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1 di 5 Domande

Scenario GR5I: Un'ambulanza arriva sulla scena di incidente stradale con coinvolgimento di motociclista. Il paziente è a terra non responsivo. Quali sono i tre parametri considerati nella valutazione dello stato di coscienza secondo la Scala di Glasgow (GCS)?














La risposta corretta è la B.
La scala Glasgow valuta la gravità del coma in base a tre categorie di reattività: migliore risposta motoria, migliore risposta verbale e l’apertura oculare. Rappresenta un esame neurologico basilare, facilmente riproducibile e grossolanamente predittivo della possibilità di recupero. Un punteggio più alto è indicativo di uno stato di funzionamento migliore ed è correlato con una prognosi migliore, mentre un punteggio più basso è correlato con una prognosi severa. In base al punteggio è possibile distinguere:
- coma lieve,  con Glasgow di 14-15;
- coma moderato con Glasgow di 9-13;
- coma grave con Glasgow 3-8.
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Fonte: classificazione Glasgow Coma Scale.

2 di 5 Domande

Scenario TF47N: Un paziente destrimane presenta un'afasia espressiva caratterizzata da linguaggio spontaneo non fluente, difficoltà articolatorie e aprassia bucco-facciale. La lesione causa della sintomatologia si trova più probabilmente in sede:














La risposta corretta è la D.
Il paziente del caso clinico destrimane con afasia espressiva, caratterizzata da linguaggio spontaneo non fluente, difficoltà articolatorie e aprassia bucco-facciale, ha una clinica correlabile con una lesione a livello del lobo frontale di sinistra. In base alla fluenza dell’eloquio, le afasie si distinguono in:
- fluenti (afasia di Wernicke, afasia transcorticale sensoriale, afasia di conduzione, afasia anomica), nelle quali l’eloquio è mantenuto e i soggetti sembrano non rendersi conto del problema. Sono conseguenza di una lesione a livello dei lobi parietale e temporale dell’emisfero sinistro (nel paziente destrimano) (risposte B ed E errate);
- non fluenti (afasia globale, afasia di Broca, afasia transcorticale motoria, afasia transcorticale mista), nelle quali la fluidità dell’eloquio è compromessa con una scarsa produzione verbale. Sono conseguenza di una compromissione a livello del lobo frontale dell’emisfero sinistro (nel paziente destrimano) (risposta C errata).
Al contrario, il lobo occipitale è deputato alle funzioni visive, in quanto presenta l’area visiva primaria, secondaria e terziaria (risposta A errata).

3 di 5 Domande

Scenario YY3E: Un paziente di 43 anni presenta da circa una settimana sciatalgia intensa sul territorio di L5 a destra. Ha eseguito una RM lombosacrale che dimostra la presenza di un'ernia espulsa L4-L5 preforaminale destra. L'esame neurologico non mostra deficit sensitivo-motori. Quale terapia medica è consigliabile in prima battuta?














La risposta corretta è la B.
Per il paziente del caso clinico, con ernia espulsa L4-L5 preforaminale destra, con verosimile sciatalgia, un dolore lungo il territorio innervato dal nervo sciatico, in prima battuta la terapia consigliabile è rappresentata dall’assunzione di FANS e steroidi, che si possono usare per un periodo massimo di 6 settimane, che permettono un miglioramento sintomatologico rapido con ottimi risultati. Tale patologia solitamente deriva da compressione delle radici nervose in sede lombare. Le cause più frequenti comprendono erniazione del disco intervertebrale, osteofiti, fibrosi e stenosi spinale. Per la diagnosi possono essere utili la RM o la TC. Inoltre, l'elettromiografia e gli studi di conduzione nervosa contribuiscono a identificare e confermare il livello colpito. La terapia medica risulta efficace (risposta D errata). Inoltre, i farmaci che riducono il dolore neuropatico, come ad esempio gabapentin e pregabalin o basse dosi di antidepressivi triciclici, possono alleviare i sintomi, tuttavia, sono utilizzati in secondo step e trovano un razionale se sono presenti segni di sofferenza nervosa (risposta A errata). Invece, l'intervento chirurgico è indicato solo per la sindrome della cauda equina o per un'inequivocabile ernia del disco con una delle seguenti condizioni: deficit neurologico progressivo, debolezza muscolare e dolore intollerabile e intrattabile, che interferisce con le attività lavorative o personali in un paziente emotivamente stabile e che non diminuisce dopo 6 settimane di trattamento conservativo.

4 di 5 Domande

Che cos'e' la plasticita' neuronale?














La risposta corretta è la D.
​​​​​​​Con il termine “plasticità neuronale” si intende la proprietà del sistema nervoso centrale di modificare le proprie connessioni sinaptiche. Infatti, i neuroni sono in grado anche in età adulta di creare nuove connessioni sinaptiche o modificare le connessioni già esistenti, così da rendersi flessibili e adattabili in risposta agli input provenienti dal modo circostante o dall’interno del corpo.

5 di 5 Domande

Nel corso degli ultimi 3 mesi in un uomo di 80 anni si è verificato un rapido peggioramento della demenza, associato a segni extrapiramidali e a scosse miocloniche. La diagnosi più probabile è:














La risposta corretta è la D.
Per il paziente del caso clinico si può avanzare la diagnosi di morbo di Parkinson, la seconda più comune forma di patologia neurodegenerativa, dopo la malattia di Alzheimer. Dal punto di vista neuropatologico, alterazioni tipiche della malattia sono la degenerazione neuronale della pars compacta della substantia nigra e la presenza di depositi proteici nel citoplasma dei neuroni (corpi di Lewy). Fisiopatologicamente, la perdita progressiva delle proiezioni neuronali dopaminergiche della substantia nigra determina una riduzione del contenuto di dopamina; di conseguenza, tali alterazioni determinano un incremento dell’attività eccitatoria glutammatergica nel nucleo subtalamico, una eccessiva inibizione del talamo da parte dei gangli della base ed infine una riduzione dell’attività eccitatoria a livello delle regioni corticali. È clinicamente caratterizzata da tremore a riposo, bradicinesia, rigidità, e, nelle fasi più avanzate, instabilità posturale e blocchi motori (freezing del passo). Come sintomi meno frequenti possono essere presenti: demenza (che può svilupparsi in circa un terzo dei pazienti e generalmente nelle fasi avanzate), disturbi del sonno e sintomi neurologici non correlati al parkinsonismo, come l’anosmia, la dismotilità esofagea, intestinale ed esitazione e/o urgenza minzionale.
​​​​​​​Aggiornato al 24/03/21.

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