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1 di 5 Domande

L'ipotalamo contribuisce alla regolazione delle seguenti funzioni, TRANNE:














La risposta corretta è la D.
L’ipotalamo, una struttura del SNC che costituisce la parte anteriore del diencefalo, non regola la ritmo-genesi respiratoria: infatti, la ritmicità del respiro è regolata a livello dei centri del respiro, gruppi di neuroni situati a livello bulbare e pontino. Invece, l’ipotalamo controlla il ritmo sonno-veglia, la temperatura corporea, l’appetito, il bilancio idro-salino e, grazie all’interazione con l’ipofisi, la contrattilità uterina (attraverso l’ossitocina) o la sete (mediante la vasopressina) (risposte A, B, C ed E errate).

2 di 5 Domande

Una paziente di 8 anni, si presenta dal suo pediatra, perche' sua madre ha notato ''diversi cambiamenti fisici''. La bambina nega cefalea, vomito o disturbi della vista. Per quanto riguarda l’anamnesi patologica remota risulta significativa per due fratture ossee all’età di 6 e 7 anni. La storia familiare e' irrilevante. All’esame obiettivo si osservano una macchia caffe' latte dai contorni irregolari a livello della parte posteriore del collo e una molto vicina al gluteo destro. Inoltre, presenta anomalie facciali, un livido a livello del braccio destro e un innalzamento delle mammelle con presenza di bottone mammario ed allargamento delle areole. Infine, mostra peli pubici ispidi a livello delle labbra e della sinfisi pubica. L’esame della vista e' normale. Qual e' la diagnosi piu' probabile?

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La risposta corretta è la B.
La paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, presenta verosimilmente la sindrome di McCune-Albright, caratterizzata da tre segni clinici: pubertà precoce (PP), pigmentazione (macchie caffè-latte) e displasia fibrosa poliostotica. Dal punto di vista epidemiologico è una sindrome rara con una prevalenza stimata tra 1/100.000 e 1/1.000.000; è responsabile del 5% dei casi di pubertà precoce femminile. Dal punto di vista eziologico è causata dalla mutazione del gene GNAS, cioè della proteina che regola l’AMP ciclico, Gs-alfa. Dal punto di vista clinico, la displasia fibrosa delle ossa (DF) può interessare sedi scheletriche uniche o multiple, determinando una andatura zoppicante con o senza dolore; a volte, è possibile riscontrare fratture patologiche. Possono essere presenti anche difetti cranio-facciali associati (disturbo progressivo della visione, alterazioni importanti del viso). La scoliosi è comune e può essere progressiva. Inoltre, può determinare spotting vaginale, sviluppo precoce delle mammelle nelle ragazze, ingrossamento dei testicoli nei ragazzi. Tale patologia può essere associata anche ad altre endocrinopatie da iperfunzione (ipertiroidismo, adenomi ipofisari PRL o GH secernenti). Infine, le macchie 'caffè-latte' insorgono di solito nel periodo neonatale. In base ai reperti clinico-anamnestici e all’immagine, la paziente non presenta sindrome di Peutz-Jeghers, sindrome di Cushing, tumore del surrene e/o sindrome di Sturge-Weber (risposte A, C, D ed E errate).

3 di 5 Domande

Paziente di 40 anni, fumatore da circa 25 anni e consumatore abituale di alcool di circa 20 UBE (unità di misura di bevanda standard/giorno) negli ultimi mesi, HCV positivo da 8 anni non in trattamento, si reca presso il PS riferendo intenso dolore addominale da diversi giorni in evoluzione negli ultimi 2 mesi: il dolore addominale inizialmente era localizzato solo in sede epigastrica, mentre ora è molto più diffuso ai restanti quadranti addominali. All’esame obiettivo il paziente presenta edemi agli arti inferiori e addome disteso con segni di ascite. Dagli esami di laboratorio emergono i seguenti parametri: creatinina 0,69 mg/dL (0,4-1,2), glucosio 83 mg/dL (75-115), AST 23 UI/L (0-35), ALT 18UI/L (0-35), albumina 20 g/L (35-52), bilirubina 0,7 mg/dL (03-1.2), emoglobina 10,8 g/dL, piastrine 289.000/mm3, leucociti 8.100/mm3, tempo di protrombina 1,12 (0,8-1,2). Viene eseguita una TC addominale ed una paracentesi con estrazione di liquido giallastro chiaro con i seguenti dati analitici: glucosio 68 mg/dL, albumina 17 g/L, bilirubina 0,4 mg/dL, amilasi 3200 U/L e 200 cellule/mm3 (70% neutrofili). Con i dati disponibili, quale dei seguenti è la diagnosi più probabile in questo caso?

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La risposta corretta è la A.

Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla TC, la diagnosi più probabile è rappresentata dalla pseudocisti pancreatica con ascite: infatti, la TC dell’addome mostra una formazione dall’aspetto cistico nell’area centrale addominale (in regione pancreatica), compatibile con pseudocisti pancreatica, che causa sintomi di compressione (ostruzione intestinale, edema degli arti inferiori), in un paziente con un quadro clinico compatibile con probabile pancreatite acuta non diagnosticata alcune settimane prima, con alcuni dati laboratoristici nella norma ed un fluido ascitico ricco di amilasi. Al contrario, il paziente non presenta una clinica compatibile con una patologia tumorale (risposta B errata) e/o con peritonite o perforazione intestinale (risposta C errata). Infine, gli esami di funzionalità epatica sono nella norma (risposta D errata).


4 di 5 Domande

Quale, tra queste, e' la piu' tipica complicanza acuta del diabete mellito di tipo 1?














La risposta corretta e' la C
La chetoacidosi diabetica rappresenta una complicanza metabolica acuta caratteristica del diabete mellito di tipo 1, seppure raramente osservabile anche nel diabete mellito di tipo 2. Essa viene definita dalla presenza di iperglicemia (>250 mg/dl), acidosi metabolica (pH < 7,3; HCO3- < 15 mmol/l) e iperchetonemia (> 5 mmol/l) o rilievo di chetonuria su campione di urina analizzato mediante striscia reattiva.
I sintomi sono rappresentati da polidipsia, anoressia, astenia, crampi muscolari, nausea, vomito e addominalgia; i segni clinici sono poliuria, calo ponderale, tachicardia, ipotensione, respiro profondo e frequente, alito acetonico, ipotermia, cute secca e calda, grave disidratazione, ipotonia muscolare, iporeflessia, alterazione dello stato di coscienza fino al coma, addome trattabile o addome acuto o ileo paralitico.

5 di 5 Domande

In merito alla disfunzione erettile indicare quale delle seguenti affermazioni è sbagliata:














La risposta corretta è la B.
In merito alla disfunzione erettile, nella somministrazione della terapia sostitutiva androgenica andrebbero preferiti i gel e i cerotti transdermici rispetto i composti androgeni orali perché hanno una minore epatotossicità. In particolare, per gli uomini con disfunzione, la terapia ha lo scopo di migliorare la libido, acquisire e sostenere le erezioni del pene. Il trattamento ottimale varia a seconda dei fattori che hanno ridotto la libido o causato disfunzione erettile o eiaculatoria. La terapia androgenica è in grado di migliorare la disfunzione erettile solo nell’ipogonadismo (risposta E errata) e deve essere interrotta nei pazienti che non rispondono entro tre mesi alla terapia (risposta D errata). Infine, la valutazione periodica dei pazienti in terapia androgenica dovrebbe includere il dosaggio del PSA e una esplorazione rettale (risposta C errata).

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