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1 di 5 Domande

Tra le seguenti, quale rappresenta la cardiopatia congenita di più frequente riscontro epidemiologico:














La risposta corretta è la A.
La cardiopatia congenita di più frequente riscontro epidemiologico è il difetto inter- ventricolare. Per quanto riguarda le frequenze relative abbiamo:
- 25% difetto interventricolare;
- 8% difetto interatriale;
- 7% pervietà del dotto arterioso;
- 7% stenosi polmonare;
- 6% coartazione aortica;
- 6% tetralogia di Fallot;
- 5% stenosi aortica;
- 4,5% canale atrioventricolare completo;
- 4,5% trasposizione dei grossi vasi;
- 3% cuore sinistro ipoplasico;
- 1,5% tronco arterioso, cuore uni-ventricolare;

2 di 5 Domande

Un uomo di 64 anni si reca in ospedale per sottoporsi al regolare checkup medico annuale. Anamnesi patologica prossima: non riferisce alcun disturbo. Anamnesi patologica remota: cinque anni prima al paziente è stata diagnosticata un’onda Q di necrosi cardiaca, indice di infarto miocardico anteriore. Esami strumentali: si sottopone fra i tanti controlli anche ad un RX del torace. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta e' la D
La diagnosi più probabile è che il paziente abbia sviluppato un aneurisma ventricolare come conseguenza dell’infarto miocardico pregresso. In particolare, l’aneurisma costituisce una zona della parete ventricolare che non solo rimane acinetica, ma diviene discinetica, cioè si estroflette durante la sistole. Le zone maggiormente interessate sono la punta e la parete anteriore del ventricolo sinistro. Le conseguenze di un aneurisma ventricolare comprendono:
- La compromissione della regolare dinamica cardiaca
- Le aritmie ventricolari
- La formazione di trombi murali.
All’ECG è comune la persistenza di un sopraslivellamento del tratto ST nella sede della necrosi. La radiografia del torace può evidenziare un’alterazione del contorno del margine ventricolare, come possiamo notare nella RX del caso proposto. Infine, è l’ecocardiografia che consente facilmente la conferma della diagnosi

3 di 5 Domande

Un giovane presenta cefalea persistente e pressione arteriosa pari a 170/105 mmHg. Gli esami ematochimici evidenziano lieve ipokaliemia e valori aumentati di renina, e aldosterone in ortostatismo, con normali indici di funzionalità renale. Quale può essere la diagnosi più probabile?














La risposta corretta è la C.
Per il paziente del caso clinico, dati i valori pressori, l’ipokaliemia, l’aumento di renina, l’iper-aldosteronismo e la giovane età, la diagnosi più probabile è l’ipertensione arteriosa secondaria a stenosi dell’arteria renale. Infatti, la stenosi dell’arteria renale determinando una diminuzione del flusso attraverso la arteria renale, induce l’apparato iuxtaglomerulare ad una maggiore produzione di renina, che provoca l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, con la susseguente ipertensione e ipokaliemia.

4 di 5 Domande

Una donna di 68 anni viene ricoverata nel reparto di cardiologia per un infarto del miocardio. Quale tra le seguenti è la definizione più completa di ischemia miocardica?














La risposta corretta è la D.
Si definisce ischemia miocardica la sofferenza o il danno delle cellule miocardiche conseguente a un insufficiente apporto di ossigeno rispetto alle richieste metaboliche; quindi, l’ischemia miocardica si verifica ogni qual volta il flusso coronarico risulta inadeguato a soddisfare il consumo miocardico di ossigeno.
Esistono più tipi di infarto miocardico:
- tipo 1, che corrisponde all’infarto miocardico spontaneo correlato all’ischemia, dovuta ad un evento coronarico primario, come nel caso di erosione e/o rottura, fissurazione o dissezione della placca;
- tipo 2, che corrisponde all’infarto miocardico secondario ad ischemia, dovuta ad uno squilibrio tra richiesta ed offerta di ossigeno, come nel caso di spasmo coronarico, embolizzazione coronarica, anemia, aritmie, ipertensione o ipotensione;
- tipo 3, che corrisponde alla morte cardiaca improvvisa e inattesa, con arresto cardiaco, spesso accompagnata da sintomi suggestivi di ischemia miocardica, verosimilmente associata a nuovo sopraslivellamento del tratto ST, o nuovo blocco di branca sinistra o riscontro angiografico e/o autoptico di recente trombosi coronarica. In ogni caso, con morte verificatasi prima del prelievo di sangue o quando i livelli dei marcatori biochimici cardiaci non erano ancora rilevabili;
- tipo 4a, che corrisponde all’infarto miocardico correlato ad intervento coronarico percutaneo;
- tipo 4b, che corrisponde all’infarto miocardico associato a riscontro angiografico o autoptico di trombosi dello stent;
- tipo 5, che corrisponde all’infarto miocardico correlato ad intervento di bypass aortocoronarico.

5 di 5 Domande

Un ragazzo di 19 anni ha subito un episodio di “collasso”. Ha P.A. di 122/70 mmHg e un polso 64/m. L'ECG è allegato. Quale è la diagnosi?

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La risposta corretta è la A.
In base ai reperti clinico-anamnestici e al tracciato elettrocardiografico, il paziente del caso clinico presenta verosimilmente la sindrome di Brugada: infatti, il tracciato ECG mostra elevazione del segmento ST in V1 e V2 maggiore di 2 mm. In particolare, tale sindrome è caratterizzata da sovraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni elettrocardiografiche precordiali destre (da V1 a V3), blocco di branca destra completo o incompleto e suscettibilità alla tachiaritmia ventricolare e alla morte improvvisa.

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