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1 di 10 Domande

Scenario AA66: Un uomo di 34 anni si reca presso lo studio medico. L’uomo lamenta una perdita di capelli nella zona centrale della testa di carattere progressivo, che va avanti da circa 6 mesi. Afferma di non soffrire di alcuna condizione patologica. All’ispezione il dottore individua una recessione dell’attaccatura alle tempie e perdita di capelli al vertice. Domanda 1: Quale è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la D

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e obbiettivi, la diagnosi più probabile è l’alopecia androgenetica: infatti, il paziente mostra tipicamente graduale peggioramento della calvizie con assottigliamento dell’attaccatura dei capelli alle tempie e a livello del vertice. Anche alcune donne possono essere colpite. Tale patologia è una malattia ereditaria androgeno-dipendente, nella quale svolge un ruolo preminente il diidrotestosterone. Al contrario, l’alopecia areata, una malattia autoimmune, determina solitamente improvvisa perdita non cicatriziale di peli in soggetti senza alcuna evidente patologia cutanea o sistemica. È meno comune dell’alopecia androgenetica, rappresentando il 2% dei casi di alopecia. La perdita di capelli non segue alcun modello e le chiazze sono di solito rotonde o ovali (risposta A errata).

Così, la tinea capitis, un’infezione dermatofitica del cuoio capelluto, è un’infezione fungina superficiale causata da dermatofiti. Il Trichophyton tonsurans è la causa più comune, seguito da Microsporum canis, M. audouinii, Trichophyton sp (ad esempio, T. schoenleinii, T. violaceum). In dettaglio, la tinea capitis causa la graduale comparsa di chiazze rotonde di desquamazione secca, alopecia, o entrambe (risposta B errata). Invece, l’alopecia senilis, raramente riscontrata prima dei 40 anni, solitamente interessa inizialmente il vertice e si diffonde anteriormente e posteriormente fino a colpire simmetricamente tutta la corona. È causata da alterazioni atrofiche dovute all’età avanzata. È meno comune dell’alopecia androgenetica e le sopracciglia possono essere interessate (risposta C errata). Infine, l’alopecia telogeni effluvium, un’alopecia non cicatrizzante, è caratterizzata da caduta di capelli intensa senza chiazze glabre. Solitamente, è dovuta a stress estremo dovuto a malnutrizione, diete, disturbi emotivi, chirurgia maggiore, anemia, malattie febbrili (risposta E errata).


2 di 10 Domande

Scenario AA66: Un uomo di 34 anni si reca presso lo studio medico. L’uomo lamenta una perdita di capelli nella zona centrale della testa di carattere progressivo, che va avanti da circa 6 mesi. Afferma di non soffrire di alcuna condizione patologica. All’ispezione il dottore individua una recessione dell’attaccatura alle tempie e perdita di capelli al vertice. Domanda 2: Quale tra le seguenti opzioni terapeutiche rappresenta il trattamento maggiormente efficace per la condizione di questo paziente?














La risposta corretta è la C.

Per il paziente del caso clinico, affetto da alopecia androgenetica, la finasteride orale (inibitore della 5-alfa reduttasi, che converte il testosterone in diidrotestosterone) e il minoxidil topico rappresentano il trattamento di prima scelta. All’opposto, ciproterone acetato, antralina e spironolattone, flutamide e triamcinolone, ketoconazolo e griseofulvina non rappresentano le opzioni terapeutiche di prima scelta secondo le attuali linee guida (risposte A, B, D ed E errate).


3 di 10 Domande

Un ragazzo di 18 anni si presenta al policlinico per un’eruzione eritematosa della parte superiore del corpo, che si è diffusa nelle ultime 2-3 settimane. Viene visitato dal dottore a cui riferisce che l’eritema è cominciato come una singola lesione nella parte superiore dell’addome che si è diffuso rapidamente. Infine, riferisce una lieve coriza pochi giorni prima dell’eruzione esantematica. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è rappresentata dalla pitiriasi rosea, una condizione patologica acuta e auto-limitante, caratterizzata dallo sviluppo di placche eritematose multiple. Solitamente, la malattia inizia con la comparsa di una singola chiazza madre di 2-10 cm sul tronco o sugli arti superiori. Entro 7-14 giorni fa seguito un’eruzione diffusa, centripeta, di papule e placche di 0,5-2 cm di colorito roseo o brunastro. Al contrario, la psoriasi guttata è un sottotipo di psoriasi, caratterizzata dalla comparsa improvvisa di numerose placche di diametro compreso tra 0,5 e 1,5 cm, in genere sul tronco, in bambini e giovani adulti dopo faringite streptococcica. Può evolvere in una forma di psoriasi a placche (risposta A errata). Così, la tinea versicolor è un’infezione cutanea da Malassezia furfur che si manifesta con chiazze desquamate multiple e asintomatiche con un colore che varia dal bianco al camoscio, al marrone, al rosa. La diagnosi si basa sull’aspetto clinico e su preparati a fresco con idrossido di potassio condotti su materiale da scarificazione cutanea (risposta C errata). Infine, la tinea corporis è una dermatofitosi che si presenta con chiazze anulari (a forma di O) di colore dal rosa al rosso con bordi desquamati rilevati che si espandono perifericamente e tendono a schiarirsi centralmente. Cause frequenti sono Trichophyton mentagrophytes, T. rubrum e Microsporum canis (risposta D errata).


4 di 10 Domande

Una donna porta suo figlio di 5 anni dal pediatra perché da 3 giorni ha osservato, in corrispondenza della regione occipitale della testa, una zona priva di capelli. All’esame obiettivo si nota un’area di alopecia in corrispondenza della regione occipitale; i capelli in quest’area sembrano rotti a livello del follicolo pilifero, apparendo come piccoli puntini neri; inoltre, c’è una linfoadenopatia pre-auricolare e sub-occipitale sul lato destro. La microscopia con una preparazione di KOH di un capello prelevato dal bordo dell’area interessata mostra la presenza di catene di spore all’interno del fusto del capello. Quale delle seguenti rappresenta la fase successiva più appropriata nella gestione del paziente?

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La risposta corretta è la D.

In base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine del caso clinico, il paziente presenta verosimilmente Tinea capitis, un’infezione dermatofitica del cuoio capelluto; di conseguenza, la griseofulvina orale rappresenta la terapia più appropriata. Cause comuni sono: Trichophyton tonsurans, Microsporum canis, M. audouinii, T. schoenleinii, T. violaceum ed altri microrganismi. La tinea capitis causa la graduale comparsa di chiazze rotonde di desquamazione secca, alopecia o entrambe. Meno comunemente essa si manifesta con una desquamazione diffusa, simile a forfora o con un aspetto pustoloso diffuso. L’adenopatia regionale è comune. Occasionalmente tale infezione può determinare la formazione di un Kerion, una massa granulomatosa. L’infezione da T. tonsurans causa una tricofizia nera punteggiata o “ring-worm black-dot” (letteralmente “punti neri a pattern anulare”), in cui i capelli si rompono a livello della superficie del cuoio capelluto. Invece, l’infezione da M. audouinii determina “una tricofizia a chiazze di colore grigio”. La diagnosi di Tinea Capitis è suggerita dall’aspetto clinico, dal preparato a fresco con KOH e può essere confermata dalla coltura sul terreno Sabouraud. L’esame microscopico con una preparazione di KOH di un capello prelevato dal bordo dell’area interessata mostra solitamente la presenza di minuscole spore, che circondano il fusto del capello nelle infezioni da Microsporum e catene di spore all’interno del fusto del capello nelle infezioni da Trichophyton. In particolare, i bambini sono trattati con griseofulvina per 6-12 settimane (antimicotico orale, che viene interrotto solo dopo la ripetizione di colture fungine risultate negative). Terapie aggiuntive comprendono: lo shampoo al solfuro di selenio e a volte prednisone. All’opposto, la sola terapia topica con shampoo con preparazione di solfuro di selenio non risulta efficace (risposta A errata), mentre, l’itraconazolo orale o la terbinafina orale rappresentano nei bambini terapie di seconda linea (risposte B ed E errate). Infine, il clotrimazolo topico non rappresenta la terapia di scelta per la tinea capitis (risposa C errata).


5 di 10 Domande

Un uomo di 32 anni arriva presso l’ambulatorio di dermatologia lamentando la comparsa di lesioni pruriginose e rilevate sui palmi di entrambe le mani. Ha una storia familiare di eczema e ha recentemente iniziato un nuovo lavoro presso una ditta di pulizia. L'aspetto dei palmi è mostrato nell'immagine sottostante. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la C.

In base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine del caso clinico, le vescicole multiple che si osservano a livello dei palmi delle mani e dei piedi, associate a prurito e irritazione, sono coerenti con la diagnosi di eczema disidrosico (ponfolice). In particolare, tale patologia rappresenta una variante di eczema e si presenta con piccole papule e vescicole, intensamente pruriginose, localizzate all’eminenza tenar, all’eminenza ipotenar e sulla superficie laterale delle dita; la malattia è spesso associata a diatesi atopica. Tale patologia può verificarsi in risposta ad allergeni come il nichel (ad esempio, tale paziente potrebbe essere venuto a contatto con particolari sostante durante il turno lavorativo) e può essere esacerbata da sostanze irritanti, come i detergenti. Al contrario, la scabbia è l’infestazione cutanea dell’acaro Sarcoptes scabiei, che provoca delle lesioni intensamente pruriginose con papule eritematose e cunicoli negli spazi interdigitali, ai polsi, alla vita e ai genitali (risposta D errata). All’opposto, il mollusco contagioso è caratterizzato da gruppi di papule ombelicate a superficie liscia, rosa, aspetto cereo o perlaceo, a forma di cupola e di diametro compreso tra 2 e 5 mm, causate dal virus del mollusco contagioso, un poxvirus (risposta B errata). Mentre, la dermatite erpetiforme è una malattia intensamente pruriginosa, cronica, autoimmune, con eruzione cutanea papulo-vescicolare fortemente associata alla malattia celiaca (risposta A errata).


6 di 10 Domande

Una donna di 80 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante per la valutazione di una lesione cutanea. Ha un nodulo nero sulla schiena presente già da tempo. Il nodulo si associa occasionalmente a prurito, ma non vi è nessun dolore, sanguinamento o cambiamenti recenti nell'aspetto. L’ anamnesi patologica remota è positiva per ipertensione, ipotiroidismo e demenza di grado lieve. La paziente non fuma, né assume alcol. All'esame obiettivo si apprezza tale nodulo come sollevato, nero, morbido e con superficie oleosa. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è la cheratosi seborroica, una lesione epiteliale superficiale, spesso pigmentata, solitamente verrucoide, talvolta in forma di papula liscia. Si manifesta solitamente dopo 50 anni di età. Può presentare diverse forme istologiche: acantosica, ipercheratosica, adenoide, reticolare. Per tali lesioni è indicata la semplice osservazione, ma lesioni fastidiose possono essere trattate con l’escissione, la crioterapia o l’elettro-dissezione.
Al contrario, il melanoma è una lesione maligna che ha origine da melanociti presenti in una zona pigmentata. Si distinguono 4 tipi principali di tale lesione: melanoma a diffusione superficiale (rappresenta circa il 70% dei melanomi, essendo il più comune), melanoma nodulare (il più aggressivo, rappresenta il 10-15% dei melanomi), lentigo maligna e melanoma acrale-lentigginoso. Per diagnosticarlo viene utilizzato il criterio ABCDE:
- asimmetria nella forma;
- bordi irregolari e indistinti;
- colore variabile (ovvero sfumature diverse all’interno dello stesso neo);
- dimensioni (in passato venivano considerati a rischio i nevi sopra i 6 mm di diametro);
- evoluzione (quando, nell’arco di poche settimane o mesi si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo, quando la lesione cutanea diviene rilevata e palpabile);
In dettaglio, la lesione del caso clinico non è compatibile con melanoma, in quanto ha una struttura morbida e non ha subito modificazioni nella forma, nel colore e nelle dimensioni (risposta A errata). All’opposto, la cheratosi attinica (o cheratosi solare), una lesione precancerosa della pelle che appare soprattutto dopo i 40 anni, si manifesta a causa dell’effetto cronico e cumulativo dell’esposizione solare. Per quanto riguarda i fattori di rischio, i pazienti più a rischio quelli con capelli biondi, rossi, occhi blu e cute di tipo I/II. Inoltre, essendo il sole un fattore di rischio, le zone più a rischio sono quelle più esposte alla luce solare: viso, cuoio capelluto, orecchie, dorso delle mani, avambracci, spalle, labbra e collo. Dal punto di vista clinico, la lesione si presenta come una placca eritematosa di piccole dimensioni con margini solitamente mal definiti, ricoperta da squame o croste di colore bruno-rossastro. È importante effettuare una diagnosi differenziale tra cheratosi attinica e seborroica: infatti, la cheratosi attinica può progredire verso un carcinoma a cellule squamose (risposta C errata). Invece, il carcinoma basocellulare (basalioma), la più diffusa neoplasia maligna cutanea, deriva dai cheratinociti basaloidi. Circa il 95% delle diagnosi di carcinoma basocellulare vengono effettuate in individui di età compresa tra i 40 e i 79 anni di età. L’incidenza è circa del 30% più elevata negli uomini rispetto alle donne. Quasi il 90% si sviluppa a livello della testa o del collo. Le zone maggiormente colpite sono il viso e il collo (70% dei casi), soprattutto il naso, la fronte, la regione peri-orbitaria e la regione temporale; rari sono i casi a livello del tronco. Il principale fattore di rischio è l’esposizione prolungata ai raggi UV. L'aspetto clinico e il comportamento biologico del basalioma sono estremamente variabili. I tipi più comuni sono il nodulare, il superficiale e il morfeiforme. Da un punto di visto istopatologico, esistono 4 tipi di carcinoma basocellulare: superficiale, nodulare, infiltrante e l’istotipo piano-cicatriziale o sclero-dermiforme (risposta D errata). Infine, la verruca volgare o semplice, causata dal papillomavirus, non presenta una escavazione centrale e si trova sulla pelle e sulle mucose, di solito a livello delle mani o dei piedi. Dal punto di vista clinico, tale lesione si presenta con una superficie irregolare, ruvida, cheratosica (risposta E errata).

7 di 10 Domande

Scenario SH1S: Nella rubrica medica di una rivista femminile è riportato come effettuare l'auto-trattamento delle verruche con aceto. Le lettrici che avevano provato questo metodo erano invitate a scrivere per riferire se fosse stato efficace. Si ricevettero trenta lettere in 4 mesi: 25 lettrici dissero che il metodo era stato spettacolare e nessuna lettrice disse di non aver avuto beneficio dal trattamento con aceto. Che cosa si può dedurre sulla base delle informazioni sopra riportate?














La risposta corretta è la D.
Il trattamento non è stato valutato con norme scientifiche, quindi non è presente una reale correlazione tra causa ed effetto: infatti, non si possono trarre conclusioni circa l'efficacia dell'aceto nel debellare le verruche perché potrebbero essersi risolte da sole, e chi ha risposto costituisce un gruppo con caratteristiche particolari. Il campione in esame non è valido, essendo un gruppo specifico di donne che legge la rivista in esame, e pertanto non possono essere tratte conclusioni scientificamente e statisticamente significative (risposte A, B, C ed E errate).

8 di 10 Domande

Il sebo:














La risposta corretta è la A.
Il sebo, prodotto delle ghiandole sebacee, è una miscela costituita da lipidi (in particolare, colesterolo, acidi grassi, squalene e gliceridi) e frammenti cellulari. Fuoriesce dalla ghiandola attraverso il follicolo pilifero, tramite il quale arriva sulla superficie della pelle.

9 di 10 Domande

Le cellule di Merkel sono meccanocettori:














La risposta corretta è la D.
Le cellule di Merkel sono meccanocettori localizzati nello strato basale dell’epidermide; possono localizzarsi anche a livello di invaginazioni epidermiche della superficie della pianta del piede e del palmo delle mani (risposte A, B, C ed E errate). Sono associate a sottili fibre nervose somatosensoriali non mielinizzate e costituiscono i sensori elementari del tatto, che registrano la pressione esercitata sulla cute.

10 di 10 Domande

Un uomo di 36 anni, affetto da morbo di Crohn, sviluppa una sindrome di Sweet. Quale delle seguenti manifestazioni caratterizza tale sindrome?














La risposta corretta è la C.
La sindrome di Sweet (o dermatosi neutrofila febbrile) è caratterizzata dalla presenza di globuli bianchi a livello del derma inferiore, associata a edema dei corpi papillari. Si presenta con papule, noduli rossi o di colore rosso-bruno, che tendono a formare placche nettamente delineate. L’insorgenza di tali lesioni è spesso accompagnata da VES elevata e febbre. La terapia si avvale di glucocorticoidi. Tale sindrome non presenta caratteristicamente orchite, condrite della piramide nasale, uveite e aortite (risposte A, B, D ed E errate).

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