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1 di 62 Domande

Quale complicanza clinica NON si riscontra nell'IRC terminale?














La risposta corretta è la B

Nell’IRC terminale non si riscontra come complicanza l’artrite. La malattia renale cronica è classificata in 5 stadi: Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare normale (?90 mL/min/1,73 m²) con albuminuria persistente o malattia renale strutturale o ereditaria; Stadio 2: 60-89 mL/min/1,73 m²; Stadio 3a: 45-59 mL/min/1,73 m²; Stadio 3b: 30-44 mL/min/1,73 m²; Stadio 4: 15-29 mL/min/1,73 m²; Stadio 5: <15 mL/min/1,73 m². La velocità di filtrazione glomerulare può essere stimata tramite l’equazione CKD-EPI: 141 × (creatinina sierica)^-1,209 × 0,993^età, moltiplicata per 1,018 se donna e 1,159 se afroamericano (1,1799 per donne afroamericane). Questo calcolo è poco accurato negli anziani sedentari, obesi o molto magri. In alternativa, si può usare l’equazione di Cockcroft-Gault per stimare la clearance della creatinina, che tende a sovrastimare del 10-40%. Le complicanze comprendono quelle neurologiche (neuropatia periferica), ematologiche (anemia da ridotta produzione di eritropoietina), scheletriche (osteodistrofia, risposte C-D-E errate) e pericardite nel 20% dei pazienti con insufficienza renale (risposta A errata).


2 di 62 Domande

Nella brucellosi acuta qual e' il titolo minimo per la diagnosi:














La risposta corretta è la C.

La brucellosi (nota anche come "febbre ondulante", "febbre mediterranea" o "febbre maltese") è un’infezione zoonotica trasmessa all’uomo da animali infetti (bovini, ovini, caprini, cammelli, suini o altri) attraverso l’ingestione di prodotti alimentari non pastorizzati, in particolare lattiero-caseari, oppure per contatto diretto con tessuti o fluidi contaminati. Va sospettata in pazienti con febbre, malessere, sudorazione notturna e artralgie in presenza di esposizione epidemiologica significativa, come consumo di prodotti caseari non pastorizzati, contatto con animali in aree endemiche o esposizione professionale. Una diagnosi presuntiva può essere formulata sulla base di:

  • titolo anticorpale totale anti-Brucella ?1:160 mediante test di agglutinazione in provetta standard su siero prelevato dopo l’insorgenza dei sintomi;
  • rilevazione del DNA di Brucella in un campione clinico tramite reazione a catena della polimerasi (PCR).

3 di 62 Domande

Indicare il simbolo del fosforo:














La risposta corretta è la E
Il simbolo chimico del fosforo è "P". Questa risposta è corretta perché il fosforo è un elemento appartenente al gruppo dei non metalli nella tavola periodica, e come ogni elemento, è rappresentato da un simbolo unico, universalmente riconosciuto, che in questo caso è la lettera "P". Il fosforo gioca ruoli vitali in vari processi biologici, compreso il trasferimento di energia nelle cellule tramite ATP, la formazione di ossa e denti, e come componente delle molecole di DNA e RNA. È essenziale per la vita come lo conosciamo. Troviamo il fosforo principalmente in forma fosfata nel corpo, svolgendo compiti cruciali nella formazione dei tessuti e nel mantenimento delle funzioni cellulari. La sua importanza è parallelamente riconosciuta in numerose applicazioni industriali e agricole, dove i composti del fosforo sono utilizzati in fertilizzanti, detergenti, e persino in alcuni pesticidi. Così , il simbolo "P" non è solo una rappresentazione nella tavola periodica, ma simboleggia anche l'ampio ventaglio di ruoli chiave che questo elemento svolge sia nella biologia che nelle applicazioni quotidiane.

4 di 62 Domande

Il neonato deve urinare:














La risposta corretta è la E
Il neonato deve urinare entro 24 ore dalla nascita. Questo avviene perché la produzione e l’ escrezione di urina sono attività fondamentali che indicano il corretto funzionamento del sistema renale nei neonati. La rilevanza di tale evento sta nel fatto che, immediatamente dopo la nascita, i reni del neonato iniziano a lavorare indipendentemente, filtrando i rifiuti dal sangue e mantenendo l'equilibrio dei liquidi e elettroliti necessari per le funzioni vitali del corpo. Una corretta diuresi nei primi giorni di vita è essenziale per intercettare eventuali problemi di salute precoci nei neonati. Gli esperti sottolineano l'importanza di una tempestiva produzione di urina lavorando come un indicatore dello stato di health idrico e della funzionalità renale del neonato. L'attesa oltre le 24 ore può suggerire possibili complicazioni mediche o disidratazione, meritevoli di ulteriore valutazione da parte del personale sanitario. La capacità del neonato di iniziare a urinare dentro questo intervallo temporale viene spesso osservata attentamente in ambiete ospedaliero per assicurarsi che i neonati non stiano incontrando ostacoli in questo aspetto critico della loro salute. Il ritardo nella produzione di urina può indicare una varietà di problemi, inclusi quelli relativi alla funzionalità renale, che necessitano di investigazioni mediche per determinarne la causa e l'adeguato trattamento.

5 di 62 Domande

La Piramide delle Evidenze e':














La risposta corretta è la E
La Piramide delle Evidenze è una classificazione dei lavori scientifici secondo uno schema che pone alla base della piramide gli studi preliminari (su modelli animali o in vitro) e all'apice della piramide le revisioni sistematiche e le Meta-analisi. Questa struttura è concepita per rappresentare la gerarchia delle evidenze nella ricerca medica, dove le revisioni sistematiche e le meta-analisi sono in cima perché forniscono un elevato livello di sintesi delle evidenze, derivando da molteplici studi e offrendo una panoramica complessiva delle ricerche su una specifica questione. Gli studi preliminari, invece, costituiscono la base poiché , sebbene siano essenziali per lo sviluppo della conoscenza, forniscono dati meno definitivi rispetto agli studi condotti su larga scala o alle analisi che combinano i risultati di più ricerche. Questo ordine riflette un crescente livello di affidabilità e generalizzabilità dei risultati, man mano che si sale dalla base all'apice della piramide: dalla raccolta di dati iniziali verso la sintesi di ampia portata che aiuta a stabilire raccomandazioni basate sull'evidenza per la pratica clinica.

6 di 62 Domande

Devi infondere 300ml di soluzione Fisiologica 0.9% in 10 ore. Devi utilizzare un deflussore. Sapendo che 30 gocce erogate con il deflussore corrispondono a 1 ml, a quante gocce al minuto devi regolare il deflussore?














La risposta corretta è la E
La domanda chiede di calcolare a quante gocce al minuto bisogna regolare un deflussore per infondere 300ml di soluzione Fisiologica al 0.9% in 10 ore, sapendo che 30 gocce corrispondono a 1ml. La risposta corretta è 15 gocce al minuto. Questo risultato si ottiene considerando che per infondere 300ml in 10 ore, si deve prima calcolare il flusso orario, dividendo il volume totale per il numero delle ore, ottenendo quindi 30ml/ora. Successivamente, dato che 30 gocce equivalgono a 1ml, per determinare il numero di gocce al minuto si moltiplica il flusso orario per 30 e si divide per 60 (i minuti in un'ora), ottenendo così 15 gocce al minuto. Questa procedura di calcolo è fondamentale per garantire la corretta velocità di infusione di fluidi in ambito clinico, per assicurare sia l'efficacia del trattamento che la sicurezza del paziente. L'infusione troppo rapida o troppo lenta può avere effetti negativi sulla salute del paziente, motivo per cui la precisione in questi calcoli è cruciale.

7 di 62 Domande

Un paziente deve assumere 50 mg di antibiotico in sospensione orale. Avendo a disposizione il dosaggio di 600 mg in 60ml, quanti ml devono essere somministrati?














La risposta corretta è la E
Un paziente deve assumere 50 mg di antibiotico in sospensione orale e, avendo a disposizione il dosaggio di 600 mg in 60ml, devono essere somministrati 5 ml. La corretta somministrazione di antibiotici è essenziale per la loro efficacia e per prevenire la resistenza agli antibiotici. La dose e concentrazione necessarie variano in base al tipo di infezione, all'età del paziente, al peso, alla funzionalità renale, e ad altri fattori. È importante seguire le indicazioni del foglietto illustrativo o del medico prescrittore per assicurarsi che l'antibiotico sia efficace. Un dosaggio preciso garantisce che il paziente riceva la quantità necessaria di farmaco per combattere l'infezione senza rischiare effetti collaterali non necessari o la resistenza antibiotica, un fenomeno in cui batteri diventano in grado di resistere agli effetti di un antibiotico che un tempo poteva eliminarli.

8 di 62 Domande

La Raccomandazione n.17, Dicembre 2014, del Ministero della Salute recante Raccomandazione per la riconciliazione della terapia farmacologica in tema di ricognizione specifica che:














La risposta corretta è la C
La Raccomandazione n. 17, Dicembre 2014, del Ministero della Salute, specifica che il professionista (medico, infermiere, ostetrica, farmacista) indicato dalla procedura svolge la ricognizione farmacologica all'inizio della presa in carico del paziente, entro 24 ore, ad eccezione delle emergenze o assenza di dati essenziali. Questa precisa tempistica e l'inclusione di diversi professionisti sanitari sottolineano l'importanza di una gestione farmacologica attenta e personalizzata fin dai primi momenti dell'assistenza, mirando a ridurre errori e garantire la sicurezza del paziente. La pronta valutazione dei farmaci che il paziente sta assumendo, intesa come "riconciliazione", mira a evitare discrepanze terapeutiche erronee e interazioni potenzialmente dannose. L'affidamento a un team multidisciplinare riflette la complessità della gestione dei trattamenti e sottolinea l'importanza della collaborazione fra professionisti per la sicurezza del paziente, in linea con le migliori pratiche di gestione del rischio clinico nell'ambito della cura e della sicurezza del paziente.

9 di 62 Domande

La Raccomandazione n.13, Novembre 2011 (aggiornata al 1 Dicembre 2011) del Ministero della Salute, recante Raccomandazione per la prevenzione e la gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie, in tema di gestione della terapia farmacologica specifica che:














La risposta corretta è la D
La Raccomandazione n.13, Novembre 2011 (aggiornata al 1 Dicembre 2011) del Ministero della Salute postula che i pazienti in terapia con farmaci alteranti lo stato psicofisico e quelli in terapia con 4 o più farmaci vanno monitorati per il rischio di cadute. Questa indicazione si basa sul riconoscimento che tali farmaci e politerapie possano aumentare il rischio di cadute, interferendo con le capacità cognitive, l'equilibrio e la funzionalità motoria. Le cadute nei pazienti ospedalizzati o nelle strutture sanitarie sono un evento significativo, con possibili conseguenze gravi come traumi, fratture e peggioramento delle condizioni di salute. L'uso di multiple farmacoterapie e certi tipi di medicine, in particolare, può alterare lo stato mentale o l'equilibrio, rendendo difficoltoso per i pazienti mantenere la stabilità e aumentando il rischio di incidenti. Il monitoraggio intensificato aiuta a identificare precoce qualsiasi deterioramento delle condizioni del paziente e a attuare misure preventive per ridurre il rischio di cadute. È noto che la gestione della sicurezza del paziente riguarda anche la capacità di valutare i rischi associati ai trattamenti e agli interventi farmacologici proposti, adottando strategie che mirino alla minimizzazione di questi rischi, in linea con le buone pratiche cliniche e con le indicazioni provenienti dagli organismi di regolamentazione nazionali e internazionali.

10 di 62 Domande

Qual e' la complicanza piu' grave della trombosi venosa profonda?














La risposta corretta è la B
La complicanza più grave della trombosi venosa profonda è l'embolia polmonare. Questa risposta è corretta perché l'embolia polmonare si verifica quando un trombo, spesso originato nelle vene profonde delle gambe (trombosi venosa profonda), si stacca e migra fino ai polmoni, bloccando un'arteria polmonare o uno dei suoi rami. Questo può causare danni ai polmoni a causa della riduzione dell'apporto di sangue e può diminuire il livello di ossigeno nel sangue, portando a condizioni potenzialmente fatali. Infatti, l'embolia polmonare rappresenta un'emergenza medica, che richiede un intervento rapido per ridurre il rischio di conseguenze fatali. Tale patologia può manifestarsi con sintomi quali difficoltà respiratoria, dolore toracico di tipo pleuritico, tosse (talvolta con presenza di sangue), tachicardia e, in casi gravi, shock o morte improvvisa. Il trattamento precoce e adeguato è essenziale per prevenire seri problemi cardiopolmonari e ridurre il rischio di mortalità associato a questa patologia.

11 di 62 Domande

Quali tra le seguenti lipoproteine vengono in genere comunemente chiamate colesterolo buono?














La risposta corretta è la E
Le lipoproteine comunemente chiamate "colesterolo buono" sono le HDL. Questa definizione si riferisce alla capacità delle HDL di facilitare il trasporto del colesterolo in eccesso dal sangue al fegato per la sua eliminazione, contribuendo così a ridurre il rischio di formazione delle placche aterosclerotiche negli arterie e prevenendo malattie cardiovascolari. Le HDL sono quindi viste come protettive perché agiscono in contrasto all'accumulo di colesterolo nelle arterie, un processo che può portare all'aterosclerosi, una malattia caratterizzata dalla formazione di placche che possono ridurre o bloccare il flusso del sangue nei vasi sanguigni, aumentando il rischio di attacchi di cuore o ictus. Infatti, avere un livello alto di HDL nel sangue è spesso associato a un minor rischio di sviluppare malattie cardiache. Questa funzione delle HDL di trasportare il colesterolo indietro al fegato, dove può essere smaltito, sottolinea la loro importanza in un contesto di salute cardiovascolare.

12 di 62 Domande

Le feci picee sono:














La risposta corretta è la D
Le feci picee sono associate con melena, una condizione medica dove le feci presentano un colore scuro e catramoso. Questo aspetto delle feci è il risultato della presenza di sangue digerito; quando il sangue percorre l'intestino per un tempo prolungato prima di essere evacuato, subisce un processo di degradazione che ne trasforma il colore in nero. Questo fenomeno è comunemente legato a sanguinamenti del tratto gastrointestinale superiore, come ulcere, varici esofagee o gastrite. La melena è segnale di una possibile perdita emorragica significativa e richiede indagini diagnostiche approfondite per identificare e trattare l'origine del sanguinamento. Confermare la fonte del sanguinamento è essenziale per un trattamento adeguato, che può variare da interventi terapeutici minimo invasivi a trattamenti chirurgici, a seconda della causa sottostante del sanguinamento gastrointestinale.

13 di 62 Domande

Secondo la Raccomandazione n. 12, Agosto 2010 del Ministero della Salute Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia con farmaci Look-Alike/Sound-Alike, quale delle seguenti direttive, emesse per evitare errori dovuti allo scambio di farmaci LASA, e? falsa:














La risposta corretta è la E
La risposta corretta alla domanda sulla Raccomandazione n. 12 del Ministero della Salute per prevenire gli errori in terapia con farmaci Look-Alike/Sound-Alike (LASA) è quella che afferma essere falsa l'affermazione secondo cui sono accettate richieste verbali o telefoniche, in assenza del medico sul posto, purché lo stesso trascriva la prescrizione, su supporto cartaceo o informatico, entro 24 ore dall'indicazione verbale o telefonica data. Questa affermazione non corrisponde alle direttive emanate per ridurre il rischio di errori dovuti allo scambio di farmaci LASA, che enfatizzano invece l'importanza di un'accurata distinzione e identificazione dei farmaci, previa verifica e documentazione immediata delle prescrizioni, per prevenire confusione e potenziali danni al paziente. La correttezza delle prescrizioni, la verifica in situ della loro appropriatezza e l'uso prudente di comunicazioni verbali o telefoniche sono princì pi fondamentali nella gestione sicura dei farmaci, mirati a eliminare o ridurre significativamente il rischio di errori di somministrazione causati da equivoci sui nomi o sull'aspetto dei farmaci, evidenziando la necessità di adeguate prassi di verifica e documentazione che assicurino la corrispondenza tra la prescrizione medica e il trattamento effettivamente somministrato. Pertanto, la direttiva falsamente attribuita come accettabile va contro il principio di garantire la massima sicurezza nella gestione e somministrazione dei farmaci LASA, sottolineando l'importanza della tracciabilità e dell'immediatezza nella documentazione delle prescrizioni.

14 di 62 Domande

Relativamente ai fattori di rischio per la coronaropatia (Linee Guida per la prevenzione dell'aterosclerosi del Ministero della Salute - settembre 2004) quale tra le seguenti affermazioni e' falsa:














La risposta corretta è la D
La risposta corretta alla domanda è che l'aterosclerosi porta, superati gli 85 anni, ad una stabilizzazione del rischio di malattie cardiovascolari. Questa affermazione è falsa perché l'aterosclerosi, una condizione caratterizzata dall'accumulo di placche lipidiche nelle pareti delle arterie, tende ad aumentare progressivamente il rischio di malattie cardiovascolari con l'avanzare dell'età senza una vera stabilizzazione. Infatti, l'aterosclerosi è una delle principali cause di morbidità e mortalità nelle società moderne, essendo il processo patologico alla base della maggior parte delle malattie cardiovascolari, come infarto miocardico e ictus. Con l'avanzare dell'età , le placche aterosclerotiche possono indurirsi o rompersi, portando a complicazioni quali l'occlusione delle arterie. Inoltre, fattori come l'ipertensione, il diabete, l'iperlipidemia, il fumo e l'obesità possono accelerare l'evoluzione della malattia. Non c'è evidenza di una fase in cui il rischio di sviluppare ulteriori complicanze cardiovascolari dovute all'aterosclerosi si stabilizzi semplicemente a causa dell'età avanzata. Al contrario, i dati mostrano che il rischio continua ad aumentare con l'età , rendendo la prevenzione e la gestione dei fattori di rischio ancora più cruciali negli anziani.

15 di 62 Domande

Quale tra i seguenti principi attivi e' costituente dei farmaci ipoglicemizzanti orali:














La risposta corretta è la C
La metformina è un costituente dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Questo principio attivo è ampiamente utilizzato nel trattamento del diabete mellito di tipo 2, in particolare in pazienti in sovrappeso o obesi, dove il controllo della glicemia non è ottimale tramite dieta ed esercizio fisico. La funzione principale della metformina è quella di migliorare la sensibilità all'insulina dei tessuti, soprattutto del fegato, riducendo così la produzione eccessiva di glucosio (gluconeogenesi epatica) e migliorando l'assorbimento del glucosio a livello muscolare. Rispetto ad altri trattamenti antidiabetici, la metformina presenta un minor rischio di ipoglicemia e non induce aumento di peso, facendola preferire come terapia di prima scelta. La sua efficacia e sicurezza nel tempo sono state ampiamente dimostrate, facendola diventare uno dei pilastri nel trattamento del diabete di tipo 2. La metformina agisce anche beneficialmente sulla lipemia, contribuendo a ridurre i livelli di lipidi nel sangue, e possiede effetti positivi sul sistema cardiovascolare, riducendo il rischio di eventi correlati al diabete.

16 di 62 Domande

Quali delle seguenti affermazioni sulla terapia del diabete e' vera:














La risposta corretta è la B
La risposta corretta alla domanda sulla terapia del diabete è che nessuna delle affermazioni proposte è corretta. Questo perché la gestione e il trattamento del diabete variano a seconda del tipo di diabete e delle circostanze individuali del paziente. Il diabete di tipo 2, ad esempio, può spesso essere gestito e controllato inizialmente attraverso modifiche dello stile di vita e farmaci orali prima di dover ricorrere all'insulina, e non necessariamente richiede la somministrazione di insulina per tutta la vita. Inoltre, con le moderne formulazioni di insulina e dispositivi di somministrazione, le persone in terapia con insulina possono viaggiare senza problemi particolari, rispettando alcune precauzioni per la conservazione del farmaco, senza necessariamente un frigorifero. Infine, l'insulina non causa la cecità ; piuttosto, complicanze a lungo termine del diabete non controllato possono portare a problemi alla vista, inclusa la cecità . Il trattamento tempestivo e adeguato del diabete mira proprio a prevenire tale genere di complicanze. Dunque, la corretta gestione del diabete si basa su un approccio individualizzato, considerando i vari aspetti della vita del paziente e monitorando costantemente la malattia per prevenire le complicanze.

17 di 62 Domande

Cosa non valuta la PUSH TOOL:














La risposta corretta è la D
La PUSH tool non valuta l'odore della ferita, indicando la sua percezione a seconda della distanza e delle condizioni. Questo strumento è progettato per misurare obiettivamente il progresso della guarigione delle ulcere da pressione attraverso tre specifiche componenti: il tipo di tessuto presente sul letto di ferita, la quantità di essudato prodotto dalla lesione, e le dimensioni della stessa, combinate in un punteggio unico per monitorare nel tempo l'evoluzione della lesione. L'odore di una ferita può indicare la presenza di infezione, ma la valutazione dell'odore non è inclusa nella PUSH tool perché è soggettiva e può variare a seconda della percezione individuale e delle condizioni ambientali. Inoltre, non esiste una metrica standardizzata per misurare l'odore, rendendo difficoltoso includerlo in uno strumento come la PUSH tool che mira ad essere il più oggettivo e replicabile possibile nella valutazione del processo di guarigione dell'ulcera.

18 di 62 Domande

Quale tra le seguenti e' una scala di valutazione per il rischio di insorgenza di lesioni da pressione:














La risposta corretta è la B
La scala corretta per la valutazione del rischio di insorgenza di lesioni da pressione è la Scala Braden. Le lesioni da pressione, spesso citate come ulcere da decubito, sono danni al tessuto cutaneo e sottocutaneo risultanti da pressione prolungata, generalmente su una superficie ossea prominente. La Scala Braden è uno strumento progettato per prevedere il rischio di sviluppo di tali lesioni, valutando vari fattori come la percezione sensoriale, l'umidità , l'attività , la mobilità , la nutrizione e l'attrito/sollecitazione. Ogni categoria viene valutata e assegnata un punteggio; i punteggi più bassi indicano un rischio maggiore di sviluppare lesioni da pressione. Questo processo di valutazione aiuta il personale sanitario a identificare i pazienti a maggiore rischio e a implementare strategie preventive mirate, come cambiamenti frequenti di posizione, uso di superfici di supporto speciali e cura della pelle. Le lesioni da pressione possono portare a complicazioni significative, includendo infezioni, prolungamento dei tempi di degenza e, nei casi più gravi, sepsi o morte, rendendo la prevenzione attraverso una valutazione accurata un aspetto cruciale della cura del paziente.

19 di 62 Domande

La documentazione infermieristica:














La risposta corretta è la E
La documentazione infermieristica ha valore di atto pubblico in senso lato in quanto redatta da soggetto incaricato di pubblico servizio. Questa affermazione è corretta poiché riflette l'importanza e la validità legale dei documenti infermieristici all'interno del sistema sanitario. La documentazione infermieristica rappresenta un elemento essenziale nell'ambito dell'assistenza sanitaria, fungendo da strumento per la registrazione accurata e dettagliata delle cure erogate ai pazienti. Tale pratiche permettono di garantire una comunicazione efficace tra i membri del team sanitario, oltre a fornire un resoconto affidabile nel caso di verifiche legali o procedure di accreditamento. L'affermazione secondo cui ha "valore di atto pubblico in senso lato" sottolinea il riconoscimento ufficiale dei documenti infermieristici come parte integrante della rendicontazione delle prestazioni sanitarie, risultando così fondamentali per la qualità delle cure, la sicurezza del paziente e la verifica degli interventi sanitari effettuati. In questo ambito, il professionista infermieristico agisce non solo con competenza e professionalità clinica, ma anche sotto la giurisdizione di normative che regolamentano la documentazione medica, conferendo così un'appropriata formalità legale ai documenti prodotti. Infine, la precisezza, la completezza e l'autenticità dei documenti infermieristici sono aspetti chiave che contribuiscono alla loro rilevanza come atti pubblici in senso lato, essendo testimonianza diretta delle cure prestate, delle decisioni cliniche adottate e dell'evoluzione dei quadri clinici dei pazienti.

20 di 62 Domande

La colpa professionale puo' essere riconducibile a:














La risposta corretta è la C
La domanda chiede a cosa può essere ricondotta la colpa professionale, e la risposta corretta è : nessuna risposta è corretta. Questo implica un fraintendimento nelle opzioni fornite, poiché la colpa professionale si basa generalmente su aspetti come l'imperizia, la negligenza o l'inosservanza di normative, contrariamente a quanto suggerito dalla "risposta corretta" indicata. Tipicamente, la colpa professionale è associata a mancanze nell'esecuzione delle proprie competenze professionali.

21 di 62 Domande

Considerando il trend demografico e l'andamento delle malattie croniche in Italia ritieni maggiormente adeguata al bisogno sanitario della popolazione un'assistenza infermieristica orientata:














La risposta corretta è la E
Considerando il trend demografico e l'andamento delle malattie croniche in Italia, è più adeguata un'assistenza infermieristica orientata ad una presa in carico pro-attiva e allo sviluppo della self care. Questo perché la gestione delle malattie croniche richiede un approccio multidisciplinare che incoraggi l'autogestione e l'educazione sanitaria del paziente. La patologia cronica non è soltanto un insieme di sintomi da trattare, ma un percorso che il paziente affronta quotidianamente e che richiede un'assistenza continua e personalizzata, oltre alla capacità di gestire la propria salute. La presa in carico pro-attiva implica un monitoraggio regolare dello stato di salute, l'intervento precoce in caso di riacutizzazioni e una stretta collaborazione tra paziente e professionisti sanitari. Lo sviluppo della self care, d'altra parte, mette al centro l'individuo e la sua capacità di prendersi cura di sé , educandolo ad adottare uno stile di vita salutare, a riconoscere i segnali di allarme delle riacutizzazioni e a gestire efficacemente la propria condizione. In un contesto sanitario con una crescente prevalenza di malattie croniche, questo orientamento supporta l'autonomia del paziente, riduce gli accessi improduttivi ai servizi di emergenza e contribuisce a un migliore controllo delle patologie a lungo termine, facendo fronte in modo più efficace alle esigenze della popolazione.

22 di 62 Domande

La scala di Braden esamina i seguenti parametri:














La risposta corretta è la E
La scala di Braden esamina percezione sensoriale, umidità cutanea, attività (grado di attività fisica), mobilità (capacità di controllare e modificare la posizione del corpo), alimentazione, frizione/scivolamento. Questa scala è un importante strumento per valutare il rischio di sviluppare lesioni da pressione, anche note come ulcere da decubito. Le lesioni da pressione sono danni alla pelle e al tessuto sottostante causati da una pressione prolungata sulla stessa, frequentemente su ossa sporgenti, in pazienti con mobilità limitata. La scala si basa sulla valutazione di sei ambiti che influenzano la predisposizione di un individuo a tali lesioni: la percezione sensoriale, essenziale per sentir dolori e disagi; l'umidità , poiché un'eccessiva umidità può compromettere l'integrità della pelle; l'attività , dato che le persone meno attive sono a maggior rischio; la mobilità , ovvero la capacità di cambiare posizione autonomamente; l'alimentazione, importante per il mantenimento della salute della pelle e la prevenzione delle lesioni; e infine la frizione e lo scivolamento, che possono danneggiare ulteriormente la pelle. Questi fattori sono interdipendenti e contribuiscono all'integrità cutanea e alla resistenza alle pressioni esterne, rendendo la valutazione complessiva cruciale per prevenire le ulcere da decubito.

23 di 62 Domande

La piramide di Maslow fa riferimento a:














La risposta corretta è la A
La piramide di Maslow si riferisce a un modello motivazionale dello sviluppo umano fondato su una gerarchia di bisogni, con i bisogni essenziali per la sopravvivenza posti alla base e i bisogni più immateriali al vertice. Questo modello, ideato da Abraham Maslow negli anni '40, propone un concetto secondo il quale gli esseri umani sono spinti a soddisfare bisogni di base prima di poter aspirare a bisogni e desideri più elevati. Alla base si trovano i bisogni fisiologici come cibo, acqua e riparo, seguiti dai bisogni di sicurezza, poi da bisogni sociali legati all'appartenenza e all'amore. Proseguendo verso il vertice, vi sono i bisogni legati all'autostima e, infine, l'auto-realizzazione, il bisogno più elevato che include l'aspirazione a realizzare pienamente il proprio potenziale. Questo modello è abbastanza inclusivo nel rappresentare un percorso di crescita individuale e di motivazione che trascende le semplici necessità fisiche, indirizzando l'attenzione anche verso lo sviluppo personale e spirituale. Rappresenta dunque una struttura che accompagna l'individuo dalla base delle necessità primarie fino alla realizzazione di sé , evidenziando come ogni gradino sia indispensabile per poter aspirare al successivo.

24 di 62 Domande

Al controllo degli esami ematochimici di un paziente, operato da 7 giorni di stabilizzazione di frattura di femore, noti un valore anomalo. Qual dei seguenti valori e' opportuno segnalare tempestivamente al medico:














La risposta corretta è la C
Il valore di D-Dimero di 1000 ng/ml in un paziente operato da 7 giorni per stabilizzazione di frattura di femore deve essere segnalato tempestivamente al medico. Questo parametro è un indicatore importante di coagulazione del sangue e, quando elevato, può suggerire una condizione di ipercoagulabilità , come la trombosi venosa profonda (TVP) o l'embolia polmonare, specialmente in pazienti con recenti interventi chirurgici che sono a maggior rischio. Infatti, un aumento significativo del valore di D-Dimero può indicare una formazione di coaguli inappropriata o un'eccessiva attività fibrinolitica, ovvero il processo di dissoluzione dei coaguli, il che può essere pericoloso. La presenza di fratture, soprattutto quelle importanti come quelle del femore, e interventi chirurgici aumenta notevolmente il rischio di sviluppare tali condizioni per via della prolungata immobilizzazione e dei cambiamenti indotti dalla chirurgia e dalla lesione stessa nel sistema di coagulazione del sangue. La gestione tempestiva di queste condizioni è essenziale per prevenire ulteriori complicazioni potenzialmente fatali. Pertanto, il rilevamento di un valore elevato di D-Dimero in questo contesto clinico richiede un'attenzione immediata.

25 di 62 Domande

Il tenesmo puo' essere definito come:














La risposta corretta è la A
Il tenesmo può essere definito come la sensazione di necessità impellente di mingere associata a spasmo doloroso non seguito da emissione di urine. Questa definizione caratterizza una condizione disturbante in cui la persona avverte un fortissimo bisogno di urinare senza che tale bisogno porti alla minzione effettiva, accompagnato da dolore. Il tenesmo, infatti, si manifesta con un'impressione dolorosa di dover espellere qualcosa, come urine o feci, anche quando vi è poca o nulla da espellere, portando a spasmi e disagio. Questa sensazione può essere correlata a diverse patologie del tratto urinario o intestinale. Il tenesmo vesicale, legato al bisogno di urinare, può derivare da problemi alla vescica o all'uretra, come infezioni, infiammazioni o ostruzioni. Similmente, il tenesmo rettale, che coinvolge la necessità di evacuare, è spesso associato a condizioni infiammatorie del retto. Entrambe le forme conducono a intense sensazioni di pressione e sforzo, accompagnate da dolore, senza un effettivo sollievo derivante dall'espulsione di feci o urine. Questa condizione riduce notevolmente la qualità della vita degli affetti, spingendoli spesso a cercare soluzioni per alleviare il disagio.

26 di 62 Domande

Il valore massimo del Glasgow Coma Score e':














La risposta corretta è la D
Il valore massimo del Glasgow Coma Scale (GCS) è 15. Questo punteggio è utilizzato per valutare il livello di coscienza e la gravità delle lesioni cerebrali in un paziente. Un punteggio più alto indica un livello di coscienza migliore. Il GCS misura risposte oculari, verbali e motorie, assegnando un punteggio compreso tra 3 (peggior stato di coscienza, indicando profondo coma o morte cerebrale) e 15 (stato di coscienza normale). Un punteggio di 15 riflette che il paziente apre gli occhi spontaneamente (4 punti), risponde correttamente e orientato agli stimoli verbali (5 punti) e segue comandi motori (6 punti). Questa scala è essenziale nell'assistenza immediata e nel monitoraggio a lungo termine dei pazienti con trauma cranico o altre condizioni che influenzano la coscienza. È uno strumento indispensabile nelle valutazioni di emergenza, consentendo ai professionisti sanitari di determinare rapidamente l'impatto delle lesioni cerebrali e di prendere decisioni terapeutiche informate. La classificazione in base al GCS guida le strategie di intervento e predice in certa misura l'esito degli individui colpiti.

27 di 62 Domande

Assistendo un paziente affetto da morbillo:














La risposta corretta è la C
Assistendo un paziente affetto da morbillo, in aggiunta alle misure precauzionali standard, si applicano le misure precauzionali per la trasmissione da via aerea. Questa risposta è corretta perché il morbillo è una malattia altamente contagiosa causata dal virus del morbillo. Si trasmette principalmente attraverso particelle respiratorie escrete da un individuo infetto durante la tosse o lo starnuto e può rimanere nell'aria per un tempo sufficientemente lungo da rappresentare un rischio di trasmissione per coloro che entrano in uno spazio precedentemente occupato da una persona infetta. Il virus del morbillo è così infettivo che un individuo non immune che entra in contatto con il virus ha un'alta probabilità di contrarre la malattia. La patologia si manifesta inizialmente con sintomi simil-influenzali, quali febbre, tosse, congiuntivite e rinite seguiti dall'esantema caratteristico. Date le vie di trasmissione del virus e l'alta contagiosità , le misure precauzionali per la trasmissione da via aerea sono fondamentali per limitare la diffusione dell'infezione. Tali precauzioni includono l'uso di mascherine N95 o dispositivi equivalenti per il personale sanitario e l'isolamento del paziente in stanze con adeguati sistemi di filtrazione dell'aria. Queste pratiche mirano a ridurre la probabilità di trasmissione dell'agente patogeno da individui infetti a soggetti suscettibili, proteggendo sia i pazienti che il personale sanitario.

28 di 62 Domande

Il D.M. 14 settembre 1994 n. 739 all'art. 5 indica, per la formazione infermieristica post - base, diverse aree. Individua la risposta corretta.














La risposta corretta è la D
Il D.M. 14 settembre 1994 n. 739, all'art. 5, non menziona aree specifiche per la formazione infermieristica post-base, quindi nessuna delle risposte proposte è corretta. Questa precisazione è cruciale poiché illustra un aspetto importante della normativa relativa alla formazione infermieristica in Italia, mettendo in luce la necessità di consultare direttamente le fonti normative per informazioni accurate.

29 di 62 Domande

Quale, tra le seguenti aritmie cardiache, e' potenzialmente mortale se non trattata immediatamente?














La risposta corretta è la D
La fibrillazione ventricolare è potenzialmente mortale se non trattata immediatamente. Questo perché rappresenta un malfunzionamento critico del cuore in cui le contrazioni dei ventricoli sono rapide, irregolari e incoerenti, causando un'efficacia quasi nulla nella pompa del sangue nel corpo. La gravità risiede nella sua natura caotica che non permette al sangue di essere pompato adeguatamente, portando a un'immediata cessazione della circolazione. Senza un intervento rapido, come la defibrillazione, il rischio di morte è estremamente elevato. Questa condizione si manifesta spesso nel contesto di un danno cardiaco significativo, come nel caso di un precedente infarto del miocardio, cardiomiopatie o alterazioni elettrolitiche, riflettendo un grave stato di malattia cardiaca. È dunque cruciale il riconoscimento e il trattamento rapidi per prevenire esiti fatali.

30 di 62 Domande

Nel metodo sperimentale la variabile dipendente:














La risposta corretta è la A
Nel metodo sperimentale, la variabile dipendente non è manipolata o manipolabile, ma solo osservabile nel campione. Questa affermazione è corretta perché la variabile dipendente è quella che viene misurata per vedere se e come cambia in risposta alle modificazioni della variabile indipendente, che è quella manipolata dall'esperimentatore. La variabile dipendente riflette quindi l'effetto delle variazioni della variabile indipendente. È importante per la comprensione di come funziona un esperimento, distinguendo nettamente tra ciò che viene modifiato intenzionalmente e ciò che viene osservato come risultato. Questo concetto è basilare per il disegno sperimentale in molteplici campi della ricerca, dai social alla biologia, dalla psicologia alla medicina, assicurando che gli esperimenti possano essere replicati e i risultati interpretati correttamente. La precisione nella definizione e nell'osservazione delle variabili è cruciale per la validità e l'affidabilità degli esperimenti scientifici.

31 di 62 Domande

Si e' in presenza di emottisi quando compare:














La risposta corretta è la D
Si è in presenza di emottisi quando compare sangue dalle vie respiratorie attraverso la tosse. L'emottisi è un sintomo allarmante perché indica la presenza di sangue nelle vie aeree, il che può essere causato da diverse condizioni patologiche. Originariamente dallo scambio gassoso nei polmoni, può derivare da infezioni, come la bronchite o la polmonite, condizioni croniche come la bronchiectasia, malattie come la tubercolosi, o condizioni più severe come il cancro al polmone. Altre cause possono includere traumi o l'uso prolungato di anticoagulanti. Il sangue viene espulso attraverso la tosse perché il sistema respiratorio cerca di liberarsi di questo materiale estraneo, ricorrendo a uno degli unici metodi disponibili per rimuovere fisicamente il sangue dalle vie respiratorie. È fondamentale una diagnosi tempestiva per determinare la causa sottostante dell'emottisi e intraprendere le misure terapeutiche appropriate. Anche se la quantità di sangue può variare da piccole striature a quantità maggiori, ogni episodio di emottisi deve essere valutato attentamente.

32 di 62 Domande

Si e' in presenza di febbre remittente:














La risposta corretta è la B
La febbre remittente si verifica quando, tra un rialzo termico e il successivo, la temperatura del corpo si abbassa senza però raggiungere valori normali. La febbre, in generale, è un sintomo comune a diverse condizioni e malattie ed è definita come un aumento temporaneo della temperatura corporea, solitamente dovuto a un'infezione. Particolarmente, la febbre remittente è caratterizzata da variazioni di temperatura entro le 24 ore dove la temperatura non torna alla norma ma scende senza raggiungerla prima di un altro incremento. Questa tipologia di febbre può essere indicativa di specifiche patologie come alcune infezioni batteriche, malattie virali, e condizioni infiammatorie. Il ciclo di febbre e l'intervallo di variazione della temperatura forniscono preziose indicazioni diagnostiche sugli eventuali stati patologici sottostanti. L'importanza di monitorare caratteristiche quali la durata, l'ampiezza delle variazioni termiche e la risposta alla terapia antipiretica diventa cruciale nella gestione clinica e nel trattamento delle cause alla radice della febbre.

33 di 62 Domande

I modelli funzionali secondo Gordon sono:














La risposta corretta è la D
I modelli funzionali secondo Gordon sono 11. Questo numero corrisponde ai modelli che Marjory Gordon ha teorizzato per sistematizzare la raccolta dati nel contesto dell'assistenza infermieristica. La teoria di Marjory Gordon sui modelli funzionali costituisce un quadro per la valutazione infermieristica, mirato a identificare i bisogni del paziente attraverso un'analisi sistematica e completa della persona in cura. Secondo questa teoria, i modelli comprendono aspetti come la percezione della salute, la nutrizione, la modalità di eliminazione, l'attività -riposo, la percezione-secrezione tra gli altri. Le 11 aree proposte da Gordon forniscono un approccio olistico per comprendere le esigenze del paziente, facilitando gli infermieri nell'identificazione di potenziali problemi sanitari, nel pianificare e implementare interventi infermieristici personalizzati. La teoria non solo enfatizza l'importanza della valutazione iniziale, ma promuove anche un monitoraggio continuo del benessere del paziente, contribuendo ad una cura comprensiva e attentamente coordinata. Questo modello di valutazione è ampiamente adottato nelle pratiche infermieristiche moderne per la sua efficacia nella promozione di cure di alta qualità e orientate al paziente.

34 di 62 Domande

Si intende per IRCCS:














La risposta corretta è la B
IRCCS sta per Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Questi istituti rappresentano una componente essenziale del sistema sanitario nazionale in quanto combinano assistenza sanitaria con ricerca scientifica per fornire trattamenti innovativi e all'avanguardia. La peculiarità degli IRCCS risiede nella loro duplice missione: da un lato, offrono servizi clinici di alta qualità ai pazienti, dall'altro, promuovono e conducono ricerche scientifiche per migliorare l'efficacia delle cure e scoprire nuove terapie. La designazione di un istituto come IRCCS è attribuita dal Ministero della Salute, dopo un rigoroso processo di valutazione che considera l'eccellenza dell'istituto sia nel campo della ricerca che in quello dell'assistenza sanitaria. Questo orientamento verso la ricerca scientifica applicata alla medicina permette agli IRCCS di essere all'avanguardia nella sperimentazione clinica e nel trattamento delle malattie, avvalendosi delle più moderne tecnologie e delle ricerche più recenti. Conseguentemente, gli IRCCS svolgono un ruolo chiave nell'innovazione sanitaria e contribuiscono significativamente al progresso della medicina e della scienza, offrendo così cure di eccellenza e speranza ai pazienti affetti da patologie complesse e rare.

35 di 62 Domande

Quali sono le principali complicanze croniche del diabete mellito?














La risposta corretta è la D
Le principali complicanze croniche del diabete mellito includono neuropatia diabetica, nefropatia diabetica, retinopatia diabetica, malattie cardiovascolari, piede diabetico e complicanze in gravidanza. Queste condizioni derivano dagli effetti dannosi dell’ iperglicemia prolungata sui tessuti, specialmente sui vasi sanguigni e sui nervi. La neuropatia diabetica si manifesta con la perdita di sensibilità , soprattutto nelle estremità , aumentando il rischio di lesioni non percepite e di conseguenti ulcere, potenzialmente molto gravi. La nefropatia diabetica è caratterizzata dal progressivo danneggiamento dei capillari nei reni, conducente a una ridotta funzionalità renale e potenzialmente alla necessità di dialisi. La retinopatia diabetica, invece, implica un danno ai vasi sanguigni della retina, rischiando di condurre a cecità . Le malattie cardiovascolari, inclusi attacchi cardiaci e ictus, sono facilitati dall’ effetto dell’ iperglicemia su grassi e colesterolo nel sangue, accrescendo il rischio di formazione di placche aterosclerotiche. Il piede diabetico si sviluppa a causa della combinazione tra scarsa circolazione e neuropatia, facendo sì che anche piccole ferite possano degenerare in ulcere profonde o infezioni. Infine, le donne con diabete mellito incontrano maggiori rischi durante la gravidanza, inclusa la gestazione di neonati di grande dimensione e il maggior rischio di sviluppare complicanze. Tutte queste condizioni richiedono una gestione attenta del diabete e delle sue complicazioni attraverso un controllo glicemico stringente e vigilanza medica.

36 di 62 Domande

A chi sono rivolte le cure palliative?














La risposta corretta è la A
Le cure palliative sono rivolte sia alla persona malata che alla sua famiglia, mirando alla cura attiva e totale nelle situazioni dove la malattia non risponde più ai trattamenti curativi, con una prognosi infausta. Le cure palliative si focalizzano sul miglioramento della qualità della vita di pazienti e famiglie affrontando il dolore e altri sintomi fisici, così come questioni psicologiche, sociali e spirituali. L'obiettivo è offrire un supporto per vivere nel modo più attivo possibile fino alla morte e aiutare le famiglie durante la malattia e nel loro lutto. Queste cure possono essere fornite in vari contesti, inclusi ospedali, case di cura, strutture per cure palliative o a casa del paziente, e sono adatte a persone di qualsiasi età , in qualsiasi fase di una malattia grave, potendo essere prestate assieme a trattamenti curativi.

37 di 62 Domande

Cosa significa allattamento materno esclusivo?














La risposta corretta è la A
L'allattamento materno esclusivo significa che il neonato riceve solo latte materno senza alcuna aggiunta di altre sostanze. Questa pratica è considerata l'ideale per nutrire e promuovere una crescita sana nei neonati, soprattutto durante i primi sei mesi di vita. Il latte materno fornisce tutti i nutrienti necessari per i primi mesi di vita e contiene anticorpi che aiutano a proteggere il bambino da molte malattie e infezioni. Inoltre, è facilmente digeribile e contribuisce al corretto sviluppo del sistema immunitario del bambino. La promozione dell'allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita è sostenuta da numerose organizzazioni sanitarie internazionali per i suoi numerosi benefici per la salute sia della madre sia del bambino. Infatti, questa pratica non solo favorisce un legame affettivo tra madre e bambino, ma anche può ridurre il rischio di sviluppare future condizioni croniche come l'obesità , diabete di tipo 2, e determinate forme di cancro per il bambino, oltre a contribuire al recupero post-partum più rapido per la madre.

38 di 62 Domande

Che cose' uno screening?














La risposta corretta è la A
Lo screening è un percorso con test e/o esami strumentali condotto su una fascia più o meno ampia della popolazione, mirato a individuare una patologia o i suoi prodromi prima della manifestazione dei sintomi. Questa definizione sottolinea l'importanza degli screening nella prevenzione primaria, dove l'obiettivo è identificare e trattare una condizione prima che diventi evidente o prima che possa causare complicazioni gravi. La ricerca precoce di malattie attraverso lo screening ha il potenziale di ridurre significativamente il carico di malattia e migliorare le prospettive di salute individuali e comunitarie. Per esempio, programmi di screening ben progettati possono individuare precocemente il cancro, malattie cardiache, disturbi metabolici, e molte altre condizioni, quando il trattamento è più efficace e meno invasivo. Lo scopo dello screening non è diagnosticare definitivamente una malattia, ma piuttosto individuare individui che presentano segni preliminari o fattori di rischio, necessitando ulteriori indagini diagnostiche. Questo approccio permette di implementare strategie preventive o interventi precoci che possono rallentare la progressione della malattia, migliorandone l'esito e riducendo i costi sanitari associati a trattamenti per malattie avanzate o in stadi più gravi.

39 di 62 Domande

Come si misura il rischio di cadute del paziente?














La risposta corretta è la D
Il rischio di cadute del paziente si misura utilizzando la Scala di Conley. Questo strumento è stato specificamente ideato per valutare il rischio che un paziente possa incorrere in una caduta, basandosi su diversi fattori che possono influenzare tale probabilità . La scala prende in considerazione elementi come la mobilità del paziente, l'assunzione di farmaci che possono influenzare la stabilità , lo stato di coscienza e la presenza di eventuali dispositivi medici che potrebbero aumentare il rischio di inciampi o cadute. La metodologia di valutazione offerta dalla Scala di Conley è preziosa per gli operatori sanitari, permettendo di adottare misure preventive personalizzate in base al livello di rischio individuato e migliorare così la sicurezza dei pazienti durante la degenza in strutture sanitarie. Grazie a un approccio sistematico alla valutazione del rischio di cadute, questa scala contribuisce significativamente a ridurre gli incidenti e a promuovere un ambiente più sicuro per i pazienti.

40 di 62 Domande

Chi e' il Caregiver ?














La risposta corretta è la D
Il Caregiver è colui che fornisce assistenza e si prende cura di una persona non in grado di prendersi cura di sé . La scelta di questo termine nel contesto dell'assistenza sanitaria si riferisce a una persona, spesso un familiare o un amico, che assiste un individuo con necessità speciali in attività della vita quotidiana e in altre necessità mediche o personali. La patologia che meglio descrive la necessità di un caregiver è quella legata alle condizioni croniche, al declino cognitivo come il morbo di Alzheimer o altre malattie invalidanti che compromettono l'indipendenza dell'individuo. In queste situazioni, il caregiver diventa essenziale per offrire sostegno fisico, emotivo e talvolta finanziario, aiutando nella gestione delle attività quotidiane, nella somministrazione dei farmaci, nei trasporti per appuntamenti medici e in altre necessità personali. Questo ruolo può variare considerevolmente in base alla gravità della condizione dell'assistito, potendo richiedere un impegno a tempo pieno per chi è affetto da gravi disabilità o malattie in fase avanzata. Il caregiver può quindi essere visto come un estensione del concetto di assistenza sanitaria a domicilio, dove il supporto andato oltre l'aspetto puramente clinico, includendo anche l'assistenza nelle routine giornaliere e il sostegno psicologico, diventa cruciale per mantenere la migliore qualità di vita possibile per la persona assistita.

41 di 62 Domande

La raccomandazione numero 8 del Ministero della salute per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, ricorda che tali episodi sono favoriti da:














La risposta corretta è la C
La raccomandazione numero 8 del Ministero della salute afferma che gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari sono spesso favoriti dalle lunghe attese nelle zone di emergenza e accettazione, che generano frustrazione nell'utenza. Questa situazione effettivamente può portare tensione e insoddisfazione negli utenti, che, sentendosi trascurati o non adeguatamente supportati in momenti di urgenza e stress, possono reagire negativamente. Considerando lo scenario tipico di un pronto soccorso o di un'area di accettazione, dove la pressione è alta sia per gli utenti in attesa sia per il personale che deve gestire molteplici casi spesso con risorse limitate, è facile comprendere come lunghe attese possano esacerbare gli animi. Infatti, la sensazione di non ricevere attenzione in tempi adeguati, in un contesto di emergenza o forte bisogno, contribuisce a generare tensione. Questo scenario può facilmente sfociare in episodi di irritazione o, nei casi più gravi, in atti di violenza. Questi eventi danneggiano non solo il clima lavorativo degli operatori sanitari, ma influenzano anche la qualità dell'assistenza fornita. Gestire efficacemente i tempi di attesa, attraverso un'organizzazione efficiente dei servizi e una comunicazione chiara con gli utenti, è essenziale per ridurre tali rischi e migliorare la sicurezza di tutti gli attori coinvolti nel sistema sanitario.

42 di 62 Domande

Le fiale di KCL devono essere conservate














La risposta corretta è la C
Le fiale di KCL devono essere conservate in apposito contenitore, esclusivo, riportante la scritta "Farmaco pericoloso". Questa procedura garantisce la sicurezza nel maneggiamento dei farmaci che possono essere pericolosi se usati impropriamente. Il cloruro di potassio (KCl) è un esempio di sostanza che, se somministrata in dosi eccessive o in modo non corretto, può causare condizioni potenzialmente fatali come l'iperkaliemia, rischio particolarmente alto in pazienti con insufficienza renale o cardiopatia. L'iperkaliemia può alterare la normale funzionalità cardiaca, portare a aritmie gravi e necessita di un intervento tempestivo per evitare esiti letali. Custodire il KCl in contenitori specifici aiuta a prevenire l'uso accidentale e garantisce che personale consapevole e formatosi occupi della sua somministrazione. Questa procedura si allinea alla gestione riconosciuta delle sostanze pericolose nel settore sanitario, mirando alla massima sicurezza dei pazienti e del personale sanitario.

43 di 62 Domande

La STERILIZZAZIONE e'














La risposta corretta è la D
La sterilizzazione è un processo atto alla distruzione di tutti i microorganismi patogeni, non patogeni e spore comprese, garantendo un livello di sicurezza elevato in ambienti clinici e laboratoriali. Questo metodo è essenziale per prevenire le infezioni, particolarmente in ospedali dove gli strumenti chirurgici, le superfici e altri dispositivi devono essere completamente privi di qualsiasi forma di vita microbica. Tale procedimento intende raggiungere un livello di asepsi totale, eliminando non solo i microbi patogeni (che possono causare malattie) ma anche quelli non nocivi e le loro spore, che sono notoriamente difficili da distruggere a causa della loro resistenza a molti metodi di disinfezione tradizionali. Le spore possono sopravvivere in condizioni estreme per lunghi periodi e possono poi riprendere la loro forma attiva quando le condizioni diventano nuovamente favorevoli, rappresentando un rischio di contaminazione se non adeguatamente neutralizzate. La sterilizzazione può essere realizzata attraverso vari metodi, tra cui il calore (sia umido che secco), radiazioni (come i raggi gamma o i fasci di elettroni), gas chimici (per esempio, ossido di etilene) o liquidi sterilizzanti. Ogni metodo ha le sue specifiche applicazioni, vantaggi e limitazioni, ma tutti mirano a raggiungere lo stesso obiettivo: la rimozione totale di ogni forma vitale su un oggetto o in un'area determinata. Questa azione è cruciale in ambienti dove la contaminazione microbica può portare a conseguenze gravi, come infezioni ospedaliere, che possono essere particolarmente problematiche in pazienti con sistemi immunitari compromessi.

44 di 62 Domande

Il danno anossico cerebrale diviene irreversibile:














La risposta corretta è la C
Il danno anossico cerebrale diviene irreversibile dopo otto - dieci minuti di arresto cardiaco in assenza di R.C.P. Questo avviene perché il cervello, un organo altamente sensibile alla mancanza di ossigeno, inizia a subire danni significativi in breve tempo quando la circolazione del sangue si interrompe. In assenza di rianimazione cardiopolmonare (R.C.P.) che potrebbe temporaneamente sostituire la circolazione e l'apporto di ossigeno, il tessuto cerebrale inizia a deteriorarsi in modo irreparabile in un intervallo di tempo così ristretto. La mancanza prolungata di ossigeno (anossia) porta a un danno cellulare diffuso e alla morte dei neuroni. Pochi minuti dopo l'interruzione dell'ossigenazione, infatti, iniziano eventi patologici a livello cellulare, inclusa l'alterazione delle funzioni mitocondriali, il rilascio di sostanze che inducono infiammazione e stress ossidativo, oltre alla distruzione della struttura cellulare. Questi effetti sono accelerati e resi irreversibili dal mancato ripristino tempestivo del flusso sanguigno e dell'ossigenazione cerebrale. Pertanto, ogni minuto conta nel contesto di un arresto cardiaco, e il tempestivo intervento con R.C.P. può fare la differenza tra la prevenzione del danno cerebrale permanente e la perdita irreparabile delle funzioni cerebrali.

45 di 62 Domande

Quale fra queste patologie causano l'insufficienza renale cronica (IRC)














La risposta corretta è la E
Le malattie nefrovascolari e il diabete, così come le glomerulonefriti, sono fra le principali cause dell'insufficienza renale cronica (IRC). L'IRC si verifica quando i reni perdono progressivamente la loro capacità di filtrare i rifiuti dal sangue, portando ad accumulo di sostanze nocive nell'organismo. Le malattie nefrovascolari coinvolgono i vasi sanguigni dei reni, conducendo alla riduzione del flusso sanguigno renale e a danno renale. Il diabete, particolarmente il diabete di tipo 2, può causare danni ai piccoli vasi sanguigni nei reni, riducendo la loro funzione filtrante. Le glomerulonefriti sono infiammazioni dei glomeruli, le piccole unità di filtraggio presenti nei reni, che possono portare a cicatrizzazione e perdita di funzione. La patologia, nel suo sviluppo, porta a riduzione dell'efficienza renale, costringendo i reni ad operare in condizioni sempre più critiche fino al loro completo malfunzionamento. La prevenzione passa attraverso il monitoraggio delle patologie di base e la loro gestione, onde ridurre l'impatto sulla funzione renale.

46 di 62 Domande

Al fine della preparazione dei set chirurgici, i ferri chirurgici devono essere sottoposti in ordine corretto alle seguenti fasi del processo:














La risposta corretta è la C
La preparazione dei set chirurgici richiede che i ferri chirurgici siano sottoposti prima alla decontaminazione, poi alla disinfezione e infine alla sterilizzazione. Questo processo assicura la rimozione di qualsiasi agente patogeno in modo da prevenire infezioni post-operatorie. La decontaminazione rimuove materiali organici e inorganici riducendo la presenza di microrganismi. Successivamente, la disinfezione elimina la maggior parte dei microrganismi eccetto le spore, mentre la fase finale di sterilizzazione distrugge tutti i microrganismi, comprese le spore, garantendo la sicurezza per l'uso sui pazienti. Questa sequenza assicura la massima sicurezza e igiene, conformandosi agli standard di controllo delle infezioni per procedure chirurgiche. Il processo riflette le linee guida sulla preparazione degli strumenti chirurgici per prevenire la trasmissione di infezioni, enfatizzando l’ importanza di rimuovere ogni potenziale contaminante prima del contatto con tessuti sterili.

47 di 62 Domande

Ti accorgi che la batteria del DAE non funziona bene:














La risposta corretta è la C
Ti accorgi che la batteria del DAE non funziona bene, pertanto, inizi il BLS e accerti che la Centrale Operativa sia stata già allertata. Questa procedura è vitale per offrire le prime cure d'emergenza in assenza di un Defibrillatore Automatico Esterno funzionante. Il Basic Life Support (BLS) comprende una serie di manovre salvavita, in particolare la RCP (Rianimazione Cardiopolmonarente) che aumenta significativamente le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. La tempestività nelle manovre di supporto vitale base e l’ allertamento dei servizi di emergenza sono fondamentali; proprio per questo, l'impossibilità di usare il DAE per problemi di batteria non deve interrompere o ritardare la prestazione delle prime cure. In questi frangenti, le abilità nel BLS diventano ancora più cruciali, garantendo che l'assistenza non si interrompa, mantenendo così la circolazione finché non arrivano i soccorsi professionali. Mantenere la calma e procedere secondo le linee guida del BLS può fare la differenza tra la vita e la morte.

48 di 62 Domande

Il rilievo della pressione dell'arteria polmonare e' possibile soltanto:














La risposta corretta è la B
Il rilievo della pressione dell'arteria polmonare è possibile solo attraverso il catetere di Swan-Ganz o strumenti simili. Questa metodologia viene utilizzata per monitorare la pressione nell'arteria polmonare, che può fornire informazioni vitali sul funzionamento del cuore e sulla circolazione polmonare. Il cateterismo cardiaco destro, com'è anche noto questo metodo, permette ai medici di valutare precisamente la pressione nell'arteria polmonare, essenziale per diagnosticare e gestire le condizioni legate al cuore. Questa procedura è particolarmente utile per identificare e trattare varie patologie, permettendo un monitoraggio accurato dei pazienti con insufficienza cardiaca, ipertensione polmonare, e altri disturbi cardiovascolari. Il catetere di Swan-Ganz, introdotto per la prima volta negli anni '70, resta uno strumento cruciale in ambiente critico e perioperatorio per misurare le pressioni all'interno delle camere del cuore e delle arterie polmonari, consentendo un'assistenza mirata e tempestiva.

49 di 62 Domande

Il respiro di Cheyne-Stokes e' caratterizzato da:














La risposta corretta è la A
Il respiro di Cheyne-Stokes è caratterizzato da respiri profondi alternati a brevi periodi di apnea. Questo particolare schema respiratorio si verifica quando esiste un'alterazione nel controllo della respirazione a livello del sistema nervoso centrale. È spesso osservato in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, lesioni cerebrali, o in situazione di alta quota dove l'ossigenazione del sangue può essere variabile. Il ciclo inizia con respiri superficiali che diventano progressivamente più profondi e poi diminuiscono di nuovo, culminando in un periodo di apnea prima che il ciclo si ripeta. La causa alla base di questo fenomeno risiede in un ritardo nella trasmissione del segnale di livelli di CO2 tra i polmoni e il cervello. Questo ritardo provoca una cattiva sincronizzazione tra la percezione dell'organismo dei livelli di anidride carbonica e la risposta respiratoria, portando quindi a un'alternanza tra iperventilazione e apnea. Ciò riflette un sistema di feedback difettoso nella regolazione della respirazione, rendendo il respiro di Cheyne-Stokes un indicatore di una compromissione sia cardiaca che cerebrale, segnalando la necessità di ulteriori valutazioni mediche e interventi mirati a stabilizzare le condizioni del paziente.

50 di 62 Domande

Quale delle seguenti situazioni puo' configurare ipotesi di responsabilita' professionale colposa?














La risposta corretta è la E
Il comportamento negligente, imprudente e imperito può configurare un'ipotesi di responsabilità professionale colposa. Queste condotte possono causare danni a terzi a seguito di un'azione non conforme agli standard attesi in un determinato contesto professionale. Negligenza si riferisce alla mancata attenzione o cura dovuta; imprudenza all'agire senza cautela, rischiando conseguenze dannose; imperizia alla mancanza di competenze necessarie allo svolgimento di un'attività . Insieme, delineano un quadro di non aderenza a principi fondamentali di professionalità , potendo portare a esiti dannosi per clienti, pazienti o altre parti interessate.

51 di 62 Domande

Nella valutazione dello screening nutrizionale possono essere applicate le seguenti scale:














La risposta corretta è la D
Nella valutazione dello screening nutrizionale può essere applicata la scala MNA (Mini Nutritional Assessment). Questa scala è specificamente progettata per valutare lo stato nutrizionale negli anziani e si avvale di un questionario che include domande relative al peso, all'alimentazione, alla mobilità e ad altri fattori clinicamente rilevanti. La scala MNA è riconosciuta per la sua capacità di identificare precocemente i rischi di malnutrizione negli anziani. È divisa in due parti: uno screening iniziale che comprende domande su perdita di peso, indice di massa corporea (BMI), valutazione dell'assunzione alimentare e stile di vita, e una valutazione completa che esplora più a fondo lo stato nutrizionale attraverso una serie di domande più specifiche e dettagliate. La malnutrizione negli anziani può portare a una serie di complicazioni, tra cui debolezza muscolare, un sistema immunitario indebolito, peggioramento della salute mentale e aumento della mortalità . L'utilizzo della scala MNA supporta l'identificazione e il trattamento tempestivi della malnutrizione, migliorando così la qualità della vita e i risultati sanitari in questa popolazione vulnerabile. Evidenziare e affrontare i rischi nutrizionali con strumenti come la MNA può aiutare a prevenire le conseguenze negative della malnutrizione e a promuovere interventi nutrizionali mirati.

52 di 62 Domande

In caso di ostruzione parziale delle vie aeree la manovra di Heimlich:














La risposta corretta è la C
In caso di ostruzione parziale delle vie aeree, la manovra di Heimlich non deve essere praticata. L'ostruzione parziale delle vie aeree implica che vi è ancora un certo grado di flusso d'aria consentito tra le vie respiratorie, il che significa che la vittima può ancora respirare, seppure con difficoltà . Un'intervento invasivo diretto come la manovra di Heimlich, destinata a rimuovere un'ostruzione completa mediante una forte pressione addominale, potrebbe in questi casi non essere necessario e rischiare di peggiorare la situazione o causare danni. Inoltre, una manovra troppo energica in una situazione non adeguata potrebbe trasformare un'ostruzione parziale in una completa, compromettendo ulteriormente la capacità del soggetto di respirare e necessitando d'interventi più urgenti e rischiosi. Invece, è consigliato incoraggiare la persona a tossire per rimuovere l'ostruzione autonomamente e prepararsi a effettuare la manovra di Heimlich o chiamare aiuto professionale soltanto se l'ostruzione diventa completa o la vittima non è più in grado di respirare, tossire o parlare. Questo approccio garantisce il massimo livello di sicurezza per la vittima, sfruttando la loro capacità residua di respirare e, possibilmente, espellere da sé l'oggetto ostruttivo.

53 di 62 Domande

In figura è rappresentato uno schema della sequenza genica che costituisce l’operone Lac (sequenza genica che regola la produzione delle lattasi) dei procarioti. Si tratta di una sequenza regolatrice che determina la produzione di lattasi, quando?

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La risposta corretta è la B

La domanda chiede quando l’operone lac, sequenza regolatrice della produzione di lattasi, induce l’espressione: la risposta corretta è “Quando è presente lattosio nel mezzo di coltura”. Nel sistema lac dei procarioti, in assenza di lattosio il repressore LacI si lega all’operatore e impedisce all’RNA polimerasi di trascrivere i geni lacZYA; quando è presente lattosio, una parte viene isomerizzata in allolattosio che funge da induttore legandosi a LacI, causandone il distacco dall’operatore e consentendo l’avvio della trascrizione, inclusa la sintesi di ?-galattosidasi (lattasi). L’espressione è massima se il glucosio è basso perché il complesso cAMP-CAP facilita il reclutamento dell’RNA polimerasi, ma la condizione chiave che rimuove la repressione è la presenza di lattosio. In sintesi, il lattosio segnala alla cellula di esprimere gli enzimi necessari al suo metabolismo attivando l’operone lac.


54 di 62 Domande

Un bambino di 2 anni di origine africana si presenta con tumefazioni dolorose della mani e piedi. Dati di laboratorio mettono in evidenza una emoglobina di 9g/dl, una conta dei globuli bianchi di 11500/mm3 ed una conta delle piastrine di 250000/mm3. Quale dei seguenti esami di laboratorio dara' supporto alla tua diagnosi?














La risposta corretta è la B

Il quadro clinico descritto è compatibile con anemia falciforme o drepanocitosi, un’emoglobinopatia caratterizzata dalla produzione di catene globiniche quantitativamente normali ma qualitativamente alterate. La causa della deformazione dei globuli rossi è una sostituzione amminoacidica (Glu ? Val) che favorisce l’aggregazione delle molecole di Hb con formazione di polimeri simili a pali nel citoplasma eritrocitario. La polimerizzazione, che avviene soprattutto nello stato deossigenato, determina deformazione e la caratteristica forma a falce dei globuli rossi. Questa condizione provoca squilibri che riducono elasticità e vitalità cellulare. I globuli rossi danneggiati rappresentano il principale trigger delle crisi vaso-occlusive, responsabili di fenomeni infartuali a livello del microcircolo, che spesso si manifestano con tumefazioni dolorose di mani e piedi. La prima manifestazione clinica è l’emolisi cronica con pallore, subittero o ittero, astenia, litiasi della colecisti e segni della deplezione di ossido nitrico. A livello arterioso si osserva diatesi trombotica per disfunzione endoteliale. L’emolisi cronica rappresenta uno stato di equilibrio, interrotto più o meno frequentemente da crisi vaso-occlusive. Tra le manifestazioni vaso-occlusive, tipica è l’ostruzione dei vasi retinici, che porta a cecità parziale o totale e determina cicatrici corio-retiniche, una delle manifestazioni retiniche più comuni e patognomoniche dell’anemia falciforme. Dal punto di vista laboratoristico, si osserva riduzione dell’Hb; la diagnosi è confermata da striscio periferico, test di solubilità ed elettroforesi dell’emoglobina, che evidenzia le anomalie strutturali.


55 di 62 Domande

Il Sig. Versici, un uomo di circa 70 anni, si reca presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, Il Dott. Mancini, per un fastidio al polso destro. Anamnesi patologica prossima: lamenta dolore al polso destro da circa due giorni.

Anamnesi patologica prossima: positiva per due interventi di chirurgia sostitutiva dell'anca, due precedenti episodi di gotta in entrambe le prime articolazioni metatarso-falangee ed ipertensione. Esame obiettivo: il Dott. Mancini visitandolo riscontra la presenza di rossore e gonfiore sul versante dorsale del polso. La sintomatologia dolorosa viene esacerbata da movimenti di flesso-estensione completi. Gli vengono prescritti 80 mg di aspirina al giorno. Due giorni dopo il gonfiore però è aumentato sul versante dorsale del polso ed a livello della mano. La flessione del polso risulta limitata dell' 80% con dolore severo, pertanto il Sig. Versici si reca nuovamente presso l’ ambulatorio del Dott. Mancini, che rivisitandolo nota che evoca un dolore sordo alla palpazione dello scafoide e pertanto nel sospetto di frattura gli prescrive un esame radiografico del polso/mano. Esami strumentali-laboratoristici: evidenza di alterazioni riconducibili ad un quadro di artrite gottosa. Quale tipo di citochine sono coinvolte in questo processo?

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La risposta corretta è la C.

La flogosi è un meccanismo di difesa di tipo aspecifico: risponde all’agente lesivo di tipo fisico-meccanico, radiazioni, batteri o sostanze chimiche. È quindi la risposta al danno tissutale ed è un processo reattivo (diverso dalla necrosi che è regressiva), aspecifico (contro tutto ciò che causa danno), stereotipato (stessi meccanismi principali a prescindere dalla causa, con vie diverse secondo lo stimolo), e procede indipendentemente dalla causa (una volta innescato, continua anche se lo stimolo è rimosso). Nella fase acuta si ha aumento del flusso ematico e della permeabilità vascolare, con accumulo di fluidi, leucociti e mediatori come le citochine. Vari fattori solubili favoriscono il reclutamento dei leucociti aumentando l’espressione di molecole di adesione e di fattori chemiotattici. Le citochine chiave sono IL-1, TNF-?, IL-6, IL-8 e altre chemochine; IL-1 e TNF-? sono particolarmente potenti, inducono febbre promuovendo la sintesi di PGE2 nell’endotelio ipotalamico. L’IL-1 è prodotta da macrofagi, neutrofili, cellule endoteliali ed epiteliali: a basse concentrazioni induce adesione leucocitaria, ad alte induce febbre e proteine di fase acuta. Diversamente dal TNF-?, non causa da sola shock settico. Inoltre stimola i mastociti al rilascio di istamina, con vasodilatazione precoce e aumento della permeabilità.

Durante l’infiammazione avvengono: (1) modificazioni di flusso e calibro vascolare con aumento del flusso sanguigno, (2) modificazioni del microcircolo e formazione dell’essudato, (3) richiamo chemiotattico dei leucociti, (4) fagocitosi. Dopo lo stimolo lesivo si ha vasocostrizione transitoria seguita da vasodilatazione intensa (iperemia attiva, responsabile di rubor e calor). Successivamente si verifica rallentamento della circolazione (iperemia passiva o stasi), dovuto ad aumentata permeabilità capillare con essudazione proteica e aumento della viscosità ematica. Il modello tipico dell’infiammazione acuta comprende: alterazioni di flusso e calibro, iperemia attiva e passiva, permeabilizzazione endoteliale con essudato, migrazione leucocitaria e chemiotassi, fagocitosi.

La chemiotassi è movimento orientato lungo un gradiente chimico; gli stimoli possono essere esogeni (prodotti batterici) o endogeni (complemento, leucotrieni, citochine). Durante la stasi i neutrofili si dispongono lungo l’endotelio (marginazione). Segue l’adesione: i leucociti rotolano con legami labili, poi aderiscono stabilmente formando la “pavimentazione”. Successivamente attraversano l’endotelio (diapedesi) e migrano verso lo stimolo. L’endotelio normalmente è continuo e liscio, ma nell’infiammazione aumenta la permeabilità ed esprime molecole di adesione preformate (es. P-selectina dai corpi di Weibel-Palade).

Le principali molecole di adesione sono: selectine (E sull’endotelio, P sull’endotelio in infiammazione, L sui leucociti, legano zuccheri); immunoglobuline (ICAM-1 e VCAM-1, interagiscono con integrine leucocitarie, le ICAM-1 si legano alle integrine ?2); VCAM-2 proprie dell’endotelio; integrine (già presenti sui leucociti, ma con bassa affinità: aumentano l’avidità a seguito di stimoli chemiokinici e dell’induzione di ICAM/VCAM-1). Le citochine IL-1 e TNF inducono fortemente la sintesi di ICAM-1 e VCAM-2, molecole implicate nei legami forti, la cui espressione richiede più tempo.


56 di 62 Domande

Il Sig. Mariani, un uomo di 78 anni si reca presso il PS del Policlinico Torvergata di Roma, a causa di un episodio di dispnea acuta. Anamnesi patologica prossima: lamenta comparsa di episodi di tosse produttiva, gonfiore degli arti inferiori e dei piedi, astenia, che perdurano da 3 settimane. Inoltre, da due mesi a questa parte, si sono presentate crisi di dispnea da sforzo ingravescente. Anamnesi patologica remota: una decina di anni prima è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia sostitutiva per impianto di protesi valvolare di suino, a causa di un rigurgito della valvola mitrale di grado severo. Il paziente è affetto da coronaropatia, diabete mellito di tipo 2 ed ipertensione. Anamnesi fisiologica: ha fumato per 55 anni un pacchetto di sigarette al giorno e abitualmente beve una birra al giorno. Anamnesi farmacologica Attualmente prende diversi farmaci tra cui cardioaspirina, simvastatina, ramipril, metoprololo, metformina e idroclorotiazide. Esame obiettivo: si presenta dall’ aspetto pallido. L’ uomo è alto 181 cm e pesa 128 kg, con una BMI di circa 41 kg/m2. Ha una temperatura corporea di 37.3 °C , frequenza respiratoria di 23 atti/min, frequenza cardiaca di 97 bpm, e pressione arteriosa di 148/95 mm Hg. All’ auscultazione del torace si riscontra la presenza di rantoli alle basi polmonari bilateralmente. L’ esame obiettivo del cuore rivela la presenza di un battito apicale dislocato lateralmente e la presenza, a livello dell’ apice, di un soffio diastolico 3/6 di intensità decrescente. Inoltre si osserva la presenza di edemi improntabili bilateralmente a livello dei piedi e delle caviglie. Il resto dell’ esame obiettivo non mostra altre anomalie. Quale tra le seguenti è la causa più probabile dei sintomi di questo paziente?

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La risposta D è corretta.

Il paziente circa 10 anni fa si era sottoposto a un intervento di sostituzione protesica con impianto di protesi valvolare suina per severo rigurgito mitralico. Il trattamento di una valvulopatia, a meno che non sia di grado medio-elevato e clinicamente significativa, richiede solo un controllo periodico, mentre l’intervento chirurgico è indicato in presenza di una lesione moderata o grave responsabile di sintomi e/o disfunzione cardiaca. Le opzioni vanno dalla valvuloplastica alla riparazione fino alla sostituzione, che può essere effettuata con protesi meccaniche (preferite nei pazienti <65 anni o con lunga aspettativa di vita, ma richiedono anticoagulazione cronica con warfarin per prevenire tromboembolismo) o biologiche (suine o bovine, più soggette a deterioramento sclero-fibrotico, con durata media 10-15 anni). Una complicanza possibile delle protesi biologiche è l’ostruzione/stenosi o il rigurgito, entrambi responsabili di scompenso cardiaco.

L’endocardite infettiva insorge in presenza di una predisposizione endocardica (patologie congenite, reumatiche, valvole bicuspidi calcifiche, prolasso mitralico, cardiomiopatia ipertrofica, precedente endocardite). Fattori predisponenti sono protesi valvolari, tossicodipendenza, diabete, uso cronico di anticoagulanti o steroidi, età avanzata. Agenti più comuni sono streptococchi e stafilococchi (80-90%), seguiti da enterococchi e microrganismi HACEK. Clinicamente si manifesta con febbre, nuovo soffio o modifica di un soffio preesistente, può causare scompenso cardiaco e, all’ecocardiogramma, vegetazioni. Segni caratteristici: petecchie congiuntivali, macchie di Roth, lesioni di Janeway, nodi di Osler, emorragie subungueali a scheggia. La diagnosi si basa sui criteri di Duke (diagnosi rigettata, possibile o certa). In assenza di emocolture disponibili, e senza rischio per MRSA, la terapia empirica si effettua con un ?-lattamico + amminoglicoside. Sebbene questo paziente presenti soffio e segni di scompenso, non ha febbre né criteri di Duke: l’endocardite è improbabile (risposta A errata).

La BPCO è una malattia polmonare cronica non reversibile, con ostruzione bronchiale persistente (VEMS/CVF <0,7), spesso correlata a fumo e caratterizzata da progressione, riacutizzazioni infettive, dispnea, tosse produttiva cronica, tachipnea, cianosi e ipertensione polmonare nelle fasi avanzate. All’auscultazione: respiro sibilante e fase espiratoria prolungata. Nonostante il paziente sia fumatore con tosse, i sintomi durano solo da 3 settimane e non vi sono segni obiettivi di ostruzione: la diagnosi di BPCO è errata (risposta B errata).

La polmonite è un’infiammazione acuta polmonare (batterica, virale, fungina, parassitaria) diagnosticata con RX torace e reperti clinici. Può essere comunitaria (più spesso da Streptococcus pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae) o nosocomiale. Clinicamente: febbre, tosse, dispnea, astenia, ipossia; nella forma tipica: esordio acuto con febbre, tosse produttiva, crepitii e rumori bronchiali; nella forma atipica: esordio graduale con tosse secca, dispnea e pochi segni obiettivi. È indicato esame colturale di sangue/escreato. Questo paziente presenta tosse produttiva ma non febbre, e all’auscultazione rantoli basali bilaterali: più compatibili con scompenso cardiaco che con polmonite (risposta C errata).

L’embolia polmonare è occlusione di arterie polmonari da trombi (arti inferiori/pelvi). Presentazione acuta con sintomi aspecifici: dolore toracico pleuritico, tosse, sincope, dispnea, arresto cardiorespiratorio nei casi gravi; segni: tachipnea, tachicardia, ipotensione. Fattori di rischio: immobilizzazione, trombofilie, gravidanza, chirurgia recente. In questo paziente tosse e dispnea possono mimarla, ma anamnesi negativa per immobilizzazione e presenza di stenosi mitralica con edemi declivi bilaterali fanno propendere per scompenso cardiaco congestizio piuttosto che embolia polmonare (risposta E errata).


57 di 62 Domande

Il Sig. Verci, un uomo di circa 60 anni si reca, presso l’ ambulatorio del proprio medico curante, il Dott. Briga, per dispnea. Anamnesi patologica prossima: lamenta una dispnea ingravescente da circa un mese. Inizialmente era in grado di salire 3 rampe di scale fino al suo appartamento, ma ora necessita di effettuare numerose pause per recuperare il fiato. Non lamenta dolore al petto. Anamnesi patologica remota: l'uomo è affetto da cardiopatia reumatica e diabete mellito di tipo 2. Anamnesi fisiologica: è emigrato dall'India circa 20 anni prima. Anamnesi farmacologica: assume carvedilolo, torasemide e insulina. Esame obiettivo: il Dott. Briga visita il Sig. Verci riscontrando una temperatura corporea di 37.2 °C, una frequenza cardiaca di 74 bpm, una frequenza respiratoria di 19 atti/min ed una pressione arteriosa di 135/80 mm Hg. La pulsossimetria mostra una saturazione d'ossigeno del 96% in aria ambiente. L'auscultazione del torace rivela la presenza di crepitii alle basi polmonari bilateralmente. All’ auscultazione cardiaca si riscontra la presenza di un soffio d'apertura seguito da un soffio diastolico di bassa tonalità , a livello del quanto spazio intercostale di sinistra in corrispondenza della linea medio-claveare. Esami strumentali-laboratoristici: il Dott. Briga decide di far eseguire una radiografia del torace al Sig. Verci, che mostra una dilatazione dell'atrio di sinistra, con stiramento del margine cardiaco di sinistra, ed un’ aumentata trama vascolare. Quale tra i seguenti rappresenta l'intervento di prima scelta per migliorare la sintomatologia del paziente?

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La risposta corretta è la D.

La malattia reumatica è la causa più frequente di stenosi mitralica non complicata. È caratterizzata da fibrosi, calcificazione dei lembi valvolari e parziale fusione delle commissure, con conseguente riduzione dell’ostio valvolare (normalmente 4-6 cm²) fino a valori <1 cm². A causa di questo restringimento, l’unico modo per garantire il passaggio di sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro durante la diastole è aumentare le pressioni atriali. Questo incremento si trasmette a monte, con aumento della pressione nelle vene e nei capillari polmonari: ecco la causa della dispnea. Se le pressioni aumentano ulteriormente, soprattutto acutamente, può verificarsi la trasudazione di liquido negli alveoli con conseguente edema polmonare. Il nostro paziente all’auscultazione presenta anche crepitii basali bilaterali. Il gradiente diastolico transvalvolare è proporzionale al grado di stenosi ed è sensibile ad aumenti di portata e frequenza cardiaca: maggiore la portata/frequenza, maggiore il gradiente. Per questo un soggetto asintomatico a riposo può diventare sintomatico anche per sforzi lievi. L’evoluzione della stenosi mitralica è rappresentata dallo sviluppo di ipertensione polmonare arteriosa, secondaria a quella venosa, che provoca vasocostrizione arteriolare inizialmente funzionale e reversibile, successivamente irreversibile per ipertrofia della tonaca media e fibrosi dell’intima. Le elevate resistenze arteriolari del circolo polmonare causano sovraccarico pressorio del ventricolo destro con dilatazione, ipertrofia, disfunzione contrattile e segni di scompenso destro e bassa gittata. Nell’insufficienza mitralica, invece, la pressione atriale sinistra, molto più bassa di quella aortica, fa sì che il sangue refluisca in atrio già durante la contrazione isometrica ventricolare. Nell’insufficienza mitralica cronica l’atrio sinistro si adatta dilatandosi, per cui la pressione a monte non aumenta significativamente; nell’insufficienza acuta, invece, l’atrio non ha tempo di adattarsi e subisce un brusco aumento pressorio con ripercussioni sulla pressione venosa polmonare. Il ventricolo sinistro, sottoposto a sovraccarico di volume, si dilata: inizialmente la frazione di eiezione rimane conservata, poi si riduce progressivamente perché il rigurgito in atrio riduce il volume sistolico effettivo. Una frazione di eiezione <60% è indicativa di compromissione ventricolare sinistra. Nel nostro paziente, per segni, sintomi e reperti auscultatori, è probabile un coinvolgimento valvolare mitralico, in particolare stenosi o steno-insufficienza. L’intervento di scelta, nella stenosi mitralica clinicamente significativa (area ?1,5 cm²) o sintomatica, e nei pazienti con controindicazioni alla chirurgia, è la valvuloplastica percutanea con palloncino: una “dilatazione controllata” eseguita con un palloncino ad alta resistenza gonfiato in prossimità della valvola, introdotto tramite catetere da vena femorale destra. È una tecnica mini-invasiva che riduce morbilità e mortalità perioperatorie, con buona efficacia a lungo termine (sopravvivenza libera da eventi nel 30-70% dei casi), sebbene non siano rare le restenosi. Non può essere eseguita in presenza di calcificazioni valvolari, per cui è indicata la sostituzione valvolare.


58 di 62 Domande

Un ragazzo di 20 anni presenta il seguente ECG. Cosa si nota all'ECG?

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La risposta esatta è la A.

Le derivazioni da V1 a V6, chiamate derivazioni precordiali, esprimono l’attività elettrica del cuore sul piano orizzontale: V1-V2 esplorano il setto interventricolare, V3-V4 la parete anteriore del ventricolo sinistro, V5-V6 la parete laterale del ventricolo sinistro. L’onda P indica la depolarizzazione atriale, il complesso QRS e l’onda T indicano rispettivamente la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare, mentre la ripolarizzazione atriale non è visibile poiché avviene durante la depolarizzazione ventricolare. In età giovanile, dopo la pubertà, il vettore di ripolarizzazione ventricolare rende le T positive in tutte le derivazioni precordiali, tranne V1 e raramente V2; in casi eccezionali, la negatività può coinvolgere anche V3 e V4 (onda T giovanile). Dopo la pubertà, la presenza di onde T invertite ?2 mm in due o più derivazioni contigue del ventricolo destro può indicare cardiopatia congenita con sovraccarico di pressione o volume (cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro) oppure, più raramente, patologie ereditarie dei canali del sodio o potassio. L’ECG descritto mostra ritmo sinusale, alterazioni diffuse della ripolarizzazione con T negativa da V1 a V5, R alta in V1 e asse spostato a destra: reperti suggestivi di ipertrofia ventricolare destra a carattere aritmogeno. La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro è spesso familiare, più frequentemente a trasmissione autosomica dominante, e coinvolge prevalentemente ma non esclusivamente il ventricolo destro. Nel 10-20% dei casi è presente una mutazione nei geni che codificano proteine del desmosoma. Istologicamente si osserva progressiva sostituzione del miocardio con tessuto fibro-adiposo, che genera aree di discinesia e dilatazione soprattutto nel tratto di afflusso, efflusso e apice del ventricolo destro (triangolo della displasia), ma può estendersi all’intera parete ventricolare destra o anche al ventricolo sinistro. Questa condizione, per le alterazioni morfologiche e funzionali, è causa frequente di aritmie ventricolari e morte improvvisa, soprattutto in età giovanile durante o subito dopo l’attività fisica. In presenza di un ECG di questo tipo è quindi indicato eseguire un ecocardiogramma per rilevare eventuali alterazioni strutturali cardiache.


59 di 62 Domande

La signora Rettori, una donna di 45 anni, si reca dal proprio medico curante, il Dott. Pressi, per malessere. Anamnesi patologica prossima: comparsa di febbre, disuria e dolore alla schiena. Il Dott. Pressi consiglia alla paziente di recarsi in ospedale per ulteriori accertamenti; qui la donna verrà successivamente ricoverata con una sospetta diagnosi di pielonefrite. La paziente viene sottoposta a terapia con antibiotici ad ampio spettro, che determinano un significativo miglioramento della sintomatologia. Tuttavia, durante il quarto giorno di ricovero, la donna presenta nuovamente febbre, con leucocitosi e profusa diarrea acquosa. Esami strumentali: viene effettuata una colonscopia, visibile nell’ immagine sottostante.

Quale è la terapia per il trattamento di questo disturbo?

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La risposta corretta è la D.

La paziente presenta una colite pseudomembranosa causata da Clostridium difficile, un batterio appartenente alla famiglia Clostridiaceae, patogeno per l’uomo, Gram+ anaerobio. Il C. difficile è virulento in quanto possiede due tossine: la tossina A, un’enterotossina che si lega alle cellule della mucosa e causa un’ipersecrezione di liquido determinando diarrea acquosa; la tossina B, una citotossina che provoca gravi danni alla mucosa determinandone l’aspetto pseudomembranoso. Il Clostridium difficile causa colite associata ad antibiotici, tipicamente in ambiente ospedaliero. Fa parte normalmente del microbiota umano; tuttavia, quando si utilizzano antibiotici per lungo tempo, questi possono distruggere anche i batteri che tengono “sotto controllo” il Clostridium. Quando il C. difficile diviene dominante, si possono avere crampi addominali, colite pseudomembranosa, diarrea (talora ematica), raramente sepsi e addome acuto. I sintomi insorgono alcuni giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e includono diarrea acquosa o scariche di feci non formate, crampi addominali, raramente nausea e vomito. Per la diagnosi è importante l’identificazione della tossina nelle feci. Il trattamento consiste nell’interrompere la terapia antibiotica; se la sintomatologia è grave è possibile utilizzare vancomicina o metronidazolo (nel nostro caso, non essendo la vancomicina tra le opzioni, la risposta corretta è la D).


60 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

In seguito ai valori di glicemia a digiuno riscontrati, si richiede curva da carico orale di glucosio (OGTT). In base ai risultati sopra riportati, la paziente presenta:

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La risposta corretta è la B.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: è necessario un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si associano inoltre a modifiche del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, arti inferiori, retina) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie degli arti inferiori).

Il diabete si classifica in due tipologie principali:

– diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), che può avere cause immuno-mediate o idiopatiche;

– diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e deficienza insulinica relativa, nella maggior parte dei casi senza necessità di insulina.

Esiste poi il diabete gestazionale, che compare in gravidanza e regredisce dopo il parto.

Tra le sindromi secondarie ricordiamo:

– pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori),

– patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite),

– patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante),

– tossicità da farmaci o sostanze chimiche (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.).

Il diabete può rimanere a lungo silente. Si stima che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% resti non diagnosticato.

Per la diagnosi, le misurazioni della glicemia prevedono:

– glicemia a digiuno (da almeno 12 ore): due rilevazioni ?126 mg/dl;

– glicemia random >200 mg/dl, ma solo in paziente sintomatico (polidipsia, poliuria, nicturia, ecc.);

– curva da carico con 75 g di glucosio in 200-250 ml d’acqua: il test si esegue solo se la glicemia basale è <126 mg/dl, e la diagnosi si pone se a 2 ore la glicemia è >200 mg/dl.


61 di 62 Domande

La signora Bellini è una giovane donna ricoverata nel reparto di ginecologia ed ostetricia dopo un parto complicato da una rottura prematura delle membrane amnio-coriali ed un prolungato travaglio. Anamnesi patologica prossima: In seconda giornata sviluppa febbre con brivido associata ad ipotensione e intenso dolore addominale che fanno sospettare un’ endometrite purperale. Il Dott. Lanfranchi decide di sottoporre la paziente ad una radiografia del torace e decide di avviare la terapia antibiotica e reidratante con 4.000 ml di soluzione salina nelle successive 24 ore ma l’ ipertermia persiste e si ottiene un lieve incremento della pressione arteriosa. Improvvisamente la sig.ra Bellini presenta dispnea. Esame obiettivo: viene rilevata una SpO2 dell’ 82% che non aumenta anche con ossigenoterapia con FiO2 del 100%. Il Dott. Lanfranchi decide quindi di intubare la paziente e si eroga una FiO2 del 100%. Non si rileva turgore giugulare, all’ auscultazione polmonare si apprezzano crepitii diffusi bilateralmente. Esami di laboratorio-strumentali: viene rapidamente inviato in laboratorio un campione di sangue arterioso che evidenzia PaO2 di 62 mmHg e PaCO2 di 33 mmHg. L’ ECG mostra tachicardia sinusale. Viene effettuato un nuovo RX del torace che mostra un quadro polmonare modificato rispetto a quanto si era visto nel precedente. Sulla base dei dati forniti quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la B.

Questo paziente molto probabilmente ha una ARDS e il rapporto PaO2/FiO2 è <200: la paziente ha un rapporto di 60 (FiO2 = 1 ovvero 100% e PaO2 di 60 mmHg: necessita di ossigeno al 100% per mantenere una pressione di PaO2 accettabile). La RX torace mostra infiltrati polmonari diffusi non riconducibili a eziologia cardiogena. L’EO evidenzia dispnea ingravescente a insorgenza improvvisa, con crepitii diffusi bilateralmente. La paziente presentata nel caso è verosimilmente affetta da ARDS in seguito a sepsi da endometrite postpartum.

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una grave malattia acuta polmonare. I fattori scatenanti sono numerosi: polmonite, shock, gravi traumi, sepsi, aspirazione di alimenti (ab ingestis), pancreatite. È caratterizzata da danno diffuso della membrana alveolo-capillare, con edema polmonare non cardiogenico (ricco di proteine) e insufficienza respiratoria acuta (ARF). Si osserva reclutamento di neutrofili nei capillari alveolari e formazione di membrane ialine. I neutrofili rilasciano chemochine (che richiamano istiociti), producono ROS, proteasi, leucotrieni, fattore di attivazione piastrinica, prostaglandine e altre molecole che danneggiano le barriere tra capillari e spazi aerei. Gli alveoli e l’interstizio si riempiono di proteine, detriti cellulari e liquido, con distruzione del surfattante, collasso alveolare e mismatch ventilazione/perfusione.

L’ARDS determina grave ipossiemia refrattaria all’ossigenoterapia. I criteri diagnostici comprendono:

– Opacità bilaterali alla RX non spiegabili da versamento, atelettasia o noduli.

– PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Assenza di evidenza clinica di aumentata pressione atriale sinistra o insufficienza cardiaca (PCWP <18 mmHg). Una pressione di incuneamento capillare polmonare >18 mmHg orienta invece verso edema polmonare cardiogeno.

Secondo la “Definizione di Berlino 2012” l’ARDS si classifica in:

– Lieve: PaO2/FiO2 ?200 mmHg.

– Moderata: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.

– Grave: PaO2/FiO2 ?100 mmHg.


62 di 62 Domande

Una paziente di 58 anni si presenta presso il reparto di nutrizione clinica. La donna presenta BMI 20,9, circonferenza vita 88 cm, analisi ematochimiche (in allegato) in cui si presenta colesterolo LDL fuori range e glicemia a digiuno elevata.

Per il paziente diabetico è essenziale assumere cibi a basso indice glicemico. Qual è tra i seguenti alimenti quello che presenta il più basso indice glicemico?

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La risposta corretta è la A.

Il diabete è un gruppo di alterazioni caratterizzate da elevati livelli di glicemia, legati a un’alterata secrezione insulinica o a una ridotta sensibilità all’insulina. Questa alterata secrezione può variare da forme severe, in cui la produzione di insulina è nulla o quasi (diabete di tipo I, pancreasectomia), a forme intermedie modulate dall’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza da sola non è in grado di slatentizzare un diabete mellito: serve un danno della secrezione. Le alterazioni del metabolismo del glucosio si accompagnano anche ad alterazioni del metabolismo lipidico e proteico, predisponendo a complicanze vascolari: microvascolari (rene, retina, arti inferiori) e macrovascolari (cuore, cervello, arterie periferiche). Il diabete si classifica in due tipologie principali: diabete mellito di tipo I (insulino-dipendente), con cause immuno-mediate o idiopatiche; diabete mellito di tipo II (non insulino-dipendente), malattia metabolica caratterizzata da iperglicemia in un contesto di insulino-resistenza e relativa deficienza insulinica, che nella maggior parte dei casi non richiede terapia insulinica. Esiste anche il diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza e regredisce dopo il parto. Tra le forme secondarie: pancreasectomia (oggi non più praticata nelle pancreatiti, ma solo nei tumori), patologie del pancreas esocrino (es. pancreatite), patologie endocrine (acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, poiché l’insulina è l’unico ormone ipoglicemizzante), tossicità da farmaci o sostanze (glucocorticoidi, tiazidici, ecc.). Il diabete può progredire a lungo senza sintomi. Si calcola che, a fronte di una prevalenza diagnosticata del 4%, un ulteriore 4% rimane non diagnosticato. Per la diagnosi: glicemia a digiuno ?126 mg/dl in due misurazioni, glicemia random >200 mg/dl in presenza di sintomi (poliuria, polidipsia, nicturia), curva da carico con 75 g di glucosio (diagnosi se glicemia >200 mg/dl a 2 ore). Prima del test, la glicemia basale deve essere <126 mg/dl. Il test va eseguito in pazienti non ricoverati, in buone condizioni cliniche, dopo dieta abituale (non ridotta in carboidrati), a digiuno dalla mezzanotte, senza febbre, stress o fumo. Indicazioni alla curva da carico: glicemia alterata a digiuno (100–125 mg/dl), familiarità per diabete dai 30-40 anni, obesità, complicanze cardiovascolari (TIA, angina, claudicatio), soprattutto se obesi e fumatori, infezioni urinarie o cutanee ricorrenti con glicemia alterata. Il 90% dei casi è di tipo II, storicamente detto diabete dell’adulto (esordio >40 anni), ma oggi è sempre più precoce (anche a 18 anni), correlato all’obesità, in particolare infantile (Italia con alta prevalenza, soprattutto nel centro-sud). Nei gemelli monozigoti la concordanza è ~100% nel tipo II, mentre nel tipo I, pur avendo componente genetica, è solo del 50% per il ruolo di fattori ambientali. Anche nei monozigoti separati alla nascita la concordanza del tipo II rimane elevata, a dimostrazione della forte componente genetica, ancora non del tutto chiarita.


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