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1 di 5 Domande

Scenario II7L: Una paziente di 65 anni si presenta in pronto soccorso per dolore all'ipocondrio destro irradiato alla scapola destra. Alla palpazione si riscontra una evidente dolorabilità nello stesso ipocondrio. Ci si orienta per un quadro di colecistite acuta. All'ecografia si dimostra la presenza di un ispessimento delle pareti della colecisti che contiene numerosi calcoli. Si pone diagnosi di colecistite acuta. Quale fra le seguenti è la complicanza più frequente nell'evoluzione della colecistite acuta?














La risposta corretta è la A.
Senza trattamento, il 10% dei pazienti con colecistite sviluppa una perforazione localizzata, e l'1% una perforazione libera con peritonite. Altre complicanze frequenti sono l’empiema e la gangrena, che determinano tipicamente dolore addominale, febbre, brividi, rigidità con segno di Blumberg o ileo paralitico. Inoltre, con una frequenza minore è possibile riscontrare:
- la sindrome di Mirizzi, caratterizzata dalla presenza di un calcolo incuneato nel dotto cistico, che può determinare la stenosi del dotto biliare comune o del dotto epatico comune, con insorgenza di ittero;
- la pancreatite acuta biliare, caratterizzata dalla presenza di un calcolo biliare che determinare occlusione del dotto pancreatico;
- una fistola colecisto-enterica, caratterizzata dalla presenza di un calcolo di grosse dimensioni che erode la parete della colecisti e determina la creazione di una fistola con un'ansa del tenue; il calcolo può progredire liberamente o determinare un ileo biliare, in casi rari (risposta C errata).
Al contrario, l’epatite acuta, la fistola coledoco-epatica non rappresentano tipiche complicanze nell’evoluzione della colecistite acuta (risposte B e D errate).

2 di 5 Domande

Scenario KR5Z: Un uomo di 52 anni giunge in Pronto Soccorso per dolori addominali localizzati in ipocondrio destro, iperpiressia, nausea e vomito. I valori sono: globuli bianchi 16.000, bilirubinemia totale 5.0 mg/dl, bilirubinemia diretta 3.6 mg/dl. Nella fase diagnostica di preparazione a eventuali procedure operative, quale terapia medica deve essere instaurata?














La risposta corretta è la A.
L’ittero, per aumento della bilirubina diretta e indiretta nel sangue, le urine ipercromiche e le feci color argilla, la febbre e la leucocitosi, insieme al dolore addominale, localizzato soprattutto in ipocondrio destro, la nausea e il vomito pongono il sospetto di colestasi per il paziente del caso clinico. Nella fase diagnostica di preparazione ad eventuali procedure operative, prima di instaurare delle terapie mirate alla risoluzione o al trattamento della causa patologica sottostante, il paziente dovrebbe essere tenuto a digiuno, idratato per via endovenosa, e dovrebbero essere somministrati analgesici per il dolore ed antibiotici. La nutrizione enterale tramite sondino naso gastrico dovrebbe essere evitata nell’attesa dell’esecuzione degli esami diagnostici. L’ingestione di alimenti potrebbe peggiorare il dolore addominale e procrastinare l’esecuzione degli esami stessi (risposta B errata). Allo stesso modo, instaurare una dieta ipo-glucidica nell’attesa degli esami diagnostici non ha alcun razionale (risposta C errata).

3 di 5 Domande

Scenario CO6C: Una donna di 55 anni si presenta itterica, febbrile, lamentando dolori addominali tipo colica localizzati in ipocondrio destro ed epigastrio, irradiati al dorso; da ieri sono comparse feci chiare e poco formate. Il segno di Murphy è positivo. Qual è l'indagine radiologica di primo livello più indicata?














La risposta corretta è la B.
Il quadro clinico presentato dalla paziente del caso, con ittero, febbre, dolore addominale di tipo colico localizzato in ipocondrio destro ed a livello epigastrico e irradiato al dorso, feci chiare e poco formate, Murphy positivo, è compatibile in prima ipotesi con la colecistite acuta; di conseguenza, l’indagine radiologica di primo livello più indicata è l’ecografia addominale, che mostrerà la colecisti dilatata, con ispessimento parietale e la presenza di liquido peri-colecistico. In dettaglio, per quanto riguarda la colecistite acuta, la causa più frequente è la presenza di uno o più calcoli. Tale patologia determina spesso un dolore nel quadrante superiore destro dell'addome e irradiato a livello scapolare, associato a febbre, nausea, vomito, positività del segno di Murphy. La diagnosi di primo livello si basa sull’ecografia addominale. La TC, invece, non rappresenta un esame di primo livello, ma può rivelare complicanze come la perforazione della colecisti o della pancreatite (risposte A e C errate).
Infine, anche la colangiografia, un esame radiologico delle vie biliari (coledoco, dotto cistico, dotto epatico e colecisti, ovvero tutti i canali che vengono attraversati dalla bile), che viene effettuato mediante somministrazione di un liquido di contrasto radio-opaco e nella successiva radioscopia e radiografia delle parti anatomiche interessate, non rappresenta una metodica di primo livello nello studio della colecistite acuta (risposta D errata).

4 di 5 Domande

Scenario BU7D: Una paziente di 45 anni si rivolge al medico per sospetto diverticolo di Zenker. Quale tipo di esame è indicato per una conferma diagnostica?














La risposta corretta è la A.
La paziente del caso clinico presenta un sospetto di diverticolo di Zenker, un diverticolo da pulsione faringo-esofageo, all’altezza della giunzione faringo-esofagea. In particolare, è una estroflessione sacciforme posteriore di mucosa e sottomucosa, che attraversa il muscolo cricofaringeo, causata da un'incoordinazione tra propulsione faringea e rilasciamento cricofaringeo. La diagnosi di primo livello è rappresentata dalla radiografia dell’esofago con somministrazione di mezzo di contrasto per os, generalmente una sospensione baritata, che ha il compito di “verniciare” le pareti esofagee, preceduta dall’ingestione di polveri effervescenti, con il ruolo di distendere il lume dell’organo. Tale esame permette di evidenziare le anomalie morfologiche di tale organo. Al contrario, l’esecuzione della esofagogastroduodenoscopia viene sconsigliata per il rischio di perforazione del diverticolo durante l’esecuzione dell’esame (risposta C errata). Così, la TC addome non consente di evidenziare il diverticolo di Zenker poiché questo si forma a livello della giunzione faringo-esofagea; sarebbe, quindi da preferire una TC del distretto collo-torace (risposta B errata). Infine, il clisma opaco è un esame radiografico del colon, che non permette di individuare il diverticolo di Zenker (risposta D errata).


5 di 5 Domande

Scenario UF1O: Una donna di 67 anni lamenta da decenni pirosi retrosternale postprandiale, acuita dallo stress e dal decubito. Una esofagogastroduodenoscopia mostra che la donna ha un'ernia jatale. Nel caso l'endoscopista osservasse un Esofago di Barrett, come apparirebbe tale condizione al microscopio?














La risposta corretta è la C.
L'esofago di Barrett è una condizione in cui al microscopio si nota la sostituzione del normale epitelio squamoso pluristratificato dell’esofago distale con epitelio colonnare metaplastico specializzato in cui sono presenti goblet cells. Si sviluppa come conseguenza della malattia da reflusso gastroesofageo cronica (GERD) e predispone allo sviluppo dell’adenocarcinoma esofageo. L’endoscopista può descrivere la lesione di Barrett utilizzando la classificazione di Praga, che individua e distingue la posizione della lesione, la sede rispetto al cardias, la sua estensione circonferenziale e l’altezza massima che raggiunge. A seconda dell’estensione delle lesioni, inoltre, si possono distinguere due tipi:
- il Long Barrett, in cui la metaplasia si estende per oltre 3 cm al di sopra dello sfintere esofageo inferiore;
- lo Short Barrett, in cui la metaplasia ha un’estensione < 3 cm.
La diagnosi tuttavia non può prescindere dall’esame istologico, in quanto la biopsia definisce sia la presenza di esofago di Barrett che la presenza di eventuale displasia o trasformazione tumorale.

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