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1 di 64 Domande

Quale delle seguenti sanzioni NON viene applicata al lavoratore in caso di violazione degli obblighi disciplinati dall'art.28 del CCNL sanita'?














La risposta corretta è la A
La sanzione che NON viene applicata al lavoratore in caso di violazione degli obblighi secondo l'art.28 del CCNL sanità è l'Ordine di servizio. Questa risposta è esatta in quanto l'ordine di servizio non è considerato una sanzione disciplinare ma un atto organizzativo interno. Le altre opzioni (rimprovero verbale, censura, multe) sono, invece, sanzioni effettivamente previste per la violazione dei codici di condotta nel suddetto contesto.

2 di 64 Domande

Ordinare correttamente le azioni infermieristiche per effettuare la procedura di "posizionamento del paziente in decubito di Sims" A. Mettere un piccolo cuscino sotto la testa del paziente in modo che sia facilitato il drenaggio delle secrezioni dalla bocca B. Documentare sulla cartella clinico-infermieristica: orari, cambi di posizione e mobilizzazione del paziente in base quanto previsto dai protocolli utilizzati C. Spiegare al paziente cosa si sta facendo e perché e come puo' collaborare D. Effettuare il lavaggio delle mani ed indossare i guanti se necessario E. Assicurarsi che le spalle siano allineate sullo stesso piano cosi' come le due anche F. Se le spalle non sono allineate spingere una spalla o un'anca all'indietro o in avanti finché le quattro articolazioni non siano allineate sullo stesso piano G. Mettere l'avambraccio davanti al corpo del paziente in una posizione confortevole che non alteri la circolazione H. Ruotare il paziente come per una posizione prona I. Garantire la privacy al paziente J. Posizionare La spalla superiore in modo che sia abdotta dal corpo e che la spalla e gomito siano flessi. Mettere un cuscino nello spazio tra torace, addome, braccio superiore e letto














La risposta corretta è la A
Per effettuare il posizionamento del paziente in decubito di Sims, le azioni infermieristiche corrette sono nell'ordine: 3-4-9-8-1-7-10-5-6-2. Questo inizia con la spiegazione della procedura al paziente, garantendo la sua cooperazione e comprensione. Segue il lavaggio delle mani e l'uso dei guanti, essenziale per mantenere un ambiente sterile. La privacy del paziente è poi garantita, passo importante per il suo comfort. Si procede ruotando il paziente in una posizione simile a quella prona, per poi posizionare correttamente testa e avambraccio assicurando il comfort e la corretta allineazione del corpo. La spalla superiore viene posizionata in modo da non comprimere il torace. Infine, si allineano spalle e anche e si documenta la procedura. Questa sequenza rispetta la logica di sicurezza, igiene e partecipazione del paziente.

3 di 64 Domande

Si occupa della sorveglianza sanitaria dei lavoratori radio-esposti di categoria A:














La risposta corretta è la A
La sorveglianza sanitaria dei lavoratori radio-esposti di categoria A è compito del medico autorizzato. Questo professionista ha il ruolo specifico di monitorare e garantire la salute dei lavoratori esposti a radiazioni, valutando rischi e potenziali danni legati all'esposizione. Questa responsabilità è fondamentale per la prevenzione di patologie legate alla radioesposizione. Tra queste, si possono includere varie forme di cancro, alterazioni del sangue e danni ai tessuti, che si possono manifestare anche dopo anni dall'esposizione. È prioritario quindi un approccio precauzionale nell'osservazione e nella cura della salute dei lavoratori radio-esposti, per identificare precocemente segnali problematici che potrebbero indicare l'inizio di una patologia grave. Il monitoraggio costante e la sorveglianza professionale dei lavoratori radio-esposti sono essenziali per minimizzare i rischi associati all'esposizione alle radiazioni.

4 di 64 Domande

Le norme sanitarie nel D.Lgs.196/2003 sono contenute nel Titolo:














La risposta corretta è la B
Le norme sanitarie nel D.Lgs.196/2003 sono contenute nel Titolo 5. Questa normativa, meglio conosciuta come Codice in materia di protezione dei dati personali, regolamenta la gestione dei dati personali, inclusi quelli sanitari, per tutelare i diritti e le libertà fondamentali degli individui, specialmente per quanto riguarda la loro privacy. In particolare, il Titolo 5 delibera sul trattamento dei dati sensibili, tra cui quelli relativi alla salute, imponendo specifiche garanzie e limiti per assicurare una maggiore protezione. La corretta gestione di tali dati è cruciale per prevenire abusi o utilizzi impropri che potrebbero compromettere la privacy dell'individuo, garantendo nel contempo che il trattamento dei dati sanitari venga eseguito nel rispetto dei diritti del soggetto e delle necessità legate alla salute pubblica. La normativa si pone dunque come un riferimento essenziale per le organizzazioni e gli operatori sanitari che trattano quotidianamente dati personali, stabilendo precise direttive su come questi ultimi debbano essere gestiti, protetti e conservati, per garantire non solo la riservatezza ma anche la sicurezza dei dati stessi.

5 di 64 Domande

COSA SI INTENDE PER "DIAGNOSI INFERMIERISTICA" ?














La risposta corretta è la B
La "diagnosi infermieristica" si riferisce all'enunciazione di un problema relativo a un paziente e delle possibili motivazioni. La diagnosi infermieristica è un elemento cruciale nel processo di cura, ponendo le basi per la scelta delle strategie di intervento più adatte ai bisogni del paziente. La diagnosi infermieristica è diversa da una diagnosi medica poiché si concentra più sulle risposte del paziente a una condizione o a un processo di vita che non sulla condizione stessa diagnosticata da un medico. In tal modo, si occupa degli aspetti che rientrano nell'ambito autonomo dell'assistenza infermieristica, quali la gestione dei sintomi, la promozione della salute e la prevenzione delle malattie. Attraverso questo approccio, l'infermiere valuta il paziente in maniera olistica, prendendo in considerazione non solo gli aspetti fisici ma anche quelli emotivi, sociali e spirituali. Questa valutazione approfondita permette di identificare le risorse del paziente e i fattori che possono influire sul suo benessere, puntando a supportare la persona in un percorso di cura personalizzato che miri al raggiungimento dei migliori esiti possibili.

6 di 64 Domande

Quale delle seguenti e' una "Sanzione disciplinare di minore gravita'"?














La risposta corretta è la E
Tra le sanzioni disciplinari elencate, il rimprovero scritto (censura) è considerata una sanzione di minore gravità . Questo type di sanzione è comunemente utilizzata in ambienti lavorativi e accademici come forma iniziale di penalità per infrazioni o comportamenti non adeguati, segnalando al destinatario che il suo comportamento è stato inappropriato ma non richiede misure più severe come la sospensione. Questa forma di sanzione mira a correggere il comportamento senza impattare significativamente la vita professionale o accademica dell'individuo, dando spazio per miglioramenti e rimedi senza conseguenze dirette sulla stabilità lavorativa o finanziaria, a differenza delle sospensioni con privazione della retribuzione che hanno un impatto diretto e significativo sulla situazione finanziaria e professionale dell'individuo, segnando un approccio più severo a comportamenti ritenuti inaccettabili.

7 di 64 Domande

Sono fattori di rischio con aumento di incidenza di malattia coronaria tutti I seguenti, tranne:














La risposta corretta è la A
Il consumo di caffè non aumenta l'incidenza di malattia coronaria, contrariamente al fumo di sigaretta, all'ipertensione arteriosa e agli elevati livelli di colesterolo che sono tutti fattori di rischio riconosciuti. La malattia coronarica è caratterizzata dall'insorgenza di plaque aterosclerotiche nelle arterie coronarie, che possono limitare il flusso sanguigno al cuore e portare a episodi ischemici o infarti. Fattori di rischio ben consolidati includono fumo di sigaretta, ipertensione arteriosa, dislipidemia (come elevati livelli di LDL colesterolo e/o bassi livelli di HDL colesterolo), e stili di vita sedentari, tra gli altri. Il fumo contribuisce alla formazione delle placche aterosclerotiche danneggiando direttamente l'endotelio dei vasi sanguigni, mentre l'ipertensione può causare lo stress delle pareti arteriose e accelerare l'aterosclerosi. Livelli elevati di LDL (colesterolo "cattivo") sono noti per contribuire all'accumulo di placche, mentre livelli bassi di HDL (colesterolo "buono") sono associati a un maggior rischio di sviluppare tali malattie. Contrariamente a questi, studi recenti suggeriscono che il consumo moderato di caffè potrebbe avere alcuni benefici per la salute cardiovascolare, non avendo un impatto diretto nell'incremento del rischio di malattia coronarica, rendendolo dunque non comparabile ai fattori di rischio precedentemente citati.

8 di 64 Domande

Il ricorso alla contenzione del paziente ospedalizzato e' normato:














La risposta corretta è la B
La contenzione del paziente ospedalizzato non è regolamentata da una Legge specifica in Italia. Questa affermazione è corretta poiché la pratica della contenzione, nonostante sia largamente dibattuta sotto l'aspetto etico e clinico, non è disciplinata all'interno del sistema legislativo italiano da normative dedicate esclusivamente a questo argomento. La contenzione fisica, utilizzata principalmente per prevenire danni in pazienti che presentano un rischio per sé stessi o per gli altri, rientra in una zona grigia a livello normativo. Le pratiche attuali si basano quindi su linee guida e raccomandazioni generali che mirano a garantire la sicurezza e il rispetto della dignità del paziente, ponendo l'accento sull'utilizzo della contenzione solo quando strettamente necessario e come ultima risorsa, dopo aver esplorato tutte le altre alternative meno restrittive. Si sottolinea l'importanza di valutazioni caso per caso e l'implementazione di strategie mirate alla riduzione del suo uso, promuovendo un'assistenza centrata sulla persona, il rispetto dei diritti umani e il coinvolgimento attivo dei pazienti e delle loro famiglie nella pianificazione delle cure. La questione rimane complessa e richiede una continua riflessione etica, oltre che lo sviluppo di pratiche basate sull'evidenza e l'aggiornamento delle politiche sanitarie in questa direzione.

9 di 64 Domande

Quale delle seguenti affermazioni rispetto alle precauzioni standard e' corretta?














La risposta corretta è la A
Le precauzioni standard sono destinate all'assistenza di tutti i pazienti in ospedale, indipendentemente dalla loro diagnosi o dalla condizione di presunta infezione. Questo chiama in causa un protocollo universale essenziale per minimizzare il rischio di trasmissione di microrganismi tra pazienti e personale sanitario. Le precauzioni standard sono l'approccio di base per il controllo delle infezioni che si applica al trattamento di tutti i pazienti, a prescindere dalla loro condizione di salute specifica. Esse prevedono l'adozione di misure per prevenire la trasmissione di malattie attraverso il contatto diretto (come il sangue o liquidi corporei), il contatto indiretto (attraverso oggetti contaminati), e le vie aeree. Tra le pratiche includono l'uso di indumenti protettivi come guanti, maschere, occhiali protettivi, e camici; oltre alla corretta igiene delle mani, alla gestione sicura degli strumenti taglienti e alla pulizia appropriata di ambienti e attrezzature. L'obiettivo è impedire la trasmissione di agenti infettivi validi non solo per pazienti con infezioni diagnosticati ma esteso a tutti quelli ricoverati, contrastando così efficacemente la diffusione di infezioni nosocomiali, che sono quelle contratte in ambiente ospedaliero. Implementando queste misure come uno standard minimizza i rischi associati alla assistenza sanitaria e protegge tanto i pazienti quanto il personale.

10 di 64 Domande

In Italia, la contenzione fisica dell'assistito e' un trattamento:














La risposta corretta è la B
La contenzione fisica dell'assistito in Italia è un trattamento prescritto dal medico, attuato e controllato dall'infermiere. La contenzione fisica è considerata un'ultima risorsa quando altri interventi non sono stati efficaci e mira a prevenire danni all'assistito o ad altri, garantendo al contempo la sicurezza e il benessere del paziente. La normativa richiede che tale pratica sia rigorosamente monitorata e implementata seguendo criteri ben definiti per limitare al minimo i rischi associati, come lesioni fisiche o disagio psicologico. È vitale l'approccio multidisciplinare e il rispetto dei principi di minima restrizione e proporzionalità , assicurandosi che il piano di cura sia personalizzato e che si cerchino costantemente alternative meno invasive alla contenzione. La decisione di ricorrere alla contenzione richiede una valutazione accurata del rischio-beneficio, prendendo in considerazione la situazione clinica specifica dell'assistito, e deve sempre essere presa con la consapevolezza delle possibili implicazioni etiche e legali.

11 di 64 Domande

Quale indicazione sulla tricotomia e' corretta:














La risposta corretta è la B
La tricotomia va effettuata solo se strettamente necessaria, con dispositivi non traumatici, poco prima dell'intervento chirurgico. Questa pratica è raccomandata per ridurre il rischio di infezioni post-operatorie. Infatti, la rimozione dei peli può causare microlesioni sulla pelle, fornendo una porta d'ingresso per agenti patogeni. È importante che la tricotomia, quando necessaria, sia eseguita il più vicino possibile al momento dell'intervento chirurgico, usando dispositivi che minimizzino il trauma alla pelle, per ridurre ulteriormente il rischio di infezione. Questo protocollo è basato sul principio di mantenere la integrità della barriera cutanea il più intatta possibile, così da proteggere il sito chirurgico da possibili fonti di contaminazione. Le linee guida moderne sottolineano l'importanza di valutare caso per caso la necessità effettiva della tricotomia e di utilizzare tecniche e strumenti che causino il minimo danno alla pelle del paziente.

12 di 64 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


13 di 64 Domande

L'aritmia che piu' frequentemente causa la morte improvvisa e':














La risposta corretta è la B
La fibrillazione ventricolare è l'aritmia che più frequentemente causa la morte improvvisa. Questa è una condizione in cui i ventricoli del cuore vibrano in modo disordinato e non efficace, anziché pompare il sangue nel modo corretto. La causa principale di questa grave aritmia è spesso una malattia cardiaca sottostante, come la malattia coronarica che può portare all'infarto del miocardio, un fattore scatenante comune della fibrillazione ventricolare. La fibrillazione ventricolare causa un'immediata cessazione dell'uscita efficace di sangue, portando a collasso e morte improvvisa se non trattata immediatamente con defibrillazione. Infatti, questa condizione richiede un intervento rapido per permettere il ripristino di un ritmo cardiaco efficace, attraverso la defibrillazione o manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP). La serietà di questa condizione deriva dalla sua capacità di interrompere l'apporto di sangue a organi cruciali come il cervello e il cuore stesso, portando a danni irreversibili in pochi minuti. La prevenzione attraverso la gestione dei fattori di rischio cardiovascolari e la rilevazione tempestiva delle patologie cardiache sottostanti sono essenziali per ridurre l'incidenza di questo grave disturbo.

14 di 64 Domande

La fagofobia puo' essere definita come:














La risposta corretta è la A
La fagofobia può essere definita come la paura di deglutire in assenza di deficit deglutitori. La fagofobia è un disturbo d'ansia caratterizzato da una paura irrazionale e persistente di deglutire, nonostante non vi sia una causa fisica che impedisca la normale deglutizione. Questa condizione può portare le persone a evitare di mangiare solidi o liquidi per timore di soffocare, causando significativi disagi e potenzialmente alterazioni dello stato nutrizionale. La diagnosi di fagofobia si basa sull'anamnesi del paziente e sulla sua descrizione dell'esperienza di paura associata alla deglutizione, in assenza di anomalie rilevabili attraverso esami clinici o test strumentali che possano giustificare tale paura. Il riconoscimento e il trattamento di questo disturbo richiedono un approccio multidisciplinare, che può includere la psicoterapia, come la terapia comportamentale cognitiva, per aiutare il paziente a superare la paura attraverso tecniche di rilassamento e desensibilizzazione progressiva. La gestione efficace della fagofobia può migliorare notevolmente la qualità di vita dell'individuo, consentendogli di ritornare a una normale assunzione di cibo.

15 di 64 Domande

Qual'e' la complicanza piu' temibile di un trauma addominale?














La risposta corretta è la C
La complicanza più temibile di un trauma addominale è l'emorragia da rottura di vasi e/o di organi. Questo tipo di emorragia può derivare da danni a organi solidi come la milza, il fegato o i reni, nonché da lesioni a grandi vasi sanguigni. Le emorragie gravi possono portare a shock emorragico, condizione in cui la perdita massiva di sangue causa una diminuzione del volume circolante, con conseguenti ipoperfusione tissutale e insufficienza multiorgano. Il trauma addominale può spaziare da lesioni chiuse, dove la pelle rimane intatta, a lesioni aperte con forature o lacerazioni. Le lesioni chiuse possono causare emorragie interne attraverso la rottura di organi o il strappo di vasi sanguigni, mentre la natura immediatamente apparente di una lesione aperta può facilitare un più rapido riconoscimento e intervento. L'identificazione tempestiva delle segni e sintomi di shock emorragico, come, la tachicardia, la pressione arteriosa bassa, e la gotta fredda e umida della pelle, è cruciale in pazienti con emorragie visibili o sospette. Il monitoraggio e il trattamento tempestivi sono fondamentali per prevenire risultati catastrofici, data l'alta mortalità associata alle emorragie non controllate in seguito a trauma addominale. Quindi, l'emorragia interna successiva a trauma addominale richiede rapida valutazione e gestione per minimizzare le conseguenze potenzialmente fatali.

16 di 64 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

17 di 64 Domande

Quale tra le seguenti e' l'unita' di misura dell'energia?














La risposta corretta è la D
L'unità di misura dell'energia corrisponde al Joule. Questa scelta è corretta poiché il Joule (simbolo J) è l'unità SI utilizzata per quantificare l'energia, il lavoro o la quantità di calore. Questa unità di misura prende il nome dal fisico inglese James Prescott Joule. Il Joule si definisce come il lavoro prodotto dalla forza di un Newton applicata su un corpo che si sposta di un metro nella direzione della forza. Questo può sembrare molto tecnico, ma rappresenta un modo diretto per quantificare l'energia in termini fisici. In ambiti pratici, il Joule trova applicazione in vari settori dalla fisica alla chimica, e nell'energetica. È fondamentale per misurare l'efficienza energetica degli apparecchi elettrici, la produzione e il consumo energetico, oltre che in numerose applicazioni scientifiche e ingegneristiche. Essenzialmente, l'energia misurata in Joule rappresenta la capacità di fare lavoro o produrre calore. Un esempio quotidiano è il calore prodotto da un'apparecchiatura elettrica, come un forno a microonde, o l'energia necessaria per muovere un oggetto da un punto a un altro. Come tutte le unità di misura, i Joule aiutano a quantificare e standardizzare le osservazioni, rendendo possibili confronti precisi e la comunicazione scientifica. In ogni campo della scienza e dell'ingegneria, il concetto di energia e il suo corretto calcolo e gestione sono centrali per l'innovazione e la comprensione delle leggi che governano l'universo. La scelta del Joule come unità di misura dell'energia riflette l'importanza di questi concetti.

18 di 64 Domande

Un paziente cosciente, ma totalmente dipendente nelle ADL, presenta un cavo orale con una patina biancastra sulla lingua. Con quale frequenza e modalita' l'infermiere effettua l'igiene del cavo orale?














La risposta corretta è la B
L'igiene orale per un paziente cosciente ma totalmente dipendente nelle attività della vita quotidiana (ADL) e con una patina biancastra sulla lingua si effettua prima e dopo ogni pasto. Si utilizza uno spazzolino morbido umidicato con il dentifricio abituale del paziente. Questa procedura mira a mantenere un'adeguata igiene orale e a prevenire l'aggravarsi della condizione presente sulla lingua, potenzialmente legata a una proliferazione di microrganismi. La frequenza e la modalità di questa cura sono fondamentali per garantire il benessere del paziente e prevenire le infezioni orali, mantenendo il cavo orale pulito e libero da accumuli dannosi.

19 di 64 Domande

Il servizio infermieristico e':














La risposta corretta è la D
Il servizio infermieristico comprende l'insieme del personale, delle funzioni e delle prestazioni svolte dal personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione a vari livelli di responsabilità e in diversi ambiti aziendali. Questa definizione aiuta a capire come il lavoro in questo settore non si limiti solo alle cure dirette al paziente, ma comprenda anche la gestione, l'educazione sanitaria e il supporto tecnico, all'interno di una struttura organizzata e multifunzionale. Non si tratta di una singola attività , ma di un insieme coordinato di azioni volte a garantire la salute e il benessere del paziente in vari contesti di cura.

20 di 64 Domande

Quale posizione nel sonno si e' dimostrata piu' associata alla SIDS:














La risposta corretta è la B
La posizione nel sonno più associata alla SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante) è la posizione prona, ovvero quando il bambino dorme sulla pancia. Questa posizione può incrementare il rischio di SIDS perché può complicare la respirazione del bambino e aumentare la probabilità di riassorbimento di anidride carbonica, soprattutto se il bebè dorme su una superficie morbida che può adattarsi intorno al suo viso. La raccomandazione standard per ridurre il rischio di SIDS è di posizionare i bambini a dormire sulla schiena (posizione supina), su un materasso rigido e in una culla priva di oggetti soffici, come cuscini e peluche, che potrebbero aumentare il rischio di soffocamento o overheating.

21 di 64 Domande

La contabilita' analitica:














La risposta corretta è la B
La contabilità analitica è uno strumento del controllo di gestione, utilizzato per analizzare in modo dettagliato i costi e i ricavi dell'attività aziendale. Questo tipo di contabilità offre la possibilità di attribuire i costi ai singoli prodotti, progetti o segmenti, permettendo così di valutare la redditività e di prendere decisioni informate per il futuro dell'azienda. La contabilità analitica gioca quindi un ruolo fondamentale nella strategia di gestione, fornendo un supporto essenziale per l'ottimizzazione delle risorse e l'incremento dell'efficienza operativa.

22 di 64 Domande

Per stabilire il trattamento adeguato in una ulcera da pressione di secondo stadio, quali elementi devono essere considerati?














La risposta corretta è la A
Per trattare adeguatamente un'ulcera da pressione di secondo stadio, è essenziale considerare la sede, le dimensioni, i margini, la cute perilesionale, l’ essudato, il tipo di tessuto e le eventuali cavità . Questi fattori permettono di valutare compiutamente la gravità dell'ulcera e di personalizzare il trattamento. Ogni caratteristica partecipa alla comprensione della guarigione in corso e alla scelta della terapia più opportuna, influenzando direttamente gli interventi di cura e i prodotti da utilizzare.

23 di 64 Domande

Una paziente e' stata ricoverata in ospedale per decadimento delle condizioni cognitive e fisiche. La signora e' soporosa, emette lamenti durante le manovre di posizionamento. Quale scala di valutazione del dolore di dovra' applicare alla paziente?














La risposta corretta è la A
La paziente soporosa con lamenti durante le manovre di posizionamento dovrebbe essere valutata per il dolore usando la scala Noppain. Questa scala è pensata per valutare il dolore in pazienti non in grado di comunicare verbalmente le loro sensazioni, come è il caso di questa donna. La scala Noppain permette così di comprendere e gestire meglio il dolore in pazienti con condizioni cognitive e fisiche deteriorate, che non possono esprimersi chiaramente.

24 di 64 Domande

Secondo il provvedimento 22 febbraio 2001 della Conferenza Stato-Regioni che istituisce la figura ed il relativo profilo professionale dell'operatore socio-sanitario, le attivita' dell'OSS sono:














La risposta corretta è la A
Le attività dell'Operatore Socio-Sanitario (OSS) come definite dal provvedimento del 22 febbraio 2001 dalla Conferenza Stato-Regioni comprendono assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero, intervento igienico-sanitario e di carattere sociale, supporto gestionale, organizzativo e formativo. L'OSS svolge un ruolo cruciale all'interno delle strutture sanitarie e socio-assistenziali, offrendo un supporto quotidiano ai pazienti attraverso la cura della persona e dell'ambiente in cui vive, contribuendo al benessere psicofisico e favorendo l'integrazione sociale. La professionalità dell'OSS abbraccia sia l'assistenza alla persona in termini di attività quotidiane sia il supporto nelle procedure igienico-sanitarie, oltre a svolgere funzioni di supporto alla gestione e organizzazione delle attività socio-sanitarie e formative.

25 di 64 Domande

La SDO:














La risposta corretta è la A
La SDO è considerata parte integrante della cartella clinica, avendo le stesse valenze medico legali. Questa integrazione significa che la SDO ha un ruolo fondamentale nel documentare la cura e l'assistenza, contribuendo alla continuità delle informazioni sanitarie necessarie per una corretta gestione del paziente. Essa racchiude dati cruciali per valutare l'andamento clinico, le decisioni diagnostiche e terapeutiche, rendendosi essenziale per la legalità , la qualità e la sicurezza delle cure.

26 di 64 Domande

Nel caso si utilizzi un deflussore che eroga 10 gocce per un millilitro, per regolare la velocita' di infusione allo scopo di somministrare un litro di soluzione in circa 8 ore, occorre regolare il deflussore in modo che si somministrino:














La risposta corretta è la A
Utilizzando un deflussore che eroga 10 gocce per un millilitro, per somministrare un litro di soluzione in circa 8 ore, nessuna delle opzioni proposte è corretta. Per determinare la corretta velocità di infusione, bisogna fare dei calcoli precisi, che includono il numero di millilitri da somministrare (1000 ml) e il tempo in minuti (8 ore equivalgono a 480 minuti). Tuttavia, le risposte fornite non corrispondono al risultato di questi calcoli, indicando così che nessuna delle opzioni è accurata per raggiungere l'obiettivo di infusione desiderato.

27 di 64 Domande

Per detersione di una ferita e' necessario utilizzare:














La risposta corretta è la A
Per la detersione di una ferita è necessario utilizzare sodio cloruro al 0,9%. Questa soluzione, comunemente nota come soluzione salina isotonica, è ideale perché compatibile con i tessuti del corpo e minimizza il rischio di irritazioni o danni ai tessuti esposti. La sua composizione e concentrazione sono pensate per emulare il liquido extracellulare del corpo, rendendola sicura per la pulizia delle ferite, supportando una guarigione ottimale senza aggravare o interferire con il tessuto lesionato.

28 di 64 Domande

I principali stili di vita che sono presi in considerazione nell'ambito di un intervento di promozione della salute sono:














La risposta corretta è la A
Gli stili di vita cruciali considerati negli interventi di promozione della salute includono: sovrappeso ed obesità , sedentarietà , fumo e alcol. Questi fattori sono noti per il loro impatto significativo sulla salute individuale e collettiva. L'obesità e il sovrappeso, legati strettamente alla sedentarietà , aumentano il rischio di sviluppare malattie croniche come diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari. Il fumo e l'abuso di alcool, a loro volta, sono associati a una vasta gamma di problemi sanitari, inclusi quelli respiratori, cardiovascolari e oncologici, sottolineando l'importanza di indirizzare questi comportamenti negli sforzi di promozione della salute.

29 di 64 Domande

Il volume plasmatico materno in gravidanza:














La risposta corretta è la A
Durante la gravidanza, il volume plasmatico materno aumenta di oltre 1000 ml. Questo incremento è un adattamento fisiologico necessario per sostenere il flusso sanguigno attraverso la placenta, garantendo così un adeguato scambio di nutrienti e ossigeno tra madre e feto. Questa espansione del volume plasmatico aiuta anche a preparare il corpo della madre per la perdita di sangue che avverrà durante il parto.

30 di 64 Domande

PER DEISCENZA DI UNA FERITA SI INTENDE:














La risposta corretta è la A
La deiscenza di una ferita si riferisce alla situazione in cui essa presenta una separazione di tutti gli strati. Questo termine è utilizzato nel campo medico per indicare una complicanza durante il processo di guarigione, che può verificarsi in seguito a diverse cause come infezioni, stress sulla ferita o una cattiva tecnica chirurgica. La deiscenza potrebbe richiedere interventi supplementari per consentire la corretta cicatrizzazione.

31 di 64 Domande

Leggi la seguente affermazione: "..consiste nell'aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute ed a conservare e migliorare la propria qualita' di vita". Si tratta di:














La risposta corretta è la A
La definizione corretta menzionata si riferisce all'educazione terapeutica. L'educazione terapeutica (ET), stando a quanto indicato dall'OMS, ha lo scopo di migliorare la collaborazione e la comunicazione tra il paziente e i professionisti della salute. Gli obiettivi principali sono aumentare la capacità del paziente di gestire la propia salute e migliorare la qualità della vita, rendendo il paziente un partecipante attivo nel suo percorso di cura. Questa definizione è centrata sulla personalizzazione dell'assistenza e sull'empowerment del paziente e della sua famiglia nell'affrontare la condizione di salute.

32 di 64 Domande

Ti trovi in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) e l'operatore socio sanitario collabora all'attuazione del piano assistenziale di un paziente che ha superato la fase acuta e sta recuperando l'autonomia nella deambulazione. Quale tra le seguenti indicazioni fornisci all'operatore che assiste il paziente














La risposta corretta è la A
Il piano assistenziale per un paziente in RSA, che sta recuperando l'autonomia nella deambulazione, prevede che l'operatore socio sanitario debba supportare il paziente lasciandogli fare l'andatura. Questo approccio promuove l'autonomia e contribuisce a rinforzare la fiducia nelle proprie capacità motorie, essenziale per il recupero della piena autonomia del paziente. Questo tipo di sostegno fa parte di un percorso di riabilitazione in cui il paziente è gradualmente guidato a ritrovare la propria indipendenza motoria, migliorando nel contempo la sicurezza e riducendo il rischio di cadute.

33 di 64 Domande

Quale delle seguenti preparazioni farmacologiche appartiene alla categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati.














La risposta corretta è la A
Il cloruro di sodio (NaCl) a 2 mEq/ml appartiene alla categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati, in quanto presenta una concentrazione maggiore in termini di mEq per millilitro rispetto alle altre opzioni elencate. Questa concentrazione più elevata lo rende particolarmente utile in situazioni cliniche dove è necessaria una rapida correzione degli squilibri elettrolitici. Queste soluzioni sono impiegate in medicina per trattare o prevenire gravi casi di iponatremia o altre condizioni che richiedono un riequilibrio degli elettroliti.

34 di 64 Domande

Una paziente seguita a domicilio ha in corso una terapia continuativa con dei farmaci beta 2 agonisti. Qual e' un possibile effetto collaterale della terapia assunta














La risposta corretta è la A
Una paziente in trattamento continuativo con farmaci beta 2 agonisti può sperimentare come effetto collaterale un'aritmia. I beta 2 agonisti agiscono principalmente stimolando i recettori beta 2-adrenergici, conducendo a rilassamento del muscolo liscio bronchiale. Tuttavia, a dosi elevate o in soggetti particolarmente sensibili, possono influenzare il cuore causando aritmie, dato che alcuni recettori cardiaci possono essere attivati incidentalmente. Questa reazione è legata alla loro azione sui recettori adrenergici che, oltre a dilatare i bronchi, possono accelerare il ritmo cardiaco.

35 di 64 Domande

Su quali elementi si basa, secondo la Legge 42 del 26 febbraio 1999, il campo proprio di attivita' dell' infermiere














La risposta corretta è la A
La Legge 42 del 26 febbraio 1999 fonda il campo proprio di attività dell'infermiere sul profilo professionale, gli ordinamenti didattici e il codice deontologico. Questi elementi sono essenziali per delineare la professione infermieristica, fornendo un quadro completo delle competenze, della formazione e dei principi etici che governano la pratica quotidiana in campo sanitario.

36 di 64 Domande

Sei un infermiere di una chirurgia. Insieme al gruppo infermieristico, vuoi progettare uno strumento di monitoraggio della disidratazione negli anziani post-operati. Vuoi individuare in letteratura i segni/sintomi maggiormente predittivi di disidratazione. Quale tra i seguenti quesiti riflette correttamente la metodologia PICO/PIO per ricercare la letteratura su MedLine?














La risposta corretta è la A
Nella popolazione anziana post-operata, si indagano i segni/sintomi predittivi di disidratazione. La corretta formulazione della domanda secondo la metodologia PICO/PIO permette la specifica identificazione dei criteri di ricerca: "popolazione" (anziani post-operati), "interesse" (segno/sintomi di disidratazione). Questa precisione agevola la ricerca mirata in letteratura scientifica su MedLine, consentendo di individuare studi rilevanti che possano guidare la pratica clinica nell'identificare i segnali più predittivi di disidratazione, essenziali per implementare strategie di monitoraggio efficaci in un contesto così delicato.

37 di 64 Domande

Il Signor Rossi sta imparando come dovra' gestire a domicilio la colonstomia appena confezionata. La sua dimissione avverra' fra qualche giorno. Stamattina, quando ti fermi con lui a verificare quanto ha appreso, afferma: "Non credo di riuscire a fare tutto questo da solo, e' troppo complicato". Quale tra le seguenti risposte che potresti attivare contiene una tecnica della relazione di aiuto?














La risposta corretta è la A
Il Signor Rossi esprime preoccupazione nel gestire da solo la colonstomia, affermando: "Non credo di riuscire a fare tutto questo da solo, è troppo complicato". La risposta che applica una tecnica della relazione di aiuto è "Mi aiuti a capire meglio: possiamo dire che non si sente ancora pronto ad affrontare questo a casa?". Questa risposta apre un dialogo empatico, invitando il Signor Rossi a esprimere più dettagliatamente le sue preoccupazioni. Coinvolgere attivamente il paziente nel discutere i suoi sentimenti e dubbi sottolinea l'importanza dell'ascolto e del supporto emotivo nel processo di cura, facilitando la sua adattabilità alla nuova condizione di vita e rafforzando la sua autonomia e sicurezza nell'auto-gestione della colonstomia.

38 di 64 Domande

Sei un infermiere che assiste un paziente a domicilio con esiti di ictus, l'autonomia nelle ADL (activities daily living) e' ancora molto compromessa ed il paziente e' continente. Nella regione sacrale e' presente una lesione da decubito granuleggiante al III stadio. indica il trattamento maggiormente indicato secondo le piu' recenti evidenze:














La risposta corretta è la A
Il trattamento maggiormente indicato per una lesione da decubito granuleggiante al III stadio in un paziente con esiti di ictus comprende l'uso di schiuma di poliuretano e copertura con pellicola o placca idro-colloide. Questa combinazione offre una protezione ottimale dell'area affetta, fornendo al contempo un ambiente umido favorevole alla guarigione della lesione. La schiuma di poliuretano assorbe l'eccesso di umidità mantenendo pulito il letto della ferita, mentre la pellicola o placca idro-colloide crea una barriera protettiva contro contaminazioni esterne, supportando il processo di guarigione.

39 di 64 Domande

Devi comunicare alla direzione la prevalenza delle Lesioni da Decubito (LdD). Quale delle seguenti formule utilizzeresti.














La risposta corretta è la A
Per comunicare alla direzione la prevalenza delle Lesioni da Decubito, si utilizzerebbe la formula: Numero di pazienti con LdD nella giornata indice diviso per il totale dei pazienti presenti, moltiplicato per 100. Questa formula misura la percentuale di pazienti che hanno sviluppato lesioni da decubito in un giorno specifico (giornata indice), offrendo un'istantanea della situazione e permettendo una valutazione immediata della qualità delle cure fornite in relazione alla prevenzione delle lesioni da pressione.

40 di 64 Domande

Leggi attentamente l'affermazione riportata di seguito: "La denominazione "professione sanitaria ausiliaria" nel testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, nonche' in ogni altra disposizione di legge, e' sostituita dalla denominazione "professione sanitaria". Indica di che cosa si tratta














La risposta corretta è la A
L'affermazione citata è un estratto dalla legge 42/1999, che ha modificato la denominazione da "professione sanitaria ausiliaria" a "professione sanitaria" nelle leggi italiane. Questa modifica legislativa riflette l'evoluzione del riconoscimento e della classificazione delle professioni nel settore sanitario, enfatizzando l'importanza e l'autonomia delle diverse figure professionali.

41 di 64 Domande

Quali tra i seguenti segni clinici e sintomi sono altamente predittivi di ematemesi














La risposta corretta è la A
Pallore, ipotensione, e vomito con presenza di sangue rosso vivo sono altamente predittivi di ematemesi. Questi sintomi indicano una perdita di sangue acuta e potenzialmente life-threatening dal tratto gastrointestinale superiore. Il vomito con sangue rosso vivo suggerisce una sorgente di sanguinamento attiva vicina alla zona dell'esofago, dello stomaco o delle prime sezioni dell'intestino tenue. Il pallore e l'ipotensione sono segni di shock ipovolemico causato dalla perdita di sangue, richiedendo assistenza medica immediata per localizzare e trattare la fonte del sanguinamento.

42 di 64 Domande

Quale delle seguenti preparazioni farmacologiche non appartiene alla categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati.














La risposta corretta è la A
La soluzione glucosata al 20% non rientra nella categoria delle soluzioni di elettroliti concentrati. Questo perché le soluzioni elettrolitiche si basano sulla presenza di ioni, come il sodio, il potassio e il fosfato, indispensabili per il mantenimento dell'equilibrio idro-elettrolitico nell'organismo. La soluzione glucosata, invece, è una soluzione di zuccheri, prevalentemente glucosio, impiegata per fornire energia e fluidi, senza apportare elettroliti concentrati.

43 di 64 Domande

Sei un infermiere neoassunto e all'interno di un protocollo che stai visionando trovi la seguente indicazione "Lesioni con trattamento appropriato / numero lesioni nella giornata". Ti trovi di fronte a:














La risposta corretta è la A
Mi trovo di fronte a un indicatore. Gli indicatori sono misure utilizzate per valutare la qualità e l'efficacia degli interventi sanitari. Nell'esempio, "Lesioni con trattamento appropriato / numero lesioni nella giornata" valuta l'efficienza del trattamento delle lesioni in termini di quanti casi sono gestiti correttamente quotidianamente, rispetto al totale delle lesioni segnalate, fornendo così un'immagine efficace del livello di prestazione assistenziale.

44 di 64 Domande

Viene ricoverato dal pronto soccorso un paziente con questo inquadramento clinico: paziente femmina di 15 anni, presente sudorazione, tremore, palpitazioni, debolezza generale, glicemia 60 mg/dl., riferisce nelle ultime due settimane polidipsia e poliuria, aumento dell'appetito e perdita di peso > 10% negli ultimi 2 mesi. Quale potrebbe essere il sospetto diagnostico














La risposta corretta è la A
Il paziente di 15 anni presenta sintomi come sudorazione, tremore, palpitazioni e una glicemia di 60 mg/dl, accompagnati da polidipsia, poliuria, aumento dell’ appetito e perdita di peso. Questi sintomi suggeriscono un sospetto diabetico, con la diagnosi più probabile che è Diabete tipo I. Il Diabete tipo I è una condizione autoimmune che porta alla distruzione delle cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, conducente all'iperglicemia. La combinazione di sintomi acuti come ipoglicemia con manifestazioni croniche quali perdita di peso, polidipsia e poliuria, tipica del diabete non controllato, inquadra il diabete tipo I come sospetto principale.

45 di 64 Domande

Ti trovi in pronto soccorso di una cittadina balneare. Identifica quale dei seguenti gruppi di interventi descrive la corretta sequenza degli interventi assistenziali da garantire ad un paziente con i sintomi di angina pectoris. Il paziente e' un maschio di 45 anni, riferisce dolore retro sternale insorto circa 10 minuti dopo il pranzo. I sintomi sono: nausea, sudorazione, dispnea, ansia/paura, variazione parametri vitali (tachicardia 110, ipertensione 160/110).














La risposta corretta è la A
Nel trattamento iniziale di un paziente con sintomi di angina pectoris al pronto soccorso, si sequenziano gli interventi come segue: mantenimento del paziente a riposo in posizione semiseduta, informazione e tranquillizzazione dello stesso, accesso venoso sicuro, ECG a 12 derivazioni immediato, monitoraggio dei parametri vitali, somministrazione della terapia d'urgenza, valutazione e documentazione del dolore, sorveglianza del paziente, e infine, informazione e tranquillizzazione dei familiari. Questa sequenza garantisce un intervento completo e mirato per pazienti con angina, una condizione caratterizzata da dolore toracico dovuto a ischemia miocardica, senza necrosi miocardica. Un rapido intervento è vitale per prevenire l'aggravarsi della condizione.

46 di 64 Domande

Il Servizio Sanitario Nazionale e' stato istituito:














La risposta corretta è la A
Il Servizio Sanitario Nazionale è stato istituito dalla Legge 833 del 1978, segnando un punto di svolta nella gestione della salute pubblica in Italia. Prima di tale legge, la copertura sanitaria era frammentata e basata sulla categoria lavorativa. La Legge 833 del 1978 ha rivoluzionato questo approccio, introducendo un sistema universalistico diretto a garantire l'assistenza sanitaria gratuita o a costo molto ridotto per tutti i cittadini italiani e per gli stranieri residenti nel paese, indipendentemente dal reddito o dalla professione, ponendosi come obiettivo quello di tutelare il diritto alla salute delineato nell'art. 32 della Costituzione Italiana.

47 di 64 Domande

Hai terminato il turno pomeridiano e ti appresti a trasferire le informazioni alla collega che inizia il turno. Per quanto riguarda le raccomandazioni da trasferire, quale dei seguenti gruppi risulta piu' esaustivo nel garantire la sicurezza del paziente.














La risposta corretta è la A
Al termine del mio turno pomeridiano, le informazioni più esaustive da trasferire alla collega per la sicurezza del paziente includono: frequenza monitoraggio cardiovascolare, presenza di infezioni, livello di rischio lesioni, livello di rischio caduta e rischio di malnutrizione. Questa combinazione di informazioni garantisce un quadro complete e una gestione ottimale del paziente, coprendo aspetti critici come la stabilità cardiaca, rischi per l'integrità fisica, e nutrizione adeguata, essenziale per il recupero e la prevenzione di ulteriori complicazioni.

48 di 64 Domande

Quale delle seguenti caratteristiche definisce la guarigione per seconda intenzione delle ferite.














La risposta corretta è la A
La guarigione per seconda intenzione delle ferite implica una caratteristica in cui possono essere incluse anche le ferite lacero contuse ed è suscettibile di complicanze infettive. Questo metodo di guarigione viene utilizzato per ferite che non possono essere chiuse con suture, graffe o collanti cutanei, e prevede che la ferita guarisca dal fondo verso la superficie. Le ferite guariscono attraverso la formazione di nuovo tessuto (granulazione), la contrazione dei margini della ferita e, infine, mediante la formazione di tessuto cicatriziale. Questo tipo di guarigione è spesso più lento e può risultare in cicatrici più evidenti a causa del processo di guarigione esteso e della possibile infezione.

49 di 64 Domande

Non e' una delle caratteristiche dell'accreditamento istituzionale:














La risposta corretta è la A
L'accreditamento istituzionale non è caratterizzato dal fatto di essere volontario. Questo perché l'accreditamento è generalmente concepito come un processo obbligatorio, normato e che autorizza l'istituzione a svolgere determinate attività o a offrire specifici servizi, in base a standard predefiniti da enti accreditanti. L'obiettivo è assicurare che l'istituzione rispetti determinati criteri di qualità .

50 di 64 Domande

Vieni chiamato da un paziente in seconda giornata post-operatoria. Ha 30 anni ed ha subito un intervento di riduzione di una frattura al femore. Durante il turno notturno il paziente ti riferisce un'intensita' di dolore 8 nella scala 0-10. Tra quelle proposte, quale riflessione e decisione e' corretta.














La risposta corretta è la A
La corretta gestione del dolore in un paziente post-operatorio, che riferisce un'intensità di dolore di 8 sulla scala da 0 a 10, prevede la somministrazione del farmaco analgesico, privilegiando l'approccio di somministrazione a intervalli regolari per evitare acuti picchi di dolore. Questo perché la gestione ottimale del dolore non solo migliora il comfort del paziente ma contribuisce anche a prevenire eventuali complicanze post-operatorie legate all'immobilità o allo stress fisiologico. La somministrazione al bisogno potrebbe essere necessaria in casi di dolore acuto inaspettato, ma l'ideale rimane prevenire l'insorgere del dolore intenso regolando gli intervalli di somministrazione.

51 di 64 Domande

Nella diagnosi infermieristica "Deficit della cura di se', correlata a ridotta forza, che si manifesta con incapacita' di vestirsi e lavarsi" indica l'errore metodologico effettuato nella formulazione:














La risposta corretta è la A
La diagnosi infermieristica "Deficit della cura di sé ", correlata a ridotta forza e manifestata dall'incapacità di vestirsi e lavarsi, è errata poiché è stata correlata a una causa (ictus) oltre il campo di autonomia infermieristica. Gli infermieri si focalizzano sulle condizioni cliniche e sui bisogni dei pazienti per cui possono intervenire autonomamente, non sulle cause mediche specifiche come l'ictus. La diagnosi dovrebbe concentarsi su problemi gestibili con interventi infermieristici, senza ipotizzare cause mediche specifiche che richiedono una diagnosi medica.

52 di 64 Domande

Secondo quanto riportato nel brano I, il Tranquirid:














La risposta corretta è la A
Il Tranquirid è citato come un esempio di farmaco il cui nome evoca un'assonanza con la sua funzione. Questo suggerisce che il nome del medicinale è stato scelto per riflettere o richiamare l'effetto o l'obiettivo terapeutico che il farmaco intende raggiungere, tipicamente per facilitarne l'associazione da parte di pazienti e professionisti del settore. Una pratica non rara nel marketing farmaceutico, dove il nome può giocare un ruolo importante nella percezione del prodotto.

53 di 64 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 64 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 64 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 64 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 64 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 64 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 64 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 64 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 64 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


63 di 64 Domande

Viene riscontrato il seguente quadro radiologico in una donna di 30 anni, che è stata sottoposta ad una TC total body in seguito ad un incidente stradale. Cosa mostra la TC?

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La risposta corretta è la B

Nell'immagine (a) la TC ha evidenziato enfisema sottocutaneo delle palpebre destre (freccia). Nell'immagine (b) è stato osservato enfisema nell’orbita destra (cerchio). È stato inoltre riscontrato enfisema sottocutaneo nell’area della guancia (freccia). Non vi era presenza evidente di aria nello spazio intracranico né fratture della parete o del pavimento orbitario.


64 di 64 Domande

La signora Boggi, una donna di 70 anni, si reca dal medico curante, il Dott. Candi, lamentando dolore al braccio, insorto dopo essere scivolata sul ghiaccio, cadendo in avanti sulle sue mani. Quale è la diagnosi radiologica?

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La risposta corretta è la D.

Dalla radiografia mostrata si può apprezzare una frattura a tutto spessore carico della porzione meta-epifisaria distale del radio, evidenziabile come una stria di radiotrasparenza che interrompe la corticale ossea, probabilmente provocata da un arto iper-esteso verso l’ esterno che cerca di parare una caduta: si tratta di una frattura completa, spostata e angolata dorsalmente a livello del radio distale. Quando tale tipo di frattura si associa alla frattura anche dello stiloide ulnare si parla di frattura di Colles. Le altre strutture ossee in esame indicate nelle opzioni non appaiono interessate da eventi fratturativi-traumatici (le risposte A, B, C ed E non sono corrette)


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