La risposta B è corretta.
L’epidermofizia inguinale o tinea cruris o tigna inguinale è una infezione micotica localizzata a livello della regione inguinale e del terzo superiore della coscia.
Viene definita in maniera più precisa come una infezione dermatofitica inguinale. Generalmente si estende a livello del perineo e meno frequentemente a livello del pube. I miceti all’origine di questa patologia possono essere l’Epidermophyton floccosum, il Trichophyton rubrum e il Trichopyton mentagrophytes.
La Tinea si manifesta con la comparsa sulla cute di chiazze lenticolari rilevate, di colore rosso vivo, squamose, e con disposizione centrifuga ma confluenti fra loro. L’insieme di queste lesioni, e la loro confluenza, tende a dare origine ad un’unica chiazza dai contorni irregolari e con estensione mono o bilaterale.
Talora possono evidenziarsi vescicole puntiformi, abrasioni o crosticine. Nella maggior parte dei casi, la zona centrale della lesione appare liscia e con una pigmentazione caratteristica bruno-giallastra. Sintomo classico è il prurito, associato eventualmente anche a dolore o bruciore conseguenti alle lesioni da grattamento o alle sovrainfezioni.
L’epidermofizia inguinale è una infezione micotica il cui contagio può avvenire in maniera diretta (contatto interumano) o indiretta (attraverso indumenti o accessori), ed è favorita dalla presenza di lesioni cutanee, irritazione, sudore o macerazione, variazioni del pH. E’ particolarmente frequente in età puberale, sebbene il contagio possa avvenire in qualsiasi momento della vita. Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne, e questo è dovuto alla diversa conformazione anatomica dei genitali esterni che crea un microambiente caldo-umido maggiormente predisponente alla crescita fungina.
La diagnosi viene fatta mediante esame obiettivo; la terapia è solitamente empirica ma, nei casi dubbi o non responsivi, è necessaria l’esecuzione di esami specifici come quello micologico diretto e l’analisi colturale.
La diagnosi differenziale va fatta con l’eritrasma, la psoriasi invertita, le intertrigini batteriche e l’intertrigine candidosica.
La terapia classica prevede l’applicazione topica di una pomata antimicotica (azoli, allilamine, morfoline, polienici) e ha una durata di 14-21 giorni; nel caso in cui le lesioni siano particolarmente estese, è consigliata la somministrazione di una terapia sistemica con triazolici o terbinafina. Non sono rare le recidive, soprattutto nei soggetti predisposti per condizioni anatomiche come nel caso di pazienti obesi, per condizioni patologiche come diabete o stati di immunodeficienza, oppure per la presenza di dermatofitosi concomitanti.
La risposta A non è corretta.
La candida è una infezione provocata da un fungo, generalmente dalla Candida albicans. Quando localizzata nella regione inguinale è maggiormente frequente nel sesso femminile, tuttavia, anche il caldo, l’umidità e il sudore presenti nei pressi dei genitali maschili possono rappresentare un terreno fertile per la sua crescita.
Si manifesta con arrossamento della regione pelvica e degli organi genitali, dolore per il coinvolgimento di regioni particolarmente sensibili, e la presenza di piccoli rigonfiamenti o pustole bianco-giallastre e pruriginose. Le caratteristiche delle lesioni, soprattutto la presenza di pustole , vescicole, ragadi e fessurazioni distinguono l’infezione da candida da quella del nostro paziente.
La risposta C non è corretta.
La dermatite da contatto è una reazione infiammatoria della cute dovuta al contatto con sostanze, chimiche o naturali, capaci di provocare una reazione irritativa.
La zona di cute interessata diventa inizialmente rossa ed intensamente pruriginosa, dopodichè si assiste alla formazione di vescicole a contenuto limpido, sieroso. In caso di rottura delle vescicole, queste possono sovrainfettarsi o andare incontro a cicatrizzazione, con la formazione di croste.
La terapia della dermatite da contatto prevede l’allontanamento della fonte di irritazione ed eventualmente l’applicazione topica di creme lenitive o cortisoniche. La natura e il tipo di lesione cutanea sono differenti da quelle presentate dal nostro paziente.
La risposta D non è corretta.
La psoriasi è una patologia infiammatoria della cute, generalmente cronica e il cui decorso è caratterizzato dall’alternarsi di periodi di attività e periodi di remissione.
Sebbene le cause non siano propriamente conosciute, sono stati identificati alcuni fattori di rischio quali la predisposizione genetica, lo stile di vita, i processi infettivi e la presenza di comorbilità.
Sono state distinte varie forme di psoriasi: a placche (o volgare), guttata, pustolosa, invertita, eritrodermica.
La diagnosi di psoriasi viene fatta sulla base dell’aspetto caratteristico delle chiazze; queste sono tipicamente di colore rosso, eritematose, e ricoperte di squame biancastre e secche. Le lesioni sono spesso pruriginose.
Il tipo di lesioni associate alla patologia psoriasica presentano notevoli differenze per caratteristiche e per localizzazione rispetto a quelle presentate dal nostro paziente.