La risposta corretta è la C.
Il carcinoma polmonare è la seconda causa più comune di cancro negli uomini e nelle donne, ed è la causa più comune di decessi per cancro in tutto il mondo.
I fattori di rischio comprendono il fumo (ritenuto responsabile fino al 90% di tutti i tumori polmonari), la radioterapia e l’esposizione ambientale (fumo passivo, radon).
I sintomi generalmente compaiono in stadi di malattia avanzati e comprendono tosse, oppressione toracica o dolore, calo ponderale e, più raramente, emottisi, che però rappresenta un segno clinico piuttosto suggestivo.
L’esame obiettivo del torace può rilevare la presenza di crepitii ed atelettasia. Il cancro del polmone di solito viene notato in prima istanza con un esame RX del torace che mostra un’area di ipodiafania focale (un nodulo o una vera e propria massa), ma è meglio identificato tramite una TC del torace, in cui inizialmente compare una formazione nodulare di dimensioni variabile da pochi millimetri ad alcuni centimetri (sotto i 3 cm si parla di nodulo, sopra i 3 cm si parla di massa), che appare a margini irregolari e spiculati e che, a seconda della localizzazione parenchimale, può essere adesa o meno al piano pleurico, infiltrandolo e presentare strie di raccordo pleurico. Nel nostro caso possiamo vedere una formazione nodulare peri-centimetrica a margini irregolari e spiculati, localizzata nel lobo inferiore del polmone di destra. Per avere la certezza diagnostica è anche possibile effettuare un agoaspirato o una biopsia TC guidata, al fine di definirne l’istologia.
In base allo stadio della malattia il trattamento comprende la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia, o un loro impiego combinato.
Viste le dimensioni ridotte della lesione, fra le opzioni proposte la radioterapia stereotassica è quella corretta, dato che questa metodica consente di trattare bersagli tumorali di piccole dimensioni con margini ridottissimi e quindi scarsa o nulla tossicità al parenchima sano e tessuti sani circostanti, grazie alla precisione dei sistemi di immobilizzazione del paziente e di localizzazione della neoplasia. Il trattamento, in questi casi, prevede da 1 a 5 applicazioni. Questa concentrazione nel tempo, vantaggiosa in termini radiobiologici, è consentita dal risparmio ottimale degli organi sani.