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1 di 3 Domande

Scenario 2: Una paziente viene sottoposta a scintigrafia tiroidea con riscontro di un'area ipercaptante. L'ipercaptazione a quale dei seguenti quadri clinici potrebbe corrispondere?














La risposta corretta è la B.
La scintigrafia tiroidea è un esame di medicina nucleare che permette una valutazione funzionale della ghiandola. Mediante l’impiego di un tracciante radioattivo come lo iodio o il tecnezio permette di caratterizzare i noduli tiroidei, evidenziati mediante altre indagini strumentali come l’esame ecografico, e di distinguerli in noduli caldi, freddi o isocaptanti. I noduli caldi, o ipercaptanti, hanno autonomia funzionale e producono un eccesso di ormoni tiroidei, sono quindi tossici; i noduli isocaptanti sono costituiti da tessuto normofunzionante; i noduli freddi sono ipofunzionanti o non funzionanti. Le neoplasie tiroidee appaiono quasi sempre scintigraficamente “fredde” (raramente possono captare il pertectetato), ma anche la maggior parte dei noduli benigni sono scintigraficamente freddi, mentre i noduli caldi sono indicativi di patologie “benigne” come ad esempio il gozzo multinodulare iperfunzionante.  Questo presenterà delle aree con capacità funzionale aumentata e quindi ipercaptanti alla scintigrafia.
La risposta A non è corretta.
La scintigrafia delle paratiroidi permette di visualizzare un adenoma iperfunzionante o paratiroidi ectopiche iperfunzionanti. Non permette di fare una diagnosi differenziale tra adenoma e carcinoma. Inoltre, attualmente, non disponiamo di traccianti specifici per il tessuto paratiroideo.
La risposta C non è corretta.
La cisti tiroidea alla scintigrafia si presenta come un nodulo freddo, non funzionante. E’ infatti generalmente costituita da un accumulo di colloide.
La risposta D non è corretta.
L’emorragia tiroidea non capta il radiofarmaco per cui non potrà apparire come un nodulo ipercaptante.
La risposta E non è corretta.
L’area ipercaptante viene riscontrata in caso di gozzo nodulare iperfunzionante ma non necessariamente in caso di carcinoma paratiroideo.

2 di 3 Domande

Scenario 3: Un paziente viene sottoposto a PET in seguito al riscontro, a una recente TC con mezzo di contrasto, di un nodulo solitario di circa 1.5 cm a livello del polmone destro. Alla PET il nodulo presenta SUV > 12. Quale tra le seguenti e' la diagnosi piu' probabile del nodulo descritto?














La risposta corretta è la D.
La PET è un esame strumentale che in ambito oncologico, viene impiegata principalmente per la caratterizzazione di lesioni di dubbia natura identificate con altre tecniche di imaging, nella stadiazione, nella valutazione dell’efficacia terapeutica e nel follow up dei pazienti. Il radiofarmaco generalmente impiegato per lo svolgimento della PET a scopo diagnostico in ambito oncologico è il 18-fluorodesossiglucosio. Si tratta di un analogo del glucosio marcato con Fluoro-18. Il razionale del suo utilizzo sta nel fatto che le cellule neoplastiche in rapida crescita utilizzano il glucosio come substrato energetico. La loro richiesta è funzione del loro metabolismo. Le cellule neoplastiche infatti hanno, di norma, una attività metabolica più spiccata di quella del tessuto sano, motivo per cui avranno un maggiore fabbisogno energetico e quindi una maggiore necessità di glucosio. Il suo accumulo all’interno delle cellule tumorali permetterà di evidenziare tali lesioni. Il principale parametro per la valutazione delle aree ipercaptanti è il SUV (Syandardized Uptake Value). Il valore ottenuto dalla formula del SUV ci dice quanto l’area interessata capta di più o di meno rispetto a quanto capterebbe un’area di uguale massa.  Un valore di SUV >12 è suggestivo di neoplasia.
Le risposte A, B, C ed E non sono corretta.
La PET e la valutazione del SUV vengono impiegati nella caratterizzazione del nodulo polmonare solitario. Un nodulo polmonare solitario con un SUV maggiore a 2,5 viene considerato maligno. La tubercolosi, l’amartroma e la polmonite sono patologie benigne che non portano ad un aumento così elevato del SUV tuttavia, talvolta, soprattutto il nodulo da tubercolosi può dare dei falsi positivi.



3 di 3 Domande

Scenario 4: Paziente di 65 anni con ipertiroidismo correlato a Malattia di Graves. Quale approccio terapeutico, tra i seguenti, verra' proposto al paziente?














La risposta corretta è la D.
Il morbo di Graves-Basedow è la causa più frequente di ipertiroidismo; può provocare anche ingrandimento della tiroide, dermopatia pretibiale, ed esoftalmo per ipertrofia del tessuto retrobulbare. E’ una patologia autoimmune dovuta alla produzione di autoanticorpi leganti il recettore del TSH. Questi stimolano la produzione di ormoni da parte della ghiandola tiroidea. Lo iodio è un elemento essenziale per la produzione di questi ormoni. L’fT3 e l’fT4 infatti, prima di essere messi in circolo, vengono accumulati nei follicoli. La tiroide possiede una concentrazione di Iodio dalle 30 alle 100 volte superiore rispetto alla concentrazione plasmatica e l’avidità di questo tessuto per tale molecola è funzione della sua attività, quindi è aumentata nei processi iperplastici e neoplastici. Questo può essere sfruttato a scopo terapeutico. Lo iodio131, un isotopo dello iodio, viene impiegato nella terapia radiometabolica di alcune patologie tiroidee come appunto il morbo di Graves o alcune forme neoplastiche. Viene sfruttata la sua emissione di particelle beta, una forma di radiazione ionizzante dovuta ad un flusso di elettroni ad alta energia, le quali hanno un raggio d’azione limitato alla materia circostante e dissipano la propria energia vicino al punto di accumulo del radiofarmaco, distruggendo le cellule.
La risposta A non è corretta.
L’immunoterapia è una nuova strategia terapeutica che, attraverso l’impiego di farmaci immunologici a base di anticorpi monoclonali, mira a potenziare il sistema immunitario del paziente affetto da alcune forme tumorali. Può essere impiegata nella terapia del cancro alla tiroide. Non viene utilizzata per il morbo di Graves.
La risposta B non è corretta.
La radioterapia della loggia tiroidea può essere impiegata nel trattamento dei carcinomi midollari e anaplastici della tiroide che sono poco sensibili o non sensibili al trattamento con radio iodio. Non viene impiegata nel morbo di Graves.
La risposta C non è corretta.
La chemioterapia nell’ambito delle neoplasie tiroidee ha una applicazione molto limitata poiché questo tipo di tumori non risulta essere particolarmente sensibile. Non viene impiegata nella terapia del morbo di Graves.
La risposta E non è corretta.
L’immunoterapia e la radioterapia della loggia tiroidea possono avere indicazione nel trattamento del cancro alla tiroide. Non hanno indicazione per il morbo di Graves.

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