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1 di 10 Domande

Il Sig. Manfredini, un uomo di 43 anni, si reca presso l’ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Diana, per sottoporsi ad una visita.
Anamnesi patologica prossima:  riferisce la presenza di un sospetto morso di ragno (ragno Brown) all’altezza dell’inguine sinistro. Tuttavia il paziente, in seguito alla domanda del Dott. Diana, afferma che nessuno in casa ha visto tale ragno. Inoltre riferisce la comparsa occcasionale di foruncoli sotto le braccia e nella zona inguinale. Il paziente non ha febbre. Nessun membro della famiglia presenta dei sintomi e segni simili. 
Al termine della visita, il paziente viene mandato a casa e il giorno dopo inizia ad accusare brividi, febbre, e riferisce che la lesione si sta diffondendo.
Quale tra i seguenti rappresenta il trattamento maggiormente appropriato?

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La risposta A è corretta.

Il paziente mostra una pustola con un centro necrotico.

Con il paziente avente un’anamnesi patologica prossima positiva per la presenza di eruzione a livello delle braccia e dell’inguine, si deve sospettare un’infezione da S. aureus.

L’infezione da S. aureus resistente alla meticillina (MRSA), acquisita in comunità, è stata descritta come un aspetto simile a quello di un morso di ragno (le punture di ragno Brown hanno centri necrotici, ma di solito non formano pustole).

Gli stafilococchi sono microrganismi Gram-positivi aerobi. Lo Staphylococcus aureus è il germe più patogeno; causa tipicamente infezioni cutanee e talvolta polmoniti, endocarditi e osteomieliti.

I ceppi di S. aureus resistente alla meticillina (MRSA) sono diventati frequenti, specialmente negli ospedali e stanno diventano anche molto frequenti in ambiente non ospedaliero nella maggior parte delle regioni geografiche.

La terapia antimicrobica per MRSA comunitario prevede il ricovero in ospedale per la valutazione adeguata della condizione e l’utilizzo di vancomicina o linezolid fino al momento in cui non si ottengono risultati colturali con antibiogramma. La clindamicina può essere utilizzata come alternativa alla vancomicina o al linezolid se il germe isolato è sensibile a ceftarolina (unica cefalosporina efficace contro MRSA).


2 di 10 Domande

Maschio di 30 anni. Da alcune settimane lamenta bruciore in sede inguinale bilaterale con comparsa di lesioni eritemato-desquamative ad estensione centrifuga. Qual è la diagnosi più probabile?

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La risposta B è corretta.

L’epidermofizia inguinale o tinea cruris o tigna inguinale è una infezione micotica localizzata a livello della regione inguinale e del terzo superiore della coscia.

Viene definita in maniera più precisa come una infezione dermatofitica inguinale. Generalmente si estende a livello del perineo e meno frequentemente a livello del pube. I miceti all’origine di questa patologia possono essere l’Epidermophyton floccosum, il Trichophyton rubrum e il Trichopyton mentagrophytes.

La Tinea si manifesta con la comparsa sulla cute di chiazze lenticolari rilevate, di colore rosso vivo, squamose, e con disposizione centrifuga ma confluenti fra loro. L’insieme di queste lesioni, e la loro confluenza, tende a dare origine ad un’unica chiazza dai contorni irregolari e con estensione mono o bilaterale.

Talora possono evidenziarsi vescicole puntiformi, abrasioni o crosticine. Nella maggior parte dei casi, la zona centrale della lesione appare liscia e con una pigmentazione caratteristica bruno-giallastra. Sintomo classico è il prurito, associato eventualmente anche a dolore o bruciore conseguenti alle lesioni da grattamento o alle sovrainfezioni.

L’epidermofizia inguinale è una infezione micotica il cui contagio può avvenire in maniera diretta (contatto interumano) o indiretta (attraverso indumenti o accessori), ed è favorita dalla presenza di lesioni cutanee, irritazione, sudore o macerazione, variazioni del pH. E’ particolarmente frequente in età puberale, sebbene il contagio possa avvenire in qualsiasi momento della vita. Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne, e questo è dovuto alla diversa conformazione anatomica dei genitali esterni che crea un microambiente caldo-umido maggiormente predisponente alla crescita fungina.

La diagnosi viene fatta mediante esame obiettivo; la terapia è solitamente empirica ma, nei casi dubbi o non responsivi, è necessaria l’esecuzione di esami specifici come quello micologico diretto e l’analisi colturale.

La diagnosi differenziale va fatta con l’eritrasma, la psoriasi invertita, le intertrigini batteriche e l’intertrigine candidosica.

La terapia classica prevede l’applicazione topica di una pomata antimicotica (azoli, allilamine, morfoline, polienici) e ha una durata di 14-21 giorni; nel caso in cui le lesioni siano particolarmente estese, è consigliata la somministrazione di una terapia sistemica con triazolici o terbinafina. Non sono rare le recidive, soprattutto nei soggetti predisposti per condizioni anatomiche come nel caso di pazienti obesi, per condizioni patologiche come diabete o stati di immunodeficienza, oppure per la presenza di dermatofitosi concomitanti.

 

La risposta A non è corretta.

La candida è una infezione provocata da un fungo, generalmente dalla Candida albicans. Quando localizzata nella regione inguinale è maggiormente frequente nel sesso femminile, tuttavia, anche il caldo, l’umidità e il sudore presenti nei pressi dei genitali maschili possono rappresentare un terreno fertile per la sua crescita.

Si manifesta con arrossamento della regione pelvica e degli organi genitali, dolore per il coinvolgimento di regioni particolarmente sensibili, e la presenza di piccoli rigonfiamenti o pustole bianco-giallastre e pruriginose. Le caratteristiche delle lesioni, soprattutto la presenza di pustole , vescicole, ragadi e fessurazioni distinguono l’infezione da candida da quella del nostro paziente.

 

La risposta C non è corretta.

La dermatite da contatto è una reazione infiammatoria della cute dovuta al contatto con sostanze, chimiche o naturali, capaci di provocare una reazione irritativa.

La zona di cute interessata diventa inizialmente rossa ed intensamente pruriginosa, dopodichè si assiste alla formazione di vescicole a contenuto limpido, sieroso. In caso di rottura delle  vescicole, queste possono sovrainfettarsi o andare incontro a cicatrizzazione, con la formazione di croste.

La terapia della dermatite da contatto prevede l’allontanamento della fonte di irritazione ed eventualmente l’applicazione topica di creme lenitive o cortisoniche. La natura e il tipo di lesione cutanea sono differenti da quelle presentate dal nostro paziente.

 

La risposta D non è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria della cute, generalmente cronica e il cui decorso è caratterizzato dall’alternarsi di periodi di attività e periodi di remissione.

Sebbene le cause non siano propriamente conosciute, sono stati identificati alcuni fattori di rischio quali la predisposizione genetica, lo stile di vita, i processi infettivi e la presenza di comorbilità.

Sono state distinte varie forme di psoriasi: a placche (o volgare), guttata, pustolosa, invertita, eritrodermica.

La diagnosi di psoriasi viene fatta sulla base dell’aspetto caratteristico delle chiazze; queste sono tipicamente di colore rosso, eritematose, e ricoperte di squame biancastre e secche. Le lesioni sono spesso pruriginose.

Il tipo di lesioni associate alla patologia psoriasica presentano notevoli differenze per caratteristiche e per localizzazione rispetto a quelle presentate dal nostro paziente.


3 di 10 Domande

Giorgia e' una giovane ragazza di 18 anni, che in seguito alla ripresentazione di un rash cutaneo, si reca presso il proprio medico curante, la Dott.ssa Garnucci. Anamnesi patologica prossima: rash localizzato a livello dei gomiti, del tronco e del cuoio capelluto. La ragazza afferma che ha usato una crema antimicotica, senza alcun successo; con l’applicazione di una crema a base di cortisone ha invece notato un lieve miglioramento, ma le lesioni cutanee non sono mai del tutto scomparse. Inoltre dice di aver assistito ad un netto peggioramento della sua condizione, quando per un periodo ha usato la crema a base di cortisone in modo discontinuo. Anamnesi familiare: la ragazza dice che un parente di primo grado presenta manifestazioni cutanee simili alle sue. Quale reperto diagnostico potrebbe aiutare nella diagnosi della patologia in questione?

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La risposta D è corretta.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale. Inoltre, colpisce di più le persone con una carnagione chiara, le persone con una carnagione più scura o i neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

Per quanto riguarda la psoriasi, vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi: si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose.

Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni: le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso ai gomiti.

La diagnosi è prevalentemente clinica e si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Non esistono analisi di laboratorio per la diagnosi della psoriasi.

La biopsia cutanea, anche se non patognomonica, presenta caratteristiche coerenti con la psoriasi e aiuta a escludere altre condizioni simili.

Il trattamento può comprendere l’utilizzo di emollienti, farmaci topici, fototerapia e, nelle forme gravi, di farmaci sistemici.

I trattamenti iniziali, specialmente per le forme limitate, consistono nell’applicazione di steroidi topici, retinoidi topici e/o analoghi della vitamina D topica, mentre se il coinvolgimento è più grave, possono essere utilizzate altre opzioni, come la terapia alla luce ultravioletta e gli immunosoppressori sistemici. L’uso di steroidi sistemici non è raccomandato, in quanto la sospensione da essi può portare ad un riattivarsi o aggravarsi della condizione. Tuttavia, alcuni specialisti possono scegliere questa opzione, con un attento follow-up, se altre strade hanno fallito.


4 di 10 Domande

Giovanni, un ragazzo di 25 anni, si reca presso il P.S. del policlinico Umberto I di Roma dove viene affidato alle cure del Dott. Tianzi, medico di guardia di turno, per malessere generalizzato associtao ad un problema dermatologico. Anamnesi patologica prossima: Il giovane afferma che da 3 giorni presenta febbre, malessere generale, rash e piaghe alla bocca. Riferisce inoltre di non essere in grado di mangiare a causa del dolore alla bocca. Non riferisce artralgie nè secrezioni dal pene. Anamnesi patologica remota: nega di avere già avuto episodi simili in passato. Anamnesi farmacologica: non assume farmaci in cronico. Anamnesi fisiologica: nega allergie a farmaci. Esame obiettivo: presenta una P.A. di 100/55 mmHg, F.C. di 105 bpm, F.R. di 22 atti/min e temperatura corporea di 38.9°F. Il paziente appare vigile ma agitato e sofferente. Presenta lesioni vescicolo-bollose multiple a livello delle congiuntive e della bocca, come osservabile nell’immagine sottostante. Vengono riscontrate altre lesioni a livello palmo-plantare. Alla valutazione dell’acuità visiva ottiene uno score di 20/20. Quale delle seguenti rappresenta l’opzione terapeutica maggiormente indicata ?

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La risposta corretta è la B.

L’eritema polimorfo o multiforme è una patologia dermatologica caratterizzata da una o più lesioni a coccarda sulla cute con aspetto simili a un bersaglio e si tratta di una reazione infiammatoria autolimitante, caratterizzata dalla presenza di tali lesioni cutanee.

L’eritema polimorfo si verifica a causa di un’iper-reattività della cute o delle mucose, nei confronti di svariati agenti scatenanti, come ad un’infezione da herpes simplex (probabilmente, questa patologia è causata da una reazione citotossica da cellule T, contro i frammenti di DNA presenti nei cheratinociti). Si ipotizza una predisposizione genetica (HLA). Altre cause meno frequenti, potrebbero essere farmaci, vaccini e malattie virali.

Si chiama polimorfo o multiforme, perché l’area centrale delle singole lesioni a coccarda, può avere caratteristiche diverse (es. papula, erosione, vescicola, bolla, etc) in base allo stato evolutivo.

Tali manifestano si sviluppano soprattutto a livello delle estremità distali (ed interessano gli arti a livello distale). Queste lesioni si caratterizzano per essere simmetriche e per una distribuzione centripeta: la diffusione al tronco è frequente.

Possiamo distinguere a seconda del tipo di gravità, manifestazione ed estensione una forma di eritema multiforme minore caratterizzato da un’eruzione cutanea localizzata ad una forma maggiore multisistemica, che si manifesta con estese lesioni vesciculo-bollose associate ad erosione delle mucose, nota come sindrome di Stevens-Johnson (SJS).

La sindrome di Stevens-Johnson è una grave reazione cutanea da ipersensibilità.

La sindrome di Stevens-Johnson, colpisce meno del <10% della superficie corporea; la necrosi epidermica tossica colpisce più del 30% della superficie corporea.

Dal punto di vista eziologico, più del 50% dei casi di sindrome di Stevens-Johnson sono scatenate da farmaci: sulfamidici (sulfasalazina, cotrimossazolo), antiepilettici (fenitoina, fenobarbitale ed altri), antibiotici (aminopenicilline, fluorochinoloni), altri farmaci.

Oltre cause scatenanti (oltre ai farmaci) possono essere infezioni (ad esempio Mycoplasma pneumoniae ed Herpes), vaccinazione, GVHD e tumori maligni. Alcune volte non è possibile riscontrare la causa scatenante.

Dal punto di vista clinico entro 4-28 giorni dall’inizio dell’assunzione del farmaco incriminato, i pazienti affetti manifestano solitamente malessere generale, cefalea, tosse, febbre.

I sintomi sistemici sono frequenti, possono includere ipotensione, tachicardia, alterazioni della coscienza, convulsioni e coma.

Questa patologia si caratterizza per la presenza di macule, bolle, desquamazioni cutanee (vi può essere anche la perdita di sopraccigli e unghie) e mucosite.

Avvolte, è possibile ritrovare: erosioni del cavo orale, cheratocongiuntivite e disturbi genitali.

Per quanto riguarda la diagnosi, è molto importante la valutazione clinica (ad esempio valutando le tipiche lesioni muco-cutanee), l’anamnesi (che rivela l’esposizione ad un farmaco verosimilmente scatenante), valutando i segni sistemici e avvolte la biopsia cutanea.

La terapia consiste nella somministrazione di fluidi per via endovenosa, prednisone orale, analgesici, antistaminici, collutori e medicazioni della cute. A causa dell’elevata morbilità e mortalità, i pazienti con SJS con malattia estesa, tossicità sistemica o coinvolgimento delle mucose richiedono un ricovero ospedaliero, spesso in un’unità di terapia intensiva.

Nei casi di eritema multiforme minore e pertanto localizzati la terapia non richiede il ricovero e si basa sulla somministrazione di steroidi topici.


5 di 10 Domande

Maschio di 27 anni con chiazza eritemato-desquamativa al gomito che, da qualche settimana, presenta lesioni simili di dimensioni più piccole asintomatiche in sede lombare. Quale terapia topica, tra quelle elencate, è la più indicata per questo paziente?

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La risposta corretta è la C.

Il nostro paziente presenta una lesione eritemato-desquamativa a livello del gomito e altre lesioni di minori dimensioni a livello lombare.

Esaminate le caratteristiche della lesione, si tratta di psoriasi.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, colpendo di più le persone con una carnagione chiara, mentre le persone con una carnagione più scura neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

La malattia alterna fasi di attività a fasi di remissione; ha un andamento ciclico, cronico e recidivante, con momenti di esacerbazione della sintomatologia a cui si succedono periodi asintomatici o paucisintomatici.

Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi (quella mostrata nel nostro caso),

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi,

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata,

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi,

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi.

La psoriasi a placche (Psoriasi Vulgaris) è la forma più frequente ed è caratterizzata dalla presenza di aree eritematose a margini netti, talora confluenti a formare appunto delle placche, sovrapposte ad aree desquamanti di colore bianco madreperlaceo, causate da un ispessimento anomalo dello strato più superficiale dell’epidermide, lo strato corneo. Queste chiazze vengono definite come “eritrosquamose”. Le lesioni si distribuiscono elettivamente sulla superficie estensoria degli arti (soprattutto gomiti e ginocchia) ma di norma si localizzano anche sul cuoio capelluto e sulla parte dorso-lombare della schiena.

La Psoriasi guttata è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di piccole macchie rosse “lesioni guttate” collocate in varie parti del corpo.

Nella Psoriasi inversa le lesioni sono di colore rosso brillante, lisce e lucide e si collocano prevalentemente a livello delle pieghe cutanee come ascelle, inguine, seni e glutei.

La Psoriasi Eritrodermica colpisce la maggior parte della superficie cutanea del corpo; le lesioni si estendono ampiamente, la cute è arrossata e molto spesso si desquama.

Infine, la Psoriasi Pustolosa è caratterizzata da piccole vescicole purulente spesso circondate da una zona infiammata; questa forma si presenta soprattutto negli adulti.

La psoriasi si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. Può evolvere in una forma grave che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso, ma l’età di esordio è tipicamente molto più tardi, durante l’infanzia.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi. Tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. Ma le implicazioni estetiche possono essere importanti. Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La terapia dipende dall’estensione e dalla gravità delle lesioni: nelle forme lievi, è sufficiente applicare delle lezioni emollienti e farmaci cheratolitici nella sede delle lesioni e assumere retinoidi, analoghi della vitamina D, cortisonici, inibitori della calcineurina e ditranolo; nelle forme moderate si esegue di solito la fototerapia UVB e PUVA, mentre, nelle forme più gravi la terapia è sistemica con ciclosporina, methotrexate, aciretina e farmaci biologici.

Le risposte A, B, D ed E sono errate.


6 di 10 Domande

Maschio di 27 anni con chiazza eritemato-desquamativa al gomito che, da qualche settimana, presenta lesioni simili di dimensioni più piccole asintomatiche in sede lombare. Quale delle seguenti affermazioni relative alla patologia da cui è affetto il paziente NON è corretta?

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La risposta corretta è la D.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, colpendo di più le persone con una carnagione chiara, mentre le persone con una carnagione più scura neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi (quella mostrata nel nostro caso),

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi,

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata,

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi,

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi.

La psoriasi si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. Può evolvere in una forma grave che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi. Tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito e le implicazioni estetiche possono essere importanti. Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso, ma l’età di esordio è tipicamente molto più tardi, durante l’infanzia.  Le forme tipiche dell’età pediatrica sono:
– “napkin psoriasis”: caratteristica del bambino piccolo in cui le manifestazioni cutanee si verificano in corrispondenza del pannolino con lesioni rosso intenso e lucido interessanti anche le pieghe cutanee: solitamente tale forma non presenza le caratteristiche placche squamose;

– “psoriasi guttata”: in cui si verifica la comparsa di piccole chiazze, di circa 1-2 cm di diametro, a volte molto numerose, distribuite su tutta la superficie corporea, in prevalenza al tronco;

– “psoriasi inversa”: in cui sono interessate le pieghe cutanee, che si può verificare in concomitanza alla psoriasi a placche o in maniera isolata e dove  le lesioni di solito si manifestano di colore rosso vivo senza la presenza di squame.

Il trattamento può comprendere l’utilizzo di emollienti, farmaci topici, fototerapia e, nelle forme gravi, di farmaci sistemici.


7 di 10 Domande

Il Sig. Marzullo, un uomo di 42 anni, si reca presso l’ambulatorio del suo medico curante, il Dott. Ainaldi, per disturbi delle alte vie respiratorie. Anamnesi patologica prossima:  disturbi delle alte vie respiratorie trattato con amoxicillina-acido clavulanico per una sospetta sinusite batterica. Una settimana dopo, il paziente presenta un’eruzione cutanea pruriginosa e diffusa, in assenza di anomalie a carico delle mucose. Quale tra le seguenti è la diagnosi più corretta?

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La risposta corretta è la A.

Le eruzioni di tipo morbilliforme da farmaci rappresentano le reazioni farmacologiche più comuni: solitamente tendono a manifestarsi inizialmente sul tronco e sono delle alterazioni maculo-papulari a distribuzione simmetrica, con tendenza anche alla confluenza.

Dal punto di vista della sintomatologia si manifestano con un prurito di grado moderato-severo.

L’eruzione cutanea si sviluppa solitamente entro 1 settimana dall’inizio della terapia farmacologica e si risolve entro 2 settimane dell’interruzione del farmaco responsabile (i farmaci maggiormente coinvolti responsabili di tali eruzioni morbilliformi sono: i derivati della penicillina, allopurinolo, sulfamidici e FANS).

A differenza della sindrome di Stevens-Johnson e della sindrome da shock tossico, il coinvolgimento delle mucose è raro.

La diagnosi differenziale principale è con l’esantema virale del morbillo, in particolare nei bambini.

Il morbillo è un’infezione vitale molto contagiosa e molto diffusa (infatti infetta circa 20 milioni di persone e provoca circa 200.000 decessi ogni anno prevalentemente fra i bambini)

Il morbillo è causato dal virus del morbillo; questo virus è un paramyxovirus ed è una malattia umana che si caratterizza per l’assenza di un serbatoio animale.

Per quanto riguarda la trasmissione, solitamente il morbillo si trasmette da una persona ad un’altra attraverso goccioline di grandi dimensioni che vengono emesse con la tosse oppure attraverso piccole goccioline di aerosol.

Una volta iniziata la desquamazione, questa patologia non è più contagiosa.

Dal punto di vista clinico questa malattia si caratterizza per un’eruzione cutanea maculo-papulare (che ha la caratteristica di estendersi in senso cranio-caudale), tosse, congiuntivite, tosse, rinite, macchie di Koplik.

Per questa patologia, esiste il vaccino e la diagnosi è solitamente clinica.

Le complicanze rare di questa patologia sono: polmonite, superinfezione batterica, encefalite, epatite transitoria, porpora trombocitopenica acuta e panencefalite subacuta sclerosante (è una patologia progressiva e fatale, che si manifesta mesi o anni dopo un episodio di morbillo. Il virus del morbillo è presente a livello cerebrale. Questa patologia provoca: deterioramento cognitivo (da lievi cambiamenti del comportamento fino alla demenza franca), disturbi della memoria, convulsioni, cecità corticale, allucinazioni, spasmi mioclonici, insonnia, morte.

Il trattamento del morbillo è solitamente di supporto.


8 di 10 Domande

La signora Melfi porta il figlio Giovanni di 5 anni, presso l’ambulatorio del Dott. Grassia, pediatra di famiglia.
Anamnesi patologica prossima: la donna riferisce che il bambino lamenta da circa 6 mesi prurito nella zona dei gomiti, dove la pelle si presenta piuttosto desquamata. L’area interessata a volte diventa rossa e le manifestazioni cutanee tendono a migliorare con l’utilizzo di steroidi topici. Il bambino non presenta febbre, brividi, sudorazioni notturne, o striature rosse lungo il braccio. Anamnesi fisiologica-personale: la famiglia vive in un appartamento pulito e possiede un gatto. Tutte le seguenti affermazioni riguardo questo bambino sono vere, TRANNE:

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La risposta corretta è la A.

La dermatite atopica è una patologia infiammatoria autoimmune ad eziologia attribuita a componenti genetiche (immunologiche e di proprietà barriera della cute e di solito entrambi i genitori sono affetti o sono stati affetti da dermatite atopica) ed esposizione ambientale, diagnosticabile sulla base delle informazioni anamnestiche e sull’esame obiettivo.

Essa si associa a livelli elevati di IgE e molti bambini svilupperanno successivamente rinite allergica e/o asma. La malattia atopica viene frequentemente osservata fra gli altri membri della stessa famiglia. Una piccola percentuale di pazienti ha una forma non-atopica (senza sensibilizzazione IgE).

Si manifesta di solito prima dei 7 anni. Il prurito è il sintomo primario e si palesa con prurito desquamazione, placche eritematose, cute secca ed escoriazioni; le lesioni cutanee vanno dall’eritema lieve alla lichenificazione grave. Nei bambini più grandi e negli adulti le zone flessorie (ma non l’inguine) sono più frequentemente coinvolte, mentre nei neonati e nei bambini più piccoli, le superfici estensorie, la regione posteriore del cuoio capelluto e la faccia sono tipicamente coinvolte, mentre la regione del pannolino è risparmiata.

La dermatite atopica cronica si manifesta con pelle ispessita ed escoriata e con la presenza di papule diffuse. Quando compare in età pediatrica spesso tende a regredire parzialmente in età adulta: I bambini con dermatite atopica possono andare incontro ad una risoluzione spontanea, ma circa il 40% dei bambini sintomatici continueranno a presentare tale disturbo da adulti.

La terapia si basa sulla prevenzione all’esposizione nei confronti di fattori allergogenici, cortisonici applicati localmente, immunomodulanti (è probabile che le lesioni risponderanno positivamente al tacrolimus topico) e con il mantenimento dell’idratazione.


9 di 10 Domande

Giorgia e' una giovane ragazza di 18 anni, che in seguito alla ripresentazione di un rash cutaneo, si reca presso il proprio medico curante, la Dott.ssa Garnucci. Anamnesi patologica prossima: rash localizzato a livello dei gomiti, del tronco e del cuoio capelluto. La ragazza afferma che ha usato una crema antimicotica, senza alcun successo; con l’applicazione di una crema a base di cortisone ha invece notato un lieve miglioramento, ma le lesioni cutanee non sono mai del tutto scomparse. Inoltre dice di aver assistito ad un netto peggioramento della sua condizione, quando per un periodo ha usato la crema a base di cortisone in modo discontinuo. Anamnesi familiare: la ragazza dice che un parente di primo grado presenta manifestazioni cutanee simili alle sue. Quale dei seguenti test è maggiormente indicato per confermare il sospetto clinico?

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La risposta corretta è la A.

La nostra paziente presenta una lesione eritemato-desquamativa a livello del gomito (mostrata nella foto) e altre lesioni a livello del tronco e cuoio capelluto come riferito in anamnesi. Esaminate le caratteristiche della lesione, si tratta di psoriasi.

La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi si manifesta con papule e placche di color salmone ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee.

Colpisce circa l’1-5% della popolazione mondiale, colpendo di più le persone con una carnagione chiara, mentre le persone con una carnagione più scura neri sono meno a rischio.

L’eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. È una patologia infiammatoria che insorge in seguito a traumi, uso di farmaci, infezioni in soggetti predisposti.

La malattia alterna fasi di attività a fasi di remissione; ha un andamento ciclico, cronico e recidivante, con momenti di esacerbazione della sintomatologia a cui si succedono periodi asintomatici o paucisintomatici.

Vi sono 5 maggiori varianti cliniche:

– Psoriasi a placche: più del 80% dei casi (quella mostrata nel nostro caso),

– Psoriasi guttata: circa il 10% dei casi,

– Psoriasi inversa: si manifesta in concomitanza alla psoriasi a placche, o in maniera isolata,

– Psoriasi eritrodermica: meno del 3% dei casi,

– Psoriasi pustolosa: meno del 3% dei casi.

La psoriasi a placche (Psoriasi Vulgaris) è la forma più frequente ed è caratterizzata dalla presenza di aree eritematose a margini netti, talora confluenti a formare appunto delle placche, sovrapposte ad aree desquamanti di colore bianco madreperlaceo, causate da un ispessimento anomalo dello strato più superficiale dell’epidermide, lo strato corneo. Queste chiazze vengono definite come “eritrosquamose”. Le lesioni si distribuiscono elettivamente sulla superficie estensoria degli arti (soprattutto gomiti e ginocchia) ma di norma si localizzano anche sul cuoio capelluto e sulla parte dorso-lombare della schiena.

La Psoriasi guttata è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di piccole macchie rosse “lesioni guttate” collocate in varie parti del corpo.

Nella Psoriasi inversa le lesioni sono di colore rosso brillante, lisce e lucide e si collocano prevalentemente a livello delle pieghe cutanee come ascelle, inguine, seni e glutei.

La Psoriasi Eritrodermica colpisce la maggior parte della superficie cutanea del corpo; le lesioni si estendono ampiamente, la cute è arrossata e molto spesso si desquama.

Infine, la Psoriasi Pustolosa è caratterizzata da piccole vescicole purulente spesso circondate da una zona infiammata; questa forma si presenta soprattutto negli adulti.

La psoriasi si presenta con placche e papule che tendono alla desquamazione in aree eritematose circoscritte pruriginose. Può evolvere in una forma grave che coinvolge le articolazioni, detta artrite psoriasica.

Le lesioni di solito si manifestano sulle superfici estensorie (gomiti e ginocchia), come in questo caso, ma l’età di esordio è tipicamente molto più tardi, durante l’infanzia.

Solitamente, per quanto riguarda i sintomi essi sono minimi. Tuttavia, in casi gravi vi può essere prurito. Ma le implicazioni estetiche possono essere importanti. Una manifestazione particolare della psoriasi è l’artrite psoriasica.

La diagnosi si basa sull’aspetto e sulla distribuzione delle lesioni, pertanto è prevalentemente clinica e si basa sull’anamnesi e sull’esame obiettivo. Non esistono analisi di laboratorio per la diagnosi e la biopsia cutanea, anche se non patognomonica, serve per determinare l’esatto tipo di psoriasi e per escludere altre patologie.


10 di 10 Domande

Anna, una donna di 44 anni, baby sitter, si presenta nella clinica dermatologica dell’Ospedale“ SS. Annunziata” di Taranto in data 8 Aprile 2017 per la presenza di un nevo sulla natica destra, che ha sanguinato in seguito ad un trauma di lieve entità. La donna ha avuto in passato due nevi non maligni, rimossi rispettivamente 4 e 9 anni fa. Il dermatologo raccoglie l’anamnesi familiare, da cui risulta che sua madre è affetta da diabete mellito di tipo 2 e suo padre, invece, è iperteso e iperlipidemico. Il nevo è mostrato in figura:
Si osserva una piccola regione ulcerata al centro della lesione. Il dermatologo, orientato verso un certo sospetto clinico, richiede degli esami di laboratorio, tra cui l’immunoistochimica, che risulta positiva per S-100. Quale tra questi è il fattore prognostico più importante?

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La risposta corretta è la D

Come suggerito dalla foto, la signora Anna presenta un melanoma, un tumore cutaneo, la cui incidenza è in aumento nella popolazione generale. I melanomi si presentano più comunemente sulla schiena negli uomini e sulle natiche e sulle gambe nelle donne.

Tra i diversi fattori di rischio ricordiamo:

  • storia familiare e personale di melanoma

  • fototipi chiari con occhi e capelli chiari

  • storia di esposizione al sole intermittente con scottature

  • abbronzatura secondaria all’esposizione ai raggi ultravioletti A (UVA) o a trattamenti con psoraleni più UVA (PUVA)

  • presenza di numerosi nevi melanocitici (>100)

  • presenza di nevi melanocitici clinicamente atipici

  • tumore cutaneo diverso da melanoma

  • immunosoppressione

  • presenza di un nevo melanocitico congenito gigante

  • sindrome del nevo displastico

  • Circa il 30% dei melanomi si sviluppa su nevi pigmentati (circa la metà dei quali da nevi tipici e atipici); quasi tutti gli altri hanno origine dai melanociti presenti nella cute sana.

    I segni di trasformazione maligna includono:

    • Variazioni di dimensione

    • Cambiamenti di forma, bordi irregolari o indistinti

    • Variazioni di colore, soprattutto pigmentazione rossa, bianca e blu a livello della cute sana che circonda la lesione

      • Segni di flogosi nella cute circostante, con eventuale sanguinamento, ulcerazione, prurito o dolenzia

      • Variazione delle caratteristiche di superficie o della consistenza

      La diagnosi è eseguita mediante biopsia escissionale per la maggior parte delle lesioni.

      I marker tumorali non vanno usati come metodica primaria per la diagnosi, ma come conferma diagnostica, oppure per monitorare una possibile recidiva tumorale e verificare la risposta alla terapia. Il dermatologo ha richiesto l’immunoistochimica per S-100: si tratta di un marker tumorale, usato nella diagnosi dei melanomi, tumori neuronali e astrocitomi.

      Una volta stabilita la severità del comportamento biologico di un melanoma, verranno presi in considerazione tutti i fattori presenti nella lista di risposte; tuttavia, il fattore prognostico più importante rimane lo “spessore di Breslow”, che misura la profondità dell’invasione melanocitica a partire dalla zona più superficiale dello strato granuloso. I melanomi in situ o i melanomi con una profondità di invasione inferiore ad 1 mm, infatti, hanno una prognosi eccellente in seguito a rimozione chirurgica, con un rischio di metastasi linfonodali e a distanza che aumenta all’aumentare della profondità di invasione.

      La risposta A non è corretta

      La presenza o meno di ulcerazione è un parametro usato per cambiare la classificazione di un melanoma di una data profondità. Nonostante questo cambiamento incida sulla prognosi, non è così importante come la profondità dell’invasione. 

      Le risposta B ed E non sono corrette.

      Il grado di atipia melanocitica e la presenza di infiltrato infiammatorio intorno ad un melanoma non vengono comunemente usati nella stadiazione di un melanoma. Si tratta sicuramente di caratteristiche negative (es. rispettivamente molte mitosi e regressione severa) e, se presenti allo stadio I di malattia, possono essere usati per giustificare procedure avanzate ai fini della stadiazione, come la biopsia dei linfonodi sentinella o l’uso di PET-TC.

      La risposta C non corretta.

      La biopsia del linfonodo sentinella è tipicamente usata per melanomi con una profondità di invasione >1mm. Questa procedura non ha nessun effetto sulla mortalità, ma può dare alcune informazioni prognostiche aggiuntive, quando usata insieme alla profondità di invasione.

      Obiettivo formativo:

      Il melanoma è un tumore cutaneo aggressivo con una prognosi determinata principalmente dalla profondità di invasione.

      Ricorda l’ABCD per un sospetto di melanoma: asimmetria, irregolarità dei bordi, varietà di colorazione, diametro maggiore di 6 mm.


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