La risposta corretta è la C.
L’Escherichia coli è un batterio che appartiene alla famiglia degli enterobatteri, gram-negativo, asporigeno, mobile per ciglia peritriche, catalasi-positivo e ossidasi-negativo. Il fatto di essere un gram-negativo rende questa risposta l’unica possibile corretta.
I diversi ceppi possono essere classificati sulla base di tre principali antigeni di superficie: somatico (antigene O), flagellare (antigene H), capsulare (antigene K).
Nell’ambito della specie sono presenti diversi ceppi, dotati di fattori di virulenza e associati a ben definite patologie sia intestina che extra-intestinali:
- E. Coli enterotossigeno, ETEC;
- E. Coli enteroinvasivo, EIEC;
- E. Coli enteropatogeno, EPEC;
- E. Coli enteroaderente, EAEC;
- E. Coli produttore di verotossine, VTEC;
- E. Coli enteroemorragico, EHEC (ceppi enteroemorragici sono un sottogruppo dei VTEC).
- coli O157:H7 è stato descritto per la prima volta nel 1982 negli USA come causa nel corso di una indagine su focolai di diarrea emorragica, associati al consumo di hamburger in ristoranti appartenenti alla stessa catena di fast-food.
Dopo 3-4 giorni dall’ingestione del cibo contaminato, si hanno crampi addominali e solitamente dopo altri 1-2 giorni si ha diarrea emorragica senza febbre.
La patologia si risolve nel 95% dei casi, invece, nel 5% dei casi si può avere una SEU (questa patologia può esitare in morte, proteinuria, IRC o guarigione). Per la diagnosi è importante la coprocoltura e il test fecale rapido per la tossina Shiga.
La risposta A non è corretta.
La legionella è un batterio gram-. Esso si caratterizza per essere: aerobio, non sporigeno e generalmente mobile per la presenza di uno o due flagelli polari o subpolari.
La legionella appare di forma cocco-bacillare (non sono presenti in questo striscio, mostrato nel caso clinico).
Tra le varie specie quella più pericolosa è L. pneumophila.
Dal punto di vista clinico la legionellosi si manifesta solitamente con polmonite, febbre elevata, associata a sintomi gastrointestinali, malessere, mialgia, cefalea, tosse non produttiva, respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite.
La diagnosi di E. Coli è dunque più appropriata.
Le risposte B e D non sono corrette.
Nel caso clinico si parla di un gram-negativo. Inoltre, l’immagine del caso mostra E. Coli. Infine, l’infezione da micobatterio della tubercolosi è poco probabile per pazienti con una conta CD4+ > 200/mm³.
La risposta E non è corretta.
Il sarcoma di Kaposi è una neoplasia a carico della pelle, organi e mucose, causato da una confezione da herpesvirus tipo 8 ed HIV, che scatenano una proliferazione di tipo vascolare, che porta alla formazione di papule e noduli cutanei. Stati di depressione del sistema immunitario (come in soggetti HIV positivi), aumentano considerevolmente la probabilità che si sviluppi, tanto che si verifica tipicamente nella pazienti con conta delle cellule CD4 <200/mm3.
Dal punto di vista clinico le lesioni cutanee si presentano come papule asintomatiche di colore rossastro, che confluiscono a formare placche o noduli con una cromia variabile. Le localizzazioni principali sono a livello del viso, cavo orale, delle estremità, del tronco e dei genitali, ma può anche essere coinvolto il tratto gastrointestinale ed il parenchima polmonare.
La diagnosi di certezza si ottiene con la biopsia, anche se spesso viene posta solo sulla base del quadro clinico.
Il sarcoma di Kaposi, AIDS-associato, risponde bene e regredisce, se viene impostata la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART), perché la conta CD4+ migliora e la carica virale dell’HIV si riduce, mentre è opportuno intraprendere una chemioterapia sistemica o intralesionale nei casi più gravi o refrattari a tale trattamento.
Non è una scelta corretta per questo caso clinico, essendo presenti gram-negativi.