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1 di 4 Domande

Scenario BG27T: In un uomo di 82 anni, affetto da iperparatiroidismo, subito dopo un intervento di paratiroidectomia, compare una tumefazione del polso destro, accompagnata da importante dolore e impotenza funzionale. Una radiografia del polso evidenza una radio-opacità lineare in corrispondenza del legamento triangolare del carpo. Alla luce del quadro clinico e del dato radiologico, qual è la più verosimile causa di tale manifestazione?














La risposta corretta è la C.
Per il paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla radiografia del polso, la diagnosi più verosimile è rappresentata dall’artrite da deposito di pirofosfato di calcio (o pseudogotta), che si caratterizza per la presenza di condro-calcinosi, cioè la calcificazione della cartilagine ialina e fibrosa. L'artrite acuta, subacuta o cronica può insorgere, di solito a livello del ginocchio o in un'altra articolazione periferica maggiore. Gli attacchi acuti sono talora simili alla gotta, ma in genere meno intensi. Tra un attacco e il successivo, non ci sono sintomi di artrite da pirofosfato di calcio o persiste una sintomatologia di bassa entità in varie articolazioni, analogamente a quanto avviene nell'artrite reumatoide o nell'artrosi. La diagnosi si basa sulla valutazione della storia clinica del paziente, sull’analisi del liquido sinoviale e l’identificazione microscopica dei cristalli di pirofosfato calcico diidrato: nella forma acuta è presente un numero elevato di globuli bianchi ed utilizzando la microscopia a luce polarizzata è possibile identificare i cristalli intracellulari ed extracellulari solitamente di forma romboidale e birifrangenza positiva alla luce polarizzata.
Inoltre, la valutazione radiografica spesso può evidenziare la condro-calcinosi delle ginocchia, delle articolazioni radiali e ulnari (evidenziate come opacità lineari in corrispondenza del legamento triangolare del carpo, come nel caso clinico), della sinfisi pubica o delle articolazioni sterno-claveari. La terapia consigliata degli attacchi di pseudogotta utilizza steroidi intra-articolari o glucocorticoidi orali, FANS o colchicina.


2 di 4 Domande

In un paziente obeso diabetico di tipo 2, senza insufficienza renale, quale farmaco è di prima scelta in associazione ad un corretto regime alimentare?














La risposta corretta è la C.
In un paziente obeso con diabete di tipo 2, senza insufficienza renale, il farmaco di prima scelta è rappresentato dalla metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale economico, facente parte della famiglia delle biguanidi, utilizzato nella terapia iniziale del diabete mellito di tipo 2. L’efficacia di tale farmaco è potenziata dall’esercizio fisico e da una alimentazione sana ed equilibrata. Tale farmaco determina una lieve riduzione ponderale, riduce i trigliceridi e gli acidi grassi circolanti, non causa ipoglicemia, e determina una riduzione del rischio cardiovascolare. La creatininemia deve essere attentamente valutata, essendo questo farmaco escreto dal rene: infatti, deve essere sospeso per valori di filtrato glomerulare < 30 ml/min/1,73m2 o in pazienti a rischio di insufficienza renale acuta. All’opposto, secondo le linee guida, il pioglitazone, la glicazide, la liraglutide e l’insulina non rappresentano un trattamento di prima linea, per tale paziente (risposte A, B, D ed E errate). Fonte: Standard Italiani per la cura del diabete mellito. Fonte: Standard Italiani per la cura del diabete mellito.

3 di 4 Domande

Un uomo di 72 anni sviluppa un diabete mellito di tipo 2. Dopo un iniziale approccio basato su modifica della dieta e dello stile di vita, si decide di avviare una terapia farmacologica. Il paziente non ha altre comorbidità significative. Quale dei seguenti farmaci è considerato di prima scelta?














La risposta corretta è la E.
Il paziente del caso clinico con diabete mellito di tipo II, senza altre comorbidità significative, dopo un approccio di tipo comportamentale, deve essere trattato con la metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale economico, facente parte della famiglia delle biguanidi, utilizzato nella terapia iniziale del diabete mellito di tipo II. L’efficacia di tale farmaco è potenziata dall’esercizio fisico e da una alimentazione sana ed equilibrata. Tale farmaco determina una lieve riduzione ponderale, riduce i trigliceridi e gli acidi grassi circolanti, non causa ipoglicemia, e determina una riduzione del rischio cardiovascolare. La creatininemia deve essere attentamente valutata, essendo questo farmaco escreto dal rene: infatti, deve essere sospeso per valori di filtrato glomerulare < 30 ml/min/1,73m2 o in pazienti a rischio di insufficienza renale acuta. All’opposto, per tale paziente l’acarbosio, l’insulina, la gliclazide, la liraglutide, in base alle linee guida AMD, rappresentano dei trattamenti di seconda linea (risposta A, B, C e D errate).
​​​​​​​Fonte: https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2009/06/AMD-Standard-unico1.pdf



4 di 4 Domande

Scenario AA21: Un uomo di mezza età viene portato dal figlio presso il pronto soccorso dell’ospedale. È preoccupato per le condizioni del piede del padre, che sembra quasi ustionato. Da circa 12 anni, l’uomo soffre di diabete mellito di tipo 2, ma il figlio riferisce al medico di guardia che non ha mai seguito correttamente le terapie e che spesso non si presenta alle visite di controllo. Il padre, invece, ritiene che la lesione al piede sia da attribuire alla sua cattiva abitudine di poggiare i piedi sul termosifone acceso, quando si mette a letto. All’esame obiettivo si può osservare, nell’area interessata dalla lesione, la presenza di un essudato sieroso di color marrone. Domanda 2: Quale dei seguenti non è un consiglio utile per prevenire le complicanze del piede diabetico nei pazienti con diabete di tipo 2?

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La risposta corretta è la D.

Nella prevenzione delle complicanze del piede diabetico sono utili alcuni accorgimenti:

-indossare calzature robuste e comode, come le scarpe in pelle con un buon supporto per il tallone; quindi, usare scarpe leggere come quelle da tennis non rappresenta un consiglio utile;

-mantenere un controllo glicemico ottimale, che rappresenta il primo passo ed il più importante per rallentare la progressione della neuropatia e/o prevenirla;

-cessazione dell’abitudine tabagica (risposta A errata);

-controllo quotidiano dello stato di salute dei piedi (risposta B errata);

-lavaggio quotidiano per minimizzare il rischio di infezioni (risposta C errata);

-mobilitazione quotidiana per sollecitare il più possibile la vascolarizzazione (risposta E errata).


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