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1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

Qual e' il tempo minimo necessario per un prodotto a base alcolica per eliminare la maggior parte dei germi dalle mani?














La risposta corretta è la A
Il tempo minimo necessario affinché un prodotto a base alcolica elimini la maggior parte dei germi dalle mani è di 30 secondi. Questo perché l'alcol richiede un determinato contatto temporale per agire efficacemente distruggendo la membrana cellulare delle diverse specie di batteri e virus, rendendoli inattivi. Questa durata è essenziale per massimizzare l'efficacia dell'igienizzazione delle mani, riducendo il rischio di trasmissione di infezioni.

4 di 62 Domande

Che cosa si intende per spettro antibiotico?














La risposta corretta è la E
Lo spettro antibiotico si riferisce all'insieme di agenti patogeni sensibili all'azione di un antibiotico. Questo concetto è cruciale in microbiologia e nella pratica medica perché esprime la gamma di efficacia di un antibiotico contro varie tipologie di batteri o altri patogeni. Vari antibiotici hanno spettri di attività diversi: alcuni sono "a spettro stretto", efficaci contro poche specie, mentre altri sono "a spettro ampio", capaci di colpire un'ampia varietà di patogeni. La scelta di un antibiotico si basa dunque sulla sua capacità di mirare specificamente agli agenti patogeni responsabili dell'infezione in questione.

5 di 62 Domande

Sapendo che un grammo di glucosio equivale a 4 calorie, quante calorie si somministrano con 500 ml di soluzione glucosata al 5%?














La risposta corretta è la C
In somministrando 500 ml di soluzione glucosata al 5%, si somministrano 100 calorie. La spiegazione risiede nel calcolare prima la quantità di glucosio in grammi presente nella soluzione, che è data dalla concentrazione percentuale. Il 5% di 500 ml equivale a 25 grammi di glucosio (5% di 500), e sapendo che ogni grammo di glucosio fornisce 4 calorie, moltiplicando i 25 grammi per 4 calorie/g si ottiene un totale di 100 calorie. Questo calcolo mostra come il valore energetico del glucosio si traduca in apporto calorico quando somministrato in soluzione.

6 di 62 Domande

Nella rilevazione della PA mendiante sfigmomanometro e fonendoscopio, per la quale sono riconosciute cinque fasi corrispondenti ai toni di Koroktoff, la pressione diastolica viene indicata dalla:














La risposta corretta è la D
Nella rilevazione della Pressione Arteriosa (PA) usando sfigmomanometro e fonendoscopio, la pressione diastolica viene indicata dalla quinta fase dei toni di Korotkoff. Questa fase corrisponde al momento in cui il suono, dopo essere diventato molto debole, scompare completamente, indicando la pressione al di sotto della quale le arterie non sono più compresse e il flusso sanguigno è libero, senza turbolenze udibili. Questa indicazione serve ad identificare il valore minimo al quale il cuore si rilassa tra un battito e l'altro.

7 di 62 Domande

In caso di pneumotorace il drenaggio inserito nella cavita' pleurica deve:














La risposta corretta è la E
In caso di pneumotorace, il drenaggio inserito nella cavità pleurica deve essere collegato a un sistema di aspirazione con dispositivo a valvola d'acqua. Questo metodo è essenziale per rimuovere correttamente l'aria o il liquido dalla cavità pleurica, facilitando così la ri-espansione del polmone collassato. Il dispositivo a valvola d'acqua garantisce che l'aria possa uscire dalla cavità pleurica senza rientrare, permettendo una guarigione efficace.

8 di 62 Domande

L'international Classification for Nursing Practive (ICNP) e' un progetto di classificazione:














La risposta corretta è la A
L'International Classification for Nursing Practice (ICNP) è un progetto di classificazione del linguaggio infermieristico promosso dall'International Council of Nurses. Questo sistema ha lo scopo di standardizzare i termini e le pratiche infermieristiche a livello globale, facilitando così la comunicazione, la ricerca e lo sviluppo professionale nel campo dell'infermieristica. La standardizzazione del linguaggio infermieristico attraverso l'ICNP aiuta a migliorare la qualità delle cure, l'efficienza nel lavoro e contribuisce all'avanzamento delle conoscenze scientifiche in ambito infermieristico.

9 di 62 Domande

I segni e sintomi di uno shock ipovolemico sono:














La risposta corretta è la C
I segni e sintomi dello shock ipovolemico includono cute delle estremità fredda e umida, oliguria (ridotta produzione di urina), ipotensione (bassa pressione sanguigna), tachicardia (battito cardiaco accelerato) e alterazione dello stato mentale. Lo shock ipovolemico si verifica quando il corpo perde una grande quantità di sangue o liquidi, causando una diminuzione del volume sanguigno disponibile, il che a sua volta impedisce ai sistemi vitali del corpo di ricevere il sangue necessario, provocando questi sintomi distintivi.

10 di 62 Domande

Gli elementi che compongono la catena dell'infezione sono:














La risposta corretta è la A
Gli elementi che compongono la catena dell'infezione includono l'agente biologico, la fonte o serbatoio, la via di trasmissione, la porta d'ingresso e l'ospite suscettibile. Questi elementi sono essenziali per comprendere come le infezioni si propagano e per sviluppare strategie efficaci di controllo e prevenzione. L'agente biologico è l'organismo che causa la malattia; la fonte o il serbatoio è l'ambiente (incluse persone, animali e sostanze) in cui l'agente vive e si moltiplica; la via di trasmissione è il modo in cui l'agente si trasferisce dalla fonte all'ospite; la porta d'ingresso è la via attraverso la quale l'agente entra nell'ospite suscettibile, che è l'individuo che può contrarre l'infezione.

11 di 62 Domande

Il trattamento sanitario obbligatorio in regime di degenza previsto dalla L.833/78:














La risposta corretta è la A
Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) in regime di degenza, secondo la L.833/78, è previsto di durare fino a 7 giorni ed è prorogabile. Questa disposizione permette l'attuazione di un controllo e un trattamento sanitario nei casi in cui si renda necessario per questioni di salute mentale, assicurando un periodo iniziale di cure con la possibilità di estenderlo, se clinicamente indicato. Questo meccanismo assicura un equilibrio tra la necessità di trattamento e il rispetto della libertà individuale, con l'obiettivo di garantire la sicurezza del paziente e della collettività .

12 di 62 Domande

Quale dei seguenti NON e' un parametro utilizzato nel punteggio di Apgar:














La risposta corretta è la A
Nel punteggio di Apgar, la temperatura corporea NON è considerata un parametro. Il punteggio di Apgar valuta la condizione fisica del neonato attraverso cinque parametri: frequenza cardiaca, colorito cutaneo, tono muscolare, reattività agli stimoli e attività respiratoria, per determinarne la necessità di interventi medici immediati. Questo sistema di valutazione risulta essenziale per stabilire velocemente lo stato di salute dei neonati subito dopo la nascita.

13 di 62 Domande

Secondo la classificazione del North American Nursing Diagnosis Association (NANDA) la voce "alto rischio di infezioni" a quale modello appartiene?














La risposta corretta è la C
La classificazione del North American Nursing Diagnosis Association (NANDA) assegna la voce "alto rischio di infezioni" al modello "Percezione/gestione della salute". Questo perché tale voce fa riferimento alla capacità dell'individuo di percepire, gestire e migliorare la propria salute prevenendo le infezioni attraverso comportamenti adeguati, come una corretta igiene e l'adozione di misure preventive. La gestione della salute implica la capacità di riconoscere i rischi per la salute e di adottare le misure necessarie per minimizzarli, inclusa la prevenzione delle infezioni.

14 di 62 Domande

Il concetto di sterilita' non e' assoluto ma puo' essere definito solo su basi statistiche. Il livello di sicurezza di sterilita' (Sterility Assurance Level) deve corrispondere ad una:














La risposta corretta è la B
La sterilità non è definita come un'assoluta assenza di microrganismi, ma in base alla probabilità inferiore a 10 alla -6 di trovare un microrganismo vivo in un lotto di sterilizzazione. Questo valore rappresenta il livello di sicurezza (Sterility Assurance Level) richiesto nei processi di sterilizzazione, mirando a ridurre il rischio di contaminazione a un livello estremamente basso, ma riconoscendo che un rischio zero non è realistico. Questa definizione è usata per stabilire standard nei processi di sterilizzazione in ambiti come quello sanitario, dove è cruciale ridurre al minimo il rischio di infezioni. La probabilità inferiore a 10^-6 è ritenuta un compromesso accettabile tra sicurezza ed efficienza.

15 di 62 Domande

Le precauzioni standard prevedono l'impegno dei guanti monouso. In quale situazione?














La risposta corretta è la D
Le precauzioni standard comprendono l'uso di guanti monouso quando è previsto il contatto con le mucose, la cute non integra e i fluidi organici ad eccezione del sudore. Questo protocollo mira a ridurre il rischio di trasmissione di infezioni, proteggendo sia il personale sanitario che i pazienti. In particolare, i guanti fungono da barriera fisica contro microrganismi dannosi che possono essere presenti in tali fluidi o tessuti, sostenendo così la sicurezza e l'igiene nelle procedure mediche e nei trattamenti assistenziali.

16 di 62 Domande

Tra le seguenti affermazioni sulla gestione del dolore, qual e' corretta?














La risposta corretta è la C
L'approccio farmacologico iniziale per la gestione del dolore viene definito in base al livello di intensità del dolore stesso. Questo significa che la valutazione iniziale dell'intensità dolorosa è cruciale per decidere la terapia più adeguata e mirata per il paziente, assicurando così un sollievo efficace e tempestivo. La scelta del trattamento farmacologico dipende, quindi, dalla severità del dolore, che può variare da lieve a moderato fino a severo, orientando verso l'utilizzo di analgesici non oppioidi, oppioidi deboli e oppioidi potenti, rispettivamente. Questo approccio personalizzato consente di ottimizzare il sollievo dal dolore, riducendo il rischio di effetti collaterali e migliorando la qualità di vita del paziente.

17 di 62 Domande

Quale delle seguenti affermazioni indica il comportamento di un intervento educativo verso un pz affetto da BPCO:














La risposta corretta è la C
L'affermazione corretta in riferimento al comportamento di un intervento educativo verso un paziente affetto da BPCO è che tutte le alternative sono corrette. Questo significa che un intervento educativo mira a rendere il paziente in grado di autogestire la sua terapia, comprendere l'uso e l'utilizzo dei puff B2 agonisti in terapia al bisogno, e saper riconoscere in quali situazioni utilizzarli. L'obiettivo è quindi fornire al paziente gli strumenti necessari per una gestione efficace e autonoma della propria condizione, migliorando la qualità della vita.

18 di 62 Domande

Quali dei seguenti fattori favoriscono le infezioni correlate all'assistenza?














La risposta corretta è la E
Le infezioni correlate all'assistenza sono favorite da tutte le alternative presentate: terapie intensive, terapie immunosoppressive e antibiotico resistenza. Questi fattori incrementano il rischio d'infezioni in ambienti sanitari. Le terapie intensive possono indebolire il sistema immunitario del paziente, rendendolo più suscettabile. Le terapie immunosoppressive, utilizzate per trattare varie condizioni, diminuiscono ulteriormente la capacità di difesa dell'organismo contro i patogeni. Infine, l'antibiotico resistenza rende più difficile trattare le infezioni, potenziando la loro diffusione e gravità . Queste condizioni creano un ambiente propenso allo sviluppo e alla propagazione di infezioni nosocomiali.

19 di 62 Domande

Si definisce "reazione avversa da un farmaco" un effetto:














La risposta corretta è la D
Una "reazione avversa da un farmaco" si verifica quando esordisce un effetto nocivo e non intenzionale del farmaco somministrato alle dosi normali. Specificamente, ciò avviene quando l'effetto negativo si manifesta durante l'uso corretto e come previsto del farmaco, senza errori nella prescrizione, somministrazione o dosaggio. Questo tipo di reazione sottolinea l'importanza della sorveglianza post-commercializzazione e della segnalazione degli effetti avversi per migliorare la sicurezza dei farmaci.

20 di 62 Domande

In ambito sanitario il "Risk Management" e':














La risposta corretta è la C
Il "Risk Management" in ambito sanitario è una strategia per la gestione del rischio clinico. Questa pratica mira a identificare, valutare e mitigare i rischi associati alle cure sanitarie per prevenire eventi avversi e migliorare la sicurezza dei pazienti. Attraverso l'analisi sistematica degli incidenti e dei quasi-incidenti, il risk management contribuisce a ridurre gli errori clinici e a garantire un'assistenza di qualità .

21 di 62 Domande

Che cosa si intende per accreditamento di qualita' di una struttura in ambito sanitario?














La risposta corretta è la E
L'accreditamento di qualità di una struttura in ambito sanitario si riferisce alla certificazione ottenuta tramite una valutazione da un'agenzia esterna. Questo processo indica che la struttura ha superato controlli rigorosi dimostrando di rispettare standard elevati in termini di servizi, gestione e sicurezza dei pazienti. L'accreditamento è quindi un segno distintivo di eccellenza e affidabilità nell'ambiente sanitario, volto a garantire ai pazienti cure di alta qualità .

22 di 62 Domande

Quali dei seguenti segni un pz in terapia con anticoagulanti per via orale deve sapere riferire?














La risposta corretta è la C
Il paziente in terapia con anticoagulanti per via orale deve sapere riferire segni come sanguinamento gengivale, ematuria ed epistassi. Questi sintomi possono indicare un eccesso dell'effetto anticoagulante, mettendo il paziente a rischio di sanguinamenti potenzialmente gravi. La terapia anticoagulante involve la riduzione della capacità del sangue di coagulare per prevenire la formazione di trombi, ma questo incrementa il rischio di emorragie. Sanguinamenti dalle gengive, presenza di sangue nelle urine (ematuria) o sangue dal naso (epistassi) sono quindi segnali importanti da monitorare e comunicare prontamente al proprio medico.

23 di 62 Domande

In caso di convulsione febbrile quale intervento d'urgenza viene solitamente prescritto all'infermiere?














La risposta corretta è la E
In caso di convulsione febbrile l'intervento d'urgenza solitamente prescritto all'infermiere è la somministrazione di benzodiazepine per via rettale. Questo approccio è raccomandato per interrompere rapidamente la convulsione, garantendo la sicurezza del paziente. Le benzodiazepine agiscono sul sistema nervoso centrale per calmare l'attività eccessiva che causa le convulsioni. Questa pratica si basa sulla loro efficacia comprovata e rapidità di azione quando l'accesso endovenoso può essere difficile o ritardato.

24 di 62 Domande

Quale dei seguenti interventi e' corretto rispetto alla gestione di CVC per NPT?














La risposta corretta è la A
Nella gestione di un CVC per NPT, è corretto sostituire la medicazione quando questa è umida, sporca e non più occlusiva. Questo approccio mira a prevenire infezioni e ad assicurare che l'area di inserzione del catetere sia sempre protetta adeguatamente. La strategia di mantenimento della medicazione in condizioni ottimali è cruciale per evitare complicazioni quali infezioni del sito di inserzione o sistemiche, comprendendo sia la funzionalità del catetere che la sicurezza del paziente.

25 di 62 Domande

Quale tra le seguenti e' una potenziale complicanza nel pz ricoverato dopo infarto del miocardio?














La risposta corretta è la B
La potenziale complicanza in un paziente ricoverato dopo un infarto del miocardio è l'aritmia. Le aritmie rappresentano una complicanza comune e potenzialmente seria in seguito a un infarto del miocardio poiché l'evento ischemico può interrompere l'ordinato processo di depolarizzazione e ripolarizzazione cardiaca, causando irregolarità nel ritmo del cuore. Questo può portare a varie aritmie che possono essere pericolose e richiedere interventi specifici per evitare conseguenze gravi.

26 di 62 Domande

Quale dei seguenti comportamenti e' corretto mettere in atto nel manipolare un apparecchio gessato alla gamba ancora bagnato:














La risposta corretta è la B
Nel manipolare un apparecchio gessato alla gamba ancora bagnato, il comportamento corretto è sorreggerlo con il palmo della mano aperto e piatto. Questo metodo evita la pressione diretta che potrebbe deformare o danneggiare il gesso ancora in fase di indurimento. La manipolazione delicata assicura che il gesso si asciughi e indurisca correttamente, mantenendo la forma necessaria per una corretta immobilizzazione.

27 di 62 Domande

Presentazione clinica tipica del diabete di tipo I:














La risposta corretta è la B
La presentazione clinica tipica del diabete di tipo I include un inizio acuto caratterizzato da sete intensa, poliuria (aumento del volume di urina) e dimagrimento. Questi sintomi riflettono l'incapacità dell'organismo di gestire adeguatamente il glucosio nel sangue a causa della distruzione autoimmune delle cellule beta del pancreas, che sono responsabili della produzione di insulina. Questa condizione porta a livelli elevati di glucosio nel sangue (iperglicemia), causando la necessità di urinare più frequentemente e una sensazione di sete come compensazione alla perdita di liquidi. Il dimagrimento, invece, si verifica poiché il corpo non può utilizzare il glucosio come fonte di energia e inizia a metabolizzare grassi e proteine.

28 di 62 Domande

Avendo a disposizione Sodio Bicarbonato fiale da 10 ml con 1 mEq/ml e dovendo prelevare 25 mEq, quante fiale devono essere aspirate?














La risposta corretta è la A
Per soddisfare la necessità di 25 mEq di Sodio Bicarbonato, dovrebbero essere aspirate 2,5 fiale, dato che ogni fiala contiene 10 mL con una concentrazione di 1 mEq/mL. La quantità totale necessaria si ottiene dividendo la dose richiesta (25 mEq) per la concentrazione per volume della soluzione (1 mEq/mL), risultando in 25 mL. Poiché ogni fiala è da 10 mL, si necessitano esattamente 2,5 fiale per ottenere la quantità desiderata di 25 mEq.

29 di 62 Domande

Il posizionamento del catetere di Swan-Ganz permette di:














La risposta corretta è la E
Il posizionamento del catetere di Swan-Ganz consente di rilevare la pressione dell'arteria polmonare. Questo dispositivo, introdotto nei primi anni '70, è usato principalmente in terapia intensiva e durante interventi chirurgici maggiori per monitorare la funzionalità cardiaca e l'efficacia del trattamento in pazienti con condizioni critiche. Attraverso il suo posizionamento, è possibile ottenere misure precise della pressione arteriosa polmonare, informazioni vitali per la gestione del paziente critico, permettendo quindi di adeguare in modo mirato le terapie in atto. Questa procedura non è rilevante per la dialisi né per la misurazione della pressione intracranica, ma si concentra esclusivamente sul monitoraggio emodinamico del cuore e dei polmoni.

30 di 62 Domande

In prima giornata post-intervento chirurgico di mastectomia semplice quale problema gestira' in modo prioritario l'infermiere?














La risposta corretta è la B
In prima giornata post-intervento chirurgico di mastectomia semplice, l'infermiere gestirà in modo prioritario il dolore alla ferita, correlato a sezioni dei tessuti e alla presenza dei drenaggi. Questo fenomeno avviene perché l'intervento inventiva un danno tessutale diretto e l'installazione di drenaggi per prevenire l'accumulo di fluidi, causando dolore nel sito chirurgico. Il controllo del dolore è cruciale per favorire la mobilitazione e la ripresa post-operatoria, evitando quindi complicazioni.

31 di 62 Domande

Che cosa si intende per immunita' di gregge?














La risposta corretta è la E
L'immunità di gregge si raggiunge immunizzando il 95% della popolazione umana. Questa condizione è fondamentale per proteggere l'intera comunità , inclusi coloro che non possono essere vaccinati, come gli immunocompromessi o i neonati, dall'esposizione a malattie contagiose. L'immunità di gregge agisce come un argine contro la diffusione di malattie infettive, riducendo la probabilità di epidemie o pandemie. Questo concetto è basato sulla percentuale di individui immunizzati in una comunità , creando una forma di protezione indiretta per chi non lo è .

32 di 62 Domande

La malattia di Hirschsprung e' una:














La risposta corretta è la E
La malattia di Hirschsprung è una malattia congenita del colon. Questo disturbo impedisce la normale evacuazione delle feci a causa dell'assenza di cellule nervose in parte del colon. I neonati affetti da questa condizione spesso non defecano nelle prime 48 ore di vita. Infatti, la patologia implica una mancata migrazione delle cellule gangliari nel colon durante lo sviluppo fetale, portando a una porzione del colon priva di inervazione, condizione nota come aganglionosi. Questo porta a sintomi come gonfiore addominale, stitichezza grave o ostruzione intestinale.

33 di 62 Domande

La dimissione protetta e' valutata in sede ospedaliera con la seguente modalita':














La risposta corretta è la C
La dimissione protetta è valutata in sede ospedaliera tramite interpello della UVM distrettuale e decisione congiunta alla presenza del caregiver. Questo processo prevede un'attenta valutazione della situazione del paziente e la collaborazione tra l'unità ospedaliera e l'Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) distrettuale, coinvolgendo anche il caregiver nell'organizzazione delle cure post-dimissione. Questa modalità garantisce un passaggio sicuro del paziente dall'ospedale al domicilio o ad altre strutture, assicurando la continuità assistenziale e una pianificazione adeguata delle cure.

34 di 62 Domande

Nella legislazione sanitaria, chi individua i Lea?














La risposta corretta è la E
Nella legislazione sanitaria, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono individuati dal Governo, attraverso la conferenza Stato-Regioni. Questo processo assicura che vengano stabiliti standard uniformi di cura accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza. I LEA definiscono i servizi e le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Questa definizione è cruciale per garantire un accesso equo alle cure su tutto il territorio nazionale e per delineare le responsabilità finanziarie dello Stato e delle Regioni nell'ambito della sanità pubblica.

35 di 62 Domande

Il servizio infermieristico e':














La risposta corretta è la D
Il servizio infermieristico comprende l'insieme del personale, delle funzioni e delle prestazioni svolte dal personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione a vari livelli di responsabilità e in diversi ambiti aziendali. Questa definizione aiuta a capire come il lavoro in questo settore non si limiti solo alle cure dirette al paziente, ma comprenda anche la gestione, l'educazione sanitaria e il supporto tecnico, all'interno di una struttura organizzata e multifunzionale. Non si tratta di una singola attività , ma di un insieme coordinato di azioni volte a garantire la salute e il benessere del paziente in vari contesti di cura.

36 di 62 Domande

Le Unita' complesse di cure primarie sono strutture operative che prevedono l'impegno di:














La risposta corretta è la E
Le Unità complesse di cure primarie sono definite dall'impegno combinato di medici specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, oltre a infermieri. Questa struttura operativa mira a fornire una gestione sanitaria integrata, permettendo un approccio olistico e multidisciplinare alla cura del paziente. La collaborazione tra specialisti diversi facilita l'accesso a un'ampia gamma di cure e servizi sanitari, migliorando l'efficienza delle cure primarie. Questo modello di assistenza è progettato per rispondere efficacemente alle diverse esigenze sanitarie delle comunità , integrando servizi di vario tipo per un trattamento più completo e personalizzato.

37 di 62 Domande

La PEG e' una misura adatta a superare un'inabilita' alimentare:














La risposta corretta è la D
La PEG è una misura adeguata per superare un'inabilità alimentare che perdura per un periodo superiore a 30 giorni. La PEG, o gastrostomia endoscopica percutanea, è una procedura che permette l'introduzione del cibo direttamente nello stomaco attraverso un tubo, superando così i problemi legati alla fase orale e esofagea dell'alimentazione. Questa procedura è indicata in pazienti che necessitano di supporto nutrizionale per periodi prolungati, offrendo una soluzione sicura e meno invasiva rispetto ad altre tecniche di nutrizione artificiale.

38 di 62 Domande

Il protocollo operativo denominato "Sistema Dispatch" e' utilizzato per:














La risposta corretta è la C
Il Sistema Dispatch è utilizzato per tutti i casi elencati: gestione dei soccorsi in 118 nei grandi eventi catastrofici, in 118 e per le afferenze ospedaliere, e le maxi emergenze traumatologiche. Questo protocollo fornisce una struttura operativa completa per gestire efficacemente una vasta gamma di situazioni di emergenza, garantendo una risposta tempestiva e coordinata. Attraverso un sistema di comunicazione e decisionale strutturato, il Dispatch supporta i soccorritori nel prioritizzare e mobilizzare risorse per diversi scenari, massimizzando così l'efficacia degli interventi di soccorso.

39 di 62 Domande

Il CVC nei pazienti dializzati viene collocato nella vena:














La risposta corretta è la A
Il CVC (Catetere Venoso Centrale) nei pazienti dializzati viene tipicamente collocato nella vena giugulare. Questa procedura è comune perché la vena giugulare offre un accesso diretto e relativamente sicuro al sistema venoso centrale, facilitando così l'efficace scambio di sangue necessario durante la dialisi. Questa pratica è stabilita attraverso linee guida cliniche basate sulla sicurezza e sull'efficacia del processo di dialisi.

40 di 62 Domande

Le AFT, aggregazioni funzionali territoriali, operano in un territorio definito come:














La risposta corretta è la A
Le AFT, aggregazioni funzionali territoriali, operano in un territorio definito come corollario alle attività organizzate in una UCCP. Questa risposta sottolinea il ruolo delle AFT come parte integrante delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), enfatizzando l’ interconnessione e la collaborazione all’ interno del sistema sanitario per offrire una gestione delle cure primarie più organizzata e orientata al territorio. Le AFT, quindi, contribuiscono a ottimizzare l’ erogazione dei servizi sanitari rafforzando le attività delle UCCP.

41 di 62 Domande

In un paziente in decubito laterale obbligato, le lesioni da decubito si possono formare in corrispondenza di:














La risposta corretta è la A
In un paziente in decubito laterale obbligato, le lesioni da decubito possono formarsi in corrispondenza di: orecchio, coste, grande trocantere, condili, malleoli. Queste zone sono particolarmente vulnerabili alla pressione prolungata in questa posizione, risultando in danni ai tessuti. Le lesioni da decubito, o ulcere da pressione, si sviluppano quando una pressione costante interrompe la circolazione sanguigna in certe aree del corpo, portando alla necrosi dei tessuti.

42 di 62 Domande

Un paziente e' sottoposto a NPT tramite CVC. Gli viene prescritta una terapia antibiotica per via endovenosa; quale atto deve compiere l'infermiere prima di somministrare il farmaco?














La risposta corretta è la B
Un paziente sottoposto a Nutrizione Parenterale Totale (NPT) tramite Catetere Venoso Centrale (CVC) e prescritto con una terapia antibiotica per via endovenosa, richiede che l'infermiere posizioni un accesso venoso separato per somministrare il farmaco. Questa procedura assicura che la nutrizione e l'antibiotico non interagiscano tra loro, evitando possibili incompatibilità e garantendo la corretta somministrazione e efficacia del trattamento antibiotico. Questa azione previene altresì il rischio di contaminazione o infezione che potrebbe derivare dall'uso condiviso dello stesso accesso venoso per due terapie differenti.

43 di 62 Domande

La lebbra e' una malattia provocata da quale dei seguenti microrganismo?














La risposta corretta è la B
La lebbra è una malattia causata dal microrganismo 'Mycobacterium leprae'. Questa patologia, nota anche come malattia di Hansen, colpisce soprattutto la pelle, le vie respiratorie superiori e i nervi periferici, ed è caratterizzata da lesioni e ulcere cutanee. Essendo una malattia a lenta evoluzione, può richiedere anni prima della comparsa dei sintomi. La trasmissione avviene attraverso contatti stretti e prolungati con una persona non trattata che ha la forma infettiva della malattia. Le opzioni terapeutiche includono una combinazione di farmaci antimicrobici che, se presi per la durata consigliata, possono portare alla completa guarigione.

44 di 62 Domande

I pazienti con infezioni in corso richiedono generalmente una dieta:














La risposta corretta è la A
I pazienti che affrontano infezioni in corso necessitano generalmente di una dieta con un alto contenuto proteico e calorico. Questo tipo di alimentazione è fondamentale perché le proteine sono essenziali per la riparazione dei tessuti e per la formazione di nuove cellule immunitarie che combattono l'infezione, mentre un apporto calorico adeguato supporta l'energia necessaria per il processo di guarigione e per mantenere le funzioni corporee vitali durante il periodo di malattia. Questa scelta dietetica mira a rafforzare il sistema immunitario e a promuovere una più rapida guarigione.

45 di 62 Domande

Il Presidio Ospedaliero di Pescara e' classificato come:














La risposta corretta è la C
Il Presidio Ospedaliero di Pescara è classificato come Centro Traumatologico ad alta Specializzazione. Questa classificazione implica un focus particolare sulla fornitura di cure e servizi specializzati per pazienti affetti da traumi gravi e complessi, che richiedono interventi e competenze di alta specializzazione. Questa struttura è quindi equipaggiata per affrontare situazioni di emergenza traumatica fornendo assistenza dedicata e di elevata qualità .

46 di 62 Domande

La sede elettiva per la somministrazione di insulina e':














La risposta corretta è la D
La domanda chiede di individuare la sede elettiva per la somministrazione di insulina, la risposta corretta è "tutte le altre alternative sono corrette". Ciò significa che le sedi indicate (regione antero-laterale della coscia, regione deltoidea, regione addominale) sono tutte adeguati punti di somministrazione per l'insulina. La scelta della sede dipende da vari fattori inclusi la comodità , la rotazione delle sedi per evitare lipodistrofia e l'assorbimento dell'insulina, che può variare leggermente in base al sito di iniezione. Ogni sede ha specifiche raccomandazioni per garantire un'efficace somministrazione.

47 di 62 Domande

Il virus del vaiolo, in Italia, provoca ogni anno:














La risposta corretta è la C
Il virus del vaiolo in Italia non provoca nessun morto ogni anno. Questo perché , grazie a campagne di vaccinazione di massa, il vaiolo è stato dichiarato eradicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1980. Quindi, non ci sono casi attivi di questa malattia, prevenendo così qualsiasi decesso causato dal virus nelle regioni dove è considerato eradicato, inclusa l'Italia.

48 di 62 Domande

Un bambino di sei anni rientra in ORL dopo un intervento di tonsillectomia. In quale posizione l'infermiere deve collocarlo nel letto?














La risposta corretta è la E
Dopo un intervento di tonsillectomia, il bambino di sei anni deve essere collocato in posizione SIMS dall'infermiere. Questa posizione prevede il paziente sdraiato su un lato, con la gamba inferiore distesa e quella superiore piegata, facilitando la respirazione e la riduzione del rischio di aspirazione, particolarmente importante dopo un intervento di tonsillectomia per evitare complicazioni respiratorie o l'ostruzione delle vie aeree.

49 di 62 Domande

Secondo l'attuale normativa, l'uso del defibrillatore semiautomatico e' consentito:














La risposta corretta è la D
L'uso del defibrillatore semiautomatico, secondo l'attuale normativa, è consentito a medici, infermieri e anche personale non sanitario purché adeguatamente formati. Questa normativa riconosce l'importanza dell'intervento precoce in caso di arresto cardiaco, e allarga quindi la possibilità d'uso di questo dispositivo salvavita anche a individui al di fuori del personale sanitario professionale, a condizione che abbiano ricevuto una formazione specifica. Il defibrillatore semiautomatico è quindi accessibile e utilizzabile da una gamma più ampia di soccorritori, aumentando così le probabilità di sopravvivenza in caso di emergenze cardiache.

50 di 62 Domande

Il catetere venoso centrale deve essere necessariamente inserito in:














La risposta corretta è la C
L'inserimento di un catetere venoso centrale deve avvenire necessariamente in un ambiente sterile con la metodica MSB. La sterilizzazione garantisce la riduzione dei rischi di infezioni correlate all'uso del catetere, che potrebbero causare complicazioni significative nel paziente. La metodologia MSB (Maximal Sterile Barrier) implica l'utilizzo di barriere sterili massimali per garantire la minor contaminazione possibile durante la procedura. Questo include l'utilizzo di indumenti sterili, maschere, guanti, campo sterile e coperture per l'operatore, sempre nel rispetto delle linee guida sulla prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza sanitaria.

51 di 62 Domande

Nel paziente etilista, la sospensione dell'assunzione di alcool causa:














La risposta corretta è la C
Nel paziente etilista, la sospensione dell'assunzione di alcool determina delirium tremens dopo 3-5 giorni. Il delirium tremens è una condizione grave che si manifesta a seguito dell'interruzione improvvisa dell'assunzione di alcool in individui con dipendenza da alcool. Si presenta con una combinazione di alterazioni del sistema nervoso centrale, come confusione, tremori, allucinazioni e possibili convulsioni. Questo disturbo rappresenta una complicanza del ritiro alcolico ed è importante per il suo riconoscimento e trattamento tempestivo.

52 di 62 Domande

Quale posizione nel sonno si e' dimostrata piu' associata alla SIDS:














La risposta corretta è la B
La posizione nel sonno più associata alla SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante) è la posizione prona, ovvero quando il bambino dorme sulla pancia. Questa posizione può incrementare il rischio di SIDS perché può complicare la respirazione del bambino e aumentare la probabilità di riassorbimento di anidride carbonica, soprattutto se il bebè dorme su una superficie morbida che può adattarsi intorno al suo viso. La raccomandazione standard per ridurre il rischio di SIDS è di posizionare i bambini a dormire sulla schiena (posizione supina), su un materasso rigido e in una culla priva di oggetti soffici, come cuscini e peluche, che potrebbero aumentare il rischio di soffocamento o overheating.

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


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Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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