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1 di 140 Domande

Un ragazzo di 28 anni con stenosi valvolare aortica severa viene avviato alla sostituzione valvolare aortica in ministernotomia. L’intervento viene eseguito con un’incisione:














La risposta corretta è la D.

La ministernotomia rappresenta una tecnica chirurgica minimamente invasiva rispetto alla tradizionale sternotomia mediana. Si effettua un'incisione toracica più contenuta rispetto a quest'ultima. Questa tecnica può essere applicata in situazioni specifiche, come nella sostituzione della valvola aortica, con lo scopo di ridurre il trauma chirurgico e la necessità di un'apertura totale dello sterno. In questi casi, per motivi anatomici, l'incisione a J del tratto craniale dello sterno all'altezza del III o IV spazio intercostale destro costituisce l'opzione più adeguata.


2 di 140 Domande

Lo pneumotorace NON è in genere associato a:














La risposta corretta è la C.

Per pneumotorace si intende l'accumulo di aria nello spazio pleurico. Esso può essere classificato in diverse categorie:

  • Spontaneo primitivo, originato dalla rottura di bolle polmonari subpleuriche in individui privi di patologie polmonari preesistenti;
  • Spontaneo secondario, generalmente associato a patologie polmonari preesistenti e include anche lo pneumotorace catameniale, una forma poco comune di pneumotorace che si manifesta nelle donne in età fertile durante il periodo mestruale;
  • Iatrogeno, ossia derivante da procedure mediche;
  • Traumatico, causato da traumi diretti al torace.

La rottura esofagea non è inclusa tra le cause di pneumotorace.


3 di 140 Domande

Un paziente di 30 anni con sindrome di Marfan giunge in ospedale con una dissezione aortica di tipo B. Quando è indicato l’intervento chirurgico?.














La risposta corretta è la A.

La dissezione aortica di tipo B rappresenta una seria emergenza medica, in cui si verifica una lacerazione della parete dell'aorta, con conseguente formazione di due canali di flusso distinti: il “vero lume” e il “falso lume”. L'indicazione chirurgica è solitamente data dalla presenza di segni di malperfusione d'organo o dal rischio imminente di rottura dell'aorta. Le altre considerazioni non rappresentano necessariamente criteri per la scelta dell'intervento nella dissezione aortica di tipo B. La proporzione tra vero e falso lume (la risposta B non è corretta) o la trombosi del falso lume (la risposta C non è corretta) possono influenzare il tipo di trattamento, ma non sono i soli fattori determinanti. Allo stesso modo, le dimensioni dell'aorta (la risposta D non è corretta) e il posizionamento dei vasi viscerali (la risposta E non è corretta) non sono fattori direttamente correlati alla decisione di intervento chirurgico.


4 di 140 Domande

Quali sono le arterie che nascono dall’arco dell’aorta in assenza di varianti anatomiche?














La risposta corretta è la E.

In condizioni di normalità anatomica, dall'arco aortico prendono origine il tronco brachiocefalico (o tronco anonimo), che successivamente si divide in arteria succlavia destra e arteria carotide comune destra, l'arteria carotide sinistra e l'arteria succlavia sinistra. Le arterie vertebrali, sia destra che sinistra, originano tipicamente dalle rispettive arterie succlavie (la risposta D non è corretta). Le altre affermazioni descrivono varianti anatomiche non standard (le risposte A, B e C non sono corrette).


5 di 140 Domande

Giunge in ambulatorio un paziente con diagnosi di acromegalia. Quale delle seguenti condizioni è atipica nel paziente acromegalico?














La risposta corretta è la B. 

L’acromegalia è una malattia endocrina caratterizzata da un eccesso nella secrezione dell’ormone della crescita (GH), che porta a un aumento della produzione epatica di IGF1. L'adenoma secernente GH è la causa più comune di acromegalia, e in alcuni casi può comportare una secrezione concomitante di GH e prolattina. Il quadro clinico dell’acromegalia include un ingrossamento delle estremità acrali, che può causare la sindrome del tunnel carpale (nervo mediano) o del tunnel cubitale (nervo ulnare) a causa dell'intrappolamento dei nervi (le risposte A e C non sono corrette). A livello cardiologico, l’acromegalia può causare cardiomegalia e ipertensione arteriosa (risposta E corretta). Dal punto di vista metabolico, questa condizione è associata a iperglicemia (la risposta B è corretta).


6 di 140 Domande

Giunge all’osservazione un paziente di 49 anni con emangioblastoma cerebellare. In anamnesi, il paziente ha storia di feocromocitoma, cisti pancreatica e carcinoma a cellule renali. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la C. 

Il paziente con storia di emangioblastomi (prevalentemente a livello di retina e cervelletto), feocromocitoma, cisti pancreatiche e carcinoma renale presenta sintomi che indicano come diagnosi più probabile la Sindrome di Von Hippel-Lindau. Questa sindrome è un disturbo ereditario con trasmissione autosomica dominante dovuto a una mutazione del gene VHL, che gioca un ruolo cruciale nella regolazione della crescita cellulare e della vascolarizzazione. La disfunzione di questo gene può causare lo sviluppo di neoplasie, sia benigne che maligne, in diversi organi e tessuti. È importante considerare questa sindrome come la principale ipotesi diagnostica date le manifestazioni cliniche osservate, particolarmente quelle renali, mentre altre condizioni come le MEN (Neoplasie Endocrine Multiple) e la sclerosi tuberosa o la NF1, che coinvolgono tumori delle ghiandole endocrine o tumori benigni del tessuto nervoso rispettivamente, non sono tipicamente associate a tumori vascolari o renali in modo specifico come nel caso della sindrome di Von Hippel-Lindau (le risposte A, B, D ed E sono errate).


7 di 140 Domande

Una donna di 45 anni miope si reca al Pronto Soccorso lamentando visione offuscata in un occhio, fotopsie (flash luminosi) e miodesopsie (mosche e ragnatele) con la comparsa di un’ombra in una zona del campo visivo che si estende progressivamente. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la D. 

Nel caso clinico descritto, la paziente presenta miopia, fotopsie, miodesopsie e una progressiva ombra nel campo visivo, che sono tutti sintomi tipici del distacco di retina. Le altre condizioni proposte non presentano questi sintomi: il glaucoma, in particolare quello ad angolo aperto, comporta una riduzione graduale del campo visivo che spesso passa inosservata fino a stadi avanzati. La congiuntivite batterica non causa sintomi visivi significativi, ma è caratterizzata da secrezione, fotofobia lieve e iperemia congiuntivale a causa dell'infezione. La degenerazione maculare senile è solitamente una condizione progressiva che colpisce principalmente le persone anziane e causa una graduale riduzione della visione centrale (le risposte A, B, C ed E sono errate).

 


8 di 140 Domande

Il glaucoma è:














La risposta corretta è la E.

Il glaucoma è una neuropatia ottica, spesso progressiva, in cui la pressione intraoculare rappresenta uno dei principali fattori di rischio. Pertanto, possiamo escludere condizioni come neoplasie oculari benigne o maligne, neoplasie del nervo ottico e degenerazione retinica, che non hanno alcuna relazione diretta con il glaucoma.


9 di 140 Domande

Un uomo di 57 anni accusa diplopia orizzontale binoculare. La visione doppia peggiora nello sguardo verso destra. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile:














La risposta corretta è la C. 

Prima di procedere con la risposta, è essenziale rivedere l'innervazione dei muscoli estrinseci dell'occhio da parte dei vari nervi cranici:

  • Il terzo nervo cranico (nervo oculomotore) innerva il muscolo retto mediale, responsabile dell'adduzione e della convergenza oculare, oltre al retto inferiore, al retto superiore, all'obliquo inferiore, e al muscolo elevatore della palpebra;
  • Il quarto nervo cranico (nervo trocleare) innerva il muscolo obliquo superiore, che ha la funzione di ruotare l'occhio verso il basso e all'esterno;
  • Il sesto nervo cranico (nervo abducente) innerva il muscolo retto laterale, che permette l'abduzione dell'occhio.

10 di 140 Domande

Quale nervo innerva il muscolo cricotiroideo?














La risposta corretta è la C. 

Il muscolo cricotiroideo rappresenta l'unico muscolo laringeo che riceve innervazione dal nervo laringeo superiore, il quale primariamente svolge una funzione sensitiva e non motoria; tutti gli altri muscoli laringei sono invece innervati dal nervo laringeo ricorrente.


11 di 140 Domande

Un paziente di otto anni viene accompagnato al Pronto Soccorso per comparsa di tumefazione cervicale mediana anteriore, dolorabile ed iperemica. Agli atti deglutitori si apprezza rapporto con l’osso ioide. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la D. 

Una tumefazione dolorosa e con iperemia nella regione cervicale mediana anteriore di un bambino, specialmente se localizzata vicino all'osso ioide con cui ha stretti rapporti anatomici, dovrebbe immediatamente suggerire la presenza di una cisti del dotto tireoglosso infetta come prima ipotesi diagnostica.


12 di 140 Domande

Un paziente di 55 anni, sottoposto due anni prima a chirurgia implantare a livello dell’arcata alveolare superiore destra, lamenta dolore da giorni a livello facciale infraorbitario destro. L’esame endoscopico mostra edema e secrezioni purulente a carico del complesso ostiomeatale destro. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A. 

L'implantologia dentale rappresenta una delle cause più comuni di sinusite iatrogena etmoidomascellare, poiché in alcuni casi l'impianto può perforare la membrana di Schneider che riveste il seno mascellare. Questo può creare una comunicazione tra la cavità orale e il seno paranasale, spesso causando sinusite acuta o cronica. Le secrezioni purulente provenienti dal seno mascellare e dall'etmoide vengono drenate successivamente nel complesso ostiomeatale (COM).


13 di 140 Domande

Un uomo di 76 anni giunge al Pronto Soccorso con un quadro clinico di ileo meccanico. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la E.

Le tre principali cause di occlusione intestinale meccanica (ileo meccanico) includono le aderenze mesenteriche postoperatorie, le ernie incarcerate e il carcinoma del colon-retto. In assenza di una storia clinica specifica, come un precedente intervento chirurgico addominale o una nota ernia addominale, il carcinoma del colon-retto risulta essere la causa più comune di occlusione intestinale nella popolazione generale, essendo la neoplasia più frequente sia in uomini che in donne dopo il carcinoma mammario. Nella popolazione anziana, il volvolo del grosso intestino diventa la causa più frequente di ileo meccanico. Occasionalmente, la calcolosi della colecisti può causare un ileo meccanico tramite la migrazione di un calcolo di grandi dimensioni nel piccolo intestino attraverso una fistola biliointestinale (Sindrome di Bouveret). Condizioni come un'appendicite acuta perforata, la perforazione di un diverticolo o un megacolon tossico sono, invece, più comunemente associate a un quadro clinico di ileo paralitico.


14 di 140 Domande

Ad un giovane di 30 anni vengono diagnosticati un feocromocitoma, aumento del paratormone ed un nodulo tiroideo positivo per carcinoma midollare. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile:














La risposta corretta è la D. 

La MEN2A (neoplasia endocrina multipla di tipo 2A) è causata da una mutazione somatica del gene RET, che codifica per un recettore tirosin-chinasico attivato in modo costitutivo. Questa mutazione predispone allo sviluppo di neoplasie. Esiste una correlazione genotipo-fenotipo in questa sindrome, che si suddivide in tre gruppi: MEN2A, MEN2B e 2C (carcinoma midollare familiare della tiroide). La MEN2A si caratterizza per la presenza simultanea di carcinoma midollare della tiroide (solitamente a insorgenza in età adulta), feocromocitoma e iperparatiroidismo (causato da iperplasia o adenoma delle paratiroidi). Il carcinoma midollare della tiroide è spesso il primo segno della malattia.


15 di 140 Domande

Un uomo di 55 anni affetto da molto tempo da disturbi dispeptici viene alla osservazione per una tumefazione della fossa clavicolare sinistra (Segno di Troisier). Qual è il sospetto diagnostico più verosimile tra i seguenti?














La risposta corretta è la D.

Il segno di Troisier è caratterizzato dalla presenza di un linfonodo sentinella, noto come linfonodo di Virchow-Troisier, situato nella fossa clavicolare sinistra. Questo segno è tipicamente associato a un carcinoma gastrico. Il linfonodo si localizza sul lato sinistro del collo poiché è qui che il drenaggio linfatico proveniente dalla maggior parte del corpo, attraverso il dotto toracico, confluisce nella circolazione venosa tramite la vena succlavia. La presenza di sintomi dispeptici contribuisce ulteriormente a orientare la diagnosi verso un tumore dello stomaco.


16 di 140 Domande

Un uomo di 62 anni ha di recente sviluppato un diabete mellito con costante perdita di peso e dolore puntorio localizzato ai quadranti superiori dell'addome ed irradiato al dorso. Qual è il sospetto diagnostico più probabile tra i seguenti?














La risposta corretta è la B.

La sintomatologia descritta nella domanda è tipica del tumore del pancreas, che si manifesta con dolore tipo barra o cintura, calo ponderale e diabete mellito derivante da insufficienza pancreatica. Le altre opzioni menzionate non corrispondono in quanto:

- Il tumore del retto si caratterizza per sintomi specifici del tratto gastrointestinale inferiore, quali variazioni nelle abitudini intestinali, sanguinamento rettale o dolore nella parte bassa dell'addome;
- L'epatite cronica provoca sintomi come stanchezza, disturbi addominali e disfunzione epatica, ma non di solito dolore acuto nella parte superiore dell'addome che si irradia alla schiena, né è tipicamente associata a recente sviluppo di diabete e perdita di peso;
- La diverticolosi implica la presenza di diverticoli nel colon e solitamente si associa a sintomi come dolore addominale basso, gonfiore e alterazioni delle abitudini intestinali;
- La poliposi familiare è una condizione ereditaria che comporta la formazione di numerosi polipi nel colon e nel retto e non presenta i sintomi specifici menzionati per il caso discusso.

 


17 di 140 Domande

Un uomo di 45 anni è affetto da calcolosi della colecisti, diverticoli del colon, reflusso gastroesofageo. Quale nome si associa a quest'insieme di patologie?














La risposta corretta è la C. 

La domanda si riferisce alla triade di Saint, una delle triadi epidemiologiche classiche in medicina. La patogenesi di questa sindrome sembra essere associata allo stile alimentare occidentale, caratterizzato da una dieta povera di fibre e ricca di grassi, che porta a sovrappeso e obesità. Queste condizioni sono correlate alla formazione di calcolosi della colecisti, ernia jatale (con conseguente reflusso gastro-esofageo) e diverticolosi del colon. La sindrome di Marfan è una malattia del tessuto connettivo, mentre la sindrome di Peutz-Jeghers è una sindrome poliposica amartomatosa. La sindrome di Lynch è non poliposica e associata allo sviluppo di cancro del colon, e la sindrome di Mallory-Weiss si manifesta con una lacerazione a livello della giunzione esofago-gastrica dovuta a sforzi di vomito, che porta a sanguinamento.


18 di 140 Domande

In un uomo di 75 anni affetto da molto tempo da dispepsia cronica resistente alla terapia, quale è tra le seguenti l'indagine diagnostica iniziale più appropriata?














La risposta corretta è la C.

Le linee guida internazionali sulla dispepsia suggeriscono un approccio differenziato basato sull'età del paziente. Nei pazienti di età inferiore ai 60 anni, in assenza di segni di allarme (come anemia o perdita di peso), il metodo più appropriato è quello del "test-and-treat". Questo prevede la ricerca dell'antigene di H. pylori nelle feci (test) e l'adozione di una terapia con inibitori della pompa protonica (treat). Nei pazienti con età pari o superiore a 60 anni, come quello descritto nella domanda, il primo approccio dovrebbe essere sempre endoscopico. Un'esofagogastroduodenoscopia con biopsia completa permette di escludere cause neoplastiche e preneoplastiche (come gastrite atrofica o H. pylori) alla base della dispepsia. Questa risposta è ulteriormente supportata dal fatto che il paziente presenta dispepsia cronica resistente alla terapia iniziale. La risposta corretta è la A.


19 di 140 Domande

Un uomo di 70 anni è affetto da adenocarcinoma del retto localizzato a 5 cm dal margine anale esterno, cT3N1M0. Quale delle seguenti strategie terapeutiche è la più appropriata?














La risposta corretta è la D.

La domanda fa riferimento a un tumore del colon-retto in stadio localmente avanzato, classificato come T3 (invasione oltre la muscularis propria con coinvolgimento dei tessuti perirettali), N1 (coinvolgimento di uno-tre linfonodi locoregionali) e M0 (assenza di metastasi a distanza). Le opzioni terapeutiche comprendono solitamente un intervento chirurgico seguito da chemioterapia adiuvante (opzione non menzionata) oppure una chemioterapia neoadiuvante seguita da una ristadiazione, che è necessaria per valutare l'efficacia della terapia neoadiuvante, e poi un intervento chirurgico.


20 di 140 Domande

Un uomo di 43 anni da un anno circa lamenta frequenti rigurgiti post-prandiali e notturni associati a disfagia ingravescente. Riferisce saltuario dolore toracico con valutazione cardiologica negativa. Esegue esofago-gastro-duodenoscopia negativa per lesioni neoplastiche ed esofagografia con contrasto per os di cui si allega il radiogramma. Alla luce dei reperti anamnestici e della radiografia quale è la diagnosi più verosimile tra le seguenti?

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La risposta corretta è la C. 

La radiografia con mezzo di contrasto per via orale mostrata è eseguita utilizzando bario, anche se, in caso di sospetta perforazione, si potrebbe preferire un mezzo di contrasto a base di iodio. In questa immagine, acquisita 5 minuti dopo l'ingestione del contrasto e in proiezione obliqua, si osserva il riempimento dell'esofago con un aspetto a "coda di topo" o "becco di uccello" a livello dello sfintere esofageo inferiore (LES). Questo reperto è tipico dell'acalasia, una condizione in cui il LES ipertonico ostacola il corretto transito degli alimenti verso lo stomaco. Anche i sintomi riportati, come rigurgito, disfagia e dolore, suggeriscono l'acalasia. Al contrario, un GIST dello stomaco è raro e di solito asintomatico, non spiegando quindi i sintomi del paziente. Un diverticolo epifrenico potrebbe causare rigurgito, ma raramente provoca disfagia, e se fosse presente si vedrebbe come un'estroflessione a livello della giunzione gastroesofagea con l'esame radiografico. La malattia da reflusso gastroesofageo tipicamente causa pirosi e rigurgito acido, e solo nelle forme avanzate può portare a disfagia, a causa di una stenosi peptica. Un'ernia jatale, visibile anche con l'EGDS, darebbe sintomi simili al reflusso, senza spiegare la disfagia. Pertanto, la presenza di rigurgito, disfagia ingravescente e il tipico aspetto radiografico di restringimento alla giunzione gastroesofagea indirizzano la diagnosi verso l'acalasia.


21 di 140 Domande

Paziente di 39 anni giunge in Pronto Soccorso per dolore toracico anteriore sinistro intensificato dagli atti respiratori. Alla valutazione clinica viene riscontrata tachipnea con 34 atti respiratori/minuto. All’esame obiettivo riduzione del murmure vescicolare sinistro. EGA (in area ambiente): pH7.50, PaO2 62 mmHg, PaCO2 28 mmHg. Esegue RX del torace di cui si allega il radiogramma. Il quadro clinico, radiologico e emogasanalitico orienta per:

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La risposta corretta è la D.

La radiografia del torace proposta è una proiezione frontale eseguita con il paziente seduto. L'immagine mostra un'assenza quasi completa della trama polmonare nell'emitorace sinistro. Si può osservare una linea pleurica a livello dei settimi-ottavi spazi intercostali, che indica uno pneumotorace massivo a sinistra, confermato anche dall'indebolimento del murmure vescicolare. Questa condizione richiede un drenaggio urgente. Monitorare sarebbe accettabile solo se la falda di pneumotorace fosse piccola (quindi, la risposta A è errata). Una zona di consolidamento infettivo/flogistico sarebbe evidente come un'area di opacità, che non è presente nell'immagine (risposta B non corretta), e inoltre non ci sono segni clinici come febbre o tosse. L'edema polmonare grave appare con aree di opacità bilaterali dovute a edema alveolare, associato a segni di edema interstiziale, come ingrandimento dei vasi ilari e strie di Kerley, ma questi reperti non sono presenti (risposta C non corretta). Infine, non si osserva alcun versamento pleurico (risposta E non corretta), che si manifesterebbe come obliterazione del seno costofrenico.


22 di 140 Domande

Paziente giunge in Pronto Soccorso con dolore addominale associato a febbre con brivido ed ittero. Come si chiama l’associazione dei tre segni clinici presentati dal paziente?














La risposta corretta è la B.

Dolore addominale, febbre e ittero sono sintomi che guidano verso una diagnosi di infezione delle vie biliari, conosciuta come colangite, e rappresentano la Triade di Charcot. La Pentade di Reynold, diversamente dalla triade, si riferisce a un caso più grave di colangite, tipicamente in un paziente anziano, dove a febbre, dolore addominale e ittero si aggiungono confusione mentale e shock settico. La Triade di Trousseau non esiste; si potrebbe intendere il Segno di Trousseau, che è un indicatore di ipocalcemia latente e si manifesta come uno spasmo carpale quando si limita l'afflusso di sangue a un avambraccio. Il termine Triade di Calot è improprio poiché si dovrebbe riferire al Triangolo di Calot, un punto di riferimento chirurgico definito dal dotto cistico, dotto epatico comune e arteria cistica. La Triade di Virchow descrive i tre fattori che predispongono alla formazione di un trombo vascolare: danno endoteliale, stasi del sangue e ipercoagulabilità (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).

 


23 di 140 Domande

In un neonato, l’atresia esofagea di III tipo è:














La risposta corretta è la B.

L'atresia esofagea di tipo III è la forma più comune di questa condizione congenita, in cui l'esofago prossimale si interrompe formando un fondo cieco ed è presente una fistola tracheoesofagea distale, cioè una connessione anomala tra l'esofago distale e la trachea (la risposta C è errata). L'esofago di Barrett è una condizione in cui il tessuto esofageo subisce cambiamenti anormali a causa di reflusso acido cronico (le risposte A e D sono errate) e non ha correlazione con l'atresia esofagea. L'ingestione accidentale di sostanze caustiche può causare danni all'esofago, ma non è correlata all'atresia esofagea, che è una condizione congenita (la risposta E è errata).


24 di 140 Domande

Qual è il sistema di classificazione più utilizzato per la contrattura capsulare periprotesica mammaria?














La risposta corretta è la C.

La contrattura capsulare periprotesica mammaria è una reazione eccessiva dell'organismo a un corpo estraneo, in risposta al posizionamento di una protesi mammaria. Questa condizione può causare disagio, dolore e spostamento della protesi stessa. La contrattura capsulare è classificata utilizzando il sistema di Baker, che descrive quattro stadi:

- Grado 1: protesi morbida, con forma e dimensioni normali.
- Grado 2: aumento della consistenza della protesi, mantenendo però forma e dimensioni normali.
- Grado 3: protesi rigida e dura, con bordo della protesi visibile.
- Grado 4: protesi rigida e dolorosa, con forma alterata.

 


25 di 140 Domande

Una donna di 35 anni giunge presso l’ambulatorio di ginecologia riferendo amenorrea da circa 6 mesi, disturbi del sonno e dispareunia. I cicli negli anni precedenti sono sempre stati regolari per ritmo, durata e quantità. Porta in visione esami ormonali che evidenziano elevati valori di FSH e LH, bassi livelli di Estradiolo e Progesterone e null'altro di rilevante. La causa più probabile di amenorrea è:














La risposta corretta è la C.

I sintomi e i valori ormonali descritti sono coerenti con la diagnosi di menopausa, caratterizzata da ipogonadismo ipergonadotropo. Sebbene per diagnosticare la menopausa generalmente si richieda un anno di amenorrea, la menopausa prematura (o insufficienza ovarica precoce) può essere diagnosticata attraverso esami ormonali specifici dopo quattro mesi di amenorrea. La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) può causare amenorrea, ma:
- i livelli di estradiolo e progesterone generalmente non sono bassi;
- sebbene vi sia un'inversione del rapporto LH/FSH, non si riscontra un aumento simultaneo di entrambi come nel caso descritto;
- per diagnosticare la PCOS, è necessario identificare un ovaio micropolicistico e/o sintomi di iperandrogenismo.

Un adenoma ipofisario prolattino-secernente può provocare amenorrea di origine ipofisaria, così come l'amenorrea di origine ipotalamica, ma entrambe non presentano livelli elevati di gonadotropine (le risposte A, B, D ed E sono errate).


26 di 140 Domande

Una gestante di 45 anni alla diciassettesima settimana di gravidanza, con bitest risultato ad alto rischio per un’elevata translucenza nucale, si sottopone ad amniocentesi. Il risultato del cariotipo fetale evidenzia una trisomia del cromosoma 13 che determina la seguente sindrome:














La risposta corretta è la C.

Il test combinato è una procedura di screening per la rilevazione delle trisomie 13, 18 e 21. Dato questo contesto, era possibile confondere la sindrome di Edwards e la sindrome di Patau, mentre la sindrome di Down corrisponde alla trisomia 21. La sindrome di Klinefelter è identificata dal cariotipo 47 XXY, e la sindrome di Turner si manifesta con una monosomia X, o 45X. La sindrome di Edwards è associata alla trisomia del cromosoma 18, mentre la sindrome di Patau è causata dalla trisomia del cromosoma 13. La sindrome di Patau si presenta con malformazioni cranio-facciali, come microcefalia e ipotelorismo, anomalie oculari tra cui difetti dell'iride e cataratta, complicazioni cardiache, problemi del sistema nervoso centrale come anencefalia e idrocefalo, ipoplasia polmonare, anomalie renali e delle estremità, come polidattilia e sindattilia. Questa condizione genetica è grave, frequentemente associata a ritardo mentale e a problemi nello sviluppo. La maggior parte dei neonati affetti non sopravvive a lungo, il che spesso necessita di cure palliative per migliorare la qualità di vita (le risposte A, B, D ed E non sono corrette).

 


27 di 140 Domande

Giunge in ambulatorio di ginecologia una donna di 60 anni, in menopausa da 5 anni, che riferisce perdite ematiche vaginali da qualche giorno. La donna riferisce al medico di avere recentemente eseguito un Pap test con esito regolare e di non aver avuto traumi genitali o rapporti sessuali negli ultimi giorni. La strategia diagnostica iniziale più adeguata tra le seguenti è:














La risposta corretta è la E.

Se il Pap test risulta regolare, non è indicato eseguire un test HPV-DNA o una colposcopia. La presenza del virus del papilloma umano avrebbe comportato l'esecuzione del Pap test e, se fosse stato patologico, si sarebbe proceduto con la colposcopia come esame di secondo livello. La vulvoscopia è un esame di secondo livello che si concentra prevalentemente sui genitali esterni. Un tampone microbiologico alla ricerca di un batterio responsabile di cervicite dovrebbe essere eseguito solo dopo il risultato negativo delle altre indagini di primo livello, prima tra tutte l'ecografia. Il sanguinamento vaginale, soprattutto in menopausa, deve sempre essere indagato con un esame ecografico per rilevare eventuali ispessimenti endometriali, che possono poi essere distinti mediante isteroscopia tra lesioni benigne, come polipi endometriali, o maligne, come il carcinoma dell'endometrio.


28 di 140 Domande

Una gestante alla trentaquattresima settimana di gravidanza si reca in Pronto Soccorso per forti algie pelviche, intensa cefalea e dolore a barra. Il quadro clinico evidenzia PA = 150/100, contrazioni uterine tetaniche, perdite ematiche genitali, dilatazione della cervice 2 cm, alterazioni del tracciato cardiotocografico con bradicardia e decelerazioni tardive. La diagnosi più probabile è:














La risposta corretta è la A.

Il prolasso del funicolo può essere escluso attraverso una visita che evidenzia una dilatazione della cervice di 2 cm, senza segni di cordone interposto. La diagnosi di placenta previa viene effettuata mediante ecografia, che rivela una placenta situata in prossimità o sopra l'orifizio uterino interno. Questa condizione impedisce il parto vaginale e causa sanguinamento, anche se gli altri sintomi non sono specifici per questa patologia. Il parto pretermine con rottura delle membrane si distingue da un parto normale solo per l'epoca gestazionale, mentre gli altri sintomi menzionati non sono correlati. Un discorso simile vale per la minaccia di parto pretermine, che coinvolge contrazioni e dilatazione cervicale prima delle 37 settimane, ma i sintomi associati alla preeclampsia e ai segni premonitori di eclampsia (come cefalea, dolore epigastrico e perdite ematiche vaginali) non sono caratteristici di un parto prematuro. La condizione descritta suggerisce preeclampsia con distacco di placenta, una possibile complicanza di tutti i quadri ipertensivi in gravidanza. Si manifesta con alterazioni del tracciato cardiotocografico (bradicardia e decelerazioni), contrazioni uterine e perdite ematiche vaginali.

 


29 di 140 Domande

Una ragazza di 15 anni si presenta con la mamma in visita dal ginecologo perché non è ancora comparso il menarca. La ragazza, nata da parto eutocico, dimostra uno sviluppo completo dei caratteri sessuali secondari e un’altezza nella norma per età ed etnia; la paziente riferisce però saltuarie algie addominali circa una volta al mese, che si risolvono dopo qualche giorno e l’assunzione di antidolorifici. Quale tra le seguenti diagnosi è la più probabile?














La risposta corretta è la E.

L'amenorrea primaria descritta suggerisce un possibile caso di imene imperforato, caratterizzato dall'assenza di mestruazioni visibili e dolore pelvico ciclico. Questo avviene perché l'imene impedisce il flusso del sangue al di fuori della vagina nonostante il normale ciclo mestruale. Nella sindrome di Rokitansky, invece, si osserva un'anomalia congenita caratterizzata dall'agenesia di utero e vagina, determinando l'assenza di mestruazioni. L'endometriosi, il leiomioma sottosieroso uterino e il rabdomiosarcoma vaginale non sono cause di amenorrea primaria.


30 di 140 Domande

Quale dei seguenti farmaci è assolutamente controindicato in gravidanza?














La risposta corretta è la B.

Il farmaco controindicato è il methotrexate, poiché è noto per essere embriotossico e teratogeno. Al contrario, il paracetamolo è comunemente prescritto come primo antidolorifico durante la gravidanza. Nel caso del diabete gestazionale non responsivo alla terapia dietetica, l'insulina è considerata il trattamento sicuro e appropriato. Per la profilassi di varie condizioni patologiche durante la gravidanza, l'eparina a basso peso molecolare è spesso utilizzata. Infine, la nifedipina è uno dei tre antiipertensivi più prescritti durante la gravidanza (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).

 


31 di 140 Domande

Quale tra le seguenti modificazioni del funzionamento dell’apparato cardiovascolare NON fa parte dell’adattamento materno fisiologico alla gravidanza?














La risposta corretta è la E.

Durante la gravidanza, si verifica un aumento della gittata cardiaca per sostenere la vascolarizzazione del feto. Inoltre, si osserva un incremento del volume cardiaco per raggiungere tale obiettivo. L'aumento del volume dell'utero comporta una sollevazione del diaframma con una lieve modifica della sua posizione. La frequenza cardiaca aumenta parallelamente alla gittata cardiaca. Infine, è comune riscontrare una riduzione della pressione arteriosa dovuta all'aumento del letto vascolare.

 


32 di 140 Domande

Quale dei seguenti reperti clinico-strumentali NON è tipico della mola vescicolare completa?














La risposta corretta è la E.

Uno dei segni iniziali che suggerisce la possibile presenza di una mola vescicolare è l'elevazione significativa dei livelli di beta-hCG. Solitamente, la valutazione di tali livelli è richiesta quando non viene visualizzato l'embrione nella cavità uterina. Le perdite ematiche nel primo trimestre di gravidanza rappresentano il sintomo più comune. In passato, altri sintomi associati includevano anemia sideropenica, aumento delle dimensioni dell'utero rispetto alla settimana gestazionale, pre-eclampsia, iperemesi, ipertiroidismo (caratterizzato da un aumento dei livelli di ormoni tiroidei, in particolare di tiroxina, causato dall'effetto simile a quello della tireotropina delle beta-hCG), e distress respiratorio (attribuibile sia all'aumento dei livelli di beta-hCG sia alle embolie di tessuto trofoblastico), sintomi che attualmente sono più rari grazie alla diagnosi precoce ottenuta tramite lo screening ecografico nel primo trimestre. Le caratteristiche ecografiche includono:
- Una massa eterogenea con piccole cisti multiple, comunemente descritta come il segno ecografico caratteristico "a tempesta di neve".
- Assenza di sviluppo fetale.
- Presenza di cisti ovariche tecoluteiniche dovute all'eccessiva produzione di beta-hCG, le cui dimensioni possono variare da 3 a 20 cm e che tendono a ridursi con la diminuzione dei livelli di beta-hCG.

 


33 di 140 Domande

Quale tra le seguenti è una frequente complicazione delle fratture della parete posteriore dell'acetabolo con lussazione della testa femorale?














La risposta corretta è la E.

Una frattura della parete posteriore dell'acetabolo con lussazione della testa femorale, verosimilmente di natura posteriore con risalita della testa femorale, aumenta il rischio di lesione del nervo sciatico. Il nervo sciatico, anche conosciuto come nervo ischiatico, è un nervo misto con componenti motorie e sensitive ed è il più lungo e voluminoso del corpo umano. Percorre una traiettoria posteriore all'acetabolo, emergendo dal forame sotto-piriforme e assumendo una forma di larga lamina biancastra. Successivamente, attraversa lo spazio adiposo gluteo e si interseca con i muscoli extra-rotatori dell'anca, inclusi il gemello superiore, il muscolo otturatore interno, il gemello inferiore e il quadrato del femore. Questa parte del suo percorso è quella coinvolta nella situazione discussa. È importante notare che nei comuni approcci chirurgici all'anca, il muscolo piriforme viene spostato per proteggere il nervo sciatico. La posizione dell'arto inferiore durante il tracciamento del nervo ischiatico, adottata anche nella preparazione pre-operatoria per fratture acetabolari con accesso posteriore, è caratterizzata da un'anca estesa e un ginocchio flesso a 90°. Rispetto ad altre opzioni, queste non comportano un rischio di lesione nervosa con il tipo di frattura descritto.


34 di 140 Domande

Una donna di 53 anni, che espleta il lavoro di segretaria, riferisce al proprio medico curante disturbi alla mano destra iniziati da alcuni mesi. Nello specifico lamenta dolore e parestesie in corrispondenza delle prime tre dita della mano che peggiorano durante la notte. Il dolore e le parestesie peggiorano nella iperflessione del polso ed il segno di Tinel è positivo. Ispettivamente si apprezza ipotrofia dell’eminenza tenar dal lato interessato. Qual è la diagnosi più probabile tra le seguenti?














La risposta corretta è la C.

Il quadro clinico indicato nel caso suggerisce la sindrome del tunnel carpale. Questa condizione è più frequente nel sesso femminile, con un rapporto di 3 a 1 rispetto al sesso maschile, e si manifesta spesso nella sesta decade di vita. Sebbene nella maggior parte dei casi la causa sia idiopatica, possono essere coinvolte anche cause anatomiche, traumatiche, micro-traumatiche, tumorali, infiammatorie e metaboliche. Nel contesto descritto, oltre alla possibilità di una causa idiopatica, potrebbe essere presa in considerazione un'origine micro-traumatica legata al lavoro. Il quadro clinico presenta tutte le caratteristiche della sindrome, con esordio tipicamente irritativo caratterizzato da torpore, parestesie e dolore alle prime tre dita della mano, territorio tipico di innervazione del nervo mediano, soprattutto nelle prime ore del mattino quando la mano assume una posizione flessa durante il sonno, comprimendo il canale carpale. All'ispezione, spesso si osserva una ipotrofia dell'eminenza tenar, valutata mediante confronto con l'altra mano, causata dal danno alle fibre che innervano l'abduttore breve del pollice. È inoltre tipicamente positivo il test di Phalen, che consiste nella flessione del polso con il dorso delle mani appoggiato uno contro l'altro e le dita rivolte verso il basso, con sintomi che compaiono entro un minuto. Il test di Tinel positivo si esegue percuotendo il nervo mediano prossimalmente al canale carpale, con positività indicata dalla percezione di una scossa lungo il territorio di innervazione. Esiste anche il test di Durkan, che consiste nella compressione manuale del tunnel carpale, in grado di riprodurre i sintomi entro un minuto. La sindrome del tunnel cubitale e la sindrome del canale di Guyon coinvolgono tipicamente il quarto e il quinto dito e sono meno compatibili con gli esiti post-traumatici rispetto alla sindrome del tunnel carpale, non essendo riportato un trauma nell'anamnesi (le risposte A e B sono errate). La sindrome di Pancoast, invece, è associata all'irritazione delle strutture vicino all'apice polmonare a causa di processi espansivi e comporta una sintomatologia molto diversa, inclusa una debolezza muscolare in tutto l'arto superiore (la risposta E non è corretta).

 


35 di 140 Domande

Un ragazzo di undici anni frequenta una scuola di calcetto. Gli allenamenti si svolgono da alcuni mesi su un campo in cemento. Il ragazzo lamenta da quattro settimane dolore al tallone che migliora a riposo e peggiora dopo gli allenamenti. All’esame obiettivo si apprezza dolore alla pressione in corrispondenza della porzione posteriore del calcagno. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B. 

La diagnosi più probabile è la Malattia di Sever, la quale presenta un quadro clinico tipico di osteocondrosi, patologie dell'età evolutiva caratterizzate da una necrosi avascolare dei nuclei di ossificazione di origine ancora sconosciuta. Si presume che tali condizioni abbiano una base vascolare, con ipotesi di una possibile insufficienza vascolare dei nuclei di ossificazione, particolarmente suscettibile a carichi di lavoro superiori rispetto alle attività di base, come nel caso dell'attività sportiva. Solitamente, la sospensione dell'attività fisica per un periodo variabile, a seconda della sede interessata, comporta un beneficio nella gestione di queste patologie. Il quadro radiografico caratteristico evidenzia addensamenti, frammentazione, trasparenza e formazione di nuovo nucleo di accrescimento. Ogni sede interessata presenta un nome specifico. La sindrome descritta coinvolge il calcagno, in particolare la tuberosità posteriore. Al contrario, il morbo di Köhler I coinvolge lo scafoide tarsale, il morbo di Freiberg (noto anche come Köhler II) coinvolge la testa del II metatarso, il morbo di Panner coinvolge il condilo omerale laterale, mentre la malattia di Sinding-Larsen-Johansson coinvolge il polo inferiore della rotula (le risposte A, C, D ed E sono errate).

 


36 di 140 Domande

Quale delle seguenti è la più frequente lesione neoplastica dello scheletro?














La risposta corretta è la C.

Le lesioni neoplastiche più comuni a livello scheletrico sono rappresentate principalmente dalle metastasi ossee, con una predominanza di tumori derivanti dalla mammella (caratterizzati da osteolisi) e dalla prostata (con un pattern osteoaddensante). Tra i tumori primari, invece, quelli più frequenti includono il plasmocitoma, l'osteosarcoma e il sarcoma di Ewing.


37 di 140 Domande

Un paziente di 65 anni viene sottoposto ad intervento di artroprotesi del ginocchio destro per presenza di una grave artrosi sintomatica. A distanza di due anni dall’intervento, durante i quali la sintomatologia dolorosa è completamente regredita, il paziente inizia a lamentare rigidità, dolore e tumefazione del ginocchio operato. Esegue un’artrocentesi del ginocchio che da esito ad un liquido torbido di colorito giallastro, concentrazione proteica di 3,7 g/dL, glucosio 10 mg/dL, LDH 4.800 U/L. L’ipotesi diagnostica più verosimile tra le seguenti è:














La risposta corretta è la C.

Il quadro clinico suggerisce una possibile infezione periprotesica. Nei casi di infezione periprotesica, si osserva un consumo di glucosio nel liquido sinoviale, che normalmente presenta livelli simili a quelli plasmatici. Queste infezioni, di natura batterica, sono accompagnate da un aumento dei leucociti, indicato anche indirettamente dall'LDH, e da un aspetto chimico-fisico del campione di artrocentesi descritto come giallo torbido. Un incremento del contenuto proteico, di solito inferiore a 2,5 g/dL, evidenzia un'infiammazione della sinovia con compromissione della sua selettività e semipermeabilità.
Per quanto riguarda l'emartro, il campione non suggerisce questa eventualità; la diagnosi di frattura periprotesica richiede valutazione radiografica, mentre un posizionamento errato delle componenti protesiche non è una complicanza tipica a comparsa tardiva.
Le infezioni periprotesiche si distinguono in diverse categorie: infezione acuta (insorta durante l'intervento, causata da patogeni altamente virulenti, entro il primo mese), infezione acuta ritardata (di origine ematogena entro un mese), infezione tardiva (insorta da due mesi a due anni dall'intervento, causata da patogeni a bassa virulenza) e infezione cronica (generalmente causata da batteriemia a più di due anni dall'intervento).


38 di 140 Domande

In un paziente a cui in esito ad una TURV è stata diagnosticata una neoplasia vescicale pT1 G3, associata a Cis, dopo quanto tempo è necessario ripetere la TURV?














La risposta corretta è la B.

La TURV, o resezione transuretrale del tumore della vescica, rappresenta l'esame endoscopico appropriato e il metodo di resezione standard nel trattamento del cancro della vescica. In casi ad alto rischio come questo, è consigliabile programmare un'altra TURV entro un periodo compreso tra 2 e 6 settimane. Le altre opzioni fornite non sono appropriate: una settimana è troppo presto, mentre 8 settimane e 3 mesi sono tempi prolungati e la cistectomia radicale è riservata a casi specifici. Inoltre, considerando l'elevato rischio del paziente, è probabile che venga avviata una terapia con BCG (Bacillus Calmette-Guérin) per un periodo minimo di 12 mesi (le risposte A, C, D ed E sono errate).


39 di 140 Domande

Un uomo di 70 anni giunge all’osservazione dell’Urologo per un valore di PSA totale di 20,6 ng/mL. All’esame obiettivo l’esplorazione rettale è dubbia per neoplasia prostatica. L’iter diagnostico considerato attualmente più appropriato tra i seguenti è:














La risposta corretta è la D.

Nella diagnosi di neoplasia prostatica, è cruciale valutare inizialmente il valore del PSA (considerando anche il rapporto tra PSA libero e totale) e condurre un'esplorazione rettale, la quale, se sospettata, può rivelare una prostata duro-lignea con noduli palpabili e aumentata consistenza. Se il PSA è aumentato e vi è sospetto di neoplasia, risulta utile per un'indagine di approfondimento la RM multi-parametrica della prostata, la quale fornisce informazioni sulle eventuali aree sospette, classificate secondo la nomenclatura PIRADS (fino a PIRADS 5 in caso di forte sospetto). Diversamente, la RM è l'esame di elezione nel sospetto di carcinoma prostatico. "Multiparametrica" si riferisce ai protocolli di RM che includono sequenze morfologiche (T1-pesate e T2-pesate), una sequenza pesata in diffusione (DWI) e una sequenza dinamica durante e dopo contrasto (T1-pesata, nota anche come DCE). La RM serve a identificare lesioni che possono configurare una malattia oncologica "clinicamente significativa" tramite lo score PI-RADS. Questo concetto si applica alla neoplasia prostatica poiché alcuni carcinomi prostatici hanno un andamento indolente in pazienti anziani e non influenzano significativamente la prognosi. Di conseguenza, la RM ha il compito di individuare lesioni aggressive da biopsiare e trattare. La biopsia prostatica completa l'iter diagnostico, insieme alla scintigrafia ossea che esclude localizzazioni secondarie. La biopsia prostatica dovrebbe essere mirata alla lesione sospetta identificata dalla RM e non dovrebbe essere eseguita in assenza di reperti RM (la risposta E è errata). L'ecografia transrettale ha un ruolo nell'valutazione preliminare da parte dell'urologo specializzato (la risposta C è errata). L'ecografia sovrapubica non è sensibile alle lesioni focali neoplastiche e non è indicata per la valutazione della prostata (la risposta B è errata). La FDG-PET non è pertinente nel contesto diagnostico (la risposta A è errata).


40 di 140 Domande

Un paziente di 65 anni, operato da 3 mesi di prostatectomia radicale per una neoplasia con un Gleason 3+3, riferisce incontinenza diurna e notturna. La diagnosi più probabile tra le seguenti è:














La risposta corretta è la B.

Le principali complicanze della prostatectomia radicale includono il deficit erettile e l'incontinenza urinaria, con una prevalenza di quest'ultima che varia dal 2 al 60%. I fattori di rischio comprendono l'età del paziente, lo stadio della malattia, la tecnica chirurgica impiegata, lo stato di continenza preoperatoria e l'eventuale terapia radiante. Nella maggior parte dei casi (90%), l'incontinenza è causata da disfunzione sfinteriale, mentre nel restante 10% da disfunzione vescicale, che può essere attribuibile all'iperattività detrusoriale o a una ridotta compliance vescicale; talvolta le cause sono miste. La riabilitazione pelvica può rappresentare uno strumento efficace per migliorare o risolvere completamente questa complicanza, coinvolgendo la chinesiterapia pelvi-perineale, l'elettrostimolazione e la terapia comportamentale.


41 di 140 Domande

Un bambino di tre anni viene portato in Pronto Soccorso perché ha ingerito un numero imprecisato di compresse di acido acetilsalicilico. All’ingresso il bambino accusa vertigini soggettive, ha vomito, e all’obiettività si evidenzia tachipnea. Quale dei seguenti provvedimenti NON è corretto?














La risposta corretta è al E.

Il caso clinico presentato evidenzia un'intossicazione acuta da acido acetilsalicilico. Nei casi di sovradosaggio acuto, i sintomi iniziali includono nausea, vomito, acufeni e iperventilazione, seguiti da agitazione, febbre, confusione e convulsioni, con possibili complicazioni quali rabdomiolisi, insufficienza renale acuta e insufficienza respiratoria. Questi farmaci stimolano i centri respiratori nel bulbo, causando una alcalosi respiratoria primaria, mentre i salicilati provocano una acidosi metabolica primaria che costituisce lo squilibrio acido-base predominante. Nel percorso diagnostico è fondamentale eseguire esami ematici (compreso emocromo, biochimica, emogasanalisi, salicilatemia) e una radiografia del torace per escludere edema polmonare, versamento pleurico o altre cause di insufficienza respiratoria acuta. Per quanto riguarda il trattamento, è indicata l'assunzione di carbone attivato fino a che non si manifesti nelle feci, ripetibile ogni 4 ore. È inoltre necessario correggere la volemia e le eventuali alterazioni elettrolitiche, oltre ad alcalinizzare le urine mediante l'uso di cloruro di potassio. In alcuni casi può essere necessaria l'emodialisi. L'infusione di liquidi per stimolare la diuresi non è raccomandata, soprattutto in presenza di insufficienza renale acuta da rabdomiolisi (le risposte A, B, C e D non sono corrette).


42 di 140 Domande

Una bambina di due anni viene portata in Pronto Soccorso per un quadro insorto rapidamente da un’ora circa, caratterizzato da tosse abbaiante, stridore inspiratorio, agitazione, febbre elevata, scialorrea, disfagia. SpO2 in aria ambiente uguale 90%. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.

La situazione descritta rappresenta un esemplare caso di epiglottite acuta. Questa condizione, spesso di natura grave e potenzialmente fatale, è generalmente causata da un'infezione batterica, comunemente da Haemophilus influenzae di tipo B, per la quale la vaccinazione è ora un requisito essenziale. Tuttavia, può derivare anche da streptococchi e stafilococchi, sebbene più raramente. La compromissione dell'epiglottide può portare a un'ostruzione delle vie aeree superiori, manifestandosi attraverso sintomi quali tosse abbaiante, stridore inspiratorio, dispnea acuta, febbre elevata e agitazione psicomotoria. Tale situazione richiede intervento medico immediato e un tempestivo trattamento, che può includere l'intubazione e la somministrazione di terapia antibiotica, al fine di prevenire un'insufficienza respiratoria. D'altra parte, le altre risposte sono considerate meno probabili rispetto a quella suggerita, poiché non sono comunemente associate a un grave stridore inspiratorio misto a febbre, né alla tipica "tosse abbaiante" dell'epiglottite (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).


43 di 140 Domande

Viene ricoverato un bambino di cinque anni che presenta un rash cutaneo purpureo palpabile localizzato in particolare agli arti inferiori, dolori addominali associati a tracce ematiche nelle feci, dolore articolare, tumefazione alle ginocchia ed ematuria macroscopica. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

La porpora di Schonlein-Henoch, una vasculite mediata da IgA, rappresenta la forma più comune di vasculite nell'infanzia. È caratterizzata dalla presenza di porpora palpabile agli arti inferiori e ai glutei, che costituisce un elemento fondamentale per la diagnosi. Altri sintomi tipici includono dolore addominale, artralgie/artrite e coinvolgimento renale. Spesso questa condizione regredisce spontaneamente, e il trattamento si limita a misure di supporto. Al contrario, prima dell'insorgenza dei sintomi non è documentata alcuna infezione, e i criteri di JONES non sono soddisfatti (la risposta B non è corretta). Inoltre, non è presente la febbre, requisito indispensabile per la diagnosi di Kawasaki, e mancano altri segni caratteristici come congiuntivite, linfoadenopatia, eritema polimorfo, o alterazioni delle estremità (la risposta D non è corretta). Nel contesto descritto non si fa menzione di ponfi, e il bambino non è stato sottoposto a nessuna terapia farmacologica (la risposta E non è corretta).

 


44 di 140 Domande

Una ragazza di 12 anni presenta da alcuni giorni un quadro clinico in progressivo peggioramento, caratterizzato da labilità emotiva e continui brevi ed involontari movimenti degli arti e della mimica facciale, non presenti durante il sonno. La ragazza due mesi fa circa ha sofferto di una tonsillite febbrile, accompagnata da malessere e tumefazione dolente dei linfonodi sottomandibolari e seguita da dolore e tumefazione migranti alle articolazioni delle ginocchia. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.

La Corea di Sydenham emerge come la diagnosi più verosimile, essendo una complicanza dell'infezione da Streptococcus pyogenes, frequentemente originata da focolai orofaringei. Si caratterizza per rapidi movimenti involontari irregolari (corea) agli arti. Tra i sintomi non neurologici della febbre reumatica si annoverano la cardite, l'artrite migrante (secondo quadro), l'eritema marginato e i noduli sottocutanei. La presentazione clinica evidenzia due aspetti principali:

- un quadro sintomatologico neurologico caratterizzato da labilità emotiva e movimenti involontari agli arti e al volto;
- un quadro clinico internistico/infettivologico caratterizzato da tonsillite, linfoadenopatie loco-regionali e tumefazione migrante alle articolazioni delle ginocchia.

Le crisi epilettiche focali, in accordo con la classificazione ILAE del 2017, di solito manifestano movimenti involontari lateralizzati ad un emi-soma; inoltre, il sonno spesso facilita la comparsa di crisi (la risposta C non è corretta). In aggiunta, la paziente non presenta né ipostenia né mialgie e non presenta manifestazioni cutanee peculiari (la risposta E è errata).


45 di 140 Domande

Un bambino di cinque anni con storia di trauma cranico accidentale occorso cadendo da circa un metro d’altezza, arriva in Pronto Soccorso. All’ingresso il bambino è vigile, orientato ed ha un esame obiettivo generale e neurologico negativo e ricorda e descrive l’accaduto. Lamenta soltanto una cefalea di media entità. Il bambino dopo il trauma ha pianto subito ed ha vomitato. Quale tra i seguenti comportamenti clinici è il più indicato?














La risposta corretta è la E.

La scelta corretta è quella di rassicurare i genitori e trattenere il bambino per un periodo di osservazione clinica in Pronto Soccorso (PS). Esaminando attentamente le linee guida, non sono presenti criteri definiti per classificare il rischio come intermedio e pertanto non vi è indicazione per eseguire una TC. Per rispondere a questa domanda, facciamo riferimento alle linee guida italiane del 2018:

- Per i traumi cranici maggiori con GCS minore o uguale a 13, si raccomanda di effettuare una TC cerebrale.
- Per i traumi cranici minori con GCS tra 14 e 15:
 1. Si considera un rischio elevato se almeno uno dei seguenti criteri è presente: GCS 14, alterazione dello stato mentale (agitazione, sonnolenza, risposte ripetitive, risposta rallentata), impatto ad alta energia sulla testa, frattura palpabile del cranio (meno di 2 anni) o della base cranica (più di 2 anni): in tal caso si raccomanda di effettuare una TC cerebrale.
 2. Si considera un rischio intermedio se il GCS è 15 ma sono presenti almeno uno dei seguenti criteri nei bambini di età inferiore a 2 anni: perdita di coscienza, meccanismo significativo (incidente stradale, caduta da un'altezza superiore a 90 cm), segnalazione di comportamento anomalo da parte dei genitori, presenza di ematoma sullo scalpo non frontale. Nei bambini di età superiore a 2 anni, si considera rischio intermedio se sono presenti: perdita di coscienza, meccanismo significativo (incidente stradale, caduta da un'altezza superiore a 150 cm), vomito persistente, aumento dell'intensità del mal di testa.
- Si raccomanda di privilegiare l'osservazione clinica, con un periodo di osservazione di 4-6 ore se il bambino ha più di 3 mesi di età, e di almeno 24 ore se ha meno di 3 mesi. Si indica la TC cerebrale se si verificano segni o sintomi multipli e/o un peggioramento durante l'osservazione.


46 di 140 Domande

Un lattante di dieci mesi di origini nigeriane, in Italia da poche settimane, giunge in Pronto Soccorso per pianto inconsolabile. Non presenta febbre. Alla valutazione clinica si osservano irritabilità, tachicardia ed edema di tre dita della mano destra, che appaiono calde ed eritematose. La restante obiettività clinica è nella norma, ad eccezione di modica epatosplenomegalia. Qual è l’ipotesi diagnostica più probabile?














La risposta corretta è la D.

La presentazione clinica del lattante, contrassegnata da pianto inconsolabile, irritabilità, tachicardia e edema di tre dita della mano destra, caratterizzate da calore ed eritema, indica fortemente la possibilità di una crisi vaso-occlusiva. Questi sintomi, insieme alla presenza di una modesta epatosplenomegalia, suggeriscono la possibilità di una malattia come l'anemia falciforme o la drepanocitosi, specialmente considerando le origini nigeriane del paziente e il breve periodo trascorso in Italia.


47 di 140 Domande

Arriva in Pronto Soccorso un lattante di tre mesi con tosse e “wheezing”, che presenta all’obiettività rientramenti intercostali, alitamento delle pinne nasali, bilancia toraco-addominale ed aumento della frequenza respiratoria e cardiaca. Non è febbrile, ma viene riferita scarsa assunzione di latte da alcune ore. Nel sospetto di bronchiolite quale comportamento clinico tra i seguenti è più corretto assumere in questo caso?














La risposta corretta è la C.

Il quadro clinico suggerisce una condizione di bronchiolite severa in un bambino di tre mesi. In tali circostanze, la priorità è garantire il supporto respiratorio e l'idratazione, con monitoraggio della saturazione di ossigeno (SpO2) e somministrazione di ossigeno in caso di SpO2 inferiore a 94%. È inoltre necessario il trattamento in regime di ricovero. La somministrazione di glucocorticoidi e salina ipertonica non è raccomandata come pratica di routine (le risposte A, B e D sono errate). Si preferisce la somministrazione endovenosa di fluidi rispetto all'alimentazione o all'idratazione per via orale a causa del rischio di aspirazione (la risposta E è errata).


48 di 140 Domande

Viene portata dal pediatra una bambina di quattro anni che lamenta da alcuni giorni artralgie migranti e mialgie. L’esame obiettivo è sostanzialmente negativo. La madre riferisce che una settimana prima dell’esordio della sintomatologia aveva notato nella bambina la presenza di un’area eritematosa, con zona centrale più pallida sulla superficie posteriore della gamba sinistra, a livello del cavo popliteo, durata parecchi giorni e risoltasi spontaneamente. La bambina era stata in vacanza in una zona collinare del Friuli-Venezia Giulia. Quale tra le seguenti ipotesi diagnostiche è la più probabile?














La risposta corretta è la A.

La malattia di Lyme è causata dalla spirocheta Borrelia spp, trasmessa dalla puntura di zecca (Ixodes ricinus in Europa). In Italia, le regioni più colpite includono il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige. La malattia presenta tre fasi: precoce localizzata, precoce disseminata e tardiva. Nella fase precoce si manifesta un rash cutaneo (eritema migrans), che rappresenta il segno distintivo (localizzato nella sede del morso della zecca, spesso agli arti inferiori o superiori, caratterizzato da una macula rossa con zona centrale più chiara) e può risolversi spontaneamente. Settimane o mesi dopo possono insorgere manifestazioni articolari, cardiache o neurologiche. L'artrite si sviluppa in circa il 60% dei pazienti (entro 2 anni dall'esordio), con episodi recidivanti di edema articolare e dolore, soprattutto alle grandi articolazioni e alle ginocchia. Al contrario, la distrofia muscolare di Duchenne è una malattia ereditaria legata al cromosoma X, colpendo quasi esclusivamente i maschi. L'esordio avviene nella prima decade di vita ed è progressivo. Si manifesta con ritardo nell'inizio della deambulazione e difficoltà nel cammino, talvolta associati a deficit cognitivi. Coinvolge i muscoli, sostituiti da tessuto connettivo e fibrotico, portando a atrofia muscolare (la risposta B è errata). Al contrario, la malattia reumatica è un'infiammazione delle articolazioni, delle valvole cardiache, della cute e del sistema nervoso centrale, causata dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A. Si manifesta soprattutto tra i 5 e i 15 anni e la sua incidenza è notevolmente diminuita grazie all'uso precoce di terapia antibiotica. È una risposta immunitaria aberrante allo streptococco, caratterizzata da febbre, malessere, astenia e artrite (tipicamente migrante), danni alle valvole cardiache (soprattutto la mitrale) e, più raramente, corea, eritema e noduli sottocutanei (la risposta C è errata). Al contrario, l'artrogriposi comprende una serie di rare patologie congenite caratterizzate da retrazioni articolari multiple; le deformità articolari sono presenti fin dalla nascita (la risposta D è errata).  Infine, l'artrite idiopatica giovanile è un'artrite di una o più articolazioni che esordisce prima dei 16 anni, con edema e dolore articolare, che persiste per almeno 6 settimane. I sintomi articolari sono di solito più intensi al mattino o dopo l'inattività, coinvolgendo principalmente gomiti, ginocchia e polsi. Può essere accompagnata da sintomi sistemici come febbre, rash, linfoadenomegalia o splenomegalia, pericardite. L'eziologia è sconosciuta (la risposta E è errata).


49 di 140 Domande

Una donna di 43 anni giunge alla nostra osservazione per la comparsa, da alcuni mesi, di episodi ricorrenti di dispnea per broncocostrizione. Concomitano congestione nasale ed artralgie. Alla radiografia del torace si evidenziano infiltrati polmonari multipli e periferici. Quale tra queste diagnosi deve essere presa primariamente in considerazione?














La risposta corretta è la A.

La donna in questione ha sviluppato in età adulta asma, sinusite e artralgie. Una diagnosi da considerare è la granulomatosi eosinofila con poliangioite (EGPA), caratterizzata dall'esordio di asma/sinusite in età adulta, seguita da artralgie. Nelle fasi iniziali, può verificarsi coinvolgimento del sistema nervoso periferico con mononeurite multipla o polineurite, miocardite, e, più raramente, interessamento renale. Al contrario, la Takayasu è una vasculite dei grossi vasi che non si manifesta con questa sintomatologia e si caratterizza per il coinvolgimento dei vasi derivanti dall'arco aortico (soffi vascolari, polsi asimmetrici, età sotto i 40 anni, differenza pressoria, claudicatio) (la risposta B è errata). Inoltre, non può trattarsi di artrite reumatoide poiché non viene menzionata l'artrite, ma solo artralgie (la risposta C è errata). Inoltre, non può essere malattia di Behcet perché anch'essa è una vasculite, e non può essere dermatomiosite perché non ci sono segni cutanei né debolezza progressiva ai cingoli (le risposte D ed E sono errate).


50 di 140 Domande

Giunge in ambulatorio un uomo di 32 anni con prurito diffuso senza interessamento del capo presente da due settimane. Riferisce che il prurito è più accentuato nelle ore notturne. Alla valutazione clinica sono presenti papule, alcune escoriate, e lesioni da grattamento. Alla faccia laterale del secondo dito di una mano si osservano lesioni lineari di circa un centimetro di lunghezza con una piccola papula ad una estremità. Quale tra le seguenti è la prima patologia che si deve sospettare?

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La risposta corretta è la A.

La prima patologia da considerare è la scabbia. Tutti i principali segni diagnostici sono presenti: prurito incessante, prevalentemente notturno, che coinvolge il corpo, presenza di lesioni lineari (i "cunicoli") negli spazi interdigitali e papule ("eminenza acarica") all'estremità dei cunicoli. Questi segni conducono facilmente alla diagnosi di scabbia. Al contrario, il risparmio del cuoio capelluto esclude la pediculosi (la risposta £ è errata). Inoltre, altre patologie presentano lesioni diverse, come il pomfo (nell'orticaria) (la risposta B è errata), la papula eritematosa che evolve in nodulo (leishmaniosi) (la risposta C è errata) e la bolla a tetto teso con contenuto siero-emorragico (pemfigoide) (la risposta D è errata).


51 di 140 Domande

Giunge al reparto di dermatologia una paziente di 60 anni con eruzione maculo-papulosa morbilliforme diffusa, edema del volto, intenso prurito e febbre elevata. Tre settimane prima aveva iniziato un trattamento con allopurinolo. Si eseguono esami ematici con riscontro di ipereosinofilia (2000/mm3), linfociti atipici (più del 5%), aumento di transaminasi, lipasi e amilasi. Il quadro clinico è compatibile con:

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La risposta corretta è la B.

Il quadro descritto indica chiaramente una tossidermia, ovvero una reazione cutanea a un farmaco, in questo caso all'allopurinolo. La condizione clinica rappresenta una DRESS, come si può dedurre dal quadro clinico (reazione maculopapulare morbilliforme diffusa con edema facciale), dall'ipereosinofilia e dal coinvolgimento sistemico ed epatico (febbre, ipertransaminasemia, prurito). Inoltre, l'allopurinolo è uno dei farmaci più comunemente associati a casi di DRESS. Al contrario, l'AGEP è una reazione farmacologica che si manifesta con la comparsa di numerose pustole a punta di spillo, una lesione elementare completamente diversa (la risposta C è errata). D'altra parte, la SDRIFE è caratterizzata da un esantema che coinvolge in particolare le pieghe cutanee, un segno clinico non riscontrato in questo caso (la risposta D è errata). Infine, la dermatite livedoide è una condizione caratterizzata da livedo indotto da fattori esterni (la risposta A è errata), e la sindrome di Sezary è una patologia linfoproliferativa (la risposta E è errata).

 


52 di 140 Domande

Allo striscio di sangue periferico si osserva questa morfologia eritrocitaria con schistociti. Il quadro è indicativo di:

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La risposta corretta è la A.

La presenza di schistociti nel campione di sangue periferico è indicativa di una morfologia eritrocitaria anomala. Questi elementi, in associazione con i sintomi di anemia e trombocitopenia, suggeriscono una condizione denominata microangiopatia trombotica. Questa patologia è caratterizzata da una eccessiva formazione di coaguli nei piccoli vasi sanguigni, che può causare diverse complicanze e danni ai tessuti.


53 di 140 Domande

Un uomo di 78 anni con nota diverticolosi del colon e anamnesi ematologica negativa si presenta alla visita medica con anemia (Hb 6,8 g/dL, MCV 72 fL). Il numero delle piastrine, dei globuli bianchi e la formula leucocitaria sono normali. Questo quadro fa pensare, in prima istanza, a:














La risposta corretta è la C.

L'uomo di 78 anni con diverticolosi del colon e una storia clinica ematologica negativa che si presenta con anemia (Hb 6,8 g/dL, MCV 72 fL) suggerisce inizialmente una possibile causa di sanguinamento cronico. Alla luce del quadro clinico, è plausibile ipotizzare un'anemia da carenza di ferro come principale causa. Questo tipo di anemia microcitica è spesso correlato a perdite ematiche croniche e può essere associato alla diverticolosi del colon del paziente.


54 di 140 Domande

La tipizzazione linfocitaria di un paziente di 82 anni, che presenta una conta leucocitaria di 65.350 cellule/mm3, con linfociti rappresentanti l’82% dei leucociti, ha le seguenti caratteristiche: CD5+, CD23+, CD200+, CD20+dim, CD19+, sIgk+dim, CD10-. Il quadro è diagnostico per:














La risposta corretta è la B.

La tipizzazione linfocitaria di un paziente di 82 anni, con un conteggio leucocitario di 65.350 cellule/mm3 e linfociti che costituiscono l'82% del totale dei leucociti, rivela un profilo fenotipico specifico: CD5+, CD23+, CD200+, CD20+dim, CD19+, sIgk+dim, CD10–. Queste caratteristiche fenotipiche sono indicative di leucemia linfatica cronica. La significativa presenza di linfocitosi e il fenotipo particolare confermano la diagnosi di questa malattia.


55 di 140 Domande

Una paziente di 40 anni affetta da ipertensione arteriosa e con recente diagnosi di carcinoma papillare della tiroide è stata sottoposta ad
intervento chirurgico di tiroidectomia totale e successiva terapia radiometabolica. Alla luce di tali informazioni l’andamento di quale fra i seguenti parametri è indicato seguire nel follow-up di questa paziente:














La risposta corretta è la A.

Il testo discute i marcatori impiegati nel monitoraggio delle neoplasie endocrine e neuroendocrine. Per i tumori differenziati della tiroide, come il carcinoma papillare e follicolare, il marker principale utilizzato dopo l'intervento chirurgico, sia in combinazione che non con la terapia radiometabolica, è la tireoglobulina, usata insieme agli anticorpi anti-tireoglobulina. Invece, CEA e calcitonina sono utilizzati per la diagnosi e il monitoraggio del carcinoma midollare della tiroide, un diverso tipo di tumore tiroideo (le risposte B e C sono quindi errate). La cromogranina A è impiegata come marcatore nelle neoplasie neuroendocrine ben differenziate (rendendo errata la risposta D). Gli anticorpi anti-recettore del TSH sono utilizzati nella diagnosi della malattia di Graves-Basedow, una delle forme più comuni di ipertiroidismo (la risposta E è errata).


56 di 140 Domande

La prolattina è un ormone polipeptidico prodotto e secreto dalle cellule lattotrope dell’adenoipofisi. Fra le seguenti quale NON rappresenta una possibile causa di iperprolattinemia?














La risposta corretta è la B.

Numerose condizioni sono associate all'iperprolattinemia, sia fisiologiche, come la gravidanza, che patologiche. L'adenoma ipofisario secernente prolattina generalmente provoca livelli di prolattina superiori a 200 ng/mL, quasi sempre associati a sintomi come galattorrea, alterazioni del ciclo mestruale nelle donne e ipogonadismo negli uomini. Altre lesioni nella regione ipotalamo-ipofisaria, come i craniofaringiomi, possono causare iperprolattinemia interrompendo il peduncolo ipofisario, danneggiando così il controllo inibitorio della dopamina sulle cellule lattotrope ipofisarie (pertanto la risposta D è errata). Per quanto riguarda i farmaci, gli antagonisti dopaminergici causano iperprolattinemia poiché antagonizzano l'azione inibitoria della dopamina sulla sintesi della prolattina, mentre l'amiodarone non è correlato all'iperprolattinemia, ma può causare disfunzioni tiroidee, sia sotto forma di ipotiroidismo che ipertiroidismo (quindi la risposta A è errata).


57 di 140 Domande

Un uomo di 55 anni giunge con stigmate cliniche di acromegalia. Quale indagine è più utile all’accertamento diagnostico?














La risposta corretta è la E.

Il dosaggio dell'IGF-1 costituisce l'esame di screening per l'acromegalia, poiché la secrezione del GH è pulsatile e la sua emivita è breve, quindi il valore del GH al mattino potrebbe non essere affidabile. Il test di conferma è rappresentato dall'OGTT (curva da carico con glucosio) per GH. In passato, l'RX diretta del cranio veniva utilizzata per identificare l'allargamento della sella turcica, indicativo di una massa ipofisaria, ma con l'avvento della risonanza magnetica non è più indicata per i pazienti con acromegalia (la risposta D non è corretta). Invece, il test all'arginina per GH è usato per sospetti di deficit di GH, non per l'ipersecrezione, e il dosaggio di GH dopo il test al TRH non è usato nella pratica clinica, dato che il TRH stimola TSH e prolattina (le risposte A e B sono errate).


58 di 140 Domande

Un uomo di 77 anni, con progressivo decadimento delle condizioni generali, all’obiettività neurologica presenta tremore a riposo, ipertonia, rigidità muscolare e micrografia. L’ipotesi diagnostica più probabile tra le seguenti è:














La risposta corretta è la E.

Il quadro clinico descritto raccoglie tutti gli elementi tipici della malattia di Parkinson. D'altro canto, il paziente non presenta demenza (le risposte A, B e C sono errate). Inoltre, la sclerosi multipla non si manifesta con sintomi indicativi di danni al sistema extrapiramidale (quindi la risposta D è errata).


59 di 140 Domande

Per la prima valutazione dei disturbi cognitivi nell’anziano quale tra i seguenti è il test più appropriato?














La risposta corretta è la A.

Il Mini Mental State Examination è il test di screening e monitoraggio per i disturbi cognitivi negli anziani.


60 di 140 Domande

Un uomo di 85 anni con febbre a 38°C e tosse da due giorni, sviluppa uno stato confusionale fluttuante durante l’arco della giornata, caratterizzato da agitazione psicomotoria e allucinazioni. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la E.

La diagnosi più probabile è il delirium. Confusione, andamento fluttuante durante il giorno, agitazione psicomotoria e allucinazioni (spesso visive) sono sintomi tipici del delirium. Questa condizione è un disturbo mentale caratterizzato da agitazione, confusione, variazioni circadiane e talvolta sintomi psicotici (allucinazioni e deliri) di origine organica. È spesso riscontrato nei pazienti anziani quando sviluppano infezioni o altri stati infiammatori, oppure in seguito a interventi chirurgici e ospedalizzazione prolungata. Non può trattarsi di un esordio di demenza, poiché questi disturbi iniziano gradualmente e in modo insidioso, non improvvisamente in due giorni, e l'agitazione psicomotoria e le allucinazioni non sono presentazioni tipiche (la risposta A è errata). Al contrario, il coma diabetico coinvolgerebbe un paziente in stato comatoso, non agitato (la risposta B è errata). Anche nell'abuso di benzodiazepine, il paziente è atteso essere sedato, soporoso, potenzialmente confuso, ma non agitato (la risposta C è errata). Infine, anche nell'abuso di neurolettici il quadro clinico sarebbe caratterizzato da un paziente soporoso con sintomi extrapiramidali (tremori, rigidità), mentre agitazione e andamento fluttuante non sarebbero coerenti (la risposta D è errata).

 


61 di 140 Domande

Un uomo di 45 anni, fumatore, con un’anamnesi positiva per ipercolesterolemia e diabete, si reca presso il Pronto Soccorso, lamentando da circa 48 ore episodi di intenso dolore retrosternale, a riposo, con irradiazione alla spalla sinistra della durata di cinque-dieci minuti. All'ECG, eseguito durante uno degli attacchi, si osserva un sotto-slivellamento del tratto ST di 1,5 mm in V2-V5. Le analisi di laboratorio non mostrano alterazioni degli enzimi cardiaci. Quali tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la C.

La descrizione del dolore retrosternale che si verifica a riposo e si irradia alla spalla sinistra, associata al sotto-slivellamento del tratto ST di 1,5 mm in V2-V5 durante uno degli attacchi, in assenza di elevazione degli enzimi di miocardiocitonecrosi, indica un quadro di angina instabile. L'angina instabile è una variante di angina pectoris che si manifesta con dolore toracico più intenso, prolungato e frequente del solito, oppure con comparsa a riposo o con minore attività fisica rispetto alle solite attività che scatenano l'angina stabile. Le analisi di laboratorio che non mostrano alterazioni degli enzimi cardiaci possono escludere un danno miocardico acuto, e quindi una diagnosi di infarto miocardico acuto è meno probabile (la risposta B non è corretta). Lo scompenso cardiaco, una condizione dove il cuore non riesce a pompare il sangue adeguatamente, può avere diverse cause, ma generalmente non include dolore toracico retrosternale intenso come quello descritto per questo paziente (la risposta D non è corretta).
La cardiomiopatia tako-tsubo, una condizione di temporanea disfunzione cardiaca spesso scatenata da stress emotivi o fisici, presenta sintomi simili all'infarto miocardico acuto. Tuttavia, l'ECG di solito mostra sopraslivellamento del tratto ST e frequentemente si verifica un aumento della troponina (la risposta E non è corretta).


62 di 140 Domande

Il farmaco di prima linea, in assenza di controindicazioni, in una paziente di 54 anni con diagnosi di angina stabile riscontrata durante
una visita presso l’ambulatorio di cardiologia è:














La risposta corretta è ala A.

I beta-bloccanti rappresentano il trattamento di prima scelta per l'angina stabile. Questi farmaci riducono la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, diminuendo così il fabbisogno di ossigeno del cuore. Questo può aiutare a prevenire o ridurre gli episodi di angina, specialmente durante l'esercizio fisico o situazioni stressanti. Le altre opzioni non sono farmaci di prima linea per l'angina stabile:

- I nitrati a lunga durata d'azione sono spesso utilizzati nel trattamento dell'angina, ma non sono la prima scelta (la risposta B è errata);
- La digossina è impiegata soprattutto per trattare altre condizioni cardiache, come l'insufficienza cardiaca, ma non è la prima scelta per l'angina stabile (la risposta C è errata);
- La ranolazina è un antianginoso utilizzato quando i beta-bloccanti o i nitrati non sono ben tollerati o non riescono a controllare adeguatamente i sintomi, ma non è di solito un farmaco di prima linea (la risposta D è errata);
- L'ivabradina è un altro antianginoso che riduce la frequenza cardiaca, utilizzato nei pazienti che non tollerano i beta-bloccanti, ma non è la prima scelta per l'angina stabile (la risposta E è errata).


63 di 140 Domande

Lo spostamento verso l’atrio sinistro in sistole dei lembi della valvola mitrale, senza ispessimento, è segno ecocardiografico suggestivo di quale lesione valvolare?














La risposta corretta è la C.

Il prolasso della valvola mitrale è una condizione caratterizzata dallo spostamento anormale dei lembi della valvola mitrale verso l'atrio sinistro durante la sistole. Questo fenomeno può essere rilevato tramite ecocardiografia, una tecnica di imaging che permette di visualizzare il cuore e le sue valvole. Durante il prolasso, i lembi della valvola possono apparire sottili e non ispessiti, rendendoli suscettibili a muoversi indietro verso l'atrio durante la contrazione ventricolare. Le altre condizioni menzionate non sono associate a questo specifico movimento dei lembi valvolari:

- L'endocardite reumatica è una condizione causata da un'infezione batterica che generalmente porta a ispessimento dei lembi delle valvole cardiache (la risposta A non è corretta);
- La stenosi mitralica è una condizione in cui si verifica una riduzione dell'apertura della valvola mitrale (la risposta B non è corretta);
- L'insufficienza valvolare grave (o rigurgito) è una condizione in cui la valvola mitrale non si chiude completamente, permettendo il ritorno di sangue all'atrio sinistro durante la sistole ventricolare, a seguito di varie anomalie valvolari (la risposta D non è corretta);
- L'endocardite infettiva è un'infezione delle valvole cardiache, spesso caratterizzata dalla formazione di vegetazioni o dal danneggiamento delle strutture valvolari (la risposta E non è corretta).


64 di 140 Domande

Ad un uomo di 50 anni è stata diagnosticata cardiomiopatia dilatativa idiopatica. È stata prescritta una terapia a base di ACE-inibitori e betabloccanti. In questo caso sarebbe necessario prescrivere anche una terapia a base di:














La risposta corretta è la C. 

La cardiomiopatia dilatativa è una condizione caratterizzata dall'ingrandimento e dall'indebolimento del cuore, che ne riduce la capacità di pompare il sangue in modo efficace. La terapia standard spesso include ACE-inibitori (o sartani o sacubitril/valsartan) e beta-bloccanti, farmaci che migliorano la funzione cardiaca e riducono il carico sul cuore. Inoltre, gli antialdosteronici e gli inibitori SGLT2 hanno dimostrato di migliorare la prognosi dei pazienti. La digossina è ora raramente utilizzata in questi pazienti (la risposta A è errata), mentre i diuretici sono principalmente sintomatici (la risposta B è errata). Infine, i corticosteroidi e i calcio-antagonisti non sono indicati per questa condizione (le risposte D ed E sono errate).


65 di 140 Domande

Una donna di 77 anni viene valutata per un possibile impianto di pacemaker. Indicazione certa all'impianto di pacemaker in caso di blocco Atrio-Ventricolare (A-V) viene data:














La risposta corretta è la E.

Il blocco atrioventricolare (A-V) è una condizione medica che implica una compromissione nella trasmissione degli impulsi elettrici dal atrio ai ventricoli nel cuore. I tipi di blocco A-V variano, e la necessità di impiantare un pacemaker dipende dalla specificità e dalla severità del blocco. Il blocco A-V di terzo grado, noto anche come blocco completo, impedisce completamente il passaggio degli impulsi dagli atri ai ventricoli, provocando una dissociazione elettrica completa con conseguenze cliniche rilevanti come astenia e sincope. Anche il blocco A-V di secondo grado avanzato sintomatico, dove alcuni impulsi atriali non raggiungono i ventricoli, può causare sintomi quali svenimenti o vertigini dovuti a un rallentamento o arresto temporaneo del ritmo cardiaco. In questi casi, l'impianto di un pacemaker è raccomandato per mantenere una corretta conduzione elettrica e prevenire sintomi gravi. In contrasto, altre situazioni non rappresentano un'indicazione diretta per l'impianto di pacemaker:
- Il blocco A-V di primo grado, che è una lieve ritardata conduzione tra atri e ventricoli, generalmente non richiede l'impianto di un pacemaker, a meno di complicazioni associate o altre patologie;
- Il blocco A-V di secondo grado con QRS stretti può richiedere un pacemaker solo se accompagnato da sintomi significativi o se progredisce verso un blocco di secondo grado avanzato sintomatico;
- Il blocco A-V di secondo grado tipo 1 asintomatico, noto anche come blocco di Luciani-Wenckebach, di solito non necessita di un pacemaker a meno che non diventi sintomatico o ci siano altre indicazioni cliniche per l'impianto del dispositivo;
- Le malattie neuromuscolari con blocco A-V di primo grado richiederebbero una valutazione più approfondita, ma un blocco A-V di primo grado da solo non è una indicazione sicura per l'impianto di un pacemaker. La decisione dipende dalla gravità del blocco e dai sintomi presentati dal paziente (le risposte A, B, C e D non sono corrette).


66 di 140 Domande

Una paziente di 45 anni senza precedenti cardiovascolari salvo la presenza di ipertensione arteriosa in terapia con ramipril a basso dosaggio, si reca in Pronto Soccorso per un dolore toracico anteriore che non si modifica con lo sforzo ma con gli atti del respiro. Viene dosata la troponina ad alta sensibilità che risulta elevata, mentre l’ECG mostra un quadro compatibile con ripolarizzazione precoce e una frequenza cardiaca di 70 bpm. Qual è la diagnosi più probabile tra le seguenti?














La risposta corretta è la D.

La paziente di 45 anni, presentando dolore toracico anteriore che non varia con lo sforzo ma con gli atti respiratori e avendo una troponina ad alta sensibilità elevata, suggerisce una possibile miopericardite acuta. La miopericardite coinvolge un'infiammazione contemporanea del miocardio (muscolo cardiaco) e del pericardio (la membrana esterna del cuore), potendo essere scatenata da varie cause come infezioni virali, batteriche, malattie autoimmuni, tra le altre. La presenza di un quadro elettrocardiografico con sopraslivellamento concavo diffuso del tratto ST suggerisce un'infiammazione pericardica. Questa condizione è comunemente diagnosticata in giovani adulti con dolore toracico atipico, richiedendo l'esclusione di altre cause prima di confermare definitivamente la diagnosi. Di conseguenza, sono necessari ulteriori esami e valutazioni per confermare la diagnosi e organizzare un trattamento appropriato. Per quanto riguarda le altre opzioni:
- L'insufficienza mitralica causata dalla rottura di un muscolo papillare è una condizione seria che porta a una marcata insufficienza della valvola mitrale, di solito accompagnata da sintomi quali dispnea, ortopnea e edema, ma non spiega il dolore toracico o l'ECG atipico come descritto (la risposta A non è corretta);
- La sindrome di Wolff-Parkinson-White, che include una via accessoria nel cuore potenzialmente causa di aritmie, non giustifica il dolore toracico né i livelli elevati di troponina (la risposta B non è corretta);
- L'ulcera peptica, una lesione del tratto digestivo, non correla con i sintomi cardiaci della paziente (la risposta C non è corretta);
- Il reflusso gastroesofageo, caratterizzato dal ritorno dei contenuti gastrici nell'esofago causando bruciore e disagio, non corrisponde ai sintomi cardiaci osservati nella paziente (la risposta E non è corretta).


67 di 140 Domande

Un uomo di 70 anni si reca in Pronto Soccorso per un quadro di scompenso cardiaco congestizio secondario ad una pericardite costrittiva con funzione cardiaca altrimenti conservata. Quale di queste opzioni terapeutiche rappresenta il trattamento più adeguato?














La risposta corretta è la A.

La pericardite costrittiva è una condizione in cui il pericardio, la membrana esterna del cuore, diventa rigido e ispessito, impedendo al cuore di espandersi e riempirsi adeguatamente durante il ciclo cardiaco. Questo può causare scompenso cardiaco congestizio, con conseguente ritenzione di liquidi nel corpo che provoca edema e accumulo di liquidi nei polmoni e negli arti. Il trattamento principale della pericardite costrittiva consiste nell'uso di diuretici per ridurre il sovraccarico di liquidi nel corpo e alleviare i sintomi congestizi. I diuretici facilitano l'eliminazione dell'acqua in eccesso attraverso l'urina, alleviando così l'edema e il dolore addominale legati alla ritenzione di liquidi. La chirurgia rappresenta il trattamento definitivo per la pericardite costrittiva e può essere indicata in casi selezionati in cui i sintomi non migliorano con il trattamento farmacologico o in presenza di complicanze significative. La pericardiectomia, che consiste nella rimozione chirurgica del pericardio ispessito, può migliorare significativamente i sintomi e la funzione cardiaca nei pazienti con pericardite costrittiva. Altre opzioni terapeutiche elencate non rappresentano il trattamento di scelta per la pericardite costrittiva:
- La pericardiocentesi precoce, ovvero il drenaggio del liquido dal pericardio, può essere utile in caso di pericardite effusiva, ma nella pericardite costrittiva, l'accumulo di liquido non è la causa principale del problema (la risposta B non è corretta);
- Gli inotropi per via endovenosa migliorano la contrattilità cardiaca, ma non sono il trattamento di scelta per la pericardite costrittiva (la risposta C non è corretta);
- I beta-bloccanti e gli ACE-inibitori sono comunemente utilizzati per alcune forme di scompenso cardiaco, ma non sono trattamenti specifici per la pericardite costrittiva (la risposta D non è corretta);
- I FANS e i cortisonici possono ridurre l'infiammazione associata alla pericardite, ma il trattamento principale per la pericardite costrittiva è rappresentato dai diuretici e, quando necessario, dalla chirurgia. La pericardiocentesi può essere presa in considerazione solo in caso di pericardite effusiva con un accumulo significativo di liquido nel pericardio che provoca sintomi gravi, ma non è il trattamento principale per la pericardite costrittiva (la risposta E non è corretta).


68 di 140 Domande

Un paziente di 85 anni giunge all’ambulatorio di Endoscopia Digestiva per eseguire una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) in seguito a riferita emissione di feci scure con riscontro agli esami ematochimici di anemia (Hb: 9.8 g/dL) ipocromica microcitica. L’EGDS mostra in sede antrale il quadro riportato. Qual è la diagnosi endoscopica di quanto osservato?

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La risposta corretta è la B.

Escludiamo immediatamente le ultime due opzioni poiché, nell'immagine endoscopica esaminata, non si osservano né formazioni polipoidi né estroflessioni diverticolari dello stomaco, una localizzazione rara per la diverticolosi. Piuttosto, si nota una lesione depressa rispetto alla mucosa circostante, di colore biancastro, con macchie più scure sulla superficie, indicate dalla freccia più piccola. Questo è il quadro tipico di un'ulcera, che in questo caso è localizzata nell'antrum gastrico. La classificazione di Forrest è utilizzata per categorizzare le ulcere basandosi sulle loro caratteristiche endoscopiche e per prevedere il rischio di risanguinamento dell'ulcera stessa. Le ulcere Forrest Ia e Ib sono quelle che sanguinano attivamente, rispettivamente con un sanguinamento a getto e a nappo (la risposta A non è corretta), le ulcere IIa sono quelle con un vaso visibile sottostante, le IIb con coagulo adeso, e le IIc con macchie di ematina sulla superficie. Infine, le ulcere Forrest III hanno una base fibrinosa completamente detersa (la risposta C non è corretta).


69 di 140 Domande

Un paziente di 63 anni affetto da cirrosi epatica dismetabolica ed alcool relata è stato recentemente dimesso dal reparto di gastroenterologia dove era stato ricoverato per stato confusionale secondario ad encefalopatia epatica. Quale fra le terapie sottoelencate è più appropriata per la prevenzione della recidiva di encefalopatia epatica?














La risposta corretta è la D.

La domanda richiede di ricordare le due classi di farmaci impiegate per prevenire o trattare gli episodi di encefalopatia epatica nella cirrosi scompensata: i lassativi osmotici (lattulosio/lattitolo) e la rifaximina. Entrambe le tipologie di farmaci riducono l'accumulo e l'assorbimento delle sostanze azotate nell'intestino del paziente, diminuendo così la quantità che entra nel circolo portale e raggiunge il sistema nervoso centrale.


70 di 140 Domande

Ad un paziente di 80 anni con storia di pregressa ulcera gastrica viene prescritto acido acetilsalicilico a basse dosi. Quale ulteriore farmaco è bene che venga prescritto?














La risposta corretta è la A.

Tra i farmaci elencati, gli inibitori della pompa protonica (PPI) sono gli unici che hanno dimostrato di prevenire la formazione di ulcere peptiche nei pazienti che assumono cardioaspirina o FANS. Sebbene non sia sempre necessario associare la cardioaspirina con un PPI, questo è consigliato per i pazienti a rischio elevato di sanguinamento gastrointestinale, come quelli con precedenti episodi di ulcera peptica o in età avanzata, che devono iniziare una terapia antiaggregante.


71 di 140 Domande

In un paziente di 74 anni ricoverato in un reparto di Pneumologia per dispnea acuta non febbrile ed insufficienza respiratoria acuta ipossiemica di natura da definire, con RX torace che non mostra nessuna lesione a focolaio, quale tra i seguenti accertamenti diagnostici è irrinunciabile?














La risposta corretta è la E.

In caso di dispnea acuta associata a insufficienza respiratoria, senza lesioni focali indicative di eventi pneumonici o pneumotorace, è necessario escludere un'embolia polmonare. Pertanto, tra le opzioni proposte, il D-dimero è l'esame fondamentale.


72 di 140 Domande

Una paziente di 73 anni, ex fumatrice di 70 pack-years, in ossigenoterapia domiciliare a lungo termine per una BPCO (ultima spirometria eseguita circa 12 mesi prima con VEMS post-broncodilatatore pari al 30% del teorico) viene ricoverata per la presenza di insufficienza respiratoria cronica riacutizzata secondaria a polmonite acquisita in comunità al lobo medio e scompenso cardiaco. Quale tra i seguenti trattamenti è irrinunciabile?














La risposta corretta è la C.

Nel trattamento dell'insufficienza respiratoria, l'ossigenoterapia è l'elemento essenziale; le altre opzioni proposte non sono indicate per questo caso specifico.


73 di 140 Domande

Una donna di 65 anni, ex fumatrice di 40 pack-years, affetta da BPCO con VEMS pari al 28% del teorico (ultima spirometria eseguita circa sei mesi fa) giunge all’osservazione con la seguente emogasanalisi arteriosa eseguita mentre la paziente respirava aria ambiente: pH=7,35, PaO2=40 mmHg, PaCO2=55 mmHg, HCO3-=27 mmol/L. Questa emogasanalisi è più indicativa di una paziente con:














La risposta corretta è la B.

Valutando l'emogasanalisi della paziente, consideriamo questi elementi chiave:

- PaO2: 40 mmHg in aria ambiente. Un PaO2 inferiore a 60 mmHg indica ipossia e insufficienza respiratoria.
- pH: 7,35, leggermente acidotico (valori normali 7,35 - 7,45).
- PaCO2: 55 mmHg, notevolmente oltre i valori normali (35 - 45 mmHg). Questo suggerisce una riacutizzazione della BPCO con acidosi respiratoria ipercapnica.
- HCO3-: 27 mmol/L, lievemente sopra i valori normali (22 - 26 mmol/L). Questo leggero aumento è coerente con il compenso renale, che incrementa la concentrazione di HCO3- per neutralizzare l'acidosi respiratoria.

In questo caso, si tratta di insufficienza respiratoria acuta con acidosi respiratoria. Il compenso atteso corrisponde a quello osservato nell'emogasanalisi della paziente (le risposte A, C, D ed E non sono corrette).


74 di 140 Domande

I “criteri di Duke modificati” per la diagnosi di endocardite infettiva sono distinti in criteri maggiori e criteri minori. Tra i seguenti NON
è un criterio maggiore:














La risposta corretta è la E.

Per diagnosticare l'endocardite, sono necessari:
- 2 criteri maggiori e 0 minori
- 1 criterio maggiore e 3 minori
- 0 criteri maggiori e 5 minori.

I criteri maggiori includono:
- Due emocolture positive per i microrganismi tipici dell'endocardite (Streptococcus viridans, S. gallolyticus, HACEK, S. aureus) o enterococchi, prelevate a distanza di più di 12 ore l'una dall'altra (la risposta C non è corretta).
- Tutte e 3 o la maggioranza di 4 o più emocolture positive (con almeno 1 ora tra la prima e l'ultima coltura) per microrganismi compatibili con l'endocardite.
- Evidenza sierologica di Coxiella burnetii (titoli IgG superiori a 1:800) o un'emocoltura positiva per Coxiella burnetii (la risposta D non è corretta).
- Positività alla PET/TC o SPECT con leucociti marcati nella sede di una protesi (impiantata da almeno 3 mesi).
- Lesione para-valvolare definita alla TC.
- Segni ecocardiografici di interessamento endocardico:
 - Massa oscillante intracardiaca su una valvola cardiaca, su strutture di supporto, nel percorso di getti di rigurgito o su altro materiale impiantato senza una spiegazione anatomica.
 - Ascesso cardiaco.
 - Nuova deiscenza parziale di una protesi valvolare (la risposta B è errata).
 - Nuovo rigurgito valvolare (la risposta A è errata).

I criteri minori sono:
- Predisposizione: cardiopatia predisponente o uso endovenoso di droghe illecite.
- Febbre ≥ 38,0 °C.
- Fenomeni vascolari:
 - Embolia arteriosa.
 - Embolia polmonare settica.
 - Aneurisma micotico.
 - Emorragie endocraniche.
 - Petecchie congiuntivali.
 - Lesioni di Janeway.
- Fenomeni immunologici:
 - Glomerulonefrite.
 - Noduli di Osler.
 - Macchie di Roth.
 - Fattore reumatoide.
- Evidenza microbiologica di infezione compatibile ma non sufficiente per soddisfare i criteri maggiori.
- Evidenza sierologica di infezione da microrganismo compatibile con endocardite.


75 di 140 Domande

Un paziente con sintomi di meningite acuta presenta esami ematochimici nella norma. La rachicentesi evidenzia un liquor con una pressione di 35 cm H2O, limpido, con leucociti 460/mm3 (linfo-monociti 89%), protidorrachia 42 mg/dL e glicorrachia 56 mg/dL (con glicemia 88 mg/dL). Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

Analizziamo il profilo del liquido cerebrospinale riportato: liquor limpido, pressione leggermente aumentata (valori normali 0-10 cmH2O se la procedura viene eseguita con il paziente sul fianco, 20-30 cmH2O se il paziente è seduto), ipercellularità, normo-proteina (valori normali 15-45 mg/dL) e normo-glicorrachia (valori normali 2/3 della glicemia plasmatica). Questo profilo è tipico delle meningiti virali. Al contrario, escludiamo le opzioni correlate a infezioni batteriche poiché il liquido cerebrospinale è torbido e presenta ipoglicorrachia (le risposte C ed E non sono corrette).


76 di 140 Domande

Un uomo di 75 anni con cardiopatia ischemica nota viene accompagnato in Pronto Soccorso per la comparsa nella notte di dispnea ingravescente. All’arrivo il paziente è vigile e tachi-dispnoico. All’auscultazione del torace si riscontano bilateramente rumori umidi “a marea montante”. La pressione arteriosa è 185/90 mmHg, la frequenza cardiaca è 130 bpm con PaO2 45 mmHg in area ambiente e pH 7,33. Quale tra i seguenti è il primo provvedimento da intraprendere?














La risposta corretta è la A.

Il caso clinico indica un quadro di edema polmonare con insufficienza respiratoria e acidosi presumibilmente di origine respiratoria. Considerato il valore del pH, è fondamentale avviare tempestivamente la ventilazione meccanica non invasiva.


77 di 140 Domande

Un uomo di 30 anni viene rinvenuto in un giardino pubblico dal personale del 118 privo di coscienza, bradipnoico e con polso conservato. Sono evidenti segni di recente venopuntura ed è presente un laccio emostatico. Le pupille sono miotiche, la pressione è 90/60 mmHg. Il farmaco da somministrare tra i seguenti è:














La risposta corretta è la D.

Il caso clinico presenta perdita di coscienza, bradipnea e pupille miotiche, insieme a chiari segni di recente venopuntura. Questi sono tutti segni indicativi di intossicazione da oppioidi. Il farmaco d'elezione per questa condizione è il naloxone. Agisce come antagonista dei recettori µ, che sono principalmente coinvolti nella depressione respiratoria e nell'alterazione dello stato di coscienza. Può essere somministrato per via endovenosa, intranasale o intramuscolare. D'altra parte, il flumazenil è il farmaco d'elezione per l'intossicazione da benzodiazepine (la risposta A non è corretta). Il diazepam non è raccomandato in caso di intossicazione da oppioidi poiché potrebbe peggiorare ulteriormente il quadro di coma e bradipnea (la risposta B non è corretta). La pralidossima è utilizzata in caso di intossicazione da organofosforici in combinazione con atropina (la risposta C non è corretta). La fisostigmina è il farmaco d'elezione per l'intossicazione da atropina e la sindrome anticolinergica centrale (la risposta E non è corretta).


78 di 140 Domande

Un uomo di 80 anni presenta da alcuni giorni febbre e otalgia per cui ha utilizzato antibiotico topico. Per la persistenza della sintomatologia il paziente si reca in Pronto Soccorso. Gli accertamenti laboratoristici rilevano una leucocitosi neutrofila e aumento della proteina C reattiva. Durante l’osservazione al PS il paziente sviluppa un picco febbrile con rigidità nucale e successiva riduzione dello stato di coscienza fino al coma. Tra le seguenti l’ipotesi più probabile è che il paziente abbia sviluppato:














La risposta corretta è la C. 

Il caso descritto si riferisce chiaramente a un'otite dell'adulto mal gestita con un trattamento antibiotico topico, dove una delle cause più frequenti è lo Streptococcus pneumoniae. Si osserva un deterioramento clinico e laboratoristico del paziente che suggerisce la possibile evoluzione verso la complicanza più temuta delle otiti: l'infezione delle meningi per contiguità. La leucocitosi neutrofila e l'aumento della PCR indicano una probabile infezione batterica (i virus tendono ad aumentare i linfociti). La rigidità nucale e le alterazioni dello stato di coscienza sono segni tipici di una meningite. È importante ricordare che lo Streptococcus pneumoniae è una delle cause più comuni di meningite nell'adulto. Esaminando le altre opzioni per confermare la loro inesattezza:
- Un'ictus emorragico generalmente non si accompagna a febbre, non è correlato a una storia di otite e non dovrebbe mostrare alterazioni degli indici di flogosi. Inoltre, l'esordio di uno stroke è tipicamente acuto, non subacuto come in questo caso, e si manifesta con segni focali (la risposta E non è corretta).
- Una perforazione timpanica si manifesterebbe con intenso dolore, che non è menzionato qui. Gli indici di flogosi potrebbero corrispondere, ma non spiegano l'alterazione dello stato di coscienza (la risposta B non è corretta).
- Uno stato di male epilettico di solito implica convulsioni. Anche considerando un possibile stato di male epilettico non convulsivo, non si spiegherebbe la rigidità nucale e, data la storia clinica, non rappresenta comunque l'ipotesi più probabile (la risposta D non è corretta).


79 di 140 Domande

Un paziente di 56 anni si presenta in Pronto Soccorso con dolore diffuso in zona epigastrica. Appare ansioso, agitato, in cerca di una
posizione per alleviare il dolore. Sono presenti sudorazione profusa, bradicardia, extrasistoli. L’accompagnatore ha riferito che il paziente accusava nausea e ha avuto 2 episodi di vomito alimentare circa 40 minuti prima. Si procede all’effettuazione di un ECG, emocromo, dosaggio enzimi specifici (Troponina, CPK, SGOT, LDH), RX torace, ecocardiogramma ed eco addome. Sono presenti leucocitosi ed iperglicemia. Si rimane in attesa del referto di enzimi specifici. Il referto dell’ECG è il seguente. Alla luce del quadro clinico ed elettrocardiografico, quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?

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La risposta corretta è la E.

La diagnosi più probabile, in base al quadro clinico ed elettrocardiografico, è STEMI (infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST). L'ECG mostra un quadro tipico di STEMI inferiore, con sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni inferiori (DII, DIII, aVF). Questo sopraslivellamento del tratto ST è un segno caratteristico di ischemia miocardica acuta, suggerendo un'occlusione acuta e completa dell'arteria coronarica responsabile dell'irrorazione della parete inferiore del cuore. I sintomi del paziente, tra cui dolore diffuso in zona epigastrica, agitazione, ansia, sudorazione profusa, bradicardia ed extrasistoli, sono segni comuni di un infarto miocardico acuto. Leucocitosi e iperglicemia sono spesso riscontrate in risposta a uno stress acuto come l'infarto miocardico. Le altre opzioni possono essere escluse per le seguenti ragioni:
- Il blocco di branca destra (BBD) non presenta sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni inferiori all'ECG, e non giustifica il quadro di dolore, ansia, sudorazione e bradicardia del paziente (la risposta A non è corretta).
- Sebbene l'ECG possa risultare normale in alcuni pazienti con dolore toracico acuto, il quadro complessivo, inclusi i sintomi e i segni tipici di infarto miocardico acuto, suggerisce una diagnosi differente (la risposta B non è corretta).
- La pericardite acuta può presentarsi con sopraslivellamento diffuso del tratto ST in tutte le derivazioni, ma il dolore toracico è tipicamente aggravato dalla respirazione profonda e può migliorare stando seduti in avanti. Il quadro clinico ed elettrocardiografico del paziente indica piuttosto uno STEMI, dove il sopraslivellamento del tratto ST è specifico per un'occlusione coronarica acuta (la risposta C non è corretta).
- L'infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) si presenta in modo diverso all'elettrocardiogramma rispetto allo STEMI, tipicamente con depressione del tratto ST o inversione delle onde T, ma non con sopraslivellamento del tratto ST come osservato in questo caso (la risposta E non è corretta).


80 di 140 Domande

Una donna di 59 anni, nepalese, non fumatrice, giunta in Italia da circa un mese, si presenta dal medico con tosse, febbricola serotina ed un recente episodio di emottisi. Riferisce calo ponderale di 2 Kg negli ultimi 2 mesi, nessuna comorbidità. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la E.

La tubercolosi polmonare si manifesta in modo subacuto con febbre o febbricola, tosse, spesso con emottisi, calo ponderale e sudorazioni notturne. È diffusa su scala mondiale, con una prevalenza significativa in Sud Est Asiatico (specialmente in India e Cina), Africa e Centro-Sud America. In contrasto, l’infarto polmonare deriva dall’ostruzione di un vaso sanguigno polmonare da un embolo, con conseguente necrosi del tessuto polmonare. I sintomi includono dolore toracico spesso trafittivo, tosse con emottisi e dispnea. L'edema polmonare acuto è causato dall'accumulo di liquido negli alveoli polmonari, principalmente per scompenso cardiaco; si presenta con dispnea progressiva, ortopnea, sensazione di morte imminente, cardiopalmo, sudorazione e talvolta espettorazione mista a sangue. Al contrario, la BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) è caratterizzata dall'ostruzione delle vie aeree, spesso a causa di una risposta infiammatoria cronica alle sostanze nocive come il fumo di sigaretta. I sintomi sono principalmente cronici con episodi di riacutizzazione, tra cui tosse con produzione di catarro, dispnea da sforzo, sibili espiratori e sensazione di costrizione toracica. Il cuore polmonare acuto è una patologia cronica che coinvolge i polmoni e le arterie polmonari; nella sua forma acuta si manifesta con allargamento della cavità ventricolare destra, mentre nella forma cronica si osserva ispessimento del miocardio. Infine, l'ipertensione polmonare provoca una riduzione della funzione del ventricolo destro, con episodi di scompenso cardiaco destro. I sintomi e i segni includono astenia, dispnea, ipotensione, cardiopalmo, tosse (talvolta con espettorazione mista a sangue), dolore toracico, edemi declivi, turgore giugulare ed epatomegalia.


81 di 140 Domande

Un paziente di 65 anni, fumatore (40 pack-years), iperteso, con tosse anche produttiva, espettorato striato di sangue e dispnea si presenta in Pronto Soccorso. Non febbre, decubito indifferente, calo ponderale di 5 Kg nell’ultimo mese, senza variazione del regime alimentare. Sono stati eseguiti emocromo, ECG, RX torace e il dosaggio del BNP che risulta 80 pg/mL. In attesa degli altri referti, quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la B.

Il caso clinico presentato mostra vari indizi che suggeriscono una patologia neoplastica del polmone: fumo di sigaretta, tosse, emoftoe e perdita di peso. Data questa presentazione clinica, le altre ipotesi sembrano meno probabili. In particolare, la presenza di sangue nell'espettorato dovrebbe sempre far considerare almeno nella diagnosi differenziale la possibilità di una patologia neoplastica, anche se i tumori non sono l'unica causa di emoftoe o emottisi.


82 di 140 Domande

Un paziente di 80 anni, iperteso e diabetico giunge in Pronto Soccorso accusando da alcune ore afasia, capogiri, difficoltà alla deambulazione, deviazione della rima buccale. Il quadro clinico regredisce dopo circa un’ora. Quale tra le seguenti è la diagnosi più
probabile?














La risposta corretta è la C.

La situazione clinica descrive un paziente con fattori di rischio cardiovascolare tipici come ipertensione e diabete, che presenta sintomi caratteristici di un evento cerebrovascolare. I capogiri possono essere fuorvianti, poiché non sono un tipico "segno laterale," ma sono più comuni in caso di problemi al circolo posteriore. Tuttavia, nella pratica, i pazienti spesso descrivono i capogiri come la sensazione di instabilità causata da una gamba che cede o in generale da un senso di malessere (pertanto il quadro complessivo ha senso). È importante prestare attenzione alla tempistica: i sintomi del paziente scompaiono entro un'ora, quindi non possiamo parlare di un ictus conclamato. In questo contesto, la diagnosi più probabile è un attacco ischemico transitorio (le risposte A e B non sono corrette). 

Al contrario, un tumore cerebrale, al contrario, di solito si presenta con sintomi che si manifestano in modo subacuto e non acuto, e che non tendono a scomparire. Inoltre, ipertensione e diabete non sono fattori di rischio per i tumori. In termini di probabilità, un tumore cerebrale è decisamente meno probabile di un attacco ischemico transitorio (quindi la risposta B non è corretta).

Infine, un'emorragia subaracnoidea, che nella maggior parte dei casi è causata dalla rottura di aneurismi, non si associa a regressione dei sintomi, né a fattori di rischio cardiovascolari. È invece associata a un dolore intenso, che non è menzionato qui (pertanto la risposta E non è corretta).


83 di 140 Domande

Un paziente di 68 anni lamenta astenia e dispnea. All'esame obiettivo presenta toni cardiaci parafonici, pressione arteriosa 90/70 mmHg che cala ulteriormente in fase espiratoria, turgore delle vene giugulari. All’ECG si rilevano alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la D.

La diagnosi più probabile, considerando il quadro clinico e l'ECG del paziente, è un versamento pericardico. I toni parafonici, l'ipotensione arteriosa (che si abbassa ulteriormente durante l'espirazione) e la turgidità delle vene giugulari sono i classici segni del tamponamento cardiaco, noti come triade di Beck. Il versamento pericardico si riferisce all'accumulo anormale di liquido nel pericardio, la membrana che avvolge il cuore. Quando si accumula una quantità significativa di liquido, questo può comprimere il cuore, riducendo la sua capacità di riempirsi correttamente durante il ciclo cardiaco. Ciò può causare una riduzione del volume di sangue pompato dal cuore (gittata cardiaca), portando a un abbassamento della pressione arteriosa. Le alterazioni aspecifiche della ripolarizzazione all'ECG possono essere legate al versamento pericardico, poiché il liquido intorno al cuore può alterare la conduzione elettrica e la ripolarizzazione del miocardio.
In confronto, la dissezione aortica è una condizione grave in cui il rivestimento interno dell'aorta si separa, permettendo al sangue di fluire tra gli strati dell'aorta. Questo può causare ipertensione rapida e intensa, dolore toracico acuto e altri segni specifici che non sono stati descritti nel caso del paziente (la risposta A non è corretta).
La cardiomiopatia ipertrofica, invece, è una malattia del muscolo cardiaco caratterizzata da un ispessimento del ventricolo sinistro, ma i sintomi tipici includono dispnea durante l'esercizio fisico e non pressione arteriosa bassa (la risposta B non è corretta).
Al contrario, la miocardite acuta è una condizione infiammatoria del muscolo cardiaco che può provocare vari sintomi, ma non spiega la turgidità delle vene giugulari e il tono parafonico dei toni cardiaci (la risposta C non è corretta).
Infine, l'ischemia miocardica acuta (infarto miocardico acuto) può causare dispnea e altri sintomi correlati, ma il quadro clinico del paziente, compresi il tono parafonico dei toni cardiaci e la turgidità delle vene giugulari, suggerisce una condizione diversa rispetto a un semplice infarto miocardico acuto (la risposta E non è corretta).


84 di 140 Domande

Un uomo di 86 anni, in terapia per scompenso cardiaco cronico, lamenta da alcuni giorni dispnea ingravescente, ortopnea e comparsa di edemi declivi. Riferisce di non aver assunto con regolarità la terapia domiciliare. Quale tra i seguenti farmaci deve essere rapidamente reintrodotto con contestuale rivalutazione della posologia?














La risposta corretta è la C.

Per un paziente di 86 anni con scompenso cardiaco cronico che presenta dispnea ingravescente, ortopnea ed edemi declivi, è raccomandata la rapida reintroduzione del diuretico dell'ansa con un'adeguata rivalutazione della dose. I diuretici dell'ansa, come la furosemide, aiutano ad aumentare l'escrezione di acqua e sodio dai reni, riducendo il volume dei fluidi nel corpo, alleviando la congestione polmonare e riducendo gli edemi. Un'assunzione irregolare dei farmaci può portare a un peggioramento dei sintomi, quindi la reintroduzione tempestiva dei diuretici dell'ansa è fondamentale per gestire l'accumulo di liquidi e migliorare i sintomi.
Gli antiaggreganti piastrinici, invece, sono prescritti principalmente per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari come infarti o ictus, ma non sono la scelta migliore per gestire immediatamente i sintomi dello scompenso cardiaco (la risposta A non è corretta)
I beta-bloccanti e gli ACE-inibitori sono comunemente utilizzati per il trattamento a lungo termine dell'insufficienza cardiaca, ma non sono considerati i farmaci di scelta per il controllo immediato dei sintomi acuti (le risposte B e D non sono corrette).
Infine, i calcio antagonisti non sono indicati nella terapia dello scompenso cardiaco (la risposta E non è corretta).


85 di 140 Domande

Al primo riscontro di fibrillazione atriale persistente quale score tra i seguenti può essere utilizzato per determinare la necessità di terapia anticoagulante?














La risposta corretta è la A.

Per la fibrillazione atriale, il trattamento comprende il controllo della frequenza e/o del ritmo cardiaco insieme alla profilassi antitrombotica. In particolare, per la fibrillazione atriale non valvolare, si usa il punteggio CHA2DS2-VASc per decidere se iniziare o meno la profilassi antitrombotica. Questo test valuta 8 fattori di rischio, assegnando a ciascuno 1 o 2 punti. Se il punteggio è superiore a 1, è indicata una terapia anticoagulante.


86 di 140 Domande

Nella malattia del rene policistico autosomica dominante (ADPKD) quale tra le seguenti è una lesione extrarenale tipica:














La risposta corretta è la B.

La malattia del rene policistico autosomico dominante ha un'incidenza di circa 1 su 1000 e generalmente non si manifesta clinicamente prima dell'età adulta. Ha una penetranza completa, quindi tutti i pazienti di età pari o superiore a 80 anni presentano qualche segno della malattia. Le manifestazioni extrarenali più comuni includono cisti epatiche, cisti nel pancreas e nell'intestino, diverticoli intestinali, ernie della parete addominale, difetti delle valvole cardiache, aneurismi delle arterie coronarie e aneurismi cerebrali. Gli aneurismi cerebrali sono presenti nel 4% dei pazienti giovani e nel 10% di quelli anziani, con una percentuale di rottura che si aggira intorno al 60-70%.


87 di 140 Domande

Una paziente di 36 anni si presenta in Pronto Soccorso con forti dolori trafittivi al quadrante addominale inferiore sx e al fianco sx che si irradiano al dorso e all’inguine. Manovra di Giordano positiva. Nausea e vomito. Nessuna comorbidità. Pressione arteriosa 150/80 mmHg, 101 bpm, SpO2 99% in aria ambiente. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la C.

Il quadro clinico suggerisce una colica renale, in particolare per il dolore tipico al fianco che tende a irradiarsi e per la positività alla manovra di Giordano. La paziente riferisce nausea e vomito, sintomi tipici della colica renale a causa del forte dolore. Possono anche essere presenti febbre e macroematuria. Per la diagnosi, oltre ai sintomi già descritti, è utile monitorare gli esami ematochimici per rilevare un eventuale aumento dei globuli bianchi, della creatininemia e della PCR. È anche consigliata un'ecografia renale per verificare la presenza di idronefrosi.


88 di 140 Domande

Nella sindrome da lisi tumorali le seguenti manifestazioni sono tutte tipiche TRANNE una, quale?














La risposta corretta è la D.

La sindrome da lisi tumorale è una condizione potenzialmente letale che si manifesta a causa della rapida morte delle cellule tumorali durante il trattamento antineoplastico. È comune nei tumori con alti tassi di proliferazione, come le neoplasie ematologiche (come le leucemie) e i tumori solidi in rapida crescita (con elevati livelli di Ki67).
Gli squilibri elettrolitici caratteristici della sindrome da lisi tumorale includono:
a. Iperuricemia: derivante dalla rottura degli acidi nucleici rilasciati dalle cellule tumorali. Livelli elevati di acido urico possono portare a danno renale acuto.
b. Iperkaliemia: il rilascio di potassio intracellulare durante la lisi cellulare può causare iperkaliemia e aritmie cardiache potenzialmente letali.
c. Iperfosfatemia: livelli elevati di fosfato possono provocare la formazione di cristalli di fosfato di calcio, causando danni agli organi, in particolare ai reni. Inoltre, alti livelli di fosfato possono legarsi al calcio, provocando ipocalcemia.
Il glucosio non è un metabolita intracellulare rilasciato durante la distruzione delle cellule tumorali. Il trattamento della sindrome da lisi tumorale prevede la somministrazione di allopurinolo (200 - 600 mg una volta al giorno) e soluzione fisiologica EV (oltre 2 L al giorno) per garantire una buona diuresi e idratazione del paziente.
 


89 di 140 Domande

Un paziente di 65 anni affetto da ipertensione arteriosa da diversi anni si presenta ad una prima valutazione nefrologica ambulatoriale per recente insorgenza di edemi declivi. Allo stick urine è presente una albuminuria di 300 mg/dL. Quale tra i seguenti gruppi di esami di approfondimento è più opportuno in prima istanza?














La risposta corretta è la A

Il paziente descritto presenta ipertensione arteriosa, una delle principali cause di nefropatia a livello globale. I segni tipici di malattia renale presenti nel paziente includono edemi declivi e iperalbuminuria. Nel sospetto di nefrosclerosi arteriolare ipertensiva, è opportuno eseguire emocromo, indici di funzionalità renale, esami degli elettroliti, profilo lipidico, elettroforesi delle proteine sieriche, analisi delle urine e proteinuria delle 24 ore per escludere altre cause comuni di insufficienza renale.
Al contrario, non sono utili esami relativi al profilo epatico (la risposta B non è corretta), il test di Farley (usato per lo studio delle ematurie) (la risposta C non è corretta), il PTH e l'assetto marziale (non esami di primo livello nelle patologie renali, usati solo come complemento diagnostico in caso di sospette patologie secondarie) (la risposta D non è corretta) e i test per le podocitopatie (il quadro clinico suggerisce una nefropatia ipertensiva) (la risposta E non è corretta).


90 di 140 Domande

L’attuale stadiazione della malattia renale cronica secondo le linee guida internazionali e nazionali:














La risposta corretta è la A.

La malattia renale cronica è classificata in cinque stadi utilizzando l'equazione CKD-EPI Creatinine (2021):
a. Stadio 1: velocità di filtrazione glomerulare (VFG) normale (≥ 90 mL/min/1,73 m²), associata ad albuminuria persistente o a una nota malattia renale strutturale o ereditaria.
b. Stadio 2: VFG compresa tra 60 e 89 mL/min/1,73 m².
c. Stadio 3a: VFG compresa tra 45 e 59 mL/min/1,73 m².
d. Stadio 3b: VFG compresa tra 30 e 44 mL/min/1,73 m².
e. Stadio 4: VFG compresa tra 15 e 29 mL/min/1,73 m².
f. Stadio 5: VFG inferiore a 15 mL/min/1,73 m².
Questa classificazione si basa esclusivamente sulla velocità di filtrazione glomerulare e non include criteri ecografici (la risposta B non è corretta) o istologici (la risposta E non è corretta). Inoltre, riconosce anche gli stadi iniziali della malattia (la risposta C non è corretta).


91 di 140 Domande

In una paziente di 63 anni con recente diagnosi di adenocarcinoma gastrico di tipo intestinale, metastatico a livello epatico e polmonare, la valutazione immunoistochimica sul tessuto neoplastico ha documentato l’iperespressione di HER-2. E’ stata posta l’indicazione ad eseguire un trattamento chemioterapico di prima linea. Quale terapia a bersaglio molecolare è indicato associare al trattamento chemioterapico?














La risposta corretta è la C.

In seguito alla diagnosi di adenocarcinoma dello stomaco metastatico si esegue la ricerca della proteina HER2 in quanto, qualora positiva, il trattamento di prima linea consiste in un’associazione della chemioterapia (una combinazione di cisplatino e fluoropirimidine) e terapia target anti HER2, ovvero il tastuzumab.
Al contrario, Panitumumab e catuximab sono anticorpi diretti contro EGFR e vengono impiegati nel tumore del colon RAS wild type. Bevacizumab è un anti angiogenetico (anti VEGF) impiegato in diverse neoplasie come, per esempio, nella prima linea del tumore del colon metastatico RAS mutato o nel tumore dell’ovaio in associazione alla chemioterapia (le risposte A e D non sono corrette); rituximab è un anti-CD20 impiegato tipicamente in ambito ematologico (la risposta E non è corretta).


92 di 140 Domande

Il pembrolizumab è un farmaco immunoterapico indicato nel trattamento di numerosi tumori solidi in fase metastatica come tumore polmonare non-microcitoma, melanoma, carcinoma uroteliale, carcinoma renale, carcinoma testa/collo. Che tipo di anticorpo è?














La risposta corretta è la A.

Il pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro PD-1 (Programmed Death 1), un recettore di membrana espresso sulla superficie delle cellule T del sistema immunitario. Il suo ligando, PD-L1 (Programmed Death Ligand-1), è espresso sulla superficie di alcune cellule tumorali. L’interazione tra PD-1 e PD-L1, espresso dalle cellule tumorali, inibisce l’attività immunitaria, impedendo alle cellule immunitarie di riconoscere le cellule tumorali come estranee ed eliminarle. Gli anticorpi monoclonali che bloccano questo pathway possono essere diretti contro il recettore (PD-1) espresso sulle cellule T (come pembrolizumab e nivolumab) o contro il ligando (PD-L1) espresso sulle cellule tumorali (come atezolizumab, durvalumab, avelumab). Il legame di questi anticorpi anti-PD(L)1 blocca l'interazione tra PD-1 e PD-L1 e impedisce l'attivazione dei segnali inibitori, ripristinando il corretto riconoscimento delle cellule tumorali da parte del sistema immunitario.
Al contrario, gli anti-VEGF sono farmaci antiangiogenetici come il bevacizumab (la risposta B non è corretta).
Invece, gli anti-TIGIT, come il tiragolumab, sono anticorpi monoclonali di recente introduzione diretti contro la proteina TIGIT presente sulle cellule immunitarie (la risposta C non è corretta).
All'opposto, gli anti-HER2, come trastuzumab e pertuzumab, sono anticorpi monoclonali diretti contro la proteina HER2, responsabile della proliferazione cellulare (la risposta D non è corretta).
Infine, gli anti-CTLA4, come ipilimumab, sono immunoterapici con un meccanismo d'azione simile a quello descritto per PD(L)1, ma in questo caso il recettore coinvolto è il CTLA4, espresso sui linfociti T (la risposta E non è corretta).


93 di 140 Domande

A seguito della comparsa di ittero, una paziente di 61 anni in buone condizioni cliniche generali esegue degli accertamenti diagnostici che si concludono con una diagnosi di tumore della testa del pancreas. La paziente viene sottoposta ad intervento chirurgico di duodenocefalopancreasectomia e l’esame istologico depone per “adenocarcinoma della testa del pancreas”. La stadiazione è pT2pN1M0. Quale trattamento medico è più indicato?














La risposta corretta è la D.

Lo scenario descrive una paziente che ha subito un intervento chirurgico per una nuova diagnosi di tumore della testa del pancreas, manifestatasi con ittero. Questi dati sono significativi perché suggeriscono che sarà possibile sottoporre la paziente a un trattamento chemioterapico adiuvante aggressivo usando un protocollo a tre farmaci chiamato FOLFIRINOX, che comprende fluorouracile, irinotecano e oxaliplatino. La chemioterapia adiuvante viene somministrata dopo l'intervento chirurgico e mira a ridurre il rischio di recidiva e a prolungare la sopravvivenza.
Al contrario, il CHOP è uno schema chemioterapico utilizzato in ambito ematologico (la risposta A non è corretta).
Invece, ciclofosfamide e adriamicina sono componenti di protocolli chemioterapici tipici dei sarcomi (le risposte B e C non sono corrette).
All'opposto, il topotecano è un vecchio chemioterapico indicato nel trattamento di alcuni tumori, come il carcinoma polmonare a piccole cellule in linee successive alla prima o il tumore dell'ovaio (la risposta E non è corretta).
Infine, l'immunoterapia adiuvante non è indicata nel trattamento del tumore del pancreas (la risposta C non è corretta).


94 di 140 Domande

Un uomo di 27 anni lamenta da circa 2 anni dolore lombare irradiato ai glutei. La sintomatologia è accentuata al risveglio e migliora progressivamente nell’arco della giornata. Gli esami mostrano moderato incremento degli indici di flogosi ma la radiografia del bacino e del rachide lombosacrale non evidenziano alterazioni di rilievo. Quale tra questi esami è più indicato effettuare?














La risposta corretta è la E.

La presentazione clinica di un dolore mattutino persistente da oltre tre mesi, associato a indici di flogosi elevati (probabilmente riferendosi alla VES), fa sospettare una malattia reumatologica del bacino, in particolare una spondilite anchilosante. L'indagine più indicata per studiare l'articolazione sacro-iliaca è la risonanza magnetica (RM).
Al contrario, la tomografia computerizzata (TC) è meno sensibile, l'ecografia non ha un ruolo nello studio del rachide negli adulti, e la biopsia osteomidollare è utile solo per lo studio del midollo osseo in caso di sospetto di condizioni ematologiche, non per lo studio delle articolazioni (quindi le risposte A, B, C e D non sono corrette).


95 di 140 Domande

Un uomo di 34 anni presenta da circa due mesi febbre intermittente accompagnata a faringodinia. Durante gli episodi ha notato un rash color salmone sul tronco e sulle braccia. Agli esami di laboratorio si evidenzia un incremento degli indici di flogosi ed un marcato aumento dei valori di ferritina. Quale tra le seguenti è la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la A.

La presentazione clinica di un dolore mattutino persistente da oltre tre mesi, associato a indici di flogosi elevati (probabilmente riferendosi alla VES), fa sospettare una malattia reumatologica del bacino, in particolare una spondilite anchilosante. L'indagine più indicata per studiare l'articolazione sacro-iliaca è la risonanza magnetica (RM).
Al contrario, la tomografia computerizzata (TC) è meno sensibile, l'ecografia non ha un ruolo nello studio del rachide negli adulti, e la biopsia osteomidollare è utile solo per lo studio del midollo osseo in caso di sospetto di condizioni ematologiche, non per lo studio delle articolazioni (le risposte A, B, C e D non sono corrette).


96 di 140 Domande

Una donna di 60 anni affetta da diabete mellito di tipo 1 dall’età di 28 anni, complicato da retinopatia e nefropatia diabetica, ha un colesterolo LDL=130 mg/dL, in assenza di terapia ipolipemizzante. Secondo le linee guida ESC del 2019, il suo target dovrebbe essere:














La risposta corretta è la B.

Secondo le linee guida menzionate, un paziente con diabete mellito e danno d'organo è considerato automaticamente a rischio cardiovascolare molto elevato, richiedendo un obiettivo di colesterolo LDL inferiore a 55 mg/dL. La categoria di rischio molto elevato include anche pazienti con una storia di malattia cardiovascolare (prevenzione secondaria), pazienti con un rischio cardiovascolare a 10 anni superiore al 10%, e pazienti con ipercolesterolemia familiare accompagnata da un altro fattore di rischio maggiore o una precedente malattia cardiovascolare (quindi le risposte A, C, D ed E non sono corrette).


97 di 140 Domande

Un paziente di anni 80, si presenta al Pronto Soccorso per la comparsa acuta, circa due ore prima, di ipostenia dell’emisoma di destra. Obiettività neurologica: paziente vigile, collaborante; deficit di forza agli arti di destra con caduta precoce alla manovra di Mingazzini, lieve deficit del linguaggio con anomie. L’indagine diagnostica da effettuare immediatamente è:














La risposta corretta è la B.

Nel sospetto di un evento cerebrovascolare acuto come l'ictus, il primo esame è sempre la TC encefalo basale per escludere emorragie. Successivamente, spesso si procede con un'angio-TC arteriosa per individuare la sede dell'occlusione arteriosa, nel caso si sia esclusa un'emorragia e si sospetti un ictus ischemico.
Al contrario, la spettroscopia RM ha un'utilità clinica marginale, soprattutto per la diagnosi differenziale di lesioni neoplastiche. In generale, la RM nell'ictus è indicata solo dopo la TC e solo in centri dove è disponibile, con l'obiettivo di estendere la finestra di trattamento in presenza di una penombra ischemica meritevole di trattamento, a condizione che non rallenti la gestione clinica del paziente (la risposta A non è corretta).
L'ecocolordoppler non è utile nell'ictus acuto (la risposta C non è corretta). L'angiografia cerebrale ha un ruolo nell'ictus acuto, ma viene eseguita sempre dopo la TC, principalmente per finalità interventistiche, specialmente in due casi:
a. Trombectomia meccanica in pazienti candidabili in base al rischio anestesiologico, all'interno della finestra terapeutica, e in cui l'angio-TC ha dimostrato la sede della trombosi arteriosa;
b. Ictus emorragico che richiede la riparazione di una struttura vascolare, come nel caso della riparazione di un aneurisma cerebrale in pazienti con emorragia subaracnoidea. L'emorragia subaracnoidea, tuttavia, solitamente non si presenta con il quadro clinico descritto.
Infine, l'angiografia diagnostica ha un ruolo sempre più limitato, mentre in passato (prima della moderna angio-TC) aveva un ruolo centrale nell'identificazione della sede della trombosi nell'ictus ischemico. L'EEG non è utile nella gestione dell'ictus acuto (le risposte D ed E non sono corrette).


98 di 140 Domande

Paziente di 45 anni moderatamente iperteso in trattamento farmacologico con antipertensivi. Da circa una settimana presenta episodi caratterizzati da clonie che interessano inizialmente la mano destra e si estendono successivamente all’emivolto omolaterale. Gli episodi durano circa 30 secondi e sono seguiti da una perdita di forza che persiste per diverse ore. Quale tra le seguenti è l’ipotesi diagnostica più probabile?














La risposta corretta è la C.

Il testo descrive episodi di clonie circoscritte alla mano destra e all'emivolto destro, che corrispondono esattamente alla definizione di crisi epilettiche parziali motorie. Poiché si tratta di episodi ripetuti nell'ultima settimana, può essere definita come "epilessia". La conseguente perdita di forza sperimentata dal paziente è conosciuta come paralisi di Todd.
Al contrario, una sindrome extrapiramidale di solito si manifesta dopo i 65 anni con tremori agli arti (scosse fini, non clonie). Generalmente non coinvolge l'emivolto (potrebbero essere presenti tremore della voce o del labbro inferiore, ma non lateralizzati) e soprattutto non si associa a perdita di forza (la risposta A non è corretta).
Invece, i TIA (la più probabile tra le opzioni sbagliate) devono essere esclusi perché non si associano a clonie (la risposta B non è corretta).
All'opposto, l'unico elemento correlato alle miopatie nell'intero quadro clinico descritto è la perdita di forza, che però non è transitoria, ha un esordio subacuto nell'arco di settimane o mesi e coinvolge gruppi muscolari specifici, non interi distretti come la mano o l'emivolto (la risposta D non è corretta).
Infine, l'ischemia midollare è un evento acuto (come l'ictus), molto grave e non transitorio. I sintomi sono generalmente bilaterali e coinvolgono anche gli arti inferiori. La tipica presentazione clinica è un'insorgenza acuta-subacuta di difficoltà nella deambulazione e incontinenza urinaria o ritenzione (la risposta E non è corretta).


99 di 140 Domande

Una ragazza di 20 anni si presenta all'osservazione dei sanitari in merito ad un disturbo caratterizzato da parestesie localizzate simmetricamente a livello distale nei 4 arti. Interrogata, riferisce che i sintomi sono comparsi il giorno precedente ma stanno
progredendo per intensità. Due settimane prima dell’esordio dei sintomi, viene segnalata una gastroenterite regredita dopo circa cinque giorni. All’esame obiettivo neurologico, gli unici elementi di rilievo riguardano una ipoestesia distale agli arti inferiori e superiori e assenza dei riflessi achillei bilateralmente, con ipoevocabilità di tutti gli altri riflessi osteotendinei. L’ipotesi diagnostica più probabile tra le seguenti è:














La risposta corretta è la E.

Quando si osservano disturbi neurologici che si manifestano circa due settimane dopo una gastroenterite o un'infezione delle vie respiratorie, si dovrebbe subito sospettare la sindrome di Guillain-Barré. Inoltre, l'assenza di riflessi osteotendinei nelle aree interessate e la ridotta risposta in altre aree sono tipiche della sindrome. L'unico elemento che non corrisponde perfettamente alla definizione classica è l'enfasi sui sintomi sensitivi distali senza menzionare la debolezza muscolare prossimale, che potrebbe essere assente se il paziente si presenta in un pronto soccorso con un quadro clinico precoce che ancora non coinvolge i distretti motori.
Al contrario, la sclerosi multipla è la "sorella centrale" della GBS, essendo la principale malattia demielinizzante centrale, mentre la GBS è la principale malattia demielinizzante periferica. La sclerosi multipla non è associata a infezioni recenti, le parestesie in genere non sono simmetriche e, soprattutto, i riflessi osteotendinei sono iperattivi quando il danno è centrale (la risposta A non è corretta).
Invece, l'ictus vertebrobasilare è un evento acuto che si manifesta con sintomi come vomito, diplopia e instabilità (la risposta B non è corretta).
All'opposto, le benzodiazepine causano sonnolenza o alterazione dello stato di coscienza, ma non formicolii (la risposta C non è corretta).
Infine, la sindrome di Brown-Séquard, o emisezione del midollo spinale, è una condizione acuta non preceduta da infezioni (la risposta D non è corretta).


100 di 140 Domande

La Disforia di genere può essere definita come:














La risposta corretta è la D.

La disforia di genere si caratterizza per una discrepanza tra il genere assegnato alla nascita e quello espresso dall'individuo. Questa incongruenza causa un forte disagio e porta al desiderio di appartenere a un genere diverso da quello attribuito alla nascita. Il genere espresso non deve necessariamente essere l'opposto, ma può essere qualsiasi genere alternativo. In genere, la riassegnazione del genere migliora il disagio sperimentato dall'individuo, mentre le difficoltà nel raggiungere la riassegnazione o la sua impossibilità possono aumentare il rischio di sviluppare sintomi depressivi e ideazione suicidaria.
Al contrario, il disturbo da travestimento è un disturbo parafilico in cui l'individuo prova eccitazione sessuale indossando abiti del sesso opposto (la risposta A non è corretta).
Infine, lo pseudoermafroditismo è una condizione endocrinologica che può essere causata da un deficit nella sintesi degli androgeni o nella risposta periferica alla loro produzione (pseudoermafroditismo maschile) o da sindrome adreno-genitale (pseudoermafroditismo femminile) (la risposta C non è corretta).


101 di 140 Domande

Un paziente di 48 anni giunge in Pronto Soccorso trasportato dal 118 che è stato allertato da un familiare del paziente in seguito ad episodio delirante acuto (il paziente sospettava che la compagna lo tradisse) associato ad uno stato di agitazione psico-motoria. La compagna del paziente è molto preoccupata perché nell’ultima settimana aveva notato cambiamenti comportamentali con insorgenza di insonnia, ansia libera, manie di persecuzione e deficit attentivi. In anamnesi nulla di rilevante, nega familiarità per patologie neurologiche e/o psichiatriche. Viene riferita una febbricola con astenie e mialgie insorte da circa due settimane e durata di tre giorni. All’esame obiettivo si evidenzia disorientamento spazio-temporale, difficoltà nella comprensione delle consegne e nel reperimento dei vocaboli in un contesto di obiettività internistica nella norma. Qual è il percorso diagnostico più appropriato?














La risposta corretta è la B.

Il quadro clinico suggerisce un sospetto di encefalite, in particolare di encefalite limbica. Dato l'esordio rapido (circa una settimana) e i sintomi sistemici (febbre e mialgie), è probabile che si tratti di un'encefalite erpetica, più che di un'encefalite autoimmune. Nel sospetto di encefalite, si raccomanda l'esecuzione di una risonanza magnetica (RM) con contrasto, poiché l'assunzione di contrasto aiuta a identificare la localizzazione e l'estensione della patologia, oltre a indirizzare la diagnosi differenziale (l'enhancement contrastografico è più probabile nell'encefalite erpetica rispetto all'encefalite autoimmune, ad esempio). Il work-up clinico prevede anche elettroencefalogramma (EEG) e puntura lombare.
Invece, la tomografia computerizzata (TC) è poco sensibile per identificare alterazioni encefalitiche (la risposta C non è corretta). Inoltre, l'angio-RM non è indicata in questo caso, poiché il sospetto non è di natura vascolare (la risposta A non è corretta). Infine, i potenziali evocati non sono applicabili in questo contesto (la risposta D non è corretta).


102 di 140 Domande

Qual è il farmaco più indicato come stabilizzatore dell’umore nel trattamento di pazienti affetti da sindrome bipolare di tipo I?














La risposta corretta è la A.

Il farmaco più indicato come stabilizzatore dell'umore nel trattamento di pazienti affetti da sindrome bipolare di tipo I è l'acido valproico.
In aggiunta, acido valproico e carbamazepina sono utilizzati come stabilizzatori dell'umore, ma mentre l'acido valproico è considerato un trattamento di prima linea ed è tra le opzioni terapeutiche più efficaci insieme ai sali di litio, la carbamazepina è considerata un trattamento di seconda linea a causa delle minori evidenze di efficacia, della minore tollerabilità (in particolare per il rischio di sindrome di Stevens-Johnson) e delle numerose interazioni con altre molecole (la risposta D non è corretta).
In aggiunta, fluoxetina e venlafaxina sono due antidepressivi appartenenti rispettivamente alle classi SSRI e SNRI. Pertanto, non sono stabilizzatori dell'umore e sono controindicati nel disturbo bipolare di tipo I a causa dell'elevato rischio di indurre una fase maniacale (le risposte B e C non sono corrette).
Infine, il pregabalin è un antiepilettico utilizzato in ambito psichiatrico principalmente per il controllo dei sintomi ansiosi, ma non ha una significativa efficacia come stabilizzatore dell'umore (la risposta E non è corretta).


103 di 140 Domande

La scintigrafia miocardica è indicata per studiare:














La risposta corretta è la D.

La scintigrafia miocardica è una tecnica di imaging nucleare utilizzata per valutare la perfusione del cuore, cioè il flusso di sangue e l'apporto di ossigeno al miocardio. Questa procedura è particolarmente utile per la diagnosi di ischemia miocardica e per valutare le aree del cuore che ricevono un insufficiente apporto di sangue a causa di restringimenti o ostruzioni delle arterie coronarie.
Al contrario, l'ipertensione arteriosa (pressione sanguigna elevata) è una condizione vascolare valutata attraverso misurazioni dirette della pressione sanguigna e analisi dei fattori di rischio cardiovascolari (la risposta A non è corretta).
In aggiunta, la scintigrafia miocardica non è indicata specificamente per la diagnosi di tumori cardiaci, poiché esami di imaging più appropriati per questo tipo di valutazione sono l'ecocardiografia e la risonanza magnetica cardiaca (la risposta B non è corretta).
All'opposto, l'infezione delle valvole cardiache (endocardite) può essere diagnosticata attraverso diversi test, come la PET, ma la scintigrafia miocardica non è uno di questi (la risposta C non è corretta).
Infine, la rottura del muscolo papillare è una grave complicanza dell'infarto miocardico che richiede una diagnosi e un trattamento rapidi, ma la scintigrafia miocardica non è l'esame più indicato per questa condizione. L'ecocardiografia e altre metodiche di imaging cardiaco sono più utili in questo caso (la risposta E non è corretta).


104 di 140 Domande

In un paziente con recidiva biochimica da carcinoma prostatico, sottoposto a prostatectomia radicale, quale indagine tra le seguenti è più indicata per la identificazione di tutte le possibili sedi di malattia?














La risposta corretta è la C.

La PET/TC con 68Ga-PSMA è il gold standard per identificare tutte le possibili sedi di malattie del tumore prostatico. Il 68Ga-PSMA (prostate specific membrane antigen) è un radiofarmaco selettivo per secondarismi causati appunto dalla neoplasia prostatica. 
Al contrario, la scintigrafia ossea invece è fondamentale nella diagnosi e stadiazione di tumore prostatico andando però ad identificare solamente eventuali sedi ossee di malattie (la risposta D non è corretta). 
Invece, La PET/TC con 18F-DOPA si usa principalmente per evidenziare la possibile presenza di carcinomi midollari della tiroide, insulinomi e feocromocitomi (la risposta E non è corretta). 
All’opposto, la PET-TC con 68Ga-DOTA-peptidi è utile invece per la diagnostica delle neoplasie neuro-endocrine (NETs) (la risposta E non è corretta). La PET/TC con 18F-FDG è un po’ meno specifica ma in particolare si usa nello studio dei tumori polmonari, carcinomi intestinali, del distretto testa-collo, tu- mori dell’ovaio, linfomi e melanoma.


105 di 140 Domande

I 68Ga-DOTA-peptidi (DOTATATE, DOTATOC, DOTANOC) sono radiofarmaci PET impiegati routinariamente per lo studio:














La risposta corretta è la D.

I DOTA-peptidi sono composti in grado di legare i recettori della somatostatina, presenti nei tumori neuroendocrini ben differenziati. Vengono utilizzati in medicina nucleare sia per la diagnosi (coniugati con il 68-Gallio, utilizzato nella PET/TC) sia per la terapia (coniugati con il 177-Lutezio) di questi tumori. La PET con 68Ga-DOTA-peptidi ha sostituito la scintigrafia con 111Indio-Pentetreotide (OCTREOSCAN), che era utilizzata in passato nella diagnosi dei tumori neuroendocrini (le risposte A, B, C ed E non sono corrette).


106 di 140 Domande

Paziente HBsAg positivo con recente riscontro di massa palpabile in addome, esegue TC con MdC e.v. che evidenzia una lesione epatica sospetta per una diagnosi di epatocarcinoma. Qual è il comportamento contrastografico tipico dell’epatocarcinoma?

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La risposta corretta è la C.

L'epatocarcinoma mostra un rapido assorbimento del mezzo di contrasto nella fase arteriosa (wash-in) seguito da un rapido svuotamento (wash-out) nelle fasi successive. Si può osservare una lesione epatica voluminosa con un vivace contrast enhancement nella fase arteriosa (come mostrato nella figura a sinistra) e successiva relativa ipodensità nella fase portale (come nella figura a destra). Il fatto che l'immagine a sinistra sia una fase arteriosa si può notare dall'aspetto marezzato della milza, mentre il fatto che l'immagine a destra sia una fase portale si può osservare dal contrast enhancement omogeneo dei parenchimi e dall'opacizzazione omogenea della vena cava inferiore e dell'aorta.
Al contrario, "wash-in portale e wash-out arterioso" è una formulazione che non ha senso (la risposta A non è corretta).
In aggiunta, l'enhancement centripeto progressivo è tipico dell'angioma cavernoso (chiamato anche emangioma o cavernoma) (la risposta B non è corretta).
Infine, l'assenza di contrast enhancement è un reperto osservato nelle cisti biliari semplici (la risposta D non è corretta). In definitiva, l'epatocarcinoma presenta un pattern contrastografico specifico (la risposta E è corretta).


107 di 140 Domande

Donna di 22 anni, accede al Pronto Soccorso per incidente stradale. Riferisce dolore addominale diffuso. PA: 130/70 mmHg, SpO2 97% in aria ambiente. ECO-FAST dubbia. Qual è l’indagine più appropriata per l’inquadramento diagnostico terapeutico tra le seguenti?














La risposta corretta è la C.

L'ECO-FAST è una tecnica ecografica utilizzata nei Pronto Soccorso, generalmente da internisti, per individuare falde di liquido libero sospette di emorragia. Le quattro aree dove si cerca la presenza di liquido sono: scavo pelvico, area perisplenica, area periepatica e area sottoxifoidea. Le prime tre aree cercano emoperitoneo, mentre la quarta cerca emopericardio tramite un'angolazione obliqua dalla sede sottoxifoidea verso l'alto. Il sospetto da approfondire è quindi un possibile quadro emorragico. Anche se si sospetta un'emorragia dalle immagini ecografiche, il paziente non presenta segni di shock emorragico, riferendo solo dolore e avendo una pressione arteriosa sostanzialmente normale. In ogni caso, un sospetto di emoperitoneo viene studiato con una TC con mezzo di contrasto. Anche una TC basale può rilevare un emoperitoneo, ma il mezzo di contrasto aiuta a valutare gli organi e i vasi per individuare l'origine del sanguinamento.
Al contrario, sebbene l'ecografia possa rilevare un emoperitoneo, in questo scenario, dove è già stata eseguita un'ECO-FAST, l'ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) non aggiunge ulteriori informazioni. Il CEUS ha applicazioni limitate allo studio di alcune lesioni focali addominali, non in questo contesto (la risposta B non è corretta).
All'opposto, la laparoscopia esplorativa non è indicata in un paziente stabile con un quadro lieve. Una laparoscopia, se necessaria, dovrebbe essere eseguita dopo, sulla base dei risultati della TC (la risposta D non è corretta).
In aggiunta, la risonanza magnetica per immagini del corpo (non-neuro) non ha alcuna applicazione nell'emergenza-urgenza (la risposta E non è corretta).


108 di 140 Domande

Paziente di 87 anni con dolore in regione dorsale. Quali reperti di rilievo si possono evidenziare in queste immagini RX e TC?

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La risposta corretta è la A.

Quando si tratta di diagnosticare una frattura nella sua complessità, sono necessarie