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1 di 5 Domande

Scenario FQ3S: Un uomo di 65 anni viene sottoposto a esofagogastroduodenoscopia. Biopsie multiple documentano un carcinoma gastrico di tipo diffuso. Quali cellule sono di tipico riscontro nel carcinoma gastrico di tipo diffuso?














La risposta corretta è la D.
Il carcinoma gastrico di tipo diffuso presenta tipicamente le cellule ad anello con castone, simili a un “anello con una gemma incastonata”, caratterizzate da un nucleo periferico e citoplasma PAS negativo e Alcian positivo. Due sono le varianti istologiche del carcinoma gastrico:
- il tipo intestinale, il più frequente, che colpisce in prevalenza il sesso maschile e si associa alla trasformazione dell’epitelio gastrico in epitelio intestinale (metaplasia intestinale). Ha aspetto simil-polipoide o determina diffusa infiltrazione della parete del viscere;
- il tipo diffuso, che ha una frequenza lievemente inferiore e colpisce con la stessa frequenza uomini e donne, con età media di 45 anni. Origina dalla normale mucosa gastrica (senza metaplasia) e penetra profondamente negli strati tissutali del viscere espandendosi lateralmente e dando luogo a ulcere. La principale caratteristica istologica di tale tumore è la presenza di cellule dette “ad anello con castone”.
Al contrario, le cellule di Hurtle si riscontrano nei tumori tiroidei a cellule di Hurtle (o oncocitomi o tumori ossifili) (risposta A errata). All’opposto, le cellule a fiamma possono essere riscontrate a volte nel mieloma multiplo (risposta B errata). Infine, le cellule intercalari scure a clava (o a bastoncino) si ritrovano tipicamente tra le cellule secernenti nella parte finale della fase progestinica (risposta C errata).


2 di 5 Domande

Scenario AP36P: Una donna di 21 anni riferisce episodi di lieve ittero iniziati nell'adolescenza. L'ultimo episodio si è verificato dopo l'inizio di assunzione di anticoncezionali orali. Per il resto è asintomatica. Viene posto il sospetto di sindrome di Dubin-Johnson. Quale di queste affermazioni è corretta per tale sindrome?














La risposta corretta è la E.
La sindrome di Dubin-Johnson, una malattia benigna genetica con ereditarietĂ  autosomica recessiva e prognosi ottima, determina una ridotta capacitĂ  di escrezione della bilirubina da parte degli epatociti attraverso il polo biliare, con conseguente accumulo di bilirubina diretta. Dal punto di vista istopatologico, si caratterizza per il deposito di pigmenti di color nero-marroncino nelle cellule epatiche parenchimali. È dovuta alla mutazione del gene ABCC2, che codifica per il trasportatore di membrana apicale ATP-dipendente, che media il flusso dei glucuronidi della bilirubina e altri anioni organici coniugati dagli epatociti verso la bile. I pazienti solitamente presentano ittero ricorrente lieve o moderato, senza prurito, spesso causato da stress, assunzione di alcool, gravidanza, contraccettivi orali o farmaci; a volte, dolori addominali e affaticamento durante le riacutizzazioni della malattia e raramente epatosplenomegalia. Nel siero i livelli di bilirubina totale sono elevati, di solito tra 2 e 5 mg/dl (molto raramente oltre 20 mg/dl). Non esiste un trattamento risolutivo per tale patologia, anche se è stato osservato che la somministrazione a breve termine di fenobarbital riduce in alcuni casi i livelli di bilirubina nel siero. Non evolve verso l'insufficienza epatica, la cirrosi o la fibrosi epatica.
Al contrario, tale patologia non mostra un pattern di ereditarietĂ  autosomico dominante, iperbilirubinemia prevalentemente indiretta ed aumento della fosfatasi alcalina (risposte A, B, C e D errate)

3 di 5 Domande

Uomo di 40 anni, obeso, presenta esofago di Barrett. Qual è il rischio principale dell'esofago di Barrett?














La risposta corretta è la B.
L'esofago di Barrett, una condizione in cui il normale epitelio squamoso pluristratificato dell’esofago distale viene sostituito da epitelio cilindrico (o colonnare) metaplastico, si sviluppa come conseguenza della malattia da reflusso gastroesofageo cronica (GERD) e predispone allo sviluppo dell’adenocarcinoma esofageo. L’endoscopista può descrivere la lesione di Barrett utilizzando la classificazione di Praga, che descrive la posizione della lesione, la sede rispetto al cardias, la sua estensione circonferenziale e l’altezza massima che raggiunge. A seconda dell’estensione delle lesioni, inoltre, si possono distinguere due tipi:
- il Long Barrett, in cui la metaplasia si estende per oltre 3 cm al di sopra dello sfintere esofageo inferiore;
- lo Short Barrett, in cui la metaplasia ha un’estensione < 3 cm.
La diagnosi tuttavia non può prescindere dall’esame istologico, in quanto la biopsia definisce sia la presenza di esofago di Barrett che la presenza di eventuale displasia o trasformazione tumorale. Invece, il sanguinamento improvviso e massivo può rappresentare una complicanza acuta delle varici esofagee (risposta A errata).

4 di 5 Domande

Scenario BA7G: Una paziente di 45 anni si rivolge al medico per sospetto diverticolo di Zenker. Di che cosa si tratta?














La risposta corretta è la D.
La paziente del caso clinico presenta un sospetto di diverticolo di Zenker, un diverticolo da pulsione faringo-esofageo, all’altezza della giunzione faringo-esofagea. Tale diverticolo è una estroflessione sacciforme posteriore di mucosa e sottomucosa, che attraversa il muscolo cricofaringeo, probabilmente causata da un'incoordinazione tra propulsione faringea e rilasciamento cricofaringeo. Invece, il diverticolo epifrenico è una tipologia di diverticolo esofageo da pulsione (risposta A errata).

5 di 5 Domande

Quale tra le seguenti patologie può complicarsi con la peritonite batterica spontanea?














La risposta corretta è la B.
La cirrosi epatica può complicarsi con la peritonite batterica spontanea (SBP), un'infezione del fluido ascitico senza un’evidente fonte infetta intra-addominale. Si verifica principalmente in pazienti con cirrosi avanzata e si manifesta solitamente con febbre, dolori addominali, alterazione dello stato mentale, diarrea, ileo-paralitico, ipotensione, ipotermia e anomalie di laboratorio, come leucocitosi, acidosi metabolica e azotemia elevata. La diagnosi è stabilita da una coltura batterica positiva del liquido ascitico, con un conteggio elevato di leucociti polimorfonucleati del fluido ascitico (PMN ≥ 250 cellule/mm3) e l'esclusione di cause secondarie di peritonite batterica. Un conteggio assoluto di PMN elevato è sufficiente ad effettuare una diagnosi presuntiva di peritonite batterica e iniziare la terapia empirica.

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