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1 di 10 Domande

Una donna di 50 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante a causa di un rash cutaneo in corrispondenza di entrambe le caviglie insorto da 2 settimane; riferisce inoltre di avere anche edema di entrambe le caviglie da 3 mesi. L'esame obiettivo mostra l'edema alle caviglie con eritema e una colorazione brunastra della cute del tratto distale delle gambe e dei malleoli mediali. Le estremità inferiori presentano inoltre delle varicosità bilaterali. Quale fra le seguenti opzioni è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la A.

La paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, presenta la dermatite da stasi, un’infiammazione cutanea degli arti inferiori dovuta a insufficienza venosa cronica. Risulta molto comune nella popolazione anziana, senza predilezione di sesso o di razza. I sintomi comprendono prurito, desquamazione, iperpigmentazione, edema da lieve a grave e talvolta ulcerazione. Si verifica in pazienti con insufficienza venosa cronica, perché il sangue venoso accumulatosi, compromette l’integrità endoteliale del microcircolo, con conseguente fuoriuscita di fibrina, infiammazione locale e necrosi cellulare. Il segno iniziale è la comparsa di macchie di colore rosso-bluastro, a volte con aree giallastre. Con il tempo le macchie tendono a diffondersi fino a interessare l’intero arto, solitamente non oltrepassano il ginocchio. L’elevazione delle gambe durante il riposo, l’uso di calze elastiche, i corticosteroidi possono aiutare ad alleviare il prurito ed a ridurre l’iperpigmentazione. Così, la dermatite atopica, una patologia infiammatoria autoimmune ad eziologia multifattoriale, si manifesta solitamente prima dei 7 anni ed è spesso associata ad una storia di asma o rinite allergica. Determina prurito, desquamazione, placche eritematose, cute secca ed escoriazioni; le lesioni cutanee vanno dall’eritema lieve alla lichenificazione grave. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte (risposta B errata).  Ancora, la cellulite, un’infezione batterica dei tessuti sottocutanei più spesso causata da Staphylococcus aureus o Streptococcus pyogenes, è responsabile di prurito locale, eritema e dolore. Se non trattata, può svilupparsi linfangite e batteriemia. La cellulite può essere una complicanza della dermatite stasi, ma quando la cellulite si verifica è raramente bilaterale (risposta C errata). Così, il lichen simplex cronico, causato da sfregamento cronico, è caratterizzato da lichenificazione, escoriazione e placche iper-pigmentate (risposta D errata). Infine, la dermatite seborroica, una patologia infiammatoria, si manifesta su aree di cute ricche di ghiandole sebacee, contrariamente alla dermatite atopica. L’eziologia è sconosciuta, tuttavia, si ritiene che la Malassezia ovale possa giocare un ruolo nella patogenesi. Ha un carattere lievemente recidivante e determina chiazze eritematose con desquamazioni untuose di color ocra-giallo, forfora e prurito (risposta E errata).


2 di 10 Domande

Un uomo di 38 anni si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante a causa di lesioni nodulari dolorose. Il disturbo è iniziato un anno prima, ma i sintomi sono peggiorati negli ultimi 3 mesi. Sta cominciando a notare che tali lesioni emanano un cattivo odore. Il paziente ha una storia di diabete mellito e iper-lipidemia. Assume abitualmente metformina e atorvastatina. Presenta T.C. di 36,3°C, P.A. di 140/80 mmHg e F.C. di 78 bpm. L'esame della cute mostra noduli morbidi e fluttuanti con associata fibrosi sottocutanea a livello delle ascelle bilateralmente. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la diagnosi più probabile è la idrosadenite suppurativa (nota anche come acne inversa), un’infiammazione cronica, cicatrizzante, simile all’acne. Si verifica più comunemente nelle zone corporee maggiormente soggette ad intertrigine (ad esempio, ascelle, inguine, aree perineali). Tale condizione è dovuta all’occlusione cronica infiammatoria delle unità pilo-sebacee del follicolo. L’infiammazione follicolare e la conseguente occlusione portano alla rottura del follicolo e allo sviluppo di ascessi, fistole e cicatrici. Il sistema di stadiazione di Hurley descrive la gravità della malattia:

-fase I, che è caratterizzata dalla formazione di ascessi, singoli o multipli, senza fistole o cicatrici;

-fase II, che è caratterizzata da ascessi ricorrenti singoli o multipli, molto distanti, con formazione di fistole o cicatrici;

-fase III, che è caratterizzata da totale o pseudototale coinvolgimento della zona o più fistole interconnesse e ascessi in tutta l’area.

La diagnosi è di solito effettuata clinicamente senza biopsia o colture. Al contrario, l’intertrigine, una macerazione tipica delle pieghe cutanee causata da umidità e/o infezioni, si manifesta quando l’attrito e l’umidità locale nelle aree intertriginose causano macerazione e flogosi con formazione di placche e chiazze. Le localizzazioni tipiche sono le pieghe sottomammarie, ascellari, interdigitali, infra-glutee e genito-crurali (risposta A errata). All’opposto, l’acne vulgaris si presenta con comedoni chiusi o aperti, che possono evolvere in papule infiammate, pustole e noduli. Più comunemente colpisce la fronte, il naso, il mento, il petto, la schiena e raramente coinvolge la regione ascellare (risposta C errata). Infine, il foruncolo, un ascesso cutaneo solitamente dovuto allo Staphylococcus aureus, si presenta come una pustola dolorosa o nodulo (risposta D errata).


3 di 10 Domande

Un bambino di 6 anni viene portato dai genitori presso l’ambulatorio del suo pediatra, a causa di un’eruzione cutanea associata a prurito. La madre afferma che tale eruzione è apparsa da circa 20 giorni e riferisce che un’eruzione cutanea simile, che aveva interessato la faccia, si era manifestata quando aveva circa un anno, ma che poi si era risolta spontaneamente. Questo rash è comparso dapprima sul suo braccio sinistro ed ora si è diffuso sulla schiena e sulle ginocchia. La mamma ha pensato che forse si trattasse di un’allergia al nuovo detersivo per indumenti utilizzato, ma l’eruzione cutanea non si è risolta nonostante la sostituzione del detersivo con quello precedente. L’anamnesi clinica è positiva per bronchiolite, per il resto è sempre stato sano. Si riscontra la presenza di alterazioni cutanee anche in corrispondenza delle superfici flessorie prossimali di entrambi gli arti superiori e dei cavi poplitei bilateralmente. Le placche sono eritematose ed asciutte, con papule sparpagliate ed escoriazioni. Quale di questi rappresenta la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la D.

La dermatite atopica (eczema), una malattia infiammatoria cronica della pelle con una patogenesi complessa che coinvolge suscettibilità genetica, disfunzione immunologica, barriera epidermica e fattori ambientali, rappresenta la diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico. Generalmente compare nel periodo infantile, tipicamente intorno ai 3 mesi. Il sintomo primario è il prurito. La fase acuta è caratterizzata da lesioni rosse, edematose, chiazze squamose o placche. Saltuariamente sono presenti vescicole. Invece, la dermatite atopica cronica si manifesta con pelle ispessita ed escoriata e con la presenza di papule diffuse, dovute a sfregamento e il grattamento. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli, le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte, mentre la regione del pannolino è risparmiata.  La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Il trattamento consiste nell’idratazione, nell’evitare i fattori allergici scatenanti e irritanti e spesso nell’uso di corticosteroidi topici o immunomodulatori. Così, la dermatite seborroica, una patologia infiammatoria, si manifesta su quelle aree di cute con una quantità maggiore di ghiandole sebacee (per esempio, volto, cuoio capelluto, parte superiore del tronco) con prurito occasionale, forfora e desquamazione untuosa giallastra all’inserzione dei capelli e sul volto, in contrasto con la dermatite atopica. L’eziologia è sconosciuta, tuttavia, si ritiene che la Malassezia ovale possa giocare un ruolo nella genesi di tale disturbo. Si verifica il più delle volte nei bambini, di solito entro i primi 3 mesi di vita, e negli adulti tra i 30 e i 70 anni. Molto raramente diventa generalizzata (risposta A errata). La psoriasi, una patologia infiammatoria, determina la comparsa nella maggior parte dei casi di papule o placche circoscritte, eritematose, ricoperte da squame spesse, argentee, lucenti e ben demarcate, che si associano a prurito di varia intensità. L’eziologia è multifattoriale. Gli individui di pelle chiara sono maggiormente a rischio, mentre la frequenza del disturbo è minore in quelli di razza nera. Alcuni soggetti possono sviluppare una malattia grave con coinvolgimento articolare (artrite psoriasica). La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni. La psoriasi si sviluppa generalmente in persone di 16-22 anni e in quelle di 57-60 anni (risposta B errata).

Invece, la pitiriasi rosea, una patologia infiammatoria auto-limitante caratterizzata dall’eruzione di papule o placche desquamanti, causata probabilmente da un’infezione virale (alcune ricerche hanno implicato herpes virus umani 6, 7, e 8), insorge solitamente tra i 10 e i 35 anni e colpisce di più le donne. Classicamente inizia con la singola “chiazza madre”, di 2-10 cm sul tronco o sugli arti superiori. Entro 7-14 giorni segue un’eruzione diffusa, centripeta, di papule e placche di 0,5-2 cm di colorito roseo o brunastro (risposta C errata). Infine, la dermatite da contatto, un’infiammazione acuta cutanea causata da irritanti o allergeni, determina prurito e alterazioni cutanee, che vanno dall’eritema alle vescicole e alle ulcerazioni. La storia del paziente evidenzia una esposizione possibile ad un allergene (detersivo per indumenti); tuttavia, una dermatite allergica da contatto, verosimilmente al detersivo, si dovrebbe prevalentemente manifestare a livello delle zone di contatto con gli indumenti; pertanto, il coinvolgimento iniziale del volto, in questo caso, sarebbe difficile da associare con dermatite da contatto al detersivo (risposta E errata).


4 di 10 Domande

Un signore di mezz’età si presenta presso l’ambulatorio di dermatologia; viene visitato e riferisce di avere diffuse chiazze di cute secca e nonostante abbia provato ad applicare delle creme idratanti ed emollienti il disturbo non è migliorato. Nei giorni precedenti si era rivolto al medico di famiglia che gli aveva prescritto dei corticosteroidi per via orale ed anche in questo caso il problema non è regredito; non riferisce altri disturbi. La dottoressa decide di effettuare delle biopsie delle lesioni da cui si riscontra la presenza di cellule mononucleate atipiche infiltranti il derma e l’epidermide, e degli esami del sangue che risultano normali e non si evidenziano cellule atipiche sullo striscio di sangue periferico. Quale tra i seguenti è il trattamento che la dottoressa probabilmente consiglierà al paziente?














La risposta corretta è la C.

In base ai reperti clinico-anamnestici e alle biopsie, la diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico è verosimilmente il linfoma cutaneo a cellule T (CTCL). In particolare, la forma più frequente di linfoma cutaneo a cellule T è la micosi fungoide, che colpisce prevalentemente adulti e anziani. Nel caso specifico, il paziente presenta una micosi fungoide al II stadio, sulla base dell’esame istopatologico. Il trattamento più idoneo è l’applicazione topica di mostarda azotata dalle proprietà citotossiche. Gli stadi più avanzati possono essere trattati con radioterapia convenzionale o TSEBT (Total Skin Electron Beam Therapy). In particolare, si distinguono tre stadi progressivi:

-stadio in chiazza (I), che interessa solo l’epidermide, si presenta con chiazze eritematose non rilevate con modesto infiltrato linfocitario;

-stadio in placca (II), che coinvolge anche il derma, comporta l’evoluzione delle chiazze in placche rilevate palpabili, in cui l’epidermide è infiltrato da gruppi di mononucleati detti micro-ascessi di Pautrier, oltre che da linfociti, eosinofili, plasmacellule ed istiociti;

-stadio tumorale (III), oltre a chiazze e placche si presentano noduli cutanei spesso ulcerati, che espongono il soggetto a complicanze infettive e l’infiltrato si estende a tutto il derma e, talvolta, al sottocute.

Inoltre, per tale paziente non sono presenti indicazioni che suggeriscano la terapia sistemica con corticosteroidi (risposta A errata). Al contrario, la chemioterapia sistemica è un’opzione di trattamento che deve essere presa in considerazione soltanto se il linfoma cutaneo evolve in sindrome di Sézary, un linfoma cutaneo a cellule T dalla prognosi sfavorevole, in cui i linfociti atipici sono riscontrabili nel sangue e dove la micosi fungoide può rappresentarne la fase pre-maligna (risposta C errata). All’opposto, il trapianto di midollo osseo può essere preso in considerazione in caso di sindrome di Sézary (risposta E errata).


5 di 10 Domande

Uomo di 71 anni si rivolge al P.S. dopo la comparsa di un’eruzione cutanea delle mani di colore rosso. Viene visitato ed emerge che il paziente è affetto da ipertensione arteriosa in trattamento, diabete mellito di tipo II, stenosi aortica ed obesità. Si riscontra una T.C. di 39°C, una P.A. di 135/80 mmHg con una F.C. di 100 bpm. Ha con sé referti di visite vecchie e recenti che non riportano informazioni circa alterazioni all’auscultazione cardiaca e polmonare, mentre il dottore rileva un soffio sistolico di grado 4/6 udibile in corrispondenza del margine sinistro dello sterno e crepitii delle basi polmonari bilateralmente; nota inoltre un evidente edema di ambo gli arti inferiori, positivo al segno della fovea. Quale tra le seguenti è la terapia più adeguata a trattare il paziente?

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La risposta corretta è la A.

Per il paziente del caso clinico, verosimilmente affetto da endocardite infettiva, un’infezione dell’endocardio di solito batterica, la terapia più adeguata è rappresentata da penicillina e gentamicina. L’endocardite di solito interessa le valvole cardiache. I maggiori fattori predisponenti sono patologie cardiache congenite, malattia valvolare reumatica, valvole aortiche o bicuspidi calcifiche, prolasso valvolare mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, difetto del setto interventricolare, dotto arterioso pervio, protesi valvolari, dispositivi intracardiaci, tossicodipendenza, diabete, uso di anticoagulanti e steroidi, età avanzata e precedente endocardite. I microrganismi patogeni sono streptococchi e stafilococchi nell’80-90% dei casi (Streptococcus Viridans, Streptococcus bovis, Staphylococcus aureus), nei restanti Enterococchi o i microrganismi HACEK (Haemophilus sp, Actinobacillus actinomycetem comitans, Cardiobacterium hominis, Eikenella corrodens, e Kingella kingae). Può causare febbre, soffi cardiaci, petecchie, anemia, fenomeni embolici, vegetazioni endocardiche, comparsa di un nuovo rigurgito valvolare, soffio cardiaco di nuova insorgenza o preesistente modificato, presenza di una vegetazione riscontrabile all’esame ecografico. Possono insorgere fenomeni come petecchie congiuntivali, lesioni di Janeway (macchie cutanee emorragiche non dolenti sul palmo o sulle piante dei piedi), nodi di Osler (piccole nodosità rosse e dolenti sulle dita delle mani e dei piedi), emorragia sub ungueale “a scheggia” (strie di colore rosso-marrone del letto ungueale che si presentano nel 15% dei casi di endocardite infettiva), macchie di Roth (emorragie retiniche). La diagnosi si basa su dei criteri di DUKE che si dividono in maggiori e minori e classificano i pazienti in tre categorie diagnostiche: certa, possibile, rigettata. Quando non sono disponibili i risultati dell’emocoltura, è necessario intervenire con un approccio farmacologico empirico con un β-lattamico in associazione con un aminoglicoside. Al contrario, la monoterapia con gentamicina non è sufficiente per il trattamento dell’endocardite infettiva poiché non offre copertura nei confronti di ceppi di streptococchi resistenti ed enterococchi; è perciò necessario associare l’aminoglicoside a un antibiotico β-lattamico (risposta B errata). Inoltre, l’uso di penicillina in monoterapia non è indicato quando l’agente patogeno dell’endocardite è sconosciuto (risposta C errata). Invece, l’idroclorotiazide, un diuretico utile per trattare l’ipertensione e l’edema associato a insufficienza cardiaca congestizia, non è un antibiotico utile per l’endocardite infettiva (risposta D errata). Infine, metoprololo ed enalapril sono indicati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia; seppur il paziente presenti crepitii alle basi polmonari ed edema degli arti inferiori, che possono essere conseguenza di una disfunzione sistolica, la presenza di febbre e petecchie suggeriscono un’endocardite batterica, quindi, il primo approccio terapeutico deve essere orientato primariamente alla somministrazione di antibiotici (risposta E errata).


6 di 10 Domande

Scenario AA91: Una signora porta il figlio Alberto, di 20 giorni, presso il pronto soccorso dell’ospedale, poiché il neonato presenta un malessere generale con febbre, irritabilità e rash cutaneo. La madre riferisce di aver portato la scorsa settimana il piccolo presso il proprio pediatra a causa di un’infezione delle alte vie respiratorie, che si è in seguito risolta. Il medico di guardia rileva una temperatura corporea di 39.7 °C, una F.C. di 100 bpm, una P.A. di 110/90 mmHg ed una F.R. di 20 atti/minuto. All’ispezione riscontra un eritema diffuso associato ad un’eruzione cutanea desquamativa che interessa il volto, il torace, la schiena e le estremità superiori. La cute appare morbida e calda alla palpazione sebbene le mucose appaiano normali. Domanda 1 (riferita allo scenario clinico AA91). Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la D.

In base ai reperti clinico-anamnestici e all’ispezione, la diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico è la sindrome della cute ustionata da stafilococco, un’epidermolisi acuta causata da una tossina stafilococcica. Dal punto di vista epidemiologico, solitamente colpisce bambini con meno di 6 anni e, raramente, pazienti più anziani. Tale sindrome è causata da stafilococchi coagulasi-positivi del gruppo II, che elaborano una tossina esfoliativa chiamata epidermolisina. Spesso durante i primi giorni di vita l’infezione primaria interessa inizialmente l’area del moncone ombelicale o l’area del pannolino. La tossina prodotta in tali aree, entrando poi in circolo, colpisce l’intera superficie cutanea. Dal punto di vista clinico, i sintomi sono rappresentati da bolle diffuse, che interessano pressoché tutta la superficie cutanea. Il trattamento consiste in antibiotici antistafilococcici e cure topiche. Infine, se il trattamento è tempestivo, la prognosi risulta eccellente. Al contrario, tale paziente, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, non presenta verosimilmente necrosi epidermica tossica, sindrome Stevens-Johnson, infezione irrisolta delle alte vie respiratorie e ipersensibilità ai farmaci (risposte A, B, C ed E errate).


7 di 10 Domande

Scenario AA91: Una signora porta il figlio Alberto, di 20 giorni, presso il pronto soccorso dell’ospedale, poiché il neonato presenta un malessere generale con febbre, irritabilità e rash cutaneo. La madre riferisce di aver portato la scorsa settimana il piccolo presso il proprio pediatra a causa di un’infezione delle alte vie respiratorie, che si è in seguito risolta. Il medico di guardia rileva una temperatura corporea di 39.7 °C, una F.C. di 100 bpm, una P.A. di 110/90 mmHg ed una F.R. di 20 atti/minuto. All’ispezione riscontra un eritema diffuso associato ad un’eruzione cutanea desquamativa che interessa il volto, il torace, la schiena e le estremità superiori. La cute appare morbida e calda alla palpazione sebbene le mucose appaiano normali. Domanda 2 (riferita allo scenario clinico AA91). Come si caratterizza dal punto di vista clinico?

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La risposta corretta è la A.

Dal punto di vista clinico, la sindrome della cute ustionata da stafilococco, un’epidermolisi acuta causata da una tossina stafilococcica, si caratterizza per la presenza di bolle diffuse con disepitelizzazione, che interessano pressoché tutta la superficie cutanea.


8 di 10 Domande

Scenario AA91: Una signora porta il figlio Alberto, di 20 giorni, presso il pronto soccorso dell’ospedale, poiché il neonato presenta un malessere generale con febbre, irritabilità e rash cutaneo. La madre riferisce di aver portato la scorsa settimana il piccolo presso il proprio pediatra a causa di un’infezione delle alte vie respiratorie, che si è in seguito risolta. Il medico di guardia rileva una temperatura corporea di 39.7 °C, una F.C. di 100 bpm, una P.A. di 110/90 mmHg ed una F.R. di 20 atti/minuto. All’ispezione riscontra un eritema diffuso associato ad un’eruzione cutanea desquamativa che interessa il volto, il torace, la schiena e le estremità superiori. La cute appare morbida e calda alla palpazione sebbene le mucose appaiano normali. Domanda 3 (riferita allo scenario clinico AA91). Quale tra questi segni dovrebbe essere positivo alla visita del paziente?

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La risposta corretta è la B.

Dato che in base ai reperti clinico-anamnestici e all’ispezione, la diagnosi più probabile per il paziente del caso clinico è la sindrome della cute ustionata da stafilococco, alla visita del paziente dovrebbe essere positivo il segno di Nikolsky. Tale segno, cioè la facile separazione degli strati superficiali della pelle dallo strato basale con formazione di bolla che si manifesta in seguito a sfregamento o a trauma, è presente sulle regioni che circondano la cute colpita e, in alcuni casi, anche sulla cute non affetta. Al contrario, verosimilmente tale paziente non presenterà morbo di Bechterew, segno di Cantelli, di Roth e di Jeanne (risposte A, C, D ed E errate).

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9 di 10 Domande

Scenario AA91: Una signora porta il figlio Alberto, di 20 giorni, presso il pronto soccorso dell’ospedale, poiché il neonato presenta un malessere generale con febbre, irritabilità e rash cutaneo. La madre riferisce di aver portato la scorsa settimana il piccolo presso il proprio pediatra a causa di un’infezione delle alte vie respiratorie, che si è in seguito risolta. Il medico di guardia rileva una temperatura corporea di 39.7 °C, una F.C. di 100 bpm, una P.A. di 110/90 mmHg ed una F.R. di 20 atti/minuto. All’ispezione riscontra un eritema diffuso associato ad un’eruzione cutanea desquamativa che interessa il volto, il torace, la schiena e le estremità superiori. La cute appare morbida e calda alla palpazione sebbene le mucose appaiano normali. Domanda 4 (riferita allo scenario clinico AA91). Quale tra le seguenti opzioni terapeutiche è assolutamente controindicata?

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La risposta corretta è la B.

Per il paziente del caso clinico, che presenta la sindrome della cute ustionata da stafilococco, è assolutamente controindicato il trattamento con steroidi che potrebbero peggiorare la funzione immunitaria. Con una rapida terapia, la morte si verifica raramente: lo strato corneo viene rapidamente sostituito e la guarigione avviene di solito entro 5-7 giorni dall’inizio del trattamento. Gli antibiotici anti-stafilococco resistenti alla penicillinasi, somministrati per via EV, devono essere iniziati immediatamente. Ad esempio, può essere somministrata la nafcillina endovena per neonati e bambini, seguita dalla cloxacillina orale. Se la malattia è diffusa e le lesioni presentano secrezioni, la pelle deve essere trattata come per le ustioni (risposte A, B, D ed E errate).


10 di 10 Domande

Scenario AA108: Una donna si reca con la figlia di 3 anni, presso il pronto soccorso dell’ospedale. La piccola presenta una lesione cutanea circolare e di color rosso su entrambi gli arti inferiori. La donna riferisce che il rash ha iniziato a manifestarsi sei mesi prima e che entrambe le lesioni si sono sviluppate lentamente. Esse sono di forma anulare, di color rosso e chiare centralmente; inoltre, illuminandole, i margini appaiono rilevati, mentre la cute circostante appare normale. Per il resto, la paziente si presenta in ottimo stato di salute. Le informazioni più rilevanti, che emergono dall’anamnesi, sono che la sorella maggiore ha in casa un coniglio e che nessun altro membro della famiglia presenta lo stesso problema. Il resto della cute appare normale, così come le unghie e le mucose. Il resto dell’esame obiettivo non rivela ulteriori anomalie. Domanda 1: Quale delle seguenti non è una causa comune della comparsa di lesioni anulari nell’infanzia?

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La risposta corretta è la D.

La rosacea (o acne rosacea), una patologia flogistica cronica che inizialmente si manifesta con rossore e teleangectasie del volto, soprattutto in occasione di uno sbalzo di temperatura, non è una causa comune della comparsa di lesioni anulari nell’infanzia. Colpisce prevalentemente soggetti di carnagione chiara con un’età compresa tra 30 e 50 anni. L’eziologia non è nota, ma ci sono alcuni fattori che sembrano essere associati, quali: anomalie nel controllo vasomotorio, della funzione di drenaggio venoso facciale, aumento degli acari del follicolo e dell’angiogenesi. Clinicamente essa risulta essere localizzata a livello del viso e cuoio capelluto e presenta un’evoluzione in 4 fasi:

-pre-rosacea: i pazienti lamentano vampate di calore ed arrossamento cutaneo del viso, spesso associato ad una sensazione di pizzicore;

-vascolare: si manifesta eritema e edema del volto con associate teleangectasie multiple;

-infiammatoria: si manifestano papule e pustole non infette, dal cui quadro nasce il termine di rosacea come acne dell’adulto;

-tardiva: non si manifesta in tutti i pazienti e si caratterizza per una iperplasia tissutale grossolana delle guance e del naso con sviluppo di rinofima, come conseguenza della flogosi tissutale, iperplasia delle ghiandole sebacee e deposizione di collagene.

Solitamente tali fasi sono sequenziali, anche se talvolta alcuni pazienti possono manifestare direttamente la fase infiammatoria senza aver attraversato le fasi precedenti. Al contrario, le cause più comuni di lesioni anulari nell’infanzia sono la tigna, l’orticaria, il granuloma anulare, l’impetigine, la pitiriasi rosea e la psoriasi (risposte A, B, C ed E errate).

Fonte Immagine: AMA     Sonthalia S, Arora R, Sarkar R, Khopkar U. Papular granuloma annulare of palms and soles: case report of a rare presentation. F1000Res. 2014; 3:32. Published 2014 Jan 30. doi:10.12688/f1000research.3-32. v1

MLA     Sonthalia, Sidharth et al. “Papular granuloma annulare of palms and soles: case report of a rare presentation” F1000Research vol. 3 32. 30 Jan. 2014, doi:10.12688/f1000research.3-32. v1

APA      Sonthalia, S., Arora, R., Sarkar, R., & Khopkar, U. (2014). Papular granuloma annulare of palms and soles: case report of a rare presentation. F1000Research, 3, 32. doi:10.12688/f1000research.3-32. v1


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