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1 di 5 Domande

Scenario ME16L: Un uomo di 69 anni giunge all'attenzione dell'ematologo per il riscontro all'elettroforesi sieroproteica di una banda omogenea in zona Beta2. L'immunofissazione sierica conferma la presenza di una componente monoclonale. Quale tra le seguenti patologie può essere sicuramente esclusa, alla luce di tali reperti?














La risposta corretta è la D.
L’immunodeficienza comune variabile, ad insorgenza in età adulta, si caratterizza per ridotti livelli di immunoglobuline: i linfociti B sono fenotipicamente normali e possono proliferare ma non si trasformano in cellule secernenti Ig: si tratta, quindi, di un’immunodeficienza primaria che coinvolge l’immunità umorale. A causa di ciò i pazienti possono presentare ricorrenti infezioni o possono sviluppare diverse patologie autoimmuni, come ad esempio trombocitopenia autoimmune, anemia emolitica autoimmune, lupus eritematoso sistemico, malattia di Addison, tiroidite etc.
Il sospetto diagnostico, avanzato sulla base delle ricorrenti infezioni, è indagato mediante la misurazione delle immunoglobuline e di titoli anticorpali sierici, la citometria a flusso per lo studio delle sottopopolazioni cellulari T e B e l’elettroforesi delle proteine seriche. Questi esami mostrano una forte riduzione dei livelli di IgG associata ad un’alterazione dei linfociti T (es potrebbe esserci un’inversione CD4/CD8), e all’assenza di una componente monoclonale.
 
La risposta A non è corretta.
La macroglobulinemia di Waldenstrom è una rara malattia la cui eziologia è sconosciuta, caratterizzata dalla proliferazione di cellule B alterate che producono grandi quantità di proteine IgM monoclonali.
Viene diagnosticata quando è presente sia la proliferazione linfocitaria di cellule B, sia l’iperproduzione di una componente monoclonale IgM infine, al contrario di quanto accade nel mieloma multiplo, non vi è proliferazione plasmacellulare, né distruzione ossea.
La risposta B non è corretta.
L’amiloidosi primitiva si caratterizza per la deposizione extracellulare di fibrille non solubili composte da proteine disaggregate che si possono accumulare localmente o in modo diffuso, coinvolgendo vari organi fino a causarne una grave insufficienza. Anch’essa si associa ad una componente monoclonale.
La risposta C non è corretta.
Il plasmocitoma è un tumore maligno delle plasmacellule che si definisce ‘’solitario dell’osso’’ quando cresce all’interno dello scheletro. Nell’iter diagnostico si annovera la biopsia del midollo e l’elettroforesi delle proteine plasmatiche che può evidenziare un picco monoclonale delle immunoglobuline.
La risposta E non è corretta.
La gammopatia monoclonale di incerto significato non è una vera e propria forma di tumore maligno del sistema immunitario anche se può rappresentarne il preludio; si caratterizza per l'accumulo di una proteina anomala nel midollo osseo e nel sangue: paraproteina, proteina monoclonale o M proteina.

2 di 5 Domande

Scenario ME16L: Un uomo di 69 anni giunge all'attenzione dell'ematologo per il riscontro all'elettroforesi sieroproteica di una banda omogenea in zona Beta2. L'immunofissazione sierica conferma la presenza di una componente monoclonale Quale tra le seguenti situazioni rientra nella definizione di mieloma multiplo asintomatico?














La risposta corretta è la A.
Per mieloma multiplo si intende una proliferazione neoplastica di plasmacellule che infiltrano il midollo osseo e producono una proteina monoclonale (componente M o paraproteina). L’aumento delle plasmacellule e l’infiltrazione del midollo sono gli elementi alla base del quadro sintomatologico dei pazienti, sintomi che si possono raggruppare con l’acronimo CRAB: ipercalcemia, insufficienza renale da iperviscosità del sangue, anemia normocromica-normocitica e lesioni ossee; a questi, come conseguenza dell’alterazione dell’immunità umorale, si unisce la maggior probabilità di sviluppare infezioni batteriche, causa principale della morte di questi pazienti. La diagnosi viene posta sulla base della clinica e soprattutto su esami di laboratorio e soprattutto sulla biopsia del midollo osseo: gli esami ematochimici mostrano anemia normocitica, componente monoclonale nel sangue, componente monoclonale nelle urine delle 24h, ipercalcemia e aumento della β2-microglobulina sierica; l’esame del midollo osseo, esame imprescindibile per giungere alla diagnosi, mostra l’infiltrazione di plasmacellule nel midollo. Più precisamente i criteri diagnostici del mieloma multiplo sono: sintomi CRAB; picco monoclonale del siero sommato a quello delle urine >3g/dl; infiltrazione di plasmacellule nel midollo >10%. Detto ciò, possiamo definire che si parla di mieloma asintomatico quando il midollo ha un’infiltrazione di plasmacellule >10% ma <60% e/o il picco monoclonale di siero e urine è > 3g/dl ma non sono presenti sintomi CRAB.
Al contrario, la biopsia osteomidollare mostra un’infiltrazione rispettivamente di 8% e 5%, un valore al di sotto del limite minimo necessario perché si possa parlare di mieloma (risposte C e D errate). Inoltre, seppur non siano presenti sintomi CRAB, l’infiltrazione di plasmacellule del 65% è troppo elevata e non rientra nel range necessario per la diagnosi di mieloma asintomatico (risposta B errata). Infine, la presenza di sintomi CRAB esclude la diagnosi di mieloma asintomatico (risposta E errata).
 


3 di 5 Domande

Quale tra le seguenti forme di anemia è caratterizzata da un volume corpuscolare medio eritrocitario (MCV) elevato?














La risposta corretta è la C.
Si definisce anemia megaloblastica un’anemia caratterizzata da eritroblasti anomali che sono detti megaloblasti in quanto caratterizzati da un volume corpuscolare medio (MCV) >100 ft. È determinata da un difetto nella sintesi di DNA conseguente a carenza di vitamina B12 e/o folati.
La sintesi di DNA richiede che ci sia a disposizione una sufficiente quantità di acido tetraidrofolato: esso, tuttavia, è presente in forma di N5-metil-tetraidrofolato il quale per trasformarsi in acido tetraidrofolato cede un gruppo metilico alla vitamina B12; in presenza di una ridotta quantità di vitamina B12 questa cessione del gruppo metile non sarà possibile, con conseguente difficoltà nella sintesi del DNA.
La vitamina B 12 si trova negli alimenti di origine animale, è resistente alla cottura, e si lega al fattore intrinseco, prodotto dalle cellule parietali del corpo e del fondo gastrico, che ne permette l’assorbimento a livello dell’ileo. Inoltre essa è implicata anche nel favorire l’ingresso dell’acido folico nelle cellule.
L’acido folico non si trova nei tessuti in questa forma ma è il capostipite di una serie di composti, tra cui il 5-metil-tetraidrofolato nel fegato, ottenuti da reazioni di riduzione.
Una carenza di vitamina B12 o di folati può determinarsi per insufficiente introduzione , per ridotto apporto con la dieta, aumentato fabbisogno per aumento della richiesta, malassorbimento o inadeguata utilizzazione.
Nel caso della vitamina B 12 la causa più frequente di carenza è il malassorbimento dovuto ad alterazioni nella secrezione del fattore intrinseco (nell’anemia perniciosa, o nella gastrectomia), a malattie croniche intestinali (ad esempio morbo celiaco) o ad alterazioni anatomiche dell’intestino (come nel caso di ileiti o resezioni ileari).
Nel caso dell’acido folico, invece, è frequente che vi siano situazioni di ridotto apporto, come può accadere negli anziani,  così com’è frequente una condizione di malassorbimento dovuta a malattie croniche dell’intestino tenue, utilizzo di alcuni farmaci come gli anticonvulsivi o carenza di vitamina B12 . Nelle condizioni in cui vi è un aumento della sintesi del DNA, inoltre, potrebbe verificarsi una carenza di acido folico come nel caso di stati fisiologici, come la gravidanza, o patologici, come nelle neoplasie.
Dal punto di vista clinico le anemie megaloblastiche si presentano con sintomi aspecifici, comuni ad altre forme di anemia tra cui astenia ingravescente, sonnolenza, aumentata sensibilità al freddo accompagnati, in casi do deficit della vitamina B12, a parestesie a livello di mani e piedi, difficoltà nella deambulazione e raramente paresi spastica e neurite retrobulbare.
La diagnosi si avvale di un’adeguata anamnesi, clinica ed esame obiettivo ma soprattutto di esami strumentali tra cui l’esame emocromocitometrico che mette in evidenza una riduzione del contenuto di emoglobina, del numero dei globuli rossi, del valore dell’ematocrito ed un aumento del volume corpuscolare medio. Non si ha ipercromia, la concentrazione di emoglobina per ogni emazia è normale. Patognomonico è il risultato dello striscio di sangue periferico, che mostra la presenza di macrociti, anche se la diagnosi di certezza si ottiene solamente con la biopsia del midollo.
 
La risposta A non è corretta.
L’anemia presente nei pazienti con IRC è un’anemia iporigenerativa conseguente alla ridotta attività nella secrezione dell’eritropoietina a livello renale. L’anemia è normocitica, con eritrociti dismorfici detti echinociti, caratterizzati da irregolarità citoplasmatiche e riduzione dei reticolociti.
La risposta B non è corretta.
Le talassemie sono un gruppo di anemie ereditarie caratterizzate da una ridotta o abolita produzione di una o più catene peptidiche che costituiscono la porzione globinica dell’emoglobina.
Le beta-talassemie derivano da difetti nella produzione delle catene beta; i quadri clinici associati a questa condizione possono essere due, cioè:
Assenza completa delle catene beta;
Ridotta sintesi di catene beta.
Si parla di trait-talassemico nelle forme di talassemia beta minor, nella quale i soggetti sono portatori silenti, cioè eterozigoti, per la beta talassemia. In questi soggetti manca ogni manifestazione di malattia e l’esame emocormocitometrico mostra una poliglobulia associata ad anemia ipocromica e microcitica. Il riconoscimento di questi soggetti è importante al fine di un’adeguata profilassi della talassemia major ( malattia di Cooley).
La risposta D non è corretta.
L’anemia associata ad infiammazione cronica è una condizione clinica di frequente riscontro in pazienti portatori di neoplasie, infezioni croniche e malattie infiammatorie croniche. Si tratta di un’anemia ipoproliferativa normocromica e normocitica o microcitica, con riduzione dell’emoglobina e reticolociti normali o ridotti di poco. È caratteristico l’assetto marziale in cui vi è riduzione della sideremia, della transferrinemia e aumento della ferritinemia.
La risposta E non è corretta. 
L’anemia sideropenica è una forma di anemia che si sviluppa quando la disponibilità di ferro nell’organismo è insufficiente per un’adeguata sintesi di emoglobina. Si tratta di un’anemia microcitica, ipocromica con riduzione dell’emoglobina, dell’ematocrito e del numero totale dei globuli rossi. L’eritropoiesi è anomala per cui nello striscio di sangue è possibile trovare delle alterazioni morfologiche delle emazie note come anisocitosi, cioè emazie di grandezza differente, e poichilocitosi, GR di forme bizzarre. Un parametro patognomonico è la sideremia, che raggiunge valori molto bassi insieme alla ferritinemia, mentre il valore della transferrina è aumentato.
 

4 di 5 Domande

Scenario OI22W: Una donna di 49 anni esegue un emocromo per il persistere di marcata astenia da diversi giorni. L'emocromo mostra una severa piastrinopenia associata a leucopenia e anemia. Quale tra le seguenti ipotesi NON rientra nella diagnosi differenziale delle pancitopenie?














La risposta corretta è la B.
La leucemia linfatica cronica è una frequente leucemia nell’adulto che si caratterizza per l’accumulo di linfociti B CD5+ nel sangue periferico, nel midollo osseo e negli organi linfoidi secondari. L’età media della diagnosi è di 65 anni con un rapporto M:F di circa 1,5-2:1. Sembra essere collegata ad una sottostante predisposizione genetica, anche se la sua eziopatogenesi non è del tutto nota. Le cellule presentano molto spesso delle alterazioni cromosomiche anche se nessuna di esse è patognomonica.
Le principali manifestazioni cliniche derivano dall’accumulo nel sangue periferico, nel midollo, nella milza, nel fegato e potenzialmente in tutti i distretti dell’organismo, di linfociti B CD5+. L’invasione del sangue periferico causa linfocitosi, mentre l’infiltrazione a livello midollare può essere responsabile, soprattutto nelle fasi avanzate, di pancitopenia da mielosostituzione. Tuttavia, alla diagnosi iniziale raramente si osserva sostituzione midollare: più spesso predominano quadri di crescita nodulare od interstiziale. Clinicamente i pazienti possono presentare sintomi sistemici quali astenia, sudorazione notturna, calo ponderale e soprattutto epato e spelnomegalia.
Fin dalle fasi più precoci i pazienti possono osservare infezioni recidivanti, più spesso batteriche, virali e funginee che colpiscono maggiormente la cute, le vie respiratorie e le vie urinarie.
L’emocromo mostra in genere leucocitosi e allo striscio periferico di sangue vi è una prevalenza di linfociti piccoli, caratterizzati da una membrana cellulare fragile che và incontro a rottura frequentemente creando le cosiddette ‘’ombre di Gumprecht nucleari”, patognomoniche della malattia.
 
La risposta A non è corretta.
L'anemia aplastica è una forma potenzialmente letale di insufficienza del midollo osseo che, se non trattata, è associata a mortalità.
Si tratta di un’anemia caratterizzata da pancitopenia in associazione ad ipoplasia o aplasia del midollo osseo, dovuta da un difetto primitivo o secondario dei progenitori ematopoietici. I sintomi sono secondari alla pancitopenia e dipendono, quindi, da anemia, piastrinopenia, granulocitopenia e diminuzione dei monociti; questo si traduce in manifestazioni emorragiche(rappresentate da porpora, ecchimosi, epistassi, gengivorragie fino a sanguinamenti più importanti come melena), maggiore predisposizione alle infezioni, soprattutto da parte di saprofiti, e sintomi costituzionali propri di ogni anemia quali astenia, sonnolenza o aumentata sensibilità al freddo.
La risposta C non è corretta.
Le sindromi mielodisplastiche sono un gruppo eterogeneo di malattie neoplastiche che derivano da alterazioni clonali acquisite dalla cellula staminale midollare ematopoietica; si caratterizzano per emopoiesi inefficace con presenza di una o più citopenie nel sangue periferico, atipie morfologiche e funzionali di una o più linee cellulari mieloidi e rischio variabile di trasformazione in leucemia acuta.
La risposta D non è corretta.
L’emoglobinuria parossistica notturna (PNH) è una rara malattia acquisita dalle cellule staminali ematopoietiche; è una malattia rara che colpisce principalmente adulti, sebbene siano stati segnalati anche casi infantili. Colpisce maschi e femmine in ugual misura nonostante sia causata dalla mutazione di un gene sul cromosoma X; questo perché la malattia risulta da una mutazione acquisita in una cellula somatica piuttosto che in una della linea germinale.
Si caratterizza per un difetto acquisito della membrana eritrocitaria che rende la popolazione di globuli rossi, ma anche di piastrine e granulociti,  estremamente sensibili all’azione litica del complemento. Clinicamente si manifesta con attacchi di emolisi intravascolare ed emoglobinuria, talora notturni, che possono associarsi a pancitopenia, sideropenia e ricorrenti episodi trombotici.
La risposta E non è corretta.
La leucemia a cellule capellute è una neoplasia in cui sono presenti linfociti B maturi e che coinvolge il sangue periferico, il midollo osseo e la milza. Le cellule neoplastiche presentano delle sottili propaggini citoplasmatiche disposte intorno alla cellula, conferendole un tipico aspetto “capelluto”. Clinicamente si caratterizza per la presenza di una dolorosa splenomegalia associata ad epatomegalia e ad infezioni ricorrenti soprattutto da parte di patogeni opportunisti. L’emocromo evidenzia quadri di neutropenia, anemia e più spesso pancitopenia. La diagnosi definitiva si avvale anche dello striscio periferico di sangue ma soprattutto della biopsia osteomidollare: con il primo si evidenzia una bassa quota di cellule neoplastiche circolanti, mentre con la seconda è tipico un quadro di fibrosi midollare che determina la cosiddetta “punctio sicca”.

5 di 5 Domande

Scenario VC2U: In un paziente anemico allo striscio periferico viene riscontrata la presenza di eritrociti più grandi della norma e di neutrofili ipersegmentati, con cinque o più lobuli. In assenza di altri dati (conta dei reticolociti, MCV, etc), qual e' la piu' probabile causa alla base dell'anemia del paziente?














La risposta corretta è la B.
Allo striscio di sangue periferico la presenza di macrocitosi, spesso accompagnata da lieve ovalocitosi delle emazie con la presenza dei cosiddetti corpi di Jolly, cioè dei corpi sferici di colore viola scuro, frutto di residui di materiale nucleare, e la presenza di neutrofili di volume aumentato e ipersegmentati, sono caratteristici dell’anemia perniciosa, una patologia dovuta alla carenza di vitamina B12. L’anemia perniciosa, o malattia di Addison-Bierme, è causata da una mancata secrezione di fattore intrinseco da parte delle cellule parietali della mucosa gastrica; il FI lega la vitamina B12 introdotta dalla dieta la quale verrà poi assorbita a livello ileale. L’inattività secretoria gastrica di fattore intrinseco è riconducibile ad una condizione di atrofia di questa mucosa provocata dall’azione lesiva di autoanticorpi di tipo IgG che hanno come bersaglio, appunto, queste cellule. Nei pazienti adulti, in particolar modo, gli anticorpi anti-mucosa gastrica sono nella maggior parte dei casi associati ad anticorpi anti-FI. Si configura quindi come una patologia autoimmune. La malattia conclamata si manifesta con quadri severi di anemia (con astenia, dispnea da sforzo, cardiopalmo…) associati a turbe della sfera digestiva e turbe neurologiche. All’esame obbiettivo il paziente può presentarsi pallido e subitterico; frequente è la glossite subatrofca di Hunter. I segni neurologici quali perestesie, turbe della sensibilità e atassia, pellestesia, iper o iporeflessia, positività al Babinski e disturbi della coordinazione, sono dovuti all’atrofia dei cordoni posterolaterali del midollo spinale. Possono presentarsi anche deficit mnesici e disturbi dell’umore.
La risposta A non è corretta.
Nell’anemia da carenza di ferro gli eritroiciti appaiono allo striscio periferico ipocromici e microcitici. I neutrofili non appaiono ipersegmentati.
La risposta C non è corretta.
Nell’anemia emolitica autoimmune nello striscio di sangue periferico si potrà osservare sferocitosi, un aumento della conta reticolocitaria e policromatofilia.
La risposta D non è corretta.
L’emolisi microangiopatica è una condizione patologica in cui alterazioni microvascolari determinano la distruzione dei globuli rossi, causando appunto anemia. I globuli rossi danneggiati assumeranno la forma di schistociti, osservabili allo striscio di sangue periferico.
La risposta E non è corretta.
Nell’emolisi microangiopatica e nell’anemia da carenza di ferro non si osserva la presenza di macrocitosi o di neutrofili ipersegmentati.

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