologiche che possono essere riscontrate comprendono lesioni in massa, infiltrati polmonari recidivanti, infiltrati polmonari persistenti, atelettasia, versamento pleurico. Il secondo livello diagnostico consiste nella caratterizzazione istologica per accertare la natura e l’istotipo della neoplasia: se il tumore cresce all’interno del bronco, si potranno eseguire prelievi della mucosa bronchiale tramite fibrobroncoscopia, se invece la lesione è periferica si può ricorrere ad agoaspirato e/o a una biopsia TC-guidata. Il terzo livello diagnostico prevede l’esecuzione di una TC total body e di una PET per valutare la presenza di localizzazioni a distanza.



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