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1 di 5 Domande

Una donna di 60 anni si reca dal medico curante, lamentando gonfiore a livello della gola e difficoltà nella deglutizione. In seguito alla visita effettuata viene richiesto alla paziente di sottoporsi ad una TC del collo-torace (mostrata in foto). Quale tra le seguenti è la diagnosi corretta?

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La risposta corretta è la D.
Per la paziente del caso clinico, in base ai reperti clinico-anamnestici e alla TC, la diagnosi più probabile è rappresentata dal gozzo tiroideo: infatti, la TC mostra una massa disomogenea con una calcificazione contestuale, che si approfonda nel mediastino posteriore e determina dislocazione della trachea a sinistra, con minima compressione ab extrinseco della vena cava superiore. Al contrario, le tasche faringee o branchiali, che si sviluppano durante lo sviluppo dell’embrione, danno origine a diverse strutture: la tuba di Eustachio, la tonsilla palatina, la componente di origine endodermica del timo, la porzione inferiore delle paratiroidi e le cellule para-follicolari della tiroide. Nell’uomo adulto, i residui di queste strutture, possono dare origine a cisti o fistole laterali del collo: tuttavia, tale TC non evidenza tali anomalie (risposta A errata). Invece, il laringocele, una estroflessione della mucosa del ventricolo laringeo, se interno solitamente disloca e rigonfia le corde vocali false, provocando raucedine e ostruzione delle vie aeree; se esterno, invece, solitamente si estende attraverso la membrana tiroioidea, determinando la comparsa di una massa a livello del collo. Alla TC appaiono solitamente come piccole masse ovoidali, a superficie liscia e a bassa densità, che contengono aria se non sono infette (risposta B errata).  Così, l’aneurisma della carotide comune, una malformazione vascolare dovuta alla dilatazione della parete arteriosa, è una lesione acquisita causata solitamente da un processo degenerativo del tessuto connettivo della parete del vaso ed è maggiormente visibile alla angio-TC (risposta C errata). Infine, la linfoadenopatia determina l’ingrandimento volumetrico dei linfonodi, che alla TC solitamente appaiono come piccole strutture di forma ovalare di aspetto ipo-denso, non apprezzabili in tale TC (risposta E errata).

2 di 5 Domande

Scenario MM53M: Una paziente di 67 anni si presenta in Pronto Soccorso con dispnea severa. Gli esami del sangue rivelano un aumento dei valori di D-dimero. Viene richiesto un radiogramma del torace, che è rappresentato nella figura. Oltre a un modesto quadro toracico di tipo senile, cosa si evidenzia?

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La risposta corretta è la A.
La RX del torace del paziente del caso clinico mostra un quadro di enfisema senile, associato a cardiomegalia ed ectasia ilare. Inoltre, non sono presenti addensamenti parenchimali, versamento pleurico, massa ilare sinistra e pneumotorace sinistro (risposte B, C, D ed E errate).

3 di 5 Domande

Scenario MM53M: Una paziente di 67 anni si presenta in Pronto Soccorso con dispnea severa. Gli esami del sangue rivelano un aumento dei valori di D-dimero. Il medico di Pronto Soccorso decide di approfondire il caso; richiede pertanto un angio-TC del torace. Domanda 4: Quale esame del sangue è necessario ottenere prima dell'esecuzione di tale esame?

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La risposta corretta è la A.
Per valutare la funzionalità renale è necessario il dosaggio ematico della creatinina, prima dell’esecuzione di un angio-TC, dato che il mezzo di contrasto usato è nefrotossico e controindicato nei pazienti con insufficienza renale. Infatti, il m.d.c. può determinare un peggioramento acuto della funzionalità renale, determinando nefropatia indotta dal mezzo di contrasto. Inoltre, è necessario verificare che il paziente non sia allergico al m.d.c.
Al contrario, il dosaggio degli ormoni tiroidei, del colesterolo LDL, delle transaminasi non sono necessari nella valutazione pre-procedurale di una TC con m.d.c. (risposte B, C, D ed E errate). 

4 di 5 Domande

Scenario DI2L: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. Viene pertanto sottoposta all'esame diagnostico in figura. Si tratta di:

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La risposta corretta è la D.
La paziente del caso clinico è stata sottoposta ad una mammografia, eseguita con un apparecchio radiografico chiamato mammografo, che permette di studiare in maniera ottimale la mammella grazie alla diversa densità delle sue componenti. Tale esame rappresenta l’unico esame in grado di identificare le micro-calcificazioni, altamente predittive di carcinoma. Al contrario, tale imaging non rappresenta il risultato di una ecografia, una TC o una termografia mammaria (risposte A, B, C ed E errate).

5 di 5 Domande

Scenario PO2O: Una paziente di 65 anni in buona salute e senza particolari fattori di rischio viene invitata dalla ASL a partecipare a un programma di screening nel tumore della mammella. Durante l'esecuzione dell'esame, viene evidenziata un'area sospetta da approfondire, indicata con il cerchio. Il primo passo da eseguire per approfondire tale reperto è:

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La risposta corretta è la B.
La mammografia del paziente del caso clinico presenta una piccola opacità a margini mal definiti, con micro-calcificazioni a cluster contestuali, collocata nel quadrante supero-esterno. Di conseguenza, per approfondire tale reperto dubbio, apprezzato ad un esame mammografico standard, l’approccio diagnostico di prima linea è rappresentato dall’esecuzione di un’ulteriore acquisizione con ingrandimento con compressione mirata. In dettaglio, il fattore d’ingrandimento (ad esempio, ingrandimento x 1.5-2) è definito tecnicamente dalla distanza mammella-detettore.
Al contrario, la termografia, una tecnica che consente di rilevare il profilo termico di un corpo, non viene utilizzata come esame di scelta nello screening del tumore mammario a causa dell’alto numero di falsi positivi e per l’eccessiva presenza di variabili che possono influenzarne il risultato (risposta A errata). Così, la TC non è una metodica di imaging indicata nello studio della mammella e delle sue lesioni (risposta C errata). Ancora, la RM è un esame di secondo livello, complementare alle tradizionali tecniche radiografiche ed ecografiche per lo studio senologico. Ha una elevata sensibilità diagnostica e permette di identificare lesioni di dimensioni estremamente ridotte. Dati i costi e la durata dell'esame, viene eseguita solo in casi selezionati: screening di donne con alto rischio genetico e familiarità per K mammario, con protesi mammarie o in stato di gravidanza, per la ricerca di carcinomi primitivi occulti metastatici di sospetta origine mammaria, per il controllo della risposta del tumore mammario alla chemioterapia neo-adiuvante, per il follow up dopo chirurgia conservativa e in caso di discrepanza fra i risultati degli esami tradizionali (risposta D errata).

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